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Talvolta le madri uccidono ciò che non sono riuscite ad amare, la loro<br />
stessa identità. Eliminando il loro bambino, spiegano i medici, è come se<br />
cancellassero la loro insoddisfazione ma anche la parte di sé che non amano,<br />
che non riconoscono e che dunque non accettano. Ci sono quelle che straziano<br />
i loro piccoli, ripetendo sul loro corpo ciò che magari hanno subito da<br />
bambine, come le violenze, il dolore degli abbandoni. E ci sono quelle che<br />
vogliono salvarli da un mondo crudele.<br />
Accade qualcosa nella loro testa, come “un clic” nel cervello, ma prima di<br />
quel clic c’è stato sempre qualcosa che gli altri non hanno capito. Nemmeno<br />
i medici. Quelle madri non hanno volti maligni, come pensava Lombroso,<br />
ma solo ombre, battiti di ciglia… chi guarda davvero negli occhi delle madri<br />
che stanno male?<br />
Chi comprende davvero cosa scatta nella mente di una donna un giorno<br />
qualsiasi, di una vita qualsiasi? Cristina Rainer, di Merano, 39 anni, tre bambini,<br />
parlando di se stessa, l’ha chiamato il buio nella mente. È accaduto nell’estate<br />
del 2005. Sono le 9,30 del mattino. Arrivano due telefonate al 118 in<br />
una sequenza da brivido. Nella prima una donna grida “venite, l’ho ucciso”.<br />
Poi la seconda, disperata “fate presto”. Era accasciata su una sedia, stanca, incapace<br />
di parlare. Gli infermieri hanno trovato il piccolo Julian morto, colpito<br />
al collo e all’addome da profonde coltellate. Doveva iniziare la prima elementare.<br />
Il fratellino, di poco più grande, aveva sentito le grida ed era corso<br />
in cucina. Se ne stava rannicchiato sul divano inebetito. Il più piccolo, ancora<br />
in culla, si è salvato. La mamma ha farfugliato che Julian gli aveva risposto<br />
male.“Amavo i miei figli alla follia. Ma Julian mi aveva risposto male. Mi aveva<br />
offeso, capite? E allora quella voce mi ha detto ‘uccidilo’…” E lei ha obbedito.<br />
Con la tazza della colazione ancora in mano, il barattolo della marmellata<br />
appena aperto e rovesciato sul tavolo,fragranti fette biscottate pronte per<br />
essere spalmate divenute briciole. Uno scenario surreale… niente famiglie<br />
felici per la pubblicità in televisione! Niente sorrisi, abbracci e caldi risvegli.<br />
Al commissariato si è sdraiata su un divano. Ha detto: “no grazie, sto bene,<br />
non voglio medicine” e tutti ancora una volta sono caduti nell’inganno.<br />
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