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Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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Quante storie dietro questi nomi di gente che non conosco. Eppure sembra<br />

tutto così banale. Lo sguardo mi cade su un titolo:“Un gesto estremo: il<br />

suicidio.”“Molta gente” scrive Fernando “si uccide perché trova il coraggio<br />

nel gesto che compie... C’è il suicidio con la droga... C’è quello sparandosi e<br />

poi quello che si impicca. Cosa dire del suicidio? È solamente qualcosa che<br />

esiste nella vita.” Una donna che si firma Veronica si spinge oltre: “Appena<br />

arrivata in ospedale mi sentivo persa... Non accettavo né regole né dottori.<br />

Un giorno ero così stufa e piena di rabbia con il mondo e con me stessa che<br />

presi un temperino lo ruppi tirai fuori la lama e cercai di tagliarmi le vene...<br />

Avevo provato e riprovato ma mi feci dei taglietti da niente allora presi un<br />

reggiseno e lo misi al collo e strinsi così tanto che ero diventata viola, nello<br />

stesso momento entrò nella camera la mia compagna che chiamò subito gli<br />

infermieri che mi portarono in un’altra stanza e mi medicarono le braccia.<br />

Poi mi chiusero in contenzione, legata mani e piedi per farmi riflettere per<br />

quello che avevo fatto, ma io nella mia testa pensavo che appena uscita l’avrei<br />

rifatto. Infatti appena uscita di lì, dopo tre giorni mi sono messa un altro<br />

reggiseno al collo ma se ne accorsero gli infermieri e mi rimisero in<br />

quella stanza che poi alla fine mi fecero capire che stavo sbagliando, infatti<br />

sono qui ora a scrivere.”<br />

Mi sono assopita, cullata dal treno, con questi racconti nella testa e di<br />

nuovo nel sogno è venuta a farmi visita la donna con i capelli lunghi nero<br />

corvino, scalza e triste. La donna che avevo già sognato. Questa volta era sola<br />

in una stanza dalle pareti altissime, bianche di un bianco che abbagliava<br />

gli occhi. Non c’erano voci e suoni, non c’erano grida di popolani assetati<br />

di sangue. La donna se ne stava seduta su un materasso, poco più che un<br />

giaciglio ed era così sola da non riuscire neppure a percepire il contatto del<br />

suo corpo sul letto o la consistenza della parete sulla quale, comunque,<br />

poggiava la schiena. Era talmente sola da non riuscire a sentire nemmeno il<br />

battito del suo cuore o il suo respiro che in qualche modo le avrebbe tenuto<br />

compagnia. “Qualcuno mi aiuterà, qualcuno mi salverà.” Ma la sua era<br />

una solitudine nella quale non c’erano ricordi di una vita, né dolore, né<br />

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