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STORIA DELLA MUSICA

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In Francia<br />

La musica organistica era ben separata da quella clavicembalistica (“Livres d’orgue”, con brani di musica sacra<br />

cattolica, e “pieces de clavecin”, con danze profane). Così separati erano anche i compositori d’organo (Nivers, Gigault,<br />

Boyvin) da quelli di clavicembalo (Louis Couperin, Jean Henry d’Anglebert). Anche in Inghilterra la musica per organo<br />

(coi Voluntaries e i Verses) è divisa da quella per clavicembalo (Lessons e danze)<br />

DALLA CANZONE STRUMENTALE ALLA SONATA BAROCCA PER ARCHI<br />

Alla fine del ‘500 il nome “sonata” indicava il contrasto con la musica cantata, in luogo di abbreviazione di canzona da<br />

sonar. Come la canzone strumentale, le prime sonate avevano un solo tempo, diviso in brevi sezioni di ritmo e<br />

andamento differente. Solitamente, mentre le canzoni da sonar erano destinate a strumenti a tastiera, le sonate erano<br />

scritte per violino e basso continuo; la nascita delle sonate fu infatti contemporanea allo sviluppo della grande liuteria<br />

padana (Amati, Guarneri e Stradivari a Cremona, oltre ai liutai di Milano, Brescia e Venezia). Il distacco dalla forma<br />

della canzona strumentale si ebbe con la trasformazione in un organismo strutturato in più tempi. A partire dal 1635 si<br />

iniziò a ridurre il numero dei tempi, che diventarono progressivamente più lunghi<br />

La sonata da chiesa e la sonata da camera<br />

- sonata da chiesa: solitamente a 4 tempi, alternanti lento e allegro (fugato); si eseguivano in chiesa e sostituivano<br />

l’organo nella parti del Proprium. Agli strumenti ad arco si univa l’organo per il b.c.<br />

- sonata da camera: in 4 o più tempi, a volte in 3. In sostanza era una suite, affine a quelle per clavicembalo. Non<br />

sempre i titoli dei tempi indicavano di che danza si trattasse. Il clavicembalo faceva il b.c. Eseguite nelle case di<br />

nobili e ricchi borghesi per intrattenimento, a volte si presentava con altri nomi (trattenimenti, balletti, divertimenti)<br />

La distinzione tra le 2 forme non fu mai rigida. Erano pubblicate tradizionalmente in fascicoli separati. Generalmente le<br />

formazioni erano da 2 violini + b.c. (sonata a 3) o violino solo + b.c. (sonata a solo). Se il basso non era continuo, ma<br />

melodico, poteva essere affidato a violoncello o viola da gamba, raramente ad uno strumento a fiato<br />

VIOLINISTI COMPOSITORI<br />

Prodotti italiani sia il violino che la sonata, italiani furono la maggior parte dei violinisti compositori. Creatore della<br />

sonata per violino e b.c. fu probabilmente Biagio Marini nel 1617, lo seguirono Farina e Merula. Tra i più noti ci fu<br />

Arcangelo Corelli (1653-1713) studiò con Benvenuti e Brugnoli a Bologna, a quel tempo il più avanzato centro di studi<br />

per strumenti ad arco. Si trasferì nel 1671 a Roma. In città vi erano i mecenati Cristina di Svezia e i cardinali Pamphili e<br />

Ottoboni. Corelli, immerso nel nascente clima d’Arcadia, a contatto con Pasquini e, più avanti, con A.Scarlatti ed<br />

Handel, la figura del violinista crebbe di statura e autorità, sia come compositore che come esecutore e direttore.<br />

La sua opera è incentrata unicamente sul violino: 4 raccolte di sonate a 3 (op.1-4), da chiesa e da camera, di scrittura<br />

semplice sia violinisticamente che contrappuntisticamente; una di sonate per violino e cembalo op.5 (raccolta molto<br />

nota, ha ancora valore didattico), ancora senza passaggi violinistici troppo arditi, ma con note doppie e arpeggi, l’op.5 si<br />

chiude con 24 variazioni sul tema della Follia; una di concerti grossi (vedi tesi XXVI). Si può dire che le ultime 2<br />

raccolte precorrano i tempi.<br />

Fu uno dei pochi compositori barocchi la cui fama si prolungò per parecchi decenni dopo la morte. La sua musica era<br />

fatta di chiarezza, di simmetrie, espressività e aristocratica varietà<br />

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