Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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30.05.2013 Views

Perché le risposte non ci siano state è un lungo discorso. Le persone non specializzate sanno troppo poco di questi problemi. Grazie anche alla tv sappiamo come sono fatti gli anelli di Saturno e il Grand Canyon ma non c’è informazione sulle malattie della mente tranne i soliti luoghi comuni: “il raptus” o “era in cura per depressione”. A tutto questo fa riscontro una miriade di luoghi comuni sulla “mamma che è sempre la mamma”. Un ipotetico senso innato della maternità, come se il rapporto con la nascita, con la realtà del neonato e del bambino piccolo fosse un fatto ovvio e non una delle situazioni certamente più belle ma anche più complesse e impegnative di tutta l’esistenza. Da parte degli addetti ai lavori, poi, s’incontra una strana scissione. Ci sono quelli che dicono chiaro e tondo, angosciando tutti, che purtroppo c’è un assassino potenziale in ciascuno di noi. Il male, appunto - dicono - è dentro di noi e non c’è niente da fare. Altri sostengono che la pazzia non c’è, al massimo è una stranezza, e comunque i matti non sono mai pericolosi. Ed è vero che muoiono molte più persone nel traffico che per mani di persone psicotiche. Tuttavia i delitti per psicosi accadono e la gente non si capacita: come può accadere che?.... Per questo penso che esiste un legittimo interesse della società affinché si faccia ricerca psichiatrica. Cosa che in Italia avviene poco per il malfunzionamento delle Università e per via della riforma psichiatrica del 1978 che da un lato ha avuto il grande merito di pretendere modi civili nel rapporto con i malati ma - purtroppo - ha anche affermato che la malattia mentale in fondo non esiste. E non si può fare ricerca su quello che non esiste. Non che negli altri paesi vada poi tanto meglio. Si cercano nuove molecole per gestire meglio la psicosi e se certi farmaci placano la mente cosciente si deduce che è la mancanza di queste molecole a causare la pazzia. Come dire: se mi ubriaco dimentico che non posso sopportare il Signor C. Concludo che il Signor C. mi sta antipatico perché di solito non c’è abbastanza alcool nel mio cervello! 118

Forse, però, non siamo costretti ad accontentarci di affermazioni così tristi. Un momento per me particolarmente toccante nel racconto di Adriana è la scena della bambina quando nota che la Signora Concetta, proprietaria della focacceria, non c’è più.“La bambina - cito testualmente - per qualche ragione profonda aveva da tempo iniziato a pensare che le persone apparivano e scomparivano senza molte spiegazioni. Un po’ c’erano un po’ non c’erano”. Non c’erano. Assenza è forse la parola chiave che può aprire le porte a una ricerca che non ha bisogno di postulare malattie geneticamente determinate. Concetta è scomparsa e non c’è nemmeno la bella signora dai capelli scuri. Queste banali constatazioni diventano ricerca quando si fanno due considerazioni. La prima: quale può essere la reazione all’assenza di chi si sente abbandonato? E se fosse una reazione interna catastrofica? Nel caso peggiore, dentro, scompare l’immagine della persona che non c’è e viene annullato tutto l’amore e tutto l’odio che si aveva per lei. Il rimedio è ancora più violento dell’aggressione subita. Tu per me non sei mai esistito. Ma non basta, così la ricerca sta su una gamba sola. La seconda considerazione è che dobbiamo approfondire la parola assenza. Può essere assente anche chi materialmente c’è. Questo accade quando non dà le risposte giuste, o quando, per esempio, non coglie le esigenze del bambino che non vuole solo pasti nutrienti e tutine morbide ma pretende lo spessore umano degli altri. Quando questo spessore non c’è - negli adulti attorno, nella società, nel pensiero dominante - noi psichiatri parliamo di anaffettività e dissociazione nascoste in persone perfettamente funzionanti. Ed è lì che nasce la malattia mentale: quando il bambino per difendersi dal disumano negli esseri umani, s’annulla dentro. Buio, vuoto, cocci scomposti. Poi, una volta grandi, non sarà facile affrontare i propri figli che chiedono a loro volta un’umanità perduta da tempo. 119

Perché le risposte non ci siano state è un lungo discorso.<br />

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sempre la mamma”. Un ipotetico senso innato della maternità, come se il<br />

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Da parte degli addetti ai lavori, poi, s’incontra una strana scissione. Ci<br />

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un assassino potenziale in ciascuno di noi. Il male, appunto - dicono - è<br />

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Altri sostengono che la pazzia non c’è, al massimo è una stranezza, e comunque<br />

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persone nel traffico che per mani di persone psicotiche. Tuttavia i delitti<br />

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Per questo penso che esiste un legittimo interesse della società affinché<br />

si faccia ricerca psichiatrica. Cosa che in Italia avviene poco per il malfunzionamento<br />

delle Università e per via della riforma psichiatrica del 1978<br />

che da un lato ha avuto il grande merito di pretendere modi civili nel rapporto<br />

con i malati ma - purtroppo - ha anche affermato che la malattia<br />

mentale in fondo non esiste. E non si può fare ricerca su quello che non<br />

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Non che negli altri paesi vada poi tanto meglio. Si cercano nuove molecole<br />

per gestire meglio la psicosi e se certi farmaci placano la mente cosciente<br />

si deduce che è la mancanza di queste molecole a causare la pazzia.<br />

Come dire: se mi ubriaco dimentico che non posso sopportare il Signor C.<br />

Concludo che il Signor C. mi sta antipatico perché di solito non c’è abbastanza<br />

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