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volte viene giù. Per questo chi è come una quercia ha timore delle intemperie.<br />
Ecco alcune donne sono così anche nella terapia. Sembrano forti e dure.<br />
Non vogliono guardarsi dentro per paura di spezzarsi…”<br />
Mi parla di depressione,di psicosi.Categorie scientifiche.Anche lui sa benissimo<br />
che la storia di ogni donna che uccide è un evento a sé. Ogni volta,<br />
un’altra volta anche se tutto sembra uguale,come il rigido protocollo che segna<br />
l’ingresso nella casa delle madri che hanno ucciso.<br />
“Di solito mi arriva una chiamata dalla portineria. Dottore c’è un nuovo<br />
arrivo. C’è solo il tempo di percorrere il vialetto che dal padiglione delle<br />
donne conduce all’ingresso per essere invaso da una serie di interrogativi, timori,<br />
curiosità. Chi sarà, da dove viene, come si è comportata durante il<br />
viaggio? Sarà tranquilla?”<br />
“Davanti alla portineria” racconta il dottor Esti “sempre la stessa ombra<br />
cupa e fredda del cellulare. Gli agenti penitenziari in divisa, la consegna dei<br />
documenti e delle cartelle sanitarie redatte da chi ha prestato i primi soccorsi.<br />
E l’ordine del caposcorta ‘falla scendere’.”<br />
Il dottore che cura le donne le ha sempre viste così. Impaurite, disorientate,<br />
salgono faticosamente una rampa di scalini verso la direzione, uno zainetto<br />
in spalla con le poche cose della loro vita. Restano in silenzio ad attendere<br />
la registrazione dei documenti. E solo quando vedono avvicinarsi gli<br />
infermieri con i camici bianchi trovano la forza di chiedere: “ma qui non ci<br />
sono le guardie. Ma dove mi avete portata? Questo non è un carcere?”Paura<br />
e sollievo, quando vedono la piscina azzurra circondata da pini e i campi da<br />
tennis.“Ma chi usa queste cose?” chiedono.<br />
“Sono per voi” è la risposta degli infermieri che hanno nella voce una<br />
punta di orgoglio.<br />
E ancora una domanda:“ma qui non ci sono celle?”“No, qui ci sono stanze.<br />
Alcune hanno il bagno, altre no.Vede c’è un tavolino e l’armadietto.”<br />
L’arrivo di una donna nella casa non è quasi mai un segreto né può passare<br />
inosservato in un ambiente così piccolo. La comunità delle madri che<br />
hanno vissuto lo stesso orrore è pronta ad accoglierla.<br />
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