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CARMEN - Il giornale dei Grandi Eventi

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<strong>Il</strong> Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />

Carmen<br />

Carmen, opéra-comique “anomala”<br />

Nel 1741 Charles Simon Favart mise in scena<br />

la Chercheuse d’esprit, un’opéra-comique<br />

che trattava in maniera ironica e licenziosa<br />

il tema di Dafni e Cloe. Favart era figlio di un pasticciere<br />

che amava mettere in musica le sue ricette<br />

ricorrendo alle più popolari arie operistiche del<br />

tempo.<br />

L’opéra-comique era allora un genere popolare basato<br />

su musica preesistente alla quale si adattava<br />

un testo inizialmente di carattere comico. La struttura<br />

prevedeva un’alternanza fra musica e prosa,<br />

analogamente a quanto accadeva, in Germania, nel<br />

Singspiel. Nella seconda metà del Settecento, sotto<br />

la spinta della querelles de buffons che aveva contrapposto<br />

i sostenitori dell’opera comica italiana a<br />

quelli dell’opera seria francese, l’opéra-comique<br />

acquisì una dignità artistica, trasformandosi in un<br />

genere musicale autonomo, interamente creato.<br />

Fra i primi autori, il filosofo-musicista Rousseau,<br />

che nella citata querelle (scoppiata dopo la rappresentazione<br />

a Parigi nel 1752 della Serva padrona di<br />

Pergolesi) si era schierato dalla parte italiana e che<br />

compose appunto Le devin du village.<br />

<strong>Il</strong> teatro francese nel corso <strong>dei</strong> secoli ha prodotto<br />

numerose forme musicali. L’opéra-comique è certamente<br />

fra le più longeve e soggette a trasformazioni.<br />

Se infatti all’inizio era di sapore comico, nel tardo<br />

Settecento fece propri gli ideali della rivoluzione<br />

francese trasformandosi (secondo il genere letterario<br />

della piece au sauvatage) in un’opera drammatica<br />

con finale lieto.<br />

Nel 1825 François-Adrien Boïeldieu rappresentò<br />

La dame blanche destinata a diventare un modello<br />

per l’opéra-comique ottocentesca: musica di facile<br />

danses espagnoles<br />

n'existent qu'à Paris»,<br />

«Les<br />

questo il commento di<br />

un deluso Gautier al rientro, in<br />

Spagna, da un baile nacional che<br />

nella fantasia del giovane poeta e<br />

di un suo amico si era tinto <strong>dei</strong><br />

rutilanti colori della Cachucha, del<br />

Bolero e di mille altre indiavolate<br />

danze sensuali, dove la bellezza<br />

della donna si ammanta di seducente<br />

carnalità e la vita si mescola<br />

fatalmente alla morte. Ma di<br />

funebre si stagliarono agli occhi<br />

<strong>dei</strong> due giovani solo due vecchi<br />

danzatori con tanto di nacchere<br />

«qui ne se consolaient pas entre<br />

eux». L'uomo, nella feroce penna<br />

del poeta, sembrava fremere<br />

d'orrore alla sola idea che la sua<br />

compagna<br />

gli si potesse<br />

avvicinare<br />

con qualche<br />

figurazione<br />

di danza, e<br />

gli occhi perennemente<br />

bassi della<br />

coppia sembravanocelare<br />

ai due esecutori la loro ormai<br />

decrepita realtà. Un boléromacabre<br />

che si poneva a incommensurabile<br />

distanza dalle<br />

trionfali esibizioni di Fanny Elssler,<br />

la stella austriaca tutta fuoco<br />

e dalla sua celebre Cachucha.<br />

Dalla "danzatrice pagana", contrapposta<br />

all'eterea Maria Taglioni<br />

dallo stesso Gautier, egli<br />

si veniva convincendo essersi<br />

generata la vera Cachucha.<br />

Ecco, dunque, toccato un punto<br />

nodale: l'autenticità della danza<br />

spagnola nel teatro e nell'opera<br />

dell'Ottocento. A lungo si è discusso<br />

della trasposizione di forme<br />

della tradizione popolare,<br />

della loro stilizzazione e di quan-<br />

Carmen in una incisione di Gustav Dorè<br />

percezione con abbondanza di marcette, danze,<br />

canzonette, una trama leggera con lieto fine.<br />

L’opéra-comique rappresentò così nell’Ottocento<br />

il versante “frivolo”, anche se non comico o<br />

parodistico (ruolo ricoperto poi dall’operetta<br />

d’Offenbach) in alternativa alle atmosfere serie<br />

e tragiche della tragedie-lyrique o del grand-opéra<br />

o dell’opéra-lyrique.<br />

Lo spirito dell’opéra-comique anticipato da Boïel-<br />

to la mescolanza <strong>dei</strong> generi sia alla<br />

base della couleur locale così ricercata<br />

non solo dal teatro del<br />

XIX secolo.<br />

L’ Habanera<br />

E' indubbio che proprio il movimento<br />

delle braccia e l'atteggiarsi<br />

del corpo contribuiscano a definire<br />

il temperamento di Carmen,<br />

la cui aria di sortita coincide con<br />

l'esotica Habanera. Tuttavia l'esecuzione<br />

ben poco richiama la forma<br />

originaria della Habanera,<br />

danza nata a Cuba tra i ñañigos<br />

(la gente di colore <strong>dei</strong> quartieri<br />

bassi dell’Avana) dalla per una o<br />

più coppie probabile fusione di<br />

danze di origine africana con le<br />

cadenze <strong>dei</strong> colonizzatori spagnoli.<br />

Un ritmo binario lento, che<br />

consta di una breve introduzione,<br />

di due parti di 8 o 16 battute e<br />

di un finale. Non ha passi obbligati,<br />

ma caratteristico è il Contoneo,<br />

la lenta e ritmica oscillazione<br />

<strong>dei</strong> fianchi che richiama tutta la<br />

sensualità delle popolazioni tropicali.<br />

Così se la musica rimanda<br />

al El arreglito di Sebastián Yra-<br />

7<br />

dieu e da Auber agli inizi del secolo fu contraddetto<br />

da Bizet quando mise mano a Carmen.<br />

Sensualità e passione<br />

non piacquero al pubblico<br />

Nella sua versione originale l’opera ispirata a Mérimée<br />

era strutturata secondo l’alternanza musica e<br />

prosa; solo successivamente – per la prima rappresentazione<br />

a Vienna del 23 ottobre 1875 - i dialoghi<br />

parlati furono sostituiti da recitativi, ma oggi si possono<br />

vedere in scena entrambe le versioni.<br />

La struttura, dunque, era quella dell’opéra-comique.<br />

L’atmosfera era tuttavia assai differente. E’ vero<br />

che in Carmen ci sono deliziosi momenti di leggerezza<br />

e di danza. E’ vero che Bizet usa ironia e<br />

freschezza. E’ però anche vero che Carmen è fra le<br />

donne più sensuali del teatro musicale, il suo carattere<br />

passionale e libero (una grande femminista) irretisce<br />

il debole Don Josè che per lei diserta e diventa<br />

fuorilegge. E’, infine, un’opera tragica nella<br />

quale la protagonista muore pugnalata in scena,<br />

una morte annunciata e affrontata dalla ragazza<br />

con un coraggioso atto di sfida nei confronti del<br />

proprio carnefice.<br />

<strong>Il</strong> Teatro dell’Opéra-comique a Parigi era frequentato<br />

da famiglie borghesi in cerca di un divertimento<br />

sano, interessate ad un teatro di evasione. <strong>Il</strong> 3<br />

marzo 1875 Carmen ebbe un effetto scioccante sulla<br />

platea che non si aspettava colori così accesi, sensualità<br />

e illegalità, pugnalate e morti.<br />

Per questo il pubblico fischiò l’opera, procurando al<br />

povero Bizet l’ultima cocente delusione di una vita<br />

artistica vissuta troppo rapidamente e spenta esattamente<br />

tre mesi dopo quel fiasco, il 6 giugno 1875.<br />

Roberto Iovino<br />

Danze e ritmi spagnoli in Carmen<br />

La Habanera e le altre<br />

dier, la Habanera di Carmen richiama<br />

la Escuela bolera che grande<br />

fortuna conobbe proprio nella<br />

Francia dell'Ottocento e sulla quale<br />

si innestarono elementi della<br />

Danse d'école. E Carmen, gitana di<br />

razza e trasformatrice di quel tabacco<br />

che proprio da Cuba proveniva,<br />

si lancia in questa danza sensuale<br />

per ammaliare i presenti.<br />

La Seguidilla<br />

Analoga stilizzazione del folklore<br />

vale anche per la Seguidilla, che<br />

sottolinea l'ambientazione nell'aria<br />

"Près de la porte de Séville" e per<br />

il Polo, danza andalusa di origine<br />

gitana che Bizet riprese da Cuerpo<br />

Bueno di Manuel Garcia per il<br />

preludio del quarto atto.<br />

D’altronde, una lunga tradizione<br />

aveva accompagnato la fortuna<br />

della danza "alla spagnola", dai<br />

canari e dalle cascarde <strong>dei</strong> trattati<br />

di danza <strong>dei</strong> maestri italiani al<br />

tempo della dominazione spagnola,<br />

alle entrate pittoresche <strong>dei</strong><br />

vari paesi nei balletti di corte, di<br />

cui è esempio Le Bourgeois Gentilhomme<br />

di Lully e Molière<br />

(1670). A quella stessa linea si ricollegano<br />

le danze nazionali delle<br />

ambascerie del Lago <strong>dei</strong> Cigni di<br />

Petipa, Ivanov e Cajkovskij<br />

(1895) e il graduale formarsi dello<br />

stereotipo che portò ad identificare<br />

l'Italia con la Tarantella, la<br />

Scozia con la Giga, la Spagna con<br />

il Bolero. Frutto dell'incontro della<br />

cultura francese con quella iberica,<br />

Carmen si presta a molteplici<br />

letture anche nel balletto. Esse<br />

possono oscillare dall'accentuazione<br />

del carattere francese nell'androgina<br />

protagonista dell'omonimo<br />

balletto di Roland Petit<br />

(1949) ove Zizi Jeanmaire appare<br />

con i capelli à la garçonne e l'Habanera<br />

è chiamata ad enfatizzare l'assolo<br />

di Don José, al colore tutto<br />

spagnolo della Carmen di Antonio<br />

Gades e Carlos Saura (1983) che<br />

innesta brani di Flamenco sulla<br />

partitura di Bizet e ove aleggia lo<br />

spirito del Duende. Qui una selvaggia,<br />

animalesca Carmen, secondo<br />

Henri-François Rey, incarna<br />

il sentire di uomini che del sesso<br />

avvertono il lato oscuro e misterioso.<br />

Claudia Celi

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