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“Giro giro tondo quanto è bello il mondo… casca la terra, tutti giù per<br />
terra…”<br />
Era un po’ quel pomeriggio che Maria Grazia stava nel cortile della grande<br />
casa del nonno a saltellare con una bambola in braccio grande quasi<br />
quanto una bambina. La bambola aveva i capelli rossi e le lentiggini.<br />
Il pacco che la conteneva era arrivato misteriosamente qualche tempo<br />
prima ed era enorme, almeno dal suo punto di vista. Per aprirlo si era dovuta<br />
sistemare in terra con le gambe incrociate a destreggiarsi con il fiocco e il<br />
nastro adesivo che non ne voleva sapere di staccarsi dalla carta a pallini.<br />
Quando infine era riuscita a venire a capo della faccenda la bambola le si<br />
era presentata in tutta la sua grazia maestosa.<br />
Il vestito verde stretto da una cintura in vita, le scarpe nere con fibia dorata,<br />
un buffo cappellino di lana arancione con la visiera e una borsetta di<br />
finta pelle a fiorellini. Una bambola di lusso.<br />
La prima impressione però non era stata delle migliori. A Maria Grazia<br />
piacevano i bambolotti ciocciottelli, con le guance tonde e le cosciotte morbide<br />
con i quali si poteva giocare a mamma e figlio. Quella, invece, più che una<br />
bambola, sembrava una ragazzina finta. Aveva anche l’aria dispettosa e pesava<br />
un quintale. Maria Grazia così minuta doveva trascinarsela dietro come<br />
un sacco di patate per tutta la casa.<br />
Fatto sta che con il passare del tempo la bambola aveva perso quell’aria<br />
precisina del primo giorno. I vestiti si erano sciattati, il berretto alla francese<br />
era finito sotto una poltrona e non si era più trovato, i capelli si erano arruffati<br />
in nodi inestricabili, la faccia era diventata piuttosto unta a forza di<br />
toccarla con le mani sporche di cioccolata e di pizza, la borsetta si era strappata<br />
e le scarpe, nemmeno a parlarne, sembravano aver calpestato chilometri<br />
e chilometri di territori inesplorati. A quel punto la bambola le era diventata<br />
più simpatica e Maria Grazia aveva deciso di darle anche un nome,<br />
Barbara, come la festa che per giorni trasformava il paese in una grande<br />
processione, con canti, bande, fuochi d’artificio e colpi di cannone che rim-<br />
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