30.05.2013 Views

STORIA DELLA MUSICA

STORIA DELLA MUSICA

STORIA DELLA MUSICA

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

d’opera buffa o intermezzi. Tra le più note Prima la musica, poi le parole, musica di Salieri, libretto di Casti;<br />

L’impresario di Smirne di Goldoni; Il maestro di cappella, musica di Cimarosa; Le cantatrici villane, musica di<br />

Fioravanti; Der Schauspieldirektor di Mozart<br />

Cristoph Willibald Gluck<br />

Nato in Baviera nel 1714, trascorse l’infanzia in piccoli centri della Boemia, dove il padre lavorava coma guardaboschi.<br />

Dal 1731 studiò logica a Praga, ma più che altro musica. Nel 1735 era membro della cappella musicale viennese, dove<br />

conobbe il conte Melzi, che lo convinse a studiare a Milano da Sammartini, compositore apprezzato per la musica<br />

strumentale. Dal 1741 iniziò la carriera di compositore teatrale, a Milano e Venezia. Proseguì a Londra, dove conobbe<br />

Handel. Dopo alcuni anni passati con la compagnia d’opera ambulante dei fratelli Mingotti, prese dimora stabile a<br />

Vienna, nel 1752. Attraverso i contatti col conte Durazzo, sovrintendente dei teatri viennesi e col librettista Ranieri<br />

de’Calzabigi, Gluck maturò le linee di riforma dell’opera seria italiana, il cui primo frutto fu l’azione teatrale Orfeo ed<br />

Euridice (1762). Fu invitato a Parigi da alcuni intellettuali nel 1773, dove Iphigenie en Aulide e la versione francese<br />

dell’Orfeo scatenarono querelles che durarono anni. Dal 1779 non lasciò più Vienna, dove morì nel 1787.<br />

Escluse poche composizioni vocali sacre e profane (tra cui 7 Odi su versi di Klopstock, che sono tra i più significativi<br />

lieder del XVIII sec.) e poche opere strumentali, la produzione di Gluck fu volta interamente al teatro e comprende 50<br />

opere e 5 balletti. Nel periodo in cui lavorò in Italia, a Londra e in Germania, compose drammi, pasticci, feste teatrali<br />

italiane. Tra essi Artaserse (Milano, 1741), La caduta dei Giganti (Londra, 1746), La clemenza di Tito (Napoli, 1752),<br />

Le cinesi (Vienna, 1754). Parecchie opere sono su libretto di Metastasio. Lo schema drammaturgico metastasiano<br />

infatti, con la contrapposizione recitativo/aria e il primato delle voci soliste, domina la prima metà della produzione di<br />

Gluck. Su suggerimento del conte Durazzo, Gluck affronta l’opera comica francese, con Le cadi dupè (1761) e La<br />

rencontre imprevue (1764), mentre in collaborazione col coreografo Angiolini realizzò i balletti Don Juan ou le festin<br />

de pierre (1761) e Semiramis (1765). La confluenza di opera seria italiana, opera comica francese e balletto fu chiamata<br />

“riforma di Gluck e Calzabigi” e si realizzò col determinante contributo del librettista livornese nelle opere Orfeo ed<br />

Euridice (azione teatrale in 3 atti, 1762), Alceste (tragedia in 3 atti, 1767), Paride ed Elena (dramma in 5 atti, 1770).<br />

Le linee fondamentali della riforma erano:<br />

- azione semplificata ed eliminazione del “tagliente divario” tra recitativi e arie. Per eliminare questo stacco si adotto<br />

il recitativo accompagnato, sostenuto dall’intera orchestra. Nelle arie furono aboliti il “da capo” e il canto fiorito, in<br />

questo modo le parole erano sempre intelleggibili<br />

- versi sciolti e rimati in fluida successione, alternando con molta libertà arie e recitativi, facendo largo spazio ai cori<br />

(che partecipavano come in una tragedia greca) e aggiungendo balli in armonia con l’azione<br />

- l’orchestra non accompagnava solamente, ma partecipava all’azione<br />

Questi punti sono ricordati nella prefazione che Gluck premise alla stampa dell’Alceste<br />

Con Handel e Mozart, Gluck fu uno dei più grandi drammaturghi del 700. Pochi compositori furono così chiari sui loro<br />

intenti artistici. La scelta dei libretti riflette il desiderio di voler tornare a sentimenti comuni, piuttosto che alle auliche<br />

stilizzazioni dell’opera metastasiana. Il suo intervento segnò il superamento dell’Arcadia e del rococò nel teatro. La<br />

riforma di Gluck e Calzabigi si colloca sullo stesso piano che segnò la poesia del Parini e dell’Alfieri<br />

L’eredità di Gluck<br />

- Piccinni, pur essendo antagonista di Gluck nelle querelles, diede prova di aver compreso il messaggio della riforma<br />

con Roland (1778), Atys (1780), ma soprattutto con Didon (1783)<br />

- Salieri (Legnago 1750 – Vienna 1825), già nel 1771 mostra l’adesione alla riforma gluckiana con Armida. Divenne<br />

nel 1788 compositore di corte e maestro di cappella a Vienna. Grazie a Gluck, presentò a Parigi Les Danaides<br />

(1784) e Tarare (1787) su libretto di Beaumarchais (ottenne molto successo e fu ribattezzata in italiano Axur re<br />

d’Ormuz. Altre composizioni: La grotta di Trofonio, Il mondo alla rovescia, Falstaff; musiche sacre e strumentali<br />

- Sacchini (1730-1786), allievo di Durante. Le sue opere più famose: Dardanus (1784), Oedipe a Colone (1786)<br />

TESI XX: Il melodramma nazionale in Francia da Lulli e Rameau fino ai nostri giorni; in Germania da Schutz sino a<br />

Mozart; in Inghilterra<br />

FRANCIA: PRIMA DI LULLI<br />

Verso l’opera nazionale<br />

Nel 600-700 l’opera italiana ebbe diffusione europea, salvo che in Francia. Mentre nell’opera italiana l’elemento<br />

predominante era la vocalità, nell’opera francese si raggiunge un maggio equilibrio nello spettacolo (coreografia,<br />

poesia, musica). L’espressione dei sentimenti non doveva risultare enfatica, come nella musica vocale italiana. I due<br />

ministri Richelieu e Mazarino sostennero l’inclinazione di Luigi XIII per la musica e lo spettacolo<br />

La monodia vocale:l’air de cour<br />

Le airs de cour, composizioni strofiche di stile omofono, determinarono il passaggio dalla polifonia alla monodia.<br />

Accanto alla versione polifonica a 4 voci in omoritmia venne spesso pubblicata la trascrizione per voce e liuto. Le<br />

trascrizioni ebbero molta fortuna e vaste raccolte furono stampate tra il 1570 e il 1620. La poesia era di stampo<br />

petrarchesco, in quartine o sestine di ottonari rimati, con temi per lo più amorosi<br />

Il balletto<br />

26

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!