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STORIA DELLA MUSICA

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All’inizio del ‘500 i compositori italiani mossi da un rinnovato desiderio di una musica originale nazionale, preferirono<br />

alle musiche fiamminghe le forme popolaresche: frottole, barzellette, strambotti, odi. Tutte composizioni a 4 parti in<br />

stile omofonico accordale a 4 voci, ma spesso cantava solo la voce superiore e le altre erano svolte da strumenti. Per i<br />

particolari, vedi TESI XI<br />

Il madrigale ha poco a che fare col madrigale del ‘300, che era polifonico, a sole voci e di forma metrica fissa. Il<br />

madrigale cinquecentesco era caratterizzato da melodie ricercate ma di polifonia semplice, ammetteva<br />

l’accompagnamento strumentale e non aveva un preciso schema metrico né ritornelli, mentre i testi erano di stampo<br />

petrarchesco. Particolare attenzione veniva posta all’accostamento tra poesia e invenzione musicale (madrigalismi). Il<br />

madrigale ebbe carattere cromatico, successivamente imitativo. Da notarsi come il madrigale drammatico, e i madrigali<br />

che vennero inseriti come intermezzo (intermezzi appunto vennero chiamati) alle commedie, furono i precursori del<br />

nascente melodramma.<br />

TESI XIII: Conquista della tonalità moderna e dei nuovi mezzi espressivi – Strumenti a pizzico, ad arco, a fiato<br />

Tra la metà del XVI e la metà del XVII sec. la musica europea cambiò completamente carattere:<br />

- la polifonia fu ancora impiegata, soprattutto in musica sacra, mentre si affermò la monodia<br />

- il contrappunto perse importanza e ne acquistò la nascente scienza dell’armonia<br />

- i modi ecclesiastici, usati per più di un millennio, furono gradatamente sostituiti dai modi maggiore e minore<br />

- la musica strumentale assunse importanza sempre maggiore<br />

LA TRATTATISTICA NEI SECOLI XV E XVI<br />

Partecipi a questi mutamenti furono i trattatisti. Ricordiamo<br />

- Heinrich Loris, detto il Glareano, autore del Dodekachordon (1547)<br />

- Zarlino, maestro di cappella in S.Marco, che nella seconda metà del XVI sec. pubblicò le Istituzioni Armoniche e<br />

altri trattati di armonia<br />

- Giovanni Artusi, autore della celebre critica a Monteverdi<br />

L’origine della tonalità<br />

Il passaggio dai toni gregoriani ai toni moderni avvenne attraverso l’alterazione di un semitono. Tale alterazione<br />

modificava la natura della scala modale in cui avveniva l’alterazione. Ciò era avvenuto nel V e nel VI modo per evitare<br />

il tritono “fa-si”: nella nuova scala si usava un “si bem”. Nel Dodekachordon del Glareano vengono presentati due<br />

nuovi modi in aggiunta agli 8 ecclesiastici: l’eolio, il nostro minore, e lo ionico, il nostro maggiore. Questi rimasero ben<br />

presto i soli due modi, avendo assimilato in sé gli altri 8. Per le composizioni liturgiche il passaggio nei nuovi modi fu<br />

più lento che nelle composizioni profane<br />

L’origine dell’armonia<br />

L’armonia si affermò empiricamente dalla pratica degli strumenti polifonici (liuto, organo, clavicembalo). Suonare<br />

questi strumenti infatti comportava la creazione di accordi. La teoria dell’armonia fu enunciata da Zarlino, che legittimò<br />

l’armonia come scienza in quanto conseguenza di leggi dell’acustica (triadi maggiori come successioni di suoni<br />

armonici). Zarlino costruì la nuova scala diatonica (i cui intervalli sono basati sui rapporti che intercorrono tra un suono<br />

e i suoi armonici), la scala naturale o zarliniana che sostituì la scala pitagorica<br />

L’origine del basso continuo<br />

Fin dal XV sec. era diffusa l’usanza di sostituire alcuni voci con strumenti. Ciò aveva modificato la scrittura linearemelodica<br />

contrappuntistica in quella verticale-armonica che si concretizzò nella scrittura accordale. La melodia era<br />

svolta dalla voce acuta, sostenuta da un basso, generatore di accordi che sostituivano le altre voci, che prese il nome di<br />

“continuo” in contrapposizione con quello “interrotto” delle composizioni polifoniche. Importante fu l’opera di<br />

Ludovico Grossi da Viadana, in quanto nella prefazione dei suoi Cento concerti ecclesiastici (mottetti) a 1-4 voci, con<br />

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