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Mitra & mandolino IMPAG. - Gaffi

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“Allora che cosa diamo a questa bella bambina? Il cartoccio grande o quello<br />

piccolo?” diceva Turi mentre piegava la carta spessa a mò di imbuto. Ma era<br />

una domanda tanto per dire, perché Turi puntualmente le preparava la confezione<br />

più grande. E quando il cartoccio sembrava scoppiare le riempiva le tasche.<br />

E poi le mani. E la bocca. Sgocciolante di saliva per il troppo masticare. E<br />

per la felicità.<br />

Fu al ritorno da una di quelle passeggiate, quiete, per avere il tempo di<br />

mandar giù quei pesciolini dispettosi che le guizzavano tra i denti neri di liquirizia,<br />

che un giorno, lasciandosi alle spalle la piazza e girando l’angolo<br />

verso la grande casa del nonno, sentì voci che bisbigliavano. Bisbigli che al suo<br />

orecchio di bambina arrivarono nitidi. Dicevano: “povera piccola… la sua<br />

mamma sta tanto male…”. Maria Grazia, pur nell’ingenuità dei suoi anni,<br />

non ebbe dubbi. Parlavano di lei e della sua mamma. E di una malattia che<br />

lei non conosceva e doveva essere cosa assai brutta se quegli uomini ne avevano<br />

parlato mesti e rassegnati. Forse per questo un giorno lontano, tantissimo<br />

tempo dopo, quando i ricordi sembravano ormai svaniti, Maria Grazia<br />

avrebbe cercato di capire… Quel male che spegne lo sguardo. E a volte arriva<br />

a uccidere.<br />

Il viaggio<br />

Era pomeriggio quando sono arrivata la prima volta a Castiglione delle<br />

Stiviere in una giornata di primavera splendida, improvvisamente troppo<br />

calda, la luce che ferisce gli occhi. E i colori. Li ho guardati dal treno. La testa<br />

obliqua sul finestrino per chilometri e chilometri. Il buio delle gallerie, paesi<br />

inerpicati su rocce marroni e torrenti grigi e d’un tratto lampi di azzurro<br />

su pianure gialle senza fine. Macchie di case solitarie e formiche di uomini<br />

chine al lavoro nei campi.<br />

Quando il treno mi ha lasciata sull’asfalto appiccicoso di una piazza sconosciuta<br />

ho costeggiato il lago. Il Garda. Il più verde che abbia mai visto.<br />

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