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Isgrò, aforismi e intervista - Gruppo bancario Credito Valtellinese

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pretendevano molti artisti, che pensavano che per aver<br />

fatto un’opera il giorno dopo sarebbe scoppiata una<br />

nuova Rivoluzione Francese, non mi è mai appartenuto.<br />

Tanto è vero che sono sempre stato un uomo tutto<br />

sommato prudente. Come artista. Anche se ho fatto delle<br />

innovazioni, o almeno così le considero, che esigevano<br />

un certo coraggio. Ma sono sempre stato un uomo molto<br />

cauto. Tu guarda il percorso del mio lavoro. Ho una cosa<br />

e ne inseguo un’altra con conseguenza assoluta.<br />

Ti dirò di più. Quella rivoluzione permanente che molti<br />

predicavano al tempo delle barricate sessantottesche,<br />

che non era possibile nell’azione politica, era possibile<br />

però nel mondo dell’arte, come specchio di una<br />

realtà mutevole. Quindi come rappresentazione. Lì si<br />

che andava bene. Picasso ce ne aveva dato un grande<br />

esempio. Per questo io mi sono sempre nutrito di una<br />

certa struttura, di certi modi linguistici che venivano<br />

dalle grandi lezioni delle avanguardie. Però ho sempre<br />

considerato il grande Picasso capace di resistere al<br />

mercato attraverso l’aiuto del mercante Kahnweiler.<br />

In questo è stato superbo. Non so se Andy Warhol sia<br />

riuscito a fare altrettanto.<br />

m.m.<br />

Forse il suo scopo non era quello. Non aveva questa intenzione.<br />

Non è che uno fallisce nel suo intento o non fallisce.<br />

Probabilmente il suo scopo era un’altra faccenda. Non possiamo<br />

giudicare Warhol secondo i nostri metri.<br />

e.i.<br />

Non mi riferisco a Warhol stesso, che indubbiamente è<br />

stato un’artista di carattere. Mi riferisco ad una lettura<br />

che ne è stata data anche negli Stati Uniti. È un’altra<br />

cosa. Sono realtà divergenti, come sono divergenti gli<br />

Stati Uniti e l’Europa. Noi europei bene o male ad un<br />

certo punto siamo sempre costretti ad incrociare Kant.<br />

m.m.<br />

Tu vedi sempre tanto questa differenza tra Europa e America…<br />

e.i.<br />

Io non la vedo tanto. Me la auguro, perché la storia non<br />

finisca. Ma in parte c’è. Io lavoro contro quel modello<br />

unico.<br />

m.m.<br />

È però vero che entrambe queste cose fanno parte della cosiddetta<br />

“arte occidentale”. Quindi evidentemente una matrice comune<br />

esiste.<br />

45<br />

e.i.<br />

Certo che esiste. Il problema è questo: come gli Stati<br />

Uniti si sono intellettualmente distaccati dall’Europa,<br />

dopo avere imparato dall’Europa. Pensa a tutti gli<br />

artisti americani che vivevano a Parigi negli anni ‘20,<br />

così adesso l’Europa sarà forse costretta a distaccarsi<br />

dalla matrice americana dopo però averne imparato la<br />

lezione più importante, che è quella di una visione meno<br />

ideologica dell’arte, che noi europei abbiamo invece<br />

avuto. Non dimentichiamo infine una cosa: i movimenti<br />

sono una cosa, poi ci sono le individualità degli artisti.<br />

Cioè, ci sarà poi un’arte americana, o un’arte europea<br />

davvero? Ci sono invece degli individui artisti che ti<br />

dicono di non pensare che l’individuo conti in un’epoca<br />

in cui i grandi capitali della finanza planetaria si<br />

connotano come individui, sia pure nascosti dietro ai<br />

computer. Pensa alla figura di Bill Gates.<br />

m.m.<br />

Quindi tu hai ancora fiducia in questa idea dell’individuo?<br />

e.i.<br />

Assoluta, assoluta! Non saranno gli europei a far<br />

naufragare il mondo, o i cinesi, o gli Stati Uniti. Saranno<br />

gli individui che faranno o non faranno certe cose.<br />

m.m.<br />

Hai spesso usato, spesso si usa, e tu lo usi, il termine<br />

“ideologico” ed “ideologia” nei confronti della tua arte, della<br />

tua poetica. Dici “Ho avuto un atteggiamento ideologico, l’arte<br />

europea ha un atteggiamento più ideologico, quella americana<br />

meno ideologico”…vogliamo focalizzare questo termine e<br />

tentarne una definizione attuale?<br />

e.i.<br />

È chiaro che non ho mai avuto un atteggiamento<br />

ideologico nel mio fare arte. Basta guardare le opere e si<br />

vede che non c’è questo atteggiamento. Però certamente<br />

ho sposato in certi anni delle posizioni politiche:<br />

ero di sinistra, credevo nel mutamento. Non ero un<br />

sessantottino, però i sessantottini mi consideravano uno<br />

dei loro. Mi invitavano spesso alle sfilate e io qualche<br />

volta ci andavo pure. Mi sono ritrovato in due o tre.<br />

Certamente ho condiviso meno l’atteggiamento incline<br />

alla violenza che ad un certo punto è stato indotto da certi<br />

personaggi del ‘68, giusto o sbagliato, a ragione o torto,<br />

non lo so… Ma si è avuta questa sensazione. Io penso<br />

che l’arte è violenza allo stato puro, che annulla ogni<br />

altra violenza, cioè credo al potere catartico, aristotelico

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