Ha chiesto di parlare... ne ha facoltà - Tommaso Foti

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Capitolo 2
un'intervista del presidente del Consiglio a Repubblica, dal titolo: «Le mie
proposte per una grande sinistra». Un documento tutto politico e chiaramente
di parte che ha poco o nulla a che fare con il ruolo istituzionale del
dottor Sottile.
«Il sito è del governo, non dell'Ulivo!», protesta subito il deputato di An
Tommaso Foti che si rivolge con un'interrogazione parlamentare a
Giuliano Amato chiedendogli di impedire che lo spazio telematico si trasformi
in «motore di propaganda politica». La prima pagina del sito dedicata
al piano del presidente del Consiglio per rilanciare il partito della
sinistra, fa infuriare il parlamentare di destra che già in passato ha rivelato
il suo hobby dì controllore dei messaggi Internet. «Che cosa c'entra
questo - sbotta - con l'attività istituzionale del governo? Amato si comporta
come un capo fazione, non come un presidente del Consiglio dei ministri
Questa è un'intervista contro il Polo e inserirla nel sito di Palazzo
Chigi vuol dire che ormai il governo l'ha occupato per fini politici».
Basta digitare www.govemo.it per controllare. E accanto alla corposa
intervista di Amato c'è il titolo della documentazione sull'ultima legge di
bilancio: “2001. La finanziaria dell'Italia che cresce. Meno tasse, più lavoro”.
Aria di propaganda? L'onorevole Foti ne distingue l'odore, in questa
campagna elettorale del 2000 che si gioca molto sulle strade della telematica.
Non ha detto pochi giorni fa il candidato-premier del centrosinistra,
Francesco Rutelli, che la sua campagna elettorale comincerà da Internet e
dalla «rete»?
«Coloro che nell'Ulivo - sottolinea Foti - urlano del presunto conflitto d'interessi
di Berlusconi, alla prova dei fatti si dimostrano incapaci di distinguere
tra l'attività politica e l'attività istituzionale, dando vita a interessate
e vergognose commistioni buone solo per trarre in inganno i cittadini».
Insomma, il deputato di An non ha dubbi: questa intervista «impropria»
deve essere subito eliminata dal sito.
Non è la prima volta che Foti scopre qualche magagna ulivesca, viaggiando
su Internet. Nel febbraio '98, con Romano Prodi a Palazzo Chigi, fece
un putiferio per una vignetta di Vauro che inaugurava il nuovo sito del
Ministero del Lavoro. L 'homepage era ancora in allestimento, ma già vi
spiccava la «squallida» rappresentazione di un povero, adeguatamente
sporco e sdrucito, seduto su un vecchio terminale («che evidenzia l'inutilità
della tecnologia», notava Foti) per scaldare sconsolatamente sul fuoco
una scatola di fagioli o simili dentro una lattina aperta.. Partì subito l'interrogazione
al ministro Tiziano Treu, con la denuncia di un «biglietto da
visita» del ministero che diffondeva «un'immagine penosa della nazione».
Il titolare del Lavoro fece subito cancellare l'icona incriminata dal sito
e precisò nella sua risposta che comunque il messaggio in questione «non
intendeva promuovere una «cattiva immagine» per l'amministrazione del
Lavoro. Una retromarcia: imbarazzata ma condita di savoir faire.
Con lo strumento Internet, sistemato ai primi posti del suo programma,
Francesco Rutelli ha invece avuto, un mesetto fa, un increscioso incidente;
il sindaco di Roma non si era accorto che nello spazio, messo a disposizione
dal Comune per le associazioni della Capitale, c'era stata un'incursione
di pedofili che raccontavano le loro esperienze con bambini. Anche allora,
alla denuncia seguì l'oscuramento.