IN OBLUNGO - Libreria Antiquaria Pregliasco
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IN OBLUNGO IN OBLUNGO Album figurati con incisioni o disegni di soggetto vario e inusuale LIBRERIA ANTIQUARIA PREGLIASCO Via Accademia Albertina 3 bis - Torino 10123 tel (+39) 011-81.77.114 - fax (+39) 011-81.79.214 - books@preliber.com - www.preliber.com P.Iva: IT-04919830010
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<strong>IN</strong> <strong>OBLUNGO</strong><br />
<strong>IN</strong> <strong>OBLUNGO</strong><br />
Album figurati con incisioni o disegni di soggetto vario e inusuale<br />
LIBRERIA ANTIQUARIA PREGLIASCO<br />
Via Accademia Albertina 3 bis - Torino 10123<br />
tel (+39) 011-81.77.114 - fax (+39) 011-81.79.214 - books@preliber.com - www.preliber.com<br />
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1. ALESSANDRI, Innocente & SCATTAGLIA, Pietro. Animali quadrupedi.<br />
Dal naturale disegnati, incisi e miniati con i loro veri colori da Innocente<br />
Alessandri e Pietro Scattaglia. Parte prima (-seconda). Venezia, Stamperia di<br />
Carlo Palese, 1771-1772, €18.000<br />
2 tomi, su quattro, in un volume in-folio<br />
(480x350 mm), 100 tavole (su 200 complessive) e<br />
2 frontespizi figurati con vari animali, incisi e<br />
dipinti a mano con vivi colori, legatura coeva in<br />
mezza pelle ang., carta decorata ai piatti (difetti<br />
alle cerniere e alle cuffie). Le cento straordinarie<br />
tavole raffigurano animali quadrupedi singoli o a<br />
due-tre nel loro abitat naturale, incise a piena<br />
pagina e dipinte vivacemente da mano del tempo,<br />
stupende. Prima e unica edizione, molto rara,<br />
della più bella e pregiata opera di zoologia che<br />
vide la luce in Europa nel settecento, alla quale si<br />
può solo affiancare l’ornitologia del Manetti.<br />
L’arte veneziana di quel secolo è evidente nelle<br />
magnifiche incisioni acquerellate degli artisti<br />
Alessandri e Scattaglia attivi sul ponte di Rialto,<br />
eseguite nell’arco di cinque anni e pubblicate a<br />
fascicoli mensili. Ogni composizione è ricca di<br />
decorazioni attorno alla figura del quadrupede,<br />
alberi e fiori, tane... Esemplare in buono stato di<br />
conservazione, stampato su carta pesante, a<br />
grandi margini. NISSEN, Zoologia, I, 79. THIEME-<br />
BECKER I, 254. MORAZZONI, Libri veneziani del<br />
‘700, p. 208.
2. AMPHIAREO, Vespasiano, da Ferrara. Opera…nella<br />
quale si insegma (sic) a scrivere varie sorti di lettere, et<br />
massime una lettera bastarda da lui nuovamente con<br />
sua industria ritrovata, la qual serve al cancellaresco et<br />
mercantesco. Poi insegna a far l’inchiostro negris simo…<br />
Anchora a macinar l’oro et scrivere con esso… parimente<br />
a scrivere con l’azuro, et col cina prio… Vinegia, Gabr.<br />
Giolito de Ferrari et fratelli, 1554, € 6.000<br />
in-8 oblungo, ff. (48), leg. in p. perg. di poco poster., in astuccio<br />
in tela. Impresa tipogr. al titolo, iniz. silogr. I primi 4 ff.<br />
contengono il frontespizio, la dedica dell’a. al Doge Francesco<br />
Donato, l’avviso ai lettori, l’insegnamento “A far aqua gommata<br />
per distemperare azurro et per macinar oro da scrivere”, cui se -<br />
gue la “Recetta per scrivere con cinaprio”; gli altri 43 fogli con -<br />
tengono esempi di scrittura cancelleresca corsiva e singole lettere<br />
alfabetiche realizzate nelle più svariate forme; negli ultimi 2 ff.<br />
altre ricette ed il registro. Seconda edizione (la prima era apparsa<br />
nel 1548 col titolo “Uno novo modo d’insegnar a scrivere et<br />
formar lettere di più sorte”) di quest’opera rara ed importantissima,<br />
composta soprattutto per facilitare la pratica della scrittura<br />
mercantile. Frate Amphiareo Vespasiano da Ferrara (1501-1563),<br />
minore conventuale, fu tra i più illustri calligrafi del XVI secolo<br />
e questa sua opera ebbe enorme successo e numerose ristampe fino<br />
al 1620. Bell’esempl., con antica firma di possesso sul tit. (piccoli<br />
restauri al margine super. di alcuni ff. e qualche macchia qua e là).<br />
BONGI I, p. 436-7. BONAC<strong>IN</strong>I 48. BERL<strong>IN</strong> KAT. 5183. BMC STC VII, 22.
3. (ASSAROTTI, Ottavio G.B.). Dottrina cristiana per sordomuti.<br />
Manoscritto cartaceo. Genova, prima metà XIX secolo, € 8.500<br />
mm 240x170, ff. 120, di cui 1 di introduzione, 117 di tavole (numerate 118<br />
perché saltato nella numerazione il 96), 2 bianchi, legatura coeva in mezza pelle<br />
e carta marmorizzata, scritta “F. Alvarotti, Dottrina Cristiana” impressa in oro<br />
al dorso. Il manoscritto tratta di un metodo per meglio far assimilare<br />
un’educazione cristiana rivolta ai sordomuti, utilizzando le teorie di Padre<br />
Ottavio Giovanni Battista Assarotti (Genova, 25 ottobre 1753 - 24 gennaio 1829),<br />
fondatore delle scuole per sordomuti e inventore dell’alfabeto manuale, come<br />
esplicitato dall’anonimo autore nell’introduzione. La mancanza del secondo<br />
foglio dell’introduzione impedisce infatti di poter individuare con certezza<br />
l’autore dello scritto, identificato al dorso del volume come “F. Assarotti”; il<br />
compilatore menziona il celebre padre dell’ordine degli Scolopi, dichiara di<br />
essersi ispirato ai suoi dettami e ricorda la fondazione dell’Istituto Nazionale per<br />
Sordomuti di Genova (oggi chiamato Fondazione Padre Assarotti), datandola<br />
erroneamente 1801 anziché 1811. L’opera si propone di affrontare temi complessi<br />
come quelli della fede e dei comandamenti, di insegnare preghiere e sacramenti<br />
e di illustrare le virtù cristiane ai sordomuti utilizzando immagini, simboli<br />
dell’alfabeto dattilologico, tutt’ora utilizzato dai sordomuti, e la scrittura. Le 117<br />
tavole, infatti, riportano al recto, 117 vividi e vivaci disegni al tratto con<br />
coloriture ad acquerello accompagnate da schemi e didascalie, mentre al verso,<br />
fino alla tavola 46, dettagliate spiegazioni illustrano le immagini. Esemplato<br />
probabilmente sulla base di alcune opere dell’Assarotti, come gli Esercizi di pietà<br />
ad uso de’ sordo-muti istruiti e di chiunque altro desideri praticarli (Genova<br />
1814); il Ristretto delle dottrine cristiane ad uso de’Sordo-muti istruiti nel R.<br />
Istituto di Genova (Genova 1840) o i Punti di religione ad uso de’ Sordo-muti<br />
istruiti nel R. Istituto di Genova (Genova, s.d. ma posteriore al 1840), il<br />
manoscritto pare del tutto inedito e curioso per il modo di trattare la materia. I<br />
disegni, seppur di mano inesperta, sono particolarmente interessanti per l’arguzia<br />
con cui concetti astratti vengono resi con immagini e schematizzazioni.
4. BALL<strong>IN</strong>O, Giulio. De’ Disegni delle più illustri Città,<br />
& Fortezze del Mondo. Parte I, la quale ne contiene cinquanta:<br />
con una breve historia delle origini, et accidenti<br />
loro, secondo l’ordine de’ tempi. Vinegia, Bolognino Zaltieri,<br />
1569, € 21.000<br />
in-4, legatura coeva in pergamena, tit. manoscritto al dorso.<br />
L’opera si compone di: fogli 4 n.n.(titolo, al verso del foglio due<br />
poesie); dedica a Vinc. Pellegrini su due pagine; carta geogr.<br />
dell’Europa a piena pag. su 1 f.; una carta geografica<br />
“Descritione dell’Austria, et Ongheria...” a piena pagina su 1 f.;<br />
e 50 fogli doppi, senza numerazione né segnatura, contenenti 51<br />
tavole incise in rame; (il f. relativo a Malta ha 2 incisioni): tutte<br />
recano il testo descrittivo al recto, e spesso anche al verso del<br />
foglio, tranne 2 (“Castello di Saaca in Ongaria” e “Ordinanza del<br />
Turco”). Esemplare della prima tiratura, così completo (non<br />
apparve mai una seconda parte), col titolo a stampa e recante in<br />
basso la figura allegorica di Venezia col motto “In te Domine<br />
speravi” (la seconda tiratura ha il titolo inciso, ma non la carta<br />
geogr. dell’Europa). Al presente esempl., inoltre, sono stati<br />
aggiunti un foglio d’indice manoscritto delle città, inserito all’inizio, ed in fine una bella tavola ripieg. (mm 470 x 365)<br />
raffig. il “Disegno per far la Fortezza di Palma”, eseguita all’epoca in seppia da abile mano. Atlante di grande fascino e<br />
rarità che, tramite le notizie storiche e soprattutto attraverso le le nitide magnifiche incisioni di artista anonimo, ci permette<br />
di conoscere molte città e fortezze d’Italia e del mondo alla metà del XVI secolo: tra le altre, Venezia, Firenze, Siena, Roma,<br />
Nettuno, Napoli, Messina, Genova, Piacenza, Parigi, Perpignan, Anversa, Augusta, Francoforte, Ginevra, Vienna,<br />
Costantinopoli, Gerusalemme e “Timistitano”, il nucleo originario di Città del Messico, territorio conquistato da Ferdinando<br />
Cortès fin dal 1520. Poche sono le notizie dell’autore Giulio Ballino: non si conoscono la data né il luogo di nascita e la<br />
morte si pone approssimativamente poco dopo il 1592; fu mediocre letterato e poeta, amico di Paolo Manuzio, che in una<br />
lettera al figlio Aldo il Giovane lo giudica “umanista d’ingegno vivace, ma troppo impaziente e poco rigoroso” (DBIt., vol.<br />
5, pp. 599-600). La presente raccolta di topografie è assai rara e precede il Braun-Hogenberg (1572-1618) e il Valegio<br />
(1580-1590). Esempl. puro e marginoso, con le tavole nitidamente impresse, montate su braghette (lavori di tarlo alla<br />
legatura). BMC 69. ADAMS B-138. BREMAN n. 021A. COCKLE N. 777. CREMON<strong>IN</strong>I, L’Italia nelle vedute, n. 4 (la seconda tiratura).
5. BASOLI, Antonio. Raccolta di Pro spettive<br />
serie, rustiche, e di paesaggio, dedicate al<br />
merito di alcuni mecenati, professori, amatori<br />
di Belle Arti, ed amici. Incise a semplice<br />
contorno…Inventate da A. Basoli, disegnate<br />
da Franc. Cocchi, incise da diversi scolari del<br />
prof. Franc. Rosaspina, dall’autore e dal<br />
disegnatore. Bologna, presso l’Autore, 1810,<br />
€4.200<br />
in-folio oblungo, leg. del tempo m. pelle e ang.<br />
Album composto da titolo a stampa con vignetta<br />
incisa e 102 stupende tavole incise a bulino al<br />
tratto con pochi tocchi di ombreggiature. Grandiose<br />
animatissime scenografie entro paesaggi o<br />
architetture, soggetti d’invenzione che testimoniano<br />
la perizia innegabile del Basoli nelle composizioni<br />
prospettiche. L’autore (Castel Guelfo, 1774 -<br />
Bologna 1843) fu insegnante, versatile ornatista e<br />
decoratore ed uno dei più fecondi ed originali<br />
scenografi del periodo neoclassico; lavorò<br />
principalmente per i teatri di Bologna, ma anche a<br />
Trieste, Cento, Firenze, Roma e Milano. La presente<br />
è la prima serie di suoi bozzetti teatrali, cui<br />
seguirono altre raccolte di incisioni dal 1814 al<br />
1839. Nei margini inferiori dei fogli sono indicati i<br />
titoli dei soggetti raffigurati e i nomi dei possessori<br />
dei disegni originali. Rara e pregiatissima suite.<br />
Esempl. assai bello, a grandi margini (nota di<br />
possesso “Eduard Craig”). BERL<strong>IN</strong> KAT. 4165. THIEME-<br />
BECKER II, 599. D.B.IT. VII, 98-99. RICCI, La<br />
scenografia ital., pp. 2 e 23, figg. 138-146.
6. BEAUMONT, Albanis de. Travels through the Rhaetian Alps, in<br />
the year 1786, from Italy to Germany, through Tyrol. The work is<br />
ornamented with 10 large aqua-tinta engravings from original designs<br />
by the author relative to the pictoresque beauties of the most interesting<br />
views. London, J. Clarke, 1792, € 3.000<br />
in-folio gr., pp. VIII, 82, (2), leg. edit. cart. rustico (dorso rinforzato). Illustrato<br />
da una carta topografiche e 10 grandiose tavole, dis. dall’autore ed incise<br />
all’acquatinta in bistro da Cornélius Apostool: 8 raffigurano magnifiche vedute<br />
di passi e valli del Trentino e del Tirolo meridionale, sulla strada del Brennero,<br />
fra Belluno e Innsbruck; le ultime due riproducono scene di costumi popolari<br />
tirolesi. Prima edizione di opera di notevole importanza anche per il testo che<br />
descrive con precisione la geografia del territorio ed annota curiosità sugli usi<br />
e costumi delle popolazioni locali. Esempl. immacolato, su carta grande. PERRET<br />
331: «Très rare et très recherché». ABBEY TRAVEL, 50. P<strong>IN</strong>E-COFF<strong>IN</strong> 786.1. ACL 27.<br />
7. BEAUMONT, Albanis de. Travels from France to Italy, through the Lepontine Alps,<br />
or an itinerary of the road from Lyon to Turin, by the way of the Pays-de-Vaud, the Vallais<br />
and across the monts Great St. Bernard, Simplon and St. Gothard... To which is added,<br />
remarks on the course of the Rhone, from its source to the Mediterranean sea. London,<br />
S. Hamilton, 1800, € 3.800<br />
in-folio, pp. (6), 218, bella legatura coeva m. marocchino granata e inusuale ampia fascia incrociata<br />
agli ang., titolo e ricchi fregi in oro al dorso a 5 nervi. Illustrato da 28 tavole fuori testo: frontespizio<br />
con bella veduta, carta topogr. ripiegata colorata a mano, pianta di Lione, 25 vedute a piena pagina<br />
impresse in bistro, il tutto inc. in rame all’acquatinta da Jean François Albanis de Beaumont.<br />
Stupende vedute di città e di paesaggi alpini (Lione, Ginevra, Cluse, Lusanne, Vevey, Sion, S. Gottardo,<br />
Martigny, S. Bernardo, etc.). Prima edizione di questa dettagliata relazione di viaggio nelle Alpi<br />
Lepontine, artisticamente illustrata. Bellissimo esemplare su carta grande (con qualche lieve fioritura<br />
nei margini). PERRET 333: «Première édition... Bel album, très rare et très recherché pour la qualité des<br />
illustrations». P<strong>IN</strong>E-COFF<strong>IN</strong> 800.2. RÉAN n. 73. ACL 27.
8. BERTELLI, Ferdinando. Omnium fere’ Gentium nostrae aetatis habitus, numquam ante<br />
hac aediti. Venetiis, Anno MDLXIII (1563), € 8.200<br />
in-4, legautura post. in cuoio, tit. oro al dorso a cinque nervi. Il vol. si compone di frontespizio inc. con<br />
figure allegoriche e 64 tavole finemente incise da Bertelli (delle quali 60 num. e 4 n.n.), raffiguranti uomini<br />
e donne di diverse popolazioni. Le incisioni furono anticamente rimarginate con carta forte alla battuta del<br />
rame ed elegantemente presentate in volume. Prima edizione estremamente rara. Incisore, calcografo,<br />
cartografo e mercante di stampe con bottega “all’insegna di San Marco”, Bertelli fu attivo dal 1561 al 1572.<br />
Svolse un ruolo di straordinaria importanza nel diffondere a Venezia carte geografiche di autori italiani e<br />
stranieri, pur con adattamenti e riduzioni. Di notevole interesse furono le stampe a carattere popolare, ora<br />
rarissime, che uscirono dalla sua bottega, e quelle di genere profano, tra le quali spicca per eleganza ed<br />
importanza documentale questa serie di costumi, evidentemente influenzate da quelle di Cesare Vecellio, ma<br />
di gran lunga superiori per finezza di tratto e rarità; le ultime 4, fuori numeraz., sono copie in controparte<br />
da Enea Vico. LIPPERHEIDE, II, P.705. COLAS, 314. V<strong>IN</strong>ET, 2085: «Vol. d’une grande rareté».<br />
9. BUONAIUTI, Serafino. Italian Scenery; representing the manners, customs, and<br />
amusements of the different states of Italy; containing thirty-two coloured engravings<br />
by James Godby from original drawings by P. Van Lerberghi. London, printed for, published<br />
and sold by Edward Orme, 1806, € 3.750<br />
in-folio, pp. (2), 74, (2), legatura coeva d’amatore in p. marocchino granata<br />
a grana lunga, bordure a secco e in oro ai piatti, titoli e fregi al dorso, tagli<br />
dorati. Con 32 belle tavole f.t. a p. pagina finemente incise in rame colorate<br />
all’acquerello all’epoca, 1 tavola musicale della tarantella, spesso non<br />
presente negli esemplari noti. Prima edizione, non comune. Le tavole<br />
raffigurano tipiche animate scene popolari di vita quotidiana di varie<br />
località italiane (Savoia, Piemonte, Roma, Napoli e dintorni); ogni<br />
illustrazione è seguita da un testo di Buonaiuti, bilingue inglese e francese,<br />
con note sugli usi e costumi italiani. Ottimo esemplare. BRUNET, II, 1639:<br />
“Ouvrage assez bien executé, tant dans les gravures que dans le texte”. CHOIX<br />
D’ OLSCHKI, VIII, 10995. COLAS, II, 2970. LIPPERHEIDE, I, 1258.
10. (Caccia) - GIORNALE DI CACCIA della COMPAGNIA DEI PIATTELLI. Manoscritto<br />
su carta con 4 grandi acquerelli di straordinari trofei.<br />
Firenze, 1610-1674, € 40.000<br />
in-folio (mm 345x250), ff. 197 vergati al recto e al verso, legatura originale<br />
in pergamena, titolo manoscritto al dorso e al piatto anteriore. Al primo foglio<br />
di guardia emblema della compagnia, ultimo f., con strappo nel margine<br />
inferiore, dedica manoscritta “All’illustrissimo Sig. Cavalieri”. Si tratta<br />
di un dettagliato elenco, compilato da diverse mani, delle battute di caccia<br />
intraprese dalla Compagnia dei Piattelli dal 28 ottobre 1610 al 10 novembre<br />
1674 in varie località del territorio fiorentino (Pratolino, Vezzano, Sommaia,<br />
Monte Loro…). Per ogni caccia sono trascritti i nomi dei partecipanti, la nota<br />
delle prede, i conti delle spese, la distribuzione della selvaggina cacciata.<br />
Sono inserite 4 grandi tavole ripiegate f.t. (mm 565x430, 650x445, 530x415,<br />
325x410) con acquerelli raffiguranti l’allestimento di grandi carri trionfali:<br />
decine di lepri sono disposte su alberi e navi addobbati con vessilli e emblemi<br />
della Compagnia dei Piattelli. Importante testimonianza storica del tutto inedita relativa all’attività venatoria di una delle più prestigiose<br />
compagnie fiorentine del XVI-XVII secolo. La Compagnia venatoria dei Piattelli fu fondata nel 1572 e divenne ben presto la più<br />
potente associazione di cacciatori fiorentini controllando i territori adibiti alla caccia e dominando le varie competizioni; ad essa aderirono<br />
alcuni dei più celebri rappresentanti delle famiglie nobili dell’epoca: dai Medici, ai Cambi, dai Capponi ai Pandolfini, dai Compagni<br />
ai Ricasoli. Il nome della compagnia deriva “…dal mettere ciascuno a comune la sua vivanda, o il suo piatto, e si dicea far piattello”<br />
(Moreni 1824); la Compagnia dei Piattelli ebbe come acerrimi rivali i rappresentanti della Compagnia dei Piacevoli, costituita nel 1593.<br />
Proprio al rapporto conflittuale tra le due fazioni è dedicato un manoscritto cinquecentesco di Giulio Dati, capo della Compagnia dei Piattelli,<br />
conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana. Il manoscritto in esame copre un arco cronologico appena successivo al racconto<br />
del Dati ed è indubbiamente un importante riferimento per ricostruire l’attività, la composizione e l’organizzazione della Compagnia. Viene<br />
qui allegata la prima edizione, in bella brossura, della trascrizione a stampa di tale manoscritto corredata dell’introduzione del Canonico<br />
Moreni, ancora oggi importante fonte documentaria per ricostruire notizie storiche sulla compagnia (Disfida di Caccia tra i Piacevoli e<br />
Piattelli descritta da Giulio Dati né mai fin qui comparsa in luce, Firenze Bagheri 1824). Si allega il catalogo di “Libri e Manoscritti Antichi<br />
e Moderni”, in vendita nel 1840 presso il noto libraio-editore fiorentino Giuseppe Molini, in cui era descritto il manoscritto (la più<br />
alta aggiudicazione dopo un codice su pergamena del De Civitate Dei del XIV secolo, stimato circa il doppio). Alcuni fogli volanti su carta<br />
azzurra sono inseriti tra le pagine del manoscritto: si tratta di appunti e di una parziale trascrizione compilata da un antico possessore<br />
inglese dell’Ottocento.
11. CANDIDI DIONIGI, Marianna. Viaggi in alcune città del<br />
Lazio che diconsi fondate dal Re Saturno. (S.l.n.d. – Roma,<br />
L. Perego Salvioni, 1809), € 6.300<br />
in-folio oblungo (mm 396x525), un titolo inciso, 4 ff. a stampa di<br />
dedica ad “amico pregiatissimo”, 56 ff. numerati dei quali 29 tavole<br />
di vedute e particolari architettonici delle città e località del Lazio<br />
descritte in forma di lettere a un amico, con dotti dati storici, dalla<br />
autrice, archeologa e scrittrice (Roma, 1757 – Civita Lavinia, 1826).<br />
“Dalle sue opere appare lo scenario di una Ciociaria dove natura e<br />
opere umane si fondono armo nio samente”: le incisioni di W.F.Gmelin<br />
e Vincenzo Feoli ritraggono le città saturnie di Alatri, Anagni,<br />
Ferentino, Arpino e Atina descritte nei suoi disegni e nei suoi scritti<br />
raccolti durante i suoi viaggi nel Lazio, offrendo un contributo fondamentale<br />
alla conoscenza del circondario Frosinate. “L’aspetto di<br />
queste mura, composte di massi grandiosi, informi, di pietre fosche<br />
di maestosa rozzezza, sembra il ritratto degli antichi suoi fabbricatori…<br />
La descritta maniera di costruire viene distinta da taluni col<br />
nome di opera Ciclopea, quasi che soltanto uomini di corporatura, e<br />
di forza straordinaria avessero potuto comporre mura di sì enormi<br />
pietre… Riguardo al tempo nel quale furono erette sì forti mura, non<br />
se ne ha dagli autori precisa contezza ma si rileva che nei primi tempi<br />
gli Aborigeni vivevano pei monti senza recinti di mura, e che giunti<br />
poscia i Pelasgi in Italia ne fossero circondate e muniti i loro castelli<br />
…” narra l’autrice nel testo. Supebo esemplare con qualche fioritura<br />
nei larghissimi margini, in sontuosa legatura romana dell’epoca in vitello,<br />
i piatti adorni di larga ed elaboratissima bordura in oro con<br />
fregi, volute, vasi e grotteschi, grande losanga centrale con rosone e<br />
maschere, dorso con titolo e originali fregi intrecciati e vasi. OLSCHKI<br />
CHOIX, 1159.
12. (Napoli) - CARDON, Antoine Alexandre Joseph – RICCIARDELLI,<br />
Gabriele. Album contenente tre Piante topografiche e quattro Vedute<br />
di Napoli e Chiaia, (ca. 1765), € 26.000<br />
1) “Icon. Crateris Neapolitanum” Felix Picinino del. -Cardon sculp, 1765.<br />
Pianta di Napoli, del Vesuvio e del Golfo, su due fogli, cm. 64x88 e ampi<br />
margini.<br />
2) “Iconographia Antiqua Neapolis” incisione di A. Cardon su due fogli, cm.<br />
65x88 e ampi margini.<br />
3) “Icon. Sinus Baiarum uti non videtur” Cardon sculp. Pianta della costa di<br />
Baia e del territorio, in due fogli, cad. cm. 49x70 e margini.<br />
4) “Veduta di Ponte Nuovo”. Ricciardelli-Cardon. Panorama su due fogli,<br />
cm 43x97 e margini.<br />
5) ”Veduta di Chiaia, parte di levante”, su due fogli, cm. 42x93 e ampi<br />
margini.<br />
6) “Veduta di Chiaia, parte di ponente”, su due fogli, cm. 42x93 e ampi<br />
margini.<br />
7) “Veduta di Napoli in parte di ponente…”, panorama su due fogli, cm. 54x52<br />
e margini.<br />
Le quattro grandiose incisioni realizzate da Cardon, tra il 1763 e il 1764, sui<br />
dipinti di Gabriele Ricciardelli, nacquero dall’esigenza che si veniva formando<br />
di riprodurre un unico soggetto secondo tagli e scorci particolari e rispettare<br />
così la ricca varietà del reale. Le vedute sono quelle tradizionali, ma si<br />
trasformano in vedute dalla terraferma. La veduta di Napoli da Oriente<br />
costituisce un prezioso documento dello sviluppo della città oltre le mura del<br />
Borgo Loreto, quella da ponente raffigura prospetticamente la città ripresa dalla<br />
spiaggia del borgo Loreto e privilegia il rapporto col mare. Stupende ampie<br />
piante e animate vedute, di grande pregio artistico e incisorio, che furono dedicate<br />
al Conte di Cobenzl, a Luigi de Walmoden, al pittore Sir William Hamilton<br />
diplomatico a Napoli dal 1764 al 1800, a John Stuart Viscount<br />
Mountstuart, che visitò la città tra marzo e aprile 1765. Sono corredate di estese<br />
legende dei richiami. Album molto raro, in perfette condizioni. Cfr. PANE E<br />
VALERIO, La città di Napoli, nn. 11,112, 115.
13. (Calligrafia) - D’ASTE, Ippolito. Modello di Calligrafia. Genova,<br />
Tipografia e Litografia Ponthenier (ca. 1840-41), € 5.500<br />
in-folio oblungo (mm 295x430), pp. 8, 20 tavole numerate, leg. editoriale in t.<br />
tela. Prima edizione di questo raro lavoro di Ippolito D’Aste sulla calligrafia,<br />
dedica a Carlo Alberto di Savoia. Le pagine iniziali contengono una prefazione<br />
dell’a., datata 1840, in cui traccia una breve bibliografia dei principali volumi<br />
sull’argomento e tratta della scrittura inglese, italiana, francese, rotonda, gotica<br />
e tedesca. Le magnifiche tavole, firmate tra gli altri da fratelli Campo, C.<br />
Magrini, Casanova, Enr. Parmiani, Honoré Vidal, sono realizzate con una<br />
curiosa tecnica mista che oltre all’incisione e alla litografia, in alcuni casi,<br />
contempla anche l’utilizzo del colore. L’ultima tavola è un tromp-l’oeil formato<br />
da varie cartoline su fondo a ramage; le restanti tav. riportano, oltre ai consueti<br />
alfabeti, alcuni tributi ad artisti e letterati. Rarissimo. Ottimo esempl. (piccola<br />
macchia margine sup. tav. 14). BONAC<strong>IN</strong>I 459. MORISON 48. OCLC FIRST SEARCH<br />
censisce un solo esempl. (Univ. del Texas).<br />
14. (Calligrafia) - PITOIS, Giuseppe Aurelio. Nuovo libro di caratteri diversi<br />
di scrittura, e corsiva perfetta ad uso prattico e moderno, composti…<br />
da G. A. Pitois ed intagliati da de Berey in Pariggi. Si vende in Torino<br />
e Milano dalli fratelli Reycend e C. Librai, (1750), € 2.000<br />
in-4 oblungo, ff. (20) incisi in rame solo al recto (mm 210 x 285 ca., più margini), broch.<br />
orig. muta. L’album si compone di frontespizio, un foglio con le regole per la “postura<br />
del corpo, e regolamento della penna per scriver a bell’aggia” (sic), un f. con la “Instruzione<br />
per il tagliamento della penna” e 17 fogli con esempi di scritture ed alfabeti di<br />
lettere maiuscole e corsive. Il primo alfabeto (f. 4) reca la scritta datata “Si vendono in<br />
Torino dalli Librai Reycend, Guibert, ed Hermil sotto li portici di piazza castello nel magazzino<br />
1750”. Su alcune tavole si legge “Lattré sculp.”. Rarissimo album calligrafico, apparso<br />
per la prima volta, sempre a Torino, nel 1722. L’esemplare della presente edizione<br />
è simile a quello descritto da BONAC<strong>IN</strong>I al n. 1445 (ma con solo 14 fogli). In ottimo stato.
15. (Calligrafia) - SELLA, Antonio. Calligrafia che comprende<br />
le norme principali per eseguire con facilita<br />
qualunque specie di carattere. In Roma, G. Bonanni,<br />
1862, € 3.800<br />
in-folio oblungo (mm 355x505), leg. edit., tit. in oro al piatto<br />
ant. Completo di 70 tavole incise in rame dal Bonanni e da L.<br />
Masciarelli. Seconda edizione (prima 1840) accresciuta di 20<br />
tav. rispetto alla prima di questo raro lavoro di calligrafia che<br />
tratta del carattere inglese, italiano, del rotondo, degli alfabeti<br />
stampati, del gotico, dei caratteri orientali e delle maiuscole inglesi<br />
legate insieme; ognuna delle sette sezioni è preceduta da<br />
un proprio frontespizio. Ottimo esempl. BONAC<strong>IN</strong>I 1682. MANCA<br />
A MARZOLI.<br />
16. CASORATI, Felice – VALERY, Paul. Cantique des<br />
Colonnes, suivi d’une traduction italienne de Mario<br />
Luzi. Six lithographies originales de Felice Casorati.<br />
Edité par la Radiotelevisione Italiana à l’occasion du<br />
Xme anniversaire du Comité mixte Franco-Italien pour<br />
la radiodiffusion et la télévision fondé à Rome le 27<br />
avril 1949. Paris, Gallimard, (ma Torino, Ruggero e Tortia),<br />
1949, € 6.800<br />
in-folio, 10 ff. di testo francese e italiano, seguiti da 6 doppi<br />
fogli per le sei litografie a piena pagina in bianco-nero di<br />
Felice Casorati, composizioni di grande bellezza artistica,<br />
ognuna firmata a matita dall’artista e dallo stesso numerata<br />
23/100. Fascicolo impresso con gran cura su carta pesante<br />
Fabriano tipo Umbria, conservato sotto copertina dell’edizione<br />
con titolo sul piatto anteriore. Rara e poco nota suite di<br />
litografie di Felice Casorati. Perfetto esemplare.
17. CHAGALL, Marc – GOGOL, Nicolas. Les Ames Mortes.<br />
Traduction de H. Mongault. Eaux-fortes originales de Marc<br />
Chagall. Paris, Tériade Editeur, Presses de l’Imprimerie Nationale<br />
de France,1948, € 60.000<br />
2 vol. in-fol., fogli sciolti sotto copertina edit., astuccio originale di<br />
cart. grigio. Splendidamente impresso su “vélin d’arches filigrané Les<br />
Ames Mortes”, testo composto a mano con caratteri “romain du roi”<br />
corpo 20 inc. da Granjean nel XVII sec. Edizione unica di 368<br />
esemplari (il presente n.130) tutti con la firma autografa a penna di<br />
Chagall nella giustificazione dell’editore. Il romanzo di Gogol è<br />
illustrato da 108 magnifiche acquaforti originali, firmate dall’artista<br />
sulla lastra, delle quali quelle a piena pagina furono create nel 1927 su<br />
richiesta di A.Vollard, e 11 a mezza pagina sono poste in testa ai capitoli<br />
eseguite nel 1948 per l’edizione. Negli anni Venti Chagall scoprì l’incisione<br />
e si dedicò alla nuova tecnica con più passione e intensità che alla<br />
pittura. Tra il 1948 e il 1956 Tériade diede forma a una delle imprese<br />
più impressionanti dell’editoria moderna, pubblicando il monumentale<br />
trittico chagalliano, commissionato e lasciato incompiuto da Vollard,<br />
che conta più di trecento acqueforti. Chagall segue fedelmente il testo<br />
di Gogol e ricrea anche nei minimi dettagli l’ambiente e l’atmosfera<br />
della Russia aristocratica, popolare e naïve, a lui così familiare, intima<br />
e colma d’amore. Le sue 108 acquaforti hanno creato un capolavoro<br />
artistico d’immagini, inserite perfettamente nel capolavoro letterario.<br />
Uno dei livres d’artiste più riusciti e pregiati del XX secolo. “The etchings<br />
for the Dead Souls were executed between 1923 and 1927 and<br />
printed in 1927; the sheets were stored in Ambroise Vollard’s warehouse<br />
until he could publish them, but unfortunately his own death in<br />
an automobile accident and Chagall’s flight from German-occupied<br />
France kept them hidden until Teriade and Chagall published them in<br />
1950”. Ottimo esemplare, perfetto. SORLIER, Chagall e Vollard, pp.21-<br />
74. RAUCH n.146.
18. COCKBURN, James Pattison. Views to illustrate the route of Mont<br />
Cenis. Drawn from nature by major C. and on stone by C. Hullmandel.<br />
London, Rodwell & Martin, 1822, € 6.200<br />
2 opere in un vol. in-folio oblungo, ff. (2) e 50 tavole, leg. coeva in cartone con al<br />
centro stemma in oro della society of Writers, dorso in pelle. Frontespizio a stampa<br />
e 50 tavole in litografia per altrettante vedute. Prima ed unica edizione. Vedute di<br />
notevole bellezza paesaggistica di valli, monti, paesi e città della Valle di Susa, della<br />
Savoia, della Moriana, del Moncenisio, nonché di due belle vedute di Torino città.<br />
“James Pattison Cockburn (1779-1847) was a British military officer - who served in Canada,during<br />
the periods from 1822 to 1823 - Most of his many watercolours are particularly valuable<br />
records of the architecture and daily life characteristic of these cities”. Esemplare a pieni<br />
margini, immune dalle abituali fioriture della carta (lieve alone marginale a pochi<br />
ff.). PEYROT, Valli di Susa e del Sangone n.144. PERRET 1044: “magnifique album sur<br />
les Alpes Pennines, la Savoie et le Piémont”.
19. COMMEDIA DELL’ARTE - Album di 22 miniature su pergamena di maschere<br />
e scene della Commedia dell’Arte e di costumi veneti e romani. Probabilmente<br />
di mano d’artista fiammingo che viaggiò in Italia all’inizio del seicento. Italia,<br />
primo quarto del XVII secolo, € 39.000<br />
Divertenti e raffinate pitture di costumi locali e mestieri, assai animate, vari personaggi della<br />
Commedia dell’Arte, e curiosità. Splendide miniature, con vivacissimi colori e frequenti rialzi<br />
in oro, di ottima fattura e non prive di una certa vena caricaturale; titoli vergati in oro.<br />
I fogli misurano mm 190x127, e sono conservati in una legatura d’amatore moderna in pieno<br />
marocchino blu (firmata Bernasconi). Comprende: 1) “Come si bace li piedi del Papa” -<br />
2) “Co me le done si petinano nel sol per rossir li suoi capeli” - 3) “Gentildona Venetiana –<br />
Donzela Venetiana” – 4) “Procurator di Venetia – Magnifico di Venetia” – 5) “Duco di Venetia<br />
– Duchessa di Venetia” – 6) “Cortegiano de la Corte del Papa – Comendatore in Padoa” –<br />
7) “Cortesana” e “Vedova Feraresa” – 8) “Caposta di Padoa” e “Procurator in Padoa” –<br />
9) “Cortegiana romana Macarela” – 10) “Un Evesque de France…en procession” – 11) “Generale<br />
de Larmata di Venetia – Concilio di Venetia” – 12) “Medico” – 13) “Gondola di Venetia” –<br />
14) “Come li batuti vano nela processione” – 15) “Arlequin – Isabella – Franquatripa” –<br />
16) “Un Contadino Sacando Otirando Lato Duna Capra” – 17) “Contadina” – 18) “Charlatano”<br />
– 19) “Mascarata” – 20) “Come si porta il Vino nel Tempo di Vendemia” – 21) “Un pescatore<br />
il quale va pescando pece sopra il fiumo” – 22) “Come doy fachini giocano ala m(ora)”. Tra<br />
le più curiose, spiccano le tavole n. 2 (una gentildonna seduta su un terrazzo, mentre si<br />
schiarisce i capelli ai raggi del sole, pettinandosi con unguenti) e la n. 7 con parte mobile:<br />
sollevando il lembo del grembiule alla bella cortigiana veneta, appaiono il pube e le gambe<br />
nude, su altissimi tacchi (la parte nascosta presenta abrasioni, dovute evidentemente alle ripetute<br />
carezze sulle nudità). La “Mascarada” è invece una scena ispirata alle maschere della Commedia<br />
dell’Arte: due uomini e una donna in maschera passeggiano tenendosi per mano; quello di<br />
destra ricorda Pantalone, quello di sinistra in costume da moro suona il mandolino. Il<br />
“Charlatano”: divertente scenetta in cui un ciarlatano illustra ad una coppia su un palco le<br />
virtù delle ampolle contenute nel suo stipetto. Il “Duco di Venetia – Duchessa di Venetia”:<br />
la coppia dogale è in elegante abbigliamento con arabeschi dorati; il Doge porta sulle spalle<br />
una stola di ermellino, la moglie regge in mano un ventaglio di piume di struzzo. Splendidi<br />
i ricchi rialzi in oro. (Alone d’umido e restauro nell’angolo in basso a sinistra).
20. DERA<strong>IN</strong>, André - RABELAIS, François. Les Horribles<br />
et Espouvantables faictz et prouesses du très renommé<br />
Pantagruel, Roy des Dipsodes fils du grand géant<br />
Gargantua, orné de bois en couleurs dessinés et gravés<br />
par André Derain. Composé nouvellement par Maitre Alcofrybas<br />
Nasier. Paris, Albert Skira, 1943, € 18.500<br />
in-folio (mm 345x280), pp. 192, a fogli sciolti sotto copertina,<br />
camicia e astuccio editoriali. Titolo silografato in rosso e nero,<br />
con vignetta, antiporta figurato a piena pagina, 21 illustraz. a<br />
piena pag., 122 illustraz. n.t. tra cui alcuni finalini, 34<br />
capilettera: tutte silografie originali di Andrè Derain (1880-1954),<br />
dipinte a mano in vivaci e splendidi colori. Tiratura unica di 275<br />
esemplari complessivi impressi su magnifica carta forte “vélin<br />
d’arches”. Il presente è il n.238/275 con firma autografa a<br />
inchiostro di Derain nel colophon. L’artista interpreta con grande<br />
arte il capolavoro di Rabelais, dà vita con estrema facilità a<br />
paesaggi policromi, animali, grotteschi; crea le articolazioni degli<br />
animali tramite arabeschi ornamentali, trasforma i vegetali in<br />
elementi perfettamente integrati nell’architettura tipografica. Le<br />
silografie, intagliate alla maniera del XV secolo, sono state<br />
colorate con una nuova tecnica che necessita dell’intervento<br />
della mano dell’artista: le parti che compongono ciascuna<br />
silografia sono state colorate ad una ad una da una équipe di<br />
praticanti secondo dei canoni stabiliti dal pittore; ogni esemplare<br />
può considerarsi un unicum. L’editore Skira, pur restando fedele<br />
al Garamond, interrompe la monotonia dell’uso di un unico<br />
carattere, introducendo finalini, vignette di diversi formati, iniziali<br />
colorate. Splendido e freschissimo esemplare, perfettamente<br />
conservato. Uno dei livres d’artiste più riusciti del XX.mo secolo.<br />
CHAPON, Le peintre et le livre, pp.155-157. RAUCH, n.38.
21. (Design) - Archivio STEFFEN<strong>IN</strong>O. “La Ditta Italiana<br />
specializzata nell’arredamento dei negozi di<br />
classe” Studio Progettazione Realizzazione. Torino.<br />
Via Pinelli 3. Straordinario archivio di circa 1.100<br />
progetti esecutivi. Bozzetti, in pochi casi datati, eseguiti<br />
tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del Novecento.<br />
€ 48.000<br />
Oltre mille progetti di varie dimensioni, da cm 15x30 a cm<br />
40x 60, su supporto lucido o cartaceo, la maggior parte timbrati<br />
o firmati a lapis “Mario Steffenino”, nel margine inferiore.<br />
Realizzati a matita, circa i ¾ con colorazione a pastello,<br />
con ritocchi di acquerello o tempera bianca. Gli ambienti vengono<br />
presentati con estrema cura e ricerca nei dettagli: dalla<br />
tappezzeria, al sistema di illuminazione, dai soprammobili ai<br />
tappeti ai quadri. La scelta dei colori dai toni caldi dal beige<br />
al tortora, dal blu al verde ottanio, rendono i bozzetti estremamente<br />
decorativi; soprattutto quelli realizzati su lucido,<br />
con ombreggiature e riflessi di luce, sono veramente notevoli.<br />
Le ambientazioni rivelano un gusto tipico degli anni a cavallo<br />
della seconda guerra mondiale con mobili ed arredi che<br />
vanno dal modernismo al razionale fino ai rifacimenti in stile<br />
del barocco e del rococò, ed esprimono un gusto, ed una committenza,<br />
assai variegati, ma di alto livello. Si possono identificare<br />
cinque divisioni rilevanti: - Ingressi e corridoi: 125<br />
fogli sciolti (una quarantina su lucido), raffiguranti porte, mobili<br />
a scomparsa, trompe-l’oeil, specchiere, studi per colonne,<br />
cassettiere, mobili, vetrinette. Ampi ingressi, con grandi lampadari<br />
in cristallo, specchiere, arazzi o dipinti con scene essenziali<br />
o mitologiche e pannelli degli armadi decorati con<br />
motivi classici. - Camere da letto e bagni: 176 fogli (78 su lu-
cido) con specchi, toilettes e pettineuse, sanitari, letti singoli e matrimoniali,<br />
camerette per bambini, armadi e tappeti. Accanto ad uno<br />
stile più classico adottato generalmente per le case di città, si riscontra<br />
un gusto più essenziale ed in sintonia con la natura, per la<br />
scelta dei materiali, soprattutto per gli chalet di montagna, probabilmente<br />
ispirato alle scelte in voga nel periodo tra gli architetti d’interni<br />
torinesi, primo fra tutti Carlo Mollino. Interessante il fatto che<br />
compaiano i nomi di alcune delle famiglie per cui questi progetti<br />
vennero ideati: Görlich editore di Milano, Siguillasco, Gastaldi, Monferrini,<br />
Gaudio, Remmert, Testa, Stroppani, Garbelli… Le ambientazioni<br />
delle camere da letto sono particolarmente ricercate, anche per<br />
l’utilizzo di una carta di grammatura superiore; notevoli i rialzi in<br />
bianco che danno risalto ai tessuti ed alle decorazioni delle testate<br />
dei letti. -Saloni, cucine, camere da pranzo: 375 fogli (circa 120 su<br />
lucido). Particolarmente interessanti gli studi per i camini, mobili bar<br />
e la schematica realizzazione di poltrone, sedie, divani. Anche in<br />
questo caso si affiancano stili differenti, indice non solo del passare<br />
degli anni ma anche del radicale cambio della moda e dei gusti. Accanto<br />
a sale da pranzo tradizionali, si trova la curiosa “serie in scatola”,<br />
cucine e tavoli d’avanguardia. Tra i committenti si identificano<br />
i nomi di alcune famiglie, torinesi e non: Librizzi, Randazzo, Truccato,<br />
Negri, Gemelli… Il successo dello Studio Steffenino doveva essere<br />
notevole, se, come sembra, realizzò anche un progetto per un<br />
appartamento a Buenos Aires. - Uffici e studi: 90 fogli (oltre 30 su<br />
lucido) raffiguranti scrivanie, tavoli, sedie, uffici, sale riunioni e sale<br />
d’aspetto, ambientazioni di studi per avvocati, direttori generali, con<br />
dettagli su librerie e cassettiere. Le linee vanno dallo stile più classico<br />
degli anni Quaranta fino a quello più lineare ed essenziale degli<br />
anni Settanta. – Negozi: 290 fogli (140 ca. su lucido). Viste prospettiche<br />
e interni di negozi di tutti i generi: tessuti, profumerie, tabaccherie,<br />
gioiellerie, abbigliamento, camicerie, farmacie, pasticcerie,<br />
bar, ristoranti, librerie. Dettagli per vetrine, banconi, sale prova, in-
segne. Interessante documentazione della vecchia Torino, testimoniata<br />
da grandi nomi quali: Galup, Reiteri, Gaidano, Gorra, la<br />
Friulana, Colombino, Pivano… L’archivio comprende anche 35<br />
fogli sciolti (di cui 21 su lucido), riguardanti il Teatro, con scenografie<br />
(ad esempio per “La Fuggitiva”) ma anche studi di allestimenti,<br />
dalla cassa ai camerini, dal bar alla scena, saloni di ingresso<br />
(relizzato per la sede della RAI). Inoltre un interessante assieme di<br />
32 cartoncini, su cui sono applicati affiancati progetti e fotografie<br />
dei mobili realizzati. La maggior parte riguarda scrivanie e<br />
studi. “Interessante strumento di analisi del processo di creazione.<br />
L’opera del designer deve essere considerata tra le operazioni più<br />
determinanti e significative per la visone del mondo di un’epoca...<br />
la casa è un’identità che ogni uomo vuole o vorrebbe a propria immagine<br />
e somiglianza, in cui intende riconoscersi, e che pertanto<br />
esprime la sua cultura”. Cfr GRAMIGNA Design Italiano 1950-2000,<br />
pp. 13-17.<br />
Archivio di eccezionale interesse per la storia del<br />
design minore in Italia negli anni a cavallo della<br />
guerra. I mobili, nel caso i progetti fossero approvati<br />
e quindi realizzati, costituiscono dei pezzi<br />
unici. Da segnalare l’accurata perizia e l’abilità<br />
pittorica con le quali questi progetti sono stati realizzati<br />
dagli architetti dello Studio Steffenino, in un<br />
periodo in cui i computer ed autocad erano lontani<br />
da venire.<br />
La ditta Steffenino venne registrata alla Camera di<br />
Commercio nel 1931 come attività di falegnameria<br />
a carattere artigianale con sede in Corso Novara;<br />
nel corso di pochi anni crebbe e si specializzò<br />
come studio di progettazione di interni.
22. DE VITO, Michela. Vestiture del Regno di Napoli. Tempere<br />
originali. Napoli, 1830-40, € 18.500<br />
Album di 28 tempere originali policrome che ritraggono a figura<br />
intera altrettanti personaggi (delle quali 21 femminili) con<br />
abbigliamento elegante o popolare, del Regno di Napoli. Alcune tavole<br />
recano la firma autografa della De Vito nell’angolo destro ed il nome<br />
del costume e della località nel margine inferiore. Ogni acquerello (mm<br />
260x190) è montato in passe-par-tout. Collezione riunita a metà XIX<br />
secolo in album in-4, legato mezza pelle nera, carta lavorata sui piatti,<br />
titolo “Costumes” in oro al centro del piatto anteriore. Acquerelli di<br />
grande bellezza e pregio sia per il disegno sia per finezza dei colori.<br />
Costume di Caraffa, Provincia di Cosenza - Costume di Villabadessa,<br />
Provincia di Teramo - Costume di Civitavecchia - Marinaro Napolitano<br />
- Costume di Santa Caterina, Prov. di Calabria - Costume di<br />
Castellamare, Prov. di Napoli - Ballante della Tarantella, Napoli -<br />
Ballatrice della Tarantella - Costume dell’isola di Capri, Golfo di Napoli<br />
- Costume di Villabadessa, maschile - Costume dell’isola di Gaeta, Pr.<br />
Terra di Lavoro - Costume di Mongrassano, Prov. di Calabria - Costume<br />
di San Giovanni, Casale vicino Napoli - Costume Napoletano del borgo di Chiaia - Lazzarone<br />
- Costume di Lecce, Prov. di Abruzzo - Costume di Pietracupa, Prov. di Molise - Costume di<br />
Frattura, Prov. di Abruzzo - Costume di Amalfi – Brigante - Donna, Prov. di Salerno -<br />
Marinaro di Napoli - Costume d’Ischia - Donna di Sorrento, Prov. di Napoli - Donna di San<br />
Germano - Donna di Terra di Lavoro - Donna di Procida - Costume di Bagnoli, Provincia di<br />
Abruzzo. Rara e importante serie. Ottima conservazione. L’arte della riproduzione a stampa<br />
di disegni, di costumi e di scene di genere si sviluppò a Napoli alla fine del Settecento per<br />
soddisfare le richieste dei viaggiatori del Grand-tour e dei turisti di passaggio. La ricchezza<br />
e la varietà dei soggetti proposti era così accattivante che influì sulle locali arti applicate.<br />
Michela De Vito, figlia del pittore Camillo, fu attiva nella prima metà dell’Ottocento.
23. DÜRER, Albrecht. La Passione di N.S. Giesu<br />
Christo d’Alberto Durero di Norimberga. Sposta in<br />
ottaua rima dal R.P.D. Mauritio Moro, Canon. della<br />
Congr. di S.Giorgio in Alega. In Venetia, appresso<br />
Daniel Bissuccio, M.DC.XII. (1612), € 14.000<br />
in-4 (mm 200x145), 42 ff. n.n., legatura coeva o di poco<br />
posteriore in piena pergamena, titolo manoscritto al dorso.<br />
Precede il testo dedica all’Arciduca Ferdinando d’Austria di<br />
Donato Rasciotti e di M. Moro. Ritratto di Dürer a mezzo<br />
busto in tondo inciso in rame sul foglio di titolo. Al recto<br />
di 36 fogli sono impressi i 36 legni originali del 1507 e<br />
1510 di Albrecht Dürer (1471-1528) della serie di silografie<br />
della “Piccola Passione”, tra i capolavori del grande artista,<br />
tutti firmati col monogramma AD. La serie di 36 incisioni<br />
venne impressa nel 1507 in tiratura di prova senza testo;<br />
quindi dal 1511 in poi con testo latino di Chelidonius<br />
Benedictus (latinizzazione del nome di Schwalbe); la<br />
presente è la prima edizione con testo in italiano. Il com -<br />
po nimento poetico del Moro, canonico di San Giorgio in Alega, “...che diletta,<br />
e move à pietade ne’ leggiadri versi” (dalla dedica del Rasciotti), ebbe notevole<br />
successo. La figura dell’Uomo di Dolore, sul foglio di titolo della serie, apparve<br />
solamente in alcune tirature di prova attorno al 1511. Nelle successive rare<br />
impressioni non è presente, mentre è impressa due volte la matrice del Cristo<br />
davanti a Pilato; altra variante riguarda la scena di Cristo negli Orti degli Ulivi:<br />
pur mantenendo la medesima iconografia Dürer preferì reincidere il soggetto.<br />
Esemplare assai bello e fresco di questa tiratura del 1612 di uno dei capolavori<br />
grafici del XVI secolo e di tutti i tempi. BARTSCH, VII, n.16-52. MEDER p.129,<br />
nn.125-161. HOLLSTE<strong>IN</strong> VII, nn.125-161, pp.112-132. STRAUSS 106-142.
24. FALDA, Giovanni Battista. I Giardini di Roma. Con<br />
le loro Piante Alzate e Vedute in Prospettiva. Roma,<br />
Gio. Giacomo de Rossi, s.d. (1680), € 8.000<br />
in-folio oblungo (345X458 mm ), album con 21 fogli incisi,<br />
che comprendono: il titolo, una superba animata veduta allegorica<br />
di Arnold van Westerhout che include la dedica ad Innocenzo<br />
XI, e 19 vedute di giardini incisi da G.B. Falda e<br />
Simon Felice, legatura 800esca m. pergamena e angoli. Prima<br />
edizione, con le tavole in tiratura avanti il numero. Si conoscono<br />
tirature con data 1683 ed altre posteriori. Le magnifiche<br />
vedute raffigurano Villa Borghese, i Giardini Pontifici, quelli<br />
del Quirinale, del Granduca di Toscana sul Monte Pincio, dei<br />
Farnese sul Palatino, del Duca Mattei al Celio, dei Doria Pamphili<br />
sul Gianicolo, il Belvedere; di notevole interesse sono le tavole<br />
relative ai giardini del Principe Ludovisi, del Cardinale<br />
Savelli-Peretti, e del Duca di Parma, che non esistono più. Furono<br />
incise da Falda le tav. 3-13, 17 e18; mentre dal Felice le<br />
15-16 e19-21; la tav.14 non è firmata. Falda stabilì a Roma con<br />
G. De Rossi un inscindibile ed efficace sodalizio; a lui si deve<br />
gran parte della produzione grafica del secolo XVII a Roma. Il<br />
Falda godette di grande stima e le sue opere furono più volte<br />
imitate in Italia ed in Europa anche nel secolo successivo. Brillante<br />
prima tiratura delle lastre, ottimo esemplare. BERL<strong>IN</strong> KA-<br />
TALOG 3492. Non in FOWLER né CICOGNARA. OLSCHKI, CHOIX 1689:<br />
“Suite célèbre..”
25. FALDA, Giovanni Battista. Le Fontane di Roma nelle Piazze e Luoghi Publici della città con li loro prospetti come<br />
sono al presente. Disegnate et intagliate da Gio. Battista Falda. Date in luce con direttione, e cura da Gio. Guiacomo De<br />
Rossi dalle sue stampe in Roma alla Pace… l’anno 1691, € 13.500<br />
in-folio (270x410 mm ), 4 parti in un volume (di tavole 33, 18, 28, 28, numerate) con complessive 107 tavole incise all’acquaforte (compresi<br />
4 titoli e 4 fogli di dediche figurate). Bella legatura coeva p.pelle, dorso a nervi con titolo e ricchi fregi in oro. Le quattro parti singole<br />
concernono: I) Le Fontane di Roma… - II) Le Fontane delle ville di Frascati nel Tuscolano… - III) Le Fontane ne’ Palazzi e ne’ Giardini<br />
di Roma disegnate ed intagliate da Gio. Francesco Venturini… - IV) Le Fontane del Giardino Estense in Tivoli … del Fiume Aniene …<br />
disegnate et intagliate da Gio. Francesco Venturini…” - Raccolta completa della pubblicazione antica più bella e importante sulle fontane<br />
di Roma e dintorni, con artistiche animate vedute a piena pagina stupendamente incise in rame. Esemplare di grande freschezza,<br />
perfettamente conservato. THE ILLUSTRATED BARTSCH, vol. 47/2, pp.4-28. OLSCHKI, CHOIX, XI, 16899.
26. Festa a Leyda. DE JONGE. Intogt van Frederik Hendrik in ‘s Hertogenbosch<br />
in 1629, € 1.600<br />
in-4 oblungo, 26 ff. di mm 285x370 uniti insieme a formare una striscia di oltre<br />
9 metri di lunghezza, ripiegata a soffietto e conservata entro astuccio editoriale<br />
in tela verde con titolo impresso in oro (restauro al dorso, lacci di chiusura in seta<br />
verde solo parzialmente conservati). Le tavole silografiche, accompagnate da 8<br />
pp. su carta azzurra con spiegazione delle varie illustrazioni, raffigurano i 121<br />
personaggi che sfilarono a Leida nel 1850 a memoria della parata del 1629 del<br />
principe d’Orange Frederik Hendrik tenutasi nella città fiamminga di Boscoducale,<br />
ufficialmente nota come ‘s-Hertogenbosch. Le tavole si contraddistinguono<br />
per la precisione e la cura nella descrizione degli abbigliamenti dei personaggi,<br />
testimoniando il gusto storico-antiquario in voga alla metà del XIX secolo.<br />
27. FIORI - Album di 39 acquerelli originali<br />
di fiori. Datato 1830, € 16.500<br />
(mm 190 x 260), 39 ff. per gli acquerelli, numerati<br />
1-39, alcuni ff. bianchi, 2 ff. d’indice delle tavole,<br />
legatura coeva in cartone rigido marmorizzato.<br />
Acquerelli di notevole eleganza pittorica e pre ci -<br />
sione scientifica, per lo più a grandezza naturale.<br />
L’album è datato 1830 nell’Indice di 2 fogli posto<br />
in fine. I dipinti policromi sono attribuibili ad<br />
Antonio Bertoloni (1775-1868, illustre botanico,<br />
professore universitario a Genova ed a Bologna,<br />
autore della fondamentale opera “Flora Italica” in<br />
10 volumi, 1833-1854) o ad artista che lavorò per<br />
lui e furono certamente utilizzati dal B. per<br />
l’edizione della migliore e più estesa Flora ita lia -<br />
na dell’Ottocento. Bellissima serie, in perfetta<br />
cons er vazione.
28. FONTANESI, Antonio. Promenade pittoresque: Intérieur de<br />
Genève. Genève, Pilet & Cougnard, Editeurs, (1854), € 6.200<br />
album in-folio, titolo e serie di 20 litografie originali, firmate sulla lastra,<br />
legatura edit. in percallina, titolo impresso in oro al piatto anteriore. Il<br />
successo commerciale ottenuto dalle tavole singole eseguite in litografia nel<br />
1852-53, dopo essersi stabilito a Ginevra, valse al Fontanesi non solo la<br />
commessa della serie di Villa Eynard, ma il più importante incarico di<br />
incidere una serie di vedute dei luoghi più caratteristici della città. “Si tratta<br />
di immagini in cui l’impegno documentario della veduta non ha impedito<br />
all’autore di darne una interpretazione spesso ricca di valori atmosferici che<br />
in qualche modo riflette anche il suo spirito romantico” (Dragone). Serie<br />
completa, di notevole rarità. Le pittoresche tavole sono in questo<br />
bell’esemplare conservate a grandi margini (qualche fioritura marginale, lieve<br />
alone nel marg. inf. delle prime 8 tav.). DRAGONE, A.F. OPERA GRAFICA n. 33-<br />
52. MAR<strong>IN</strong>I n. 1-20: “Cartella praticamente introvabile...”<br />
29. FRANQUART, Jacobus. Pompa Funebris optimi potentissimiq.<br />
Principi Alberti Pii, Archiducis Austriae …veris<br />
imaginibus expressa a I. Francquart archit. reg. Eiusdem Principis<br />
moriendi Vita, scriptore E.Puteanus. Bruxelles, (Lovanii,<br />
typis Heur. Hastenii), 1623, € 3.200<br />
in-folio oblungo, leg. antica cart., dorso in pelle. Stupendo frontespizio<br />
figurato inciso, con varie figure allegoriche funebri, ritratto e armi<br />
della Casa d’Austria, 12 ff. a stampa, 46 grandiose tavole (due più<br />
volte ripieg.) raffiguranti gli apparati ed il sontuoso corteo funebre<br />
svoltosi in Sainte-Gudule di Bruxelles il 20 marzo 1622, tutte finemente<br />
incise all’acquaforte da Cornelius Galle. Esemplare completo ed<br />
in buona comnservazione (le due grandi tav. rinforzate al verso; qualche<br />
traccia di piega; qualche margine frastagliato). Prima edizione.<br />
V<strong>IN</strong>ET 622: “Volume rare, curieux, intéressant surtout parce qu’il fait<br />
connäitre les coustumes du temps…”. LIPPERHEIDE 2660. RUGGERI 1070.
30. GHEZZI, Pier Leone. Raccolta di XXIV Caricature disegnate colla penna del celebre<br />
cavaliere P.L. Ghezzi, conservati nel Gabinetto di Sua Maestà il Re di Polonia… Matth. Oesterreich<br />
sculpsit Dresdae nell’anno MDCCL. Si vende a Dresda<br />
da George Conrad Walther Libraro di Corte (1750),<br />
€ 14.000<br />
in-folio grande, serie formata da 25 fogli incisi a bulino: un foglio di<br />
titolo in cartiglio con un ritratto nella bordura; 24 tavole di artistiche<br />
caricature a figura intera di uno o due personaggi, identificati dalla<br />
scritta posta nel margine inferiore dei singoli rami. Serie completa,<br />
assai bella e rara. Pier Leone Ghezzi fu noto e poliedrico artista, pittore,<br />
incisore, musico e letterato (Roma 1674-1755). Il presente esemplare<br />
è arricchito di una seconda simile serie, senza titolo, formata di<br />
12 splendide caricature incise su 11 fogli da Arthur Pond (Londra 1705<br />
- Roma 1758) dai disegni del Ghezzi, di Carracci, Watteau e Maratta,<br />
portanti date di anni precedenti, dal 1722 al 1741. Assieme caricaturale<br />
di grande pregio, rarissimo. Tutti i fogli sono a pieni margini, perfetti.<br />
LIPPERHEIDE, COSTUMBIBLIOTEK, n.3723 (per la sola prima serie di<br />
Ghezzi). NAGLER, V, 132. BÉNÉZIT, VI, 70.<br />
31. ISABEY, Jean Baptiste. Voyage en Italie en 1822. Trente dessins<br />
lithographiés par lui. Paris, chez l’Auteur, (1822), € 3.500<br />
album in-fol.(mm 460x320), leg. in mezza pelle, copert. edit. impressa cons.<br />
Contiene: 1 foglio a stampa con titolo e indice della serie; 30 vedute disegnate e<br />
litografate dall’artista agli albori di quest’arte, di eccezionale livello artistico e di<br />
grande finezza (varie di Roma e Napoli, nonchè di Pisa, Firenze, Venezia, Lago<br />
Maggiore, Tivoli, Parma, etc.). Esempl. completo. J.B.Isabey (pittore, miniatore e<br />
litografo, Nancy 1767 - Paris 1855) fu artista assai reputato e quotato. Viaggiò in<br />
Italia nell’aprile-giugno del 1822 e ne trasse le 30 presenti impressioni poi riportate<br />
in lito al suo ritorno a Parigi. Magnifico esempl., di assoluta freschezza, a pieni<br />
margini. Affascinante raro album di vedute italiane. CFR. BENEZIT, V, p.730.<br />
CREMON<strong>IN</strong>I, L’ITALIA NELLE VEDUTE, n.95.
32. GIOACCH<strong>IN</strong>O DA FIORE. Papalista. Profetie di diverse<br />
persone Sante raccolte insieme, dove con difficoltà si considera<br />
e si antivede la vita delli Pontifici, et il successo del<br />
mondo, incomminciando à la scisma di tre Papi, chi regnò<br />
l’anno MCCCC sino al Papa Angelico. Manoscritto cartaceo,<br />
metà XVII secolo, € 16.000<br />
in-folio (mm 417x267) su carta con disegni a penna ed acquerello color<br />
seppia, ff. 38 n.n. (primo e ultimi 3 ff. bianchi), legatura coeva in<br />
cartone rustico. Manoscritto chiaramente vergato, databile alla metà<br />
del XVII secolo; notevole per il grande formato e per la qualità dei<br />
disegni, estremamente fedeli alla tradizione iconografica dell’opera.<br />
Testo in latino e italiano; riporta 29 profezie su 30 poichè l’ultima non<br />
è mai stata disegnata e trascritta a causa di un errore o di una<br />
mancanza nell’antigrafo; il codice deve quindi considerarsi comunque<br />
assolutamente completo. Particolarmente dettagliata è la parte testuale<br />
relativa alla profezia generalmente ascritta a Pio V (1504-1572), autore<br />
di un duro rafforzamento dell’inquisizione e di una persecuzione degli<br />
eretici. Il manoscritto riporta con il curioso titolo Papalista (lista dei<br />
papi) le profezie dell’abate di origine cosentina (1130-1201), formatosi<br />
inizialmente in ambito cistercense. Le sue letture dei Vangeli e la delirante interpretazione<br />
dell’Apocalisse, crearono non pochi turbamenti nelle alte sfere<br />
ecclesiastiche, preoccupate per le sue apocalittiche visioni che fantasticavano sulla<br />
sorte degli ultimi Papi sino al Papa Angelico, previsto per il 1260 (numero più volte<br />
citato nell’Apocalisse). Questi era annunciato come ultimo rappresentante prima<br />
dell’avvento di un periodo di concordia e di crollo delle gerarchie. Ancorché dichiarato<br />
eretico, le sue opere esercitarono sempre una profonda attrazione anche per<br />
eminenti figure di teologi devoti, tra i quali si ricordano Guglielmo di Ockam e<br />
Ubertino da Casale. Le edizioni a stampa delle profezie datano sin dal 1517 e alcune<br />
di esse, profusamente illustrate, esercitarono un richiamo attrattivo non indifferente.<br />
Il manoscritto, ascrivibile ad un generico ambito italiano, è databile per ragioni<br />
paleografiche e stilistiche alla metà del XVII secolo. Ottimo esemplare.
33. GIOACCH<strong>IN</strong>O DA FIORE. Profetie. Manoscritto cartaceo, fine XVI secolo<br />
(post 1591), P. a r.<br />
(230x170 mm), ff. 61 con 75 disegni a piena pagina in inchiostro e seppia acquerellati entro doppia<br />
cornice. Legatura settecentesca in p. pergamena, sguardie in carta decorata a fiori. Il codice è composto<br />
da tre parti: la prima (ff. 1v-16v) riporta fedelmente le Profezie di Gioachino con alcune varianti<br />
iconografiche, ed è opera di due mani diverse, una più rozza che compila anche le successive<br />
sezioni; una più raffinata, che realizza le scene in cui compaiono le varianti (al f. 8v sullo scudo di<br />
uno dei due personaggi compare il Giglio fiorentino al f. 9v la Lupa Capitolina romana). La seconda<br />
parte (ff. 17r-28r) è un ampliamento delle profezie generalmente attribuite a Gioacchino: Clemente VII,<br />
Paolo III, Giulio III Monti, Marcello II, che completano così la serie che si estende da Niccolò III (1217)<br />
a Innocenzo IX (1591), ciascuno simboleggiato dal<br />
proprio emblema con il testo latino in calce e la rispettiva<br />
profezia. La terza (ff. 31r-58r) è una raccolta<br />
di rappresentazioni simbolico-allegoriche incorniciate,<br />
alcune di estrema complessità esoterica, con<br />
ampie didascalie in volgare. I disegni recano in calce<br />
le sentenze in latino, per la prima e la seconda parte,<br />
ed in italiano, per la terza. In fine due ff. vergati in<br />
chiara grafia con scritti in italiano sulla “Santita del<br />
Papa”, “Dello Imperatore Maximiliano”, “Allo invictissimo<br />
et catolico re Filippo”, “Del Cristianissimo re<br />
di Francia”. Interessante manoscritto della fine del<br />
XVI secolo (post 1591) contenente le celebri Profezie<br />
di Gioacchino da Fiore (1135-1202), abate, teologo<br />
e biblista condannato per eresia nel 1215 a<br />
causa delle sue teorie mistiche sul destino della<br />
Chiesa e dell’umanità, in base ad una personale concezione della dottrina della Trinità.<br />
Realizzato da due distinte mani il codice risulta particolarmente interessante per l’elaborato<br />
assieme di testi riuniti, alcuni apparentemente inediti, e la complessa resa grafica<br />
delle profezie, con due curiose varianti iconografiche con possibile riferimento a<br />
Firenze, non riscontrate in nessun altra edizione a stampa o manoscritto.
34. GIOACCH<strong>IN</strong>O DA FIORE. Prophetia dello Abbate<br />
Joa chino circa il Pontefice R.E., a cura di LEANDRO DE GL’<br />
ALBERTI. Manoscritto su carta azzurrina XVI secolo (post<br />
1527), P. a r.<br />
in-4 (mm 277x215), ff. 20, bella legatura<br />
coeva romana in pelle, triplice<br />
cornice vegetale con ma s che -<br />
roni angolari ai piatti, dorso con<br />
stilizzazioni geometriche, il tutto impresso<br />
in oro. Manoscritto tratto<br />
dalla seconda edizione italiana<br />
(1527) della raccolta di Profezie di<br />
Gioacchino curata da Leandro degli<br />
Alberti (prima 1515), dedicata a Giulio<br />
de’ Medici (erroneamente ricordato<br />
come Giuliano). Leandro degli<br />
Alberti (1497-1552) fu storico bolognese,<br />
autore di opere di carattere religioso<br />
e di una “Descrittione di tutta<br />
l’Italia”. Il manoscritto, come l’edizione<br />
a stampa, è illustrato da 32 disegni<br />
(monogramma di Cristo IHS al<br />
titolo, al verso docente in cattedra con allievi e 30 rappresentazioni<br />
allegoriche delle profezie). La realizzazione grafica del codice<br />
risulta particolarmente suggestiva per l’utilizzo della biacca<br />
sulla carta azzurra che fa risaltare il sicuro tratto ad inchiostro dei<br />
disegni. Opera estremamente rara e di notevole importanza per la<br />
diffusione dell’iconografia delle Profezie di Gioacchino anche in<br />
ambito protestante, in cui vennero utilizzate come strumento del<br />
messaggio anti-papale. (Piccoli restauri antichi su carta azzurra a<br />
risarcire i fori dovuti all’acidità dell’inchiostro).
35. (Firenze) - GUALTEROTTI, Raffaello. Feste nelle<br />
nozze del Serenissimo Don Francesco Medici gran<br />
duca di Toscana; et della Sereniss. sua consorte la<br />
Sig. Bianca Cappello... Con tutti i disegni de’ carri, &<br />
invenzioni comparse alla sbarra. Firenze, Stamp. de’<br />
Giunti, 1579, € 12.500<br />
in-4, pp. 58, (2), 24, artistica legatura toscana del tempo in<br />
vitello avana, larga bordura dor. seminata di anelli sui piatti,<br />
fregi a fiori agli angoli esterni e interni, grande fregio oro al<br />
centro degli stessi, dorso liscio, tagli rossi. Titolo racchiuso da<br />
bordura ornam. con piccola veduta di Firenze in basso, testo<br />
in car. rom. e versi in corsivo, marca tip. in fine. Prima<br />
edizione illustrata da 16 superbe tavole f.t. inventate dal<br />
Gualterotti e incise in rame con grande finezza da Accursio<br />
Baldi e Sebastiano Marsili, raffiguranti i vari spettacoli, carri<br />
e tornei organizzati per l’occasione. Pregiato libro di feste che<br />
celebra il matrimonio del Granduca di Toscana Francesco I de’ Medici con la<br />
bella veneziana Bianca Cappello, già sua amante da lungo tempo, avvenuto<br />
a Palazzo Pitti il 12 ottobre 1579. In realtà, però, il matrimonio era già stato<br />
celebrato segretamente nel giugno dell’anno precedente, poco dopo la morte<br />
della prima moglie Giovanna d’Austria. Esempl. grande di margini,<br />
accuratamente rinfrescato, completo dell’ultima tavola che manca spesso<br />
agli esempl. descritti dai bibliografi (Brunet, Vinet, Ruggieri, Didot).- (Segue,<br />
del medesimo autore, nelle 24 pagine finali che fanno parte integrante<br />
dell’edizione:) “Vaghezze sopra Pratolino composte da R.G. Al Ser.mo Don<br />
Francesco Medici secondo gran Duca di Toscana“. Alle quattro “vaghezze“<br />
segue un “Epitalamio nelle nozze della Sig. Perregrina Cappello...et Sig.<br />
Conte Ulisse Bentivogli”. Al verso di p. 24, a fondo pagina: “Il Fine. In Firenze appresso i Giunti.1579. Con licenza de’ Superiori”. Libro<br />
di feste fiorentine assai bello e raro. CAMER<strong>IN</strong>I, GIUNTI DI FIRENZE, n. 87. MORENI I, 468: «Raro». STC. 316. ADAMS G-1355. MORTIMER, ITALIAN,<br />
223. NAGLER, Theatre Festivals of the Medici, cap. 4 (pp. 49-57). V<strong>IN</strong>ET 605. RUGGIERI 727. CICOGNARA 1388.
36. GUAR<strong>IN</strong>I, Guarino. Dissegni (sic) d’architettura civile ed ecclesiastica.<br />
Inventati & delineati dal padre D. Guarino Guarini, In Torino, per Domenico<br />
Paulino, 1686, € 19.000<br />
in-folio, frontespizio, ritratto del Guarini e 44 tavole, legatura coeva in cartone rustico<br />
azzurro, tassello di carta applicato lungo il dorso. Prima edizione estremamente rara:<br />
“...essendo morto il padre Guarino avanti che potessero pubblicarsi le sue opere d’architettura,<br />
il pubblico (o lo stampatore) era così impaziente di farne noti disegni, che si diedero<br />
alla luce separati dal testo” (Cicognara 525). Questa raccolta, incisa da G.Abbiati,<br />
J.Fayneau e A.Verga dai disegni del Guarini, raffigura piante, alzate e prospetti di edifici<br />
e chiese, realizzati o rimasti allo stato di progetto. Bernardo Vittone, pupillo del Guarini,<br />
curò nel 1737 l’edizione del testo, il cui manoscritto rimase inedito per oltre 60 anni, aggiungendovi<br />
35 tavole, ma<br />
cancellando dalle lastre i<br />
nomi degli incisori. Quest’opera<br />
costituisce il manifesto<br />
pratico del barocco, e<br />
uno dei più lucidi ed esaurienti<br />
trattati d’architettura<br />
di ogni epoca; soprattutto il<br />
trattato IV “Dell’ortografia<br />
gettata”, che porta a compimento<br />
le teorie di Desargue;<br />
ebbe grande influenza anche<br />
su architetti contemporanei<br />
come il Nervi.<br />
Esemplare estremamente<br />
genuino (leggero alone nel<br />
margine esterno degli ultimi<br />
fogli). FOWLER 150. CICOG-<br />
NARA 525. CAT. V<strong>IN</strong>CIANA<br />
4373. RICCARDI, I, 637.
37. HAMILTON, William. Campi Phlegraei. Observations on the Volcanos of the Two Sicilies as they have<br />
been communicated to the Royal Society of London. Napoli, 1776-79, P. a r.<br />
3 parti in 1 vol. in-folio (455 x 320 mm), pp.100, (2); (2, titolo), 54 ff. di spiegazioni delle tavole; pp. (2, titolo), 5 ff. di<br />
spiegazione delle tavole, pp.30 di testo descrittivo e (2, dedica a Ferdinando IV). Il testo delle tre parti è interamente redatto<br />
in lingua inglese e francese. Bella legatura coeva in pieno marocchino blu scuro, due filetti oro ai bordi dei piatti, dorso<br />
a nervi con titolo e decorazione in oro di dischi solari stilizzati negli scomparti, dentelle interna, tagli dor. Magnificamente<br />
illustrato da tavole incise fuori testo: una carta geografica a doppia pagina del Golfo di Napoli incisa da Giuseppe Guerra,<br />
59 tavole a piena pagina incise da Pietro Fabris (57 grandiose vedute dei Campi Flegrei e del Vesuvio, e 2 tavole geologiche)<br />
entro bordura nera e margine grigio. Tutte le incisioni sono splendidamente dipinte a pennello da artista del tempo.
Eccezionale esemplare della prima edizione, completo in ogni sua parte, di questa celeberrima opera sui vulcani di William<br />
Hamilton (1730-1803), diplomatico e geologo, che fu ambasciatore del re d’Inghilterra a Napoli per ben 36 anni. Hamilton<br />
incaricò Pietro Fabris di disegnare i vulcani dell’Italia meridionale, e curare la pubblicazione delle lettere inviate dall’Hamilton<br />
alla Royal Society di Londra che raccoglievano le sue osservazioni vulcanologiche. In quattro anni l’Hamilton ascese il Vesuvio<br />
per ben 22 volte, correndo a volte grandi rischi, da quando aveva deciso col Fabris di disegnare dal vero ogni eruzione del<br />
vulcano. Nelle tavole egli compare spesso in cappotto rosso assieme al Fabris stesso. I Campi Phlegrei è l’opera più conosciuta<br />
dell’Hamilton sull’attività dei vulcani e del Vesuvio in particolare. Di grande pregio artistico e scientifico. (Ex-libris<br />
J.W.Hendersyde e Ian XII Kuke of Argyll). BRUNET III,31: “Ouvrage curieux et bien exécuté”. JENK<strong>IN</strong>S e SLOAN, Vases and Volcanoes,<br />
Londra, 1996: “Magnificent publication”. FURCHEIM pp.74-75. FERA-MORLICCHIO, I, 281.<br />
38. LEONARDO DA PORTO MAURIZIO Santo. Via Crucis<br />
del Beato Leonardo da Porto Maurizio Minore Osservante<br />
Riformato del Ritiro di S. Bonaventura.<br />
Roma, allo studio di Pietro Bombelli, 1804, € 1.300<br />
in-4, 19 ff. di testo e 15 tavole all’acquaforte f.t., legatura<br />
del tempo m. pelle e ang., fregi oro al dorso. In fine, su foglio<br />
aggiunto, è applicata l’approvazione di Papa Pio VII<br />
Braschi, con sigillo e firma autogr. del segretario pontificio.<br />
Vignetta sul tit., altra in fine e la serie 15 magnifiche tavole<br />
a piena pagina magistralmente incise in rame e firmate<br />
da Pietro Leone Bombelli, datate 1802-1803: 14 di esse<br />
illustrano le stazioni della Via Crucis, l’ultima raffigura<br />
Maria Addolorata. Il Bombelli (Roma 1737-1809) fu disegnatore,<br />
pittore di scene religiose, e incisore assai abile di<br />
soggetti allegorici e ritratti; di lui si conoscono 55 incisioni.<br />
Il testo, o meditazione, della Via Crucis, è quello originale<br />
ideato da San Leonardo da Porto Maurizio (ivi 1676 - Roma<br />
1751), che fu grande propagatore di questa pratica pia. Perfetto<br />
esemplare completo. BÉNÉZIT II, 501-2. LE BLANC I, 438.
39. LORY, Gabriel Fils. Voyage pittoresque de<br />
l’Oberland Bernois, publié par G. Lory fils<br />
à Neuchatel en Suisse. Paris, Imprimérie de J.<br />
Didot l’Ainé, 1822, P. a r.<br />
in-folio (mm.450x300), ff.(4), 72 di testo descrittivo,<br />
30 stupende tavole all’acquatinta, disegnate da Gabriel<br />
Lory padre e Mathias Gabriel Lory figlio, artisticamente<br />
dipinte a mano da J. Hürlimann e C.<br />
Stapfer in vivaci e naturali colori. Eccezionale esemplare<br />
con legatura coeva in pieno marocchino verde,<br />
firmata Simier, r. du Roi decorato con tre bordure e<br />
fregi oro sui piatti, dorso a nervi con titolo e fregi,<br />
tagli dor. dent. int. Al centro dei piatti ha impresse le<br />
armi araldiche di Carolina Ferdinanda Luisa di Borbone,<br />
duchessa di Berry. “Ce fut un évenement pour<br />
Lory et pour son éditeur… Lory enluminait lui-meme<br />
un spécimen de chaque planche. Ce modèle était<br />
conservé dans une enveloppe de carton, dans laquelle<br />
on pratiquait une ouverture correspondant au format<br />
de la gravure… Si, du temps de Wolff, la haute montagne<br />
inspire aux artistes une certaine crainte, elle<br />
apparait aux Lory dans toute sa sérénité… Devant les<br />
neiges étérnelles. ils élèvent leurs pensées vers le<br />
Créateur…”. LONCHAMP, 471. MANDACH, LES LORY, 261-<br />
290: “Cet ouvrage a été tiré en deux formats. L’un des<br />
formats, grand in-folio, avec marges de luxe, est fort<br />
rare. Les gravures y sont soignées et présentent un<br />
coloris net et vif, un relief bien accusé”. PERRET, 2697:<br />
«Très rare et très recherché pour la qualité de ses illustrations<br />
».
40. (Firenze) - LE MAGNIFIQUE CAROUSEL fait<br />
sur le fleuve de l’Arne a Florence pour le mariage<br />
du grand Duc. Dedié au S.r de Beaulieu...<br />
A Paris, chez Jean Sauvé, 1664, € 13.000<br />
in-12 oblungo, frontespizio e 18 tavole, tutte incise, elegante<br />
legatura fin de siècle in marocchino avana, ricche<br />
dentelle interne. Si tratta di una rarissima fedele trasposizione<br />
in controparte delle incisioni realizzate nel<br />
1608 da Remigio Cantagallina (ca.1582-ca.1630) d’après<br />
Giulio Parigi (1571-1635) per le nozze di Cosimo II con<br />
Maria Maddalena d’Austria.<br />
Le raffigurazioni, di notevole impatto coreografico, rappresentano<br />
l’imponente allestimento realizzato in occasione<br />
delle nozze: il “Carosello” si tenne sull’Arno e furono<br />
costruite fantasiose imbarcazioni per festeggiare<br />
l’evento. Le lastre della seconda metà del XVII secolo<br />
prevedono l’aggiunta dei nomi dei personaggi raffigurati<br />
e di una numerazione in basso a sinistra. Curiosamente<br />
reincise 56 anni dopo la prima tiratura, venne inserito<br />
un frontespizio con due figure che reggono una<br />
dedica al Commis sario dell’ordine e Controllore Provinciale<br />
dell’artiglieria nella città d’Arras e nei Paesi<br />
dell’Artois, probabile committente dell’opera. Sébastien<br />
Pontaut de Beaulieu fu al servizio di Luigi XIV e fu uno<br />
dei padri della topografia militare; fu inoltre autore de<br />
Les glorieuses conquêtes de Louis le Grand, raccolta di<br />
carte, piante di assedi e battaglie a partire dal 1643, continuato<br />
dopo la sua morte sino al 1694. Ottimo esemplare.<br />
MORENI, Bibl. Toscana a p.11. <strong>IN</strong>CISORI TOSCANI dal<br />
XV al XVII secolo nn.78-96.
41. MAITRES (LES) DE L’AFFICHE. Publication mensuelle contenant la reproduction<br />
des plus belles Affiches Illustrées des grands artistes, français et étrangers.<br />
Prèface de Roger-Marx. Paris, Imprimerie Chaix, 1896 -1900, € 60.000<br />
5 volumi in-folio (400x307 mm ), uniformi legature editoriali in piena percallina verde<br />
e crème figurata con fogliame e busti femminili, titoli sui piatti e al dorso, tagli superiori<br />
dorati (firmata Paul Berthon). Serie completa di 256 magnifiche litografie a colori, accompagnate<br />
da saggi introduttivi, indici degli artisti, lista delle tavole. L’opera venne compilata<br />
e curata da Jules Chèret e Roger Marx. Il presente esemplare comprende le 240<br />
planches della serie e pure le 16 rare affiches offerte in premio ai sottoscrittori dell’opera.<br />
Le 256 tavole, impresse con grande maestria su cartoncino giappone, formano una straordinaria<br />
raccolta di altrettante affiches fin-de-siècle a colori, opera dei più noti artisti<br />
che nell’ultimo decennio del secolo produssero artistici manifesti pubblicitari: J.Chèret,<br />
M.Denis, de Feure, Berthon, Grasset, Guillaume, Mucha, J.Prise, Steinlen, T.Lautrec, Rassenfosse,<br />
Willette, Mataloni, Boano e vari altri noti nomi. Splendido e raro esemplare<br />
completo, a pieni margini, freschissimo. Straordinaria galleria che riunisce i capolavori in<br />
cromolitografia de l’“art nouveau” muraria. CARTERET, V, 261.
42. MANET, Edouard. Trente eaux-fortes originales. Paris, A.Strölin, Ancienne Maison Dumont,<br />
27 Rue Laffitte, 1905, P. a r.<br />
Suite completa di 30 tavole, tiratura di 100 esemplari. Dopo la stampa le lastre sono state biffate, e sono<br />
ora conservate presso il Cabinet des Estampes della Bibl.Nationale di Parigi. Fogli a pieni margini di mm<br />
445 x 320, su carta vergellata con filigrana Van Gelder o con giglio coronato e monogramma JGL; in basso<br />
a destra timbretto rosso editoriale con numerazione progressiva delle tavole, ripetuto sul passepartout originale.<br />
Ottime prove, nitidamente inchiostrate ed assai fresche, in perfetto stato di conservazione. Poco<br />
nota è l’opera grafica del primo dei pittori impressionisti, l’immortale autore del Déjeuner sur l’herbe, benché<br />
abbia notevoli ripercussioni sugli incisori moderni. L’opera incisa di Manet consta di oltre cento lastre,<br />
76 delle quali acquaforti, e si colloca per lo più all’inizio della sua carriera, tra il 1862 e il 1868, anche<br />
se circa la metà di queste incisioni rimasero inedite sin dopo la morte dell’artista. Sebbene in gran<br />
parte ispirate a quadri dell’artista (e anzi in certi casi utilissimi documenti di pitture andate perdute o distrutte<br />
da Manet stesso), non sono più stampe di riproduzione nella concezione settecentesca, ma diventano<br />
incisioni originali, veicoli autonomi per rappresentare le sue concezioni pittoriche. Altro suo merito<br />
fu l’aver compreso, insieme ai suoi editori, che l’incisione doveva cessare di essere un multiplo indefinito, per divenire l’opera unica di un<br />
artista unico, rara e ricercata sin dalla sua pubblicazione mediante una tiratura limitata. “Così come nella pittura, anche nella grafica Manet<br />
ricerca un linguaggio della modernità, l’espressione del transitorio e del contingente, e le innovazioni che mette in atto sono notevoli:<br />
l’utilizzo delle più svariate tecniche incisorie, l’apertura alla fotografia, alla fotoincisione, alla carta da riporto; la ricerca di differenti stati,<br />
inchiostrature e tipi di carta; ma, soprattutto, la pratica di una sorta di « riproduzione autografa» in cui l’artista interpreta se stesso: la<br />
trasposizione su lastra di certi dipinti dà adito ad una nuova riflessione sui metodi dell’incisione: c’è un’autentica trasfigurazione, più che<br />
una traduzione letterale del quadro”. Nel 1862 Cadart pubblicò una cartella<br />
di 8 acquaforti, e nel 1874 una nuova raccolta tirata a 50 esemplari. Dopo<br />
la morte di Manet (1883), i 23 rami ritrovati nell’atelier dell’artista sono<br />
stampati dai suoi eredi nel 1890, mentre nel giugno 1894 Madame Manet<br />
cede i 23 rami già pubblicati ed altri 7 inediti all’editore L. Dumont, il quale<br />
esegue una tiratura di soli 30 esemplari. Il suo successore Strölin pubblica<br />
nel 1905 questa tiratura in 100 esemplari, avendo cura di bucare in seguito<br />
le lastre con due fori sul bordo della composizione, al fine di renderne impossibile<br />
una ristampa successiva. GUÉR<strong>IN</strong>, L’oeuvre gravé de M. Paris,<br />
1944. MOREAU-NÉLATON, E.Manet. Paris, Delteil, 1906. HARRIS, E.M. The graphic<br />
work. S. Francisco, 1990.
43. MARIESCHI, Michele. “Magnificentiores selectioresque Urbis Venetiarum prospectos, quos olim Michael Marieschi<br />
venetus pictor, et architectus - in plerisque tabulis depinxit”. 1761 - BRUSTOLON, Giambattista. Prospectuum Aedium<br />
Viarumque insignorum Urbis Venetiarum… 1763. Feste e Cerimonie Dogali. 1766, P. a r.<br />
Tre serie complete in-plano di stupende vedute settecentesche di Venezia, incisioni originali<br />
all’acquaforte di due grandi artisti, in bella legatura (mm 495 x 685) coeva in<br />
pergamena con raffinata cornice vegetale impressa in oro ai piatti. L’album di Marieschi<br />
si compone di un titolo figurato e di 21 grandi vedute. La magnifica serie di prospettive<br />
di Venezia si compone di un brioso frontespizio rococò, recante tra<br />
festoni e putti il ritratto del giovane artista inciso da Carlo Orsolini su disegno<br />
di Angelo Trevisani, con in calce l’iscrizione: “Venduntur in vico Sancti<br />
Lucae apud eumdem Auctorem Venetijs” e di 21 lastre di cui 16 ispirate<br />
ai suoi dipinti. L’inconfondibile tecnica del Marieschi si avvale del ricorso a<br />
ripetute morsure e a vernici di copertura per una resa aerea degli sfondi, creando<br />
un grandioso effetto prospettico. Le due serie del Brustolon si compongono<br />
rispettivamente di 22 grandi vedute, titolo figurato compreso; e 12<br />
tavole per le Feste Ducali. Il “Prospectum aedium”, venne edito una prima<br />
volta nel 1763 e comprendeva il frontespizio e 12 vedute derivate dal Canaletto<br />
che furono copiate dalle relative incisioni del Visentini, come lo stesso<br />
Brustolon (1712-1796) ammise. La serie venne successivamente ampliata fino<br />
a raggiungere il numero di 22 vedute (il frontespizio, le precedenti 12 del Canaletto,<br />
4 da Marieschi e 5 da Moretti), senza che il frontespizio originario<br />
venisse aggiornato. Di questa serie si conoscono quattro tirature differenti;<br />
il presente esemplare appartiene alla prima in quanto le tavole sono avanti<br />
il numero e il titolo reca l’indirizzo “Apud Ludovicum Furlanetto supra pontem vulgo dictum dei Baretteri C.P.E.S.”. Secondo Alpago-Novello<br />
(1940) si tratta dell’“Opera maggiore del Brustolon, quella che gli assicurò un onorevole posto fra i più riputati incisori del suo secolo…”.<br />
Le “Feste Ducali”, vennero edite con lo scopo di illustrare le funzioni “che si fanno in Venezia con l’intervento del Serenissimo Principe”.<br />
Nata originariamente come serie di 8 tavole, venne ampliata sino a 12, ma benchè ideata nel 1768 non venne portata a termine che<br />
tra 1773 e 1775. Esemplare in secondo stato su quattro (l’indirizzo del Furlanetto è accompagnato dalla numerazione progressiva da 1<br />
a 12). Eccezionale esemplare in-plano, a pieni margini bianchi, tiratura vigorosa e contrastata. Raccolta di complessive 56 acquaforti veneziane,<br />
di grande bellezza e pregio artistico, di grande rarità. SUCCI, Incisori veneziani da Carlevaris ai Tiepolo, pp. 235-2532, e pp. 81-<br />
93. PALLUCCH<strong>IN</strong>I, pp. 64-67 e pp. 60-61.
44. MAVELOT, Charles. Nouveau livre de differens cartouches, couronnes,<br />
casques, supports et tenans. S.l. (ma Paris), Il se vend chez le dit Mavelot, in fine<br />
1685, € 2.700<br />
in-8 oblungo (mm 103 x 150), pp. (12), 31, (1 bianca), 43 tavole incise, in fine 1 f. con privi<br />
legio da cui si desume la data di realizzazione dell’opera; legatura d’amatore (firmata Thibaron-Joly)<br />
di inizio Novecento in marocchino granata a grana larga, dentelle interna. Titolo<br />
entro cornice con figure fantastiche, precedono le tavole due dediche al Duca di Saint Aignan e<br />
una dettagliata descrizione simbolico-allegorica di tutti gli animali e figure che generalmente reggono<br />
le armi araldiche. Le tavole, magistralmente incise, rappresentano varie tipologie di Corone<br />
(Ducali, di Conti, di Papi, di Marchesi). Utile strumento araldico-bibliografico ma allo stesso<br />
tempo, grazioso e raffinato album di incisioni. Il Mavelot (m. 1742) fu celebre incisore al bulino attivo alla corte di Francia; tutte le sue<br />
composizioni si contraddistinguono per la qualità eccezionale del tratto e della composizione e possono essere considerate come capolavori<br />
nel loro genere. Esemplare anticamente lavato, permane un’uniforme ingiallitura e una lieve macchia al margine inferiore dei<br />
primi ff., lieve strappo nel margine inferiore del titolo. BRUNET, Supplement, vol. I p. 988 (descrive un esemplare scompleto del testo appartenente<br />
alla coll. del Barone Pichon). GUIGARD, Nouvel Armorial du Bibliophile, p.82. BÉNEZIT, IX, p. 395.<br />
44 bis. MEYER, Johann Jakob. Voyage pittoresque dans le Canton des Grisons<br />
en Suisse vers le lac Majeur et le lac de Come sur les grandes routes nouvellement<br />
construites à travers les Cols de Splugen et de Bernhardin en 32 planches.<br />
Accompagné d’une introduction et explication de R.J. Ebel. Zurich, chez J.J. Meyer<br />
peintre, 1827, € 11.500<br />
in-4 oblungo, pp. (2), 169, leg. coeva in cart. arancione muto. Illustrato da un titolo fig. inc.,<br />
5 tabelle esplicative in francese e tedesco con disegni al tratto in nero, una carta topografica<br />
a colori ripieg. e 32 finissime tavole incise all’acquatinta da R. Bodmer (tranne 2 inc. dallo<br />
stesso Meyer, 2 per ciascuno da Fr. Hegi e C. Rordorf, una da Ch. Meichelt; l’ultima è num. 30,<br />
ma le tav. 7 e 25 sono bis). Prima edizione francese (l’anno precedente era apparsa in<br />
tedesco), arricchita di bellissima colorazione di mano del tempo. “Un bel album sur les Grisons, avec une introduction et une explication<br />
du docteur J.-G. Ebel. Cet ouvrage existe en plusieurs versions anciennes…Elles sont très rares et recherchés lorsqu’elles sont complètes des<br />
trente-deux vues gravées” (Perret). Ottimo esempl. di opera affascinante. LONCHAMP, BIBLIOGR. GÉNÉRALE, n. 2069 e L’ESTAMPE ET LE LIVRE À GRAVURES,<br />
n. 549 (in entrambi i casi indica solo 25 pp. di testo e 4 di “notice explicative”). PERRET 2996 (con qualche variante). ACL p. 212.
45. MICROGRAFIA. Curiosa raccolta, assemblata dalla Regina Maria Teresa, moglie di Carlo<br />
Alberto di Savoia, di “micrografie” a stampa e manoscritte: 11 fogli volanti su carta o<br />
pergamena in cui le parole, scritte o stampate in caratteri minuscoli, sono disposte in modo<br />
tale da formare delle immagini. € 6.700<br />
-CRONOLOGIA DE LOS REYES DE ESPAÑA, circa 1770, Foglio volante (mm 103x140), l’intera cronologia è impressa<br />
in caratteri microscopici entro un tondo di mm 20 di diametro, circondato da grafismi e dal titolo “Contiene,<br />
sine abreviaturas, en el diametro de un real deplata, la Cronologia de los Reyes de Espana, i annos de su muerte.<br />
Todas las noticias correspondentes a S.M. i su Real Posteridad: sus Reynos i Señorias: la fecha : nombre i<br />
edad de quiem lo escribiò i grabò de 63 años”. Al termine della Cronologia si legge il nome dell’autore della<br />
trascrizione “Grabado por Don Francisco Roenstio 63 años”.<br />
-CRONOLOGIA DE LOS REYES DE ESPAÑA. Madrid 1788, Foglio volante (mm 67x86). L’intera cronologia è incisa in<br />
rosso, entro un piccolo tondo di mm 22x19, su 48 righe. In fine la data “Madrid 9 octobre Año del Señor 1788”.<br />
-S. ANNA. Acquerello su carta (mm 230x172), 1810 ca. La Santa porge la legge alla Vergine Maria fanciulla. Nelle<br />
figure, racchiuse in un piccolo ovale (mm 14x10), è trascritta a penna in caratteri minutissimi la vita della Santa.<br />
Al di sotto dell’ovale il nome “S. Anna” circondato da ornati calligrafici; il tutto è racchiuso entro una greca<br />
sottile formata dalla minuta trascrizione di notizie sulla Santa. Firma in basso a destra: “Francesco Gordini fece”.<br />
-CROCIFISSIONE, disegno acquerellato su pergamena (mm 322x200), 1811. Il Cristo in Croce, plasticamente disegnato, è formato da una minutissima<br />
trascrizione in inchiostro, come si legge in calce, della “Passio scritto da S. Matteo”, “Passio scritto da S. Marco”, “Passio scritto da S. Giovanni”<br />
e “Lamentazione 1 a , 2 a , 3 a di Geremia Profeta”. Per distinguere chiaramente le varie sezioni sono poste delle lettere in maiuscolo accanto<br />
al disegno. Autore del disegno fu Vincenzo Soncino: “Vincenzo Soncino fece l’a. 1811 in Febraro”.<br />
-CROCIFISSIONE, Firenze, Bazzani, 1816-1817, foglio volante (mm 312X225). L’impressione raffigura Cristo Crocifisso e la Maddalena ed è formata,<br />
come si legge in fine della trascrizione, dalla “Passione scritta dai quattro Sacri Evangelisti, i versi di S. Bernardo, l’Inno Vexilla, e sua Orazione,<br />
che in tutto sono lettere 37532. Giovanni Bazzani Orefice e Incisore fece a occhio nudo l’Anno 1816 e 17 in Firenze”.<br />
-RIME “LA SAGGIA FILOSOFIA MADRE DELLE SCIENZE”, manoscritto su carta, Bagnocavallo 1839. Accompagnato da due fogli di dedica del Dott. Luigi<br />
Salutti, membro del Collegio medico di Bologna e “micrografo”, al Dott. Liuzzi, in cui si spiega la finalità dell’opera, vi sono 2 fogli (mm 200x180),<br />
una minuta e una versione definitiva, di questa raccolta di rime trascritte entro un ovale di mm 35x33, circondato da grafismi vegetali e dalla<br />
scritta “Iustitia Virtus omnium est domina et regina virtutum”. La parte più esterna del disegno è formata da 8 piccoli tondi circondati da racemi<br />
vegetali disposti circolarmente con all’interno brani poetici.<br />
-NAPOLEONE E GALILEO, ritratti a mezzo busto. Manoscritto su carta 1842, “All’illustrissimo signore e nobil uomo Flaminio Parra in segno di profonda<br />
stima, l’Avvocato Augusto Marzocchi bolognese il decembre 1842 rispettosamente dedica”. Nella maschera di Napoleone (mm 100x60) sono<br />
trascritti i paragrafi del Destino della Repubblica Francese, mentre in quella di Galileo (mm 100x85) vi è il Programma di Associazione alle opere<br />
sue, come esplicitato nella didascalia che separa i due personaggi. Napoleone è classicamente raffigurato con il capo cinto da una corona d’al-
loro, mentre Galileo è barbuto e in abiti secenteschi. Il tratto dei due busti è formato da minuta grafia, appena leggibile<br />
ad occhio nudo.<br />
-PIO IX A SUOI FEDELISSIMI SUDDITI. SALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONE, Bologna (1846), Foglio volante (mm 310x220) con<br />
ritratto di profilo di Pio IX, “Raffaele Radisini inventò, disegnò ed incise in acciajo Bologna”. Nel piccolo busto del<br />
pontefice (mm 37x22) è inciso a caratteri microscopici l’intero “Decreto di amnistia per i condannati politici, …”.<br />
-PIO IX A SUOI FEDELISSIMI SUDDITI. SALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONE, Minarelli impresse (1846), Foglio volante (mm<br />
310x220) con ritratto di profilo di Pio IX, “Raffaele Radisini inventò, disegnò ed incise in acciaio, Minarelli impresse”.<br />
Nel piccolo busto del pontefice (mm 37x22) è inciso a caratteri microscopici l’intero “Decreto di amnistia per i condannati<br />
politici…”. Il busto è qui inserito in una stella entro grande ovale in cui si legge in capitali nella parte inferiore<br />
“Pius.PP.IX”.<br />
-PATER NOSTER eAVE MARIA, Paris 1870. Minuscolo rettangolo cartaceo (mm 24x22) contenente la trascrizione manoscritta<br />
delle due orazioni. La scrittura, su 24 righe è disposta in modo da formare un tondo del diametro di 16 mm;<br />
il testo è inquadrato da un doppio listello e da quattro piccoli cerchi in inchiostro rosso.<br />
Porta in fine: “Fait à la plume le 3 Juillet 1870 par Jacquinot a la halle au Beurre à Paris<br />
à Monsieur Rocher Auguste Marchande de meubles, tableaux, curiosites, rue de Turbigo.<br />
Paris 3 Jullet 1870. Jacquinot”.<br />
-FRANÇOIS-JOSEPH 1er-GUILLAUME II, Cartoline, Francia fine XIX secolo. Due cartoline postali<br />
(mm 92x135) con i ritratti a mezzo busto dei due regnanti formati dalla minuta<br />
trascrizione delle loro gesta in tedesco. Curioso che la Repubblica Francese alla fine<br />
del XIX secolo avesse deciso di stampare delle cartoline con testo in tedesco.<br />
Nata come forma di meditazione sulla parola divina sia in occidente che in oriente (cfr ALFABETO <strong>IN</strong> SOGNO. a cura<br />
di Claudio PARMIGGIANI, Reggio E. 2002), la micrografia si diffuse nel XIX secolo come divertissement, rimanendo<br />
però spesso legata a temi religiosi, come testimonia anche la natura della maggior parte dei soggetti della nostra<br />
raccolta. La circolazione come fogli volanti e le dimensioni spesso contenute favorivano la deperibilità delle<br />
opere. Pur essendo spesso annotati in fine delle trascrizioni i nomi degli artisti che le realizzarono, la mancanza<br />
di repertori bibliografici di riferimento rende spesso difficile una datazione e contestualizzazione delle opere. Sontuosa<br />
legatura in marocchino granata alle armi di casa Savoia con cornice vegetale ai piccoli feri impresa in<br />
oro, sguardie in seta blu. Maria Teresa di Savoia (1801-1855, vedova dal 1849), il cui ex libris Proprietà di S.M.<br />
la Regina Madre è applicato sulla sguardia anteriore, l’anno prima di morire fece montare questi fogli volanti<br />
in maniera assai raffinata, proteggendo ogni singolo foglio con velina e applicando a fronte didascalie esplicative.<br />
Madre di Vittorio Emanuele II, fu donna profondamente cattolica e conservatrice, come confermato dal tema<br />
prettamente religioso di queste micrografie; fece pressione più volte sul figlio quando, su insistenza di Cavour,<br />
il Parlamento Sabaudo si accingeva a ridurre i privilegi ecclesiastici.
46. MITELLI, Agostino. (Bizzarrie per maschere, con acconciature e co pri -<br />
capi antropomorfi e zoomorfi) “Agostino Mitelli intagliò / R N 12” (rami<br />
n.12). S.l. né t., 1638, € 15.000<br />
in-4 oblungo (mm 190x264), 12 tavole, bella legatura coeva in pergamena floscia,<br />
i piatti adorni di riquadro di filetti con 8 fregi agli angoli (stella e 3 monti, stemma della<br />
famiglia Albani; un Francesco Albani, Bologna 1578-1660 fu pittore di fama formatosi<br />
alla scuola dei Carracci, fu attivo a Roma e Bologna). Il frontespizio inciso è costituito<br />
da una composizione in forma di rebus nella quale il nome dell’artista è formata da vari<br />
attrezzi a forma di lettere con numerazione progressiva. Le 11 tavole raffigurano ognuna<br />
un busto maschile ed uno femminile con elaborate e stravaganti acconciature e copricapi<br />
ed elmi, alcuni con straordinarie estensioni antropomorfe e zoomorfe. Le tavole (3), (11)<br />
e (12) sono firmate “A.M.F.“. Serie di capricci di grande fantasia e raffinatezza, inventata ed incisa da Agostino, padre di Giuseppe Maria<br />
Mitelli (Battidizzo 1609 - Madrid 1660), noto pittore esponente della “quadratura” ed autore di poche e rarissime serie di incisioni fantastiche.<br />
La data sulla prima tavola è da leggersi 1638, in quanto Agostino morì nel 1660 e la datazione 1688 è assai improbabile a causa<br />
del cambiamento della moda. Alcune tavole derivano dalla serie di 20 tavole dell’orafo Denis (Daniel) Boutemie, poste in vendita da Moncornet<br />
a Parigi nel 1636 “Ouvrage rare et nouveau... Contenant plusieurs desseins de merveilleuse recreation ... sous diuerses caprices et<br />
gentillesses representees en l’industrieuse decoupure d’un chappeau en l’industrieuse decoupure d’un chapeau...” (1636). Le tavole furono<br />
inventate “en faueur des studieux et curieux de la pourtraicture et de/ tous Orfeures, Graueurs, Ciseleurs, Sculpteurs, menusieurs et autres”;<br />
nell’ultima tavola spiega la curiosa tecnica di taglio e piegatura del tessuto: «La rareté du chappeau est, qu’apres auoir representé/<br />
toutes ces figures et diuersement decouppe ; il se r’assemble en sa premiere forme sans que lon y/ puisse apperceuoir aucunne ouuerture».<br />
Fino al XVIII secolo i manufatti «caprices merveuilleux» inventati dall’ orafo venivano chiamati «bouthemies». A questo proposito<br />
cfr. P.FUHR<strong>IN</strong>G et M.BIMBENET-PRIVAT, ‘Le Style «Cosses de pois», Gazette des Beaux Arts, 01/2002, pp.1-224, che cita le 12 tavole di Mitelli<br />
ai n.88-99 confermandone la datazione 1638. Esemplare marginoso, con qualche alone e piccolo lavoro di tarlo restaurato nel margine<br />
inf. di 3 tavole. Serie di incisioni di eccezionale rarità, mancante alla National Gallery di Washington ed al Berlin Kat., che al n.310 descrive<br />
la serie del Boutemie e cita il riferimento al Mitelli, datandolo 1638. È censita in sole tre collezioni: Bologna, BCA, Cart. Cozzadini<br />
I/IV; Firenze. Marucelliana, Stampe vol. 109, n. 10 (1 pl.); Lipsia, GM. M.K. PIANTANIDA 4388: “Una rara, bella e divertente raccolta<br />
di disegni fantastici, ideati e magistralmente incisi“. RAGGI, in Grafica d’Arte (n. 53), attribuisce la serie al nipote Agostino il Giovane, non<br />
essendo a conoscenza della serie del Boutemie, ed equivocando sulla data e sulla sigla R.N.12, che identifica nelle iniziali di un fantomatico<br />
inventore; ne illustra una tavola con il titolo “Maschere bizzarrissime“. BUSCAROLI ne Il comune di Bologna, n.3 (1931). Catalogo<br />
Gozzadini in Archiginnasio, 1931. ARFELLI, in Arte antica e moderna, n. 3, 1958. LADEMANN. A.Mitelli: die bolognesische Quadraturmalerei<br />
in der Sicht zeitgenossischer, 1997. UBISCH, Katalog der Ornamentstich-Sammlung, Kunstgewerbe-Museum zu Leipzig, 1889, p. 19.
47. MITELLI, Giuseppe Maria. La Caccia Giocosa. Invenzioni di Gioseffo Maria Mitelli pittore bolognese. Da lui effettivamente<br />
sperimentate e dedicate a chi si diletta di caccia. Anno 1684, € 30.000<br />
in-4, ff.17, splendida legatura francese di metà Settecento in marocchino granata, fregi e fiori in oro al dorso, i piatti adorni di cornice<br />
a piccoli ferri con decorazioni a ventagli. La suite si compone di un titolo inciso entro elaborata bordura con armi e marchingegni per<br />
la caccia; un f. inciso “tempi da cominciare ad uccellare” e 15 tavole che riportano due lastre: in alto l’illustrazione, ed in basso il testo<br />
inciso. Mitelli (1634-1718), celebre per i suoi “Giuochi” e le “Arti per via”, era cacciatore e le tavole provengono dalle sue esperienze; la<br />
tecnica dell’aucupio prevedeva la cattura degli uccelli in gabbie: “i modi di aucupio raffigurati possono sembrare fantastici, ma in realtà<br />
praticati a quei tempi, nei quali la selvaggina era più credula e più abbondante che non ora: il Mitelli, poi, strenuo cacciatore, ne<br />
raffigura alcuni da lui stesso inventati o modificati” (Ceresoli). L’estrema rarità già all’epoca è testimoniata dalla ristampa di Lelio della<br />
Volpe del 1745, nonché da due rifacimenti tedeschi Joseph Mitelli Mahlers zu Bologna Jagd-Lust…“ (1720), “Die Voegel auf verschiedene<br />
Art zu sangen” (1739). L’edizione del 1745 è in oblungo, con le lastre separate ed<br />
il titolo e i due preliminari in tipografia. La presente prima edizione è di eccezionale<br />
rarità, e la collezione Jeanson non possedeva che la seconda edizione (n.<br />
409). Nel 1932 Brighenti ne curò una anastatica in 150 esemplari (“è una operetta<br />
delle più rare e curiose del secolo XVII incisa dal famoso G.M.M. appassionato<br />
cacciatore”). Esemplare rilegato nel Settecento con le tavole in eleganti<br />
finestre con al verso i titoli in francese su carta azzurra, della biblioteca di Louis-<br />
Jean Gaignat (1697-1768, nota manoscritta<br />
“du cabinet Gaignat”sulla sguardia ant.),<br />
cliente principale di Guillaume De Bure, che<br />
curò la vendita della biblioteca nel 1769: ricca<br />
di 3.500 lotti, fu uno degli eventi del secolo;<br />
uno straordinario codice del Livre de chasse<br />
di G.Phébus posseduto da Gaignat figurava<br />
nella vendita Jeanson (461). CERESOLI, p. 359 :<br />
“rarissima”. SCHWERDT II p. 29: “Mitelli was a<br />
printer in Bologna and a great lover of the<br />
chase, writing this book from personal experience”.<br />
CAT. MERCIER 1889, n. 532 (data 1624 errata).<br />
BERTARELLI nn. 121-137. Non in THIÉBAUD<br />
né SOUHART (la sola ediz. tedesca).
48. NEGRI, abate G.S. (Manoscritto di Supplica) Alla Santità di<br />
N. S. Pio Sesto Pontefice Ottimo Massimo felicem. regnant. per<br />
G. S. Negri, dalla Mole di Adriano (Castelgandolfo) A.D. M.D.CC.XCI<br />
(1791), € 26.000<br />
in-4 (cm 20x29), ff. 32 (inclusa una tavola su doppio f,; così numerati: ff. 4<br />
n.n., pp. 3-56, 2 ff. n.n.), legatura coeva in cartone porpora goffrato e dorato.<br />
Manoscritto cartaceo, vergato in vari colori, dorato, azzurro, rosso, sanguigna,<br />
riccamente figurato con bordure variegate, scene allegoriche, ritratti,<br />
animali, fiori; inclusa una tavola su doppio foglio, dipinta al recto e al verso.<br />
Dal testo si evince che l’Abate Negri (a proposito del quale non è stato possibile<br />
trovare alcuna notizia) era costretto in prigione a Castelgandolfo, ed ha<br />
prodotto questo volume per dimostrare al Pontefice le sue varie capacità nel<br />
campo della pittura, della scrittura e delle varie scienze e tecniche (meccanica,<br />
idraulica, orologeria), sperando di venire liberato. All’epoca Castelgandolfo<br />
era riservato a prigionieri di un certo rango, ecclesiatici concussi o laici condannati<br />
per reati politici o relativi a stregonerie. Il manoscritto presenta un gran numero di disegni ed acquerelli di buona qualità, alcuni<br />
strani e bizzarri: antiporta a colori raffig. il Papa genuflesso / titolo entro bordura con armi / ritratto a colori del Papa, entro ricca bordura,<br />
su fondo dorato / sonetto entro bordura rococò, su fondo azzurro / allegoria delle varie arti, con figure femminili con rovine sullo sfondo /<br />
iscrizione in oro, entro bordura con putti / anagramma numerico sul nome del Papa / testatina con veduta in rosso / finalino con bouquet<br />
di fiori / Scena allegorica con Ercole, a inchiostro violetto / Tavola su doppio foglio, al recto riproduzione di un bassorilievo su un sarcofago<br />
/ al verso raffigurazione delle varie conoscenze ed invenzioni dell’autore: biblioteca, pittura, orologio e pendola, organo, strumenti idraulici,<br />
pneumatici ed elettrici / fregi con uccelli / Dio Padre, su un mappamondo raffigurante lo Stato della Chiesa, che regge un ritratto del<br />
Papa / iscrizioni in vari caratteri, ebraico, greco, gotico, latino antico, caldeo antico e moderno, ecclesiastico, siriaco, indiano, egiziaco. / due<br />
grandi ritratti, uno in sanguigna e l’altro acquerellato, copiati da Le Brun raffig. la Gelosia e la Gioia Tranquilla, passioni forse riferite all’atto<br />
criminoso del Negri / acquerello con veduta di castel Sant’Angelo, con supplica del Negri “chiuso volete ch’io viva pel mancamento mio”.<br />
/ acquerello raffig. un’istrice, con versi / supplica con figure di uomo e di uccello con fregi calligrafici / stemma papale policromo retto da<br />
angeli / interpretazione degli emblemi dello stemma / sonetto relativo alle vicende ed agli studi dell’autore (“mettetemi alle prove, che troverete<br />
il vero”) / cesta di fiori, su tavolini / acquerello di una farfalla / acquerello di un pappagallo / preghiera in illirico e rumeno / allegoria<br />
della pace (2 figure femminili e la colomba) / disegno e spiegazione di una macchina per tagliare le lime / acquerello di un papero / conclusione<br />
entro composizione con farfalla a colori e putti musicanti in azzurro. Manoscritto estremamente curioso ed inusuale, adorno di disegni,<br />
acquerelli, e calligrafie assai variati, e di ottimo gusto popolare. Pio VI (Giannangelo Braschi, n. a Cesena nel 1717) fu eletto Papa nel<br />
1775, guidò la Chiesa durante la Rivoluzione Francese e l’occupazione dello Stato da parte di Napoleone; morì in fuga nel 1799.<br />
.
49. OTTANI, Gaetano. Libro primo di Cartelle, dedicate a Sua Altezza<br />
Reale il Signor Duca di Savoia (Vittorio Amedeo III), inventate e di -<br />
segnate da Gaetano Ottani bolognese pittore e musico tenore Accademico<br />
Clementino. 1766. (Senza note tipografiche, ma Torino, 1766), € 6.400<br />
album in-fol. oblungo (mm 335x450), splendida legatura coeva p. pelle, larga bordura<br />
floreale in oro sui piatti, dorso riccamente ornato in oro, tagli dor., sguardie<br />
in carta marmorizz. L’album si compone di: ritratto di Ottani in ovale racchiuso in<br />
bordura con grandi figure simboliche della musica e della pittura (Angelo Gizzardi<br />
scu.); del titolo figurato da altre allegorie (Dion. Valeri inc:); del ritratto di Vittorio<br />
Amedeo con figure di putti e altri simboli (Gizzardi scu.); dedica a stampa con<br />
iniziale istoriata inc,; 15 tavole a piena pagina di cartigli barocchi assai variati,<br />
stupendi, ornati con figure allegoriche, fregi e simboli di finissima arte ed esecuzione<br />
(firmate: Gaet. Ottani inv. et del. - Dion. Valesi inc.). Serie d’incisioni rafiguranti insoliti<br />
soggetti, di eccelsa qualità artistica, rarissima. Esemplare di grande qualità, con le incisioni vigorosamente impresse su carta forte<br />
e grande, in prima e unica tiratura, di conservazione perfetta, con la bella legatura coeva. Gaetano Ottani visse e lavorò a Torino alla<br />
corte Sabauda. Fu eterogeneo artista, musicista, cantante, architetto, pittore. Morì a Torino nel 1808. BERL<strong>IN</strong> KAT., I, 592. SCHEDE VESME,<br />
Arte in Piemonte dal XVI al XVIII sec., III, 592. BÉNÉZIT, X, 443.<br />
50. PALMIERI, Pietro Giacomo. Scielta di Battaglie inventate, disegnate da Francesco<br />
Antonio Simonini, e da altri celebri autorii, per uso de pittori e dilettanti, fatte<br />
incidere, e dedicate al … marchese C.A. Monti patrizio bolognese… Da Luigi Guidotti<br />
libraio, e stampatore in Bologna, l’anno M.D.CC.LX (1760), € 3.900<br />
album in-4 oblungo, (212x290 mm), legatura alle armi di Carlo Armando Monti bolognese,<br />
cui l’opera è dedicata, con stemma in oro ai piatti. Serie completa composta da: ritratto del<br />
Monti, titolo inc. con elaborata bordura fig., dedica incisa, 33 tavole con altrettante scene di<br />
battaglie e scontri di arrmati, inventate dal Simonini e incise da Pietro Giacomo Palmieri (Bologna<br />
1737-Torino 1804), che le firma con il monogramma PPF. Secondo il De Vesme i tre<br />
fogli che precedono le scene di battaglia non sono incisioni di Palmieri. Serie completa e molto<br />
rara di bellissime composizioni di due grandi artisti. BERTELÀ-FERRARA, Incisori Bolognesi e Emiliani del ‘700, 504-538 (ascrive al Palmieri<br />
tutti i 36 rami ). SCHEDE VESME, III, pp.763-765.
51. PICASSO, Pablo – BALZAC, Honorè de. Le Chef-D’Oeuvre<br />
Inconnu. Eaux-fortes originales et dessins gravés sur bois par Pablo<br />
Picasso. Paris, Ambroise Vollard, Editeur, 1931, € 43.000<br />
in-4 (325x250 mm), pp. XIV, (16) pp. con 67 composizioni figurative astratte<br />
intersecanti di Picasso, incise in legno da Aubert , pp. 92 di testo, (8). Artistica<br />
legatura d’amatore firmata da René Kieffer in pieno marocchino marrone<br />
interamente decorata con giochi di filetti a secco, punteggiata in oro,<br />
bordura in marocchino grigio, titolo in oro al dorso, taglio sup. dor., sguardie<br />
in seta grigia, in elegante astuccio. Copertina originale conservata. Prima<br />
edizione illustrata preceduta da una prefazione del pittore Albert Besnard. Tirata<br />
a 340 esemplari, il presente è il n. 230 di 240 sur “papier de Rives”. È illustrata<br />
da 67 disegni di Picasso xilografati di George Aubert e da 13<br />
acquaforti originali di Picasso a piena pagina fuori testo, stupende, nelle<br />
quali Picasso sviluppa uno dei suoi temi favoriti, quello del pittore e della<br />
modella. Uno dei più significativi e riusciti livres d’artiste del Novecento, nel<br />
quale Picasso cominciò ad utilizzare il tratteggio donando forza all’orizzonte<br />
prospettico della scena grazie al chiaroscuro. Esemplare magnifico, a pieni<br />
margini. “En 1927 Vollard, à chargé l’artiste d’illustrer une réédition spéciale<br />
d’une nouvelle de Balzac datant de 1837. L’histoire de Balzac se situe<br />
au 17e siècle dans un studio de la rue des Grands<br />
Augustins à Paris … Dans les années ‘30, par un<br />
étrange coup du destin, il loua le numéro 7, rue des<br />
Grands Augustins que lui et d’autres croyaient être<br />
la maison dans laquelle l’histoire commence. C’est<br />
à cette adresse en 1937, exactement cent ans après<br />
la dernière version de Balzac, que Picasso a peint<br />
son célèbre chef-d’oeuvre, Guernica”. CHAPON, Le<br />
peintre et le livre, p.281: “Picasso a multipié les manières<br />
de créer..il execute une série de variations<br />
constituées de droites, de courbes, de figures géometriques.<br />
Aux extrémités des points…” CRAMER<br />
n.20. RAUCH n.53.
53. P<strong>IN</strong>ELLI, Bartolomeo. Costumi Diversi inventati ed incisi. In n. 25<br />
tavole. Roma, presso Luigi Fabri, 1822, € 5.500<br />
in-folio oblungo (480x620 mm.), bella legatura coeva cart. marmorizzata, angoli e<br />
dorso in pelle con titolo e fregi oro. Stupendo album formato da un foglio di titolo<br />
a stampa e da 25 grandi incisioni originali in rame, firmate “Pinelli dis. e inc.<br />
Roma 1820 (o 1821)”. Raffigurano grandiose e animatissime scene folkloristiche e<br />
di vita popolare a Roma all’inizio del secolo XIX. Costituiscono senza dubbio la<br />
più bella e tipica suite di costume e vita romana tra quelle prodotte dall’artista. Le<br />
acqueforti misurano 320x420 mm. e sono di assoluta freschezza d’impressione.<br />
Prima tiratura. Magnifico esemplare a pieni margini, assai raro. FAGIOLO-MAR<strong>IN</strong>I,<br />
B.P<strong>IN</strong>ELLI E IL SUO TEMPO, P.309. COLAS N.2383. LIPPERHEIDE N. 1267.<br />
52. P<strong>IN</strong>ELLI, Bartolomeo. Album di 25 acquerelli originali in vivaci<br />
e variati colori su disegni alla mina di piombo (eseguiti in Roma nel<br />
1808-1809). P. a r.<br />
Album in-4 oblungo, mm 212x275, bella legatura coeva in pieno marocchino granata,<br />
bordure in oro sui piatti, dorso ornato oro, tagli dor. Venticinque stupende composizioni<br />
di Pinelli (Roma 1781-1835), non firmate ma sicuramente autografe, raffiguranti<br />
tipiche scene di vita popolare di Roma e della Campagna romana,<br />
animate da vari personaggi. La medesima iconografia<br />
che in seguito si trova nelle note serie d’incisioni di costumi<br />
pittoreschi dello stesso artista che videro la luce a partire dal<br />
1809. Sono acquerelli di tratto semplice e sicuro, assai piacevoli<br />
e gradevoli nei colori, di un neoclassicismo popolaresco e<br />
vernacolo e raffigurano giochi, risse, famigliole, serenate con<br />
chitarra, balli, mestieri, tracciati a matita e finiti al pennello. Le<br />
case e gli sfondi sono velocemente accennati con la mina di<br />
piombo. Delizioso album, perfettamente conservato nella lussuosa<br />
sua prima legatura in marocchino. M. FAGIOLO e M. MA-<br />
R<strong>IN</strong>I, B. P. e il suo tempo. COMANDUCCI, Pittori ‘800, p. 537.
54. PIRANESI Giovanni Battista. Carceri d’Invenzione di G. Battista<br />
Piranesi Architetto Veneto. (Roma 1778). P. a r.<br />
Suite completa, composta da 16 incisioni originali all’acquaforte, bulino, tinta allo<br />
zolfo (misure medie 415x550 mm) su fogli a pieni margini (755x554 mm), nella terza<br />
edizione, realizzata ancora vivente l’artista; con l’aggiunta dei numeri romani sulle lastre,<br />
tirate ad inchiostro bruno ed impresse su ottima carta vergata coeva con le filigrane<br />
del giglio in cerchio semplice, giglio coronato e Bracciano (ROBISON 20, 58 e 59).<br />
Frontespizio VIII/9, watermark 20. ROBISON 29 - L’uomo sul luogo di tortura V/6, wm<br />
58 e 59. R.43 - La Torre V/6, wm 58 e 59. R.30 - La grande piazza V/6, wm 58 e<br />
59.R.31 - Il basso rilevo con il leone II/3, no wm, R.44 - La nuvola di fumo VI/7, wm<br />
58 e 59. R.32 - Il ponte levatoio III/6, no wm, R.33 - La scalinata con i trofei V/6, wm<br />
58 e 59. R.34 - La grande ruota - VII/8, R.35 - I prigionieri sulla piattaforma V/6, wm<br />
58 e 59. R.36. - L’arco con ornato a forma di conchiglia VI/7, wm 59. R.37 - Il cavalletto<br />
V/6 wm 58 e 59. R.38 - Il pozzo V/6, wm 58 e 59. R.39 - L’arco gotico V/6, wm<br />
59. R.40 - Il pilastro con la lampada VI/7, wm 58 e 59. R.41- Il pilastro con le colonne<br />
V/6, wm 58 e 59. R.42. Impressione assai fresca, lievi fioriture negli estremi margini,<br />
la sola tav. V con lievissima uniforme arrossatura; i 16 fogli sono piegati al centro,<br />
senza difetti, montati su braghette (onglets). Legatura in mezza pelle marrone chiaro<br />
d’inizio ‘900, titolo impresso in oro al piatto anteriore. Le Carceri sono universalmente<br />
riconosciute come il capolavoro di Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1788).e come la<br />
serie più significativa della grafica di tutti i tempi, inquietante esempio di modernità<br />
grafica e spaziale. Fu eseguita in varie edizioni e tirature: la prima, di eccezionale rarità,<br />
negli anni 1749-1760, di sole 14 lastre. La serie completa di 16 lastre nel 1761-<br />
1778 in seconda edizione. Il presente esemplare fa parte della terza edizione, tiratura<br />
del 1778, realizzata vivente l’artista, con filigrane Robison n. 20, 58, 59. Tirature più<br />
tarde di questa edizione hanno le filigrane R 59 e 64 (“later printings, with large areas<br />
of lightly printed lines, usually in patches or strips”) databili sino al 1799. I rami furono<br />
in seguito portati a Parigi e ivi impressi dal 1800 al 1809 (quarta ediz.) e dal 1835<br />
al 1839 (quinta ediz.). Esemplare di gran pregio e in ottima conservazione. ANDREW RO-<br />
BISON, Piranesi, Catalogue Raisonné of early architectural phantasies, pp.139-210. FO-<br />
CILLON, nn.24-39. H<strong>IN</strong>D, pp.24-29.
55. RABANUS MAURUS. De laudibus sanctae Crucis opus. (In fine:) Phorcheim (Pforzheim), in aedibus<br />
Thomae Anshelmi, Marzo 1503, Recusum Augustae Vindelicorum anno MDCV (1605), € 7.700<br />
in-folio, ff. (10), LIX, (1); XIII, (1); legatura coeva in cartone con duplice filetto a secco ai piatti. Seconda edizione,<br />
fedele ristampa della prima del 1503 ma con la reimpressione di tutti i legni, di questa raccolta di poemi figurati a<br />
esaltazione della Croce, virtuosismo assimilabile ai moderni giochi enigmistici. Questo capolavoro della tipografia,<br />
impresso in rosso e nero, fu curato dall’alsaziano Jacob Wimpheling: i fogli preliminari contengono tre poesie per<br />
tre illustri destinatari; e due splendide silografie raffig. l’intercessione di Alcuino (o Albino) per Rabano, “auctor inauditi<br />
carminis”, e l’altra l’offerta dell’autore del manoscritto a Gregorio IV. Il primo libro comprende 28 diverse figure<br />
della Croce, disegnate in altrettante poesie in esametri, con distici compresi nella croce. Segue una spiegazione<br />
in prosa; il secondo libro è costituito da 28 capitoli dove i carmi sono parafrasati in modo assai più comprensibile.<br />
Rabano (780-856) fu il più grande dotto del suo tempo; collegato con Alcuino, contribuì alla vita spirituale dell’età<br />
carolingia; la sua opera principale fu il “De Universo”. I carmi figurati di Rabano si rifanno a quelli di Optaziano (III<br />
sec.) con lo stesso rapporto in cui questi stanno nei riguardi dei calligrammi greci; in alcuni testi riesce ad accorpare le lettere che danno vita ai<br />
“versi intessuti” da evidenziare in figure compatte anziché in segmenti di linea retta. I risultati della nuova tecnica sono affascinanti, perché le<br />
figure ispirate alla Croce dimostrano una fantasia pressoché inesauribile, messa al servizio di una poderosa erudizione e di un complesso sistema<br />
simbolico. Rabano, con l’aiuto di Attone per le parti pittoriche, riuscì a dare all’aspetto visuale dei carmi figurati i massimi risultati mai raggiunti<br />
nel Medioevo. Opera per molti aspetti estrema, suscitò reazioni esasperate, dall’entusiasmo di Odilone di Cluny alle critiche del primo commentatore<br />
di Dante, Benvenuto da Imola. Rabano figura nella Commedia, alla fine del Canto XII, nel quale Bonaventura da Bagnoregio tesse le lodi<br />
di S. Domenico. La complessità grafica del volume, sebbene estremamente ricercato già nel XVI secolo, ne fece probabilmente ritardare la ristampa<br />
per oltre 100 anni. Buon esemplare (nota di possesso mss. al titolo), di eccezionali interesse e modernità grafica. ADAMS R3. HIGG<strong>IN</strong>S, Pattern<br />
Poetry 35-39. FAIRFAX MURRAY, German, n. 350. Polara, in ALFABETO <strong>IN</strong> SOGNO, Reggio E. 2002, p 67-81.<br />
56. MERBITZ, Johann Valentin. De varietate faciei humanae, discursus physicus. Appendicis loco accedunt<br />
carmina figurata, Rabani Mauri. Dresdae, apud M.G.Hubnerum, 1676, € 2.000<br />
in-4, pp. (16), 69, VIII (Rabano Mauro), (4) e 1 tavola incisa f.t., con raffigurazione delle 12 tipologie di volti individuati.<br />
I recti sono paginati con cifre pari, titolo e parte del testo stampati in rosso e nero. Prima ed unica edizione di<br />
questo trattato di fisiognomica volto ad individuare corrispondenze matematiche e alfabetiche nella struttura dei volti.<br />
Come spiega l’autore (1650-1704) a p. 69 vengono inserite 8 tavole dei “Carmina” figurati poiché citati nel testo e poiché<br />
gli esemplari di tale opera erano già rari: “Quum supra pag. 32. mentio facta fuerit Carminis Rabani figurati, nec<br />
operis ejus copia omnibus sit, qui eo genere scripturae delectantur, missis viginti, quae insuper composuit VIII coronidis<br />
loco hic adjicere visum fuit, & sunt quae sequntur”. WELLCOME IV, 115. KRIVATSY 7758.
57. RANA, Carlo Andrea. L’Alfabeto in Prospettiva vale a dire composto<br />
dalle prime lettere delle denominazioni di venti uno abbozzetti<br />
scenografici d’architettura civile rappresentanti gli oggetti per<br />
ordine alfabetico… Architettura per ricreamento di C.A. Rana in Torino,<br />
s.d. (ma ca. 1760/1770), € 19.000<br />
in folio oblungo (365x525 mm), titolo a stampa e 21 tavole incise a bulino e<br />
all’acquaforte da Pietro Peiroleri su disegni di Carlo Andrea Rana (Susa 1715<br />
– Torino 1804); a pieni margini con barbe e semplice cucitura, conservate in<br />
camicia in tela e astuccio in carta marmorizzata. Le tavole raffigurano: Anfiteatro<br />
col suo Atrio, Bagni o Belvedere, Collegio per i Cortili; Deliziosa o sia<br />
Diporto; Ergastolo; Fiera; Galleria d’appartamento; Hippodromo o sia maneggio<br />
de’ cavalli; Intrata o Ingresso di città; Lanterna di mare; Mausolei, Navata<br />
e Nicchi grotteschi; Orti elevati a terrazza; Piazza con Padiglione reale;<br />
Quartiere per soldatesca; Reggia o Ridotto per adunanze; Sala da ballo; Tempio<br />
visto interiormente; Vestibolo; Xisto ovvero Teatro per le lotte e giostre;<br />
Zecca. L’Alfabeto in Prospettiva è una curiosa raccolta di incisioni all’acquaforte in cui vengono trattati con fervida fantasia i temi più<br />
diversi: con occhio particolarmente attento si possono scorgere tra architravi, volte, colonnati e loggiati le sagome di alcune lettere dell’alfabeto.<br />
Come dichiarato dall’autore stesso sul frontespizio di tratta di “abbozzetti scenografici”: questa raccolta è stata giustamente definita<br />
“tutto un teatro” (F. VIGLIENO-COSSAL<strong>IN</strong>O, C.A. Rana, architetto in Piemonte, Ivrea 1969) poiché il soggetto diventa pretesto per<br />
rappresentare un insieme architettonico e qualsiasi di queste raffigurazioni può diventare un altro elemento architettonico. Come nota il<br />
Viglieno Cossalino “la Zecca potrebbe essere una piazza, la Reggia un tempio, l’Ergastolo un convento… La composizione assume tratti<br />
irreali e pittorici, come nell’Anfiteatro, nei Bagni e nella Lanterna; che si distingue anche per i raffinati valori chiaroscurali; in altri casi<br />
prevale invece un forte senso architettonico, come nell’Intrata o nel Xisto”. Molti di questi elementi architettonici si ritrovano in progetti<br />
realizzati dal Rana: nel Tempio ma soprattutto nella Reggia forti sono le rispondenze con l’interno della Chiesa di Strambino. L’Alfabeto<br />
in Prospettiva è l’unica serie ideata dal Rana; le sue altre ideazioni pubblicate sono singole tavole riguardanti allestimenti effimeri,<br />
come “La Macchina dei fuochi di gioia eretta per la città di Torino” o quella del 1775 per la città di Susa, oppure composizioni di carattere<br />
religioso come la Madonna di Rocciamelone. Maggiormente documentata è la sua attività di architetto, di cui ricordiamo la Chiesa<br />
di Strambino, le Tombe Reali di Superga e la Torre Civica di Torino. Superba suite di capricci architettonici, di eccezionale rarità: manca<br />
a FOWLER, VAGNETTI E BERL<strong>IN</strong> KAT, ed apparentemente nessun esemplare in biblioteche italiane o straniere, e il solo Victoria & Albert Museum<br />
di Londra possiede una serie incompleta. BENEZIT XI, 427. Schede VESME III, 849 (ricorda l’a. come Carlo Andrea o Carlo Antonio).
58. ROBILANT, Esprit Benoit Nicolis de. De l’utilité et de l’importance des voyages<br />
et des courses dans son propre Pays. Avec quatorze planches en taille douce. Turin,<br />
Frères Reycends, (in fine: Impr. Soffietti), 1790, € 4.200<br />
in-4, pp. 48, legatura coeva in mezza pelle e angoli, carta decorata ai piatti, tassello verde e titolo<br />
in oro al dorso (piccole spellature alle cerniere e agli angoli)... Corredato di 14 tavole incise<br />
all’acquaforte da G.B. Stagnon dai disegni dell’autore, vedute affascinanti e ingenue di<br />
montagne del Piemonte e Val d’Aosta: due vedute del Monte Rosa dal M. Ferrat (una con le<br />
miniere d’oro di Bours); Montagna di Stoffol sopra Alagna con miniera di argento e oro; due<br />
vedute di Alagna, una con miniera d’oro e altra di rame; Cappella della Maddalena in Valsesia;<br />
Gola di Bus in Valsesia con il passo verso la Val Rassa; Fonderia di Scopello; Gola di Gulva in<br />
Val Mastellone; Cascata dell’Evançon ad Isolaz, con castello di Verrès e i borghi di Challant ed Emarèse; Conca di Ollomont in Valpelline;<br />
Ghiacciaio di Valeille a Cogne, con il villaggio di Lillaz; Monviso con la battaglia di Casteldelfino del 1743; Colle di Tenda e montagne<br />
di Briga. Queste belle vedute sono inoltre di notevole interesse documentario, raffigurando località altrimenti mai illustrate. Prima ed<br />
unica edizione di opera di estrema curiosità, tra quelle dedicate alle Alpi, e di notevole importanza sotto l’aspetto geologico e minerario<br />
delle montagne piemontesi. “Il Robilant, primo ingegnere reale, comandante del corpo del genio, ispettore generale delle miniere… il fine<br />
pratico didascalico delle illustrazioni... non tolgono valore a questa prima indagine sul territorio dell’alta Valsesia e della Valle d’Aosta,<br />
e all’illuminato interesse di cultura materiale conferito agli impianti estrattivi, e all’incontro fra le forme geologiche e le trasformazioni<br />
introdotte dal lavoro umano” (CULTURA FIGURATIVA 1773/1861, III, 1415)... MANCA AL MANNO. PERRET 3723. PEYROT 78, 1/3. DURIO n. 1323.<br />
59. SMITH, John. Select Views in Italy with topographical and historical Descriptions<br />
in English and French London Chapman, 1792-96, € 6.000<br />
2 vol. in-4 oblungo (255x353), 2 titoli, dedica incisa alla regina Carlotta, 1 carta d’Italia,<br />
72 tavole incise all’acquaforte da J. Emes, W. Byrne e altri dai disegni di Smith, ognuna<br />
accompagnata da 2 fogli di testo a stampa, in francese ed in inglese, con la descrizione<br />
località per località del gran tour d’Italia fatto dallo Smith in quegli anni: belle vedute di<br />
Bologna, Firenze (varie), Cortona, Perugia, Assisi, Spoleto, Terni, Civita Castellana, Roma<br />
(varie), Frascati, Marino, Albano, Nemi, Velletri, Cuma, Pozzuoli, Posillipo, Napoli, Salerno,<br />
La Cava, Genova, Volterra, etc. Magnifica legatura in pieno marocchino granata a grana<br />
lunga, duplice bordura oro ai piatti, tit. oro e fregi al dorso, tagli dorati. Bell’esemplare<br />
su carta forte ben conservato nella sua elegante legatura inglese del tempo. CREMON<strong>IN</strong>I 78.
60. (SPIRITO, Lorenzo). Libro de la Ventura. Manoscritto figurato su carta, XVIII secolo, P. a r.<br />
mm 385x270; pp. 76 (1-48, 56, numerate 74, la prima e l’ultima n.n.); la disposizione del testo varia da<br />
una a tre colonne; le pp.1-47 e 75 prevedono una cornice formata da un doppio listello in inchiostro bruno;<br />
rigatura a secco; cartulazione contestuale al codice in alto centrata. Legatura settecentesca in pelle spruzzata<br />
con bordura vegetale impressa in oro ai piatti e filetti oro al dorso. Il codice, vergato in bella grafia<br />
posata, tramanda una delle rare attestazioni del Libro di Ventura, “gioco” di divinazione, nel quale, attraverso<br />
una serie di tavole preliminari e col lancio di tre dadi, si viene invitati ad una terzina responsiva,<br />
pronunciata da altrettanti “profeti”, di uno dei venti capitoli che chiudono l’opera. Sebbene al f. 1r si dichiari<br />
anonimo l’autore del componimento, puntuali confronti del testo di Lorenzo Spirito<br />
hanno permesso di identificare la fonte testuale tramandata dal codice. Il Libro de<br />
la Ventura maggiormente noto e diffuso venne composto da Lorenzo Gualtieri (noto<br />
come Lorenzo Spirito, Perugia ca. 1425-1496), entro il 1482, data anche dell’editio princeps.<br />
Capostipite di un genere che avrebbe goduto di una certa diffusione anche nel secolo<br />
seguente e più volte stampato, anche in traduzioni, fino al ‘600, l’opera è in realtà<br />
rarissima a trovarsi tanto manoscritta che a stampa. Posta all’indice dal Concilio<br />
di Trento e prettamente di diffusione popolare, dunque soggetta a minor cura di conservazione,<br />
delle varie edizioni a stampa dell’opera si conoscono pochissimi esemplari<br />
sopravvissuti. Il codice è riccamente illustrato: a p. 2 compare la Ruota della Ventura,<br />
primo foglio da consultare quando si vuole interrogare il Libro, infatti agli estremi delle<br />
varie parti sono posti i quesiti in base ai quali il Libro può dare delle risposte (se la vita<br />
sarà felice o meno, sull’amore, sulla fedeltà del proprio consorte, se è positivo costruire<br />
qualcosa, intraprendere un viaggio...), in base al quesito scelto si deve andare ad uno<br />
dei re (pp. 3-7) che rinviano a loro volta ad un “segno” e ad una tavola dei dadi. Alle<br />
pp. 8-27 sono raffigurate le varie combinazioni possibili al gioco dei dadi con l’indicazione<br />
della sfera a cui andare. In base al risultato numerico bisogna consultare le Sfere<br />
raffigurate alle pp. 28-47: ogni quadrante della sfera corrisponde ad un numero ed al nome di un Profeta<br />
(pp. 48-74) e di conseguenza al responso al proprio quesito. Lo stile popolare delle raffigurazioni rende difficile<br />
collocare sia cronologicamente che geograficamente l’esecuzione del codice, per quanto sia ipotizzabile<br />
una sua realizzazione a cavallo tra XVII e XVIII secolo; l’apparato illustrativo inoltre si caratterizza<br />
per una particolare attenzione ai soggetti religiosi (spesso inseriti a fondo pagina come riempitivo).
61. SPIRITO, Lorenzo. Libro della Ventura. Manoscritto figurato su carta fine XVII – inizio<br />
XVIII secolo, P. a r.<br />
mm 295x280, ff. 47 magnificamente disegnati da artista che ricalca lo stile di Stefano della Bella e vergati in chiara<br />
posata grafia. Legatura coeva in piena pelle, dorso con fregi impressi in oro; sui piatti restano tracce del sistema di<br />
chiusura (due fermagli erano previsti sul lato lungo, uno per lato di testa ed uno di piede; restauri alle cerniere). Tutte<br />
le carte sono inquadrate da bordure con frutti e foglie e arricchite da disegni che illustrano le varie parti del “gioco”<br />
di divinazione, nel quale, attraverso una serie di tavole preliminari e col lancio di tre dadi, si viene invitati ad una<br />
terzina responsiva, pronunciata da altrettanti “profeti”, di uno dei venti capitoli che chiudono l’opera.<br />
Al titolo due putti entro ambientazione paesaggistica consultano il libro della Ventura e al verso del<br />
medesimo foglio reggono un drappo su cui sono scritte le regole per interpretare il proprio futuro, mentre<br />
un busto, probabilmente dell’autore, è posto di fianco a loro. Al f. 2r è posta la ruota della fortuna:<br />
agli estremi delle varie parti sono posti i quesiti in base ai quali il Libro può dare delle risposte<br />
(se la vita sarà felice o meno, sull’amore, sulla fedeltà del proprio consorte, se è positivo costruire qualcosa,<br />
intraprendere un viaggio...), in base al quesito scelto si deve andare ad uno dei busti dei re, di<br />
conseguenza ad una delle tavole dei dadi. Da cc. 3r a 6r sono raffigurati, con notevole gusto antiquario<br />
ed entro ambientazione paesaggistica o tra rovine, i busti accoppiati dei re con il loro nome<br />
scritto in verde e il successivo riferimento alla tavola dei dadi cui recarsi. Alle cc. 6v-10v e 12r-17r<br />
sono raffigurate le varie combinazioni possibili al gioco dei dadi con l’indicazione della sfera a cui<br />
andare; al centro di ogni pagina è posto un simbolo (animali, sole, figure mitologiche...). In base al<br />
risultato numerico bisogna consultare le Sfere raffigurate ai ff. 17v-27r: ogni quadrante della sfera<br />
corrisponde ad un numero ed al nome di un Profeta (ff. 27v-46r) e di conseguenza al responso al proprio quesito. Al verso dell’ultimo f. compare<br />
la nota “questo libro è stato inventato e scritto da me Lorenzo Spirito e disegnato da Paulo Veronese mio comparioto Anno ... (data di difficile<br />
interpretazione)”. L’attribuzione dei disegni a Paolo Veronese (1528-1588), oltre a non trovare riscontri documentari per altre edizioni pare<br />
lontana dallo stile del manoscritto in esame avvicinabile piuttosto alla mano di Stefano della Bella (Firenze 1610-1664), celebre pittore di storia,<br />
di soggetti religiosi, di genere, di ritratti, paesaggi ed incisioni. Il manoscritto, realizzato probabilmente da un esponente della sua bottega in<br />
uno stile volutamente arcaicizzante, si contraddistingue per l’estrema raffinatezza nell’interpretazione fisionomica e nella raffigurazione del mondo<br />
animale ed agreste. Tutte le pagine presentano sfondati con paesaggi vivacizzati da scene di genere, realizzati da mano abile e sicura ed un’estrema<br />
attenzione a rovine e gusto antiquario. Per la frequente consultazione cui il libro dovette essere sottoposto alcune carte presentano piccoli restaurati<br />
e tracce di utilizzo. BÉNEZIT, II, p. 43; G. ARBIZZONI, Gualtieri Lorenzo, in DBIT, 208-212; T. DE MAR<strong>IN</strong>IS, Appunti e ricerche bibliografiche,<br />
Milano 1940, pp. 69-83; L. NAD<strong>IN</strong>, Carte da gioco e letteratura fra Quattro e Ottocento, Lucca 1997; C. LIMENTANI VIRDIS, Disegni di Stefano della<br />
Bella, Sassari 1975; BLUNT, The drawings of G.B. Castigione & Stefano della Bella at Windsor Castle, London 1954.
62 (Spello - SPIRITO, Lorenzo) - Vago e dilettevole giuoco della<br />
divitia di Spello. Manoscritto figurato su carta, XVII-XVIII secolo,<br />
€ 14.000<br />
mm 273x205, ff. 2, pp. 2-61, leg. coeva in cartone rustico (con difetti). Curiosa<br />
variante locale del Libro della Ventura di Lorenzo Spirito: rispetto alla tradizione<br />
originaria del gioco si inseriscono qui l’elemento pecuniario, l’assegnazione<br />
di particolari ruoli ai partecipanti e l’aspetto legato alla storia locale della<br />
città di Spello. Tutte le pagine sono inquadrate da una cornice in inchiostro;<br />
f. 1r bianco con notazione di mano posteriore “Perugia”; ff. 1v-2r spiegazione<br />
del gioco e assegnazione del ruolo di Tesoriere e dei Partecipanti; f. 2v elenco<br />
di 12 quesiti e riferimento alle tavole dei dadi cui andare a seconda della domanda<br />
che si vuole porre al libro. I quesiti riguardano, secondo la tradizione,<br />
amore, fortuna, guerra, viaggi… Alle pp. 2-13 tavole con tutte le possibili combinazioni<br />
numeriche al gioco dei dadi e riferimento alle tavole dei Poeti con<br />
relativi responsi: ogni pagina presenta al centro un riquadro con raffigurazione delle antichità di Spello e relativo cartiglio di spiegazione<br />
(Colonia Iulia di Spello, Antica Porta Venere, Carcere di Orlando, Misura di Orlando, Antico Campo da Combattere, Villa del poeta Propertio,<br />
Bagno del fiume Clitunno, Mausoleo vicino a Spello, statua di Cerere, Antiche statue dei gradi consolari poste sopra la porta principale<br />
di Spello, Antico Anfiteatro, Portone o Arco Antico nella pubblica strada che va verso Assisi). Spesso, accanto all’indicazione del monumento<br />
raffigurato, vi è anche l’indicazione della fonte letteraria da cui l’informazione è stata tratta: si tratta o dei Libri d’Architettura di Sebastiano<br />
Serlio bolognese e del “Belli Punici” di Silio Italico. Alle pp. 14-61 responsi: ognuna delle dodici sezioni è introdotta dalla figura a piena pagina<br />
di un poeta, rappresentato nel suo studio e spesso in atto di scrivere (Poeta Mauro, Propertio, Vetruvio, Olorino, Sforza, Venantio, Dondola,<br />
Angelici, Gentile, Barbagnacca, Cecchi, Marcorelli). I disegni, realizzati in inchiostro e spesso rialzati in ocra e rosso, pur avendo matrice<br />
popolare, si contraddistinguono per particolare attenzione alle antichità classiche e cura nell’abbigliamento e ambientazione dei personaggi.<br />
I monumenti ricordati testimoniano l’importante ruolo economico che il Municipio svolse in epoca romana: oltre ai possedimenti extraterritoriali<br />
dei Bagni del Clitunno (presso Spoleto) e della zona dell’attuale Civitella d’Arno (nei pressi di Perugia) si fa riferimento all’anello oblungo<br />
delle mura, che per più della metà del loro tracciato sono rimaste alla base della cinta medioevale, alle Porte (notevoli soprattutto la Porta Consolare,<br />
la Porta Urbica e la Porta Venere, orientate verso sud e sud-est e visibili dalla pianura), e ai ruderi esterni all’abitato dell’Anfiteatro, del<br />
Teatro, di un Tempio e delle Terme. Allo stato attuale della ricerca non è stato possibile individuare libri o manoscritti affini al nostro. Probabile<br />
produzione di un erudito locale il volume si presenta come un curioso assieme di tradizione, derivata dal filone dei libri di ventura, e<br />
di novità, inserendo importanti e curiose notizie sulla città antica di Spello.
63. STUCCHI, Stanislao. Raccolta di Scene Teatrali esegui te<br />
e disegnate dai più celebri Pittori Scenici in Milano. Parte<br />
pri ma - Parte seconda. Milano, presso l’incisore Stanislao<br />
Zucchi, 1819, € 25.000<br />
2 volumi in-4 oblungo (mm 215x280), contenenti: 2 titoli incisi con<br />
vignetta, titolo-antiporta figurato “Raccolta di Varie Scene…”, 200<br />
incisioni (con numerazione 1-100 per ognuna delle due parti). Stupenda<br />
legatura coeva in pieno marocchino verde, duplice filettatura<br />
oro e fregi agli angoli sui piatti, dorsi lisci con ricca decoraz. in oro,<br />
titolo su tassello rossiccio, tagli dor., dent. int. L’antiporta e le 200 tavole<br />
furono artisticamente dipinte da mano contemporanea e sono di<br />
eccezionale bellezza. Sono firmate dall’inventore o dal pittore creatore<br />
della scenografia, nonché dall’incisore, e sono titolate nel margine inferiore<br />
del rame, con l’indicazione dell’opera o<br />
ballo che raffigurano. Gli artisti che firmano le<br />
composizioni sono: Stucchi, Pistrucci, Biasoli,<br />
Landini, Carolina Lose, Zucchi e Bramati. Sono<br />
sontuose scenografie che vennero montate per<br />
spettacoli in teatri lirici, eseguiti al Teatro alla<br />
Scala di Milano in particolare. I due volumi contengano<br />
tutto il pubblicato della raccolta, completa,<br />
indubbiamente di grande bellezza,<br />
fondamentale documento artistico per la scenografia<br />
a Milano nel decennio attorno al 1810.<br />
Opera non riscontrata nelle bibliografie e cataloghi<br />
da noi consultati, di grande rarità. Esemplare<br />
di assoluta qualità in perfetto stato di<br />
conservazione. BERL<strong>IN</strong> KATALOG, 4169 (descrive<br />
esempl. incompleto, non dipinto). THIEME-BECKER,<br />
XXXII, 231. PREDARI, Biliogr. Milanese, p. 448<br />
(semplice citazione senza dati).
64. (Tavole impresse a colori) – RICCH<strong>IN</strong>IUS, Tommaso Agostino. De vita<br />
ac rebus Beati Gregorii Barbadici s.r.e. Cardinalis episcopi Patavini. Roma,<br />
Ty pographia. Pontificia Vaticana, apud Fratres Salvionos, 1761, € 5.400<br />
Legatura Alle Armi Di Papa Clemente XIII (in-4, pp.XIX, 312, magnifica legatura<br />
coeva di atelier romano in marocchino granata, interamente decorata ai piccoli<br />
ferri sui piatti e al dorso, tagli dorati. Al centro dei piatti è impresso il grande stemma<br />
araldico di Clemente XIII (Carlo Rezzonico, Venezia 1693- Roma 1769), ripetuto ai<br />
cinque scomparti del dorso. La non comune edizione è illustrata da 11 incisioni impresse<br />
in azzurro, tra testate, capilettera e finalini, e da un finissimo ritratto a piena<br />
pagina firmato Steph. Pozzi inv. del., Joh. Carol. Mallia sculp. ed impresso in azzurro<br />
e grigio, di eccezionale effetto cromatico. Magnifico volume, su carta forte<br />
65. SOLD<strong>IN</strong>I, Francesco Maria. Delle Eccellenze e Grandezze della Nazione Fiorentina.<br />
Dissertazione storico-filosofica la quale si premette ad una descrizione alfabetica dei nomi e famiglie<br />
nobilissime di Firenze... Dedotta fedelmente dai Registri d’Entrata e d’Uscita esistenti in<br />
Camera Fiscale. Firenze, Stamp. Vanni, e Tofani, 1780, € 5.000<br />
in-8, pp. CVII, (1 bianca), 126, legatura del tempo m. pelle e ang., tit. e fregi oro al dorso, tagli a spruzzo (difetti<br />
agli angoli, alcuni forellini di tarlo al dorso). Corredato di complessive 18 tavole incise in rame f.t. e tirate<br />
in tonalità di verde, blu, marrone, rosso (così numerate, come in tutti gli esemplari conosciuti: le prime<br />
2 senza numero, le altre num. I-IV, VII-X, XII, XV, XVII, XIX, XXIV-XXVI, XXX). Esse raffigurano stemmi,<br />
bandiere, gonfaloni, edifici e carri per la festa del patrono S. Giovanni Battista, provenienti da altre città, quali<br />
Pescia e Montevarchi, e carri da guerra, uno con la famosa campana “Martinella” e l’altro col “Carroccio”.<br />
Prima edizione, nella seconda parte sono elencati in ordine alfabetico personaggi e famiglie che rivestirono<br />
cariche pubbliche fra il 1340 ed il 1400; l’opera è altresì assai curiosa in quanto, tra le altre cose, l’autore vorrebbe<br />
stabilire le cause donde derivava la preminenza dei Fiorentini in tante cose, “conchiudendo, che la<br />
causa principale sia la forza del Clima” (Moreni). Ma la vera rilevanza del volume va ricercata nelle inusuali illustrazioni<br />
a colori, perché limitatissima fu la produzione settecentesca, a Firenze o a Venezia, di opere stampate a<br />
colori. Opera di rilevante rarità; il Soldini fu anche autore di un’opera di tutt’altro genere (“De anima brutorum”),<br />
nella quale propose tavole con medesima tecnica. Bell’esempl. (timbretto e lieve ingiallitura al tit.). MELZI I, 340. MO-<br />
RENI II, p. 350. CHOIX D’OLSCHKI I, n. 776.
66. TOPFFER, Rodolphe. Excursions dans les Alpes, 1832. Genève, chez<br />
J. Freydig, 1833, € 3.300<br />
album in-8 oblungo di ff. (57), bella leg. del tempo in m. marocchino rosso, piatti in<br />
percallina con tit. oro su quello anter. Sulla terzultima tavola si legge “autographié chez<br />
J. Freydig à Genève”; la data 1833 è riportata su varie tavole, compresa l’ultima, talvolta<br />
accompagnata dalle iniziali dell’autore. Con 33 illustrazioni a piena pagina (compreso<br />
il titolo-frontespizio). Testo e illustrazioni in facsimile del manoscritto originale. Prima<br />
edizione, ed unica antica, impressa su carta forte, di questa relazione d’un viaggio di 20<br />
giorni effettuato nell’autunno del 1832, con una “troupe” di 24 persone e 4 professori,<br />
con visita, tra le altre località, di Annecy, Moûtiers, Aosta, Martigny, Grindelwald, Thun,<br />
Berna, Friburgo e Losanna. Esempl. a pieni margini, con una nota autogr. di R. Heredia sul frontesp. (macchia d’inchiostro nel margine<br />
esterno del frontesp., piccole macchie ed abrasione sulle tav. dei ff. 36 e 40 verso). Assai raro. PERRET 4295 (solo citato).<br />
67. TOPFFER, Rodolphe. Voyage autour du Mont-Blanc, dans les vallées<br />
d’Hérens, de Zermatt et au Grimsel, 1843. Autographié par R.T. 1843.<br />
(Genève, Lith. Johann Schmid, 1843), € 3.300<br />
in-8 gr. oblungo (mm. 205 x 265), ff. (52, compr. il primo bianco) in facsimile d’autografo,<br />
brochure originale illustrata che funge da titolo dell’album litografico, segue un f. bianco,<br />
un foglio illustrato di prefazione e 48 tavole di composizioni a piena pagina numerate;<br />
dopo la tav. 35 sono inseriti 2 ff. di testo manoscritto, impressi recto e verso, con un<br />
disegno di mm. 98 x 85 e testo esplicativo. Artistiche e deliziose vedute in litografia in<br />
bianco-nero. Prima edizione dell’ultimo dei “Viaggi a zig-zag”, lunga escursione di 24<br />
giorni il cui itinerario è annunciato nella prefazione: “De Genève, point de départ, l’on<br />
arrive à Martigny, pour y revenir après avoir fait le tour entier du Mont-Blanc. De Martigny à Sion, et de là excursion dans la vallée d’Hérens<br />
et retour à Sierre. De Sierre à Viège, et de Viège, excursion dans la vallée de Zermatt. De Viège, en remontant le cours du Rhône,<br />
vallée de Conches, Grimsel, Handck, Fribourg, Genève”. Album di notevole importanza e rarità, con la parte illustrativa preponderante<br />
su quella descrittiva. «Töpffer renonce à l’illustration d’un voyage complet pour des raisons de santé ...(sa vue est de plus en plus brouillée)…<br />
» (Ph. KAENEL, “Les Voyages illustrés” in “Töpffer”, p. 215). Ottimo esempl., a grandi margini, con la tav. n. 43 “avant lettre”. In<br />
astuccio tutta tela. PERRET 4295. PEYROT, I, n. 239. NAVA U/3. MONTE BIANCO ‘800, pp. 116-7. BLONDEL-MIRABAUD, 365-366. CANDAUX, n.<br />
XXVI: le titre et tous les dessins de la main de R.T. Carte de J. Burdallet. ACL 314. LONCHAMP 3012.
68. (TORNIERI, Arnaldo). La Corsa delle slitte in<br />
Vicenza nel Carnovale MDCCLXXXIV. Stanze<br />
umiliate agli ornatissimi cavalieri e gentilissime<br />
dame. Vicenza, Giovanni Battista Vendramini<br />
Mosca, si vende da Giacomo Leoni, 1784,<br />
€ 26.000<br />
in-8 (195x128 mm.), 32 pp. di testo (titolo, dedica di 6<br />
pp. del Leoni a “ornatissimi cavalieri e gentilissime<br />
dame”; 22 pp. di descrizione in versi della corsa delle<br />
slitte, 2 pp. con lista dei nobili personaggi di Vicenza<br />
che parteciparono all’avvenimento, 16 animatissime<br />
tavole ripiegate f. testo in fine, incise in rame e dipinte
con vivaci colori da mano coeva, con rialzi in argento e oro. Legatura coeva in cartone bruno maculato, bordura in<br />
oro sui piatti e fregio a fiore agli angoli, tagli marmorizz. Bell’esemplare marginoso (lieve alone d’umido ai primi ff.).<br />
Prima ed unica edizione di affascinante libro impresso certamente in pochi esemplari, probabilmente 30 destinati agli<br />
altrettanti partecipanti alla festa carnevalesca in costume su slitte che ebbe luogo a Vicenza nell’inverno del 1784<br />
(Barbarani, Trissino, Verlate, Vello, Caldogne, Burri, Bissari, ed altri). Le slitte sono trainate sulla neve da cavalli bardati;<br />
un richiamo da 1 a 30 rimanda al nome del passeggero indicato nell’indice dei “ornatissimi cavalieri”. La bibliografia<br />
del Melzi identifica come autore del presente delizioso libretto il nobile Arnaldo Tornieri, il quale figura nell’ultima<br />
tavola su una slitta attaccata ad un grande pallone aerostatico; nello stesso anno delle prime esperienze aerostatiche<br />
italiane. Per questa notevole curiosità l’opera è citata da Caproni-Bertarelli a p. 111. Manca invece alle bibliografie di<br />
feste ed ai cataloghi consultati. Estremamente raro (questo è l’unico esemplare passato in asta negli ultimi 30 anni).<br />
Un esemplare conservato alla Bibl. Civica Bertoliana di Vicenza; un altro alla British Library ed uno alla Bibl. Nationale<br />
di Parigi. MELZI, ANONIMI ITALIANI, (I, 258). OLSCHKI, CHOIX 8129 (ben 300 fr.oro nel 1926!) alla voce Leoni, come in Caproni.<br />
69. TORO, M. B. Desseins a plusieurs usages. S.n.t.<br />
ma fine XVII secolo, € 1.900<br />
Album in-4 oblungo, ff. 12 incisi in rame; leg. coeva m.<br />
pelle, tit. oro su tassello e fregi al dorso. Raccolta di due serie<br />
di 6 tavole ciascuna, compresi i due frontespizi, raffiguranti<br />
ornamenti ed arabeschi. Entrambi i frontespizi presentano il<br />
titolo “Desseins a plusieurs usages Inventés par M.B. Toro”<br />
su tavoletta o su drappo attorniati da panoplie. Le tavole<br />
sono firmate “B.Toro inv - J. Blanc sc.”. La prima serie comprende<br />
angolari e fasce ornamentali per soffitti, con figure<br />
mitologiche, putti ed animali fantastici. La seconda probabilmente<br />
è relativa ad invenzioni per camini o oggetto di arredamento<br />
decorativi; notevoli sono due carrozze trainate da putti ed animali fantastici. Nel margine dei frontespizi<br />
compare la sigla di possesso “C.P.R.” in inchiostro. Non è stato possibile reperire alcuna notizia sul Toro, se non che fu un<br />
orafo e argentiere francese di fine Seicento: il solo BERL<strong>IN</strong> CAT. I, 369 riporta il titolo dalla Gazette-des-Beaux Arts del 1869.
70. TORY, Geoffroy. Champfleury.<br />
Auquel est contenu lart et Science de<br />
la deue et vraye Proportion des Lettres<br />
Attiques, quon dit autrement Lettres<br />
Antiques, et vulgairement Lettres Romaines<br />
proportionnées selon le corps<br />
et visage humain... Paris, Geoffroy<br />
Tory & Gilles de Gourmont, 28 Aprile<br />
1529, P. a r.<br />
in-4 (245x172 mm ), ff. (8), 80, legatura<br />
700esca in pergamena. Impresso in caratteri<br />
romani e con varie parole in greco, illustrato<br />
da 116 straordinarie figure in silografia,<br />
inoltre su sei fogli sono illustrate le lettere<br />
di 13 diversi alfabeti: ebraico, greco, di fantasia<br />
e cifrati. Titolo racchiuso in bordura<br />
figurata, che include l’impresa tipografica di<br />
Tory. Altra grande marca dello stesso stampatore<br />
e colophon al recto dell’ultimo foglio. Edizione originale del notissimo trattato di calligrafia e<br />
tipografia, in cui con grande arte e fantasia il Tory illustra in forma assai personale le proprie idee e<br />
regole sulla grammatica e l’ortografia del francese a inizio XVI secolo, sull’origine e lo sviluppo del<br />
carattere romano e, per terminare, analizza la costruzione dei vari alfabeti. G. Tory, incisore, calligrafo,<br />
tipografo francese (Bourges ca. 1480-Parigi ca. 1533), studiò a Roma e a Bologna, quindi insegnò a<br />
Parigi letteratura e filosofia curando nel contempo edizioni di opere erudite, tra cui il De re aedificatoria<br />
di Leon Battista Alberti (1512) e numerosi Libri d’ore. Con la sua opera di illustratore e di calligrafo<br />
promosse in Francia il passaggio dalla scrittura gotica ai caratteri rinascimentali per cui disegnò<br />
numerosi alfabeti. Il Champfleury, è uno dei più famosi e rari figurati del rinascimento francese. Esemplare<br />
assai puro e bello (tre antiche firme di appartenenza sul titolo). MORTIMER, French Books, 524:<br />
“The most famous single work in the history of French typography”. En français dans le texte, BN, n.41.<br />
CICOGNARA n.362: “Libro raro e singolare ricchissimo di erudizione varia”.
71. Venezia - (VANDER AA, Peter). Splendor Magnificentissime Urbis Venetiarum clarissimus. E figuris<br />
elegantissimis, & accurata descriptione emicans. In duas partes distributus. Lugduni Batavorum,<br />
sumptibus Petri Vander Aa, s.d. (Leyda 1722), € 65.000<br />
in-folio (mm 395x245), 2 tomi in un volume (Pars prior - Pars posterior), pp.(16), 420 (numerazione unica). Legatura<br />
coeva assai bella in pieno vitello, bordura di tre filetti oro ai piatti, dorso a nervi con titolo e ricchi fregi in oro, tagli<br />
marmorizzati. Superbo esemplare dell’opera descrittiva dell’antica Venezia con maggior numero di illustrazioni incise<br />
in rame fuori testo: Veduta prospettica della città (mm 416x1028, ripiegata, Assai simile alla pianta del Merian-<br />
Mortier del 1704); Pianta topografica della città (mm 424x530, ripiegata, simile al Graevius); 102 vedute su doppia<br />
pagina (ispirate dalla serie del Carlevaris); 14 vedute su doppia pagina con animate scene di feste e cerimonie (in<br />
parte originali, in parte tratte dal Lovisa). La prima parte dell’opera descrive ed illustra in ampie vedute i templi, collegi,<br />
monumeti, mausolei, statue, pitture, sculture, etc. etc. - La seconda parte è dedicata a edifici pubblici e privati,<br />
pompe, feste, spettacoli, etc. - Questa stupenda<br />
monografia topografica-storica-artistica su Venezia<br />
è la più copiosa raccolta di vedute della<br />
città. Venne pure compresa nella collezione in 30<br />
volumi di J.G. Graevius “Thesaurus antiquitatum<br />
et historiarum Italiae” pubblicata negli anni<br />
1704-1723. Il presente esemplare è in ottimo<br />
stato di conservazione, completo e assai fresco.<br />
G. CASS<strong>IN</strong>I, Piante e vedute di Venezia, nn. 69-70.
73. (WEIBEL, Samuel). Voyage pittoresque autour<br />
du Lac de Genève, orné de onze vues, et<br />
d’une carte topographique et routière des environs<br />
du lac. Paris, Libr. de Gide fils, 1823, € 3.700<br />
in-folio, pp. (4), 62, leg. coeva m. marocchino blu e ang.,<br />
dorso a nervi con tit. e fregi oro. Illustrato da una carta<br />
topo gr. incisa in rame e colorata a mano e da 11 arti sti -<br />
che vedute a piena pagina litografate in bianco-nero da<br />
G. Engelmann, tirate su carta di cina ed applicate su carta<br />
forte (Evian, Meillerie, Gingolphe, Montreux, Vevey,<br />
Ouchy, Lausanne, Morges, Rolle, Nyon, Genève). Raro e<br />
bellissimo album. Esempl. a pieni margini, perfettamente<br />
conservato. LONCHAMP n. 743.<br />
72. Viaggio nelle Alpi - SOUVENIR DE LA SUISSE. Bâle,<br />
C. Beck, s.d. (ca. 1840), € 1.500<br />
in-8 oblungo, leg. orig. in percallina granata (piccoli difetti al dorso),<br />
bordura in oro e titolo al centro del piatto super. Album contenente<br />
17 finissime tavole incise in seppia: suggestive vedute delle<br />
principali montagne, paesi e città della Svizzera (Monte Bianco,<br />
Fluelen, Brienz, Chamouny e dintorni, Thoun, Jungfrau, Wetterhorn,<br />
Genève, Montanvert, Montreux, ecc.), quasi tutte con didascalia in<br />
francese, inglese e tedesco, ma solo alcune con l’indicazione “Publié<br />
par C.F. Beck M. d’Estamps à Bâle”. Ogni tavola protetta da un foglio<br />
bianco. Bell’esempl. (qualche lieve fioritura nei margini). Rara serie<br />
di vedute. MANCA AI VARI REPERTORI, compreso LONCHAMP.
74. VALL<strong>IN</strong>O, Domenico. Dans la Vallée d’Aoste. Album d’un Alpiniste.<br />
Troisième Cahier, juillet 1880. Biella, Typogr. et Lithogr. J. Amos so,<br />
(1880), € 2.500<br />
in-4 oblungo ad album, pp. 47, (1), brochure edit. grigio-azzurra col tit. in rosso e<br />
nero sulla cop. anter. e la carta dell’ “Itinéraire de l’album” su quella poster. Oltre le<br />
numerose illustrazioni inserite nel testo, vi è una stupenda serie di 50 tavole in<br />
litografia (numerose a due tinte), raffiguranti deliziose vedute di località, paesi e<br />
montagne della Vallée, costumi, mestieri, scene alpinistiche e flora delle Valli di<br />
Cogne, Valsavaranche, Valgrisanche, Val di Champorcher, Val di Rhêmes e Valpelline.<br />
Album ricercatissimo e quasi introvabile, che offre una documentazione di<br />
straordinaria importanza sui vari aspetti della Valle d’Aosta alla fine del secolo XIX;<br />
la parte iconografica comprende vedute che, nella maggior parte dei casi, sono le<br />
uniche raffigurazioni di varie località realizzate prima dell’utilizzo della fotografia.<br />
L’autore, alpinista dilettante ed abilissimo disegnatore, aveva in precedenza<br />
pubblicato i primi due cahiers (“A Gressoney per Val d’Andorno” nel 1877 e “In Valsesia” nel 1878) e, come si legge al verso della<br />
copertina, se ne proponeva altri due che non vedranno mai la luce. Bell’esemplare, immune dalle abituali arrossature della carta. PERRET<br />
4394 (riporta anche gli altri due albums): «Ces albums en édition originale sont très rares et très recherchés». PEYROT, 366. ACL p. 323.<br />
75. Viaggio in Terra Santa – CALLOT, Jacques - AMICO, Bernardino.<br />
Trat tato delle piante & imagini de sacri edifizi di Terra Santa, disegnate<br />
in Ierusalemme secondo le regole della prospettiva, & vera misura della<br />
lor grandezza. Firenze, Pietro Cecconcelli, 1620 (in fine 1619), € 5.600<br />
in-folio picc., 82 ff., comprendenti il testo a stampa, il titolo fig. inc. in bordura<br />
architett. con le armi dei Medici e 46 figure numerate 1-47 (con la tav. 42 omessa,<br />
come in tutti gli esemplari) su 39 tavole incise da Jacques Callot dai disegni di Amico<br />
stesso. Leg. coeva p. perg. Una prima edizione di questa attenta descrizione degli<br />
edifici di Terra Santa venne pubblicata nel 1610, con i disegni inc. da Ant. Tempesta.<br />
La presente è di notevole pregio essendo adorna dei rami del Callot, qui in primo<br />
stato (su 2). B.Amico, nativo di Gallipoli, frate minore osservante, viaggiò nei luoghi<br />
di Terra Santa negli anni 1593-1597 e pubblicò in quest’opera gli appunti e gli schizzi<br />
presi sul luogo. Ottimo esemplare, raro in tali condizioni. CICOGNARA 3932. BERL<strong>IN</strong> KAT.,<br />
2782. FOWLER 1961. LIEURE, J. CALLOT, nn. 306-352, I/II. V<strong>IN</strong>CIANA 1321.
76. VERANZIO, Fausto. Machinae Novae cum declaratione latina, italica, hispanica, gallica,<br />
et germanica. Venetiis, s.n.t. (ma ca.1616), € 55.000<br />
in-folio, 1 foglio aggiunto con ritratto di Antonio Veranzio, zio dell’autore, (mancante del foglio di<br />
titolo), pp. 20, 18, (2 bianche), 20, 19 (1), 20 di testo esplicativo delle tavole in latino, italiano, spagnolo<br />
francese e tedesco; ogni sezione è preceduta da una testata silografica. Legatura coeva in pergamena,<br />
titolo calligrafato lungo il dorso da mano posteriore. Completo di 49 tavole incise in rame su doppia<br />
pagina. Opera di straordinaria rarità, dovuta, in buona parte, al fatto che l’autore la pubblicò a sue spese<br />
e che dovette interromperne la stampa per mancanza di fondi. Le tavole, di eccezionale originalità grafica,<br />
rappresentano un importante assieme di progetti, invenzioni e realizzazioni del Veranzio. Prima edizione<br />
nella tiratura più completa: poichè l’opera non riporta data di stampa i più autorevoli repertori ipotizzano<br />
che l’opera sia stata stampata tra 1595 e 1616 in due varianti, una con la Declaratio in latino e italiano,<br />
l’altra con l’aggiunta di altre tre lingue (la presente). E’ invece assai probabile che l’autore intendesse<br />
distribuire nei vari paesi europei esemplari con il testo latino accompagnato da quello della lingua locale.<br />
Le macchine descritte e illustrate sono in gran parte destinate ad alleviare le fatiche dell’uomo (mole,<br />
mulini, macine) e a risolvere problemi di trasporto e spostamento (ponti); interessante la tavola 38 “Homo<br />
volans” con una illustrazione di un rudimentale paracadute. Il Veranzio giunse quindi, pochi anni dopo ma indipendentemente, ad<br />
analoghi risultati rispetto a quelli di Leonardo, che saranno divulgati però solo 200 anni dopo. La tavola 6 raffigura un orologio ad<br />
acqua, uno a fuoco, uno a sole; la tavola 7 un orologio universale; curiose anche le raffigurazioni dei modi di cuocere il pane senza forno<br />
o di lessare la carne senza pignatta. Il Veranzio inventò una serie di oggetti per uso quotidiano, come la cintura da salvataggio, turbine,<br />
mezzi di trasporto allora sconosciuti, migliorò una serie di macchine agricole, ammaestrò l’acqua e il vento. Fausto Veranzio (1551-1617)<br />
fu glottologo, storiografo, politico, ingegnere esperto di fortificazioni, e letterato. Dotato di uno spirito innovativo e pratico, contribuì al<br />
progresso scientifico e tecnico; grazie allo stile chiaro e preciso dei suoi scritti, è considerato uno dei primi promulgatori della scienza.<br />
Eccezionale esemplare fresco, genuino e a pieni margini, nonostante titolo in facsimile. Il ritratto del celebre religioso e diplomatico<br />
ungherese Antonio Veranzio è firmato da Martin Rota da Sebenico, concittadino dell’autore, celebre ritrattista imperiale, pittore ed<br />
incisore (ca. 1540-1583), attivo a Praga alla corte dell’imperatore Rodolfo II. La presenza dell’aggiunta del ritratto del benefattore<br />
dell’autore fa pensare che si tratti di un esemplare di presentazione. Il titolo fu inciso entro cornice architettonica di formato assai<br />
maggiore e la maggior parte dei pochissimi esemplari noti sono infatti presentati con le tavole in plano, il titolo in orizzontale, ed i testi<br />
a parte. Si conoscono complessivamente 7 esemplari nelle Biblioteche Pubbliche di tutto il mondo (1 in Francia, 2 in Inghilterra e 4 in<br />
Italia: Firenze, Modena, Padova e Roma; di cui due però con il solo testo italiano-latino). Rarissimo è trovare l’opera in volume così come<br />
concepito, nonché in perfette condizioni, come il presente esemplare. LIBRI, HISTOIRE, IV, 46-52; 321-326. POGGENDORF II, 1194. RICCARDI I<br />
(II), 592-593. WALESON, CRERAR LIBRARY, UNIVERSITY OF CHICAGO LIB., p. 17.
77. VERDIZOTTI, Giovanni Mario. Cento Favole Morali de i piu illustri antichi, & moderni<br />
autori Greci, & Latini. In Venezia, appresso Bolognino Zaltiero, 1575, € 5.000<br />
in-8, pp. 302, (8, con indice), legatura coeva in pergamena floscia, titolo ms. parzialmente leggibile<br />
al piatto anteriore (restauri alle cerniere e al piede del dorso). Titolo entro raffinata cornice vegetale<br />
e grande impresa dello stampatore; iniziali istoriate, completo di 100 silografie eseguite dall’a. stesso,<br />
alcune su disegno di Tiziano di cui il Verdizzotti fu allievo. Raccolta di 100 celebri favole dell’antichità,<br />
ognuna accompagnata da un legno a piena pagina. Precede il testo dedica dell’a. al veronese<br />
Alberto Lavzuola. Seconda edizione (prima 1570) di quello che a ragione è considerato uno dei più<br />
bei libri illustrati della seconda metà del XVI secolo. Buon esemplare (lievi tracce di polvere), in considerazione<br />
soprattutto dell’uso pratico di questo genere di libro. STC 719. CICOGNARA 1129, edizione<br />
del 1570: “Prima edizione e la più rara di questa libretto elegante, a cui contribuì molto co’suoi disegni<br />
lo stesso Tiziano grande amico del Verdizotti”. BRUNET V, 1130: “Recherchée à cause des figures<br />
fort joliment gravées sur bois”. CHOIX D’OLSCHKI 5435.<br />
78. WALTON, Elijah. The Peaks and Valleys of the Alps from water-colour drawings<br />
by E.Walton, chromo-lithographed by J.H. Lowes. With descriptive text by<br />
T.G. Bonney. London, Day and Son, 1867, € 8.500<br />
in-folio grande, pp. (2), 8, (42, di testo descrittivo); leg. edit. m. marocch. e ang., tela sui piatti<br />
con tit. oro su quello super., tagli dor. (lievi difetti alle cuffie ed agli spigoli). Con un titolo litogr.<br />
e 21 magnifiche e grandiose litografie a colori a piena pag. di J.H. Lowes, tratte dagli acquarelli<br />
di Walton. Prima edizione di rara e stupenda serie di 21 vedute delle Alpi Cozie, Pennine e<br />
Lepontine, dipinte dall’artista inglese (1832-1880) con occhio sognante e quasi mistico per l’amata<br />
montagna, assai affascinanti (tra le altre: Monviso, Gran Paradiso, Grivola, Val Tournanche,<br />
Monte Bianco, Cervino ed altre della Val d’Aosta). L’introduzione ed il testo di commento alle<br />
immagini sono del reverendo Bonney (1833-1923), studioso, geologo ed amico di Walton.<br />
Affascinante monumentale galleria di paesaggi alpini. Magnifico esempl. a pieni margini. PER-<br />
RET 4512: «Rare et magnifique album, très recherché pour la qualité de ses illustrations». GARIMOLDI<br />
n. 80. PEYROT , I, 322. NEATE W11. ACL 330.
79. WERNER, Fred. Bernard. La famosa e meritevole città di Firenze, cioè<br />
i più considerabili prospetti delle Chiese, Residenze, Pallazzi, Piazze e Ville<br />
d’entro e fuori di detta eccelsa città. Alle spese di Giorgio Merz mercante<br />
d’intagli in rame in Augusta MDCCXXXV (Augsburg 1735), € 18.500<br />
Collezione di 31 fogli di mm 260x410, con altrettante vedute di Firenze e dintorni,<br />
di mm 200x300 di luce incisa. Acquaforti di grande bellezza dipinte con maestria<br />
da abilissima mano strettamente del tempo con colori tipicamente vivaci. Serie di<br />
vedute di Firenze tra le più pregiate e rare, che precedono di 50 anni quelle dello<br />
Zocchi. La prima è la veduta prospettica generale e funge da titolo, le altre, tutte animate<br />
da personaggi, carrozze, ecc., sono vedute particolari di vie, piazze, palazzi,<br />
giardini. Nel margine inferiore di ognuna vi è inc. la legenda in italiano e tedesco.<br />
Rimarchevole la veduta di piazza S. Croce con il gioco del calcio fiorentino nel giorno di carnevale. (Il numero di incisioni che compongono<br />
la serie è variabile negli esempl. conosciuti. Il Fondo Cappugi della Bibl. Naz.le di Firenze, n. 397, possiede un album con 32<br />
tavole). Il complesso dei 31 fogli è freschissimo. BOFFITO-MORI p. 73: “Alcune di queste vedute vennero anche colorate, forse a mano, e qualche<br />
esemplare se ne conserva agli Uffizi”.<br />
80. WRIGHT, John Michael. Ragguaglio della solenne comparsa, fatta in Roma gli otto di gennaio MDCLXXXVI dal<br />
conte di Castelmaine ambasciatore straordinario della sacra real maestà di Giacomo Secondo re d’Inghilterra… in andare<br />
publicamente in udienza da Papa Innocenzo XI. Roma, Stamp. Dom Ant. Ercole, 1687, € 5.300<br />
in-folio, 48 ff. a stampa di testo e descrizione delle tavole, antiporta inc. raffigurante la scena dell’omaggio del Castelmaine al Papa,<br />
ritratto della Duchessa di Modena dedicataria del vol. ed una iniziale fig., 15 stupende tavole f.t. disegnate da G. B. Leonardi, P. M.<br />
Camers ed A. Cornely, incise all’acquaforte da Arn. Van Vesterhout, raffiguranti le scene,<br />
le decorazioni delle carrozze di gala, le sculture in argento che le decoravano, ecc.<br />
Rimarchevole (oltre 120 cm. di lunghezza!) la grandissima incisione che raffigura la<br />
magnifica tavola preparata e decorata per il banchetto ufficiale. Leg. coeva p.<br />
pergamena rigida, doppio filetto oro sui piatti, grandi fregi a fiori negli angoli, dorso<br />
decorato e con tassello per titolo oro. Sontuoso libro di feste relative al ricevimento in<br />
Vaticano dell’ambasciatore britannico Castelmaine, accompagnato dal pittore J. M.<br />
Wright, autore della presente opera. Scopo della missione fu la riconciliazione tra<br />
Giacomo II e la chiesa di Roma. Esemplare assai bello, a grandi margini (alcune<br />
arrossature della carta). LIPPERHEIDE 2751. V<strong>IN</strong>ET 808. P<strong>IN</strong>E-COFF<strong>IN</strong> 687. CAT. RUGGIERI n. 828<br />
(1873) e n. 323 (1885).
81. ZOCCHI, Giuseppe. Vedute delle Ville, e d’altri<br />
luoghi della Toscana. Firenze, appresso Giuseppe<br />
Allegrini Stampatore in Rame, 1744, € 50.000<br />
in-folio oblungo (mm 415 x 620) ad album. Serie completa<br />
della prima edizione: grandioso titolo con dedica al marchese<br />
Andrea Gerini, adorno di varie figure allegoriche relative<br />
alla Toscana, dedica figurata all’imperatrice Maria Teresa<br />
con suo ritratto, indice a stampa delle incisioni e 50 grandiose<br />
stupende vedute in plano a piena pagina. Tutti i fogli<br />
sono firmati da Giuseppe Zocchi “G.Z. inv. e del.” e dagli ottimi<br />
artisti che incisero i rami all’acquaforte: Corsi, Franceschini,<br />
Gabuggiani, Gregori, Papini, Muller, Marieschi,<br />
Monaco, Pazzi, Pfeffel, G.B. Piranesi, Seuter, Sgrilli, Vasi.<br />
Prima edizione e prima tiratura con data 1744, rarissima. Le<br />
bibliografie ed i cataloghi specializzati da noi consultati descrivono<br />
solo esemplari posteriori, con data del 1757, privi<br />
della dedica a Maria Teresa e del foglio d’indice a stampa. I<br />
53 fogli che compongono la serie sono conservati a pieni<br />
margini con barbe, senza alcuna piega, dorso sciolto con una<br />
copertina in carta marrone rustica, come usciti dai torchi dell’Allegrini,<br />
in una solida cartella a libro moderna in tela rustica.<br />
Le bellissime vedute, tutte animate da personaggi,<br />
carrozze e animali, raffigurano le ville di Porta S.Pietro Gattolini,<br />
Porta S.Frediano, Porta al Prato, Porta S.Gallo, Porta<br />
alla Croce e Porta S.Niccolò. Giuseppe Zocchi fu stimato e<br />
fecondo pittore e illustratore fiorentino (1711-1767). Esemplare<br />
di grande pregio, genuino e di eccezionale conservazione,<br />
magnifico, rarissimo. THIEME-BECKER, XXXVI, 539.<br />
BERL<strong>IN</strong> KAT., n. 2701 (ha solo la II ediz.). DE WITT, La Collezione<br />
degli Uffizi, p. 247 (esemplare. mancante di 2 tavole).
82. Incoronazione della Vergine. Miniatura su foglio di Messale<br />
manoscritto, di ambito veneto-padovano, circa 1420. € 9.000<br />
Foglio intero da Messale manoscritto su pergamena in bella grafia gotica<br />
su due colonne in rosso e nero, vergato su recto e verso (mm 415x295); riporta<br />
l’incipit dell’ordo missalis secondo la consuetudine della chiesa romana<br />
per la prima domenica d’Avvento. La miniatura presenta una scena<br />
di incoronazione “simbolica” della Vergine (mm 100x180) da parte della<br />
Trinità nelle figure del Figlio, seduto sulla sinistra, del Padre e dello Spirito<br />
Santo, in forma di colomba, circondati da una schiera angelica e da musici;<br />
due iniziali: nella colonna di sinistra a mezza pagina la figura di re<br />
Davide in preghiera è posta nell’occhiello della A del salmo Ad te levavi,<br />
mentre nella colonna di destra l’iniziale E (Excita) presenta il consueto repertorio<br />
decorativo vegetale su fondo d’oro brunito. La pagina è inoltre arricchita<br />
da una larga bordura in vari colori sui quattro lati composta da<br />
elementi floreali, tralci e bottoni aurei; nel lato inferiore racchiude arma<br />
araldica raffigurante un’anquila dipinta in rosso su fondo bianco (non identificata).<br />
La pagina miniata, di elevato pregio artistico (pur con lievi abrasioni,<br />
anticamente rifilata, e rimarginata con pergamena d’epoca sui quattro<br />
lati), si può assegnare all’inizio del XV secolo in ambito veneto-padovano,<br />
in quanto vengono riproposti i motivi decorativi di scuola bolognese ma<br />
con flessuosità e composizioni tipiche della scuola dell’Italia di nord-est.
83. Cristo in croce con la Vergine Maria, San Giovanni e due Angeli. Miniatura<br />
ambito di Niccolò di Liberatore, Foligno-Assisi 1465 ca., € 18.000<br />
Grande miniatura (175x190 mm) su pergamena, estratta da un codice miniato, o forse<br />
nata come piccolo quadro devozionale a se stante. Il Cristo in croce raffigurato barbuto<br />
e patiens secondo la tradizione iconografica bizantina è circondato da due angeli che<br />
reggono calici in cui raccolgono il sangue del Salvatore. Sulla sinistra la Vergine Maria<br />
in atteggiamento di meditazione con le mani conserte in grembo e sulla destra un ardito<br />
profilo di San Giovanni. Iconografia particolare non solo per la posa dei due astanti<br />
ma anche per la presenza di uno sfondato paesaggistico, che si staglia su un cielo ad<br />
oro liquido, che sovrasta uno specchio d’acqua con sullo sfondo colline e centri abitati.<br />
La paletta cromatica è intensa ed è da notare una stesura decisamente spessa della<br />
foglia d’oro per le aureole dei santi. La presente Crocifissione è fedele trasposizione<br />
della cimasa realizzata da Niccolò di Liberatore per la Confraternita di Santa Maria<br />
di Vescovado, detta anche di San Crispino, ad Assisi. “La cimasa è opera accurata e<br />
di squisita fattura, di cura quasi miniaturistica: in taluni particolari... e nella forte<br />
espressività della Crocifissione, così come nei paesaggi irti di torri – quasi una sigla<br />
del pittore folignate - emergono i caratteri stilistici che resero Niccolò di Liberatore tra<br />
i pittori più amati e di successo del suo tempo” (C. MART<strong>IN</strong>O, in Nicolaus Pictor, Nicolo<br />
di Liberatore detto L’Alunno: artisti e botteghe a Foligno nel Quattrocento, a cura di<br />
Giordana Benazzi, Elvio Lunghi, Foligno 2004, pp. 217-219). La miniatura, rispetto alla<br />
cimasa su tela, risulta più raffinata e il volto della Vergine sembra caricarsi di un dolore<br />
non riscontrabile nel dipinto. La Confraternita probabilmente ordinò un codice,<br />
forse un Messale, in cui volle far riprodurre la pala d’altare o qualche fedele ne commissionò<br />
un altro esemplare di dimensioni ridotte alla bottega dell’Alunno. Niccolò da<br />
Foligno, noto pittore di soggetti religiosi e affreschi (nato a Foligno nel 1435 e ivi deceduto<br />
nel 1502) lavorò in Umbria, fu autore di varie pitture e affreschi, noti i pannelli<br />
a Camerino e a Montelpare, e nelle Marche, ove collaborò con Bartolomeo Crivelli, e<br />
dipinse, tra l’altro, il polittico di Cagli. Il famoso dipinto di Niccolo “La Madonna del<br />
Buon Soccorso” è conservato nella Galleria Colonna di Roma. La presente miniatura è<br />
ben conservata (salvo minimi difetti, piccolissime perdite di colore, ininfluenti, il riquadro<br />
nero un po’ sciupato) ed è montata entro cornice dorata settecentesca.