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Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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“Stava lì, seduto in salotto, stanco alla fine della giornata di lavoro. Mi sono<br />

avvicinata, ho tentato di dire qualcosa… ma non ricordo molto... Sono<br />

stata zitta… che cosa avrei potuto dire?”<br />

Mi spiega che quella notte non è riuscita a prendere sonno. Lo sguardo al<br />

soffitto, la bambina, che da qualche tempo aveva iniziato a dormire sola nella<br />

sua stanzetta, ben stretta accanto a lei. Tutta la notte nel lettone. Una parte<br />

non scindibile di sé. Una parte della sua follia. Inutile cercare di chiedersi<br />

in quali territori sia andata la mente di Manuela in quelle ore, quali deliri le<br />

abbiano fatto compagnia, consiglieri supremi e padroni della sua volontà.<br />

Perché tutto deve esserle sembrato estremamente necessario. Una missione<br />

da compiere. A ogni costo. Stringendo Debora al petto in quel lungo abbraccio<br />

letale, fino ai rintocchi dell’alba, in un sussurro Manuela deve aver<br />

consegnato alla piccola Debora la sua folle promessa. “Ti porterò con me,<br />

non ti lascerò sola”. Un viaggio nell’inferno.<br />

La mattina dopo Debora piangeva, ricorda Manuela, non voleva andare a<br />

scuola, faceva i capricci come li fanno tanti bambini, non voleva vestirsi.<br />

Una triste inquietudine. Manuela dentro di sé covava quel morbo, pensava<br />

“non posso mandare la mia bambina a scuola, dove soffrirà, dove qualcuno<br />

potrebbe farle del male, dove forse c’è il lupo cattivo… non posso consegnarla<br />

ai suoi aguzzini…”<br />

Deve salvarla. Quella mattina rimane a casa. C’è lo sciopero dei treni e<br />

contrariamente al solito non è il marito ad accompagnare la bambina a<br />

scuola.<br />

Di quella mattina il marito, interrogato dagli inquirenti, racconta: “sono<br />

uscito alle 8.30. Mia moglie mi aveva semplicemente detto che a causa dello<br />

sciopero dei treni non sarebbe andata al lavoro e che quindi avrebbe accompagnato<br />

lei la bambina all’asilo.”<br />

Manuela resta sola con i suoi tormenti, nella casa nella quale Debora sarebbe<br />

dovuta diventare grande. Mano nella mano Manuela l’avrebbe accompagnata<br />

un giorno alle elementari. La scuola con i compiti. I libri da infilare<br />

nello zaino. Il suono della campanella:“su, corri Debora, se no fai tar-<br />

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