Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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30.05.2013 Views

dal “buco dell’ozono”che, continuava a gridare agli agenti esterrefatti, avrebbe riservato giorni di agonia ai suoi cari e al mondo intero.Uccidendoli avrebbe evitato tante sofferenze. È stato soffocato nel sonno con un cuscino da un altro paziente dell’ospedale psichiatrico. Nel buco della sua stanza. Dicono che anche quella notte soffiasse un vento maledetto e facesse freddo. Per qualche tempo a Castiglione,anche se nessuno vuole ammetterlo,non si parlò d’altro. Anche questa volta le cose non sono andate tanto bene. Le donne del reparto arcobaleno sono rimaste ammutolite a rimuginare ore e ore su quel letto rimasto vuoto nella camera in fondo al corridoio. Gli sguardi si sono fatti sfuggenti. Soltanto dialoghi a mezza bocca all’ora del caffé.Ad alcune sono riapparsi i demoni. Altre si sono sentite più deboli, le gambe molli... e per il medico di guardia sono state notti difficili. Preparativi Tra non molto a Castiglione arriverà il Natale e la frenesia prende anche qui dentro. Si fanno mille progetti. I ragazzi dell’atelier di pittura per esempio, stanno organizzando una cena. Alcuni quadri, le opere ritenute più belle,sono stati venduti all’esterno grazie al lavoro dell’associazione che ha creato la signora Silvana e così i soldi verranno dati agli autori e in parte utilizzati per chi frequenta l’atelier. È stato contattato un ristorante e nel pranzo, che verrà portato dentro l’ospedale, c’è la paella e tutto quel ben di Dio che si può mangiare nelle feste comandate… persino, per la prima volta, una coppa di spumante per brindare, in realtà appena un sorso per bagnarsi le labbra, perché le terapie non consentono di mischiare i farmaci alle bevande alcoliche. Ci sarà l’albero di Natale, come in ogni casa, e chi è fidanzato si scambierà regali. Gli educatori si vestiranno da babbo natale e andranno a distribuire caramelle e dolci anticipando il lavoro della befana,un po’come si fa con i bambini. Ci sarà per tutti una tombolata nella grande sala del bar centrale. Dentro ci possono stare quasi duecento persone. E il barista, come l’anno scorso, 108

tenterà di organizzare una grande orchestra per chi vuole ballare. I pazienti che stanno meglio potranno andare via per qualche giorno.I familiari,anche quelli che non si vedono tanto spesso in ospedale psichiatrico, si faranno vivi perché a Natale un conforto non si nega a nessuno. Sarà un bel Natale, giurano tutti. Ma ogni giorno che passa, mentre l’aria sembra già riempirsi di melodie, suoni di zampogne e odore fragrante di panettone, c’è chi inizia a tremare un po’, a sentire lo stomaco chiuso e quel groppo nella gola che non fa deglutire. Come sanno bene i medici le ricorrenze possono essere nefaste per un malato psichiatrico. E specialmente il Natale, con tutta la liturgia della bontà e lo sfavillio dei buoni sentimenti. Torneranno ad affacciarsi nel ricordo le letterine dei bambini, quelle dei più grandicelli che sapevano scrivere. “Cara mamma e caro papà, vi voglio tanto bene e siccome sono stato buono vorrei che babbo natale mi portasse il game boy… oppure… oppure la playstation... Oppure...” e via una sfilza interminabile di giocattoli. Dei più piccini si ricorderanno gli angioletti fatti di cartoncino,tutto oro e porporina, che si sgrana attaccandosi lucente alle mani e ai vestiti. Regalini che le maestre hanno confezionato con i bambini per settimane e settimane. Un coro di angioletti che canta nel cielo con la faccia birichina.E come potrà sentirsi buono, chi ha ucciso il proprio figlio? Verranno a riempire il sonno di incubi i ricordi di abbracci che non ci sono più e gli odori di notti trascorse fino al mattino tardi a crogiolarsi tra le coperte, gridolini di bambini che saltellano accanto all’albero dopo che babbo Natale è passato facendo il suo dovere… e lo stropiccio della carta da regali, una montagna di fiocchi e nastri, il risuonare di pianti di bambolotti che sembrano veri, robottini, che parlano come umani e camminano per casa, microfoni che risuonano di canzonette urlate da chi ha appena scartato “il canta tu”. E ore piene di rumori che sanno di casa. Sarà la notte di Natale, infine, silenzio nelle stanze dove ogni donna andrà a dormire rigirando tra le mani la foto del proprio bambino, seduta sul letto. Una notte strana, lunghissima. Aspettando domani. 109

tenterà di organizzare una grande orchestra per chi vuole ballare. I pazienti<br />

che stanno meglio potranno andare via per qualche giorno.I familiari,anche<br />

quelli che non si vedono tanto spesso in ospedale psichiatrico, si faranno vivi<br />

perché a Natale un conforto non si nega a nessuno.<br />

Sarà un bel Natale, giurano tutti. Ma ogni giorno che passa, mentre l’aria<br />

sembra già riempirsi di melodie, suoni di zampogne e odore fragrante di panettone,<br />

c’è chi inizia a tremare un po’, a sentire lo stomaco chiuso e quel<br />

groppo nella gola che non fa deglutire. Come sanno bene i medici le ricorrenze<br />

possono essere nefaste per un malato psichiatrico. E specialmente il<br />

Natale, con tutta la liturgia della bontà e lo sfavillio dei buoni sentimenti.<br />

Torneranno ad affacciarsi nel ricordo le letterine dei bambini, quelle dei più<br />

grandicelli che sapevano scrivere.<br />

“Cara mamma e caro papà, vi voglio tanto bene e siccome sono stato buono<br />

vorrei che babbo natale mi portasse il game boy… oppure… oppure la<br />

playstation... Oppure...” e via una sfilza interminabile di giocattoli. Dei più<br />

piccini si ricorderanno gli angioletti fatti di cartoncino,tutto oro e porporina,<br />

che si sgrana attaccandosi lucente alle mani e ai vestiti. Regalini che le<br />

maestre hanno confezionato con i bambini per settimane e settimane. Un<br />

coro di angioletti che canta nel cielo con la faccia birichina.E come potrà sentirsi<br />

buono, chi ha ucciso il proprio figlio?<br />

Verranno a riempire il sonno di incubi i ricordi di abbracci che non ci sono<br />

più e gli odori di notti trascorse fino al mattino tardi a crogiolarsi tra le coperte,<br />

gridolini di bambini che saltellano accanto all’albero dopo che babbo<br />

Natale è passato facendo il suo dovere… e lo stropiccio della carta da regali,<br />

una montagna di fiocchi e nastri, il risuonare di pianti di bambolotti che<br />

sembrano veri, robottini, che parlano come umani e camminano per casa,<br />

microfoni che risuonano di canzonette urlate da chi ha appena scartato “il<br />

canta tu”. E ore piene di rumori che sanno di casa.<br />

Sarà la notte di Natale, infine, silenzio nelle stanze dove ogni donna andrà<br />

a dormire rigirando tra le mani la foto del proprio bambino, seduta sul letto.<br />

Una notte strana, lunghissima. Aspettando domani.<br />

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