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La gente del posto diceva ninniemu alla plaia, ce ne andiamo alla spiaggia, e<br />
l’avvenimento doveva avere una certa importanza perché i preparativi erano<br />
piuttosto laboriosi. Le borse venivano riempite di asciugamani, costumi, magliette.<br />
E questo in parte si capiva. Non si capiva quanto sarebbe durata la permanenza<br />
alla plaia, perché altre borse, due tre quattro?, venivano riempite di<br />
piatti, bicchieri, forchette e vassoi giganteschi di pasta al forno con le uova sode.<br />
Così abbondanti da far pensare che un esercito si sarebbe sfamato per giorni.<br />
A Maria Grazia che non voleva perdersi la scorpacciata di caramelle con il<br />
nonno, questa storia non garbava. E decise di risolverla con l’astuzia dei suoi pochi<br />
anni. A metà della strada, mentre lo zio Gasparotto sfrecciava con la sua Seicento<br />
azzurra come un cavallo al galoppo, e la zia Raffa se ne stava seduta accanto<br />
a lui con gli occhiali da sole e un fazzolettone a raccogliere i capelli come le<br />
dive al cinema, bene… a un tratto Maria Grazia si mise a urlare. Urlava forte.<br />
Si contorceva. Si teneva la pancia, faceva “ohi, ohi, che dolore” e singhiozzava<br />
con lacrime che sembravano un fiume in piena. Si sforzava così tanto di piangere<br />
che la pancia le faceva quasi male davvero. Insomma una commedia dell’arte.<br />
Lo zio Gasparotto, che era dutturi, ma quel giorno di festa non aveva con sé la<br />
valigetta con quegli attrezzi dentro per sentire cosa c’è nella pancia e non aveva<br />
nemmeno una medicina, decise preoccupato di fare marcia indietro. Appena<br />
rientrati a casa il mal di pancia passò per miracolo e, mano nella mano, con il<br />
nonno Maria Grazia se ne andò a farsi una bella scorpacciata di caramelle alla<br />
bottega dove il signor Turi l’aspettava come una figlia. Il giorno dopo però lo zio<br />
Gasparotto e la zia Raffa tornarono alla carica. Si rifecero i bagagli per la plaia e<br />
questa volta Maria Grazia non poté fare altro che sperare che la Seicento un po’<br />
scassata dello zio, nello sforzo della velocità, esalasse l’ultimo respiro.<br />
Miracolo che non accadde. Alla plaia, una grande distesa di sabbia con cabine<br />
di legno come la città dei sette nani, Maria Grazia scoprì che non era tanto<br />
malvagio stare nell’acqua a sguazzare, a fare salti come una rana schizzando<br />
tutti quelli che passeggiavano sul bagnasciuga, a scappare con stile incerto verso<br />
il largo dove non si toccava, facendo venire il batticuore agli zii. Non volle<br />
cambiarsi il costume e asciugarsi, nonostante l’aria stesse rinfrescando. Scappò<br />
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