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Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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“No… era tanto tempo fa... L’ho persa di vista. Mi piace soltanto il nome.”<br />

Per sua figlia, la bimba che ha ucciso, sceglie il nome Debora. Senza dare<br />

altre spiegazioni.<br />

E siamo rimaste sole.<br />

Facce<br />

Mi sono chiesta decine di volte durante il viaggio in treno da Roma a Castiglione<br />

che faccia ha il dolore. Se ha gli occhi storti, il naso deforme, i capelli<br />

appiccicati di quella signora che, avevo forse quindici anni, saliva ogni<br />

giorno alla stessa fermata dell’autobus davanti alla mia scuola e imprecava<br />

contro noi ragazze che scappavamo da un sedile all’altro. Cercavamo di non<br />

farci vedere, strattonandoci, sghignazzando. Lei diceva parole turpi e le gridava<br />

proprio a noi che non le avevamo fatto nulla. Urlava zoccole, che a Roma<br />

come molti sanno significa donne di malaffare. Bastava che l’occhio<br />

storto le saettasse su una di noi, la meno agile in quell’assurdo gioco a nascondino,<br />

se l’autista frenava a un semaforo o a una curva, per beccarsi una<br />

raffica di parolacce degne di uno scaricatore di porto. C’era sempre però<br />

qualcuno informato più degli altri tra i passeggeri in grado di spiegare ai<br />

nuovi arrivati : “poveretta. Un giorno di punto in bianco il marito l’ha lasciata<br />

per un’altra più giovane e lei è impazzita.”<br />

Ad Anita, credo si chiamasse così, noi ragazzine fresche, colorate di magliette<br />

alla moda, i pantaloni scampanati, i capelli lunghi e scomposti, lo<br />

sguardo ingenuo, non come le lolite di adesso, dovevamo comunque sembrare<br />

voraci maliarde e intriganti seduttrici… le sirene colpevoli della sua<br />

sofferenza. E lungo il tragitto, poche fermate d’autobus che l’avrebbero condotta<br />

nella solitudine della sua casa, la povera donna gridando e imprecando<br />

diventava sempre più brutta e con gli occhi sempre più storti.<br />

Pensando al dolore mi sono ricordata anche del volto invasato, i capelli<br />

ritti in testa, gli occhi sgranati e i denti rossi di gengive malate, di quell’altro<br />

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