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Espressionismo, olismo, deflazionismo in Simon ... - OpenstarTs

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<strong>Espressionismo</strong>, <strong>olismo</strong>, <strong>deflazionismo</strong>: osservazioni su <strong>Simon</strong> Blackburn<br />

sposta che sarebbe <strong>in</strong>evitabilmente complessa, si potrebbe rispondere che<br />

mentre alcuni aspetti delle loro valutazioni complessive degli eventi e delle<br />

azioni da fare sarebbero quasi completamente sovrapponibili, non così <strong>in</strong>vece<br />

per alcuni pr<strong>in</strong>cipi deliberativi che dovrebbero necessariamente divergere,<br />

dove per B <strong>in</strong>tervengano le proprie credenze religiose. Se noi riteniamo che<br />

questa dist<strong>in</strong>zione sia plausibile, allora potrebbe non avere senso o essere un<br />

elemento di confusione parlare <strong>in</strong>differentemente di ‘enunciati etici’ per quelli<br />

appartenenti al primo gruppo e per quelli appartenenti al secondo. Si potrebbe<br />

dire che questo esempio è leggermente capzioso, dal momento che la<br />

prospettiva di Blackburn è naturalistica e non vi è qu<strong>in</strong>di spazio, coerentemente<br />

del resto, <strong>in</strong> essa per una prospettiva trascendente. A questa obiezione<br />

si può però rispondere che potremmo ipotizzare che B sia motivato da altri<br />

sistemi di credenze complessive che nulla potrebbero avere di religioso, ad esempio<br />

da una prospettiva che derivi l’etica dallo scambio economico oppure<br />

che faccia risalire l’etica alla selezione naturale <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di adattività e di<br />

fitness, oppure ancora a una prospettiva etica che l’apparenti a una dimensione<br />

estetica. La cosa sostanzialmente non muterebbe. Noi saremmo ancora<br />

probabilmente costretti ad adottare una narratività specifica per B diversa<br />

da quella adottata per A.<br />

Ma procediamo oltre e cerchiamo di comprendere qualche implicazione<br />

dell’idea di Blackburn che gli enunciati etici sono costruiti precisamente per<br />

rispondere alle nostre preoccupazioni espressive per l’azione. Questo che cosa<br />

significa precisamente? Se mantenere le promesse risponde a una qualche<br />

preoccupazione di ord<strong>in</strong>e etico - ed effettivamente le cose stanno <strong>in</strong> questo<br />

senso -, rischiamo di affermare una banalità a voler generalizzare il caso concreto,<br />

perché affermarlo potrebbe non essere diverso dal dire che possedere<br />

una qualche proprietà espressa <strong>in</strong> un qualche enunciato, se non ha un legame<br />

con un settore specifico dei nostri <strong>in</strong>teressi e preoccupazioni - quelli che<br />

chiamiamo ‘etici’ -, allora non <strong>in</strong>dividua una proprietà etica. Tutto questo<br />

assomiglia molto a un ragionamento circolare e non a una chiarificazione. Il<br />

costruttivismo etico f<strong>in</strong>irebbe per assomigliare più a un truismo che a una<br />

versione sofisticata di ‘equilibrio riflessivo’ <strong>in</strong>terpretato espressivisticamente<br />

e f<strong>in</strong>almente naturalisticamente.<br />

Che l’espressivismo quasi-realistico possa essere attratto <strong>in</strong> questo genere<br />

di truismo dipende ancora una volta da quel m<strong>in</strong>imalismo deflazionistico che<br />

Blackburn riconduce a Wittgenste<strong>in</strong> e che rende <strong>in</strong>stabile il conf<strong>in</strong>e tra ‘valutare’<br />

e ‘descrivere’ 27 . Blackburn ne è consapevole, <strong>in</strong>fatti, anche se cautelativamente<br />

e appropriatamente ritiene che tracciare sempre una l<strong>in</strong>ea di divi-<br />

27 RP, pp. 75-77.<br />

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