AMMINISTRARE immobili - Anaci
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aedificandi” che da questa sia<br />
derivato, costituisce un presupposto<br />
la cui mancanza impedisce<br />
all’amministrazione di procedere<br />
oltre nell’esame del progetto”<br />
(Cons. Stato, sez. V,<br />
12.5.2003, n. 2506)“; “In base<br />
all’art. 4 L. 28 gennaio 1997 n.<br />
10 soggetto legittimato a<br />
richiedere la concessione edilizia<br />
è il titolare del diritto di<br />
proprietà sul fondo o chi, pur<br />
essendo titolare di altro diritto<br />
(reale o di obbligazione) abbia,<br />
per effetto di esso, obbligo o<br />
facoltà di eseguire i lavori per i<br />
quali chiede la concessione; il<br />
Comune, pertanto, quale ente<br />
titolare del potere di rilascio<br />
della concessione, in sede di<br />
esame della relativa domanda,<br />
pur non essendo tenuto a dirimere<br />
eventuali conflitti tra titoli<br />
di proprietà (in quanto la<br />
concessione fa salvi i diritti dei<br />
terzi), non può prescindere dal<br />
considerare i presupposti di<br />
fatto e di diritto che, comunque,<br />
possono incidere sulla disponibilità<br />
dell’area da edificare<br />
<strong>AMMINISTRARE</strong> IMMOBILI<br />
Interventi edilizi da parte di un condomino…<br />
da parte di chi richiede la concessione<br />
(T.A.R. Abruzzo L’Aquila,<br />
7. 5. 2003, n. 233)”.<br />
D’altra parte il nostro discorso<br />
va posto in relazione a tutti<br />
quegli interventi per cui non è<br />
necessario il titolo abilitativo<br />
(Decreto legge 5 ottobre 1993<br />
n. 398, art. 4 commi 7,8, convertito<br />
con modificazioni dalla<br />
legge 4 dicembre 1993, n. 493,<br />
come modificato dall’art. 2,<br />
comma 60 della legge 23<br />
dicembre 1996, n. 662, nel testo<br />
risultante dalle modifiche introdotte<br />
dall’art. 10 del decreto<br />
legge 31 dicembre 1996, n. 669;<br />
decreto legge 25 marzo 1997, n.<br />
67, art. 11, convertito con modifiche<br />
dalla legge 23 maggio<br />
1997, n. 135; decreto legislativo<br />
29 ottobre 1999, n. 490, in part.<br />
artt. 34 ss. e 149. Le varianti a<br />
permessi di costruire che non<br />
incidono sui parametri urbanistici<br />
e sulle volumetrie, che non<br />
modificano la destinazione<br />
d’uso e la categoria edilizia, non<br />
alterano la sagoma dell’edificio e<br />
non violano le eventuali prescri-<br />
10<br />
PROFESSIONE<br />
zioni contenute nel permesso di<br />
costruire).<br />
L’assenza della locuzione in<br />
parola non impedisce comunque<br />
al terzo di far valere quei<br />
diritti che l’Ente non è in grado<br />
di accertare. Anzi, i più numerosi<br />
sono proprio questi ultimi<br />
(opere di manutenzione straordinaria,<br />
restauro e risanamento<br />
conservativo senza cambio<br />
d’uso; opere di eliminazione<br />
delle barriere architettoniche in<br />
edifici esistenti, consistenti in<br />
rampe o ascensori esterni, ovvero<br />
in manufatti che alterino la<br />
sagoma dell’edificio; recinzioni,<br />
muri di cinta e cancellate; aree<br />
destinate ad attività sportive<br />
senza creazione volumetrica;<br />
opere interne di singole unità<br />
<strong>immobili</strong>ari che non comportino<br />
modifiche della sagoma e dei<br />
prospetti e non rechino pregiudizio<br />
alla statica dell’immobile;<br />
impianti tecnologici che si rendano<br />
indispensabili, sulla base di<br />
nuove disposizioni, a seguito di<br />
revisione o installazione; varianti<br />
a concessioni edilizie già rilasciate<br />
che non incidano sui<br />
parametri urbanistici e sulle<br />
volumetrie, che non cambino la<br />
destinazione d’uso e la categoria<br />
edilizia, non alterino la sagoma e<br />
non violino le eventuali prescrizioni<br />
contenute nella concessione<br />
edilizia; parcheggi di pertinenza<br />
nel sottosuolo del lotto su<br />
cui insiste il fabbricato) specie<br />
nell’ambito condominiale, per<br />
cui il terzo - i condomini - ben<br />
possono far valere eventuali loro<br />
diritti, indipendentemente dalla<br />
apposizione o meno o dalla<br />
impossibilità - per effetto della<br />
DIA - di far riferimento alla<br />
predetta locuzione. ■<br />
Gino Terzago