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Isgrò, aforismi e intervista - Gruppo bancario Credito Valtellinese

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e.i.<br />

Io che venivo dalla letteratura non avevo bisogno<br />

di usare il termine mentale. Mi sforzavo di dare<br />

all’immagine la stessa mobilità della parola. Ti dirò che<br />

non conoscevo neanche Matisse. Lo devo confessare. Ma<br />

quando vidi Matisse, fu da lui che venni ispirato.<br />

Quando Filiberto Menna mi fece la prefazione per la<br />

mostra a Parma, fui io a suggerirgli di guardare Matisse<br />

per il mio lavoro. Trovo Matisse molto intrigante per<br />

24<br />

il rapporto tra immagine e parola…Comunque nella<br />

poesia visiva, le due esplorazioni che volevo fare erano<br />

quelle della verbalità. Da un lato la cancellatura: mi<br />

accorsi che la parola cancellata diventava a sua volta<br />

un segno quasi iconico. Aveva un impatto visuale.<br />

Basta pensare alla pittura segnica di quegli anni dove si<br />

ritrovano delle suggestioni. Non da parte mia, che ero<br />

completamente ignorante di arte visiva.<br />

m.m.<br />

Certo che se uno parla di segno, icona, parola, e lo collega<br />

cronologicamente e culturalmente alla fine degli anni<br />

Cinquanta/inizio dei Sessanta diventa quasi automatico<br />

pemsare a questo grande melting pot, a questo grande crogiuolo<br />

dove tutto, tutti i linguaggi si confondono. Il tuo problema era,<br />

al contrario, la definizione.<br />

Londra, 1969. Il Daily Mirror, tabloid londinese,<br />

annuncia l’inizio delle riprese del film cancellato<br />

La jena più ne ha e più ne vuole, presentato<br />

in conferenza stampa a Milano<br />

con la protagonista Paola Pitagora.<br />

Courtesy Archivio <strong>Isgrò</strong><br />

e.i.<br />

Dipanare la materia. Infatti facevo appello alla Gestalt –<br />

forse era un po’ banale -, per poter trarre poi tre righe<br />

di ragionamento che facessero al mio caso. Certo, il mio<br />

discorso era vedere i limiti di quel discorso percettivo e<br />

psicologico, che pure era un discorso importantissimo,<br />

interessantissimo. Solo oggi posso dire che quel discorso era<br />

importante: lo posso dire perché non c’è più conflittualità.<br />

Ripeto, sarà anche per un fatto di gusti, caratteriale, ma col<br />

<strong>Gruppo</strong> ’63, nonostante l’amicizia di Pagliarani, non c’era<br />

feeling, agivo veramente da solo. Quando cominciai a fare le<br />

mie poesie visive mi ritrovai a fianco il gruppo tecnologico<br />

fiorentino, Pignotti, Miccini, che faceva dei collages.

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