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Lorenzo Natali in Europa

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la e di ottenere un rimborso compensativo per l’Inghilterra. La struttura della spesa<br />

comunitaria, fortemente focalizzata sull’agricoltura, penalizzava paesi come il Regno<br />

Unito, caratterizzato da un’agricoltura quantitativamente poco rilevante e forte importatore<br />

di prodotti agricoli. Di fatto il Regno Unito, la Germania e più marg<strong>in</strong>almente<br />

l’Italia erano i soli contributori “netti”, cioè paesi che versavano nelle casse<br />

comunitarie più di quanto ricevevano attraverso le politiche <strong>in</strong> vigore.<br />

<strong>Natali</strong> si era impegnato a fondo nel negoziato, per i collegamenti che aveva con il<br />

negoziato con Spagna e Portogallo, per i molti <strong>in</strong>teressi italiani <strong>in</strong> gioco e per la competenza<br />

che derivava dalla sua lunga esperienza <strong>in</strong> fatto di politica agricola.<br />

Non era facile armonizzare, <strong>in</strong> una strategia coerente ed efficace, i legittimi <strong>in</strong>teressi<br />

italiani e gli obiettivi, essenziali per <strong>Natali</strong>, di assicurare prospettive di sviluppo<br />

a lungo term<strong>in</strong>e al processo d’<strong>in</strong>tegrazione europea e di accelerare la conclusione dei<br />

negoziati d’adesione <strong>in</strong> corso. L’Italia, <strong>in</strong> quanto contributrice netta del bilancio comunitario<br />

avrebbe potuto avere una certa s<strong>in</strong>tonia con le tesi britanniche. Il sostegno<br />

della politica agricola era però essenziale per il nostro paese che aveva un numero<br />

molto elevato di occupati <strong>in</strong> agricoltura. Da quanto si diceva allora <strong>in</strong> Commissione,<br />

la Francia rappresentava i 2/3 della produzione agricola e l’Italia i 2/3 degli agricoltori<br />

della Comunità. L’Italia era <strong>in</strong>oltre, con la Grecia, il solo paese membro <strong>in</strong>teressato<br />

ai regimi di sostegno per agrumi, olio d’oliva e tabacco. Il nostro paese era però<br />

ugualmente <strong>in</strong>teressato ai prodotti “cont<strong>in</strong>entali”, che costituiscono la parte quantitativamente<br />

preponderante di zone a forte vocazione agricola tanto nell’Italia settentrionale<br />

che meridionale. Come non bastasse, l’Italia era anche uno dei paesi comunitari<br />

maggiormente <strong>in</strong>teressati alle attività agro-<strong>in</strong>dustriali, settore che per poter<br />

competere sui mercati <strong>in</strong>ternazionali richiedeva <strong>in</strong>vece materie prime a prezzi bassi.<br />

In quanto italiano <strong>Natali</strong> doveva, anche <strong>in</strong> Commissione, superare l’handicap della<br />

poca considerazione di cui gode il nostro paese nel contesto comunitario. A causa<br />

della cronica <strong>in</strong>stabilità dei governi, i m<strong>in</strong>istri che ci rappresentavano spesso non avevano<br />

il tempo per impadronirsi dei contenuti tecnici dei documenti discussi a Bruxelles<br />

e, soprattutto, per stabilire le alleanze necessarie per negoziare con successo.<br />

Le <strong>in</strong>efficienze amm<strong>in</strong>istrative e le carenze di coord<strong>in</strong>amento fra livello nazionale e<br />

regionale causavano <strong>in</strong>adempienze o ritardi nell’applicazione delle decisioni prese e<br />

qu<strong>in</strong>di contenzioso e la necessità, quasi sistematica, di proroghe o deroghe.<br />

Per superare questa debolezza negoziale, <strong>Natali</strong> si era associato ad altri tre commissari,<br />

il tedesco Haferkamp, il belga Davignon e il francese Ortoli. La “banda dei quattro”,<br />

così era designata l’associazione nei corridoi del Berlaymont, apparentemente eterogenea<br />

per la personalità dei componenti, era di fatto unita da aff<strong>in</strong>ità politiche e dal<br />

forte impegno comunitario. L’associazione era stata molto utile per elim<strong>in</strong>are le frizioni<br />

<strong>in</strong> materia di competenze, che avevano creato non pochi problemi all’<strong>in</strong>izio del mandato<br />

di <strong>Natali</strong> come responsabile dei negoziati d’adesione. L’associazione era però meno<br />

efficace quando entravano <strong>in</strong> gioco <strong>in</strong>teressi nazionali discordanti e giudicati vitali.

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