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Conoscere Liszt - Sant'Egidio in Fontanella

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Italia<br />

(1835-1839)<br />

La relazione con la contessa d’Agoult, che abbandona il marito e rimane <strong>in</strong>c<strong>in</strong>ta<br />

di <strong>Liszt</strong>, suscita scandalo e costr<strong>in</strong>ge la coppia ad allontanarsi da Parigi. Inizia<br />

un “pellegr<strong>in</strong>aggio” che durerà f<strong>in</strong>o a tutto il 1839. Partono per la Svizzera, e a<br />

G<strong>in</strong>evra nasce la loro prima figlia Bland<strong>in</strong>e (18.12.1835), che gli ispira la prima<br />

raccolta di Années de pelèr<strong>in</strong>age. Fra l’aprile del 1836 e l’aprile del 1837 rientra<br />

tre volte a Parigi per alcuni concerti. Dell’ultima tournée parig<strong>in</strong>a, rimane<br />

famoso l’aneddoto <strong>in</strong> cui la contessa Crist<strong>in</strong>a di Belgioioso organizzò nel suo<br />

palazzo, a scopo benefico, una competizione pianistica fra <strong>Liszt</strong> e Thalberg.<br />

Segue un periodo ospite di George Sand nel castello di Nohant poi, con la<br />

d’Agoult, si trasferisce <strong>in</strong> Italia. Qui la coppia vive per due anni; a Como nasce<br />

la secondogenita Cosima (25.12.1837) e a Roma il terzo figlio Daniel (9.05.1839).<br />

La conoscenza del paesaggio e dell’arte italiana sono certamente importanti<br />

per la maturazione dell’estetica lisztiana, <strong>in</strong> particolare per la conv<strong>in</strong>zione che<br />

la musica è parte <strong>in</strong>sc<strong>in</strong>dibile della cultura artistica. Ne abbiamo testimonianza<br />

diretta dalla corrispondenza di <strong>Liszt</strong> pubblicata su “Revue et Gazette Musicale” di<br />

Parigi. Tiene concerti a Milano, Genova, Firenze, Bologna, Pisa e Roma. L’evento è<br />

particolare perché è la prima volta che <strong>in</strong> Italia si tiene un concerto sostenuto da<br />

un solo esecutore.<br />

Nel corso di questo biennio, <strong>in</strong> due sole particolari occasioni <strong>Liszt</strong> esegue<br />

concerti fuori Italia, entrambi a Vienna. Nella prima occasione (aprile-maggio<br />

1838), <strong>Liszt</strong> tiene otto concerti da cui raccoglie una grossa somma che consegna<br />

al governo d’Ungheria, colpita da gravi <strong>in</strong>ondazioni.<br />

La seconda volta avviene nel novembre 1839, a sostegno dell’<strong>in</strong>iziativa di erigere<br />

un monumento a Beethoven. Poiché la sottoscrizione pubblica per questa<br />

<strong>in</strong>iziativa frutta solo 424 franchi, contro un preventivo di costo fra i c<strong>in</strong>quanta e<br />

sessantamila franchi, <strong>Liszt</strong> si fa carico di tutti i costi, compresa l’organizzazione<br />

dell’<strong>in</strong>augurazione (12 Agosto 1845).<br />

Alla f<strong>in</strong>e <strong>Liszt</strong> si trova il conto <strong>in</strong> banca <strong>in</strong> rosso. E ventic<strong>in</strong>que anni dopo, alla<br />

celebrazione del centenario di Beethoven, <strong>Liszt</strong> non viene nemmeno <strong>in</strong>vitato!<br />

Alla f<strong>in</strong>e del 1839 lascia l’Italia, <strong>in</strong>iziando una rivoluzionaria avventura musicale<br />

che sarebbe durata circa otto anni. Le composizioni di questo periodo sono<br />

caratterizzate prevalentemente da trascrizioni e parafrasi. Ne riportiamo una<br />

s<strong>in</strong>tesi: Rem<strong>in</strong>iscences de “Lucia de Lammermoor” e de “Purita<strong>in</strong>s”, Fantaisie de<br />

“La Sonnambula”, Ouverture del Gugliemo Tell, Etudes d’exécution transcendante<br />

d’après Pagan<strong>in</strong>i, Grand galop chromatique, i dodici Lieder da Schubert, Adelaïde<br />

da Beethoven.<br />

Le composizioni orig<strong>in</strong>ali più <strong>in</strong>teressanti, sono quelle dell’Album d’un voyageur<br />

che comprendono: le Impressions et poesies, sette composizioni orig<strong>in</strong>ali, le Fleurs<br />

mélodiques des Alpes, nove trascrizioni di canti popolari e le Paraphrases, tre<br />

elaborazioni di bravura di musiche popolareggianti.<br />

I motivi ispiratori di <strong>Liszt</strong> sono quelli di far diventare la musica “non più una<br />

semplice comb<strong>in</strong>azione di suoni, ma un l<strong>in</strong>guaggio poetico, più adatto forse della<br />

stessa poesia a esprimere tutto ciò che ci spalanca orizzonti <strong>in</strong>consueti… tutto<br />

ciò che si agita nelle profondità <strong>in</strong>accessibili dei desideri imperituri, dei presentimenti,<br />

dell’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito”.<br />

Dirà <strong>in</strong> proposito Schumann: “Le sue composizioni…sono pezzi di pittura sonora.<br />

Echi, suoni di campanacci, giovani che cantano Jodel, prati color verde dorato,<br />

campane di chiesette, corni alp<strong>in</strong>i alla sera.. Le composizioni di questo genere<br />

bisogna sentirle: sono cose che le mani hanno strappato allo strumento, e solo le<br />

mani sullo strumento possono renderci le immag<strong>in</strong>i di esse”.<br />

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