30.05.2013 Views

Isgrò, aforismi e intervista - Gruppo bancario Credito Valtellinese

Isgrò, aforismi e intervista - Gruppo bancario Credito Valtellinese

Isgrò, aforismi e intervista - Gruppo bancario Credito Valtellinese

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

alle cancellature bianche di certi periodi, che sono delle<br />

immagini vere e proprie - che io arrivavo alla pittura. E<br />

nel momento in cui c’era una riscoperta della pittura,<br />

siccome io avevo la nostalgia di non potermi chiamare<br />

pittore, non mi parve vero di poter attingere alle forze<br />

pittoriche attraverso un gesto apparentemente negativo<br />

come la cancellatura. Perché quello che rimane<br />

sotto la cancellatura è pur sempre un’immagine. È<br />

un’immagine pittorica. Si possono ottenere addirittura<br />

degli effetti materici. A volte l’ho fatto, altre no. Lo<br />

rifarò forse. Quindi io non ho nessun pentimento<br />

pittorico, perché il mio dramma non è quello di<br />

assomigliare a un concettuale puro. Il mio problema è<br />

fare quello che la mia coscienza di artista mi detta di<br />

fare. Alcuni critici, quando mi hanno scoperto, quando<br />

hanno visto le prime cose, erano stupiti di questa mia<br />

svolta. E io lo prendevo come un complimento, poiché<br />

erano sinceramente stupiti. Non credo che nell’arte<br />

ci sia un regresso o un progresso. È il senso delle cose<br />

che conta, è come arrivi alle cose. Io non sono arrivato<br />

a queste soluzioni pittoriche, chiamiamole così, se<br />

non in via concettuale. Volevo scoprire una cosa, ma<br />

ne scoprivo poi un’altra. Non sono il tipo che torna<br />

indietro.<br />

m.m.<br />

A rigor di logica non potresti e non dovresti nemmeno parlare<br />

di sconfinamento pittorico. Se ti sei tenuto aperto tutte le<br />

possibilità, non c’è modo di sconfinare. Non c’è nessun tipo di<br />

sconfinamento, perché tutti i territori sono tuoi.<br />

e.i.<br />

I risultati pittorici, questo mio bisogno di pittura, mi<br />

sembrava che il concettuale non potesse darmeli. Sentivo<br />

il bisogno di un’arte più felice. Non amo la pitturaccia,<br />

la banalità. Ma l’arte concettuale per me era prevedibile.<br />

Probabilmente nessuno ammetterà mai di avere<br />

imparato qualcosa da me. Ma io ho imparato un po’ da<br />

tutti. Come una spugna.<br />

m.m.<br />

Pensando a te come una sorta di monolite alla Kubrick ( perché<br />

non si può non identificarti come una specie di cifra), parliamo<br />

di qualcosa di apparentemente lontanissimo da tutto ciò come la<br />

tua scultura.<br />

e.i.<br />

Anche quella è stata una cosa preterintenzionale. Volevo<br />

ottenere una cosa, ne ottenni un’altra.<br />

55<br />

m.m.<br />

Volevi fare un disegno materico e ti è uscita una scultura?<br />

e.i.<br />

No. Fu uno stato di necessità. L’idea della scultura<br />

è nata così: nella mia città avevano dei problemi. Mi<br />

dissero di fare qualcosa. Pensai di fare un quadro.<br />

Mi chiesero invece di fare qualcosa all’aperto, che<br />

potesse dare un segnale di riscossa dai problemi.<br />

Mi chiesi cosa fare. Io non ero uno scultore. Hanno<br />

insistito.<br />

Decisi allora: a Barcellona di Sicilia, dove sono nato,<br />

c’è la piazza della vecchia stazione, da cui partivano<br />

i treni per Parigi, Londra, Milano, carichi di essenze<br />

per i profumieri. Era ancora una terra di produttori,<br />

di agrumai. Le donne andavano a lavorare di notte per<br />

loro. Cavavano le essenze dalla buccia. Era un paese<br />

florido per l’epoca. Pensai ad un segnale di riscossa.<br />

Mi è venuta l’idea del seme d’arancia. Ho preso un<br />

seme d’arancia e decisi di farlo in grande. La cosa<br />

ha funzionato. Non c’erano intenti estetici. Ma ha<br />

funzionato. Fui molto sorpreso quando sul giornale<br />

lessi dello “scultore <strong>Isgrò</strong>”.<br />

Tuttavia, a Barcellona persi credibilità. Finché ero un<br />

professore, uno che scriveva, al massimo un pittore ero<br />

rispettato. Come scultore non so. Mi sono accorto però<br />

che nel mio lavoro c’erano valenze scultoree.<br />

m.m.<br />

Che differenza c’è tra il tuo fuori scala e il fuori scala per<br />

esempio americano di Oldenburg?<br />

e.i.<br />

Che il risultato è formalmente diverso. È quello che<br />

conta. Tutti gli artisti ingrandiscono, rimpiccioliscono.<br />

Non ho trasformato in una teoria l’ingrandimento del<br />

seme. In quel caso ho mirato al sodo. Sono uscito per<br />

una volta dall’arte. Dall’arte intesa come tecnica. Il<br />

risultato formale è diverso, come formalmente è diverso<br />

il particolare ingrandito.<br />

m.m.<br />

Hai usato molte volte questo termine: “formalmente”…<br />

e.i.<br />

Nell’arte non conta la processualità. Conta il risultato.<br />

Aveva ragione Picasso quando diceva: “io non cerco,<br />

trovo”. Le buone intenzioni non mi interessano. Mi<br />

interessa il risultato.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!