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"crisi della ragione": il secondo dopoguerra di Vitaliano Brancati

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trasposizione scritta <strong>di</strong> un testo come « fatto spirituale » è un topos –<br />

connesso a quello del « libro del mondo » – che viene fissato nel<br />

Rinascimento, quando si definisce <strong>il</strong> principio per <strong>il</strong> quale la scrittura<br />

renderebbe imperituro <strong>il</strong> messaggio da lei veicolato, laddove invece pittura,<br />

scultura e architettura sarebbero vittime degli insulti del tempo come <strong>il</strong><br />

corpo umano. Nel testo si realizzerebbe invece <strong>il</strong> miracolo <strong>della</strong><br />

sopravvivenza dello spirito umano, immateriale esattamente come la<br />

scrittura. La lotta contro l’oblio, ingaggiata coi mezzi <strong>della</strong> scrittura, è<br />

contemporaneamente una lotta per la verità (« <strong>il</strong> pensiero fuori <strong>della</strong><br />

verità »), specie se per a-letheia si intende, con Heidegger, ciò che non è<br />

nascosto, che non è segreto. Harald Weinrich ha spiegato, nel suo<br />

importante stu<strong>di</strong>o sull’arte dell’oblio, come – a partire da a-letheia – <strong>il</strong><br />

termine verità possa in<strong>di</strong>care <strong>il</strong> « non <strong>di</strong>menticato » o « da non<br />

<strong>di</strong>menticare 20 ». La lotta contro l’oblio e per la verità si configura inoltre<br />

come uno sforzo <strong>di</strong> resistenza in <strong>di</strong>fesa <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione culturale europea.<br />

Adottando un’immagine classica <strong>della</strong> metaforica dell’oblio, <strong>Brancati</strong> invita<br />

i suoi colleghi a « non voltare pagina , a non cancellare ciò che è stato, a<br />

farsi interpreti <strong>di</strong> un ethos <strong>della</strong> memoria.<br />

<strong>Brancati</strong> è perfettamente consapevole del fatto che ad essere in<br />

gioco, in quello scorcio <strong>di</strong> Novecento, è la stessa civ<strong>il</strong>tà europea e<br />

occidentale, esposta ai <strong>di</strong>sastri e alle barbarie appena trascorsi, che ad essere<br />

minacciato è « <strong>il</strong> destino <strong>della</strong> poesia davanti alla morte e alla Storia,<br />

l’ambizione e la debolezza <strong>della</strong> letteratura <strong>di</strong> fronte alle terrib<strong>il</strong>i sfide del<br />

secolo 21 ». Il termine spirito assume all’interno <strong>di</strong> questa riflessione un ruolo<br />

centrale. « La lotta contro l’intelligenza, iniziata dai romantici, volge ormai<br />

alla catastrofe », scrive <strong>Brancati</strong> ne I piaceri <strong>della</strong> musica, declinando un<br />

pensiero <strong>di</strong> cui l’intera raccolta de I piaceri è espressione. Leonardo<br />

Sciascia, che amava <strong>Brancati</strong> e che meglio <strong>di</strong> altri poteva decifrarne<br />

Methode : Grundzuge einer ph<strong>il</strong>osophischen Hermeneutik , Tubingen, J.C.B. Mohr (Paul<br />

Siebeck), 1960], p. 351 ; Massimo Sch<strong>il</strong>irò, Tempo del privato e tempo <strong>della</strong> storia. Il XII<br />

capitolo del Bell’Antonio, cit.<br />

20 « Il pensiero f<strong>il</strong>osofico europeo, seguendo i greci, ha cercato per molti secoli la verità da<br />

parte del non-oblio, cioè <strong>della</strong> memoria e del ricordo, e solo nell’età moderna ha fatto <strong>il</strong><br />

tentativo, in modo più o meno timido, <strong>di</strong> attribuire una certa verità anche all’oblio. »,<br />

Harald Weinrich, Lete. Arte e critica dell’oblio, Bologna, Il Mulino, 1999, p. 12 [Lethe.<br />

Kunst und Kritik des Vergessens, München, C.H. Beck, 1997].<br />

21 Giulio Ferroni, Dopo la fine. Sulla con<strong>di</strong>zione postuma <strong>della</strong> letteratura, Torino, Einau<strong>di</strong>,<br />

1996, p. 97.

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