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STORIA DELLA MUSICA

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firmus corale è esposto a valori larghi e compare ora in una voce, ora in un’altra. Negli ultimi anni di vita pubblicò<br />

una seconda raccolta, il Tabulatur Buch, contenente 100 corali a 4 parti in scrittura prevalentemente accordale<br />

TESI XXV: La musica strumentale nel secolo XXVII: la suite e le sue origini; la partita. Sonate da chiesa e sonate da<br />

camera. Compositori organisti, violinisti e cembalisti italiani e stranieri<br />

Durante il periodo di mezzo del Barocco, la seconda metà del XVII sec, molte forme del primo Barocco si estinsero, ma<br />

rimasero sempre presenti toccate e forme derivate dall’elaborazione del corale, e si imposero nuove forme strumentali:<br />

la suite e la sonata barocca. Crebbe l’importanza del clavicembalo e del violino<br />

DALLE DANZE RINASCIMENTALI ALLA SUITE BAROCCA<br />

Balli di società, balletto, suite<br />

Hanno in comune il fatto di essere basati su ritmi di danza.<br />

I balli di società servivano per l’intrattenimento della nobiltà e delle classi abbienti e si svolgevano in vari modi: coppia<br />

chiusa, aperta, in gruppo; con passi strisciati, sollevati, saltati. Elevato era il numero di balli: pavane e gagliarde,<br />

passamezzo e saltarello, branle, courante, passepied. Molti balli avevano origini popolari francesi. Era indifferente che<br />

le musiche avessero dignità artistica, poiché esistevano solo in funzione dei movimenti coreutici delle danze.<br />

I balletti, danze di teatro nacquero nel XVII sec.quando il pubblico smise di partecipare alle danze e divenne spettatore,<br />

non più in grado di eseguire le complesse coreografie e i difficili passi.<br />

La suite era una forma musicale da ascolto che aveva ritmi di danza. Indirettamente fu tributaria della creatività di Lulli.<br />

Caratteri della suite<br />

Nacque dall’abitudine di collegare 2 o 3 danze. “Suite” è un vocabolo francese che significa successione, ma non fu<br />

usato dai francesi, che preferirono il termine pieces de clavecin, mentre fu usato dai tedeschi, anche col sinonimo di<br />

partita, mentre nel caso di insiemi non da tasto fu chiamata ouverture o suite-ouverture. In Italia le successioni di danze<br />

si trovarono spesso in sonate da camera per violino e basso. In Inghilterra si chiamò lesson.<br />

(… solite chiacchere sulla suite…)<br />

La suite per clavicembalo<br />

Fu diffusa soprattutto in Germania e Francia, ma anche in Inghilterra (Purcell) e scarsamente in Italia (Pasquini). La<br />

successione delle 4 danze principali fu definita da Froberger. In Francia le danze non erano distribuite secondo il<br />

modello formale (per questo non si chiamarono suite, ma pieces de clavecin) e spesso vi erano altre danze estranee alla<br />

suite tradizionale. L’uso massiccio di abbellimenti nei pieces de clavecin rese necessaria l’adozione di tavole in<br />

prefazione che ne spiegassero la risoluzione<br />

Elaborazioni per organo del corale luterano<br />

Nella Germania settentrionale l’elaborazione organistica del corale si deve principalmente a Buxtehude, Reinken e<br />

Bohm. Alla fine del XVII sec. si giunse alla sintesi di 3 forme fondamentali del corale per organo:<br />

- partita corale: variazioni contrappuntistiche di un tema. La melodia del corale, impiegata come cantus firmi, appare<br />

a rotazione nelle varie voci, trattate con le regole del contrappunto<br />

- fantasia corale: le varie frasi del corale erano elaborate liberamente e accompagnate a turno<br />

- preludi corali: brevi composizioni che inizialmente avevano la funzione di introdurre l’esecuzione del corale. La<br />

melodia semplice e chiaramente riconoscibile, era spesso esposta nel registro acuto con accompagnamenti armonici<br />

più o meno fioriti<br />

ORGANISTI E CLAVICEMBALISTI<br />

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