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Soltanto quando gira l’angolo e se ne va mi rendo conto che quel ragazzone<br />
con la giacca a vento, la faccia pulita e l’aria sicura è Ferdinando Carretta.<br />
L’uomo che a Parma nel 1989 massacrò la sua famiglia, padre, madre e<br />
fratello. Li uccise, li tenne qualche giorno nella vasca da bagno dell’appartamento.Poi<br />
li seppellì in una discarica anche se i corpi non sono mai stati trovati.Fu<br />
uno dei più grandi misteri di quegli anni.Dei Carretta scomparsi nel<br />
nulla si favoleggiava che fossero ai Caraibi a godersi i beni di famiglia. Ma le<br />
cose non erano andate così. Fu rintracciato quasi per caso a Londra nove anni<br />
dopo e un giornalista, questo sì uno scoop, raccolse la sua testimonianza.<br />
Uno shock mediatico. Ricordo benissimo cosa accadde nelle redazioni dei<br />
telegiornali. Per la prima volta un figlio raccontava lo sterminio della sua famiglia<br />
all’ora di cena. Lo guardavamo anche noi, in piedi davanti ai televisori,<br />
immobili e scrutavamo i suoi occhi pensando, da giornalisti, che avremmo<br />
capito qualcosa di più.“Vedi” suggeriva qualcuno “ha sbattuto le ciglia.<br />
Significa che ha detto una bugia. E guarda come piega la testa…”<br />
Furono intervistati psichiatri per decifrare le espressioni del suo volto, il<br />
ghigno sulle labbra, le mani che si muovevano nell’aria dinanzi alle telecamere.<br />
Ma la verità è che il killer aveva la faccia più normale del mondo. Una<br />
faccia da bravo ragazzo.Aveva vissuto a Londra con il sussidio di disoccupazione<br />
e qualche lavoretto ogni tanto. Non negò nulla. Disse di averli uccisi<br />
perché li odiava. Il padre in particolare. Troppo attento a prendersi cura del<br />
fratello più piccolo che era tossicodipendente. Un odio covato in una vita all’apparenza<br />
come le altre. Al processo venne assolto perché ritenuto incapace<br />
di intendere e di volere e affidato a una struttura di cura e riabilitazione.A<br />
Castiglione dunque. Tra breve andrà via per usufruire del regime di semilibertà.<br />
Dicono che sia bravo a usare il computer, se la cava con l’economia,<br />
parla ovviamente bene l’inglese, e disegna. Nel corridoio del centro di continuità<br />
riabilitativa ci sono alcuni suoi lavori. Ha una bella mano, dal tratto<br />
leggero. Sembrano miniature in bianco e nero. E poi c’è la firma. Così famosa.<br />
Una bella scrittura, limpida, ben leggibile: Ferdinando Carretta. Gli educatori<br />
sostengono che anche qui è un leader. I primi tempi gli arrivavano an-<br />
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