30.05.2013 Views

tesi di laurea sui concerti per orchestra di Goffredo Petrassi

tesi di laurea sui concerti per orchestra di Goffredo Petrassi

tesi di laurea sui concerti per orchestra di Goffredo Petrassi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

RELATORE:<br />

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO<br />

FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA<br />

TESI DI LAUREA<br />

I CONCERTI PER ORCHESTRA DI GOFFREDO PETRASSI<br />

Prof. Giorgio PESTELLI<br />

Anno Accademico 1983/1984<br />

CANDIDATO:<br />

Riccardo Piacentini


(sempre nei due sensi) e questo ha sviluppato in me un<br />

appetito che non si placa mai, forse <strong>per</strong>chè suscitato<br />

ancora dal timore - come nei complessi infantili - che<br />

mi venga a mancare qualche cosa. Come succede alle peE<br />

sone che da povere <strong>di</strong>ventano ricche: un ricco che è<br />

stato povero non sarà mai un ricco autentico, come un<br />

ricco <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione".<br />

Per cui si vedrà come <strong>Petrassi</strong>, oltre a contare una<br />

chiara preparazione accademica, abbia sempre coltivato<br />

"lo stu<strong>di</strong>o clandestino" (12), quello che non conosce<br />

scuole 0 accademie. e che ognuno deve crescere" dentro <strong>di</strong><br />

sè, <strong>per</strong> conto proprio, sfogliàndo libri e partiture,<br />

frequentando le sale da concerto, <strong>di</strong>mostrando continuo<br />

interesse <strong>per</strong> i fatti d'arte, riservandosi, infine, <strong>di</strong><br />

apporre il proprio suggello critico: nella fattispecie,<br />

f?Brà il rifiuto· "del mondo dell'elettronica, la parziale<br />

accettazione del metodo seriale, la garbata polemica<br />

verso la "musica statica" <strong>di</strong> Aldo Clementi, la totale<br />

12


tendone l'in<strong>di</strong>pendenza. "Ho avuto sempre il sospetto ­<br />

asserisce in un'intervista (21) - che l'unione delle<br />

arti ipotizzata <strong>per</strong> esempio da Wagner fosse qualcosa<br />

che potesse scivolare nel <strong>di</strong>lettantesco, <strong>per</strong>chè imreal<br />

tà che cosa significava? Significava unire delle arti<br />

e fissarle in un momento <strong>di</strong> gusto <strong>di</strong> stile che poi sa­<br />

rebbe stato del tutto travolto dai momenti successivi •<br />

•• Se Wagner avesse potuto realizzare la sua idea con­<br />

temporaneamente con le arti che lui riteneva affini,<br />

conglobandole nel suo dramma, noi avremmo avuto si una<br />

rievocazione <strong>di</strong> quello che poteva essere il gusto e lo<br />

stile <strong>di</strong> quel momento, <strong>di</strong> quell'epoca, <strong>per</strong>ò del tutto<br />

inutilizzabile oggi. Per questo io rispetto l':autono ­<br />

mia delle arti, <strong>per</strong>chè la musica, in quanto arte auto­<br />

noma, prosegue il suo cammino nel tempo, la. pittura<br />

lo stesso, e cosi le altre arti••• La musica <strong>di</strong> Wagner,<br />

(<strong>per</strong> parte sua), - precisa ancora petrassi - nonostan­<br />

te le sue teorie, ••• è assolutamente autonoma.... Il<br />

20


mi bemolle dell'Oro del Reno è un fatto puramente musi<br />

cale".<br />

21


giungere alla sco<strong>per</strong>ta della serie, serie sfruttata in<br />

sensi molto <strong>di</strong>versi da Schonbex-g, Berg e Webern". Se<br />

si vuole accettare questa schematizzazione, forse un<br />

po' troppo sicura <strong>di</strong> se stessa, la posizione <strong>di</strong> Pe­<br />

trassi è, prima degli anni '50, nettamente a favore<br />

<strong>di</strong> Stravinskij, mentre della Scuola <strong>di</strong> Vienna egli ac­<br />

coglie il gusto <strong>per</strong> il contrappunto, già del resto mu­<br />

tuato da Hindertiith" rifiuta.ndo <strong>per</strong>entoriamente il pri!!.<br />

cipio della seria1ità e il conseguente riba1tamento del<br />

sistema tona1e. Certo, specie nei lavori antecedenti<br />

alla Partita del '32, sono ravvisabi1i <strong>di</strong>versi spunti<br />

de11'atona1ismo viennese, ma qui il ter.mine da usarsi<br />

è, appunto, lI atona1ismo 1l , non già IIdodecafonia ll o 1I se­<br />

ria1ità ll (si osservi,fra l'altro, il costante impiego<br />

degli intervalli armonici <strong>di</strong> tritano, <strong>di</strong> settima e <strong>di</strong><br />

nona, nonchè il generale clima espressionistico delle<br />

due liriche Colori del tempo del '31).' Senza contare<br />

che assai poco <strong>di</strong> queste tracce rimarrà nei lavori se­<br />

35


soluzione non solo dei nesst tonali, cosa ormai vec­<br />

chia <strong>di</strong> decenni, ma anche e soprattutto <strong>di</strong> quelli tema<br />

tici e formali; si sostituisce il concetto <strong>di</strong> "tensio­<br />

ne" a quello <strong>di</strong> "forma"; i. suoni vengonoJarticolati s!:,<br />

condo giustapposizioni che, abolendo la tra<strong>di</strong>zionale<br />

funzione accordale" valgono <strong>per</strong> la loro "intrinseca qua<br />

lità sonora ••• considerando il fenomeno acustico come<br />

primor<strong>di</strong>ale" (50); si tende a su<strong>per</strong>are lo storico arti<br />

ficio del tem<strong>per</strong>amento equabile, a ricercare una nuova<br />

fisicità del suono, facendo capo al mondo inesplorato<br />

dell'elettronica e a un nuovo impiego delle risorse<br />

tecniche ed espressive della voce e degli strumenti del<br />

la tra<strong>di</strong>zione.<br />

Ora, non c'è fenomeno tra questi. che <strong>Petrassi</strong> ab­<br />

bia ignorato, o<strong>per</strong>ando cosI una sin<strong>tesi</strong> progressiva e<br />

<strong>per</strong>sonale. Egli non ha accolto che in su<strong>per</strong>ficie il<br />

principia della serializzazione integràle proposto da<br />

Webern e dai post-weberniani, ma, a partire dalla 1n­<br />

45


venzione concertata ('56-'57) e dal Quartetto <strong>per</strong> ar­<br />

chi (' 58), gli ultimi vaghi riferimenti. tematici cedo­<br />

no a un sempre crescente astrattismo figurativo, in<br />

cui la matrice weberniana, sfrondata del proprio geome<br />

trico rigore, è subito riscontrabile. I parametri del­<br />

l'intensità e del timbro sono valorizzati, il primo,<br />

dalle meticolose annotazioni del compositore, che ri­<br />

chiede spesso contrasti repentini, e, il secondo, dal<br />

progre<strong>di</strong>to impiego degli strumentitrattati solisticamen<br />

te e nella compagine <strong>orchestra</strong>le.<br />

Già nelle prime o<strong>per</strong>e,tame. ebbero a rilevare Massi­<br />

mo Mila (51) e molti altri critici, si denota unU1l.stin<br />

tiva proprietà strumentale" e una grande "maestria del<br />

la tecnica <strong>orchestra</strong>le". Ora, <strong>Petrassi</strong> conduce alle e­<br />

streme conseguenze questa naturale propensione e sonda<br />

ogni "'riposta soluzione tecnica ed espressiva. "Riten­<br />

go che con un organico il più normale possibile si può<br />

fare ancora della musica, anche la più anormale possi­<br />

46


l?!. Il Sacre fu senza dubblo l'o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> un eyersore,ma<br />

noi ve<strong>di</strong>amo adesso ccme anch'essa si sia collegata ad<br />

un tutto••• CosI anche gli eversori del 1950 si vedrà,<br />

in futuro, che non sono stati cosI eversori". (56)<br />

La concezione storicistica <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> trova il com<br />

piuto riscontro nelle sue o<strong>per</strong>e, dove, nonostante qual<br />

che ingannevole apparenza, è possibile seguire una li­<br />

nea progressiva <strong>di</strong> crescita o, meglio, <strong>di</strong> mutazione.<br />

BII cammino <strong>di</strong> <strong>Goffredo</strong> <strong>Petrassi</strong>" è il significativo<br />

titolo <strong>di</strong> un saggio <strong>di</strong> Mario Bortolotto (57): anche la<br />

crisi degli anni '40 - '50 assume un senso preciso e<br />

non contrad<strong>di</strong>torio all'interno della sua produzione.ln<br />

sostanza, come egli stesso suggerisce, <strong>Petrassi</strong> non<br />

ha mai rinnegato il barocchismo dei primi anni - in­<br />

tendendo <strong>per</strong> "barocco" "una categoria dello spirito•••<br />

so<br />

<strong>di</strong> sempre nuove es<strong>per</strong>ienze" (58) -, e il neo­<br />

classicismo <strong>di</strong>. Hindemith e <strong>di</strong> Stravinskij continua,tut<br />

tora, ad o<strong>per</strong>are in lui, determinando, ancor pia che


icorrente"; anche il concetto <strong>di</strong> "melo<strong>di</strong>a tl verrà <strong>per</strong><br />

lo più sostituito da quello <strong>di</strong> "successione intervalli<br />

ca" ••• <strong>Petrassi</strong> stesso propone queste soluzioni <strong>di</strong> let<br />

tura (64).<br />

67


4. (Primq Concerto:.<br />

il Concerto <strong>per</strong> <strong>orchestra</strong> - cosi fu intitolato ori­<br />

ginariamente il primo degli otto Concerti - venne<br />

composto a Roma, fra il <strong>di</strong>cembre '33 e il <strong>di</strong>cembre '34.<br />

Concepito <strong>per</strong> grande <strong>orchestra</strong>, ma senza aqe e <strong>per</strong>cus­<br />

sioni e presenti il saxofono contralto in mi bemolle e<br />

il pianoforte, si colloca <strong>di</strong> poco posteriore ai primi<br />

lavori <strong>orchestra</strong>li <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>: il Prelu<strong>di</strong>o e fuga <strong>per</strong><br />

archi ('29), il Divertimento in do maggiore ('30), la<br />

Ouverture da concerto e la Passacaglia ('31), la Parti­<br />

ta ('32). Sono questi gli anni in cui <strong>Petrassi</strong> ultima<br />

gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> composizione e <strong>di</strong> organo e ottiene i pri­<br />

mi consensi <strong>di</strong> pubblico e <strong>di</strong> critica (vince, fra l'al­<br />

tro, due concorsi <strong>di</strong> composizione, uno nazionale e<br />

l'altro internazionale, sue composizioni vengono tra ­<br />

smesse ra<strong>di</strong>ofonicamente ed eseguite in <strong>di</strong>verse sale <strong>di</strong><br />

Europa, nasce la fruttuosa amicizia con Casella•••••••<br />

68


usata <strong>di</strong>sinvoltura tecnica". Dove "<strong>di</strong>sinvoltura tecni<br />

ca" significa: proprietà della scrittura::strumentale e<br />

pratica dell'<strong>orchestra</strong>zione, ricerca timbrica, acquisi<br />

zione <strong>di</strong> strutture linguistiche omogenee ("tematismo"<br />

<strong>di</strong> ascendenza hindemithiana, prevalente <strong>di</strong>atonismo,ele<br />

mentare incisività ritmica e melo<strong>di</strong>ca, compattezza del<br />

le <strong>di</strong>namiche, ricorso costante - e tipicamente petras­<br />

siano - al pedale armonico e alle note ribattu.te, pri­<br />

vilegio degli intervalli armonici <strong>di</strong> quarta, quinta e<br />

settima, rigOglio <strong>di</strong> microstrutture ricorrenti, eviden<br />

za delle sezioni formali e dell'architettura••• ), e,<br />

inoltre, significa applicazione in musica <strong>di</strong> uno spiri<br />

to giovanile ed esultante.<br />

Ora, nel Concerto si riscontra un evidente compia­<br />

cimento verso i traguar<strong>di</strong> che <strong>Petrassi</strong> ha conseguito<br />

con relativa rapi<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong>mostrando una volontà e una<br />

capacità <strong>di</strong> assimilaz!one non comuni. I suoi stu<strong>di</strong> re­<br />

golari <strong>di</strong> composizione hanno inizio nel '25, nel '28<br />

70


i<br />

D'altre cante, <strong>per</strong>O, si penevauna schiera <strong>di</strong> crit!<br />

ci e <strong>di</strong> musicisti <strong>di</strong> più larghe vedute che, esaltande<br />

tratti tipicamente italiani della sua musica, faceva<br />

ne <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> un campiene della preduzione artistica<br />

nazienale.• Cesi Alfrede Casella, riferendesi, in "L'I­<br />

talia letteraria" del 2 luglie '33, ad una esecuziene<br />

della Partita al .Festival <strong>di</strong> Amsterdam (71): "Accante<br />

alle altre musiche, tutte più e mene appartenenti alle<br />

stile internazienale es<strong>per</strong>antistice••• la cempesiziene<br />

<strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> pareva un medelle <strong>di</strong> chiarezza latina, <strong>di</strong><br />

trasparenza me<strong>di</strong>terranea, <strong>di</strong> armenioso giuece <strong>di</strong> ferme,<br />

<strong>di</strong> timbri e <strong>di</strong>mele<strong>di</strong>e; qualcesa <strong>di</strong> rare infine, e che<br />

valeva a <strong>di</strong>mestrare - in. queste im<strong>per</strong>tantissime radune<br />

internazienale - quante sia .oggi in<strong>di</strong>pendente la ne­<br />

stra scuela e seprattutte quante essa si mueva cen si­<br />

curezza ed agilità lunge la via maestra ritrevata del­<br />

la tra<strong>di</strong>zione. Verrei che qualcune <strong>di</strong> q:uelli che in<br />

presenza <strong>di</strong> queste tipo <strong>di</strong> musica italiana e <strong>di</strong> altri<br />

analoghi - parlane cen tanta in<strong>di</strong>gnazione e cen tanto<br />

75


fra 28 e 29 corrisponde letteralmente al n. 3 della se<br />

zione A, ciò che ricorda proce<strong>di</strong>menti compositivi tipi<br />

camente barocchi e classici, normalmente abbandonati<br />

da fine Ottocento in poi. L'impiego tecnico - espress!<br />

vo degli strumenti rientra <strong>per</strong>fettamente nella linea<br />

della tra<strong>di</strong>zione, non solo <strong>per</strong> la loro funzione negli<br />

interventi singoli e negli impasti <strong>orchestra</strong>li (i mol­<br />

ti raddoppi <strong>di</strong> parti, presto lasciati dalla musica<br />

sinfonica del noatro secolo, sono, <strong>per</strong> lo più, quelli<br />

consigliati da Berlioz nel suo trattato <strong>di</strong> <strong>orchestra</strong> ­<br />

81<br />

saxofono viene trattato alla stregua <strong>di</strong><br />

uno strumento della tra<strong>di</strong>zione, con qualche privilegio<br />

solistico in più), ma anche <strong>per</strong> l'impiego propriamente<br />

tecnico, che evita ogni . s<strong>per</strong>imentalità vir­<br />

tuosistica e non.<br />

L'impressione che deriva dall'insieme è quella <strong>di</strong><br />

uno spessore <strong>orchestra</strong>le unitario che, clima spiritua­<br />

le a parte, rimanda spesso a moduli <strong>di</strong> strumentazione


prima <strong>di</strong> 33, mentre l'elemento ricompare integralmente,<br />

anche se in <strong>di</strong>versa soluzione ritmica, al n. 10). Altri<br />

elementi ricorrenti si presentano, la prima volta, al<br />

n. 3, 5 miss. dopo 3 (qui contemporaneamente in numero<br />

<strong>di</strong> due, l'uno alle trombe, l'altro a flauti, clarinetti<br />

e violini), al n. 5, 'al n. 6 (affidato al primo trombo­<br />

ne e, imitativamente, al primo corno, poi ripreso dagli<br />

archi), 1 mise prima <strong>di</strong> 13, al n. 24 (dove la testa è<br />

derivata dall'elemento comparso la prima volta al n.3) •<br />

Chiamare "temi" queste cellule ritmico - melo<strong>di</strong>che cui<br />

non segue sviluppo alcuno e che danno vita a un <strong>di</strong>scor<br />

so musicale che recu<strong>per</strong>a la barocca "tecnica della pro­<br />

gressione e della sequenza" (cfr. Alberto Basso: "L'età<br />

<strong>di</strong> Bach e <strong>di</strong> Haendel" (73» non ha senso. Il <strong>di</strong>scorso<br />

procede, infatti,elementarmente,tramite una iterata e<br />

<strong>per</strong> lo più. testuale enunciazione. E poiché la loro fi­<br />

sionomia è incisiva e facilmente memorizzabile e la lo­<br />

ro successione o giustapposizione è piuttosto fitta, lo<br />

84


ò, si riscontra una minore compattezza e densità stru<br />

mentale rispetto al precedente e, come si è detto, una<br />

maggiore tendenza al contrasto e al chiaroscuro. L'ar­<br />

chitettura generale si basa, assai più che sulle <strong>di</strong>f­<br />

ferenziazioni timbriche (come, invece, accadeva nel<br />

primo movimento), su specifiche caratterizzazioni IIte­<br />

matiche" •<br />

Dopo l'episo<strong>di</strong>o introduttivo(prime quattro misure<br />

e n. 1), il fugato che appare al n. 2 presenta un pri­<br />

mo elemento "tematico ll , che sarà ripreso, nel nuovo<br />

tempo <strong>di</strong> tre metà, dai celli e dai contrabbassi, alla<br />

fine del movimento (n. 15). Un nuovo elemento è intro­<br />

dotto chiaramente dai violini, al n. 8, ripetuto <strong>per</strong><br />

altre tre volte (e in modo completo due), con l'ostina­<br />

ta punteggiatura dei ribattuti del pianoforte e, fino<br />

al n. 10 escluso, dei pizzicati dei violoncelli e dei<br />

contrabbassi; è l'elemento, in tutto il concerto, che<br />

presenta maggiori connotazioni tematiche. Il "Mossoll ,<br />

91


il duplice "signum" introduttivo, dell'intervento del<br />

secondo fagotto a mia. 4 o <strong>di</strong> quello del corno inglese<br />

5 miss. dopo 1, del primo oboe 2 miss. prima <strong>di</strong> 2, del<br />

terzo trombone 2 miss. dopo 2, presto imitato dal se­<br />

condo trombone e dalla terza tromba, dei due oboi asso<br />

ciati isoritmicamertte al corno inglese 3 miss. dopo 5,<br />

e via <strong>di</strong>cendo.<br />

Stravinskiano l'impiego ritmico - <strong>per</strong>cussivo del<br />

pianoforte, specie in passi come al n. 7 e al n. 12.<br />

Il riferimento a Stravinskij è legittimo, oltre che evi<br />

dente, poiché proprio al '33 risale il primo approc<br />

cio <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> con la musica <strong>di</strong> Stravinskij, e preci­<br />

samente con l'Oe<strong>di</strong>pus Rex, esegu:l.to in quell'anno al­<br />

l'Augusteo <strong>di</strong> Roma (76), mentre assurda sarebbe ogni<br />

pretesa ascendenza nella partita ('32), o nella Ouver­<br />

ture da concerto ('3.1). Qualche prudente ar<strong>di</strong>tezza nel<br />

l'uso degli archi, dove vengono introdotti ''glissé'' e<br />

portamenti (1 mis. prima del n. 9 e 2 dopo il n. 15,<br />

93


104<br />

eti dal principio alla fine dell'o<strong>per</strong>a (ve<strong>di</strong> le semim!<br />

nime staccatissime, a miss. 1 e seguenti, l'arpeggio<br />

che compare la prima volta a miss. 19 e 20, il sogget­<br />

to dello "Scherzo strumentale", poi ripreso e trasfigu<br />

rata, gli accor<strong>di</strong> ribattutticon il caratteristico in­<br />

tervallo <strong>di</strong> nona maggiore, a miss. 33 e seguenti); an­<br />

che l'impasto armonico è volutamente povero ed essen ­<br />

ziale, a vantaggio del gusto <strong>per</strong> la <strong>di</strong>ssonanza improv­<br />

visa (ve<strong>di</strong> su "morte", a mis. 16), e cosi il contrap ­<br />

punto nei due scherzi strumentali, freddamente ironiz­<br />

zato, quasi un mondo senza possibilitA <strong>di</strong> ritorno.<br />

Ci siamo soffermati su questa partitura <strong>per</strong>chè essa<br />

è,forse, il nodo cruciale che <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> comprendere<br />

l'itinerario che porta al secondo gruppo <strong>di</strong> Concerti.<br />

Il Coro <strong>di</strong> morti non rappresenta, propriamente, una<br />

frattura rispetto alle o<strong>per</strong>e precedenti, se non altro<br />

il solido e in<strong>di</strong>scutibile mestiere e l'ancor più acce­<br />

sa figuratività (qui, a <strong>di</strong>re il vero, più me<strong>di</strong>evale che


108<br />

inquietante Noche Oscura, teso a realizzare "espressi2<br />

nisticamente" in musica il clima <strong>di</strong> forte misticismo<br />

della Spagna cattolica del Cinquecento: pia sereno,<br />

e <strong>per</strong>meato <strong>di</strong> valori puramente musicali, il Secondo<br />

concerto.<br />

Composto fra l'aprile e il <strong>di</strong>cembre 1951, esso cade<br />

in esatta coincidenza con il corso estivo <strong>di</strong> composi ­<br />

zione tenuto da <strong>Petrassi</strong> al Mozarteum <strong>di</strong> Salisburgo e)<br />

fatto . notevole, con l'acquisto <strong>di</strong> due qua­<br />

dri del Burri (88) che, pur utilizzando materiali anti<br />

pittorici, piacquero talmente al <strong>Petrassi</strong> collezioni ­<br />

sta, da indurlo a riflettere quelle suggestioni, <strong>per</strong><br />

lui affatto nuove e inaspettate, nei lavori seguenti.<br />

Da notare anche che il viaggio a Salisburgo è il primo<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> viaggi <strong>di</strong> lavoro che, nel giro <strong>di</strong> una<br />

decina d'anni, lo porteranno successivamente in In­<br />

ghilterra, America Latina, Stati Uniti, Giappone, Bul­


111<br />

e la cantata Noche Oscura. La conoscenza <strong>di</strong> questi<br />

ultimi è si in<strong>di</strong>spensabile, <strong>per</strong> cogliere il processo<br />

<strong>di</strong> mutazione che dagli anni '30 ha condotto al secondo<br />

gruppo <strong>di</strong> Concerti, ma il Secondo concerto potrà appa­<br />

rire un'involuzione rispetto ad essi, se non si tiene<br />

conto del clima e degli inten<strong>di</strong>menti del tutto <strong>di</strong>versi<br />

che lo animano. Qui,a <strong>Petrassi</strong> non interessano piU<br />

contenuti umani e morali <strong>di</strong> Coro <strong>di</strong> morti o <strong>di</strong> Noche<br />

Oscura, bensi il puro e <strong>di</strong>sinteressato far musica, una<br />

scelta e una necessità che molto spesso si pongono lun .<br />

go il suo cammino.<br />

Ma ve<strong>di</strong>amo da vicino com'è strutturato questo con­<br />

certo (90). Quattro parti, o movimenti, in soluzione<br />

<strong>di</strong> continuità: primo movimento "Calmo e sereno" e poi<br />

"Molto mosso, con vivacità", secondo movimento IIAlle­<br />

gretto tranquillo (con spirito)", terzo "Molto calmo,<br />

quasi adagio", quarto "Presto". Notiamo subito come le<br />

i


113<br />

<strong>di</strong>caziQni tecnico-strumentali, unite ad altre <strong>di</strong> tipo<br />

espressivo, come il "senza vibrare sereno" dei violini,<br />

a mis. 2, o il "dolcemente staccato" dell'oboe e dei<br />

corni, a mis. 19, il "con grazia" del flauto, a miss.<br />

101 - 102; accompagnato da una <strong>di</strong>namica e un fraseggio<br />

meticolosamente annotati, il "poco sf, p e dolce" del<br />

primo corno, a mis. 250, il "sciolte - leggero" (sic)<br />

delle semicrome degli archi, a miss. 305 e seguenti •••<br />

L'aspetto tecnico appare in funzione <strong>di</strong> un'espressivi­<br />

tà più o meno sotterranea, memore, il primo, delle It a ­<br />

strazioni" della Sonata da camera <strong>per</strong> clavicembalo e<br />

<strong>di</strong>eci strumenti del '48, e, la seconda, dei due ballet<br />

ti, <strong>di</strong> Morte dell'aria e, soprattutto, <strong>di</strong> Noche Oscura<br />

('42 .•• '51). I due/aspetti si compenetrano in un equi­<br />

librio sottile e poco evidente alla su<strong>per</strong>ficie.<br />

La sutura dei quattro movimenti è sempre segnata dal<br />

progressivo estinguersi del movimento precedente e da<br />

un ponte <strong>di</strong> transizione, che suggerisce all'ascoltato­


zione del primo elemento ritmico).<br />

120<br />

A questi elementi "puramente ritmici", assenti o<br />

comunque più elatentari che nel (Pr,imo) Concerto ,si con­<br />

trappuntano quelli propriamente "tematici". E, forse,<br />

qui l'attributo "tematico" ha anche maggior ragione <strong>di</strong><br />

impiego che non nel' (Primo) Concerto, poichè l'elemen­<br />

to iniziale, proposto a miss. 2 •••8,secondo movenze che<br />

stanno a mezzo fra il ricercare cinquecentesco e la<br />

composizione pastorale, ha davvero i tratti e la com­<br />

piutezza <strong>di</strong> un tema assoggettabile a prossimi sviluppi,<br />

..<br />

che <strong>di</strong> fatto non ci saranno. Questo elemento iniziale,<br />

dunque, è assai più che una semplice cellula, ritmica e<br />

melo<strong>di</strong>ca, e ricorre" spezzato in due tronconi e, spesso,<br />

<strong>per</strong> moto contrario, lungo tutto il brano. Le battute 2<br />

••• 18 - chè la prima è occupata dal consueto "signum"<br />

d'introduzione, questa volta non più un bicordo <strong>di</strong>sso­<br />

nante, ma un unico "mi" affidato a tutti gli strumenti<br />

dell'<strong>orchestra</strong>, tranne i fagotti ·e i contrabbassi - so


no "giocate" su questo primo elemento, che si contrap­<br />

121<br />

punta <strong>di</strong>versamente con se stesso e con il primo elemen<br />

to ritmico. Il primo troncone <strong>di</strong> esso riapparirà a<br />

miss. 25, 46 e 49, 70, 73, 74; il secondo (ve<strong>di</strong> parte<br />

dei violini primi, a miss. 7 e 8) alle miss. 28, 46<br />

e 49 (sovrapposto al primo troncone), 50, 51 etc.<br />

Altri elementi "tematici" ricorrenti, ma meno com­<br />

piuti nella loro enunciazione, si notano la prima volta<br />

a miss. 19 e 21 (oboe), 28 (flauto), 66 (clarinetti e<br />

violini). A riguardo <strong>di</strong> quest'ultimo elemento, rapida<br />

sequenza <strong>di</strong> terzine <strong>di</strong> crome, è notevole rilevare che<br />

si tratta <strong>di</strong> un'autentica successione dodecafonica,non<br />

certo casuale se viene integralmente ripetuta <strong>per</strong> al­<br />

tre tre volte nel corso del movimento (a miss. 90 e 91).<br />

Se non an<strong>di</strong>amo errati, è questa la seconda volta che<br />

<strong>Petrassi</strong> inserisce fuggevolmente in un suo lavoro una<br />

serie dodecafonica, <strong>per</strong> altro non sfruttata nelle pro­<br />

prie potenzialità organizzative: la prima è in Noche


127<br />

tranquillo (con spirito)" in forma tripartita con una<br />

sezione centrale <strong>di</strong> sviluppo (miss. 146 ••• 185) e ,la<br />

breve falsa ripresa, o coda, a conclusione (miss. 186<br />

.•• 205 (o 198» seguita dal ponte al movimento succes­<br />

sivo - riprendono il secondo elemento ritmico del pri­<br />

mo tempo, mentre l''',incipit'' del flauto è tratto da un<br />

inciso più volte ricorrente nel "Calmo e sereno" ini ­<br />

ziale (miss. 5, 7, 8, 10, 14 ••.95, 96, 98), e così la<br />

figurazione (ovv. I · m ), o quella<br />

(OVV. r.-l<br />

........<br />

Il terzo movimento, "Molto calmo, qua<strong>di</strong> adagio"<br />

una sorta <strong>di</strong> rondò il cui ritornello, appena accennato<br />

da clarinetti e fagotti <strong>per</strong> moto contrario, a miss.<br />

227 ••• 229, ritorna in evidenza a miss. 263 e 279 ri<br />

propone in chiave ••• "natalizia" le soluzioni ritmiche<br />

<strong>di</strong> sapore vagamente pastorale del primo movimento, ed<br />

anzi cita testualmente, a miss. 268 ••• 271 (parte del<br />

primo fagotto), l'elemento tematico introdotto dall'o­<br />

) .


6. Récréation concertante (Terzo concerto)<br />

132<br />

Fra l'ottobre '51 e l'ottobre 152, fra le ultime<br />

battute <strong>di</strong> Secondo concerto e le prime <strong>di</strong> Récréation<br />

concertante (Terzo concerto), <strong>Petrassi</strong> scrive i Cinque<br />

duetti <strong>per</strong> due violoncelli, ine<strong>di</strong>ti e de<strong>di</strong>cati al vio­<br />

loncellista Enrico Mainar<strong>di</strong>, suo collega ai corsi del<br />

Mozarteum <strong>di</strong> Salisburgo, nell'estate '51, i piU famosi<br />

Nonsense <strong>per</strong> coro a cappella, sugli spassosi testi <strong>di</strong><br />

Edward Lear tradotti da Carlo Izzo e un Gloria in ex­<br />

celsis Deo <strong>per</strong> soprano, flauto e organo, anch'esso ine<br />

<strong>di</strong>to. Nient'altro. Lavori relativamente <strong>di</strong> modesto im­<br />

pegno, che docurcentano, dopo le gran<strong>di</strong> o<strong>per</strong>e del pe­<br />

riodo precedente, un rallentamento nell'attività<br />

creativa <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>. Parallelamente, proseguono<br />

viaggi all'estero, a Basj.,lea, <strong>per</strong> presenziare alla pri<br />

ma <strong>di</strong> Secondo concerto (commisionatogli. dal <strong>di</strong>rettore sta<br />

bile della Basler Kammerorchester, Paul Sacher) e a<br />

i


152<br />

il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> maggiore adesione - adesione <strong>per</strong> altro,<br />

come abbiamo esemplificato, del tutto <strong>per</strong>sonale e non<br />

poi CQsì determinante al fine dei caratteri del suo<br />

mutato linguaggio - è limitato fra il Terzo e il Se­<br />

sto concerto. Dopo, s<strong>per</strong>imentato e fatto proprio an­<br />

che questo aspetto dell'attuale civiltà musicale (im­<br />

prescin<strong>di</strong>bile, specie dagli anni '50 in poi), con il<br />

Quartetto <strong>per</strong> archi e la Serenata <strong>per</strong> flauto, viola,<br />

contrabbasso, clavicembalo e <strong>per</strong>cussione (entrambi del<br />

'58), il Trio d'archi del '59 etc. egli si <strong>di</strong>sferà <strong>di</strong><br />

ogni senso <strong>di</strong> obbligo informativo nei confronti della<br />

dodecafonia, della quale manterrà, intatto solo lo spi­<br />

rito <strong>di</strong> definitiva evasione tonale e la concezione in­<br />

tervallica dei suoni.<br />

Detto questo, l'analisi <strong>di</strong> Récréation concertante<br />

(Terzo concerto) può avvenire su <strong>di</strong>versi piani, senza<br />

concentrarsi necessariamente sulla questione seriale.(105)


legro spiritoso" si contano ventuno cambiamenti in so­<br />

i<br />

154<br />

le sessanta battute), fanno <strong>di</strong> questo concerto il più<br />

_mobile, agogicamente e ritmicamente, dei tre compo­<br />

sti finora da <strong>Petrassi</strong>.<br />

A proposito dell'aspetto ritmico, è da notare che<br />

<strong>Petrassi</strong> ricerca, qui <strong>per</strong> la prima volta, soluzioni ir<br />

regolari e fortemente asimmetriche, non tanto attraver<br />

so l'adozione <strong>di</strong> figure ritmiche che non appartengono<br />

al tempo in<strong>di</strong>cato (terzine, quartine, sestine etc.) ,ma<br />

tramite pause e accenti che <strong>di</strong>sorientano il normale<br />

solfeggio e la normale alternanza dei movimenti (e del<br />

le sud<strong>di</strong>visioni) forti e deboli.<br />

Le prime misure del concerto sono sintomatiche: nes<br />

suno, a un semplice ascolto, potrebbe ricostruirne con<br />

certezza la grafia stabilita da <strong>Petrassi</strong>; i "battere"e<br />

IIlevare" sono inafferrabili e la sequenza ritmica<br />

poiché <strong>di</strong> semplice sequenza si tratta, e non <strong>di</strong> con-o<br />

trappunto - procede varia e irregolare. La prima enun­


162<br />

senza la settima nota della serie - del trombone, a<br />

miss. 62 ••• 66; o il moto contrario dei violini, subito<br />

dopo, a miss. 66 •••73, senza le note 11 e 12; o, anco­<br />

ra, il moto retrogrado dei violini a miss. 108 .•• , il<br />

moto retto dei violoncelli sulla tastiera, a miss. 113<br />

•.• etc.): "conati. melo<strong>di</strong>ci" presto interrotti, affi­<br />

dati ai fiati (notevole, e inatteso, lo slancio lirico<br />

del primo fagotto, a miss. 47 ••• 62, <strong>per</strong> il quale è ad­<br />

<strong>di</strong>rittura in<strong>di</strong>cato "espressivo"7 cosi le due frasi del<br />

trombone in "mezzopiano", a miss. 62 ••• 68, e, poco più<br />

avanti, a miss. 77 .••79); integrazione <strong>di</strong>alettica dei<br />

timpani con la batteria (interessante il "battibecco"<br />

che inizia timidamente a mis. 76 e si protrae, sempre<br />

più insistente, fino a mis. 95, dove timpani e batte ­<br />

ria trovano finalmente un accordo nell'esporre insieme<br />

le ultime due crome) •••<br />

Come la sezione .introduttiva, che abbiamo visto es­<br />

sere una presentazione del "totale timbrico" adottato


contemporaneità timbrico-armonica.<br />

Secondo movimento (miss. 166 ..•218). " ..• una spe­<br />

cie <strong>di</strong> intermezzo o meglio <strong>di</strong> interlu<strong>di</strong>o tra gli episo­<br />

166<br />

<strong>di</strong> maggiori ••• : un <strong>di</strong>vagare dell'estro, un <strong>di</strong>panarsi lE!9:<br />

gero e lineare delle voci strumentali, il IIconcertante"<br />

appunto in cui in questo caso l'interlocutore principa­<br />

le è il corno inglese" (108). Difatti, il camerismo <strong>di</strong><br />

questo episo<strong>di</strong>o - basato, almeno fino a mis. 190, sulla<br />

<strong>di</strong>alettica alternanza <strong>di</strong> fiati e <strong>di</strong> archi (rispettivi<br />

protagonisti il corno inglese e i violini uniti), poi<br />

integrati fra loro con neoclassica <strong>di</strong>screzione, da mis.<br />

191 a 207 - domina in<strong>di</strong>scusso fino al "Vigoroso e ritmi<br />

co" seguente. Unica eccezione le miss. 210 ••• 212 che,<br />

come un lampo, squarciano. <strong>per</strong> un attimo, il sottile a­<br />

rabesco. Suggestivo il IIfortissimo" dei timpani a mis.<br />

212, quasi un tuono che 9iunge tar<strong>di</strong>vamente e si protrae<br />

(sempre in IIfortissimo") sotto il fremere appena u<strong>di</strong>bi­<br />

le dei fagotti, spegnendosi in un·"pianissimo" bronto ­


172<br />

interessante commistione <strong>di</strong> elementi puramente timbri­<br />

ci e <strong>di</strong> altri propriamente melo<strong>di</strong>ci (o intervallari) ,<br />

che, se non erriamo,hanno poco a che vedere, con l'esp2.<br />

sizione seriale del primo movimento, fermi restando la<br />

insistenza sull'intervallo <strong>di</strong> terza minore e l'adozio­<br />

ne <strong>di</strong> un libero pancromatismo. (A meno che non si vo­<br />

glia leggere passi come questo dei violini a miss.395 •<br />

•• 397 nel seguente modo:<br />

DOpo <strong>di</strong> che ula <strong>di</strong>ritta via è smarrita".).<br />

A parte le citazioni da Noche oscura, molti elemen­<br />

ti melo<strong>di</strong>ci si espandono in ampie volute alla paI:'te<br />

degli archi, senza <strong>per</strong>'altro assumere paI:'venze temati­<br />

che, come il <strong>di</strong>steso intervallare' dei violoncelli, a


174<br />

tipo assolutamente tra<strong>di</strong>zionale se non accademico (miss.<br />

414 ••. ) e le "im<strong>per</strong>tinenti" crome puntate dei flati<br />

(miss. 412 •.. 414) ci guidano gradatamente al movimento<br />

conclusivo, "Allegretto sereno".<br />

Quarto movimento (miss. 425 ••• 469). L'anti­<br />

<strong>tesi</strong> del precedente. Vengono riprese, in tempo più ra­<br />

pido, le crome puntate <strong>di</strong> miss. 412 ••. 414, ma la fissi<br />

tà timbrica dell' "Adagio moderato" cede a un <strong>di</strong>vertito<br />

meccanicismo hindemithiano, in cui sono assenti le e­<br />

spansività melo<strong>di</strong>che così come i cromatismi esas<strong>per</strong>ati.<br />

La ricerca timbrica <strong>di</strong>venta gioco astratto <strong>di</strong> forme,<br />

gioco a incastri <strong>di</strong> precisione. L'aggiunta agogica n s!:,<br />

reno" sta, appunto, a significare l'oggettiva aproble­<br />

maticità <strong>di</strong> questo movimento, che, con i suoi rapi<strong>di</strong><br />

"tic-tac" <strong>di</strong> <strong>per</strong>fetto ingranaggio da orologeria (o <strong>di</strong>.<br />

"computer" <strong>di</strong> un'informatica an<strong>tesi</strong>9nana •.• ), ci cond!!<br />

ce, in poche misure, alla conclusione del concerto.E',


179<br />

<strong>per</strong> quanto riferite dal Vorena proprio a questo Terzo<br />

concerto, vanno, secondo noi, applicate - forse ancora<br />

con qualche limitazione - a lavori <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> più re­<br />

centi e, nell'ambito dei Concerti, a Settimo concerto<br />

e, in minor misura, a ottavo concerto.<br />

Se è vero che l'intervallo assume, in Récréation<br />

concertante (Terzo concerto), un ruolo primario rispe!<br />

to ai tra<strong>di</strong>zionali concetti <strong>di</strong> melo<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> armonia<br />

(e lo si è visto nel reiterato e <strong>di</strong>vertito impiego del<br />

l'intervallo <strong>di</strong> terza minore, o nell'adozione <strong>di</strong> tria­<br />

<strong>di</strong> armoniche cui si ad<strong>di</strong>viene "<strong>per</strong> autogerminazione"<br />

(11 3), e se è vero che l'analisi dei tre parametri in­<br />

tervallo - timbro - ritmo può sostituirsi con miglior<br />

successo all'analisi formale <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale - a­<br />

nalisi e partizione della macrostruttura in base agli<br />

elementi tematici ricorrenti -, non cre<strong>di</strong>amo, tuttavia,<br />

che si possa ancora parlare <strong>di</strong>. "riduzione della figura<br />

musicale a segno privo <strong>di</strong> significato", e, nel presen­


188<br />

Non è <strong>di</strong>fficile scoprire la matrice <strong>di</strong> Musica <strong>per</strong><br />

strumenti a corda, celeste e <strong>per</strong>cussione, dove la pr!<br />

ma parte "Andante tranqu:Ulo" (anch' essa i11 tempo com<br />

posto e affidata alle crome sinuose degli archi) ri ­<br />

corda il "Placidamente" <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura <strong>di</strong> Quarto Concer­<br />

to. Simile atteggiamento ritroviamo nel Bartbk dei<br />

Quartetti, e in particolare nel Secondo quartetto(pri<br />

mo movimento, 9/8 - 6/8, "Moderato") I nel Terzo quar­<br />

92 11<br />

tetto (seconda parte, al "Più mosso, J. = 90 - in<br />

tempo 3/8 (nn. 13 e segg. delle e<strong>di</strong>zioni Philarmonia»<br />

e nel Sesto quartetto (esor<strong>di</strong>o "Mestoli in 6/8 <strong>di</strong> ogn!!,<br />

no dei quattro movimenti e, benchè in tempo "Vivace",<br />

tutto il primo movimento, a partire da mis. 24). Un<br />

primo imme<strong>di</strong>ato legame con il grande collega unghere­<br />

se è, dunque, ravvisabile, oltre che nella adozione e<br />

sclusiva degli archi (strumenti bartokiani <strong>per</strong> eccel­<br />

lenza), nell'uso insistito e melo<strong>di</strong>camente espressivo<br />

delle crome in tempo moderato <strong>di</strong>" 6, 9 o 12/8, secondo


194<br />

un guarito, in modo li<strong>di</strong>co" (secondo movimento del<br />

Quartetto in la minore op. 132), all"'Andante con mo­<br />

to ma non troppo" dell'op. 130, all'''Adagio ma non<br />

troppo e molto espressivo" dell'op. 131, al "Lento as<br />

sai, cantante e tranquillo" dell'op. 135.<br />

Dopo Bart6k, molti altri compositori, oltre a Pe­<br />

trassi, hanno trasferito nella propria musica "gli e­<br />

lementi <strong>di</strong> una natura visionaria e notturna, portata<br />

a scandagliare gli aspetti celati delle cose e la vi­<br />

ta segreta della materia," (122). Fra <strong>di</strong> essi, il con­<br />

terraneo <strong>di</strong> Bart6k,Gyorgy Ligeti - del quale ricordo<br />

le fissità astrali <strong>di</strong> Aeparitions e <strong>di</strong> Atmoseheres<br />

<strong>per</strong> <strong>orchestra</strong> ('60 - 161), del Requiem <strong>per</strong> coro e or­<br />

chestra e <strong>di</strong> Lux aeterna <strong>per</strong> coro misto a cappella<br />

('66), <strong>di</strong> Lontano <strong>per</strong> <strong>orchestra</strong> ('67) -, il polacco<br />

Krzystof Penderecki - autore <strong>di</strong> un allucinato Threnos<br />

(Klagegesang auf <strong>di</strong>e 0efer von Hlro'shima) <strong>per</strong> 52 ar­<br />

chi ('60) e <strong>di</strong> uno Stabat Mater <strong>per</strong> tre cori a cappel


210<br />

in Récréation concertante (Terzo concerto). Ritorna ,<br />

cioè, alla <strong>di</strong>vertita "invenzione" sull'intervallo <strong>di</strong><br />

terza minore, che aveva costituito il nerbo del "Vigo<br />

roso e ritmico" del concerto precedente. In più, ven­<br />

gono riprese alcune rapide movenze del "Presto" con ­<br />

elusivo <strong>di</strong> Secondo concerto (che, fra l'altro, già si<br />

era rilevato avere <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> contatto con il<br />

"Presto" del Concerto <strong>per</strong> <strong>orchestra</strong> <strong>di</strong> Béla Bart6.k;).u.!.<br />

tima considerazione <strong>di</strong> carattere generale la forma<br />

tripartita, che mai <strong>per</strong> <strong>Petrassi</strong> come in questo movi<br />

mento rimanda cosI chiaramente allo schema tra<strong>di</strong>zio­<br />

nale A B A.)dove B (miss. 162 •••249) è un'autentico<br />

"Trio" e A, (miss. 250 ••• 283) è ripresa variata e ab­<br />

breviata <strong>di</strong> A.<br />

Eppure, malgrado tutte queste ascendenze ai ConceE<br />

ti precedenti e ad una forma insigne e classica, come<br />

quella del "minuetto" - almeno <strong>per</strong> quel che riguarda


213<br />

maggiore, seguono almeno 16 - 17 battute che si pos­<br />

sono analizzare, davvero eccezionalmente <strong>per</strong> <strong>Petrassi</strong>,<br />

sulla base <strong>di</strong> soli principi seriali (cosI, il contrae<br />

basso espone <strong>per</strong> moto contrario le prime otto note<br />

della serie già proposta nel "Placidamente", a miss.<br />

14 ••• 21, e violini primi - violini secon<strong>di</strong> - viole<br />

viQloncelli ne espongono in successive imitazioni ca<br />

noniche un<strong>di</strong>ci note, sempre <strong>per</strong> moto contrario, con<br />

l'aggiunta <strong>di</strong> "note <strong>di</strong> volta" e la ripetizione della<br />

nota 3 - "nota sfuggita"? - fra le note 4 e 5; e cosi<br />

via) •<br />

Il successivo "Sereno" (miss •.162 ••• 249), "Trio"<br />

della evidente forma tripartita., contrasta l' inquiet!!,<br />

<strong>di</strong>ne della parte precedente e <strong>di</strong> quella seguente. Es­<br />

so, inoltre, prelude vagamente ai mo<strong>di</strong> del futuro<br />

Quartetto <strong>per</strong> archi del '58, al quale si riconnette<br />

<strong>per</strong> la "elasticità" e "como<strong>di</strong>tà" (cfr. le relative<br />

in<strong>di</strong>cazioni agogiche ed espressive) dell'ampio, 1so ­


omogeneità <strong>di</strong> concezione" •••<br />

Ma cre<strong>di</strong>amo che l'attenzione principale <strong>di</strong> questo<br />

217<br />

terzo movimento sia assorbita dal "Lentissimo" che lo<br />

conclude (a miss. 322 ••• 360), fungendo anche da "trait<br />

d'union" con 11 "Allegro moltol"Al1egro giusto" finale<br />

(e collocato, <strong>per</strong>ciò, in una posizione del tutto simi<br />

le a quella dell'''Adagio moderato" <strong>di</strong> Récréation con­<br />

certante (Terzo concerto». Si tratta del vero centro<br />

gravitazionale del concerto. "Der Hohepunkt <strong>di</strong>eses<br />

Satzes ist dynamisch eine "Anticlimax"" <strong>di</strong>ce giusta ­<br />

mente Roman Vlad in un saggio del '59 (129). E tale<br />

"Anticlimax", termine secondo noi indovinatissimo,co,!!<br />

siste in una "statische Vision" (130) che procede <strong>di</strong><br />

gran lunga oltre gli spazi sonori <strong>di</strong> Bart6k, anche se<br />

questi <strong>per</strong>mangono come ineliminabile punto <strong>di</strong> parten­<br />

za.<br />

Pren<strong>di</strong>amo a prestito altre espressioni, questa voI<br />

ta del critico Mario Bortolotto (131): "estatici scor


218<br />

rimenti delle parti••• entro l·immobilità generale del<br />

passo", "concezione del suono puro", "neutralizzazio­<br />

ne del parametro altezza nel timbro". Sono espressio­<br />

ni riferite al "Lentissimo" in questione. Difatti,ciò<br />

che affascina maggiormente in questo passo, che è sen<br />

za dubbio una delle pagine più interessanti e sugge ­<br />

stive <strong>di</strong> tutta la produzione <strong>di</strong> petrassi,è la compre­<br />

senza dei momenti statico e <strong>di</strong>namico. Le linee inter­<br />

valliche affidate alle singole sei voci considerate<br />

in se stesse hanno un carattere progre<strong>di</strong>ente e <strong>di</strong>se ­<br />

gnano,fra miss. 322 ••• 330, delle arcate melo<strong>di</strong>che.<strong>di</strong>f<br />

ferenziate internamente anche da,un punto <strong>di</strong> vistarit<br />

mico, che sembrano suggerire uno spiccato senso <strong>di</strong> mo<br />

to, anzichè <strong>di</strong> stasi.<br />

Si prenda l·arcata <strong>di</strong>segnata dai violini primi,che,<br />

nello spazio <strong>di</strong> nove misure, <strong>per</strong>corrono un itinerario<br />

non privo <strong>di</strong> slanci propriamente melo<strong>di</strong>ci e <strong>di</strong> cadute,<br />

fra l·altro enunciando consecutivamente una serie com


punti a incastro, dove gli strumenti sono impegnati<br />

223<br />

in un nervoso battibecco. Prima della estrema conclu­<br />

sione, il "Calmo" <strong>di</strong> miss. 513 ••• 529 rlpropone il pr!<br />

ma elemento ritmico - melo<strong>di</strong>co del "Placidamente" ini<br />

ziale, punteggiandolo, ai violini primi, con tria<strong>di</strong><br />

<strong>per</strong>fette minori. Il sestetto formato dalle prime par­<br />

ti <strong>di</strong> violini primi e secon<strong>di</strong> (<strong>di</strong>visi entrambi a due),<br />

<strong>di</strong> viole e violoncelli, attacca, dopo le prime quat ­<br />

tra misure del "Calmali, un:breve ma denso episo<strong>di</strong>o in<br />

fugato (miss. 517 •••529), che è il riscontro in chia­<br />

ve univocamente <strong>di</strong>namica, e anche un po' accademica ,<br />

del IILentissimo" <strong>di</strong> chiusura del terzo movimento. La<br />

ripresa dell' "Allegro giustoIl, a mis. 532, in seguito<br />

alla pausa riflessiva del "Calmo", è la coda che gui­<br />

da alla conclusione, in un incalzante "stringendo".<br />

Analizzando nei particolari, Quarto concerto deno­<br />

ta un bartokismo e, contemporane?mente, un deciso e


uno dei punti <strong>di</strong> riferimento è la tensione, il mecca­<br />

244<br />

nismo delle varie tensioni, dei vari punti tensivi e<br />

il rapporto tra <strong>di</strong> loro (147).<br />

Sono espressioni dello stesso <strong>Petrassi</strong>,che, <strong>per</strong><br />

proseguire e approfon<strong>di</strong>re il senso della citazione,s2<br />

stiene anche che il proprio sistema <strong>di</strong> lavoro· "non è<br />

precostituito se non in linea molto sommaria, cioè<br />

scrivere un pezzo <strong>per</strong> <strong>orchestra</strong>, oppure scrivere un<br />

pezzo <strong>per</strong> strumenti. Ma questa è la scelta del mate ­<br />

riale da collocare in una certa situazione••• <strong>per</strong> il<br />

resto la precostituzione, la programmazione, sono ••••<br />

in contrasto con il••• (suo) modo <strong>di</strong> lavorare" (148).<br />

Dove la "scelta del materiale", cioè dell 'organicostw<br />

mentale, è il punto <strong>di</strong> partenza e l'impulso <strong>di</strong> ·ogni<br />

possibilità <strong>di</strong> ispirazione, che si particolarizza in<br />

"situazioni" emotive <strong>di</strong>venienti. L'analisi dettaglia­<br />

ta <strong>di</strong> queste situazioni e dei mezzi tecnici attraver­<br />

so i quali si <strong>per</strong>viene ad esse in Quinto concerto sa­


247<br />

vola, il cui intervento è drammatizzato dal sol <strong>di</strong>e<br />

sis, in "pianissimo" sulla. quarta corda. dei violini<br />

secon<strong>di</strong> e, in particolar modo, dal suggestivo colpo<br />

<strong>di</strong> gong (che è, fra le altre <strong>di</strong> questo inizio, la no­<br />

ta timbrica più imme<strong>di</strong>ata ed effettistica); i trombo­<br />

ni "dolci" con sor<strong>di</strong>na, che enunciano <strong>per</strong> primi, in<br />

un <strong>di</strong>atonico "punctum contra punctum" <strong>per</strong> moto contra<br />

rio, la breve e interrogativa citazione del "Lieta no"<br />

da Coro <strong>di</strong> morti (miss. 3 e 4) ••• Bastano queste quat­<br />

tro misure <strong>per</strong> definire un preciso ambito timbrico<br />

emotivo che si manterrà sostanzialmente <strong>per</strong> tutto il<br />

lavoro.<br />

Si puO parlare <strong>di</strong> una prima sezione <strong>di</strong> questo mov!<br />

mento (miss. 1 •• • 42), <strong>per</strong> lo più giocata in "PPp' - mp"<br />

sugli elementi timbrici e ritmico-melo<strong>di</strong>ci espost;i in<br />

principio dalle viole, dall'arpa e dai tromboni. Il<br />

senso che essa suggerisce è quello <strong>di</strong> un'arcana a­<br />

spettazione. Con il "PiO. mosso" seguente (miss. 42 •••


e dal primo fagotto all'unisono, a mise 73 da flauto<br />

e primo oboe, a miss. 81 e 82 dal primo clarinetto<br />

etc.<br />

255<br />

Un altro elemento che ricorre frequentemente è il<br />

<strong>di</strong>atonismo <strong>di</strong>scendente proposto da flauto e ottavino,<br />

a mise 21, e che può rammentare la citazione da Coro<br />

<strong>di</strong> morti del primo movimento: lo riincontriamo più a­<br />

vanti, al primo corno (miss. 25 e 27), all'ottavino<br />

(miss. 34 e 35, <strong>per</strong> allargamento), al clarinetto bas­<br />

so unito a viole, celli e bassi (miss. 41 e 42, anche<br />

qui <strong>per</strong> allargamento), all'arpa e ai bassi la misura<br />

dopo, e così via. Ritroveremo, ancora, l'inciso del<br />

primo fagotto <strong>di</strong> mise 1, l'arpeggio dei clarinetti <strong>di</strong><br />

miss. 3 e 4, le terzine del primo oboe <strong>di</strong> mise 5, le<br />

note ribattute degli archi <strong>di</strong> miSe 13 e seguenti •••••<br />

La natura emotiva e psicologica <strong>di</strong> questa prima se<br />

zione del movimento è, dunque, rappresentata in primo<br />

luogo da una complessa costellazione <strong>di</strong> elementi - o


260<br />

missimo" conclusivo al "Moltomoderato" <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura è<br />

un fatto talmente imme<strong>di</strong>ato e istintivo, che le rela­<br />

zioni formali tra i <strong>di</strong>versi elementi ritmico-melo<strong>di</strong>ci<br />

delle due parti in questione appaiono del tutto secon<br />

darie, al confronto dei valori timbrico - <strong>di</strong>namico<br />

emotivi.<br />

Per precisione, si devono tuttavia rilevare,oltre<br />

a quelle già accennate, alcune chiare riprese: i moti<br />

contrari dei contrabbassi, a miss. 205 ••• 208, presen­<br />

ti anche oltre, che riproducono <strong>per</strong> moto retrogrado<br />

quelli <strong>di</strong> miss. 29 ••. , 38 •.• , 54 ••• , etc. del primo<br />

movimento; i pizzicati, sempre dei contrabbassi (+<br />

timpani), a miss. 214 ••• 221epiù avanti, che enunciano<br />

le prime quattro note della serie comparsa alle viole<br />

e imitano un passo ostinato più volte ricorrente nel<br />

primo tempo (cfr. miss. 47 ••• , 132 ••• , 164 ••. etc) iil<br />

medesimo frammento tetraseriale in imitazione fra gli<br />

archi, a miss. 227 ••• 232, l'utilizzazione della prima


265<br />

stri <strong>per</strong> quin<strong>di</strong>ci esecutori ('66 - '67) o Grand sep ­<br />

tuor ('77 - '78) ••• , sarà il nuovo oggetto <strong>di</strong> indagi­<br />

ne, un'indagine che mira a svelarne le piU risposte<br />

qualità tecnico - virtuosistiche, allontanandosi dal<br />

tra<strong>di</strong>zionale concetto <strong>di</strong> "espressività", cui in so­<br />

stanza è ancora legato Quinto concerto.<br />

Esempi <strong>di</strong> questo tipo non mancano nemmeno nella<br />

produzione precedente <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>, (si vedano i Non­<br />

sense <strong>per</strong> coro a cappella e le Invenzioni <strong>per</strong> piano ­<br />

forte del '44l.Ma l'intento espressivo, comunque, è<br />

in essi evidente e vuol essere anteposto a quello pu­<br />

ramente tecnico, tant'è che i passaggi <strong>di</strong> acrobatico<br />

virtuosismo si può <strong>di</strong>re che siano del tutto assenti<br />

nel <strong>Petrassi</strong> degli anni '30 ••• 1 50, <strong>per</strong> coronarsi, in­<br />

fine, nelllllespressivismo totale" <strong>di</strong> questo concerto.<br />

Forse, Quinto concerto, piU che un punto cruciale<br />

o - come <strong>di</strong>ce Dino Villatico (154) - un "punto <strong>di</strong> vol<br />

ta", è la meta ultima <strong>di</strong> una ricerca espressiva, 01 ­


9. Invenzione concertata (Sesto concerto)<br />

268<br />

Quinto concerto fu composto nel 1955, Invenzione con­<br />

certata (Sesto concerto) fra llottobre 156 e il marzo<br />

157. Eppure, malgrado i <strong>di</strong>versi mesi intercorsi tra<br />

due lavori, il catalogo delle o<strong>per</strong>e petrassiane non<br />

ne annovera altri in questo <strong>per</strong>iodo, rimandando, inve­<br />

ce, a due soggiorni <strong>di</strong> lavoro negli Stati Uniti. Il<br />

primo <strong>di</strong> questi risale al novembre-<strong>di</strong>cembre 155, in oc<br />

casione delle celebrazioni del "Saluto a Roma" e della<br />

prima esecuzione assoluta <strong>di</strong> Quinto concerto (tenutasi<br />

a Boston il 2 <strong>di</strong>cembre): il secondo, più lungo e pro ­<br />

trattosi <strong>per</strong> circa due mesi nelllestate successiva,co­<br />

incide con il corso <strong>di</strong> composizione al Berkshire Music<br />

Center <strong>di</strong> Tanglewood nel Massachussetts - cui <strong>Petrassi</strong><br />

è chiamato in qualità <strong>di</strong> docente dalla Fondazione Kus­<br />

sevitzki e dal Dipartimento <strong>di</strong> Stato - ed offre llop ­<br />

portunità <strong>di</strong> visite e <strong>di</strong> contatti artistici con le più<br />

i


274<br />

interesse preminente degli altri parametri del suono ,<br />

specie quelli melo<strong>di</strong>co-intervallare e armonico-timbri­<br />

co, qui sembra riscattarsi.e proseguire le intenzioni<br />

<strong>di</strong> Récréation concertante (Terzo concerto). Lo ve<strong>di</strong>amo<br />

subito nella mobilità dei tempi adottati nelle prime<br />

misure del concerto (dove si alternano rapidamente bat<br />

tute <strong>di</strong> 3/4, 5/8, 6/8, 5/8, 3/4, 5/8, 6/8 etc.) e, in<br />

particolare, nelle irregolarità delle <strong>per</strong>cussioni, a<br />

miss. 5 - 6 e 19 - 20. Le <strong>per</strong>cussioni, soprattutto, so<br />

no la "zona <strong>orchestra</strong>le" che suggerisce maggiormente a<br />

<strong>Petrassi</strong> questa irregolarità - ed è anche normale, da­<br />

to il loro ruolo che, <strong>per</strong> intrinseca natura, è eminen­<br />

temente ritmico, oltre che timbrico -, ma è interessan<br />

te rilevare che anche da esse provengono, come da una<br />

naturale germinazione,. alcuni spunti <strong>di</strong> estrema e os­<br />

sessiva regolarità. <strong>Petrassi</strong> costruisce spesso <strong>per</strong> op­<br />

poste antinomie.<br />

A miss. 5 e 6, prevale indubbiamente l'irregolarità


277<br />

I tre gruppi strumentali si trovano, dunque, in una<br />

situazione <strong>di</strong> "paresinter pares", in cui la nuova ac­<br />

quisizione <strong>di</strong> <strong>per</strong>sonalità e <strong>di</strong> autonomia da parte del­<br />

le <strong>per</strong>cussioni. non è ostacolo, maJal oontrario, garanzia<br />

della parità strumentale e <strong>di</strong> una concertazione equili<br />

brata. Se è vero che il compositore, secondo <strong>Petrassi</strong>,<br />

"si deve identificare con lo strumento che sta adope ­<br />

rando ••• essendo, volta a volta, un flautista, un sas­<br />

sofonista, un violoncellista, o quello che sia". (160),<br />

e se è vera la fede incrollabile che egli nutrè <strong>per</strong>


281<br />

cafonica è utilizzata <strong>per</strong> intero e ripetutamente,dando<br />

origine a cinque entrate sca1ari, rispettivamente <strong>di</strong><br />

violoncelli, viole, contrabbassi, violini secon<strong>di</strong> e<br />

violini primi. Il passo, come accadrà ancora <strong>per</strong> l'ini<br />

zio del secondo movimento, è tutto analizzabile serven<br />

dosi <strong>di</strong> so11 criteri seria1i;


288<br />

dalla natura timbrica <strong>di</strong> strumenti così <strong>di</strong>versi come<br />

gli ottoni, le <strong>per</strong>cussioni e gli archi è <strong>per</strong>seguita da<br />

<strong>Petrassi</strong> fin dalla prima esposizione del materiale tim<br />

brico: esor<strong>di</strong>o degli archi gravi che espongono la se­<br />

rie endecafonica, seppure con il lontano "pedale" in<br />

"ppp" della gran cassa con mazze morbide; intervento<br />

separato (a mise 4 - 5) delle <strong>per</strong>cussioni con i loro<br />

ritmi regolari-irregolari; presentazione dei violini<br />

primi e delle viole (a mise 7) e, poco oltre, dei con­<br />

trabbassi e dei violini secon<strong>di</strong>; chiaro ingresso della<br />

nuova sezione degli ottoni con le morbide terze paral­<br />

lele del primo e terzo corno (mis .. 11); ancora un in­<br />

tervento isolato delle <strong>per</strong>cussioni (mis. 19); archi<br />

(mis. 21 - 22); tromboni al completo in improvviso<br />

"fortissimo" (mis. 22 - 23); corni + tromboni + trombe,<br />

ovverò tutti gli ottoni insieme, a mise 24 e seguenti,<br />

con il lieve mormorio degli archi sottostanti mentre<br />

le <strong>per</strong>cussioni tacciono ••• Il contrappunto timbrico è,


289<br />

insomma, vivacissimo e tende a riunire gli strumenti in<br />

"microsezioni strumentali", espressione già da noi im­<br />

piegata <strong>per</strong> Récréation concertante (p. 158 ): ottoni ,<br />

a loro volta sud<strong>di</strong>visi in corni, trombe, tromboni; peE.<br />

cussioni, e talora timpani e batteria; archi.<br />

Interessante, <strong>per</strong>ò, è che, proprio <strong>per</strong>ché ogni mi­<br />

crosezione assolve al proprio ruolo con neoclassica<br />

correttezza e sulla base <strong>di</strong> un tessuto intervallico e<br />

motivico stabilito e assolutamente organico, la compe­<br />

netrazione dei <strong>di</strong>versi livelli strumentali riesce <strong>per</strong>­<br />

fettamente, senza nulla togliere alle peculiarità in<strong>di</strong><br />

viduali. Ritorna l'affermazione <strong>di</strong> ·<strong>Petrassi</strong> secondo<br />

cui "la serie è un pretesto costruttivo" che molte vol<br />

te non è chiaramente <strong>per</strong>cepibile dall'orecchio nella<br />

sua definita struttura intervallica, mentre la fisici­<br />

tà sonora, essa sI deve essere sempre <strong>per</strong>cepibile e<br />

mai rimanere un puro decorativismo grafico (164). Come<br />

<strong>di</strong>re che anche il "ppp" dovrà essere sempre <strong>di</strong>sposto


o incedere dei tromboni, e progressivamente <strong>di</strong> tutti<br />

295<br />

gli ottoni, del principio - sovrastanti, come s'è det­<br />

to, i fissi e allucinati armonici artificiali degli<br />

archi - fa seguito, da mis. 151, un graduale animando<br />

<strong>di</strong> intenzioni che si spegne, infine, nelle scalette <strong>di</strong>a<br />

toniche ascendenti degli archi e, tramite un ponte <strong>di</strong><br />

tre misure affidato alle <strong>per</strong>cussioni (finora assenti<br />

in questo movimento), sfocia in un "(estatico)" "ppp<br />

senza vibrare" (miss. 165 ••• 170), in cui le <strong>di</strong>eci par­<br />

ti degli archi contrappongono frammenti seriali in un<br />

elementare e magico "punctum contra punctum".<br />

Qui, veramente 11 la rarefazione e la evidenza l.del<br />

linguaggio sonoro si fanno tali da su<strong>per</strong>are ogni osta­<br />

colo <strong>di</strong> comprensione" (169). Il riferimento al "Lenti§.<br />

simo" <strong>di</strong> Quarto concerto è imme<strong>di</strong>ato, non solo <strong>per</strong> la<br />

identica richiesta <strong>di</strong>namico-espressiva, "ppp senza vi­<br />

brare", riferita anche alla medesima sezione strumenta<br />

le e a valori ritmici <strong>di</strong> lunga durata (ma nel presente


303<br />

<strong>per</strong> il problema della serialità. Soffermarsi oggi sul­<br />

la serie, a meno che non si. voglia fare o<strong>per</strong>a <strong>di</strong>dattica o<br />

filosofica o analitica, non ha più senso. Si tratta <strong>di</strong><br />

materia assorbita dai conservatori (o almeno, ritèngo<br />

che così dovrebbe essere). Ad un giovane, chi domanda<br />

più se usa o no la serie? Una pratica seriale si dà<br />

<strong>per</strong> scontata. E la nozione <strong>di</strong> armonia non sussiste nel<br />

senso tra<strong>di</strong>zionale, ma in quanto concatenazione <strong>di</strong> si­<br />

tuazioni sonore. Una condotta armonica non in senso to<br />

naIe, ma piuttosto tenendo presente una eufonia dei<br />

rapporti sonori tra loro. Certo gli elementi della mu­<br />

sica non si lasciano più separare e.analizzare partita­<br />

mente se non partendo da posizioni del tutto <strong>di</strong>verse<br />

da quelle della scolastica. Ritengo comunque sia il<br />

timbro la <strong>di</strong>mensione nuova della musica attuale, in co,!!<br />

trasto con la musica del passato (Neoclassicismo com ­<br />

preso) ...<br />

Ecco, l'acquisita internazionalità <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> la


308<br />

<strong>di</strong> regole ormai vecchie e consunte e si avvale <strong>di</strong> una<br />

varietà e frammentazione <strong>di</strong>Rcorsive tenute in pie<strong>di</strong><br />

dal ricorrere <strong>di</strong> strutture minime rigorosamente defini<br />

te.


10. Settimo concerto<br />

309<br />

Abbiamo definito il Settimo concerto come "il più<br />

problematico" degli otto Concerti <strong>per</strong> <strong>orchestra</strong> (cfr.<br />

Cap. 3). Quasi tutti i lavori <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>, <strong>per</strong> la veri<br />

tà, sembrano essere "agoni" in cui determinati proble­<br />

mi vengono <strong>di</strong>battutti e risolti. Ma con Settimo Con­<br />

certo- quella che Boris Porena chiama "la crisi della<br />

musica come linguaggio significante" (176) tocca il cul •<br />

mine, almeno in <strong>Petrassi</strong>, e si fa problema dei proble­<br />

mi, "prima quaestio".<br />

Tra Sesto e Settimo concerto· intercorrono sette an­<br />

ni, durante i quali la produzione si arri?Chisce <strong>di</strong> nuo<br />

vi decisivi lavori, soprattutto nel settore cameristi­<br />

co: occorre accennare prima a questi, <strong>per</strong> comprendere<br />

il cammino linguistico che da Sesto concerto ha porta­<br />

to all'o<strong>per</strong>a che si sta <strong>per</strong> esaminare.<br />

Un elenco completo comprende il Quartetto <strong>per</strong> ar­


331<br />

flauto), 48 ••• -; l'insistenza <strong>sui</strong> medesimi gruppi rit<br />

miei irregolari, soprattutto terzine e quintine; il<br />

ricorrere costante dell'intervallo <strong>di</strong> nona minore (ciò<br />

che si verificava anche, curiosamente, nel primo degli<br />

otto Concerti) j la contrapposizione fra la staticità<br />

<strong>di</strong> lunghe note tenute, vere e proprie fasce sonore ed<br />

agglomerati timbrici (l'attributo "armonici" è comple­<br />

tamente fuori . luogo), e la <strong>di</strong>namicità sfuggente de­<br />

gli "scherzi strumentali " delle altre parti, proce<strong>di</strong>­<br />

mento già ampiamente riscontrato nel Concerto <strong>per</strong><br />

flauto e <strong>orchestra</strong> del '60 - come evidenti a miss. 64<br />

e seguenti e <strong>per</strong> tutta la parte in'iziale della prima<br />

invenzione, a miss. 212 e seguenti, 238 ••• 241, 251; •••<br />

272 etc. -j i moti contrari delle parti, più o meno<br />

speculari, "punctum contra punctum" - come a miss. 19<br />

e segg., 157 •••161, 246 ••• 248, 323 ••• 332 etc. - e, <strong>per</strong><br />

contrasto, certi ostinati moti paralleli <strong>per</strong> quarte<br />

(mis. 25) o, ad<strong>di</strong>rittura, <strong>per</strong> trià<strong>di</strong> <strong>per</strong>fette (miss.


335<br />

tà e <strong>di</strong> una mutevolezza ra<strong>di</strong>cali che - seppure già in<br />

parte presenti in Quinto e Sesto concerto e pienamente<br />

adottate a partire dalla Serenata o, meglio, dal Trio<br />

<strong>per</strong> archi - solo in Settimo concerto raggiungono i li­<br />

miti estremi, estendendosi contemporaneamente ai <strong>di</strong>ver<br />

si strumenti dell'<strong>orchestra</strong>. Non è <strong>di</strong>fficile il riferi<br />

mento alla "serializzazione integrale", che è, quin<strong>di</strong>,<br />

anche serializzazione del parametro delle intensità,<br />

proposta dal puntillismo postweberniano. Qui, in effe!<br />

ti, si pu() parlare .non solo <strong>di</strong> "totale cromatico" e,<br />

come abbiamo fatto sin da Récréation concertante (Ter­<br />

zo concerto), <strong>di</strong> "totale timbrico", ma anche <strong>di</strong> "tota­<br />

le <strong>di</strong>namico" e, come si vedrà, <strong>di</strong> "totale ritmico".L'e<br />

s<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> Darmstadt e del preteso "anno zero" non<br />

è passata invano neppure <strong>per</strong> <strong>Petrassi</strong>, il quale, senza<br />

aderirvi in prima <strong>per</strong>sona, ed anzi condannandola in li<br />

nea <strong>di</strong> principio, ha saputo dedurne le in<strong>di</strong>cazioni che<br />

più riteneva consone al proprio universo musicale, fat


337<br />

seconda battuta. Da notare che <strong>per</strong> <strong>Petrassi</strong> la <strong>di</strong>na­<br />

mica in<strong>di</strong>cata ha sempre valore assoluto, non relativo<br />

allo strumento cui è assegnata (<strong>di</strong>fferentemente da<br />

quanto avviene,poniamo}nella scrittura <strong>orchestra</strong>le <strong>di</strong><br />

Haydn e <strong>di</strong> Mozart, in cui il "forte" riferito in<strong>di</strong>stin<br />

tamente a fiati e ottoni va sempre bilanciato con at­<br />

tenzione dall'esecutore e dal <strong>di</strong>rettore, in quanto il<br />

"forte" <strong>di</strong> un ottone risulta, <strong>per</strong> norma, più. potente<br />

<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> un legno). PuO essere utile, in questo<br />

senso, l'avvertenza che <strong>Petrassi</strong> pone in calce alla se<br />

sta pagina dei Prapos d'Alain <strong>per</strong> baritono e do<strong>di</strong>ci e­<br />

secutori del '60 (187): "La <strong>di</strong>namica nei tratti in cui<br />

si usano le bacchette <strong>di</strong> gomma ••• <strong>per</strong> la Marimba e lo<br />

Xilofono è relativa al risultato fonico da ottenere,<br />

che è quello segnato. Quin<strong>di</strong> un "piano" <strong>di</strong> effetto rea<br />

le dovrà probabilmente essere realizzato con la <strong>di</strong>nami<br />

ca <strong>di</strong> un "mp" o "mf". Il <strong>di</strong>rettore stabilirà l'equili­<br />

brio". Fermo restando che qualche minima sproporzione


338<br />

non potrà fare a meno d;l, suss;l,stere, <strong>per</strong> la natura stes<br />

sa degli strumenti.<br />

Siamo ormai lontani dalle "analisi espressioniste"<br />

<strong>di</strong> Quarto e Qu;l,nto concerta, dove riscontravamo l'''Ha­<br />

hepunkt" del lavoro in un esa<strong>per</strong>ato "ffflt o, viceversa,<br />

l'IlAnticlimax", o "Anti-Hohepunkt" , in un It ppp inespre§.<br />

sivo e senza vibrare". Le ampie arcate bartokiane <strong>di</strong><br />

Quarto concerto, il racconto autobiografico <strong>di</strong> Quinto<br />

concerto e <strong>per</strong>sino i tragici riferimenti e la frammen<br />

tazione <strong>di</strong>scorsiva <strong>di</strong> Invenzione concertata (Sesto con­<br />

certo) si sfaldano, lasciando sco<strong>per</strong>te le punte aguzze<br />

<strong>di</strong> una <strong>di</strong>alettica vivace e mutevole, in cui i <strong>di</strong>versi<br />

parametri si contrappuntano quasi in un' istitiva pri"l­<br />

mor<strong>di</strong>alità.<br />

Non è, certo, il rinnegamento <strong>di</strong> una civiltà musica<br />

le della quale <strong>Petrassi</strong>, oltre che ottimo conoscitore,<br />

è pur sempre un fervido credente, ma, piùttosto, il<br />

recu<strong>per</strong>o <strong>di</strong> valori elementari e la loro elevazione a


352<br />

<strong>di</strong> timpani + archi (questi non più in armonici, ma con<br />

sor<strong>di</strong>na); come in una scacchiera, ancora il blocco de­<br />

gli ottoni soli, cui questa volta è affidata una ritmi<br />

ca più mossa <strong>di</strong> terzine dt semicrome che passano, in<br />

libera imitazione>, dalla "microsezione" dei quattro cor­<br />

ni a quella dei quattro ottoni gravi, a quella delle<br />

quattro trombe (miss. 79 ••• 92); con quest'ultima parte,<br />

si interseca il solito - ma strutturalmente sempre va­<br />

riat.o - abbinamento timpani e archi (miss. 81 ••• 100) ;<br />

ottoni soli, fra miss. 101 e 106, che intrecciano un<br />

fitto contrappunto a do<strong>di</strong>ci voci dei più svariati in­<br />

tervalli e <strong>di</strong> ritmi <strong>per</strong> lo più irregolari (rileviamo<br />

il crescendo <strong>di</strong> complessità in questi tre interventide<br />

gli ottoni); timpani più archi soli, fra miss. (107) ­<br />

108 e 111; poi, da mis. 112, i due blocchi strumentali<br />

si integrano progressivamente con predominanza degli<br />

ottoni; a battuta 148, infine, i tlÌimpani,.isolati su un<br />

sol <strong>di</strong>esis-fa d<strong>tesi</strong>s <strong>di</strong> violoncelli e contrabbassi che


••• 247), nuovamente soli (miss. 248 •.• 251), un'altra<br />

355<br />

cadenza della xilomarimba a mise 252 (misura coronata),<br />

in cui essa si destreggia àgitosamente come in una "ge­<br />

latina" <strong>di</strong> suoni armonici tenuti dagli archi (la situa<br />

zione ricorda chiaramente quella dei timpani + archi<br />

in armonici della prima invenzione), contrappunto dei<br />

due elementi timbrici dell'invenzione, da mise 253 a<br />

mise 266, dove gli archi si fissano, <strong>per</strong> la terza vol­<br />

ta, su lunghe note tenute, non più armonici <strong>per</strong>ò, e la<br />

xilomarimba riprende, a tempestare con le bacchette du<br />

re, fino a mise 275. Di qui, i timpani in "fortissimo"<br />

- cui si aggiungono subito il gong grande (anche que­<br />

sto in spettacolare "fortissimo"), la cassa chiara, il<br />

tamburo grande e i piatti - sopraffanno ill.lungo asso­<br />

lo della xilomarimba, <strong>di</strong>venendo i principaliinterpre­<br />

ti della invenzione seguente.<br />

Questa (miss. 281 ••• 372) tende, in realtà, a ricom­<br />

porre la totalità timbrica dell'inizio, con interventi


,<br />

356<br />

sparsi <strong>di</strong> tutte le categorie strumentali. Infatti -·pur<br />

restando onnipresenti le <strong>per</strong>cussioni, almeno sino a<br />

battuta 307, dopo la quale compariranno a intermitten­<br />

za -, fra le miss. 282 e 291 si insinuano in libera al<br />

ternanza tutti i legni, l'arpa, la xilomarimba e gli<br />

archi. Da mise 294, anche gli ottoni fanno la loro com<br />

parsa con il primo e terzo corno, ma i tromboni e la<br />

tuba tacciono fino alle ultime misure dell'invenzione,<br />

fino a quando, cioè,. la tuba attacca un gravissimo "mi"<br />

quattro tagli ad<strong>di</strong>zionali sotto il rigo in chiave <strong>di</strong><br />

basso (mis. 366). Da questa battuta a batto 369, si in<br />

crociano il prepotente crescendo dei. fiati, che sbotta<br />

nel "fortissimo" <strong>di</strong> miss. 368 e 369, e il "sempre ppp<br />

sparendo" degli archi. Pausa a mise 370, su un "mi"gra<br />

ve al ponticello dei contrabbassi, e un crescendo, a<br />

miss. 371 e 372, che scompare d'improvviso nel vuoto<br />

<strong>di</strong> mise 373, la cui prima parte è occupata da una pau­<br />

sa interrogativa <strong>di</strong> attesa.


359<br />

ma rassegna <strong>di</strong> Musiche <strong>per</strong> la Resistenza (Bologna,1964),<br />

poichè <strong>Petrassi</strong> ci spiega (195) che essa è del tutto<br />

occasiona1e e posteriore alla composizione del concer­<br />

to - sta nella ra<strong>di</strong>ca1izzazione del linguaggio<br />

già in parte prefigurato in Terzo e Sesto concerto.E',<br />

cioè, 10 strutturalismo adattato a tutti i parametri<br />

del suono, e non soltanto più a quello delle altezze<br />

(=" s truttura1ismo interva11ico", che in un primo tem­<br />

po coincideva con la libera adozione del sistema dode<br />

cafonico) •<br />

Un adattamento assolutamente <strong>per</strong>sonale, s'intende·,<br />

che innalza soprattutto il parametro timbrico e quello<br />

<strong>di</strong>namico. Il timbro è il principale mezzo <strong>di</strong> partizio­<br />

ne formale, mentre la frammentazione <strong>di</strong>scorsiva deriva,<br />

forse, tlin primis l1 dalle "guizzanti" e impreve<strong>di</strong>bili<br />

situazioni <strong>di</strong>namiche. Le quali sbric1oùmo definitiva<br />

mente le microstrutture linguistiche, già in se stesse<br />

piccolissime. L'espressività <strong>di</strong> Settimo concerto, che


373<br />

strumenti proprio <strong>di</strong> compositori come Gyorgy Ligeti-: o<br />

. Krzistof Penderecki: i "glissè" dei timpani con peda­<br />

le, a mis. 49, possono riportare al rumorismo <strong>di</strong> certa<br />

"musica concreta" e gli ampi inte:nralli del clarinetto,<br />

a miss. 130, 146 e 147, 178 •••180, ricordano i mo<strong>di</strong> pu!!,<br />

tillistici weberniani e post-weberniani. I mezzi elet­<br />

tronici, l'alea, i suoni multipli - che <strong>Petrassi</strong> defi­<br />

nisce "suoni sporchi" (205) - non trovano, invece, po­<br />

sto.<br />

Procedere sulla strada <strong>di</strong> Settimo concerto e <strong>di</strong> Bea­<br />

titudes, <strong>per</strong> citare due dar lavori <strong>di</strong> punta della pro­<br />

duzione petrassiana degli anni '60, .avrebbe voluto <strong>di</strong>­<br />

re polverizzare e ridurre all'annientamento quelli che<br />

Donatoni chiama i "relitti della musica", o, comunque,<br />

<strong>per</strong>seguire fino alle estreme conseguenze i "sentieri<br />

che portano alla soglia del silenzio" (206). Ciò signi<br />

ficava, infine, giungere dove l'avanguar<strong>di</strong>a pia aggueE<br />

rita era in effetti giunta: l'alea Q la "grande pausa"


374<br />

<strong>di</strong> John Cage; la preminenza dell'interprete sul compo­<br />

sitore; l'arte estatica, sorella della speculazione me<br />

tafisica, e la prossima adorniana "finis artium" <strong>di</strong><br />

Aldo Clementi; il misticismo orientalizzante <strong>di</strong> Karl ­<br />

heinz Stockhausen .•<br />

Lo strutturalismo bouleziano, dopo aver fatto ape,!<br />

zi la <strong>di</strong>alettica della tra<strong>di</strong>zione. sezionando 'i<br />

quattro parametri del suono, demoliva alla fine se<br />

stesso e completava - o, meglio, esauriva del tutto ­<br />

la propria analisi introspettiva con una sorta <strong>di</strong> ulti­<br />

ma considerazione sulla "vanitas.vanitatis" del suono<br />

(del quale resta la pura materialità, anzi neppure que!<br />

la, ovvero il suono con valenza negativa), della musi­<br />

ca, dell'arte, delle cose umane. Non è <strong>di</strong>fficile, come<br />

si vede, spingersi dalla musica alla speculazione meta<br />

fisica, come fa appunto Aldo Clementi.<br />

Ma, anche se dagli allievi (e Clementi fu allievo<br />

<strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>) c'è spesso molto da imparare, come assicu


376<br />

nalmente, come poesia, creazione sI intellettuale, ma<br />

anche emotivamente sofferta, autobiografica, testimo ­<br />

nianza <strong>di</strong> un'umanità viva e responsabile). E', in ulti<br />

ma analisi, il rifiuto <strong>di</strong> demandare le proprie scelte<br />

ad altro da se stessi e, meno chell.1mai, ad una macchina,<br />

foss'anche la più <strong>per</strong>fetta. "Automazione", non esclusa<br />

quella programmata al dettaglio dalla mente umana, non<br />

è certo sinonimo <strong>di</strong> "fine dell'arte", ma devia le pro­<br />

spettive <strong>di</strong> scelta dell'artista-poeta e, prima ancora,<br />

dell'uomo-poeta. In questo senso, <strong>Petrassi</strong> è legato in<br />

maniera irrinunciabile alla tra<strong>di</strong>zione che precede gli<br />

anni '50 e dalla quale non va esente nessuna delle "a­<br />

vanguar<strong>di</strong>e storiche".<br />

Che cosa, dunque, è accaduto dopo gli ar<strong>di</strong>menti <strong>di</strong><br />

Settimo concerto e <strong>di</strong> Beatitu<strong>di</strong>nes? Che <strong>Petrassi</strong>, a no<br />

stra avviso, non se l'è sentita <strong>di</strong> compiere un nuovo<br />

"salto" (210), come, invece, aveva fatto tra Secondo e<br />

Terzo concerto, relativamente all'adozione del sistema


dodecafonico, probabilmente ritenendo che questa vol­<br />

377<br />

ta si sarebbe trattato <strong>di</strong> un "salto mortale ll • Si è, a!.<br />

lora, ripiegato su tre brevi composizioni solistiche ­<br />

Souffle <strong>per</strong> flauto in do, flauto in sol e ottavino del<br />

'69, Elogio <strong>per</strong> un'ombra <strong>per</strong> violino e Nunc <strong>per</strong> chi ­<br />

tarra del '71 - e <strong>sui</strong> due lavori cameristici Ottetto<br />

<strong>di</strong> ottoni del '68, che Mario Bortolotto soprannominò<br />

significativamente "Ottetto degli a<strong>di</strong>i" (211), e Ala<br />

<strong>per</strong> flauto, ottavino (un esecutore) e clavicembalo del<br />

'72. Che sono il documento delle scelte recenti, fino<br />

a quella "summa" del sa<strong>per</strong>e petrassiano che è l'Ottavo<br />

concerto <strong>per</strong> <strong>orchestra</strong>.<br />

In esse, <strong>Petrassi</strong> sembra rifugiarsi in una ricerca<br />

<strong>di</strong> tipo essenzialmente tecnico-strumentale che rmmanda<br />

alle es<strong>per</strong>ienze passate, non ultima quella del neoclas<br />

sicismo interbellico (soprattutto <strong>per</strong> quel che riguar­<br />

da la chiarezza e la funzionalità della scrittura),tèn<br />

dendo, invece, a sfuggire alle gravi problematiche poste


nei lavori imme<strong>di</strong>atamente precedenti. Bisogna tenere<br />

378<br />

presente che questi sono gli anni in cui egli teme <strong>per</strong><br />

la propria vista, indebolitasi con l'età e l'intenso<br />

lavoro i e l'impe<strong>di</strong>mento fisico deve averlo ostacolato<br />

non poco nell'attività compositiva e, più che altro,<strong>di</strong><br />

sturbato o, comunque, con<strong>di</strong>zionato psicologicamente.<br />

Tant'è che cre<strong>di</strong>amo che il particolare. stato emotivo e<br />

<strong>di</strong> salute abbia in gran parte segnato lo spirito della<br />

sua ultima produzione.<br />

Anzi, basterebbe il lavoro più rappresentativo e.<br />

<strong>di</strong> maggior mole e impegno <strong>di</strong> questa più recente stagi2<br />

ne creativa, cioè l'Ottavo concerto, a confermare .la<br />

nostra <strong>tesi</strong>. It dovrei <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> <strong>per</strong>sonale e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> psicologico che nell'Ottavo concerto ha avu­<br />

to peso - egli confida (212) -: è un concerto che ho<br />

scritto in un <strong>per</strong>iodo in cui temevo <strong>per</strong> la mia vista e<br />

quin<strong>di</strong> l'ho scritto con una specie <strong>di</strong> rabbia, con una<br />

specie <strong>di</strong> esaltazione, e <strong>per</strong>ciò, mi pare, ha •.• questa


382<br />

(mis. 183), J = 132 (miss. 184 ••• 215); il secondo movi<br />

mento è,invece}più <strong>di</strong>fferenziato agogicamente, ma le<br />

variazioni oscillano fra i limiti <strong>di</strong> J= 46 e .1 = 92 t<br />

senza bruschi trapassi; mentre il terzo movimento si a<br />

pre con la J = 88-92 (miss. 1 ••• 89), che poi <strong>di</strong>viene,<br />

volta a vOlta) = 100 (miss. 90 ••• 114), J= 88-92 (miss.<br />

115 ••• 118),d = 58-60 (miss. 119 •••130),d = 92 (miss.<br />

131 ••• 171),d = 148 ••• 152 (miss. 172 ••• 185, dove ricom­<br />

pare <strong>per</strong> un'unica volta la tra<strong>di</strong>zionale in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong><br />

"presto"), J = 132 (miss. 186 ••• 195),J= 148-152 (miss.<br />

196 ••• 225).<br />

Un altro dato assolutamente atipico nell'arco della<br />

produzione petrassiana è l'inquadramento ritmico in mi<br />

sure regolari e continuate <strong>di</strong> 4/4 - come si osserva<br />

concerta meraviglia nel primo movimento, interamente<br />

costruito su questo metro - o, comunque, in misure che<br />

non variano con la frequenza vertiginosa dei Concerti<br />

precedenti, e soprattutto <strong>di</strong> Sesto e Settimo concerto.


387<br />

si può fare ancora della musica, anche la più anormale<br />

possibile u (216).<br />

Nessuna composizione <strong>orchestra</strong>le <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>, d'al­<br />

tronde, si è mai staccata fondamentalmente dai modu­<br />

li degli organici tra<strong>di</strong>zionali. Pensando ai Concerti<br />

<strong>per</strong> <strong>orchestra</strong>, ricor<strong>di</strong>amo che il Primo è stato concepi<br />

to <strong>per</strong> grande <strong>orchestra</strong>, con la significativa (e <strong>per</strong><br />

una volta <strong>di</strong>chiaratamente polemica) esclusione della<br />

arpa e delle <strong>per</strong>cussioni, il Secondo corrisponde sfro!!,<br />

tatamente all'organico delle ultime sinfonie <strong>di</strong> Haydn,<br />

il Terzo utilizza una normale piccola <strong>orchestra</strong>, parti<br />

colarmente nutrita nel settore delle <strong>per</strong>cussioni e con<br />

la sola curiosa assenza dei contrabbassi, il Quarto è<br />

<strong>per</strong> <strong>orchestra</strong> d'archi in corretta pentapartizione, il<br />

Quinto e il Settimo nuovamente <strong>per</strong> grande <strong>orchestra</strong>,<br />

senza particolarità rilevanti <strong>di</strong> organico; solo Inven­<br />

zione concertata (Sesto concerto), <strong>per</strong> la sua tripart!<br />

zione strumentale in ottoni - <strong>per</strong>cussioni - archi, può


391<br />

creator Igor" <strong>per</strong> sei strumenti dell' '82 - e, infine,<br />

un lavoro <strong>per</strong> ridotto organico <strong>orchestra</strong>le, il Poema<br />

<strong>per</strong> a.rchi e trombe del '77 ••••' 80.<br />

Fin da Coro <strong>di</strong> morti del '40 - '41, in <strong>Petrassi</strong> si<br />

era manifestata la tendenza alla riduzione del materia<br />

le strumentale, una tendenza che naturalmente non impe<br />

<strong>di</strong>va lo spora<strong>di</strong>co recu<strong>per</strong>o delle gran<strong>di</strong> masse <strong>orchestra</strong><br />

li, come nei due balletti del '42 ••• '45, nell'o<strong>per</strong>a Il<br />

Cordovano e nella cantata Noche oscura, nel Quinto e<br />

nel Settimo concerto. Ma negli anni '60 - '70 questa<br />

tendenza si fa particolarmente evidente, tanto che gli<br />

unici lavori <strong>per</strong> grande <strong>orchestra</strong> scritti da <strong>Petrassi</strong><br />

negli ultimi due decenni sono il Settimo e l'Ottavo<br />

concerto, mentre orchestre <strong>di</strong> proporzioni minori sono<br />

impiegate nel Concerto <strong>per</strong> flauto e <strong>orchestra</strong> (dove al<br />

la folta schiera delle <strong>per</strong>cussioni fanno contrasto i<br />

pochi archi, ridotti a violoncelli e contrabbassi) e<br />

nel recente Poema <strong>per</strong> archi e trombe.


zione (e viceversa) <strong>di</strong> masse timbriche che articolano<br />

e spaziano la pagina musicale con vario equilibrio.<br />

395<br />

In questo senso cre<strong>di</strong>amo si debba intendere l'affer<br />

mazione <strong>di</strong> Mass.imo Mila (221)1 secondo cui "tutti i la<br />

vori recenti <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> sono vere e proprie avventure<br />

<strong>di</strong> <strong>per</strong>sonaggi musicali •.• e dal gioco delle loro comb!<br />

nazioni nasce il mobile significato, come un'appasio ­<br />

nante "storia <strong>di</strong> suoni"lf. "Suoni" nel senso più fisico<br />

del termine, timbri singolarmente definiti e poi so­<br />

vrapposti in modo da raccontare emozioni e stabilire u<br />

na simpatia (11(fUjA-tlot-et..l.O(.") <strong>di</strong> stati <strong>di</strong> tensione in<br />

<strong>di</strong>venire. Al riguardo, dovrebbe far.' riflettere l'anno<br />

tazione posta a conclusione del primo movimento, la<br />

quale, riferendosi alle viole prime sospese su un bi­<br />

cordo in "ppp" che <strong>di</strong>minuisce al nulla, prescrive <strong>di</strong><br />

"fermare l'arco sulla, corda, senza suono ••• a <strong>di</strong>scre ­<br />

zione del <strong>di</strong>rettore, fino all'esaurimento della tensio<br />

ne". El imme<strong>di</strong>ato il richiamo a una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong>


405<br />

prima, caratterizzano tutta l'ultima parte <strong>di</strong> questo mo<br />

vimento, concentrandosi su frammenti <strong>di</strong> scala cromatica<br />

e sull'intervallo <strong>di</strong> seconda maggiore. "Ho scelto <strong>di</strong><br />

proposito un intervallo molto <strong>per</strong>icoloso, - afferma Pe­<br />

trassi (228) - e questo proprio <strong>per</strong> stanchezza dello<br />

uso della seconda minore e dei suoi derivati: nona mino<br />

re, settima maggiore e cosl via, e quin<strong>di</strong> ho preso la<br />

seconda maggiore che è <strong>per</strong>icolosissima <strong>per</strong>chè un segui­<br />

to <strong>di</strong> seconde maggiori porta alla scala esatonale. D'al<br />

tra parte, manipolando aggregati <strong>di</strong> seconde maggiori<br />

c'è sl la scala esatonale, ma poi c'è anche il totale<br />

cromatico, poichè unendo le due scale esatonali si ha<br />

il totale cromatico, e qui nella partitura dell'Ottavo<br />

concerto queste aggregazioni dei due aspetti delle sca­<br />

le esatonali danno appunto molto spesso il totale croma<br />

tico".<br />

Cosl, i contrabbassi <strong>di</strong>visi a due, a miss. 110 e 111,<br />

procedono <strong>per</strong> settime minori parallele, e ciascuna par­


407<br />

to uso <strong>di</strong> un intervallo storicamente datato, ricor<strong>di</strong> e<br />

suggestioni <strong>di</strong> una civiltà musicale viva e o<strong>per</strong>ante in<br />

<strong>Petrassi</strong>, citata <strong>per</strong> scrupolo <strong>di</strong> onestà.<br />

Da questo punto culminante, il movimento si spegne<br />

man mano. (Da notare ancora le seconde maggiori paral­<br />

lele <strong>di</strong> miss. 184 .•• 189 - dove,a miss. 186 e 187, a<br />

<strong>di</strong>spetto della grafia voluta dall'autore, bisogna uni<br />

re violino primo ii violino quarto e viole terza e quar<br />

ta, violino secondo a violino terzo e viola terza etc.<br />

-; i passaggi <strong>di</strong>atonici agli archi <strong>di</strong> miss. 191 •••193;<br />

le commistioni cromatico-<strong>di</strong>atoniche delle semicrome <strong>di</strong><br />

miss. 196 e 197, 199 ••• 202 che richiamano al passaggio<br />

iniziale dei contrabbassi; le tria<strong>di</strong> dei tre fagotti;<br />

le settime parallele dei violini primi; le seconde te­<br />

nute e sovrapposte <strong>di</strong>. tromboni e viole e i "clusters 11<br />

dei violoncelli e dei contrabbassi a mise 202 •.• ). Con<br />

le note lunghe in IIppp" <strong>di</strong> fiati e archi, da mise 204<br />

in poi, soprastanti ai rulli dei timpani e alla gran


cassa, la tensione si scompone del tutto, fino allo<br />

408<br />

"zero assoluto" delle ultime due misure, dove la fa­<br />

scia sonora precedente (davvero qui si potrebbe parla­<br />

re <strong>di</strong> "trattamento materìco" dell'<strong>orchestra</strong>) si esauri<br />

sce, come <strong>per</strong> fisica inerzia, nel vuoto espressivo del<br />

la pausa.<br />

I due movimenti successivi proseguono consequenzia!<br />

mente sulla base delle premesse del primo. Il secondo,<br />

la cui funzione nel contesto generale del lavoro non è<br />

molto <strong>di</strong>ssimile da quella del classico Adagio centrale,<br />

gioca ancora sull'intervallo <strong>di</strong> seconda maggiore e <strong>sui</strong><br />

frammenti intervallici della frase iniziale dei con­<br />

trabbassi. Di essa, in particolare, vengono riproposti<br />

atteggiamenti imme<strong>di</strong>atamente riferibili, come il breve<br />

passo delle biscrome dei contrabbassi, a miss. 5 e 6,<br />

o le terzine dei violoncelli, a miss. 22 e 23, o l'ep!<br />

so<strong>di</strong>o degli archi in "pianissimo, senza cresc.", a<br />

miss. 91 •••94, o quelli a miss. 98 ••• , 106 ••• Insisten


411<br />

materiale poliedrico, i cui riman<strong>di</strong> culturali sono<br />

spesso <strong>di</strong> una sottigliezza tale, da potersi cogliere<br />

solo <strong>per</strong> via intuitiva -, il secondo si svolge attra ­<br />

verso una "tensionalità" più lineare, vorrei <strong>di</strong>re meno<br />

congestionata, dove l'espressione è meno problematica,<br />

meno "costruita" o "voluta"; il terzo movimento, infi­<br />

ne, stem<strong>per</strong>a il tutto in un organismo <strong>di</strong> car<strong>tesi</strong>ano ri<br />

gore, in cui i <strong>di</strong>versi elementi strutturali e l'artico<br />

lazione complessiva <strong>di</strong>mostrano una consapevolezza supe<br />

riore, che è, innanzittutto, consapevolezza <strong>di</strong> un me­<br />

stiere secondo noi più <strong>di</strong>sinvolto e meno tormentato,r!<br />

spetto ai due movimenti precedenti.<br />

Questo "neoclassico" rigore emerge 1) dalla"micro ­<br />

struttura", 2) dalla "macrostruttura". Molti elementi<br />

microstrutturali riportano, infatti, ad atteggiamenti<br />

francamente accademici: l'esor<strong>di</strong>o dei violini e delle<br />

viole, a miss. 1 e 2, che <strong>per</strong> la loro incisività ricor<br />

dano la testa <strong>di</strong> un soggetto <strong>di</strong> fuga poi liberamente


417<br />

Il "presto" che, da mise 173, porta a conclusione il<br />

movimento (e il concerto) esor<strong>di</strong>sce ancora una volta<br />

<strong>per</strong> <strong>di</strong>alettico contrasto, rispetto all'atteggiamento<br />

sta.tico precedente. Il vertice della tensione è raggiU!!.<br />

alle miss. 202 ••• 207, quando i due timpani letteralmeg<br />

te esplodono in una tempesta <strong>di</strong> suoni, la cui ritmica,<br />

dominante riporta sorprendentemente al celeberrimo ini­<br />

zio della Quinta sinfonia <strong>di</strong> Beethoven. La citazione ,<br />

che <strong>per</strong> <strong>di</strong> più è utilizzata con insistenza da queste<br />

misure alla fine del concerto, è ovviamente intenziona<br />

le e si giustifica con il particolare stato psicologi­<br />

co in cui <strong>Petrassi</strong> scrisse il lavoro. " ••. c'era que­<br />

sto fondo che mi portava••• a non voler accettare quel<br />

verdetto che poteva essere e poteva non essere (il<br />

verdetto me<strong>di</strong>co riguardante la precarietà della sua<br />

vista) , e la citazione <strong>di</strong> Beethoven mi è venuta <strong>per</strong>­<br />

ché avevo ado<strong>per</strong>ato un ritmo simile. Questo ritmo mi<br />

ha portato al ritmo beethoveniano e l'ho citato, l'ho


422<br />

sicisti" (un critico berlinese ha ad<strong>di</strong>rittura definito<br />

Ottavo concerto "esemplare lavoro neoclassicista"(231)).<br />

Specie nell'ultimo tempo, in effetti, la sobria e at­<br />

tenta spaziatura delle parti, la chiara articolazione<br />

delle tensioni, la configurazione quasi accademica <strong>di</strong><br />

molti <strong>di</strong>segni ritmico-intervallari e la "occietà" <strong>di</strong><br />

alcuni passi imitativi sembrano darne conferma.<br />

Ma,anzié::hè soffermarci sulla gratuità o meno <strong>di</strong><br />

un'etichetta che non cre<strong>di</strong>amo poi così riduttiva, è,<br />

invece un dato imme<strong>di</strong>ato l'equilibrata e quasi alchimi<br />

stica fusione <strong>di</strong> elementi vari, appartenenti a una <strong>di</strong>a<br />

temporalità tanto estesa."Non è vietato - sostiene Mas<br />

simo Mila (232) - scorgere nei capolavori dell'ultimo<br />

stile <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> qualcosa come lo specchio delle real<br />

tà del mondo e dell'uomo quali le indaga la scienza mo<br />

derna: la cosmica danza delle particelle che costitui­<br />

scono la materia e le oscure insondabili pulsioni del­<br />

l'inconscio". Questa "cosmica danza <strong>di</strong> particelle" è<br />

segno <strong>di</strong> una forte capacità analitiça e, insieme, sin­


425<br />

"astrattismo dei (o dai) contenuti" etc. -, senza con-<br />

tare che, accanto ai lavori cameristici, è il settore<br />

della produzione <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> che meno sembra evocare e<br />

lementi estranei al puro far musica o, ad<strong>di</strong>rittura, a<br />

una concezione della musica come artigianato ed es<strong>per</strong>­<br />

to mestiere (cfr. cap. 3).<br />

Si deve allora precisare che 1) <strong>per</strong> <strong>Petrassi</strong> la po­<br />

lemica antiromantica non va al <strong>di</strong> là dell'insofferen­<br />

za <strong>per</strong> un decadente sentimentalismo, in cui si stabili<br />

sca l'irrime<strong>di</strong>abile frattura tra mente e cuore, mentre<br />

il credo nel valore espressivo, <strong>di</strong> linguaggio signifi­<br />

cante e <strong>di</strong> comunicazione, della musica e, in genere,<br />

dell'arte resta incrollabile. Di conseguenza, 2) -non<br />

cre<strong>di</strong>amo si debba troppo accentuare la <strong>di</strong>rezione verso<br />

l'astrattismo comunemente attribuita agli otto Concer­<br />

ti - e, forse, riferibile assai più verosimilmente al­<br />

le composizioni da camera -, chè anzi proprio l'ultimo<br />

<strong>di</strong> essi reca l'impronta <strong>di</strong> una dura es<strong>per</strong>ienza, non so


427<br />

è, in fondo, espressione <strong>di</strong> gioia o, comunque, <strong>di</strong> irre<br />

frenata vitalità.<br />

Con il Secondo concerto, sebbene forse il più "ne.2,<br />

classico" <strong>per</strong> molti aspetti (<strong>orchestra</strong>zione, macro e<br />

micro-struttura, ritmica, <strong>di</strong>namica etc.), c'è la chia­<br />

ra intenzione <strong>di</strong> alitare come un prepotente soffio <strong>di</strong><br />

vita in strutture formali <strong>di</strong> <strong>per</strong> se stesse rigide e<br />

già un po' sclerotiche; la generale essenzialità <strong>di</strong> o­<br />

gni elemento, primo fra tutti l'elemento timbrico, e<br />

le determinanti es<strong>per</strong>ienze passate del "criticissimo"<br />

Coro <strong>di</strong> morti, dei due balletti, della trage<strong>di</strong>a Morte<br />

dell'aria e, da ultimo, della cantata Noche oscura do­<br />

vevano lasciare un segno, quasi intangibile ma presen­<br />

te, nella leggiadra grazia <strong>di</strong> questo concerto.<br />

Récréation concertante (Terzo concerto) è, invece,<br />

l'improvvisa a<strong>per</strong>tura verso nuovi orizzonti internazi2<br />

nali, la sin<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> neoclassicismo e strutturalismo<br />

(quest 'ultimo ancora in embrione), in. .funzi'one . <strong>di</strong> un


430<br />

L'a<strong>per</strong>tura verso nuove istanze si impone, invece,ri<br />

velando man mano l'incre<strong>di</strong>bile "eclettismo" che presi!:,<br />

de all'attività artistica., e non solo artistica <strong>per</strong><br />

quel che sappiamo, <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong>. Il quale è davvero !/'un<br />

"saccheggiatore", un saccheggiatore intelligente che<br />

rifiuta ogni forma <strong>di</strong> dogmatismo o <strong>di</strong> pedante morali ­<br />

smo, e sa trascegliere lucidamente <strong>di</strong> fronte alle pos­<br />

sibilità che gli si presentano e delle quali è instan­<br />

cabile ricercatore. Ma è un saccheggiatore della civil<br />

tà - occidentale soprattutto, che è quella che sente<br />

più vicina al proprio spirito, rifiutando egli ogni<br />

artefatta commistione -, mentre raccoglie e compone se-<br />

condo le proprie <strong>per</strong>sonali esigenze (che rimangono, a­<br />

deguate a se stesso, le esigenze <strong>di</strong> chi si serve <strong>di</strong><br />

un linguaggio e crede in quel linguaggio, esigenze<br />

cioè <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> espressione) i <strong>di</strong>versi pez­<br />

zi, o relitti, o cocci, <strong>di</strong> linguaggi preesistenti e at<br />

tuali. Con "artistico capriccio", rifiutando i due e­


442<br />

cap. 2): <strong>Petrassi</strong> ha saputo adeguarsi ai tempi, senza<br />

mai lasciarsene irretire rinnegando se stesso; al con­<br />

trario, è rimasto vivo e vitale, sempre pronto a mette<br />

re in <strong>di</strong>scussione il già <strong>di</strong>scusso, risoluto a non in­<br />

vecchiare. Ancora oggi, nell'ottan<strong>tesi</strong>mo dalla nascita,<br />

egli si <strong>di</strong>mostra un vivace e lucido conversatore, <strong>per</strong>­<br />

fettamente informato <strong>di</strong> quanto lo circonda, proteso a<br />

un inarrestabile rinnovamento, sereno nella responsab!<br />

lità delle proprie scelte. "Il giusto agire si rivela<br />

specialmente da ciò, che anche il passato in esso si<br />

completa armoniosamente": alla citazione <strong>di</strong> Ernst JUn­<br />

ger <strong>Petrassi</strong> mi sorride ••. ,forse <strong>per</strong>chè corrisponde e­<br />

sattamente al modo in cui egli pensa e agisce.


(17)<br />

(18)<br />

(19)<br />

(20)<br />

(21)<br />

(22)<br />

(23)<br />

(24)<br />

(25)<br />

(26)<br />

(27)<br />

(28)<br />

(29)<br />

(30)<br />

(31)<br />

(32)<br />

(33)<br />

Idem, pago 9.<br />

Idem, pago 86.<br />

Idem, pago 84.<br />

Cesare Vival<strong>di</strong>, P. e le arti figurative, in "Quaderni<br />

della Rassegna musicale", 1964, n. 1, pago 95.<br />

Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 90.<br />

Leonardo Pinzauti, A colloquio con G. P., in "Nuova Rivi<br />

sta Musicale Italiana", Il (968), n. 3, pago 484.<br />

Idem.<br />

Idem.<br />

Intervista del 24 settembre '83, a cura dell' autore.<br />

Idem.<br />

Cfr. Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerbo<br />

ni, Milano, 1980, pago 3.<br />

Clau<strong>di</strong>o Annibal<strong>di</strong>, Alfredo Casella a G. P. Ventitrè let­<br />

tere ine<strong>di</strong>te, in "Nuova Rivista Musicale Italiana", VI<br />

(1972), n. 4, pagg. 553 ... 571.<br />

Cfr. Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerbo<br />

ni, Milano, 1980, pago 2.<br />

Massimo Mila, Breve storia della musica, Einau<strong>di</strong>, Tori<br />

no, 1963, pago 419.<br />

Gianandrea Gavazzeni, La musica e il teatro, Nistri­<br />

Lischi, Pisa, 1954, pago 242.<br />

Guido Pannain, 11 Concerto inaugurale" in "La Stampa",<br />

Torino, 3 aprile 1933.<br />

Luigi Rognoni, P. Concerto - Partitura, in "Musica d'oa<br />

gi", Milano, agosto 1936.<br />

444


(34) G.C.P., 11 primo concerto sinfonico, in "L'Ambrosiano",<br />

Milano, 3 maggio 1939.<br />

(35) G.S., l <strong>concerti</strong> sinfonici al Conservatorio, in "11 Popo­<br />

lo d'Italia", Milano, 14 <strong>di</strong>cembre 1935.<br />

(36) Bruno Barilli, 11 primo concerto alla Mostra musicale al­<br />

l'Augusteo, in "11 Tevere", Roma, 3 aprile 1933.<br />

(37) Massimo Mila, Ultime tendenze della musica italiana. Un<br />

giovane: G. P., in "Domus", febbraio 1934.<br />

(38) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

(39) Idem.<br />

(40) Idem.<br />

Milano, 1980, pago 99.<br />

(41) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 97.<br />

(42) Pierre Boulez, Note <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato, Einau<strong>di</strong>, Torino,<br />

1968, pago 197.<br />

(43) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 16.<br />

(44) Gianandrea Gavazzeni, Un I amicizia <strong>di</strong> trent' anni, in<br />

"Quaderni della Rassegna musicale", 1964, n. 1, pago<br />

105.<br />

(45) Intervista del 24 settembre '83, a cura dell' autore.<br />

(46) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 140.<br />

(47) Marvin Allen Wolfthal, Elliot Carter (le o<strong>per</strong>e dal 1946<br />

al 1971), in "Musica/Realtà", IV (1983), n. 11, pago<br />

108.<br />

445


(62) Lorenzo Maggini, G.P. da "Estri" a "Ottavo concerto",<br />

in "Nuova Rassegna Musicale Italiana", IX (975), n. 1,<br />

pago 64.<br />

(63) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pagg. 135-136.<br />

(64) Idem, pagg. 136-140-141.<br />

(65) Idem, pagg. 93-103.<br />

(66) Henry Prunières, Le XIe Festival de la Société Interna­<br />

tionale de Musique Contemporaine à Amsterdam, in "La<br />

Revue Musicale", Paris, luglio-agosto 1933.<br />

(67) Lele D'Amico, La Mostra del Sindacato Musicisti a Roma,<br />

in "L'Italia Letteraria", 16 aprile 1933.<br />

(68) Alfredo Casella, Al Festival <strong>di</strong> Amsterdam, in "L I Italia<br />

Letteraria", 2 luglio 1933.<br />

(69) Ve<strong>di</strong> (SU.<br />

(70) Ve<strong>di</strong> (33).<br />

(71) Ve<strong>di</strong> (68).<br />

(72) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Ricor<strong>di</strong>, Mila­<br />

no, P.R. 613.<br />

(73) Alberto Basso, L'età <strong>di</strong> Bach e <strong>di</strong> Haendel, in "Storia<br />

della musica", E.D.T., Torino, 1976, voI. V, pago 33.<br />

(74) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> P. e la crisi della musica<br />

come linguaggio, in "Nuova Rivista Musicale Italiana",<br />

1. 0967} , n. 1, pago 103.<br />

(75) Leonardo Pinzauti, A colloquio con G. P. , Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 98.<br />

(77) Guido Turchi, note <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tina al <strong>di</strong>sco Italia 70009.<br />

447


(78) L. C., I primi <strong>concerti</strong> a Roma della Rassegna Nazionale<br />

Sindacale, in "Il Resto del Carlino", Bologna, 2 aprile<br />

1935.<br />

(79) Ve<strong>di</strong> (50.<br />

(80) Gianandrea Gavazzeni, Cronache Musicali, in "Letteratu­<br />

ra", Firenze, ottobre 1937, pago 179.<br />

(81) Lele D'Amico, G.P., Documento, Roma, 1942, pago 29.<br />

(82) Ve<strong>di</strong> (31).<br />

(83) Cfr. Lele D'Amico, G.P., Documento, Roma, 1942, pagg.<br />

73 ••• 78.<br />

(84) Ve<strong>di</strong> (51).<br />

(85) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G. P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. l, pago 33.<br />

(86) Massimo Mila, in "L'Unità", 26 settembre 1951.<br />

(87) John C.G. Waterhouse, P.G., in "New Grove's Dictionary<br />

of Music and Musicians", Lond,on.<br />

(88) Cfr. Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerbo<br />

ni, Milano, 1980, pago 86.<br />

(89) Idem, pago 98.<br />

(90) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerbo ­<br />

ni, Milano, S.5780 Z.<br />

(91) Mario Bortolotto, Intervista a G. P., in "Lo Spettatore<br />

musicale", febbraio 1966, pago 9.<br />

(92) Intervista del 24 settembre '83, a cura dell' autore.<br />

(93) B. B., in "Il Giornale d'Italia", 2 aprile 1935;<br />

(94) Dino Villatico, note <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tina al <strong>di</strong>sco Italia 70005.<br />

(95) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G. P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. 1, pago 50.<br />

448


(96) Ve<strong>di</strong> (52).<br />

(97) Ve<strong>di</strong> (75),<br />

(98) Roman Vlad, Strawinsky, Einau<strong>di</strong>, Torino, 1973, pago<br />

231.<br />

(99) Mario Bortologgo, Il cammino <strong>di</strong> G.P., in "Quaderni de.!.<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. 1, pagg. 43 ... 45.<br />

(100) Guido Turchi, note <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tina al <strong>di</strong>sco CBS 561371.<br />

(101) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> P. e la crisi della musica<br />

come linguaggio, in "Nuova Rivista Musicale Italiana",<br />

I (196 7 ), n • 1 , Pa g • 107.<br />

(102) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G. P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. 1, pago 53.<br />

(103) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 16.<br />

(04) Ve<strong>di</strong> (101).<br />

(105) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerbo ­<br />

ni, Milano, S. 4964 Z.<br />

(106) Ve<strong>di</strong> (87).<br />

(107) Ve<strong>di</strong> (94).<br />

(08) Ve<strong>di</strong> (100).<br />

(109) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 140.<br />

(110) Ve<strong>di</strong> (100).<br />

(111) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G. P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. 1, pago 45.<br />

(112) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> P. e la crisi della musica<br />

come linguaggio significante, in "Nuova Rivista Musica­<br />

le Italiana", 10967>, n. 1, pago 106.<br />

449


(113) Ve<strong>di</strong> (94).<br />

(114) Ve<strong>di</strong> (87).<br />

(115) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pagg. 141-142.<br />

(116) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G. P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. 1, pago 54.<br />

(117) Ve<strong>di</strong> (87),<br />

(118) Ve<strong>di</strong> (112).<br />

(119) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano. 1980, pagg. 144-145.<br />

(120) Ve<strong>di</strong> (100).<br />

(121) Giovanni Carli Ballola. Beethoven, Accademia. Milano,<br />

1977, pago 27l.<br />

(122) Massimo Mila, Breve storia della musica, Einau<strong>di</strong>, Tori­<br />

no, 1963. pago 407.<br />

(123) Mario Bortolotto, Clementi, Aldo, in "Enciclope<strong>di</strong>a della<br />

musica", Rizzoli-Ricor<strong>di</strong>, Milano.<br />

(124) Intervista del 24 settembre '83, a cura dell'autore.<br />

(125) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> e la crisi della<br />

musica come linguaggio significante, in "Nuova Rivista<br />

Musicale Italiana", I (1967), n. 1, pago 110.<br />

(126) Ve<strong>di</strong> (87).<br />

(127) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerbo ­<br />

ni, Milano, S. 5223 Z.<br />

(128) Boris Porena. I Concerti <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> eIa crisi della<br />

musica come linguaggio significante, in "Nuova Rivista<br />

Musicale Italiana". I (1967), n. -1, pago l1l.<br />

(129) Roman Vlad, G.P.10rchesterkonzerte, in "Melos", XXVI<br />

(1959), pago 175.<br />

450


(130) Idem.<br />

(131) Mario Bortolotto, 11 cammino <strong>di</strong> G. P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. 1, pagg. 55-56.<br />

(132) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> e la crisi della<br />

musica come linguaggio significante, in "Nuova Rivista<br />

Musicale Italiana", I (1967), n. 1, pago 112.<br />

(133) Harold Rogers, Salute to Rome' at Symphony, in "The<br />

Christian Science Monitor", Boston, 3 <strong>di</strong>cembre 1955.<br />

(134) Cfr. Tucker Keiser, in "Boston Post", Boston, 3 <strong>di</strong>cem ­<br />

bre 1955: Cyrus Durgin, in "Boston Daily Globe", Boston,<br />

3 <strong>di</strong>cembre 1955; Harold C. Schonberg, in "New York<br />

Times", New York, 11 <strong>di</strong>cembre 1955.<br />

(135) Massimo Mila, Civiltà strumentale <strong>di</strong> P. , in "L' Espres ­<br />

so", Roma, 17 febbraio 1957.<br />

(136) Massimo Mila, 11 linguaggio <strong>di</strong> P., in !IL 'E spresso", Ro­<br />

ma, 9 ottobre 1960.<br />

(137) Ve<strong>di</strong> (135).<br />

(138) Mario Bortolotto, 11 cammino <strong>di</strong> G.P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n . .1, pago 29.<br />

(139) Idem, pago 52.<br />

(140) Ve<strong>di</strong> (2).<br />

(141) Roman Vlad, G. P .s.Orchesterkonzerte, in "Melos", XXVI<br />

(1959), pago 176.<br />

(142) Ve<strong>di</strong> (5U.<br />

(143) Ve<strong>di</strong> (136).<br />

(144) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> P. e la crisi della musica<br />

come linguaggio significante, in. "Nuova Rivista Musica­<br />

le Italiana", l (967), n. 1, pago 113.<br />

451


(145) Ve<strong>di</strong> (38).<br />

(146) Elliott Carter, Music and the Time Screen. ristampato in<br />

The Writings of Elliott Carter, In<strong>di</strong>ana University Press,<br />

1977, pagg. 343 .•• 365.<br />

(147) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

(148) Idem.<br />

Milano, 1980, pago 141.<br />

(49) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerbo ­<br />

ni, Milano, S. 5254 Z.<br />

(150) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G. P. , in "Quaderni della<br />

Rassegna musicale", 1964, n. l, pago 45.<br />

(151) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong>P. e la crisi della musica<br />

come linguaggio significante, in "Nuova Rivista Musica­<br />

le Italiana", I (967), n. l, pago 114.<br />

(52) Dino Villatico, note <strong>di</strong> co<strong>per</strong>tina al <strong>di</strong>sco Italia 70076.<br />

(53) Idem.<br />

(54) Ve<strong>di</strong> (52).<br />

(155) Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G.P., in "Quaderni del­<br />

la Rassegna musicale", 1964, n. l, pago 58.<br />

(56) Idem, pag. 57.<br />

057> Ve<strong>di</strong> (52).<br />

(158) Massimo Mila, Un gran violinista e un bel programma,<br />

in "La Stampa", 15 aprile 1972.<br />

(59) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 7.<br />

(160) Cfr. Idem.<br />

(161) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerbo ­<br />

ni, Milano, S. 5402 Z.<br />

452


(182) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 142.<br />

(183) Idem, pago 139.<br />

(184) Ve<strong>di</strong> (78).<br />

(185) "Attualità" in opposizione a "moda", secondo la <strong>di</strong>stin<br />

zione che P. stesso fece nella intervista del 24 settem ­<br />

bre '83, a cura dell' autore. Cfr. cap. 2.<br />

(86) Ve<strong>di</strong> (91).<br />

(87) G.P., Propos d'Alain <strong>per</strong> baritono e do<strong>di</strong>ci esecutori,<br />

Suvini Zerboni, Milano, S. 5791 Z., pago 6.<br />

(188) Marvin Allen Wolfthal, Elliott Carter (le o<strong>per</strong>e dal 1946<br />

al. 1971), in "Musica/Realtà", IV (1983), n. 11, pago<br />

113.<br />

(89) Ve<strong>di</strong> (146).<br />

(190) Intervista del 21 febbraio '84, a cura dell'autore.<br />

(191) Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> P. e la crisi della musica<br />

come linguaggio significante, in "Nuova Rivista Musica­<br />

le Italiana", I (967), n. 1, paga 117.<br />

(192) Ve<strong>di</strong> (180).<br />

(93) Ve<strong>di</strong> (94).<br />

(194) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerbo ­<br />

ni, Milano, S. 5938 Z.<br />

(95) Ve<strong>di</strong> (180).<br />

(196) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 136.<br />

(97) Ve<strong>di</strong> (173).<br />

(198) Mario Baroni, P. G., in "EnciclOpe<strong>di</strong>a della Musica",<br />

Rizzoli-Ricor<strong>di</strong>, Milano.<br />

454


(199) Idem, come le seguenti citazioni.<br />

(200) Ve<strong>di</strong> (146).<br />

(201) Mario Messinis, Musica '83. Punto e contrappunti su<br />

Varèse, opuscolo esplicativo del Festival omonimo, Roma,<br />

20 settembre - 4 ottobre 1983, pago 13.<br />

(202) 'Ve<strong>di</strong> (87),<br />

(203) Lorenzo Maggini, G.P. da "Estri" a "Ottavo concerto",<br />

in "Nuova Rassegna Musicale Italiana", IX (1975), n. 1,<br />

pago 80.<br />

(204) G.P., Beatitu<strong>di</strong>nes (Testimonianza <strong>per</strong> Martin Luther<br />

King) <strong>per</strong> basso o baritono e cinque strumenti, Suvini<br />

Zerboni, Milano, S. 6879 Z., pago 5.<br />

(205) Ve<strong>di</strong> (17).<br />

(206) Ve<strong>di</strong> (178).<br />

(207) Cfr. Arnold Schonberg, Manuale <strong>di</strong> armonia, Il Saggiat.s:<br />

re, Milano, 1980, pago 1.<br />

(208) Cfr. Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerbo<br />

ni, Milano, 1980, pago 14.<br />

(209) Cfr. Leonardo Pinzauti, A colloquio con G.P., in "Nuova<br />

Rivista Musicale Italiana", Il (1968), n. 3, pago 488.<br />

(210) Ve<strong>di</strong> (88),<br />

(211) Mario Bortolotto, Ottetto degli ad<strong>di</strong>i, in "Lo Spettatore<br />

musicale", VI (1971), n. 2, pago 6.<br />

(212) Ve<strong>di</strong> (4).<br />

(213) Ve<strong>di</strong> (178).<br />

(214) Ve<strong>di</strong> (4).<br />

(215) Intervista del 24 settembre '83, a cura dell' autore.<br />

(216) VÈ!<strong>di</strong> (52).<br />

455


(217) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

(218) Idem.<br />

Milano, 1980, pago 39.<br />

(219) Ve<strong>di</strong> (17).<br />

(220) Ve<strong>di</strong> (77).<br />

(221) Massimo Mila, Gioiello dell'orafo P. <strong>per</strong> un omaggio a<br />

Strawinsky, in "La Stampa", Torino,27 agosto 1982.<br />

(222) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 141.<br />

(223) Ve<strong>di</strong> (59).<br />

(224) Ve<strong>di</strong> (135).<br />

(225) Lorenzo Maggini, G.P. da "Estri" a "Ottavo concerto",<br />

in "Nuova Rivista Musicale Italiana", IX (1975), n. 1,<br />

pagg. 84-85.<br />

(226) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P •• Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 170.<br />

(227) Analisi condotta sulla partitura e<strong>di</strong>ta da Suvini Zerboni,<br />

Milano, S. 7520 Z.<br />

(228) Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980, pago 134.<br />

(229) Ve<strong>di</strong> (3).<br />

(230) Ve<strong>di</strong> (77).<br />

(231) K. Geitel, in "Wie Welt", Berlino, 7 maggio 1973.<br />

(232) Ve<strong>di</strong> (59).<br />

(233) Ve<strong>di</strong> (38),<br />

(234) Ve<strong>di</strong> (1%).<br />

(235) Intervista del 24 settembre '83, a cura dell' autore.<br />

456


BIBLIOGRAFIA<br />

Segnaliamo alcuni degli scritti più importanti su Gof ­<br />

fredo <strong>Petrassi</strong>, rimandando, <strong>per</strong> un elenco esauriente,<br />

al testo <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Annibal<strong>di</strong> e Marialisa Monna, Biblio­<br />

grafia e catalogo delle o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> G.P., e<strong>di</strong>to da Suvini<br />

Zerboni, Milano, 1980.<br />

Monografie<br />

- Lele D'amico, G.P., Documento, Roma, 1942.<br />

- John S. Weissmann, G.P., Suvini Zerboni, Milano 1957.<br />

- Giuliano Zosi, Ricerca e sin<strong>tesi</strong> nell'o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> G.P.,<br />

Storia e Letteratura, Roma, 1978.<br />

Saggi<br />

Gianandrea Gavazzeni, Due balletti <strong>di</strong> P., in "La musi<br />

ca e il teatro", Nistri-Lischi, Pisa, 1954, pagg. 241­<br />

257.<br />

- Gianandrea Gavazzeni, I valori <strong>di</strong> P. e Le musiche gio­<br />

vanili <strong>di</strong> P., in "Trent'anni <strong>di</strong> musica", Ricor<strong>di</strong>, Mi­<br />

lano, 1958, pagg. 169-186.<br />

- Roman Vlad, <strong>Goffredo</strong> <strong>Petrassi</strong>s Orchesterkonzerte, in<br />

"Melos", XXVI (1959), pagg. 342 ... 346.<br />

- Massimo Mila, Civiltà strumentale <strong>di</strong> P. e Una telefo­<br />

nata in musica, in "Cronache Musicali 1955-59", Eina!:!<br />

<strong>di</strong>, Torino, 1959, pagg. 224 ... 227 e 347 ... 349.<br />

458


- Fedele D'Amico, P. e il biografo imprudente e Ballet­<br />

ti <strong>di</strong> Milloss, in "I casi della musica", Il Saggiato­<br />

re, Milano, 1962, pagg. 110 •.. 113 e 156 ... 159.<br />

- Mario Bortolotto, Il cammino <strong>di</strong> G.P./Domenico Guacce­<br />

ro, P.: l'empirismo illuminato nella <strong>di</strong>dattica contem­<br />

poranea/Cesare Vival<strong>di</strong>, P. e le arti figurative/Cesa­<br />

re Bran<strong>di</strong>, Piccolo ricordo del "Coro <strong>di</strong> mortill/Gianan­<br />

drea Gavazzeni, Un'amicizia <strong>di</strong> trent'anni/Clau<strong>di</strong>o An­<br />

nibal<strong>di</strong>, Trent'anni <strong>di</strong> critica petrassiana/ in IIQua ­<br />

derni della Rassegna musicale", 1964, n. 1.<br />

- Boris Porena, I Concerti <strong>di</strong> <strong>Petrassi</strong> e la crisi della<br />

musica come linguaggio significante, in "Nuova Rivi ­<br />

sta Musicale Italiana", I (1967), n. 1, pagg. 101 ...<br />

119.<br />

- Massimo Mila, Presenza <strong>di</strong> G.P. nella musica contempo­<br />

ranea, saggio <strong>per</strong> il programma <strong>di</strong> sala del concerto<br />

svoltosi a Fiuggi il 17 luglio 1969.<br />

Gioacchino Lanza Tomasi, Genetliaco <strong>di</strong> G.P., in "Lo<br />

Spettatore musicale", Bologna, luglio-agosto 1969,<br />

p agg. 11 ••• 13.<br />

- Clau<strong>di</strong>o Annibal<strong>di</strong>, Alfredo Casella e G.P.: ventitré<br />

lettere ine<strong>di</strong>te, in Nuova Rivista Musicale Italiana ll ,<br />

VI (1972), n. 4, pagg. 553 ••. 571.<br />

- Lorenzo Maggini, G.P. da "Estri" a "ottavo concerto",<br />

in "Nuova Rivista Musicale Italiana ll , IX (1975), n. 1<br />

pagg. 64 .•• 96.<br />

- Massimo Bogianckino, Profilo <strong>di</strong> G.P., Pubblicazione<br />

dell'Associazione Musicus Concentus, Firenze, settem­<br />

bre 1977.<br />

459


460<br />

Fiamma Nicolo<strong>di</strong>, G.P. frammenti <strong>di</strong> annotazioni e ri ­<br />

cor<strong>di</strong>, in "Antologia Viesseux", Firenze, luglio-<strong>di</strong>ce,!!!<br />

bre 1977 (fascicoli 47-48), pagg. 2 ... 8.<br />

Interviste<br />

- Mario Bortolotto, Intervista con G.P., in "Lo Spetta­<br />

tore musicale", Bologna, febbraio 1966, pagg. 8 .•. 10.<br />

- Leonardo Pinzauti, A colloquio con G.P., in "Nuova Ri<br />

vista Musicale Italiana", II (1968), n. 3, pagg.<br />

482 ..• 493.<br />

- Luca Lombar<strong>di</strong>, Conversazioni con P., Suvini Zerboni,<br />

Milano, 1980.<br />

Tesi <strong>di</strong> Laurea<br />

- DIga Stone, The Style of G.P. as Seen in His Writing<br />

for Keyboard, Boston University, 1967.<br />

- John C.G. Waterhouse, The Emergence of Modern Italian<br />

Music to 1940, Oxford University, 1969.<br />

- Lorenzo Maggini, L'o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> G.P.; Università <strong>di</strong> Firen<br />

ze, 1972-1973.


INDICE<br />

461<br />

l. L'uomo e l'artista pago 1<br />

2. "Rapporti <strong>di</strong> dare e <strong>di</strong> avere" .. 22<br />

3. Introduzione agli otto Concerti " 52<br />

II'<br />

4. (Primo) C,oncerto 68<br />

5. Secondo Concerto " 101<br />

6. Récréation concertante (Terzo c.oncerto) " 132<br />

7. Quarto concerto 185<br />

"<br />

8. Quinto concerto " 226<br />

9. Invenzione concertata (Sesto concerto) " 268<br />

lO. Settimo Concerto " 309<br />

Il. Ottavo Concerto " 363<br />

12. Osservazioni conclusive s ugli otto Concerti " 424<br />

NOTE " 443<br />

BIBLIOGRAFIA " 458

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!