Espressionismo, olismo, deflazionismo in Simon ... - OpenstarTs
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<strong>Espressionismo</strong>, <strong>olismo</strong>, <strong>deflazionismo</strong>: osservazioni su <strong>Simon</strong> Blackburn<br />
Per non <strong>in</strong>sistere sempre con esempi che potrebbe essere considerato estremi<br />
e poco adatti a una discussione accademica e filosofica, prendiamo il<br />
caso di una persona che da noi viene ritenuta affidabile. In base a quali criteri<br />
la riteniamo tale? Ora, è ben vero che noi possiamo sbagliarci e aver pensato<br />
che quella che ritenevamo una persona affidabile non sia affatto tale, ma<br />
questo cosa dimostrerebbe? Io penso soltanto che le nostre credenze<br />
sull’affidabilità di quella determ<strong>in</strong>ata persona non erano giustificate. Può<br />
anche verificarsi il caso che noi esprimiamo un giudizio di affidabilità su una<br />
persona effettivamente affidabile sulla base di una sorta di <strong>in</strong>tuizione, f<strong>in</strong>ché<br />
non la conosciamo abbastanza, oppure perché condotti a tale giudizio da una<br />
certa simpatia nei suoi confronti. Potrebbe verificarsi il caso che successivamente<br />
il nostro giudizio venga confermato. Rimarrebbe vero che il nostro<br />
giudizio precedentemente alla sua conferma era vero, ma non era giustificato<br />
da conferme successive. Quando noi diciamo di una persona che è affidabile<br />
riteniamo che sia <strong>in</strong> grado di esibire determ<strong>in</strong>ate qualità: mantenere la parola<br />
data, prendersi cura delle persone che gli stanno a cuore e così via. In quale<br />
senso, quando diciamo che è proprio lei ad essere affidabile, noi stiamo <strong>in</strong> realtà<br />
parlando soltanto della nostra disponibilità a manifestare una certa reazione<br />
nel senso dell’espressivismo? Questa sembrerebbe una spiegazione alquanto<br />
tortuosa, soprattutto quando non è l’unica ad essere disponibile. La<br />
spiegazione che <strong>in</strong>terpreta l’affidabilità di quella persona come una sua qualità<br />
– una qualità personale che si trasmette a una determ<strong>in</strong>ata classe delle<br />
sue azioni –, della quale noi possiamo venire a conoscenza attraverso la valutazione<br />
di comportamenti esibiti pare essere meno complicata, più diretta,<br />
maggiormente persuasiva e, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva, più simile a un semplice, ma produttivo<br />
truismo.<br />
Pensiamo alla notazione di Blackburn che <strong>in</strong> certe circostanze è per lo<br />
meno strano adottare un propriety talk. Sicuramente è così, ma chi si impegna<br />
a dimostrare dove si situa la stranezza del propriety talk, sembra debba essere<br />
<strong>in</strong> primo luogo chi solleva il problema. Per il cognitivista non è, per lo meno<br />
prima facie, strano adottare il l<strong>in</strong>guaggio che attribuisce proprietà non fisiche<br />
ad eventi e ad azioni. Questo però non significa che questo l<strong>in</strong>guaggio sia<br />
sempre giustificato. Cerchiamo di passare a un esempio per rendere chiare le<br />
differenze tra la prospettiva cognitivista e quella espressivista. Poniamo che<br />
abbia acquistato una macch<strong>in</strong>a decapottabile con il tettuccio rosa a pois verdi.<br />
Le proprietà <strong>in</strong>corporate nel tettuccio sono più di una e di queste possiamo<br />
parlare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i diversi, <strong>in</strong> quanto possono suscitare espressioni diverse:<br />
a) l’essere rosa con pois verdi può suscitare una reazione di approvazione oppure<br />
una di disgusto; b) l’essere rosa con pois verdi può essere ritenuto <strong>in</strong>dice<br />
di un temperamento bizzarro oppure volgare dell’acquirente; c) l’essere rosa<br />
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