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STORIA DELLA MUSICA

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Più di tutti i contemporanei ebbe la fortuna di trovarsi in un ambiente che facilitò il suo talento. Questa fortuna si<br />

manifesta nella sua opera, priva di conflitti interiori, in cui prevale equilibrio e armonia. Il suo romanticismo non era<br />

urto di passioni, ma sereno, a volte un po’ maliconico. Alfred Einstein lo defini “il classicista romantico”<br />

Robert Schumann (Zwickau, Sassonia,1810-Endenich, vicino a Bonn,1857)<br />

Il padre, era libraio ed editore, gli instillò l’amore per la letteratura. Iniziò a studiare pianoforte a 7 anni. Il suo<br />

temperamento irrequieto gli vietò uno studio regolare. Fu in sostanza un autodidatta che imparò molto dalle opere del<br />

passato, specie da Bach. Si iscrisse a giurisprudenza, ma non terminò gli studi, presa la decisione di diventare pianista e<br />

compositore, e studiò con Wieck, ma dopo la paralisi di 2 dita della mano destra dovette dedicarsi interamente alla<br />

composizione, oltre che di direttore e redattore del noto periodico musicale da lui fondato. Sposò felicemente la figlia<br />

del suo maestro, Clara Wieck, che diventò un’ottima concertista. La malattia mentale ereditaria da cui era affetto gli<br />

procurava visioni e disturbi all’udito e peggiorava rapidamente, così fu internato in una casa di salute, dove morì.<br />

In ogni fase sviluppò un genere compositivo: 1830-39 composizioni per pianoforte, nel 1840 moltissimi lieder, dal 1842<br />

la musica da camera. Nel periodo 1842-53 le composizioni sinfoniche e sinfonico-corali<br />

- per pianoforte: Variazioni sul nome Abegg, Papillons, le Danze dei seguaci di Davide, la Toccata op.7, Carnaval,<br />

Pezzi fantastici, 12 Studi sinfonici, Scene infantili, Kreisleriana, la Fantasia op.17, Novellette, la Sonata in Sol min.<br />

Tra le composizioni successive al 1840 L’album per la gioventù e le Waldszenen<br />

- lieder: varie raccolte liederistiche, tra cui i due capolavori Frauenliebe und –leben e Dichterliebe (amor di poeta).<br />

Fu il continuatore del lavoro liederistico di Schubert, migliorando ancora di più la connessione tra pianoforte e<br />

voce. I poeti preferiti erano Heine, von Chamisso, Eichendorf, ma anche Goethe e Byron<br />

- da camera: quartetti per archi op.41 dedicati a Mendelssohn in cui si sente l’influenza di Beethoven, quartetto per<br />

archi e pianoforte op.47 e quintetto con pianoforte op.44, sonate per violino e pianoforte op.105 e 121 e 3 trii con<br />

pianoforte<br />

- sinfoniche: 4 sinfonie, tra cui La primavera e la Renana, oltre ad alcune ouvertures. Concerto per pianoforte e orch.<br />

op.54, Konzertstuck op.92, concerto per violoncello e orch. op.129. L’ardore romantico e la bellezza delle idee<br />

musicali sono caratteristica della produzione sinfonica<br />

- composizioni sinfonico-corali: l’oratorio profano Il paradiso e la Peri per soli, coro e orch., su testo proprio tratto<br />

da Th.Moore e le Otto scene del Faust di Goethe. Si cimentò anche con l’opera (Genoveva, 1850) ma con scarsa<br />

fortuna<br />

- scritti letterari: numerosi articoli sul suo periodico musicale, la “Neue Zeitschrift fur Musik”, in cui si fece<br />

promotore delle “vie nuove” della musica. Brillante scrittore e abile polemista, contrastò gli elogi che ricevevano i<br />

colleghi Chopin, Mendelssohn, Liszt e Schubert. Per gusto polemico aveva fondato l’ideale “Lega dei seguaci di<br />

Davide” (gli innovatori) in lotta coi “Filistei” (i conservatori). Spesso firmava gli articoli con gli pseudonimi di<br />

Florestano, brillante ed estroverso, ed Eusebio, pensoso, sognatore e chiuso in se stesso, a volte inserendo un terzo<br />

personaggio, Maestro Raro, moderatore tra i due. Schumann diede a Florestano ed Eusebio consistenza musicale<br />

nei personaggi di Carnaval op.9<br />

Molto la sua musica deve all’influenza delle idee letterarie. Il suo modo di comporre non mostra svolgimenti<br />

consequenziali, bensì la composizione è frutto del fantasticare. Questo tipo di sintassi, basata sull’urgenza delle idee, dà<br />

ai suoi lavori una concentrazione intensa di sentimenti senza sosta<br />

Fryderyk Chopin (Varsavia, 1810-Parigi,1849)<br />

Figlio di un insegnante francese emigrato in Polonia, iniziò giovanissimo lo studio del pianoforte e si rivelò subito un<br />

bambino prodigio. Dal 1823 al 1826 frequentò il liceo e studiò con Elsner, il miglior insegnante di musica di Varsavia.<br />

Cagionevole di salute, trascorreva le estati in campagna, dove venne a contatto con la musica popolare polacca. Lasciò<br />

definitivamente la Polonia nel 1830, quando fu occupata dalle truppe zariste, andò a Vienna e nel 1831 si stabilì a<br />

Parigi. Inizialmente non fu facile, ma poi venne accettato nei più prestigiosi salotti, dove conobbe Liszt, Berlioz,<br />

Bellini, Rossini, Meyerbeer, Heine, Balzac, Delacroix. Diventato il più prestigioso insegnante di pianoforte di Parigi,<br />

alternò l’attività didattica a quella di compositore. Ebbe una relazione di una decina d’anni con la scrittrice George<br />

Sand, finita la quale, nel 1847 si recò in Inghilterra e Scozia, per un lungo periodo di concerti. Il clima umido non giovò<br />

alla sua salute precaria, minata dalla tubercolosi. Rientrato a Parigi, si spense assistito dalla sorella e dagli amici. Il suo<br />

cuore è conservato in una teca d’argento a Varsavia<br />

Escludendo il Trio op.8, la sonata per violoncello op.65 e una ventina di canti polacchi per voce e pianoforte, la sua<br />

produzione fu essenzialmente pianistica<br />

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