CATALOGO FESTIVAL 2005 - Campus Internazionale di Musica

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30.05.2013 Views

“Il contrappunto di Aldo Clementi: tradizione e modernità” In questo concerto sono presentate tutte le composizioni per pianoforte solo di Aldo Clementi con l’esclusione delle opere giovanili (Preludio Suite e Sonatina scritte tra la fine degli anni ’ e i primi anni ’) e di due brani che prevedono la prepara zione del pianoforte (Frammento e GiAnCArlo CarDini) L’idea di alternare i contrappunti di Clementi con altre compo sizioni polifoniche appartenenti a diverse epoche è volta ad evi denziare quanto importante sia per Aldo Clementi il rapporto con la tradizione musicale del passato e viceversa per sottoli neare come anche le altre musiche presentino aspetti di parti colare modernità che in altri contesti rimarrebbero nell’ombra È dunque naturale che questo percorso d’ascolto inizi con un brano in cui il prestito tematico è esplicito già nel titolo Vom Himmel hoch () trae spunto infatti dall’omonimo corale bachiano di cui mantiene il fraseggio sillabico e il rigore del contrappunto a quattro parti Questo è basato su quattro diver se linee le quali vengono variate per aumentazione o per inver sione e danno luogo ad otto diversi movimenti ognuno con altrettante nuove sovrapposizioni Gli ultimi quattro movimen ti non sono altro che il retrogrado dei primi quattro secondo lo schema Ogni voce ha una diversa pola rità armonica e l’ascoltatore è costretto a cambiare continua mente “angolazione” per inquadrare l’una o l’altra delle tonalità compresenti così come in un disegno di Escher un piano può essere interpretato come il “sopra” o il “sotto” Il brano può essere ripetuto fino a tre volte ogni volta sempre alla metà del tempo La successiva Fuga in mi maggiore dal secondo volume del Clavicembalo ben temperato di J S Bach presenta il medesimo incipit della voce di basso di Vom Himmel hoch Naturalmente in questo caso la tonalità è priva di ambiguità determinando nell’ascoltatore un piacevole senso di ritrovata stabilità Lo Studio (sulla monotonia) del è il più recente brano pianistico composto da Clementi Si tratta di un complesso con trappunto in cui le quattro parti ripropongono costantemente un disegno di due sole note Il brano è in forma AB dove la parte B è un “Double” (come eco) costituito dalla ripetizione totale della parte A ma con alcune modifiche intervallari alla cellula semitonale un diverso sfalsamento delle voci e velocità e dinamiche ridotte La tessitura della parte A è anche leggibile come un canone inverso considerando le tre voci superiori come dux e le tre inferiori come comes Lo sfasamento temporale caratterizza per definizione tutte le forme di canone e dunque accomuna lo Studio di Aldo Clementi allo Studio n dal Gradus ad Parnassum di MMuuzziioo CClleemmeennttii che comprende un rigoroso doppio canone Esso è preceduto da un bellissimo preludio ossia lo Studio n che introduce adeguatamente l’astrazione polifonica del canone successivo BACH () è una composizione di capitale importanza poi ché dà inizio alla fase stilistica dell’attività creativa di Clementi che perdura sino ad oggi da lui stesso denominata “fase diato nica” La novità consiste infatti nell’uso di frammenti diatonici per la costituzione del continuum ossia di quel flusso indistinto di note che dagli anni ’ caratterizza la sua poetica e che fino ad allora era stato sempre costituito da elementi cromatici Prima di BACH Clementi non aveva mai realizzato il conti nuum al pianoforte uno strumento che certo non è predispo sto naturalmente a determinare quei suoni indefiniti e recipro camente conglobati necessari a determinare un flusso costante Eppure egli riesce perfettamente in quest’intento utilizzando una scrittura pulviscolare e puntillistica in cui il rigoroso con trappunto basato su tre scale ascendenti (due cromatiche e una diatonica ognuna con una diversa intensità dinamica) genera un moto incessante ed indistinto di suoni da cui emergono accentate le quattro note che compongono il nome BACH (si bemolle la do si) Ma il riferimento a Bach non si esaurisce nel criptogramma del suo nome Infatti sia le tre scale ascen denti sia il criptogramma derivano dalla Fantasia BWV in do minore per cembalo Grazie anche alla totale omogeneità ritmica e alla rapidissima velocità esecutiva l’effetto è quello di un turbine che scorre vertiginoso ed ineluttabile La prescrizio ne di ripetere il brano – anche all’infinito a discrezione dell’ese cutore e comunque almeno tre volte – sarà frequente d’ora in poi nelle composizioni di Clementi e contempla implicitamente un particolare approccio verso la filosofia della creazione arti stica in cui la forma è controllata dal compositore pur senza dover determinare la durata del brano La Sonata K di SSccaarrllaattttii che segue ripropone il medesimo grado di difficoltà virtuosistica pur con una scrittura diversa basata prevalentemente su scale rapidissime che però sono bruscamente interrotte da forti accordi ribattuti con amplissi mi sbalzi di registro Il successivo lavoro pianistico Variazioni su BACH () non è altro che un’“autoclonazione” di BACH Si tratta in effetti di un’interessante operazione di “mixaggio” del materia le originale di BACH con l’inversione dello stesso Va da sé che il contrappunto risultante è molto più complesso e genera raffinati giochi di specchi e simmetrie La successiva esecuzione della già citata Fantasia BWV di JJ SS BBaacchh consentirà di cogliere le affinità che accomunano Clementi al grande Maestro lipsiense non solo sul piano tema tico ma anche su quello della finezza della tessitura polifonica L’Invenzione () s’inscrive in quella serie di recenti opere di Clementi basate su frammenti diatonici di lunghezza mini ma trattati con rigorose procedure contrappuntistiche In que sto caso le voci sono quattro ed intonano una melodia caden zata nel ritmo ternario di / basata su tre sole note La strut tura è divisa in sei variazioni di cui le ultime tre sono il retro grado delle prime tre secondo uno schema non troppo diverso da quello di Vom Himmel hoch:

La Fuga in mi bemolle maggiore di FFeelliixx MMeennddeellssssoohhnn ripropo ne una simile sovrapposizione di quattro voci con un anda mento lento e cantabile che evidenzia i punti di contatto della musica di Mendelssohn (che non a caso fu tra i primi a riscopri re la grandezza di JS Bach) con la poetica di Aldo Clementi Questa fuga basata su un riferimento tematico della Passione secondo Matteo di Bach è rimasta nell’oblio fino a pochi anni fa ed è qui presentata in prima esecuzione europea Nello Studio sul Tocco del il ricorso a materiale preesisten te non consiste nell’utilizzo di un determinato tema bensì di un certo tipo di fraseggio: quello sillabico del corale luterano Clementi raggiunge inoltre nuovi stadi di parziale indetermina zione del brano prescrivendo all’esecutore di improvvisare melodie (appunto nello stile di corale) utilizzando esclusiva mente un gruppo di sei note nella mano destra ed un altro gruppo di sei note speculare nella mano sinistra I due gruppi vengono reiterati ed elaborati come in un caleidoscopio risul tando continuamente cangianti ma nello stesso tempo sem pre identici a se stessi proponendo in una nuova luce quel par ticolare connubio di uguaglianza e diversità di statico e dinami co che caratterizza l’estetica musicale di Clementi Anche il celeberrimo Preludio in do minore di CChhooppiinn presenta una scrittura accordale di derivazione corale La struttura dei periodi del preludio potrà facilmente influenzare l’esecuzione del precedente Studio sul Tocco¸ che grazie alla sua duttilità ben si presta a prendere le forme di questo Preludio Loure () è costituito da tre brevi movimenti caratterizzati dal ritmo ternario dell’omonima danza e basati sul medesimo materiale tematico Questo come di consueto è molto limita to con precise connotazioni armoniche e subisce sovrapposi zioni sempre diverse dando origine ad un contrappunto a quat tro parti in cui ogni voce ha una diversa tonalità I tre movi menti presentano diversi andamenti: Mosso (il primo) Moderato (il secondo) Lento (il terzo): il contrappunto viene quindi proposto in modo sempre più chiaro e l’ascoltatore ha modo di percepire gradualmente le affascinanti sovrapposizioni intervallari e la varietà dell’articolazione come osservando la partitura sotto una lente d’ingrandimento di volta in volta più potente La Mazurka op n di CChhooppiinn condivide con Loure il ritmo ternario di danza e soprattutto una notevole complessità polifonica e ascoltata subito dopo i contrappunti politonali di Clementi potrà far emergere gli aspetti più moderni del tardo stile chopiniano La Composizione n del è il primo importante brano pia nistico di Clementi Essa costituisce una chiara testimonianza dell’interesse dell’autore verso le esperienze seriali del postwe bernismo vissute anche attraverso la frequentazione dei corsi di Darmstadt Tuttavia ci sono delle caratteristiche che rendo no il linguaggio dodecafonico di Clementi decisamente origina le come l’utilizzo di note ribattute all’interno della serie e una certa morbidezza mediterranea L’attenzione alle risultanti armoniche delle combinazioni seriali è evidente nel reiterarsi del do diesis che dà una colorazione armonica di indubbio fascino L’accostamento con le Variazioni op () di AAnnttoonn WWeebbeerrnn uno dei modelli più rappresentativi di composizione pianistica dodecafonica permetterà di cogliere le differenze tra il linguaggio seriale weberniano e quello di Clementi Il tema delle Variazioni composte da Aldo Clementi nel consiste in un esacordo prima discendente poi ascendente che viene reiterato senza alcuna modifica interna attraverso la rigo rosa trama contrappuntistica a quattro parti con le consuete varianti dell’inversione e del retrogrado Le voci peraltro non sono sovrapposte ma alternate con una scrittura puntillistica che conferisce una peculiare asciuttezza timbrica Le variazioni a cui il titolo allude sono le dodici riproposizioni della polifonia iniziale ogni volta con un maggiore sfasamento orizzontale tra le quattro parti Il ritmo presenta continue accelerazioni e ral lentamenti determinando un andamento quasi meccanico: ma non si tratta di un meccanismo arido bensì umano in grado di esaurirsi in una disincantata malinconia L’Invenzione n di GGooffffrreeddoo PPeettrraassssii presenta un’altrettanto raffinata trama contrappuntistica sempre basata su un’artico lazione staccata Non è un caso del resto che Goffredo Petrassi sia stato anche insegnante di Aldo Clementi e che lo abbia più volte indicato con orgoglio per i suoi risultati artistici: testimo nianza della validità del metodo didattico petrassiano che lasciava l’allievo libero di sviluppare un proprio linguaggio anche molto diverso da quello del maestro Con Blues e Blues del Clementi esplora le potenzialità combinatorie di dodici frammenti di Thelonious Monk selezio nati in base alla presenza del totale cromatico in ciascuno di loro In ogni Blues la struttura è a specchio poiché la seconda metà non è altro che il retrogrado della prima secondo uno schema analogo a quello di Vom Himmel hoch: Il Blues consiste nell’inversione del precedente; i due brani sono pertanto complementari e se eseguiti in sequenza come in questo programma formano un terzo Blues con l’enunciazione delle quattro varianti: O R I IR L’atmosfera sospesa e trasognata dei frammenti di Monk ci introduce adeguatamente nel clima espressivo dello Studio n di LLiiggeettii intitolato Arcenciel Anche questo è basato su una scrittura derivata da modelli jazzistici evidenti nell’uso delle armonie e nell’andamento swing esplicitamente prescritto da Ligeti pur con una complessa scrittura poliritmica: la mano destra suona sempre in / la sinistra in / Ma il maggior fascino consiste forse nelle successioni armoniche di grande raffinatezza e poesia Roberto Prosseda

“Il contrappunto <strong>di</strong> Aldo Clementi: tra<strong>di</strong>zione e modernità”<br />

In questo concerto sono presentate tutte le composizioni per<br />

pianoforte solo <strong>di</strong> Aldo Clementi con l’esclusione delle opere<br />

giovanili (Prelu<strong>di</strong>o Suite e Sonatina scritte tra la fine degli anni<br />

’ e i primi anni ’) e <strong>di</strong> due brani che prevedono la prepara<br />

zione del pianoforte (Frammento e GiAnCArlo CarDini)<br />

L’idea <strong>di</strong> alternare i contrappunti <strong>di</strong> Clementi con altre compo<br />

sizioni polifoniche appartenenti a <strong>di</strong>verse epoche è volta ad evi<br />

denziare quanto importante sia per Aldo Clementi il rapporto<br />

con la tra<strong>di</strong>zione musicale del passato e viceversa per sottoli<br />

neare come anche le altre musiche presentino aspetti <strong>di</strong> parti<br />

colare modernità che in altri contesti rimarrebbero nell’ombra<br />

È dunque naturale che questo percorso d’ascolto inizi con un<br />

brano in cui il prestito tematico è esplicito già nel titolo Vom<br />

Himmel hoch () trae spunto infatti dall’omonimo corale<br />

bachiano <strong>di</strong> cui mantiene il fraseggio sillabico e il rigore del<br />

contrappunto a quattro parti Questo è basato su quattro <strong>di</strong>ver<br />

se linee le quali vengono variate per aumentazione o per inver<br />

sione e danno luogo ad otto <strong>di</strong>versi movimenti ognuno con<br />

altrettante nuove sovrapposizioni Gli ultimi quattro movimen<br />

ti non sono altro che il retrogrado dei primi quattro secondo lo<br />

schema Ogni voce ha una <strong>di</strong>versa pola<br />

rità armonica e l’ascoltatore è costretto a cambiare continua<br />

mente “angolazione” per inquadrare l’una o l’altra delle tonalità<br />

compresenti così come in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Escher un piano può<br />

essere interpretato come il “sopra” o il “sotto” Il brano può<br />

essere ripetuto fino a tre volte ogni volta sempre alla metà del<br />

tempo<br />

La successiva Fuga in mi maggiore dal secondo volume del<br />

Clavicembalo ben temperato <strong>di</strong> J S Bach presenta il medesimo<br />

incipit della voce <strong>di</strong> basso <strong>di</strong> Vom Himmel hoch Naturalmente<br />

in questo caso la tonalità è priva <strong>di</strong> ambiguità determinando<br />

nell’ascoltatore un piacevole senso <strong>di</strong> ritrovata stabilità<br />

Lo Stu<strong>di</strong>o (sulla monotonia) del è il più recente brano<br />

pianistico composto da Clementi Si tratta <strong>di</strong> un complesso con<br />

trappunto in cui le quattro parti ripropongono costantemente<br />

un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> due sole note Il brano è in forma AB dove la<br />

parte B è un “Double” (come eco) costituito dalla ripetizione<br />

totale della parte A ma con alcune mo<strong>di</strong>fiche intervallari alla<br />

cellula semitonale un <strong>di</strong>verso sfalsamento delle voci e velocità<br />

e <strong>di</strong>namiche ridotte La tessitura della parte A è anche leggibile<br />

come un canone inverso considerando le tre voci superiori<br />

come dux e le tre inferiori come comes<br />

Lo sfasamento temporale caratterizza per definizione tutte le<br />

forme <strong>di</strong> canone e dunque accomuna lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Aldo<br />

Clementi allo Stu<strong>di</strong>o n dal Gradus ad Parnassum <strong>di</strong> MMuuzziioo<br />

CClleemmeennttii che comprende un rigoroso doppio canone Esso è<br />

preceduto da un bellissimo prelu<strong>di</strong>o ossia lo Stu<strong>di</strong>o n che<br />

introduce adeguatamente l’astrazione polifonica del canone<br />

successivo<br />

BACH () è una composizione <strong>di</strong> capitale importanza poi<br />

ché dà inizio alla fase stilistica dell’attività creativa <strong>di</strong> Clementi<br />

che perdura sino ad oggi da lui stesso denominata “fase <strong>di</strong>ato<br />

nica” La novità consiste infatti nell’uso <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong>atonici<br />

per la costituzione del continuum ossia <strong>di</strong> quel flusso in<strong>di</strong>stinto<br />

<strong>di</strong> note che dagli anni ’ caratterizza la sua poetica e che fino<br />

ad allora era stato sempre costituito da elementi cromatici<br />

Prima <strong>di</strong> BACH Clementi non aveva mai realizzato il conti<br />

nuum al pianoforte uno strumento che certo non è pre<strong>di</strong>spo<br />

sto naturalmente a determinare quei suoni indefiniti e recipro<br />

camente conglobati necessari a determinare un flusso costante<br />

Eppure egli riesce perfettamente in quest’intento utilizzando<br />

una scrittura pulviscolare e puntillistica in cui il rigoroso con<br />

trappunto basato su tre scale ascendenti (due cromatiche e una<br />

<strong>di</strong>atonica ognuna con una <strong>di</strong>versa intensità <strong>di</strong>namica) genera<br />

un moto incessante ed in<strong>di</strong>stinto <strong>di</strong> suoni da cui emergono<br />

accentate le quattro note che compongono il nome BACH<br />

(si bemolle la do si) Ma il riferimento a Bach non si esaurisce<br />

nel criptogramma del suo nome Infatti sia le tre scale ascen<br />

denti sia il criptogramma derivano dalla Fantasia BWV in<br />

do minore per cembalo Grazie anche alla totale omogeneità<br />

ritmica e alla rapi<strong>di</strong>ssima velocità esecutiva l’effetto è quello <strong>di</strong><br />

un turbine che scorre vertiginoso ed ineluttabile La prescrizio<br />

ne <strong>di</strong> ripetere il brano – anche all’infinito a <strong>di</strong>screzione dell’ese<br />

cutore e comunque almeno tre volte – sarà frequente d’ora in<br />

poi nelle composizioni <strong>di</strong> Clementi e contempla implicitamente<br />

un particolare approccio verso la filosofia della creazione arti<br />

stica in cui la forma è controllata dal compositore pur senza<br />

dover determinare la durata del brano<br />

La Sonata K <strong>di</strong> SSccaarrllaattttii che segue ripropone il medesimo<br />

grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà virtuosistica pur con una scrittura <strong>di</strong>versa<br />

basata prevalentemente su scale rapi<strong>di</strong>ssime che però sono<br />

bruscamente interrotte da forti accor<strong>di</strong> ribattuti con amplissi<br />

mi sbalzi <strong>di</strong> registro<br />

Il successivo lavoro pianistico Variazioni su BACH ()<br />

non è altro che un’“autoclonazione” <strong>di</strong> BACH Si tratta in<br />

effetti <strong>di</strong> un’interessante operazione <strong>di</strong> “mixaggio” del materia<br />

le originale <strong>di</strong> BACH con l’inversione dello stesso Va da sé<br />

che il contrappunto risultante è molto più complesso e genera<br />

raffinati giochi <strong>di</strong> specchi e simmetrie<br />

La successiva esecuzione della già citata Fantasia BWV <strong>di</strong> JJ<br />

SS BBaacchh consentirà <strong>di</strong> cogliere le affinità che accomunano<br />

Clementi al grande Maestro lipsiense non solo sul piano tema<br />

tico ma anche su quello della finezza della tessitura polifonica<br />

L’Invenzione () s’inscrive in quella serie <strong>di</strong> recenti opere<br />

<strong>di</strong> Clementi basate su frammenti <strong>di</strong>atonici <strong>di</strong> lunghezza mini<br />

ma trattati con rigorose procedure contrappuntistiche In que<br />

sto caso le voci sono quattro ed intonano una melo<strong>di</strong>a caden<br />

zata nel ritmo ternario <strong>di</strong> / basata su tre sole note La strut<br />

tura è <strong>di</strong>visa in sei variazioni <strong>di</strong> cui le ultime tre sono il retro<br />

grado delle prime tre secondo uno schema non troppo <strong>di</strong>verso<br />

da quello <strong>di</strong> Vom Himmel hoch:

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