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Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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scambiano un bacio e si danno appuntamento al giorno dopo quando potranno<br />

incontrarsi durante le attività comuni.<br />

Sanno che sto scrivendo un libro e che li sto osservando. Non sono ostili.<br />

Anche il direttore dell’ospedale si fida di me e ho un permesso speciale, quasi<br />

insperato. Mi viene consentito di “vivere” con i pazienti. Libera tra le mura<br />

dell’ospedale psichiatrico, tra di loro, a parlare anche del tempo “che qui<br />

d’inverno fa davvero brutto e freddo”.<br />

La follia, mi rendo conto, ormai, ha davvero mille facce. Il mio viaggio<br />

non era ancora finito. Per questo sono tornata. Ora ho meno paura. E posso<br />

guardarle tutte.<br />

L’infermiere<br />

Le donne sono tutte al bar dopo pranzo. Bevono un caffé. La barista fa fatica<br />

a tenerle a bada.“Un po’ di pazienza, eh… in fila… mica posso fare tutti<br />

questi caffé in un minuto.”<br />

Chiedo anche io un caffé e mi guardo intorno. C’è un chiacchiericcio<br />

quasi allegro. Si sono formati dei gruppetti. Le anziane sembrano le più<br />

sfrontate. Continuano a provocare la barista, che un po’ si innervosisce. Alcune<br />

lo fanno per farsi notare. Superano la fila, si girano verso di me con larghi<br />

sorrisi che odorano di troppe sigarette. Alzano la voce e si chiamano l’una<br />

con l’altra per non dirsi nulla. Sorseggio la mia tazzina. Il caffé è buono e<br />

c’è tanta umidità e ho voglia di sentire qualcosa di caldo,lo assaporo e per un<br />

attimo dimentico dove sono. Fino a che lo sguardo, sopra l’orlo della tazzina<br />

bollente, arriva in fondo alla sala a un tavolo. C’è un bell’uomo dai capelli<br />

brizzolati, ha una camicia a quadri di flanella, le maniche arrotolate sui<br />

polsi e sorride. Tiene un bicchiere in mano e con dolcezza sostiene il viso di<br />

una ragazza, grassottella, i capelli neri sgraziati e gli occhi a palla persi nel<br />

nulla. Le dice qualcosa. È seduta su una sedia a rotelle e tutto di lei sembra<br />

immobile, paralizzato. Si chiama Lara. Avrà 25 anni ma come tutte le perso-<br />

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