AMMINISTRARE immobili - Anaci
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PROFESSIONE<br />
1. Premessa.<br />
Autorizzazioni, concessioni,<br />
licenze o permessi di costruire<br />
(L. 28.1.1977 n. 10, art. 4,<br />
commi 1 – 2 e 6; L. 23.12.1994,<br />
art. 39, comma 2, per come<br />
sostituito dall’art. 2, comma 37<br />
della L. 23.12.1996 n. 662 e art.<br />
11, terzo comma, del T.U. in<br />
materia edilizia) sono sempre<br />
state rilasciate – alla pari delle<br />
procedure di condono con il<br />
rilascio della concessione in<br />
sanatoria – senza limitazione dei<br />
diritti dei terzi ovvero salvo<br />
diritti dei terzi (Trib. Bari<br />
9.11.2004 in Giur. locale - Bari<br />
2004; Cons. Stato, sez. 5,<br />
7.4.2004 n. 1963, in Foro Amm.<br />
CDS 2004, 1114; Cons. Stato<br />
23.3.2004 n. 1463, ivi 2004,<br />
782; Cons. Stato 12.5.2003 n.<br />
2506; Cons. Stato 12.3.2003 n.<br />
2506, in Riv. Giur. Edil. 2003, I,<br />
1651). D’altra parte, per giurisprudenza<br />
costante, il Comune<br />
non è tenuto, in sede di esame di<br />
ciascuna domanda, a ricercare<br />
d’ufficio eventuali limitazioni<br />
ovvero l’esistenza di servitù o<br />
indagare su particolari e/o situazioni<br />
in cui si trovano gli <strong>immobili</strong>,<br />
per i quali il proprietario ha<br />
intenzione di intervenire, tanto<br />
è vero che il provvedimento<br />
limitativo viene rilasciato con la<br />
clausola di salvezza dei diritti dei<br />
terzi (Cons. Stato, Sez. 5,<br />
8.4.1997, n. 329 ; Cons. Stato<br />
Sez. 5, 22.6.2000, n. 3525, in<br />
Riv. Giur. edil. 2000, I, 1118 :<br />
Interventi edilizi da parte<br />
di un condomino<br />
in assenza della “salvezza<br />
dei diritti dei terzi”<br />
l’eventuale mancato rispetto di<br />
una servitù pattizia preesistente<br />
non è di per sé motivo d’illegittimità<br />
della concessione edilizia<br />
rilasciata per costruire sul fondo<br />
servente, in quanto il Comune<br />
non è tenuto, in sede di esame<br />
delle relative domande di concessione,<br />
a ricercare d’ufficio, né<br />
ad opporre al richiedente la pattuizione<br />
limitativa della proprietà<br />
rilasciata per costruire sul<br />
fondo servente, tant’è che la<br />
concessione stessa viene rilasciata<br />
sempre con la clausola di salvezza<br />
dei diritti di questi ultimi).<br />
Più in particolare, è stato<br />
rilevato che grazie all’ampia e<br />
generica formula adoperata dall’art.<br />
4 comma 1, L. 28 gennaio<br />
1977 n. 10, la legittimazione a<br />
chiedere la concessione edilizia<br />
spetta a chiunque abbia, in virtù<br />
di un diritto reale o di un’obbligazione,<br />
la facoltà di eseguire il<br />
progetto assentito e, in particolare,<br />
al singolo condomino per<br />
un’opera da realizzare sulle<br />
parti comuni di un edificio ma<br />
strettamente pertinenziale alla<br />
sua unità <strong>immobili</strong>are, in virtù<br />
del combinato disposto degli<br />
artt. 1102 c.c. (facoltà del comunista<br />
di servirsi delle cose comuni),<br />
1105 c.c. (concorso di tutti i<br />
condomini alla cosa comune) e<br />
1122 c.c. (divieto al condomino<br />
di realizzare opere che danneggino<br />
le cose comuni), senza che<br />
gli altri condomini, in assenza<br />
del danno provocato, possano<br />
legittimamente opporvisi<br />
(Cons. Stato, sez. 5, 23.6.1997 n.<br />
699, in Foro amm. 1997, 1665).<br />
Come si vede, lo stesso giudice<br />
richiama una serie di norme<br />
che, nel loro insieme, possono<br />
supplire alla generica dizione del<br />
“salvo diritto dei terzi”, con ciò<br />
confermando che, anche in<br />
carenza del detto richiamo, i<br />
terzi, nel nostro caso, i condomini,<br />
sono ampiamente tutelati.<br />
2. La normativa richiamata.<br />
Opera in principal modo il<br />
disposto dell’art. 1122 c.c., nel<br />
senso che comunque il condomino,<br />
anche a fronte di un provvedimento<br />
abilitativo, non può<br />
eseguire opere che rechino<br />
danno alle parti comuni ovvero<br />
opere sulle parti comuni che ne<br />
alterino la loro destinazione<br />
ovvero che impediscano agli<br />
altri condomini di farne parimenti<br />
uso (art. 1102 c.c.).<br />
Invero, il citato articolo pone<br />
una limitazione all’utilizzo della<br />
parte esclusiva; le opere eventualmente<br />
eseguite nel piano o<br />
porzione di proprietà singola<br />
non devono recare danno alle<br />
parti comuni.<br />
C’è chi tratta la questione dal<br />
punto di vista del godimento e<br />
della disposizione del proprio<br />
piano con il limite del danno alla<br />
collettività dei condomini o ai<br />
singoli appartamenti.Altri estende<br />
la portata dell’articolo anche<br />
“per tutte quelle attività, compresi<br />
i comportamenti delle per-<br />
7 <strong>AMMINISTRARE</strong> IMMOBILI