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Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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Lady Tavor<br />

La vecchietta che parla con il dialetto del nord si chiama Vittoria. Povera<br />

donna, verrebbe voglia di dire, vedendola così allegra nella sua demenza e<br />

ripensando alle sue gesta. Negli occhi azzurri non c’è un’ombra. Il sorriso<br />

sdentato nella bocca tinta di rossetto. Le mani curate. Due begli anelli alle<br />

dita. E bracciali. Un orologio di antica marca al polso.Veste bene, con classe,<br />

camicia e gilet beige ricamato di fiori all’uncinetto, anche se ora sopra i vestiti<br />

indossa una tunica bianca da lavoro.<br />

Il lunedì a Castiglione è giorno di parrucchieria, così dicono da queste<br />

parti. Viene una signora da fuori. Si fanno tagli, si tingono capelli, si fanno<br />

meche. Tutte a farsi belle anche lì dentro come facevano prima di arrivare in<br />

ospedale psichiatrico. Vittoria il lunedì fa l’aiutante.“Lo faccio solo per fare<br />

un favore” mi dice, “perché c’è tanto lavoro. Dodici tinte da stamattina, ma<br />

mica mi piace come lavora quella lì… non si fida di me… non mi vuole far<br />

completare il lavoro… ma io ai miei tempi l’avrei cacciata.”<br />

Vittoria, classe 1927, di “parrucchieria”ne capisce. Si dice che fosse madre<br />

di famiglia e donna benestante perché a Vicenza, spiega, gestiva quattro negozi.<br />

Per convincermi che era davvero una brava persona mi racconta che il<br />

tribunale per un po’ di tempo le aveva affidato una bambina che aveva problemi<br />

a casa. Le assistenti sociali venivano a farle visita al negozio e le dicevano:<br />

“che cuore grande che ha…”. Ma sulla sua storia ci sono molte zone<br />

d’ombra.<br />

Avrebbe avuto un ictus… un tilt nel cervello. Misteri della mente… da<br />

quel giorno è diventata Lady Tavor… “ah… che gusto a fregar portafogli…<br />

mi ricordo di quella signora che aveva un calessino in centro, sa la carrozzella<br />

con i cavalli… la invito a prendere un caffé, la faccio chiacchierare mentre<br />

sbriciolo la pasticca tra le mani e quando si distrae la metto nella tazzina…<br />

quando è tutta intontita le prendo il portafoglio… c’erano un milione e seicento<br />

mila lire… tutti in un colpo solo, capisce… corro subito al casinò e me<br />

li gioco.”<br />

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