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Conoscere Liszt - Sant'Egidio in Fontanella

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<strong>Liszt</strong> direttore d’orchestra<br />

Come direttore d’orchestra, nel periodo di Weimar, <strong>Liszt</strong> riuscì a <strong>in</strong>fondere <strong>in</strong><br />

un complesso assai modesto di cantanti e strumentisti una fiamma nuova,<br />

che gli consentì di dirigere 25 opere contemporanee, tra cui alcune “prime”.<br />

Con generosità sconf<strong>in</strong>ata, appoggiò <strong>in</strong> modo particolare Wagner, conosciuto<br />

a Parigi nel 1841 e che nel 1848 gli rese visita a Weimar. Replicò il Tannhäuser<br />

(1849), promosse la “prima” del Lohengr<strong>in</strong> (1850) e riprese L’olandese volante<br />

(1853). Oltre al repertorio corrente (Donizetti, Bell<strong>in</strong>i, Ross<strong>in</strong>i, Verdi), fece<br />

rappresentare il Faust di Spohr (1852), il Benvenuto Cell<strong>in</strong>i di Berlioz (1852),<br />

Manfred e Genoveva di Schumann (1852), Alfonso e Estrella di Schubert (1854).<br />

Riprese opere di Mozart (Don Giovanni e Flauto Magico), di Gluck e di Weber.<br />

Per capire lo spirito con cui <strong>Liszt</strong> <strong>in</strong>terpretava il ruolo di direttore d’orchestra,<br />

vale la pena riportare alcuni passi di una sua lettera scritta proprio nel periodo<br />

weimariano.<br />

“In diverse critiche che sono venute a mia conoscenza, trovo un punto sul quale pare<br />

che gli scrittori siano abbastanza d’accordo: cioè, sulla <strong>in</strong>sufficienza delle mie facoltà<br />

di direttore d’orchestra…<br />

Non starebbe a me controbattere le op<strong>in</strong>ioni che tanto zelantemente si tenta di<br />

affermare, se queste fossero fondate su qualche elemento concreto o legittimo. Ma<br />

appunto queste affermazioni io debbo resp<strong>in</strong>gere decisamente…<br />

Per attenerci ai fatti, sembra che nessuno possa negare che l’<strong>in</strong>tero programma si<br />

giovò di un’ottima esecuzione e che sia la fusione che l’effetto prodotti dall’orchestra<br />

possano essere def<strong>in</strong>iti non soltanto soddisfacenti, ma addirittura eccellenti…<br />

Le opere per le quali io confesso pubblicamente la mia ammirazione<br />

e predilezione, appartengono <strong>in</strong> massima parte a quelle che i più o meno famosi, e<br />

specialmente i sedicenti «virtuosi» direttori d’orchestra trovano punto o poco degne<br />

della loro personale simpatia, sì che un’esecuzione di tali musiche, curata dai sullodati,<br />

appartiene al mondo delle rarità….<br />

Tali opere, secondo me, esigono da parte dell’orchestra un progresso al quale<br />

solo adesso <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciamo ad avviarci, ma che è ancora ben lontano dall’essere<br />

raggiunto completamente <strong>in</strong> tutti i suoi sviluppi. Un progresso nell’accento,<br />

nel ritmo, nella cura del fraseggio e dei dettagli di alcuni passi determ<strong>in</strong>ati; nel<br />

declamato e nella dosatura, nell’<strong>in</strong>sieme, delle ombre e delle luci; <strong>in</strong> poche parole,<br />

un progresso nello stile della esecuzione stessa. Questo modo di fare stabilisce<br />

e str<strong>in</strong>ge fra la massa orchestrale e colui che la dirige rapporti ben diversi di quelli<br />

che di solito corrono con un imperturbabile battitore di tempo… specialmente<br />

là, dove si tratta di <strong>in</strong>tendere, di sentire, di penetrare spiritualmente, di un<br />

<strong>in</strong>fiammarsi di cuori nel comune godimento del bello, del grandioso, del vero nell’arte<br />

e nella poesia…<br />

Con buona pace dei miei gentili critici… cont<strong>in</strong>uerò a seguire le mie profonde<br />

conv<strong>in</strong>zioni; che non mi permetteranno mai di abbassarmi al livello di un<br />

battitore di tempo; ad una parte, cioè, che ventic<strong>in</strong>que anni di esperienza,<br />

lo studio assiduo, e il mio s<strong>in</strong>cero entusiasmo per l’arte, non sono mai riusciti a rendere<br />

di mio gusto…Credo di aver già detto altre volte che, secondo la mia op<strong>in</strong>ione, il vero<br />

compito del direttore d’orchestra consiste nel rendersi apparentemente superfluo - e di<br />

rendere la sua funzione il meno appariscente possibile. “Wir s<strong>in</strong>d Steuermänner und<br />

ke<strong>in</strong>e Ruderknechte (Noi siamo timonieri e non dei rematori schiavi)”. Raccogliamo<br />

dunque il guanto di sfida che ci viene gettato da un branco di dormiglioni senza sale<br />

<strong>in</strong> zucca e senza <strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>i spirituali; e perseveriamo nella coscienza del nostro<br />

buon diritto e del nostro avvenire” (Weimar, 5 novembre 1853).<br />

Matteo Valerio, nato a Milano nel 1973, si è diplomato con la lode <strong>in</strong> pianoforte<br />

al Conservatorio “A. Boito” di Parma sotto la guida di Isabella Lo Porto. Successivamente si è<br />

diplomato con il massimo dei voti ai corsi triennali dell’Accademia Musicale Pescarese con<br />

Bruno Mezzena e si è perfezionato con Riccardo Risaliti di cui ha frequentato anche i corsi<br />

estivi al Mozarteum di Salisburgo. Ha <strong>in</strong>oltre partecipato a masterclass con Lev Vlasenko,<br />

Lev Naumov e Lazar Berman. Si è esibito come solista e con orchestra <strong>in</strong> importanti stagioni<br />

concertistiche <strong>in</strong> Italia e all’estero. Nel 2003-2004 ha registrato per la “Phoenix Classics” -<br />

etichetta che annovera dischi di Lazar Berman e Aldo Ciccol<strong>in</strong>i - tutte le Sonate per pianoforte<br />

di Prokofiev, con la Qu<strong>in</strong>ta nelle due versioni e il frammento della Decima. Valerio è il primo<br />

pianista italiano ad avere registrato l’<strong>in</strong>tegrale delle Sonate di Prokofiev. Nel settembre 2010<br />

ha <strong>in</strong>augurato al Teatro Filarmonico di Verona “Il Settembre dell’Accademia” eseguendo il<br />

Concerto n.1 di Brahms con l’Orchestra Filarmonica di Sofia.<br />

Ermanno Passoni, ha maturato una lunga esperienza nella comunicazione ed è partner del<br />

gruppo multimediale COMMEDIA.<br />

Commedia è una rete di imprese complementari e s<strong>in</strong>ergiche tra loro, presenti sul mercato<br />

con servizi <strong>in</strong>tegrati ed <strong>in</strong>novativi nelle aree della Comunicazione, Market<strong>in</strong>g, Media e Design.<br />

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