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STORIA DELLA MUSICA

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Uno dei più noti compositori fiorentini fu Francesco Landino (1325-1397), detto “degli organi”, abile anche come<br />

esecutore su ogni tipo di strumento, autore di 12 madrigali a 2e 3 voci e di ben 140 ballate a 2 e 3 voci nei quelli i passi<br />

melismatici si alternano a quelli sillabici con grande varietà melodica e ritmica.<br />

Con il XV sec. e il ritorno del Papato a Roma, l’arrivo di musicisti d’oltralpe segnò il declino dell’Ars Nova italiana<br />

La musica strumentale e gli strumenti del medioevo<br />

Opere letterarie e figurative ci presentano numerosi strumenti. Infatti sebbene la maggior parte delle musiche del tempo<br />

fossero vocali, esse erano eseguite anche da strumentisti, che spesso raddoppiavano o sostituivano le voci di tenor e<br />

contratenor. Il compositore componeva per le voci, ma queste potevano benissimo essere sostituite da strumenti.<br />

Lo strumento più importante fu l’organo, reintrodotto da Bisanzio nel 757, divenne lo strumento liturgico per<br />

eccellenza; l’iconografia del XIII-XV sec. ne raffigura 2: il portativo, piccolo e con poche canne, si suonava con la<br />

destra mentre la sinistra aziona il mantice; il positivo, più grande, ma ancora privo di pedaliera, si suonava a 2 mani<br />

perché il mantice era azionato da un’altra persona. Altri strumenti a corda erano lo scacchiere a corde percosse,<br />

precursore del clavicordo, e il salterio a corde pizzicate, precursore del clavicembalo. Lo strumento preferito dai<br />

trovatori era la viella a 5 corde di accordatura non fissa, che si suonava con un arco ricurvo. Tra gli strumenti a fiato, la<br />

tromba e il cornetto in legno munito di fori che permettevano di eseguire la scala cromatica. Poi arpe e vari strumenti a<br />

percussione.<br />

TESI X: Lo sviluppo del contrappunto vocale: la scuola fiamminga<br />

Lo sviluppo del contrappunto<br />

La guerra dei Cent’anni (1339-1453) causò il declino della cultura francese anche in campo musicale. Il baricentro della<br />

produzione musicale si spostò a nord, in Inghilterra e nelle Fiandre. Crebbe nuovamente l’importanza della musica<br />

sacra. Si sviluppò il contrappunto e si formarono le cappelle musicali che sostituirono le scholae gregoriane. Si affermò<br />

il ruolo di musicista professionista. Infatti l’esecuzione di alcune composizioni era affrontabile solo cantori<br />

professionisti, formati nelle cappelle musicali che si costituirono sia nelle basiliche e cattedrali di molte città, ma anche<br />

nelle corti. Uno dei primi modelli fu la cappella di Avignone per i servizi musicali della Curia Papale, poi tale cappella<br />

si trasferì a Roma<br />

STILI E FORME<br />

Nascita del contrappunto imitato<br />

La tecnica contrappuntistica usata nel rinascimento (Palestrina), nel barocco (Bach) e nel nostro secolo (Schonberg) si<br />

definì nel XV sec. e si basa sull’imitazione che contraddistingue un tema (dux, comes, canone, fuga). Nei canoni<br />

enigmatici la risposta non è espressa dalla notazione, ma celata sotto un indovinello da risolvere. I canoni enigmatici<br />

sono una conseguenza di quella concezione intellettualistica che segnò il passaggio da Medioevo a Rinascimento, che<br />

portò in voga il gusto per gli artifici e i simboli.<br />

Messe, mottetti, chansons<br />

Lo sviluppo di cappelle musicali favorì la musica sacra, espressa quasi sempre in messe e mottetti. La chanson invece<br />

raccolse quasi tutti i generi profani.<br />

La messa si affermò come composizione polifonica grazie a Dufay. Per dare unità alle 5 parti dell’Ordinario, i<br />

compositori adottarono lo stesso cantus firmus per tutte le parti. Il cantus firmus fungeva da tenor e dava il titolo alla<br />

messa. Il mottetto era inizialmente una forma comune alla produzione sia sacra che profana. Presto scomparve<br />

l’isoritmia e al tenor furono affidate melodie prima d’origine gregoriana, poi di invenzione. Alla fine del XV sec. era<br />

diventata una forma esclusivamente sacra e cantata in latino. Dal punto di vista formale era organizzato come una<br />

successione di brani, ognuno dei quali sviluppava una singola frase del testo sacro.<br />

La chanson in lingua francese riuniva le composizioni profane. Era a 3 voci (cantus, contratenor, tenor), spesso<br />

accompagnate da strumenti.<br />

La scuola polifonica inglese<br />

Sin dal XII sec. operava in Inghilterra una scuola contrappuntistica indipendente da quella continentale, caratterizzata<br />

per l’impiego di procedimenti paralleli dei terze e seste. All’inizio del XIV sec. teorici inglesi riconobbero come<br />

consonanti gli intervalli di terza e sesta, così la maggior parte dei conductus e mottetti inglesi erano a 3 parti distanziate<br />

da questi intervalli, intercalati da ottave in occasione delle cadenze. Le vicende militari portarono nel continente alcuni<br />

musicisti inglesi, che diffusero la polifonia inglese e dando origine al faux bourdon (falso bordone), il discanto inglese,<br />

ma con il cantus firmus alla voce superiore.<br />

Il compositore più noto fu John Dunstable (1380-1453)), di cui ci rimangono circa 60 composizioni a 3,4 voci,<br />

prevalentemente sacre. Alcuni lo considerano il primo musicista del Rinascimento.<br />

La scuola borgognona<br />

Feudatario del re di Francia, dopo la metà del XIV sec, il duca di Borgogna Filippo l’Ardito sottomise gran parte della<br />

Francia nord-occidentale e dell’attuale Belgio. Il successore Filippo il Buono era un mecenate e fece della cappella<br />

Borgognona la più ammirata d’Europa dal 1420 al 1467, i cui principali esponenti furono:<br />

- Guillaume Dufay (1400 ca.-1474), richiestissimo compositore dalla vita movimentata (Malatesta di Rimini,<br />

cappella Papale, corte dei Savoia, corte di Borgogna), assimilò le esperienze polifoniche francesi, italiane e inglesi<br />

ponendo le basi per lo stile che poi sarebbe stato sviluppato dai musicisti fiamminghi e superò le asprezze “gotiche”<br />

tipiche di musicisti medioevali. Di lui ci restano 9 messe (tra cui L’homme armè e Ave Regina Coelorum), 19<br />

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