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"crisi della ragione": il secondo dopoguerra di Vitaliano Brancati

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Una <strong>di</strong>chiarazione che scaturisce da una profonda assunzione <strong>di</strong><br />

responsab<strong>il</strong>ità, l’ennesima nella biografia intellettuale <strong>di</strong> <strong>Vitaliano</strong> <strong>Brancati</strong>.<br />

Di fronte alla immane catastrofe rappresentata dal fascismo e dalla guerra,<br />

dopo aver verificato la presenza <strong>della</strong> morte e <strong>della</strong> <strong>di</strong>struzione nella Storia,<br />

dopo avere assistito impotenti (quando non anche complici) al modo in cui<br />

l’Europa aveva tentato <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere se stessa, era più che mai necessario<br />

« giu<strong>di</strong>carsi severamente, rimordersi, aizzarsi, svegliarsi, mo<strong>di</strong>ficarsi 9 ».<br />

Questa la proposta, già avvertita dallo stesso autore come in<br />

controtendenza : dare inizio ad un recupero <strong>della</strong> memoria come atto <strong>di</strong><br />

pietas, cioè come vero e proprio atto <strong>di</strong> sepoltura del passato – per come la<br />

ha intesa Ricœur – che lo sollevi dall’abisso dell’oblio affinché viva e sia<br />

tramandato 10 .<br />

Ci vuole proprio un coraggio da imbec<strong>il</strong>li – tuona <strong>Brancati</strong> – ad agire<br />

senza testimoni, a sostenere che « i morti non esistono », a ri<strong>di</strong>colizzare <strong>il</strong><br />

pensiero dei posteri. Chi parla è un uomo ancora carico <strong>di</strong> determinazione<br />

autocritica e <strong>di</strong> conseguente desiderio <strong>di</strong> redenzione, riscatto e<br />

rinnovamento. Per lo scrittore <strong>il</strong> rinnovamento non passa attraverso un<br />

processo <strong>di</strong> archiviazione del passato ma, piuttosto, attraverso un’opera <strong>di</strong><br />

ricostruzione <strong>di</strong> quel passato. Si potrebbe anzi <strong>di</strong>re che per <strong>Brancati</strong> i<br />

vent’anni perduti appena trascorsi, dei quali lui stesso era stato un attento<br />

testimone, non siano da considerarsi come passato puro ma come presente<br />

storico, come una storia ancora scottante <strong>della</strong> quale non bisogna<br />

assolutamente <strong>di</strong>menticarsi 11 . Ma l’operazione che si propone <strong>di</strong> portare a<br />

1944-1946 sono complessivamente i più numerosi. Su do<strong>di</strong>ci contenuti nella nuova raccolta<br />

integrata <strong>di</strong> due nuovi racconti uscita nel 1947 presso Bompiani, nove risalgono a questo<br />

biennio. Al 1946 risalgono anche l’abbozzo <strong>di</strong> romanzo Quattro avventure <strong>di</strong> Tobaico e <strong>il</strong><br />

volumetto I fascisti invecchiano (interventi composti tra <strong>il</strong> 1945 e <strong>il</strong> 1946), oltre che <strong>di</strong>versi<br />

pezzi giornalistici sparsi.<br />

9 <strong>Vitaliano</strong> <strong>Brancati</strong>, Riperderemo <strong>il</strong> tempo perduto ? In Opere II, cit. p. 1702.<br />

10 Cfr. Paul Ricœur, La memoria, la storia, l’oblio, M<strong>il</strong>ano, Raffaelo Cortina e<strong>di</strong>tore, 2003<br />

[La mémoire, l'histoire, l'oubli, Paris, É<strong>di</strong>tions du Seu<strong>il</strong>, 2000].<br />

11 Sui rapporti tra storia e memoria cfr. Aleida Assmann, Ricordare. Forme e mutamenti<br />

<strong>della</strong> memoria culturale, Bologna, Il Mulino, 2002. Si vedano anche Frances Amelia Yates,<br />

L’arte <strong>della</strong> memoria, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1998 [1966 ; The art of memory, London,<br />

Routledge & K. Paul, 1966] ; Pierre Nora, Entre mémoire et histoire. La problématique des<br />

lieux, in Idem (sous la <strong>di</strong>rection de), Les lieux de mémoire, Paris, Gallimard, 1984 ;<br />

Guglielmo Bellelli, David Backhurst, Alberto Rosa (a cura <strong>di</strong>), Tracce : stu<strong>di</strong> sulla

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