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STORIA DELLA MUSICA

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VIOLINISTI COMPOSITORI<br />

Gli allievi di Corelli<br />

- Giovanni Battista Somis (1686-1763), maestro alla corte dei Savoia, formò validi musicisti, tra cui Giardini<br />

(violinista, impresario e operista a Londra), Pugnani (maestro di Viotti), i francesi Leclair, Guinon e Guillemain.<br />

Lasciò raccolte di sonate a 3, per violino e basso e moltissimi concerti per violino<br />

- Francesco Geminiani (1687-1762), dal 1714 visse e lavorò sempre all’estero. Compose 3 raccolte di sonate per<br />

violino e basso e 4 di concerti. Fece trascrizioni in forma di concerto grosso di alcune sonate di Corelli. A Parigi<br />

musicò un’azione coreografica, La foresta incantata, tratta dalla Gerusalemme Liberata. Scrisse alcune opere<br />

didattiche, tra cui The Art of playing of the Violin<br />

- Pietro Antonio Locatelli (1695-1764), acclamato virtuoso a Dresda, Berlino e Mantova, dal 1729 si stabilì ad<br />

Amsterdam, come violinista, compositore, insegnante ed editore delle proprie opere. Compose sonate a 3 e a solo<br />

per violino e flauto, concerti e Introduzioni teatrali op.4. Mentre nei Concerti grossi op.1 era ancora legato alla<br />

scrittura contrappuntistica e al modello corelliano, il suo stile si definì nei 12 concerti con 24 capricci a cadenza<br />

degli Allegri dell’Arte del violino op.3 (1733), mentre punte di virtuosismo si hanno nei Concerti a 4 op.7 (1741)<br />

Antonio Vivaldi (Venezia,1678-Vienna,1741), figlio di un violinista di S.Marco, proseguì la formazione con Legrenzi,<br />

nel 1703 fu ordinato sacerdote, ma per motivi di salute (asma) smise subito di dire messa. Divenne maestro<br />

all’Ospedale di Pietà. Nel 1713 fu rappresentato il primo dramma in musica, Ottone in villa. Per meglio<br />

sviluppare l’attività di operista e impresario, interruppe 2 volte l’impegno con la Pietà (1718-22;1725-35). Passò<br />

tutta la vita in Italia, escludendo il viaggio ad Amsterdam (1737) per le feste centenarie del teatro cittadino e il<br />

misterioso viaggio a Vienna, dove morì in oscure circostanze. Compose:<br />

- opere teatrali: 46 in tutto. Era legato soprattutto al teatro S.Angelo, ma produsse anche per molte città del nord<br />

Italia, più Roma. Non tutta la produzione operistica di Vivaldi era preziosa: alcune arie venivano trasportate da<br />

un’opera all’altra e molti pezzi tradiscono la fretta. Ma l’operista Vivaldi non è inferiore al compositore dei<br />

concerti. L’orchestra partecipa alla vicenda drammatica, differentemente dai suoi contemporanei. Le opere più<br />

importanti sono Il Farnace (1726), Orlando (1727), La fida ninfa (1732), L’Olimpiade (1734), La Griselda (1735)<br />

- musica sacra: 45 composizioni per soli, coro e orchestra, soprattutto parti dell’Ordinario e salmi. Tra le più note: un<br />

Gloria, un Credo, un Beatus vir, uno Stabat Mater, un Magnificat. Numerosi mottetti e antifone per archi e soli. Un<br />

Oratorio su testo latino, Juditha triumphans<br />

- musica strumentale: la parte più significativa della sua opera. 75 sonate a 3 o a solo, 23 sinfonie e circa 450<br />

concerti. Molto fu stampato postumo. Fra le principali raccolte, tutte da 12 concerti: L’estro armonico op.3 (1712),<br />

La stravaganza op.4 (1713), Il cimento dell’armonia e dell’invenzione op.8 (1725), La cetra op.9 (1728)<br />

Vivaldi fu insieme ad Handel, il compositore più apprezzato d’Europa , sebbene in altre regioni vivessero<br />

contemporanei di livello uguale o superiore (Bach in Germania e Rameau in Francia). La fama, che deriva dai concerti,<br />

di Vivaldi oltrepassò le frontiere (grande l’accoglienza ad Amsterdam). Le ragioni del suo successo sono dovute alla<br />

qualità della musica e alle chiare connotazioni dei suoi concerti: motivi tematici incisivi e chiaramente inseriti nella<br />

struttura formale, Allegro balzanti e dai ritmi stimolanti, che contrastano la distesa serenità degli Adagio, la marcata<br />

tensione tra Soli e Tutti. Questo antagonismo rivelò una forza drammatica precedentemente sconosciuta al concerto. Il<br />

senso del tempo psicologico risparmia cadute di tensione, lungaggini e indugi<br />

Giuseppe Tartini (1692-1770) studiò all’Università di Padova, sposatosi senza il permesso del padre della sposa, dovette<br />

rifugiarsi ad Assisi, dove studiò violino. Nel 1721 ottenne il posto di primo violino nella basilica di S.Antonio a<br />

Padova. Grande didatta, guidò a Padova quella che poi sarebbe stata chiamata la “Scuola delle Nazioni”, con<br />

allievi di ogni parte d’Europa.<br />

Si interessò di acustica (il “terzo suono”) e di problemi di tecnica violinistica (allungò l’arco per suoni più dolci), scrisse<br />

il Trattato di musica secondo la vera scienza dell’armonia. Scrisse quasi esclusivamente per violino: 50 sonate a<br />

3, 187 sonate per violino e basso, circa 125 concerti.<br />

Influenzato inizialmente da Corelli, se ne allontanò presto alla ricerca di tematiche personali, soprattutto nel primo<br />

tempo, e un approfondimento espressivo nell’Adagio. Nei concerti la consueta alternanza Solo/Tutti si accompagna ad<br />

un primo avvicinamento alla forma sonata classica<br />

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