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Conoscere Liszt - Sant'Egidio in Fontanella

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La Rettoria dell’Abbazia di Sant’Egidio<br />

<strong>in</strong> <strong>Fontanella</strong> di Sotto il Monte<br />

<strong>in</strong> collaborazione con<br />

presenta<br />

<strong>Conoscere</strong> <strong>Liszt</strong><br />

mostra e concerto a cura di<br />

Ermanno Passoni e Matteo Valerio<br />

dal 2 al 15 Settembre 2012


L’orig<strong>in</strong>alità di <strong>Liszt</strong><br />

Franz <strong>Liszt</strong> può di diritto essere iscritto fra i grandi musicisti della storia.<br />

Se per molti egli è stato il più grande <strong>in</strong>terprete pianistico di tutti i tempi, le sue<br />

<strong>in</strong>novazioni nella composizione, per alcuni aspetti di “rottura” con il passato,<br />

hanno profondamente segnato non solo l’epoca del romanticismo, ma sono state<br />

anche le basi per l’ulteriore evoluzione che nel 20° secolo si identificheranno con<br />

le scuole del periodo tardo romantico, impressionista e atonale.<br />

Ecco <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi una panoramica delle pr<strong>in</strong>cipali <strong>in</strong>novazioni lisztiane.<br />

Ha <strong>in</strong>ventato il poema s<strong>in</strong>fonico. È una composizione per orchestra,<br />

solitamente <strong>in</strong> un solo movimento, che sviluppa musicalmente un’idea<br />

poetica, ispirata alle più svariate situazioni extra-musicali: un’opera letteraria,<br />

figurativa, filosofica, o più semplicemente situazioni ambientali. Sono<br />

evidenti le immag<strong>in</strong>i che il compositore vuole suggerire, attraverso il cambio<br />

di registro, di timbro e di <strong>in</strong>tensità sonora. In precedenza, quasi tutte le forme<br />

musicali erano organizzate e strutturate <strong>in</strong> diversi movimenti, solitamente<br />

quattro nella forma classica, ognuno con tematiche dist<strong>in</strong>te che, pur<br />

complementandosi a vicenda, erano tuttavia separati e <strong>in</strong>dipendenti tra loro.<br />

L’<strong>in</strong>novazione di <strong>Liszt</strong> è stata quella di partire da un nucleo o frase musicale,<br />

viaggiare “senza pause” <strong>in</strong> varie trasformazioni <strong>in</strong>torno a questo nucleo di<br />

partenza, per culm<strong>in</strong>are <strong>in</strong> un f<strong>in</strong>ale appropriato al tema trattato.<br />

La sua musica tende ad evocare profondi impatti emotivi e psicologici.<br />

Egli rappresenta il cuore, l’anima e i dispiaceri del genere umano. Le sue<br />

composizioni si riconoscono <strong>in</strong> un fluido ritmo passionale, legato più al<br />

battito cardiaco che al ritmo cadenzato di un metronomo. <strong>Liszt</strong> è stato il primo<br />

a cercare di utilizzare la musica come terapia per malati di depressione.<br />

[2] [3]<br />

Con le sue trascrizioni, <strong>Liszt</strong> acquisisce una meritoria opera di diffusione<br />

culturale di composizioni che per la loro struttura difficilmente<br />

sarebbero potute arrivare ad un vasto pubblico.<br />

A Weimar <strong>in</strong>ventò il master class, un corso di perfezionamento che, dal 1869,<br />

vide la presenza di oltre 400 studenti che poterono seguire le lezioni di <strong>Liszt</strong>.<br />

Pur non essendo una scuola selettiva, da Weimar uscirono quasi tutti i grandi<br />

<strong>in</strong>terpreti dell’epoca: von Bülow, Rosenthal, Siloti, Friedheim e altri.<br />

Il l<strong>in</strong>guaggio. Per la sua natura faustiana, sempre alla ricerca della novità,<br />

e per le sue vaste conoscenze dovute al contatto con vari ambienti culturali,<br />

<strong>Liszt</strong> ha arricchito considerevolmente il l<strong>in</strong>guaggio musicale del suo tempo.<br />

Per l’orig<strong>in</strong>alità dei suoi audaci procedimenti è stato il massimo <strong>in</strong>novatore<br />

del 19° secolo <strong>in</strong> campo melodico e armonico:<br />

• dal punto di vista melodico, impiegando melodie gregoriane che hanno la<br />

particolarità di essere armonizzate con le note del modo adottato<br />

e lunghi canti a una sola voce privi di accompagnamento;<br />

• per quanto riguarda l’armonia, con la re<strong>in</strong>troduzione delle qu<strong>in</strong>te<br />

parallele, con modulazioni ardite e impreviste, accordi a base di quarte e di<br />

qu<strong>in</strong>te sovrapposte, dissonanze alla f<strong>in</strong>e del pezzo, tentativi politonali e<br />

atonali.<br />

Nella scrittura s<strong>in</strong>fonica fu il primo a utilizzare <strong>in</strong> orchestra il triangolo, l’arpa e la<br />

grancassa.<br />

Fu il primo a realizzare trascrizioni da opere per orchestra <strong>in</strong> composizioni<br />

per solo pianoforte. Il sontuoso risultato di suoni che <strong>Liszt</strong> realizzò furono<br />

sorprendentemente orig<strong>in</strong>ali. Resta senza rivali la sua vasta gamma di<br />

<strong>in</strong>novazioni nella tecnica della tastiera e nello sviluppo globale. Frammento da: “Grande Fantaisie de bravoure sur La Clochette”


La personalità<br />

<strong>Liszt</strong> aveva certamente una personalità complessa. La sua fu una vita<br />

contrassegnata, a fasi alterne, da sfrenata ambizione e umiltà s<strong>in</strong>cera, piena<br />

coscienza del proprio valore e momenti di dubbio e sconforto, ma soprattutto da<br />

un dualismo spirituale, con forti connotati religiosi e contemporaneamente una<br />

discussa vita profana. Franz <strong>Liszt</strong> fu cattolico praticante e devoto di S. Francesco,<br />

prese gli ord<strong>in</strong>i m<strong>in</strong>ori (1865), divenne canonico di Albano e frequentò Papa Pio IX<br />

e alti prelati di mezza Europa.<br />

Appartenne però anche a logge massoniche, visse more uxorio con due donne<br />

maritate, da una delle quali ebbe tre figli, e collezionò una ricchissima serie di<br />

avventure galanti.<br />

Da questi fatti ci è dato capire perché, malgrado la sua <strong>in</strong>discutibile genialità<br />

artistica e i successi ottenuti, abbia raccolto anche molte critiche, compreso<br />

da persone già affettivamente molto vic<strong>in</strong>e a lui come la d’Agoult, sua prima<br />

compagna nonché madre dei suoi tre figli, e dalla figlia Cosima.<br />

Delle critiche sul piano personale abbiamo una testimonianza diretta di un<br />

<strong>Liszt</strong> ancora giovane (aveva 27 anni), <strong>in</strong> una lettera da lui scritta a un amico poeta<br />

(He<strong>in</strong>e): “Voi mi accusate di avere un carattere <strong>in</strong>stabile e come prova enumerate le<br />

numerose cause che, secondo voi, ho abbracciato con ardore, le “scuderie<br />

filosofiche” dove di volta <strong>in</strong> volta ho scelto il mio dada. Ma ditemi…sono dunque<br />

io soltanto ad essere “seduto male” nel tempo <strong>in</strong> cui viviamo?... Amico mio,<br />

credetemi, bando alle accuse di versatilità, bando alle recrim<strong>in</strong>azioni: il secolo<br />

è malato e siamo tutti ammalati con lui… (io) non <strong>in</strong>vidio affatto quelli che<br />

si trovano ben comodi nel loro egoismo e che, chiudendo gli occhi del cuore e<br />

dell’<strong>in</strong>telligenza, sembra che non vivano altro che per la bocca e per lo stomaco”.<br />

Come artista, <strong>Liszt</strong> è stato soprattutto protagonista “di rottura” con il passato,<br />

<strong>in</strong>troducendo diverse <strong>in</strong>novazioni musicali che saranno poi riprese da altri<br />

musicisti del tardo ‘800 e <strong>in</strong>izi ‘900.<br />

Sulla sua genialità si sono espresse le più alte personalità nell’ambito musicale<br />

e non, contemporanee e successive di <strong>Liszt</strong>. Eclettico e <strong>in</strong>novatore rispetto agli<br />

schemi classici della musica, è stato personaggio amato e odiato dalla critica,<br />

Franz <strong>Liszt</strong>, Fotografia di Louis Held - Hofphotograph.<br />

un eroe romantico <strong>in</strong>compreso che, come dice un suo biografo (Haraszti) “subì i<br />

giudizi più contraddittori delle generazioni successive che stentarono a def<strong>in</strong>ire i valori<br />

assoluti della sua opera. Dest<strong>in</strong>o comune dei geni situati alla confluenza dei secoli,<br />

la cui opera è al tempo stesso risultato, s<strong>in</strong>tesi, esordio”.<br />

Vale qui la pena riportare una lettera scritta da <strong>Liszt</strong> ad un amico: “Tutto il mondo<br />

è contro di me. I cattolici perché trovano profana la mia musica di chiesa, i massoni<br />

perché considerano la mia musica clericale. Per i conservatori sono un rivoluzionario,<br />

per gli avveniristi un falso giacob<strong>in</strong>o...”<br />

Nonostante tutte le sfaccettature e le contraddizioni sopra descritte, ci sembra utile<br />

riportare quanto <strong>Liszt</strong> scrisse a suo figlio Daniel, quasi un testamento spirituale, da<br />

cui si ev<strong>in</strong>cono la considerazione dei valori morali e la s<strong>in</strong>cerità degli <strong>in</strong>tenti che<br />

animarono la sua attività r<strong>in</strong>novatrice e <strong>in</strong>novatrice.<br />

“Ricordati sempre che soltanto al prezzo di un lavoro costante e di sforzi cont<strong>in</strong>ui è<br />

concesso all’uomo di conquistare la sua libertà, la sua moralità, il suo valore e la sua<br />

grandezza….Anche il lato migliore dei successi ottenuti è quello di spronare <strong>in</strong> noi il<br />

bisogno di estendere i limiti del nostro sapere <strong>in</strong>tellettuale, di ampliare l’orizzonte<br />

della nostra anima….Lavorare su sé stessi e sugli altri, lavorare per appropriarsi<br />

delle conoscenze acquisite, accrescerle, farle fruttare, questo è il nostro dest<strong>in</strong>o su<br />

questa terra”.<br />

[4] [5]


Gli amori<br />

<strong>Liszt</strong> ebbe diversi rapporti sentimentali, non si sa quanto tali oppure<br />

semplicemente contrassegnati da affettuosa amicizia. Probabilmente più che<br />

scegliere, <strong>Liszt</strong> è stato, di volta <strong>in</strong> volta, scelto dalle donne. Una testimonianza <strong>in</strong><br />

tal senso ci arriva proprio da colei che gli è stata vic<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>o alla morte, Carolyne<br />

Sayn-Wittgenste<strong>in</strong>: “Sebbene la sua immag<strong>in</strong>azione sia molto <strong>in</strong>fiammabile dalla<br />

parte delle donne, perché suo padre gli ha detto sul suo letto di morte: “Guardati dalle<br />

donne, perché ti porteranno a perdizione”, lui non è una natura libert<strong>in</strong>a….Solo è<br />

debole; quando una donna vuole impadronirsi di lui, non sa resisterle”.<br />

Altri hanno ipotizzato che, se il padre cercò di educarlo a una profonda<br />

fede religiosa, l’attrattiva verso il gentil sesso gli derivasse dal nonno che<br />

visse 89 anni, si sposò tre volte ed ebbe 25 figli di cui 4 più giovani di Franz.<br />

Il primo amore Franz lo vive, diciassettenne, con una sua giovanissima<br />

allieva, Carol<strong>in</strong>e de Sa<strong>in</strong>t-Cricq; un amore tenero e commovente, <strong>in</strong>terrotto<br />

bruscamente dal padre di lei. La seconda relazione sentimentale, più prosaica,<br />

<strong>Liszt</strong> si dice l’abbia avuta con la<br />

contessa Adèle Laprunarède, sposata<br />

con il duca di Fleury, che tiene Franz<br />

“r<strong>in</strong>chiuso” nel castello di Marlioz<br />

per tutto l’<strong>in</strong>verno del 1831. Di<br />

certo, da questo <strong>in</strong>contro, <strong>Liszt</strong> esce<br />

con una visione assai diversa delle<br />

relazioni amorose. Sono diversi gli<br />

“accoppiamenti” che gli vengono<br />

attribuiti <strong>in</strong> questo periodo, da<br />

nobildonne a donn<strong>in</strong>e allegre, f<strong>in</strong>o<br />

all’<strong>in</strong>contro con il primo grande amore<br />

nel 1833 con Marie de Flavigny,<br />

sposata al conte d’Agoult, donna di<br />

grande dist<strong>in</strong>zione e cultura, dotata<br />

di una buona dose di narcisismo e di<br />

spirito possessivo.<br />

La loro relazione suscita enorme scandalo a Parigi e quando nel 1835 Marie<br />

rimane <strong>in</strong>c<strong>in</strong>ta, sono costretti a <strong>in</strong>traprendere un lungo viaggio-fuga. Vanno<br />

prima <strong>in</strong> Svizzera, dove a G<strong>in</strong>evra nasce la figlia Bland<strong>in</strong>e; successivamente si<br />

trasferiscono <strong>in</strong> Italia dove nascono altri due figli: Cosima (Como, dicembre 1837)<br />

e Daniel (Roma, maggio 1839).<br />

F<strong>in</strong>o al 1839 il loro rapporto risulta essere piuttosto solido, poi <strong>Liszt</strong><br />

passa da un flirt all’altro. Eppure dalla loro copiosa corrispondenza fra il 1840<br />

e il 1842 traspare un amore <strong>in</strong>tensissimo e radicato. La rottura avviene nei primi<br />

mesi del 1844 a seguito dell’<strong>in</strong>contro di <strong>Liszt</strong> con Lola Montez, avventuriera<br />

sfrontata e volgare, passata alla storia perché due anni più tardi avrebbe<br />

“catturato” il re Luigi I° di Baviera.<br />

Nel periodo 1844-1847 sono diverse le relazioni , vere o presunte, attribuite a<br />

<strong>Liszt</strong>: Carol<strong>in</strong>e de Sa<strong>in</strong>t-Cricq (il suo primo amore all’età di 16-17 anni), la contessa<br />

Valent<strong>in</strong>e de Cessiat (nipote di Lamart<strong>in</strong>e), Marie Duplessis (amante e ispiratrice di<br />

Alessandro Dumas figlio nel romanzo “La signora delle camelie”).<br />

Nel 1847, durante una tournée a Kiev, <strong>in</strong>contra Carolyne Iwanowska, moglie<br />

separata del pr<strong>in</strong>cipe russo Sayn-Wittgenste<strong>in</strong>. Donna colta, <strong>in</strong>telligente, non<br />

bella ma fasc<strong>in</strong>osa, dedita a letture religiose che contrastavano con la sua natura<br />

un po’ esaltata, diviene la sua seconda compagna di vita. Si dimostra abile ad<br />

organizzare la vita di <strong>Liszt</strong> quasi <strong>in</strong> ogni particolare, <strong>in</strong>dirizzandone tutto il suo<br />

tempo nella professione di direttore e, soprattutto, di compositore. La vita di <strong>Liszt</strong><br />

si caratterizza per un graduale allontanamento dalle mondanità, assumendo<br />

norme di vita <strong>in</strong> pieno contrasto con il burrascoso passato. Dopo il mancato<br />

matrimonio (1861), Carolyne diventa per <strong>Liszt</strong> essenzialmente una cara amica.<br />

Non mancano però “parentesi”, che portano <strong>Liszt</strong> prima verso una sua allieva,<br />

Agnes Street-Kl<strong>in</strong>dworth, giovane e bellissima vedova con due figli, poi con la<br />

mezzosoprano Emilie Genast, con la baronessa Olga Meyendorff, con Carol<strong>in</strong>a<br />

Ungher e con altre allieve che cercavano di ottenere particolari favori da <strong>Liszt</strong>.<br />

Una di queste, Olga Jan<strong>in</strong>a, si <strong>in</strong>namora follemente di lui e gli dà un durissimo filo<br />

da torcere, f<strong>in</strong>o a m<strong>in</strong>acciarlo con la pistola.<br />

[6] [7]


La religiosità<br />

Un aspetto di difficile analisi della complessa personalità di <strong>Liszt</strong> è certamente<br />

il suo rapporto con la religione, meglio dire con la modalità di manifestare la sua<br />

devozione religiosa. Qui riteniamo utile rilevare tre particolari momenti che ci<br />

sembra abbiano avuto una diretta <strong>in</strong>fluenza su queste manifestazioni.<br />

1° - L’educazione paterna<br />

L’<strong>in</strong>fluenza del padre sul giovane Franz fu profondissima, tanto nell’educazione<br />

e nello studio della musica quanto <strong>in</strong> quella più strettamente personale. Uomo<br />

di alto rigore morale, a diciotto anni era entrato come novizio nel convento<br />

francescano di Malacka vic<strong>in</strong>o a Bratislava. Era poi passato <strong>in</strong> un altro convento,<br />

ma a vent’anni se ne era andato, cont<strong>in</strong>uando però a farvi frequenti visite,<br />

anche con il figlio Franz.<br />

2° - La crisi adolescenziale<br />

Intorno ai qu<strong>in</strong>dici anni <strong>in</strong> <strong>Liszt</strong> si manifestano tendenze e crisi mistiche,<br />

testimoniate anche <strong>in</strong> un suo diario del periodo aprile-luglio 1827, un diario<br />

pieno di riflessioni e citazioni edificanti di diversi santi. Ad accentuare le crisi<br />

<strong>in</strong>tervengono due momenti particolarmente gravi: la morte del padre e un<br />

anno dopo la brusca e umiliante f<strong>in</strong>e del primo amore con un’allieva coetanea,<br />

Carol<strong>in</strong>e Sa<strong>in</strong>t-Cricq. <strong>Liszt</strong>, caduto <strong>in</strong> un terribile stato di prostrazione, manifesta<br />

il proposito di entrare <strong>in</strong> sem<strong>in</strong>ario. Dissuaso dalla madre, prende l’abitud<strong>in</strong>e<br />

di passare ore e ore <strong>in</strong> chiesa a chiedere perdono per i suoi peccati e, per il<br />

rimanente tempo, rimane r<strong>in</strong>chiuso <strong>in</strong> casa a divorare letture di Dante, V. Hugo,<br />

Chateaubriand, Rousseau.<br />

3° - L’unione con Carolyne Sayn-Wittgenste<strong>in</strong>.<br />

Della forte <strong>in</strong>fluenza di questa donna su <strong>Liszt</strong> abbiamo già detto. Cattolica<br />

“osservante” come <strong>Liszt</strong>, tenevano nella loro abitazione due <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiatoi fianco<br />

a fianco, e ogni giorno pregavano <strong>in</strong>sieme. Come conciliassero la loro devozione<br />

religiosa con la situazione di concub<strong>in</strong>aggio non ci è dato sapere. Sembra essere<br />

Carolyne, trasferitasi a Roma, a <strong>in</strong>trodurre <strong>Liszt</strong> <strong>in</strong> Vaticano. Di certo, da questo<br />

momento annotiamo un radicale cambiamento <strong>in</strong> <strong>Liszt</strong>, sul piano personale<br />

come su quello artistico. Dopo<br />

la delusione per il mancato<br />

matrimonio con Carolyne, e alla<br />

sua successiva r<strong>in</strong>uncia quando<br />

il matrimonio potrebbe essere<br />

celebrato, (Carolyne nel<br />

frattempo era rimasta vedova),<br />

<strong>Liszt</strong> ha un’altra profonda<br />

trasformazione. Da tempo il<br />

suo cuore pulsa per la musica<br />

religiosa. Vuole proporsi per<br />

una riforma della musica<br />

sacra. Lo stesso Papa Pio IX<br />

lo chiama “il mio Palestr<strong>in</strong>a”.<br />

Egli <strong>in</strong>oltre aspira a diventare<br />

Maestro della Cappella<br />

Sist<strong>in</strong>a, aspirazione purtroppo<br />

negata forse a causa proprio<br />

del suo burrascoso passato.<br />

Se già nell’ultimo periodo di<br />

Weimar <strong>Liszt</strong> aveva com<strong>in</strong>ciato<br />

a dedicarsi alla musica sacra,<br />

componendo alcuni Salmi ma<br />

soprattutto la Messa solenne per<br />

l’<strong>in</strong>augurazione della Basilica di Gran, è nel periodo di vita romana che compone i<br />

maggiori successi <strong>in</strong> questo campo.<br />

Ricordiamo <strong>in</strong> particolare:<br />

• Gli Oratori La leggenda di Santa Elisabetta e Christus<br />

• La Missa choralis<br />

• la Messa ungherese per l’<strong>in</strong>coronazione di Francesco Giuseppe<br />

• la Leggenda San Cristoforo<br />

• la Leggenda S. Francesco d’Assisi. La predica agli uccelli<br />

[8] [9]


L’<strong>in</strong>fanzia<br />

(1811-1823)<br />

Franz <strong>Liszt</strong> nasce a Raid<strong>in</strong>g (<strong>in</strong> ungherese Dobrjàn) nella notte fra il 21 e il 22<br />

ottobre del 1811. La madre Anna Lager era di orig<strong>in</strong>e austriaca. Il padre Adam,<br />

ungherese ma di orig<strong>in</strong>e tedesca, era amm<strong>in</strong>istratore dei pr<strong>in</strong>cipi Esterhàzy.<br />

Poiché Franz <strong>Liszt</strong> si sentì sempre profondamente ungherese, ma non imparò<br />

mai la l<strong>in</strong>gua, è importante conoscere alcuni elementi storico-geografici.<br />

Raid<strong>in</strong>g-Dobrjan, sito nella contea di Sopron, dal 1647 al 1920 era sotto<br />

l’amm<strong>in</strong>istrazione ungherese - ma l’Ungheria apparteneva ai dom<strong>in</strong>i dell’impero<br />

austriaco - e gli abitanti della contea erano prevalentemente di orig<strong>in</strong>e tedesca.<br />

Quando dopo la prima guerra mondiale l’impero austro-ungarico fu smembrato,<br />

la contea fu assegnata all’Austria <strong>in</strong> base al pr<strong>in</strong>cipio di nazionalità.<br />

F<strong>in</strong>o all’età di sei anni, il piccolo <strong>Liszt</strong> passò di malanno <strong>in</strong> malanno tanto che un<br />

giorno si temette per la sua vita. Soffriva così spesso di febbre e di convulsioni<br />

che si pensava fosse epilettico. È probabile che la causa dei suoi problemi<br />

fosse determ<strong>in</strong>ata da frequenti <strong>in</strong>fezioni acute. Colpisce un fatto documentato<br />

direttamente dal padre: il bamb<strong>in</strong>o, già gracile e cagionevole di salute, fu<br />

sottoposto a vacc<strong>in</strong>azione contro il vaiolo, pratica medica a quel tempo ancora<br />

rara. Leggiamo dal diario del padre: “Dopo la vacc<strong>in</strong>azione com<strong>in</strong>ciò un periodo<br />

di malattia durante il quale il bamb<strong>in</strong>o accusò alternativamente mali di nervi e<br />

febbri <strong>in</strong>termittenti che misero più volte <strong>in</strong> pericolo la sua vita. Una volta, a due o tre<br />

anni, credemmo che fosse morto e ord<strong>in</strong>ammo la bara. Questo stato allarmante si<br />

prolungò f<strong>in</strong>o a sei anni!”.<br />

Un’altra testimonianza ci perviene direttamente da <strong>Liszt</strong>, contenuta <strong>in</strong> una lettera<br />

scritta a George Sand: “In quel tempo ebbi una malattia durata due anni, <strong>in</strong> seguito<br />

alla quale il mio imperioso bisogno di fede e di dedizione, non trovando altra via<br />

d’uscita, fu preso dalle austere pratiche del cattolicesimo”.<br />

Il padre Adam, appassionato di musica e componente dell’orchestra locale <strong>in</strong><br />

qualità di violoncellista e a volte del coro come basso, è il primo che, accortosi<br />

della precoce disposizione di Franz per la musica, decide di impartire le prime<br />

lezioni di musica e di pianoforte.<br />

All’età di 8-9 anni, Franz tiene<br />

già dei concerti. In uno di questi<br />

è ascoltato da 6 nobili ungheresi<br />

i quali si impegnano a garantire<br />

alla famiglia <strong>Liszt</strong> una “pensione”<br />

di 600 fior<strong>in</strong>i all’anno per sei anni,<br />

consentendo loro di trasferirsi<br />

a Vienna per il proseguo degli<br />

studi del piccolo Franz <strong>Liszt</strong>.<br />

La sua educazione musicale<br />

viene affidata a Carl Czerny, già<br />

allievo di Beethoven, e questa<br />

scelta si rivela per tanti<br />

aspetti felice: giovane e poco<br />

costoso, <strong>in</strong> breve tempo Czerny<br />

si afferma fra i più grandi didatti<br />

di sempre (le sue composizioni<br />

sono tuttora oggetto di studio<br />

del pianoforte); <strong>in</strong>oltre, dopo<br />

12 lezioni, egli r<strong>in</strong>uncia al<br />

compenso pattuito con Adam<br />

<strong>Liszt</strong>, con grande sollievo per le limitate f<strong>in</strong>anze della famiglia. Durante gli studi<br />

con Czerny, <strong>Liszt</strong> è allievo anche, per la composizione, di Antonio Salieri (cui la<br />

leggenda attribuisce l’avvelenamento di Mozart), maestro di cappella della corte<br />

di Vienna.<br />

Fra il 1° dicembre 1822 e il 13 aprile del 1823 Franz tiene con grande successo<br />

alcuni concerti a Vienna. Forse ha modo anche di <strong>in</strong>contrare e conoscere<br />

Beethoven; di sicuro <strong>Liszt</strong> gli dedica molta attenzione, come <strong>in</strong>terprete e come<br />

trascrittore per solo piano di sue composizioni s<strong>in</strong>foniche.<br />

[10] [11]


Parigi<br />

(1823-1835)<br />

Dopo l’ultimo concerto di Vienna, il padre Adam decide di sfruttare<br />

economicamente l’eco dei successi: a maggio Franz tiene alcuni concerti a<br />

Budapest, e successivamente a Monaco, Stoccarda, Strasburgo, per approdare<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a dicembre a Parigi, con l’obiettivo di diventare allievo del Conservatorio,<br />

diretto <strong>in</strong> quel periodo da Cherub<strong>in</strong>i. L’iscrizione però, con dei pretesti poco<br />

chiari, gli è negata. Il padre allora sceglie Reicha e Paër perché <strong>in</strong>segn<strong>in</strong>o<br />

rispettivamente contrappunto e composizione a Franz. Nel frattempo, forte<br />

dei “patronage” raccolti a Vienna e dell’<strong>in</strong>teressamento degli Erard, grandi<br />

<strong>in</strong>novatori nella costruzione del pianoforte, vengono organizzati concerti a Parigi<br />

e <strong>in</strong> diverse città europee. A Londra suona per ben due volte alla presenza del re<br />

Giorgio IV. Nell’agosto del 1827, di ritorno dalla terza tournèe <strong>in</strong> Inghilterra, va<br />

per una vacanza a Boulogne. Qui il padre muore, probabilmente per un’<strong>in</strong>fezione<br />

tiroidea. Da quel momento, trascorrono tre anni <strong>in</strong> cui Franz, <strong>in</strong> preda a mal<strong>in</strong>conia<br />

e sconforto, trascura il pianoforte, non compone, divora libri di ogni genere,<br />

ed è preda di crisi di misticismo che lo portano a pensare di abbracciare<br />

il sacerdozio. Per vivere, impartisce lezioni di pianoforte.<br />

In una lettera a George Sand, è lui stesso che ci fornisce lo stato d’animo di quel<br />

periodo: “…Non trovando alcuna dimostrazione di simpatia.. non avendo ancora<br />

coscienza di me, della meta che dovevo prefiggermi e delle mie forze, mi lasciai<br />

sommergere da un amaro disgusto dell’arte che vedevo ridotta a un mestiere più<br />

o meno redditizio, a un divertimento dest<strong>in</strong>ato a compagnie allegre; avrei voluto<br />

essere qualsiasi cosa piuttosto che musicista al servizio di gran signori, protetto e<br />

pagato da loro alla stessa maniera di un giullare …”<br />

I moti rivoluzionari del luglio 1830 a Parigi sono la scossa per un pieno risveglio.<br />

Nel qu<strong>in</strong>quennio 1830-1835 <strong>Liszt</strong> legge avidamente di tutto (Omero, la Bibbia,<br />

Platone, Kant, Montaigne, Voltaire, Hugo), è particolarmente attratto dalle<br />

dottr<strong>in</strong>e sansimoniste, com<strong>in</strong>cia a <strong>in</strong>teressarsi del riscatto della musica religiosa,<br />

scopre la “musica a programma” grazie all’amicizia con Berlioz. Nel contempo,<br />

riprende “con furore” (l’espressione è dello stesso <strong>Liszt</strong>) lo studio del pianoforte,<br />

tiene per c<strong>in</strong>que anni, sempre a Parigi, diversi concerti eseguendo musiche<br />

orig<strong>in</strong>ali o trascrizioni per pianoforte di musiche orchestrali di Beethoven,<br />

Weber, Berlioz. Inf<strong>in</strong>e, conosce Mendelssohn, ma soprattutto Chop<strong>in</strong> (questi<br />

gli dedicherà gli Studi op. 10), che avrà una profonda <strong>in</strong>fluenza sull’arte e sui<br />

sentimenti di <strong>Liszt</strong> per il legame di amicizia che legherà i due artisti. Si apre <strong>in</strong>oltre<br />

un primo periodo di creatività compositiva. Citiamo <strong>in</strong> particolare alcune delle<br />

composizioni di questo periodo:<br />

• S<strong>in</strong>fonia della rivoluzione (1830) – per orchestra<br />

• Introduzione e Variazioni sulla marcia dell’”Assedio di Cor<strong>in</strong>to” di Ross<strong>in</strong>i (1830 ca.)<br />

• Concerto n. 1, primi abbozzi (1830 ca.)<br />

• Grande Fantaisie de bravoure sur “La Clochette” (1831-32)<br />

• Duo per viol<strong>in</strong>o e pianoforte sulla Mazurca op. 6 n. 2 di Chop<strong>in</strong> (1832)<br />

• S<strong>in</strong>fonia fantastica di Berlioz (1833) – trascrizione per pianoforte<br />

• Harmonie poétique et religieuses (1833-34)<br />

• Grand Concertstück per due pianoforti su Romanze senza parole di<br />

Mendelssohn (1834-35)<br />

• De Profundis per pianoforte e orchestra (1834-35)<br />

Come <strong>in</strong>dicato anche <strong>in</strong> altra parte, <strong>Liszt</strong> <strong>in</strong> questo periodo è anche molto<br />

“attivo” <strong>in</strong> relazioni sentimentali. La madre cercò <strong>in</strong>vano di maritarlo con certa<br />

mademoiselle Charlotte Laborie. Nel 1833, nel corso di un ricevimento <strong>in</strong> casa di<br />

Chop<strong>in</strong>, <strong>Liszt</strong> conosce la contessa Marie d’Agoult; fra i due nasce un grande amore<br />

che, seppure con alterne vicende, durerà f<strong>in</strong>o al 1844 (a questo legame Balzac si<br />

ispirerà per scrivere il suo romanzo Béatrix edito nel 1839).<br />

[12] [13]


Italia<br />

(1835-1839)<br />

La relazione con la contessa d’Agoult, che abbandona il marito e rimane <strong>in</strong>c<strong>in</strong>ta<br />

di <strong>Liszt</strong>, suscita scandalo e costr<strong>in</strong>ge la coppia ad allontanarsi da Parigi. Inizia<br />

un “pellegr<strong>in</strong>aggio” che durerà f<strong>in</strong>o a tutto il 1839. Partono per la Svizzera, e a<br />

G<strong>in</strong>evra nasce la loro prima figlia Bland<strong>in</strong>e (18.12.1835), che gli ispira la prima<br />

raccolta di Années de pelèr<strong>in</strong>age. Fra l’aprile del 1836 e l’aprile del 1837 rientra<br />

tre volte a Parigi per alcuni concerti. Dell’ultima tournée parig<strong>in</strong>a, rimane<br />

famoso l’aneddoto <strong>in</strong> cui la contessa Crist<strong>in</strong>a di Belgioioso organizzò nel suo<br />

palazzo, a scopo benefico, una competizione pianistica fra <strong>Liszt</strong> e Thalberg.<br />

Segue un periodo ospite di George Sand nel castello di Nohant poi, con la<br />

d’Agoult, si trasferisce <strong>in</strong> Italia. Qui la coppia vive per due anni; a Como nasce<br />

la secondogenita Cosima (25.12.1837) e a Roma il terzo figlio Daniel (9.05.1839).<br />

La conoscenza del paesaggio e dell’arte italiana sono certamente importanti<br />

per la maturazione dell’estetica lisztiana, <strong>in</strong> particolare per la conv<strong>in</strong>zione che<br />

la musica è parte <strong>in</strong>sc<strong>in</strong>dibile della cultura artistica. Ne abbiamo testimonianza<br />

diretta dalla corrispondenza di <strong>Liszt</strong> pubblicata su “Revue et Gazette Musicale” di<br />

Parigi. Tiene concerti a Milano, Genova, Firenze, Bologna, Pisa e Roma. L’evento è<br />

particolare perché è la prima volta che <strong>in</strong> Italia si tiene un concerto sostenuto da<br />

un solo esecutore.<br />

Nel corso di questo biennio, <strong>in</strong> due sole particolari occasioni <strong>Liszt</strong> esegue<br />

concerti fuori Italia, entrambi a Vienna. Nella prima occasione (aprile-maggio<br />

1838), <strong>Liszt</strong> tiene otto concerti da cui raccoglie una grossa somma che consegna<br />

al governo d’Ungheria, colpita da gravi <strong>in</strong>ondazioni.<br />

La seconda volta avviene nel novembre 1839, a sostegno dell’<strong>in</strong>iziativa di erigere<br />

un monumento a Beethoven. Poiché la sottoscrizione pubblica per questa<br />

<strong>in</strong>iziativa frutta solo 424 franchi, contro un preventivo di costo fra i c<strong>in</strong>quanta e<br />

sessantamila franchi, <strong>Liszt</strong> si fa carico di tutti i costi, compresa l’organizzazione<br />

dell’<strong>in</strong>augurazione (12 Agosto 1845).<br />

Alla f<strong>in</strong>e <strong>Liszt</strong> si trova il conto <strong>in</strong> banca <strong>in</strong> rosso. E ventic<strong>in</strong>que anni dopo, alla<br />

celebrazione del centenario di Beethoven, <strong>Liszt</strong> non viene nemmeno <strong>in</strong>vitato!<br />

Alla f<strong>in</strong>e del 1839 lascia l’Italia, <strong>in</strong>iziando una rivoluzionaria avventura musicale<br />

che sarebbe durata circa otto anni. Le composizioni di questo periodo sono<br />

caratterizzate prevalentemente da trascrizioni e parafrasi. Ne riportiamo una<br />

s<strong>in</strong>tesi: Rem<strong>in</strong>iscences de “Lucia de Lammermoor” e de “Purita<strong>in</strong>s”, Fantaisie de<br />

“La Sonnambula”, Ouverture del Gugliemo Tell, Etudes d’exécution transcendante<br />

d’après Pagan<strong>in</strong>i, Grand galop chromatique, i dodici Lieder da Schubert, Adelaïde<br />

da Beethoven.<br />

Le composizioni orig<strong>in</strong>ali più <strong>in</strong>teressanti, sono quelle dell’Album d’un voyageur<br />

che comprendono: le Impressions et poesies, sette composizioni orig<strong>in</strong>ali, le Fleurs<br />

mélodiques des Alpes, nove trascrizioni di canti popolari e le Paraphrases, tre<br />

elaborazioni di bravura di musiche popolareggianti.<br />

I motivi ispiratori di <strong>Liszt</strong> sono quelli di far diventare la musica “non più una<br />

semplice comb<strong>in</strong>azione di suoni, ma un l<strong>in</strong>guaggio poetico, più adatto forse della<br />

stessa poesia a esprimere tutto ciò che ci spalanca orizzonti <strong>in</strong>consueti… tutto<br />

ciò che si agita nelle profondità <strong>in</strong>accessibili dei desideri imperituri, dei presentimenti,<br />

dell’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito”.<br />

Dirà <strong>in</strong> proposito Schumann: “Le sue composizioni…sono pezzi di pittura sonora.<br />

Echi, suoni di campanacci, giovani che cantano Jodel, prati color verde dorato,<br />

campane di chiesette, corni alp<strong>in</strong>i alla sera.. Le composizioni di questo genere<br />

bisogna sentirle: sono cose che le mani hanno strappato allo strumento, e solo le<br />

mani sullo strumento possono renderci le immag<strong>in</strong>i di esse”.<br />

[14] [15]


Pensieri di <strong>Liszt</strong><br />

“…Italia! Italia! Il ferro straniero ha disperso lontano i tuoi figli più nobili. Essi errano di<br />

nazione <strong>in</strong> nazione portando sulla fronte il segno d’un santo anatema; ma per quanto siano<br />

implacabili i tuoi oppressori, non sarai abbandonata, perché tu fosti e sarai sempre la patria<br />

d’elezione di quegli uom<strong>in</strong>i, di quei figli di Dio, di quegli esiliati dal cielo che soffrono e che<br />

cantano, e che il mondo chiama poeti...” (lettera a George Sand, gennaio1837)<br />

“Quando scriverete la storia di due amanti felici, ambientatela sulle rive del lago di Como. Non<br />

conosco contrada più palesemente benedetta dal cielo; non ne ho mai vista un’altra <strong>in</strong> cui gli<br />

<strong>in</strong>canti d’una vita d’amore potrebbero sembrare più naturali... Ma qui, sotto un cielo azzurro,<br />

<strong>in</strong> una molle atmosfera, il cuore si dilata, e i sensi si aprono a tutte le gioie dell’essere…<br />

Poveri artisti contenti di voi e delle vostre opere! Abbiate il coraggio di paragonarle alla luce del<br />

sole che tramonta e provate ancora a dire che devono essere immortali!” (lettera a Louis de<br />

Ronchaud)<br />

“L’artista oggi vive al di fuori della comunità sociale, poiché l’elemento poetico, cioè<br />

l’elemento religioso dell’umanità, è scomparso nei governi attuali. Cosa potrebbero<br />

fare d’un artista o d’un poeta quelli che credono di risolvere il problema della felicità umana<br />

estendendo qualche privilegio o con l’accrescimento illimitato dell’<strong>in</strong>dustria o dell’egoistico<br />

benessere?..” (lettera a George Sand, 7 aprile 1837)<br />

“I teatri, che d’altra parte rappresentano solo un aspetto dell’arte, sono <strong>in</strong> mano<br />

di amm<strong>in</strong>istratori che non hanno e non possono avere l’arte come scopo....La sala<br />

del Conservatorio s’apre solo a un pubblico molto ristretto e la sua orchestra basta appena<br />

all’esecuzione dei grandi maestri. Non sarebbe pertanto urgente che il governo colmasse<br />

questa lacuna, dedicando un’orchestra e cori <strong>in</strong> grado di eseguire opere moderne? Il pubblico<br />

si formerebbe il gusto e i giovani artisti di talento sarebbero sicuri di non restare nell’oscurità e<br />

nell’oblio <strong>in</strong> cui li sosp<strong>in</strong>gono gli <strong>in</strong>numerevoli ostacoli” (lettera a George Sand, idem)<br />

(riferendosi al periodo trascorso ospite di George Sand) “Il programma delle nostre giornate<br />

era semplice e facile da riempire…: la lettura di qualche filosofo o di qualche poeta profondo;<br />

Montaigne o Dante, Hoffmann o Shakespeare; lunghe passeggiate sulle rive dell’Indro; poi<br />

al ritorno, una melodia che riassumeva le emozioni della passeggiata; i gridol<strong>in</strong>i dei fanciulli<br />

sorpresi da una bella farfalla, o una povera cap<strong>in</strong>era caduta dal nido sull’erba. È tutto qui?<br />

Sì tutto, <strong>in</strong> verità. Ma voi lo sapete, non è dalla superficie, bensì dalle profondità che si<br />

misurano le gioie dell’anima.”<br />

“La Grande-Chartreuse*, questo nome non racchiude forse nel suo tetro mistero il vago e<br />

<strong>in</strong>def<strong>in</strong>ito di tutto quello che l’ascetismo cristiano ha generato durante più di due secoli?...<br />

Quale anacronismo un convento di certos<strong>in</strong>i nel XIX secolo! Come è possibile che il papato<br />

non abbia sentito che era giunto il tempo di ravvivare un’istituzione..? Gli uom<strong>in</strong>i di Dio,<br />

dividendo il lavoro con i proletari, avrebbero acquistato il diritto di predicare loro la<br />

morale cristiana, e con questa semplice modifica delle regole claustrali, senza toccare <strong>in</strong> nulla<br />

i dogmi, il papato avrebbe potuto forse ricondurre al Cristianesimo una numerosa classe della<br />

società…. Lo spirito d’associazione si estende a tal punto che non sarei sorpreso se si formassero<br />

tra non molto dei conventi d’altra natura: riunioni d’artisti, di sapienti, di lavoratori che vivono<br />

<strong>in</strong>sieme con una regola convenuta, e mettono <strong>in</strong> comune le loro ricerche e le loro scoperte…”<br />

* Convento sulle Alpi francesi, fondato nel 1084 da S. Brunone, da cui ebbe orig<strong>in</strong>e l’Ord<strong>in</strong>e dei Certos<strong>in</strong>i.<br />

Giudizi su <strong>Liszt</strong><br />

* (Clara Wieck, futura moglie di Schumann - 1839) – Non lo si può paragonare a nessun<br />

virtuoso: è unico nel suo genere. Provoca il terrore e lo sbalordimento, eppure è un artista molto<br />

amabile…<br />

* (Schumann -1840) – Non ho mai udito suonare <strong>in</strong> modo tanto ardito, tanto scatenato…<strong>Liszt</strong><br />

mi appare ogni giorno più grande, più potente…<br />

* (Wagner - 1848) – <strong>Liszt</strong>, il più musicista di tutti i musicisti da me conosciuti. Non ha nulla <strong>in</strong><br />

comune con certi compositori…<br />

* (Chop<strong>in</strong> - 1833, lettera a Hiller) Vi scrivo, ma non so quello che la mia penna va<br />

scarabocchiando, perché <strong>in</strong> questo momento <strong>Liszt</strong> sta eseguendo i miei Studi e mi trasporta<br />

lontano dai miei pensieri. Vorrei tanto potergli rubare il suo modo di suonare i miei Studi…<br />

* (Chop<strong>in</strong> - lettera a <strong>Liszt</strong>) Io non sono adatto a dare concerti. Il pubblico mi <strong>in</strong>timidisce….<br />

Ma tu, tu ci sei dest<strong>in</strong>ato, perché quando non riesci a conquistare il tuo pubblico, lo puoi<br />

sopraffare…<br />

* (Bartok - 1911) Lo studio r<strong>in</strong>novato di <strong>Liszt</strong> …mi sp<strong>in</strong>sero <strong>in</strong> fondo alle cose e compresi<br />

alla f<strong>in</strong>e l’autentico messaggio di questo artista. Per la evoluzione futura della musica il peso<br />

delle sue composizioni mi parve molto più considerevole di quello, per esempio, delle opere di<br />

Wagner e di Strauss.<br />

* (Bartok - 1936) …Le sue opere pianistiche rivelano soprattutto l’esperienza chop<strong>in</strong>iana,<br />

accanto all’<strong>in</strong>flusso del bel canto italiano di <strong>in</strong>izio secolo, della musica degli z<strong>in</strong>gari ungheresi<br />

e della musica popolaresca e sentimentale di orig<strong>in</strong>e italiana e spagnola. Nelle opere sacre<br />

dell’ultimo periodo si manifesta l’<strong>in</strong>fluenza del gregoriano…<br />

* (Edvard Grieg) Ora devi tenere a mente, <strong>in</strong> primo luogo, che non avevo mai visto né sentito la<br />

sonata, e <strong>in</strong> secondo luogo che si trattava di una sonata con una parte di viol<strong>in</strong>o, ora sopra, ora<br />

sotto, <strong>in</strong>dipendente dalla parte del pianoforte. E che cosa fa <strong>Liszt</strong>? Suona l’<strong>in</strong>tera parte, radici<br />

e rami, viol<strong>in</strong>o e pianoforte, anzi, di più, poiché egli ha suonato <strong>in</strong> modo più pieno e ampio…<br />

* (Debussy - a proposito dell’esecuzione del poema s<strong>in</strong>fonico Mazeppa di <strong>Liszt</strong>).<br />

Questo poema s<strong>in</strong>fonico contiene i peggiori difetti, è qualche volta perf<strong>in</strong>o volgare: eppure<br />

la tumultuosa passione che lo anima senza posa f<strong>in</strong>isce col prendervi con tale forza da<br />

soggiogarvi…Questa febbre, questa scompostezza, caratteristiche del genio di <strong>Liszt</strong>, sono<br />

preferibili alla perfezione, sia pure <strong>in</strong> guanti bianchi.<br />

* (Thalberg - lettera a W. von Lenz) Voi avete detto nel vostro libro che egli è il Pagan<strong>in</strong>i del<br />

pianoforte. È vero e gli ha fatto piacere, ma questo è ancora troppo poco. Con <strong>Liszt</strong> si rende<br />

manifesto l’assoluto dom<strong>in</strong>io dell’arte musicale nella sua <strong>in</strong>terezza. È dest<strong>in</strong>ato ad essere un<br />

compositore nelle forme di maggior respiro. Da questo <strong>in</strong>sieme di talenti ha orig<strong>in</strong>e il suo<br />

virtuosismo. Pagan<strong>in</strong>i non è mai arrivato così <strong>in</strong> alto, è rimasto al virtuosismo.<br />

* (Busoni - 1920, lettera a Kastner) Con meraviglia ho appreso dal Suo articolo che Ella scarta<br />

<strong>Liszt</strong>…Conosco i lati deboli di <strong>Liszt</strong>, ma non misconosco la sua forza. In f<strong>in</strong> dei conti proveniamo<br />

tutti da lui – Wagner non escluso – e gli dobbiamo quel poco di cui siamo capaci. Franck, Strauss,<br />

Debussy, tutti i penultimi russi, sono rami del suo albero…Una Faust Symphonie, una Santa<br />

Elisabetta, un Christus non sono ancora riusciti a nessuno dopo di lui. Les jeux d’eau rimangono<br />

ancora oggi il modello di tutte le fontane musicali da cui le acque sono scorse da allora.<br />

[16] [17]


L’attività concertistica<br />

(1839-1847)<br />

<strong>Liszt</strong> arriva a Vienna il 15 novembre 1839. Fra il 19 novembre e il 14 dicembre, <strong>Liszt</strong><br />

d’Agoult, f<strong>in</strong>o alla rottura def<strong>in</strong>itiva del 1844.<br />

tiene 6 concerti, peraltro <strong>in</strong> condizioni di salute precaria per una febbre che gli<br />

A febbraio del 1847 conosce Carolyne Iwanowska, moglie separata del pr<strong>in</strong>cipe<br />

farà compagnia per tutto il periodo di permanenza.<br />

Sayn-Wittgenste<strong>in</strong>, che diventa la seconda compagna della sua vita. Nel giugno<br />

A Vienna ha <strong>in</strong>izio una turb<strong>in</strong>osa kermesse europea, def<strong>in</strong>ita <strong>Liszt</strong>omania dal<br />

1847 si esibisce a Costant<strong>in</strong>opoli, e ci va affrontando un viaggio che lo disturba<br />

poeta He<strong>in</strong>e, mettendo le basi def<strong>in</strong>itive del concertismo pianistico moderno,<br />

parecchio. In settembre tiene il suo ultimo concerto <strong>in</strong> Ucra<strong>in</strong>a. Da quel momento<br />

che dal 1840 si com<strong>in</strong>ciò a chiamare recital.<br />

sarà Carolyne a organizzare la sua attività e la sua vita.<br />

<strong>Liszt</strong> non solo esegue composizioni di altri artisti (i grandi pianisti f<strong>in</strong>o a quel<br />

Come detto, <strong>in</strong> questo periodo <strong>Liszt</strong> è soprattutto il grande concertista.<br />

momento suonavano solo loro composizioni), ma esegue anche, per solo<br />

Ma le composizioni non mancano. La produzione più copiosa sono le scritture<br />

pianoforte, concerti o parti di melodramma scritti per orchestra.<br />

pianistiche basate su temi o su musiche di vari autori, già <strong>in</strong>iziate a partire dagli<br />

Con le sue trascrizioni ed esecuzioni, <strong>Liszt</strong> fa del pianoforte e del pianista<br />

anni ‘30, che possiamo dist<strong>in</strong>guere <strong>in</strong> trascrizioni, parafrasi e fantasie.<br />

i protagonisti assoluti del concerto. Inoltre, è il primo pianista che suoni a<br />

Le trascrizioni riguardano soprattutto composizioni più comunemente <strong>in</strong>dicate<br />

memoria. In questo periodo <strong>Liszt</strong> percorre tutta l’Europa con grande successo<br />

come musica da camera: <strong>in</strong> esse sono compresi i Lieder (Schubert, Mendelssohn,<br />

come <strong>in</strong>terprete, suscitando generale ammirazione e sovente fanatismi; viaggia<br />

Beethoven), le Fughe di Bach, le S<strong>in</strong>fonie di Beethoven e le Mazurche di Chop<strong>in</strong>.<br />

con una frequenza e una <strong>in</strong>tensità mai raggiunta prima di allora da altri artisti (un<br />

Nelle parafrasi ritroviamo il gusto di <strong>Liszt</strong> per l’opera lirica, soprattutto italiana,<br />

biografo elenca 166 città <strong>in</strong> cui <strong>Liszt</strong> suonò fra il novembre del 1839 e il settembre<br />

che suscita un forte richiamo nel suo pubblico.<br />

del 1847).<br />

Sono però le fantasie da opere drammatiche le produzioni più <strong>in</strong>teressanti e<br />

Ecco <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi gli it<strong>in</strong>erari raggiunti:<br />

copiose di questo periodo.<br />

• 1839-1840 – Austria, Ungheria, Boemia, Sassonia, Inghilterra, Irlanda e Belgio<br />

La s<strong>in</strong>tesi che ci sembra di trarre da questo <strong>in</strong>tenso periodo di pianista concertista,<br />

• 1841-1842 – Olanda, Danimarca, Prussia e Russia<br />

è quella che <strong>Liszt</strong> rivela ad un largo pubblico (la maggior parte f<strong>in</strong>o a quel<br />

• 1843-1844 – Germania, Polonia e Francia<br />

momento “tagliata fuori” dalla conoscenza e ascolto) la musica strumentale e la<br />

• 1844-1845 – Spagna e Portogallo<br />

musica melodrammatica. In particolare, spiccano le esecuzioni beethoveniane e<br />

In Ungheria, nel 1839 e 1840, riceve accoglienze da eroe nazionale: qui improvvisa<br />

le trascrizioni schubertiane, che rendono noti al vasto pubblico i nomi dei due<br />

la trascrizione della Marcia Rakoczy e concepisce il poema s<strong>in</strong>fonico Hungharia e<br />

grandi compositori viennesi non votati, per loro carattere, ad una popolarità<br />

le Rapsodie ungheresi.<br />

A Berl<strong>in</strong>o, dove arriva la prima volta del 1841, si presenta con un imponente<br />

repertorio: <strong>in</strong> ventitre concerti esegue, a memoria, circa ottanta composizioni.<br />

Durante le sue tournée <strong>in</strong>contra e str<strong>in</strong>ge amicizia con Schumann, Mendelssohn,<br />

Hiller. Conosce Wagner a Parigi, nel 1841.<br />

Una così <strong>in</strong>tensa attività, l’ammirazione generale che ne segue, l’attrazione che<br />

<strong>Liszt</strong> suscita soprattutto nel gentil sesso che ne stuzzica la vanità e l’attrazione,<br />

facilmente acquisibile.<br />

lo portano a farsi co<strong>in</strong>volgere <strong>in</strong> molti flirt, distaccandosi gradualmente dalla Frammento da: “Totentanz - parafrasi sul Dies Irae”<br />

[18] [19]


Weimar<br />

(1848-1858)<br />

Deciso ad abbandonare l’attività concertistica <strong>in</strong> veste di <strong>in</strong>terprete pianistico, nel<br />

febbraio 1848 <strong>Liszt</strong> si trasferisce a Weimar dove, pur senza prenderne effettivo<br />

possesso, aveva ottenuto già dal novembre 1842 la carica di direttore d’orchestra.<br />

Qui lo raggiunge la nuova compagna che nel frattempo, dopo avere presentato<br />

domanda di divorzio, fugge dalla Russia con la figlioletta per raggiungere <strong>Liszt</strong>.<br />

La tranquilla cittad<strong>in</strong>a di Weimar,<br />

già soggiorno di Goethe e Schiller,<br />

durante questo decennio diviene uno<br />

dei più attivi centri della vita e della<br />

cultura musicale <strong>in</strong> Europa.<br />

L’attività direttoriale di <strong>Liszt</strong> è<br />

<strong>in</strong>tensa: riporta alla luce opere di<br />

Mozart (Don Giovanni e Flauto<br />

Magico), di Schubert, opere giovanili<br />

di Verdi e quelle di Ross<strong>in</strong>i, Bell<strong>in</strong>i e<br />

Donizetti, di Gluck e di Weber. Ma è<br />

soprattutto a tre contemporanei che<br />

riserva una particolare attenzione:<br />

a Wagner (per il quale nutre<br />

un’ammirazione sconf<strong>in</strong>ata) con<br />

la seconda rappresentazione di<br />

Tannhäuser (1849) e le prime assolute<br />

di Lohengr<strong>in</strong> (1850) e il Vascello<br />

fantasma (1853); a Schumann con<br />

la prima esecuzione delle opere<br />

Manfred e Genoveva (1852) e<br />

all’amico Berlioz di cui rappresenta<br />

con successo il Benvenuto Cell<strong>in</strong>i<br />

(1852) dopo il naufragio parig<strong>in</strong>o; nello stesso anno organizza un Festival-Berlioz.<br />

Ma forse questo periodo è ancora più importante per l’attività di compositore.<br />

Codifica <strong>in</strong> maniera def<strong>in</strong>itiva il genere del poema s<strong>in</strong>fonico, divenendo<br />

assertore della musicalità “libera e impulsiva che, sotto la veste magica del<br />

colore…raggiunge d’un balzo quella libertà espressiva…” che <strong>in</strong> seguito sarà<br />

pienamente posseduta dai russi, dagli impressionisti francesi e da Strauss.<br />

Va precisato che se <strong>Liszt</strong> aderisce, anzi spalanca le porte alle forme cosiddette<br />

“libere” del secolo XIX e XX, sv<strong>in</strong>colando la musica dal rigido ord<strong>in</strong>amento<br />

classico, sa però assoggettare i fattori talvolta debordanti dei suoi stilemi a vaste<br />

e pregnanti strutture compositive. Le <strong>in</strong>novazioni del l<strong>in</strong>guaggio armonico e il<br />

gusto della dissonanza, pur rimanendo legate alla tradizione armonica tonale,<br />

sono sufficienti ad <strong>in</strong>dicare di quanto si siano sp<strong>in</strong>te le sue sperimentazioni.<br />

Il suo contributo è riconoscibile soprattutto nella tecnica della strumentazione<br />

sempre estremamente ricca ed <strong>in</strong>cisiva per il modo di trattare i s<strong>in</strong>goli strumenti,<br />

che vengono utilizzati al limite delle loro possibilità tecniche e sonore.<br />

Forte di questa maturità artistica, <strong>Liszt</strong> ritorna su molte sue composizioni giovanili<br />

e le riscrive.<br />

Ricordiamo <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi le pr<strong>in</strong>cipali composizioni scritte da <strong>Liszt</strong> a Weimar:<br />

• Dodici poemi s<strong>in</strong>fonici, tutti dedicati a Carolyne. Ne ricordiamo alcuni, fra i più<br />

conosciuti: I Preludi, Mazeppa, Festklänge (Suoni di festa), Hungaria, Die Ideale.<br />

I motivi ispiratori di quasi tutti i poemi s<strong>in</strong>fonici sono tratti da fonti letterarie di<br />

alto livello (Hugo, Goethe, Byron, Lamart<strong>in</strong>e, Shakespeare, Schiller).<br />

• Due s<strong>in</strong>fonie: S<strong>in</strong>fonia-Faust (da Goethe), dedicata a Berlioz, e S<strong>in</strong>fonia-Dante<br />

(da Div<strong>in</strong>a Commedia), dedicata a Wagner.<br />

• La sonata <strong>in</strong> si m<strong>in</strong>ore (dedicata a Schumann). Unanimemente considerata la<br />

più alta realizzazione pianistica di <strong>Liszt</strong>.<br />

• Alcune composizioni di musica sacra. Fra queste, merita particolare citazione<br />

la Messa solenne per l’<strong>in</strong>augurazione della Basilica di Gran, la cui prima<br />

esecuzione è da lui diretta alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe.<br />

<strong>Liszt</strong>, che <strong>in</strong> passato aveva già studiato le composizioni religiose di Palestr<strong>in</strong>a,<br />

estese gli studi alle Messe di Bach e Beethoven nell’aspirazione di “penetrare<br />

alle sorgenti vive che sprizzano f<strong>in</strong>o alla vita eterna” (da lettera di <strong>Liszt</strong> a Agnes<br />

Street-Kl<strong>in</strong>dworth).<br />

• Totentanz, parafrasi sul Dies Irae, composizione per pianoforte e orchestra.<br />

[20] [21]


Roma-Weimar-Pest<br />

(1859-1886)<br />

La terza parte di vita <strong>Liszt</strong> la vive divisa periodicamente fra Roma, Weimar e<br />

Budapest. Purtroppo, <strong>in</strong> concomitanza con le dimissioni di direttore del Teatro di<br />

Weimar, <strong>in</strong>izia per <strong>Liszt</strong> un periodo di grandi amarezze e di solitud<strong>in</strong>e, culm<strong>in</strong>ati<br />

da un lato nell’impossibilità di coronare con il matrimonio il legame con Carolyne<br />

(1861), e dall’altro nella morte prima del figlio Daniel (1859), poi della figlia<br />

Bland<strong>in</strong>e (1863) e della madre (1866).<br />

• ROMA - <strong>Liszt</strong> giunge a Roma nell’ottobre 1861, atteso da Carolyne che nel<br />

frattempo era riuscita ad ottenere il divorzio. Ma alla vigilia della cerimonia delle<br />

loro nozze, un messaggio del Vaticano ord<strong>in</strong>a la revisione del processo. <strong>Liszt</strong> si<br />

ferma comunque a Roma, e dopo qualche mese va a vivere solitario alla Madonna<br />

del Rosario a Monte Mario, dove riceve più volte la visita del Papa Pio IX, e si<br />

dedica alla composizione di musica sacra. Nel 1864, a seguito della morte del<br />

pr<strong>in</strong>cipe Sayn-Wittgenste<strong>in</strong>, potrebbe sposare Carolyne rimasta vedova, ma <strong>Liszt</strong><br />

r<strong>in</strong>uncia al matrimonio. Il 25 aprile 1865 riceve gli Ord<strong>in</strong>i m<strong>in</strong>ori e prende alloggio<br />

<strong>in</strong> Vaticano dove spera di assumere una posizione analoga a quella goduta<br />

a Weimer, ma il desiderio non si realizza.<br />

Nel 1866 va ad abitare nel convento di S. Francesca Romana, si veste di tonaca<br />

monacale, assiste quotidianamente alla messa, recita il breviario, e a discute di<br />

teologia con i suoi amici ecclesiastici. Nel 1879 diviene canonico onorario di<br />

Albano, ma la sua carriera ecclesiastica si ferma lì.<br />

• WEIMAR - Nel 1869 il granduca Carl Alexander, che non aveva cessato di<br />

mantenere buoni rapporti con <strong>Liszt</strong>, lo richiama a Weimar come maestro di<br />

pianoforte. Qui <strong>Liszt</strong> <strong>in</strong>venta un corso di perfezionamento. Da quel momento,<br />

per alcuni mesi dell’anno e per tre ore al giorno, <strong>Liszt</strong> è a disposizione per ascoltare<br />

e consigliare i partecipanti. Vi partecipano un numero considerevole di pianisti<br />

provenienti da tutte le parti del mondo, compresi quasi tutti quelli che si sarebbero<br />

successivamente dimostrati dei veri talenti.<br />

L’<strong>in</strong>segnamento di <strong>Liszt</strong> è determ<strong>in</strong>ante nel def<strong>in</strong>ire le l<strong>in</strong>ee culturali seguiti<br />

dal concertismo pianistico negli ultimi decenni del secolo.<br />

• PEST - <strong>Liszt</strong> occupa una posizione particolare nello sviluppo della cultura<br />

musicale ungherese.<br />

In Ungheria aveva già ottenuto esaltanti trionfi, pur con qualche bisticcio con gli<br />

ungheresi per la sua particolare attenzione alla musica degli z<strong>in</strong>gari. Nel biennio<br />

1867-68 la vita musicale nella capitale ungherese aveva preso uno sviluppo<br />

impetuoso. Invitato, <strong>Liszt</strong> arriva il 21 aprile 1869 e nei giorni successivi tiene due<br />

concerti. Torna nel luglio 1871 e così fa tutti gli anni successivi f<strong>in</strong>o alla sua morte.<br />

Negli ultimi qu<strong>in</strong>dici anni organizza la sua vita “triforcuta” (come egli la def<strong>in</strong>isce)<br />

<strong>in</strong> questo modo: <strong>in</strong> primavera a Weimar, <strong>in</strong> estate e parte dell’autunno a Roma e il<br />

rimanente autunno e <strong>in</strong>verno a Pest.<br />

In questo lungo ultimo periodo di vita, <strong>Liszt</strong> cont<strong>in</strong>ua nella sua attività di<br />

compositore, ma ciò che viene a mancare a <strong>Liszt</strong>, <strong>in</strong> tutti e tre i centri sopra<br />

<strong>in</strong>dicati, è una posizione che gli permetta di mettere <strong>in</strong> cantiere un progetto<br />

di ampio respiro. Malgrado l’orig<strong>in</strong>alità e l’ampiezza della su produzione<br />

musicale, <strong>Liszt</strong> è ormai considerato un padr<strong>in</strong>o ideologico ma non più un leader.<br />

A partire dagli anni Sessanta, la partita storica si gioca sul nome di Wagner.<br />

Wagner onora <strong>Liszt</strong>, ma come l’amico a cui si deve una grande riconoscenza,<br />

non come l’eguale.<br />

La “protagonista” della produzione lisztiana di questo periodo è soprattutto la<br />

musica religiosa, come diciamo <strong>in</strong> altra parte. Ci sono tuttavia altre composizioni<br />

che meritano di essere ricordate:<br />

• i due Studi da concerto Waldesrauschen (mormorio del bosco) e Gnomenreigen<br />

(ronda di gnomi)<br />

• la trascrizione per pianoforte della Fantasia e fuga <strong>in</strong> sol m<strong>in</strong>ore di Bach<br />

• la Marcia funebre <strong>in</strong> morte di Massimiliano I imperatore del Messico<br />

• Le Années de pelèr<strong>in</strong>age - 3° anno (dedicati a Daniela e Hans von Bülow)<br />

• l’Albero di Natale, dedicato ancora a Daniela von Bülow<br />

• i 7 Ritratti storici ungheresi<br />

• il 13° poema Dalla culla alla tomba<br />

[22] [23]


Gli ultimi anni<br />

Malgrado i suoi grandi meriti e la cont<strong>in</strong>ua ricerca di nuove strade musicali,<br />

nell’ultimo periodo <strong>Liszt</strong> vede sempre più allontanarsi l’<strong>in</strong>teresse nei suoi<br />

confronti. <strong>Liszt</strong> è un “solitario vecchio ecclesiastico a cui si guarda come ad un<br />

mago rimbambito che si balocca con i resti del suo antico sapere e della sua antica<br />

potenza” (Rattal<strong>in</strong>o).<br />

Ed emergono anche sempre più complicati problemi di salute. Superate le<br />

patologie dell’età <strong>in</strong>fantile e adolescenziale, dall’età adulta <strong>Liszt</strong> ha sempre goduto<br />

di buona salute tanto da sostenere per lunghi anni l’<strong>in</strong>tensa attività concertistica<br />

<strong>in</strong> tutta Europa (si tenga conto anche dei disagevoli mezzi di trasporto dell’epoca),<br />

e la conseguente frenetica vita sociale.<br />

<strong>Liszt</strong> <strong>in</strong>izia a fumare f<strong>in</strong> da giovane a Parigi e rimane per tutta la vita un <strong>in</strong>callito<br />

fumatore, soprattutto di sigari e pipe. In età più avanzata eccede anche nel<br />

bere, particolarmente dopo la morte dei figli Daniel e<br />

Bland<strong>in</strong>e. Tabacco e alcol furono certamente fattori<br />

importanti nel progredire delle malattie senili<br />

<strong>in</strong> <strong>Liszt</strong>. È <strong>in</strong>fatti negli ultimi c<strong>in</strong>que anni di vita<br />

che si manifestano <strong>in</strong> <strong>Liszt</strong> i gravi problemi<br />

di salute. È colpito gravemente da<br />

<strong>in</strong>sufficienza cardiaca con congestione<br />

venosa periferica e da malattia ostruttiva<br />

delle vie respiratorie. È probabile che la<br />

causa della morte sia stata determ<strong>in</strong>ata da<br />

<strong>in</strong>farto del miocardio. In alcune fotografie<br />

degli ultimi tempi di vita si può trovare<br />

conferma di questa progressiva forma<br />

degenerativa di cuore e polmoni:<br />

il torace aveva assunto una forma<br />

prom<strong>in</strong>ente, a botte, e il corpo<br />

era gonfio di idropisia ovvero<br />

liquido ematoso. Sempre negli<br />

ultimi anni di vita, <strong>Liszt</strong> è colpito<br />

da altre malattie, alcune molto dolorose: una forma di osteoartrite alle anche e<br />

alle mani; una progressiva cataratta che negli ultimi mesi lo rende quasi cieco; una<br />

cronica tosse, dovuta agli abusi di tabacco.<br />

Nel 1886 <strong>Liszt</strong> avrebbe compiuto 75 anni e <strong>in</strong> diverse parti si preparavano<br />

festeggiamenti <strong>in</strong> suo onore.<br />

<strong>Liszt</strong> ha manifestazioni patologiche sempre più marcate al cuore e all’apparato<br />

respiratorio. È molto <strong>in</strong>vecchiato e <strong>in</strong>grassato. Ciò nonostante, a gennaio è a<br />

Roma, poi a Budapest, <strong>in</strong> marzo ad Anversa e poi a Parigi dove, il giorno 25, viene<br />

eseguita la Messa di Gran. Il 3 aprile è a Londra dove, alla f<strong>in</strong>e del banchetto f<strong>in</strong>ale<br />

<strong>in</strong> suo onore, si esibisce al pianoforte con pezzi suoi e di Chop<strong>in</strong>; torna ad Anversa<br />

per la Settimana Santa, agli <strong>in</strong>izi di maggio è di nuovo a Parigi, poi Weimar, qu<strong>in</strong>di<br />

a Sonderhausen per il festival, Halle, di nuovo Weimar. Agli <strong>in</strong>izi di luglio è a<br />

Bayreuth per le nozze della nipot<strong>in</strong>a, poi ospite <strong>in</strong> un castello <strong>in</strong> Lussemburgo, ove<br />

si lascia persuadere a suonare (Studi di Chop<strong>in</strong>) un’ultima volta per il pubblico.<br />

Il 21 ritorna, febbricitante, a Bayreuth dove, la notte del 31 muore. Qui la figlia<br />

Cosima decide di seppellirlo, malgrado egli avesse chiesto di essere sepolto a<br />

Budapest. Sette mesi dopo muore anche Carolyne.<br />

[24] [25]


Il virtuosismo esecutivo<br />

Enfant prodige, <strong>Liszt</strong> compì la sua formazione musicale nell’ambito della tradizione<br />

classica viennese, ma già nei primi anni giovanili tese ad emanciparsene,<br />

assumendo una ben def<strong>in</strong>ita posizione nei riguardi dell’imperante virtuosismo<br />

esecutivo dei vari Hummel, Moscheles, Kalkbrenner, Thalberg.<br />

In un’epoca <strong>in</strong> cui un concerto affidato a un solo esecutore era abbastanza<br />

eccezionale, <strong>Liszt</strong> si esibiva da solo, suonava a memoria, creando la formula del<br />

moderno recital.<br />

Wilhelm von Lenz, che lo conobbe diciassettenne e ne diverrà prima suo allievo e<br />

poi amico, scriverà che “<strong>Liszt</strong> rappresenta la nuova era del pianoforte, che travolge e<br />

annienta la vecchia scuola <strong>in</strong>sieme a tutti i suoi fedeli.”<br />

Superata la fase giovanile dom<strong>in</strong>ata<br />

da un esuberante entusiasmo, <strong>Liszt</strong> si<br />

sp<strong>in</strong>se oltre i conf<strong>in</strong>i tecnici ed armonici<br />

f<strong>in</strong>o a quel momento considerati non<br />

superabili sulla tastiera. Egli volle<br />

percorrere sperimentazioni dirette alla<br />

conquista di nuovi orizzonti melodici<br />

e a soluzioni armoniche rivoluzionarie,<br />

nel tentativo di ricavare dal pianoforte<br />

nuove possibilità espressive: è l’<strong>in</strong>izio di<br />

una ricerca che lo vedrà, come esecutore<br />

e <strong>in</strong>sieme compositore, raggiungere<br />

elevati livelli nelle trascrizioni delle s<strong>in</strong>fonie<br />

beethoveniane e, più tardi, nell’opera<br />

pianistica e nei grandi affreschi orchestrali<br />

della maturità. La padronanza della<br />

tastiera, grazie anche alla conformazione<br />

delle proprie mani che gli consentivano<br />

l’estensione f<strong>in</strong>o alla dodicesima nota, gli permetteva di mettere a frutto il suo<br />

funambolismo esecutivo. A soli 17 anni, presentò per primo e con successo la<br />

Sonata op. 106 e il Qu<strong>in</strong>to concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven.<br />

A 20 anni rimase conquistato dal magico virtuosismo di Pagan<strong>in</strong>i e nacque <strong>in</strong> lui il<br />

desiderio di riprodurre sulla tastiera i prodigi della di lui tecnica viol<strong>in</strong>istica con la<br />

differenza che, mentre il virtuosismo pagan<strong>in</strong>iano veniva considerato accessibile<br />

solo a chi, come lui, fosse dotato di “mani diaboliche”, il virtuosismo lisztiano non<br />

esorbitava, nel suo <strong>in</strong>sieme, da un naturale equilibrio fra mezzi meccanici, fisici,<br />

fonici ed espressivi. È <strong>Liszt</strong> che acquisisce alla tecnica esecutiva l’uso anche del<br />

braccio e della spalla (f<strong>in</strong>o a quel momento limitato al polso e avambraccio). Ed è<br />

<strong>in</strong> diverse composizioni di <strong>Liszt</strong> che troviamo la produzione simultanea di tre parti<br />

timbricamente differenziate ove alla mano s<strong>in</strong>istra sono affidati i bassi d’armonia,<br />

alla destra i passi ornamentali d’agilità spazianti verso l’acuto, mentre la melodia è<br />

cantata nel registro medio dai due pollici opportunamente alternantisi.<br />

Il <strong>Liszt</strong> esecutore che traspare dalle sue musiche doveva essere terrificante per la<br />

quantità di note e di timbri che riusciva ad ottenere dal pianoforte.<br />

Henri Blaze de Bury (scrittore contemporaneo), a proposito di una <strong>in</strong>terpretazione<br />

di <strong>Liszt</strong> (”Invito alla danza” di Weber) ebbe a scrivere “…una di quelle deliranti<br />

ispirazioni che <strong>in</strong> poche pag<strong>in</strong>e rivelano abissi di dolore e di voluttà, di frenesia e di<br />

disperazione…Chi non ha mai ascoltato <strong>Liszt</strong> tradurre con la sua anima e il suo genio<br />

questo episodio fantastico ignora a qual grado di sovreccitazione possa condurre il<br />

senso della musica”.<br />

Ancora Wilhelm von Lenz scrisse: “<strong>Liszt</strong> non suona il pianoforte, al pianoforte egli<br />

racconta il suo dest<strong>in</strong>o… dà corpo al nucleo più segreto dello strumento e della sua<br />

storia, e ne rappresenta il punto di arrivo”.<br />

Ed ecco, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, una diretta testimonianza di <strong>Liszt</strong> (<strong>in</strong> una lettera del 1838) “Voi vi<br />

meravigliate di vedermi impegnato al pianoforte <strong>in</strong> maniera così esclusiva, così poco<br />

attratto dal desiderio di affrontare il campo più vasto delle composizioni s<strong>in</strong>foniche<br />

e drammatiche. …Vedete, per me il pianoforte è come la nave per il mar<strong>in</strong>aio,…<br />

perché il mio pianoforte, f<strong>in</strong>ora, sono io, la mia parola, la mia vita…Nello spazio<br />

di sette ottave esso abbraccia l’estensione d’una orchestra; le dieci dita d’un solo<br />

uomo bastano a rendere le armonie prodotte dal concorso di più di cento strumenti<br />

concertanti”.<br />

[26] [27]


<strong>Liszt</strong> compositore<br />

Come compositore, <strong>Liszt</strong> ha avuto una grande <strong>in</strong>fluenza su autori come Wagner,<br />

Richard Strauss, Sa<strong>in</strong>t-Saens, Franck, Smetana, Musorgskij, Borod<strong>in</strong>, Rimskij-<br />

Korsakov, Skriab<strong>in</strong> e molti altri.<br />

Riprendendo da Berlioz il pr<strong>in</strong>cipio della musica a programma (*), <strong>Liszt</strong> ne<br />

alleggerisce il lato pittoresco esteriore e aneddotico e ne accentua il contenuto<br />

poetico e metafisico, creando il poema s<strong>in</strong>fonico, che per la sua orig<strong>in</strong>alità<br />

affasc<strong>in</strong>erà più di un compositore. L’adeguamento tra l’idea drammatica e il tema<br />

musicale viene risolto abilmente da un lato con il pr<strong>in</strong>cipio ciclico (ritorno dello<br />

stesso tema <strong>in</strong> diversi movimenti o sezioni di uno stesso brano) e dall’altro con<br />

la trasformazione tematica (che permette l’adattamento di un dato materiale a<br />

situazioni psicologiche e drammatiche mutevoli).<br />

È difficile riuscire a cogliere l’unicità di stile di <strong>Liszt</strong>, per la molteplicità degli aspetti<br />

e l’eterogeneità delle fonti. Volendo comunque <strong>in</strong>dividuarne le l<strong>in</strong>ee di forza, si<br />

possono isolare quattro componenti fondamentali.<br />

L’<strong>in</strong>fluenza germanica è molto importante e deriva essenzialmente dallo studio<br />

di Bach, Mozart, Hummel, Beethoven, Weber e Schubert; a contatto con la loro<br />

musica, <strong>Liszt</strong> imparò a impiegare armonie ricche ed espressive, <strong>in</strong> particolare le<br />

concatenazioni cromatiche. Acquisì sensibilità per il valore <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco della musica<br />

(gusto per il serio e la “profondità metafisica”), e prese coscienza dei problemi<br />

di costruzione posti dalle opere di grande respiro (acquisizione di uno “spirito<br />

s<strong>in</strong>fonico”).<br />

L’<strong>in</strong>fluenza francese è preponderante soprattutto nel settore della l<strong>in</strong>gua<br />

e della letteratura; fu a Parigi che <strong>Liszt</strong> passò dall’<strong>in</strong>fanzia all’adolescenza e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />

all’età adulta, segnato <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>delebile dalla cultura francese e dalla sua<br />

particolare forma di romanticismo. Questi caratteri ritornano <strong>in</strong> numerose opere:<br />

colori crudi, sentimenti esaltati, esuberanza, pathos, passioni violente, amore per<br />

la natura, religiosità. Anche il gusto per la descrizione musicale di scene naturali<br />

(foresta, mare, tempesta) è di orig<strong>in</strong>e francese.<br />

(*) Composizione musicale che consiste nel descrivere o narrare una storia con mezzi puramente musicali.<br />

L’<strong>in</strong>fluenza italiana, seppure di m<strong>in</strong>ore importanza, è comunque presente <strong>in</strong> due<br />

contesti: <strong>in</strong> primo luogo la si può trovare nella l<strong>in</strong>ea melodica, dal momento che<br />

<strong>Liszt</strong> fu molto <strong>in</strong>fluenzato dal belcanto, che ben conosceva per aver trascritto o<br />

parafrasato la maggior parte delle opere <strong>in</strong> voga nella Penisola. Spesso questo<br />

elemento si mescola <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>estricabile con quelli caratteristici della romanza<br />

francese, imprimendo alla melodia lisztiana un segno assolutamente dist<strong>in</strong>tivo.<br />

In secondo luogo fu a Roma che <strong>Liszt</strong> scoprì Palestr<strong>in</strong>a e approfondì la liturgia<br />

cattolica, cosa che lo portò a semplificare l’armonia e ad accentuare l’impiego<br />

della modalità gregoriana.<br />

L’<strong>in</strong>fluenza tzigano-ungherese, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, si traduce nell’uso della scala cosiddetta<br />

tzigana, <strong>in</strong> una esuberante ornamentazione melismatica, <strong>in</strong> ritmi poco usuali, <strong>in</strong><br />

generale, <strong>in</strong> un tono epico e fiammeggiante.<br />

Per quanto riguarda la sua produzione pianistica, di dimensioni monumentali,<br />

possiamo accennare ai due blocchi che rappresentano due aspetti differenti<br />

del suo stile: i “Dodici studi d’esecuzione trascendentale” e i “Sei grandi studi da<br />

Pagan<strong>in</strong>i”, rappresentano l’aspetto virtuosistico, con cui ha messo a frutto la<br />

sua maestria per estrapolare dal pianoforte effetti timbrici ancora <strong>in</strong>esplorati.<br />

L’aspetto più poetico, pur con presenza importante del virtuosismo, anche se<br />

quasi sempre edulcorato, è rappresentato dalle “Années de peler<strong>in</strong>àge”, che sono<br />

uno splendido esempio di musica a programma.<br />

Frammento da: “La Campanella - trascrizione dai Grandi studi di Pagan<strong>in</strong>i”<br />

[28] [29]


<strong>Liszt</strong> direttore d’orchestra<br />

Come direttore d’orchestra, nel periodo di Weimar, <strong>Liszt</strong> riuscì a <strong>in</strong>fondere <strong>in</strong><br />

un complesso assai modesto di cantanti e strumentisti una fiamma nuova,<br />

che gli consentì di dirigere 25 opere contemporanee, tra cui alcune “prime”.<br />

Con generosità sconf<strong>in</strong>ata, appoggiò <strong>in</strong> modo particolare Wagner, conosciuto<br />

a Parigi nel 1841 e che nel 1848 gli rese visita a Weimar. Replicò il Tannhäuser<br />

(1849), promosse la “prima” del Lohengr<strong>in</strong> (1850) e riprese L’olandese volante<br />

(1853). Oltre al repertorio corrente (Donizetti, Bell<strong>in</strong>i, Ross<strong>in</strong>i, Verdi), fece<br />

rappresentare il Faust di Spohr (1852), il Benvenuto Cell<strong>in</strong>i di Berlioz (1852),<br />

Manfred e Genoveva di Schumann (1852), Alfonso e Estrella di Schubert (1854).<br />

Riprese opere di Mozart (Don Giovanni e Flauto Magico), di Gluck e di Weber.<br />

Per capire lo spirito con cui <strong>Liszt</strong> <strong>in</strong>terpretava il ruolo di direttore d’orchestra,<br />

vale la pena riportare alcuni passi di una sua lettera scritta proprio nel periodo<br />

weimariano.<br />

“In diverse critiche che sono venute a mia conoscenza, trovo un punto sul quale pare<br />

che gli scrittori siano abbastanza d’accordo: cioè, sulla <strong>in</strong>sufficienza delle mie facoltà<br />

di direttore d’orchestra…<br />

Non starebbe a me controbattere le op<strong>in</strong>ioni che tanto zelantemente si tenta di<br />

affermare, se queste fossero fondate su qualche elemento concreto o legittimo. Ma<br />

appunto queste affermazioni io debbo resp<strong>in</strong>gere decisamente…<br />

Per attenerci ai fatti, sembra che nessuno possa negare che l’<strong>in</strong>tero programma si<br />

giovò di un’ottima esecuzione e che sia la fusione che l’effetto prodotti dall’orchestra<br />

possano essere def<strong>in</strong>iti non soltanto soddisfacenti, ma addirittura eccellenti…<br />

Le opere per le quali io confesso pubblicamente la mia ammirazione<br />

e predilezione, appartengono <strong>in</strong> massima parte a quelle che i più o meno famosi, e<br />

specialmente i sedicenti «virtuosi» direttori d’orchestra trovano punto o poco degne<br />

della loro personale simpatia, sì che un’esecuzione di tali musiche, curata dai sullodati,<br />

appartiene al mondo delle rarità….<br />

Tali opere, secondo me, esigono da parte dell’orchestra un progresso al quale<br />

solo adesso <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciamo ad avviarci, ma che è ancora ben lontano dall’essere<br />

raggiunto completamente <strong>in</strong> tutti i suoi sviluppi. Un progresso nell’accento,<br />

nel ritmo, nella cura del fraseggio e dei dettagli di alcuni passi determ<strong>in</strong>ati; nel<br />

declamato e nella dosatura, nell’<strong>in</strong>sieme, delle ombre e delle luci; <strong>in</strong> poche parole,<br />

un progresso nello stile della esecuzione stessa. Questo modo di fare stabilisce<br />

e str<strong>in</strong>ge fra la massa orchestrale e colui che la dirige rapporti ben diversi di quelli<br />

che di solito corrono con un imperturbabile battitore di tempo… specialmente<br />

là, dove si tratta di <strong>in</strong>tendere, di sentire, di penetrare spiritualmente, di un<br />

<strong>in</strong>fiammarsi di cuori nel comune godimento del bello, del grandioso, del vero nell’arte<br />

e nella poesia…<br />

Con buona pace dei miei gentili critici… cont<strong>in</strong>uerò a seguire le mie profonde<br />

conv<strong>in</strong>zioni; che non mi permetteranno mai di abbassarmi al livello di un<br />

battitore di tempo; ad una parte, cioè, che ventic<strong>in</strong>que anni di esperienza,<br />

lo studio assiduo, e il mio s<strong>in</strong>cero entusiasmo per l’arte, non sono mai riusciti a rendere<br />

di mio gusto…Credo di aver già detto altre volte che, secondo la mia op<strong>in</strong>ione, il vero<br />

compito del direttore d’orchestra consiste nel rendersi apparentemente superfluo - e di<br />

rendere la sua funzione il meno appariscente possibile. “Wir s<strong>in</strong>d Steuermänner und<br />

ke<strong>in</strong>e Ruderknechte (Noi siamo timonieri e non dei rematori schiavi)”. Raccogliamo<br />

dunque il guanto di sfida che ci viene gettato da un branco di dormiglioni senza sale<br />

<strong>in</strong> zucca e senza <strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>i spirituali; e perseveriamo nella coscienza del nostro<br />

buon diritto e del nostro avvenire” (Weimar, 5 novembre 1853).<br />

Matteo Valerio, nato a Milano nel 1973, si è diplomato con la lode <strong>in</strong> pianoforte<br />

al Conservatorio “A. Boito” di Parma sotto la guida di Isabella Lo Porto. Successivamente si è<br />

diplomato con il massimo dei voti ai corsi triennali dell’Accademia Musicale Pescarese con<br />

Bruno Mezzena e si è perfezionato con Riccardo Risaliti di cui ha frequentato anche i corsi<br />

estivi al Mozarteum di Salisburgo. Ha <strong>in</strong>oltre partecipato a masterclass con Lev Vlasenko,<br />

Lev Naumov e Lazar Berman. Si è esibito come solista e con orchestra <strong>in</strong> importanti stagioni<br />

concertistiche <strong>in</strong> Italia e all’estero. Nel 2003-2004 ha registrato per la “Phoenix Classics” -<br />

etichetta che annovera dischi di Lazar Berman e Aldo Ciccol<strong>in</strong>i - tutte le Sonate per pianoforte<br />

di Prokofiev, con la Qu<strong>in</strong>ta nelle due versioni e il frammento della Decima. Valerio è il primo<br />

pianista italiano ad avere registrato l’<strong>in</strong>tegrale delle Sonate di Prokofiev. Nel settembre 2010<br />

ha <strong>in</strong>augurato al Teatro Filarmonico di Verona “Il Settembre dell’Accademia” eseguendo il<br />

Concerto n.1 di Brahms con l’Orchestra Filarmonica di Sofia.<br />

Ermanno Passoni, ha maturato una lunga esperienza nella comunicazione ed è partner del<br />

gruppo multimediale COMMEDIA.<br />

Commedia è una rete di imprese complementari e s<strong>in</strong>ergiche tra loro, presenti sul mercato<br />

con servizi <strong>in</strong>tegrati ed <strong>in</strong>novativi nelle aree della Comunicazione, Market<strong>in</strong>g, Media e Design.<br />

[30] [31]


Sabato 15 Settembre - ore 20.45<br />

Matteo Valerio<br />

<strong>in</strong>terpreta<br />

Franz <strong>Liszt</strong><br />

“Vallée d’Obermann”<br />

da Années de pèler<strong>in</strong>age. Première Année - Suisse<br />

( durata: 15 m<strong>in</strong>. circa )<br />

“Après une lecture de Dante”<br />

Fantasia quasi Sonata<br />

da Années de pèler<strong>in</strong>age. Deuxième Année - Italie<br />

( durata: 17 m<strong>in</strong>. circa )<br />

“Les jeux d’eau à la Villa d’Este”<br />

da Années de pèler<strong>in</strong>age. Troisième Année<br />

( durata: 8 m<strong>in</strong>. circa )<br />

INTERVALLO<br />

Sonata <strong>in</strong> Si m<strong>in</strong>ore<br />

( durata: 30 m<strong>in</strong>. circa )

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