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Isgrò, aforismi e intervista - Gruppo bancario Credito Valtellinese

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m.m.<br />

Sai, Emilio, è importante pensare in prospettiva storica, perché<br />

la prospettiva storica prende gli assunti generali di infiniti<br />

episodi particolari, e con quelli e di quelli costruisce una visione<br />

del periodo, trascurando le distinzioni sottili che magari, nel<br />

momento in cui venivano, assumevano per i protagonisti<br />

caratteristiche di vita o di morte. Tralasciando i motivi<br />

personali contingenti – rivalità, passioni, concorrenza tra artisti<br />

- credo sia accaduto questo, in quegli anni: i movimenti, tra cui<br />

il concettuale, come tutte le cose in quel momento, miravano ad<br />

essere sempre più puri, cioè a raggiungere un’idea di purezza<br />

assoluta, a qualsiasi costo (come Robespierre per il quale “la<br />

virtù passa attraverso il terrore”…)<br />

e.i.<br />

Questo è vero. Infatti uno dei contestatori del<br />

concettuale, un poeta visivo, ha detto una volta: “l’arte<br />

concettuale è una forma di poesia visiva depurata,<br />

49<br />

sterilizzata”. Non so se questo è vero, ma in parte lo<br />

sforzo di qualche concettuale è stato questo. La poesia<br />

visiva tendeva a riversarsi al di fuori del proprio ambito<br />

dedicato all’opera, mentre l’arte concettuale, forse per<br />

distinguersi dalla poesia visiva, portava avanti un discorso<br />

tautologico. Verso la fine ci sono state esperienze<br />

concettuali che erano poesie visive tali e quali.<br />

m.m.<br />

Di fatto, da parte loro i concettuali avevano individuato bene<br />

le differenze tra te – e qualcuno con te, come Ketty La Rocca – e<br />

quell’idea tautologica di purezza: tu non sei tautologico, non<br />

sei autoreferenziale, e la parola e il suo uso per te è una finestra<br />

sulla realtà.<br />

e.i.<br />

È chiaro che loro da me e da altri dovevano cercare<br />

una differenza. Se non altro per il fatto che io venivo

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