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chiesa cattolica e hitlerismo: luci e ombre - Don Curzio Nitoglia

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CHIESA CATTOLICA E HITLERISMO: LUCI E OMBRE<br />

d. CURZIO NITOGLIA<br />

13 gennaio 2011<br />

http://www.doncurzionitoglia.com/<strong>chiesa</strong>_e_<strong>hitlerismo</strong>_<strong>luci</strong>_<strong>ombre</strong>.htm<br />

Introduzione<br />

Non si cessa di discutere sui rapporti tra Chiesa e III Reich. Alcuni per criminalizzare la<br />

Chiesa preconciliare, che sarebbe stata filofascista e autoritaria; altri per sostenere che<br />

Essa, invece, anticipando il Vaticano II, disconobbe totalmente e senza distinzioni il III<br />

Reich. Mi sembra che ambedue queste tesi siano preconcette e non corrispondano alla<br />

realtÄ.<br />

Per questo motivo mi accingo a commentare un libro molto interessante e chiarificatore,<br />

che Å stato pubblicato per la prima volta in italiano nel novembre del 2010 dalla<br />

“Editrice Thule Italia” (sine loco, 237 pagine, 25 euro). Si tratta del manuale dedicato<br />

nel gennaio 1944 agli ufficiali della Wermacht WofÄr kÅmpfen Wir? (Per che cosa<br />

combattiamo?). Studiandolo si comprende quale fu la concezione politica, filosofica e<br />

religiosa del nazionalsocialismo e si puÑ giudicare oggettivamente il fenomeno storico e<br />

ideologico del III Reich senza pregiudizi favorevoli o sfavorevoli “a priori”.<br />

“Per che cosa combattiamo?”<br />

Il testo del libro in questione, probabilmente composto dal “Ministero della Propaganda”<br />

di Joseph Goebbels (Ministro della Propaganda e dell’Informazione) e da Alfred<br />

Rosenberg (Ministro dei Territori Occupati nell’Europa Orientale), il cui libro Il mito del<br />

XX secolo (1930) vi Å abbondantemente citato, era preceduto da un’introduzione<br />

elogiativa di Hitler scritta l’8 gennaio 1944. Quindi il suo contenuto rispecchia non solo il<br />

pensiero del Ministero della Propaganda del dr Joseph Goebbels e dell’ideologo<br />

anticristiano Alfred Rosenberg, ma anche quello di Hitler in persona, una anno e quattro<br />

mesi prima della sua morte. Il FÜhrer scriveva: áIl libro “Per che cosa noi combattiamo?”<br />

dovrÄ costituire per l’ufficiale il cartello stradale che gli indichi l’orientamento della sua<br />

Weltanschauung [concezione della vita] e gli dia la preparazione spirituale e mentale<br />

per poter dare l’educazione politica e la formazione al suo soldatoà (tr. it., p. 32).<br />

Questo testo quindi ha un valore non solo pratico e bellico ma contiene la filosofia del<br />

nazionalsocialismo e la sua visione della vita e della realtÄ.<br />

PerchÇ studiare oggi questo libro del 1944?<br />

Studiandolo da un punto di vista teologico si scorgono in questo testo <strong>luci</strong> ed <strong>ombre</strong>. Le<br />

<strong>luci</strong> sono la riaffermazione di alcuni valori naturali: ordine, disciplina, forza, coraggio,<br />

individuazione esatta del nemico da combattere; mentre le <strong>ombre</strong> possono essere<br />

riassunte nella mancanza dell’ordine soprannaturale, che Å rimpiazzato da un surrogato<br />

di vaga spiritualitÄ o religiositÄ naturalista, immanentista, biologico-razziale e<br />

tendenzialmente panteista. Si badi bene: la filosofia del nazionalsocialismo non Å atea e<br />

materialista come il comunismo, non Å contro il Dio trascendente e personale, non Å<br />

anti-cristiana, ma ne prescinde, non ne sente il bisogno, anzi pensa di poterne fare a<br />

meno poichâ la razza germanica basta a se stessa non avendo il peccato originale.<br />

1


Due scogli da evitare<br />

Nel giudicare tale dottrina bisogna evitare il duplice scoglio del “pelagianesimo” 1 , il<br />

quale reputava che l’uomo non avesse contratto il peccato originale e quindi bastasse<br />

naturalisticamente a se stesso e non avesse bisogno della gratia sanans, come pure lo<br />

scoglio opposto del “bajanesimo” 2 , secondo il quale ogni atto del “pagano”, ossia di<br />

colui che non Å stato rigenerato dalla grazia santificante di Cristo, Å intrinsecamente<br />

cattivo. La Chiesa, invece, insegna che anche il pagano e il peccatore possono compiere<br />

atti naturalmente buoni, benchâ non meritori soprannaturalmente e possono conoscere<br />

delle veritÄ accessibili alla retta ragione naturale. Si comprende allora perchâ non tutto<br />

il libro che esamineremo Å da rigettare. Ma vediamo le cose in dettaglio<br />

a) LE “OMBRE”<br />

áIl vero potere formativo Å stato quello Germanico e poi Tedescoà (p. 37). Il<br />

germanesimo Å considerato superiore alla civiltÄ greco-romana e a quella cristiana, che,<br />

benchâ non cattive in sâ, sono imperfette rispetto al pangermanismo nazionalsocialista.<br />

A pagina 38 si espone una concezione erronea del cattolicesimo, che sarebbe una<br />

trasformazione sostanziale del cristianesimo primitivo, come per Charles Maurras.<br />

Inoltre i Vescovi sono considerati áfunzionari del Reichà che ásostennero il Kaiser contro<br />

il Papaà, come per Enrico IV. Il Reich infine non si fonda sulla religione, ma ásulla razza<br />

e sulla cultura nazionale [germanica]à (p. 39). Queste prime trentanove pagine sono<br />

state scritte e firmate da Alfred Rosenberg e fanno parte di una sorta di introduzione al<br />

libro (che non reca il nome dell’autore) intitolata “L’idea del Reich”. Tuttavia anche nel<br />

resto del libro (sino alla pagina finale 227) si ritrovano idee non conformi alla retta<br />

filosofia e alla sana teologia, miste a parecchie considerazioni di alto valore naturale,<br />

alle quali manca, perÑ, la dimensione soprannaturale, che Å la vita della grazia, intesa<br />

come partecipazione finita da parte dell’uomo alla vita infinita di Dio. A pagina 46 si<br />

inizia a confondere il giudaismo dell’Antico Testamento con il giudaismo post-biblico.<br />

Per la Chiesa il primo Å buono, ma imperfetto dovendo essere perfezionato dalla Nuova<br />

Alleanza nel Sangue di Cristo, mentre per il nazionalsocialismo anche l’Antico<br />

Testamento Å cattivo in sâ, e questo perchâ lo legge secondo la “lettera” e non secondo<br />

lo “spirito” ovvero il ‘significato’ che gli dÄ il Nuovo Testamento, verso il quale tutto<br />

l’Antico Testamento Å orientato. Ora “la lettera uccide e lo spirito vivifica”: se si legge<br />

1 Il “Pelagianesimo” Ö un’eresia del V secolo, che non ammetteva la trasmissione del peccato originale da<br />

Adamo ai suoi posteri. Questa eresia si puÜ ricondurre ad un sistema filosofico naturalistico a scapito del<br />

soprannaturale e del bisogno da parte dell’uomo della grazia di Dio. á intriso di stoicismo esaltando la<br />

forza umana nel fare da se stessa il bene e vincere il male, non solo fisico ma anche morale. L’uomo Ö<br />

“Immacolato”. Egli con le sue sole capacità naturali puÜ conseguire la vita eterna e la visione beatifica di<br />

Dio faccia a faccia. Il Pelagianesimo Ö la distruzione di tutto l’ordine soprannaturale (v. PIO PASCHINI,<br />

Lezioni di Storia ecclesiastica, Torino, 1930, 1â vol., p. 222 ss.). S. Agostino fu il principale avversario del<br />

Pelagianesimo, che grazie ai suoi scritti fu condannato nel 416 dai Concili particolari di Milevi e di<br />

Cartagine (approvati da papa Innocenzo I) e poi nel 418 dal grande Concilio Cartaginese (approvato da<br />

papa Zosimo). Infine fu ricondannato anche dal Concilio ecumenico di Efeso nel 431 e dal II Concilio<br />

ecumenico di Orange nel 529 (cfr. DB 101 ss., 126 ss., 174 ss.).<br />

2 Il “Bajanesimo” Ö un’eresia insegnata dal professore Michel de Bay dell’Università di Lovanio in Belgio<br />

nella seconda metà del Cinquecento. Bajo insegnava che la giustizia originale (grazia e virtä<br />

soprannaturali) appartiene alla natura umana e quindi le Ö dovuta. Inoltre il peccato originale – al<br />

contrario di Pelagio – ha corrotto, come per Lutero, totalmente ed intrinsecamente la natura umana, la<br />

quale ha perso il libero arbitrio ed Ö interamente schiava della concupiscenza. Quindi l’uomo non puÜ<br />

fare nessun bene, neppure naturale, onde tutte le opere dei “pagani” sono viziose in se stesse. Il suo<br />

pessimismo radicale Ö l’antesignano del Giansenismo. San Pio V condannÜ nel 1567 settantanove<br />

proposizioni estratte dalle opere di Bajo, che si sottomise (DB 1001-1080). L’immanentismo religioso<br />

modernistico si ricollega a certi aspetti del Bajanesimo.<br />

2


il Vecchio testamento senza riferirlo a Cristo, lo si mutila e deforma e non si coglie il suo<br />

vero significato, come facevano i farisei al tempo di Gesã. A pagina 53 si parla di<br />

“Idealismo” germanico 3 , senza altre specificazioni. Tuttavia non ci si puÑ impedire di<br />

pensare all’idealismo filosofico che da Kant arriva sino ad Hegel passando per Fichte che<br />

ha fondato il pangermanesimo e la dottrina della superioritÄ della pura razza germanica.<br />

Penso che proprio questo idealismo filosofico, soggettivista, immanentista, relativista ha<br />

impedito al III Reich di fare il passo che, invece, fecero i Barbari germanici, i quali<br />

invadendo Roma nel V secolo seppero assimilarne le idee e la Fede e le apportarono la<br />

forza che oramai le faceva difetto. Purtroppo il III Reich germanico ha rifiutato la<br />

metafisica dell’essere greco-romana e la scolastica, preferendo loro l’idealismo<br />

filosofico germanico, figlio del soggettivismo teologico luterano. Infatti nel libro a<br />

pagina 92 Å citato positivamente Kant, il quale avrebbe contrapposto all’empirismo<br />

inglese áun prussianesimo disciplinato e militareà. Anche lo spirito luterano di<br />

allontanamento da Roma (“Los von Rom”, “Lontani da Roma”) ha impregnato di sâ,<br />

anche se in maniera non radicale, il III Reich. A pagina 61 si legge una critica al<br />

cattolicesimo romano, visto come ápressione psicologica proveniente da Roma […].<br />

Eccessivo pensiero autoritario della Chiesaà, mentre l’Illuminismo del Settecento Å visto<br />

come áun movimento intellettuale motivato da ideologie germanico-europeeà e quindi<br />

positivo. Il culto della “razza e del sangue”, che sono assurte ad Assoluto o a forme<br />

divine, impedisce al III Reich di vedere che anche il romanticismo, l’illuminismo e<br />

l’idealismo tedeschi sono stati una delle tappe della sovversione dell’Europa. L’errore<br />

del nazionalsocialismo Å fondamentalmente questo: tutto ciÜ che Ö germanico Ö buono.<br />

Il che non corrisponde a realtÄ, come l’affermazione contraria secondo la quale il<br />

germanesimo sarebbe il “Male assoluto”. Naturalmente col germanesimo Å esaltato tutto<br />

ciÑ che Å nordico a discapito anche della civiltÄ greco-romana, che Å mediterranea, e<br />

perciÑ Å ritenuta meno perfetta del germanesimo e del “carattere nordico” (p. 121).<br />

Inoltre a pagina 126 e 127 si muovono delle accuse del tutto infondate alla Chiesa<br />

romana, la quale avrebbe protetto l’ebraismo talmudico e sarebbe arrivata a<br />

“sovrapporsi” con esso, data la ál’azione antipopolare della <strong>chiesa</strong> romana<br />

politicizzataà. Non si esce da Enrico IV e Martin Lutero. Anzi si giunge a sostituire a Dio,<br />

non negandolo esplicitamente come ha fatto il comunismo, il popolo germanico. Infatti a<br />

3 Per quanto riguarda l’idealismo filosofico che Ö nato in Germania, MICHELE FEDERICO SCIACCA in<br />

“L’idealismo moderno” scrive: åHegel lo ha dogmatizzato al punto di farne una teologia della pura<br />

Ragione. […]. Esso puÜ dirsi eretico, rispetto al Cristianesimo […] in quanto snaturamento delle verità<br />

cristiane. La Religione Ö il secondo momento dello Spirito dove perÜ essa si nega. CiÜ significa che il<br />

momento religioso Ö contenuto in quello filosofico e in esso Ö superato; ma il momento filosofico Ö quello<br />

della pura razionalità. […]. La religione resta assorbita e dissolta nella filosofia. E questa Ö piä che<br />

un’eresia: Ö la negazione della Religione come tale, in quanto si esclude ogni forma di sapere rivelato.<br />

[…]. Il Cristianesimo va, quindi, purificato della mitica soprannaturalità. […]. L’idealismo Ö storicismo;<br />

storicismo Ö immanenza ed esclusione di ogni verità soprannaturale, immanenza totale del divino nella<br />

storia, e perciÜ eliminazione da un lato della trascendenza di Dio, e dall’altro, della divinità di Cristo e<br />

della Chiesa. […]. La letteratura romantica, soprattutto tedesca, Ö permeata di intensa “religiosità”, […]<br />

ma attenzione a non equivocare. “Religiosità” sé, ma come culto panteistico della natura ed esaltazione<br />

dell’uomo [nel caso nostro dell’uomo tedesco e della razza germanica]. La persona del Romanticismo<br />

idealistico tedesco non Ö piä quella cristiana: non Ö la creatura, Ö principio creatore di se stesso. […]. á<br />

soggettività della verità, immanenza di essa e della realtà al soggetto, che tutto “pone” o “crea”: Ö uno<br />

sviluppo della “rivoluzione copernicana” di Kant. E cosé l’interiorità si perde o nel soggettivismo<br />

esasperato di Novalis o nella filosofia della natura di Schelling o nel panlogismo dialettico di Hegel. […].<br />

In breve l’idealismo Ö la triplice negazione del teismo, della divinità di Cristo e della Chiesa, oltre che<br />

dell’immortalità personale dell’anima. […]. L’idealismo moderno, da Fichte in poi, Ö statolatria: lo Stato<br />

Ö il “Dio reale” (Hegel)è (AA. VV., Eresie del secolo, Assisi, Pro Civitate, 3a ed., 1954, pp. 45-62). Il<br />

nominalismo di Lutero, secondo il quale le idee sono purus flatus vocis, che non coglie l’essenza della<br />

realtà extramentale, ha influito, non poco, sullo sviluppo dell’idealismo tedesco.<br />

3


pagina 138 si legge: ála cognizione razziale per noi Å la piã elevata conoscenza. […]. I<br />

valori piã alti sono quelli della vita, della razza, del lavoro, della natura, della Patria<br />

[...], perchâ attraverso tutto ciÑ c’Å la via che conduce a Dioà. Ma non si parla di Cristo:<br />

“Via, VeritÄ e Vita”, nâ Fede teologale che ci unisce, assieme alla virtã soprannaturale<br />

di CaritÄ, al vero Dio personale e trascendente il mondo; si resta in una vaga religiositÄ<br />

naturalistica e panteistica. Infatti a pagina 189 leggiamo: ásiamo religiosi e pii. Noi<br />

crediamo in Dio come la forza creativa intorno a noi e in noi […]. La fede che risiede<br />

nell’animo tedesco Å l’obbligo nei confronti del proprio sangue […], di tutto il popoloà e<br />

a pagina 139 si specifica: áAl centro della nostra concezione del mondo c’Ö l’idea del<br />

sangue e della razza. Il sangue Å la forza motrice della vita del singolo cosç come quella<br />

del popoloà. Ora, se l’identitÄ etnica o “razziale” in senso largo (dacchâ la razza pura Å<br />

un concetto meramente logico e non reale, in quanto varie “razze” si sono unite nel<br />

corso della storia ed hanno dato luogo a popoli ed etnie) Å qualcosa da preservare dal<br />

miscuglio della societÄ multietnica, multireligiosa e multiculturale, essa tuttavia non Å<br />

un Assoluto, un Centro, un Fine o una “divinitÄ”. Il nazionalsocialismo non distingue<br />

l’unitÄ sostanziale di tutti gli uomini, tutti aventi corpo e anima razionale, dalle<br />

differenze accidentali di qualitÄ maggiori o minori nei vari individui e anche nei vari<br />

popoli e quindi incolpa il Cristianesimo di aver áinfettato il sangue nordico con il dogma<br />

dell’uguaglianza fra tutti i Cristianià (p. 139), i quali sono eguali quanto alla sostanza,<br />

poichâ tutti creati a “immagine e somiglianza” di Dio, ma conservano tra loro delle<br />

diversitÄ accidentali e qualitative che stabiliscono una gerarchia tra gli uomini. Nella<br />

gerarchia di valori per il cattolicesimo al primo posto c’Å Dio, per il nazionalsocialismo<br />

áal primo posto c’Ö la tutela e la valorizzazione del nostro Popolo. Per Hitler vi Å una<br />

sola dottrina “Popolo e Patria!”, per il FÜhrer al centro di tutto il pensiero<br />

nazionalsocialista vi Ö il Popoloà (p. 140). Come si vede il Popolo germanico Å idolatrato<br />

e messo al posto di “Dio primo servito”. Il Patriottismo o amore della terra Patrum Å<br />

cosa buona e giusta, ma l’idolatria che mette la creatura al posto del Creatore Å cosa<br />

cattiva e ingiusta. Il libro continua: áogni istituzione pubblica [quindi anche la Chiesa]<br />

deve servire alla prosperitÄ del popolo e della sua terraà (p. 140). Invece il Fine ultimo<br />

della Chiesa Å la salus animarum e il benessere comune temporale Å solo un mezzo o il<br />

fine prossimo in vista di quello ultimo o remoto: Dio e la salvezza eterna. Il libro<br />

specifica che ála sua [nazionalsocialista] profonda religiosità […] Ö l’insegnamento del<br />

sangue e dell’onoreè (p. 150). A pagina 164 esplicita meglio: áIl nazionalsocialismo mira<br />

allo sviluppo positivo del suo popolo! é una questione di sangue! […]. Etico Ö ciÜ che<br />

favorisce la salvaguardia del popolo tedesco. Immorale Ö ciÜ che ne impedisce la<br />

conservazioneà. Non piã i Comandamenti di Dio o la Sua VolontÄ, ma la salvaguardia del<br />

popolo germanico Å il criterio per distinguere il bene dal male o ciÑ che Å morale<br />

dall’immorale. Certamente, la salvaguardia della propria Patria, del proprio ceppo<br />

etnico, del proprio popolo Å una cosa lodevole e doverosa per il governante, ma non Å il<br />

Fine ultimo nâ dell’uomo nâ del Capo della Nazione. Infine a pagina 173 si legge: ánon<br />

abbiamo ereditato nessuna colpa e nessun peccatoà. é questa la negazione esplicita del<br />

peccato originale e l’affermazione pura del naturalismo pelagiano.<br />

b) LE “LUCI”<br />

La maggior parte del libro Å dedicata a “I nostri avversari”: il giudaismo (pp. 45-65), il<br />

bolscevismo (pp. 66-85), l’Inghilterra (pp. 86-102), l’America (pp. 103-120). Questa Å la<br />

parte migliore del libro. Occorre dire che il III Reich aveva bene individuato il nemico<br />

dell’Europa e dell’umanitÄ: l’ebraismo nazionale e internazionale, che muove ad est il<br />

comunismo bolscevico e ad ovest l’America e l’Inghilterra liberiste. Quello che Å<br />

mancato al Reich germanico Å stata la vera teologia poichâ il problema ebraico, prima di<br />

essere una questione sociale, politica ed economica, Å una questione teologica. San<br />

4


Paolo (1a Tess, II, 15) ha scritto degli ebrei talmudici: áhanno ucciso il Signore Gesä e i<br />

Profeti e non piacciono a Dio, ci perseguitano e sono nemici di tutto il genere umano,<br />

impedendoci di predicare il Vangelo alle Genti per la loro salvezzaà. La sola natura<br />

senza la grazia non puÑ bastare all’uomo ferito dal peccato originale, ma ciÑ non<br />

significa che tutto ciÑ che fa il “pagano”, non sanato dalla grazia santificante meritataci<br />

dal Verbo Incarnato e crocifisso, sia malvagio e falso. No. Il libro in questione ne Å una<br />

prova: molte veritÄ di ordine naturale, storiche, filosofiche, sociali, economiche vi sono<br />

state messe a fuoco.<br />

Il giudaismo<br />

Suo obiettivo Å áottenere il dominio sul mondo [tramite] un governo mondiale<br />

internazionale […] senza riguardo alle caratteristiche del singolo popoloà (p. 45). é la<br />

descrizione esatta del ‘Nuovo Ordine Mondiale’ che ha iniziato ad instaurarsi prima sulle<br />

rovine dell’Europa nel dopo-guerra (1945) e dal 2003 in Medio Oriente, ove perÑ la<br />

battaglia Å tuttora in pieno svolgimento e ricca di incognite. Il giudaismo vuole la<br />

ádecomposizione della visione del mondo dei popoli ospitanti e con ciÑ la cancellazione<br />

dei loro peculiari stili di vitaà (ivi), per instaurare una árepubblica mondialeà (p. 46).<br />

Quanto assomiglia a ciÑ che avevano previsto Orwell e Benson! (Cfr. l’articolo<br />

“Mondialismo, Benson, Orwell e il cardinale Newman” in due parti). Una delle armi del<br />

giudaismo Å l’economia individualistico-materialistica del liberismo (ivi). Purtroppo,<br />

come scritto sopra, non si fa la distinzione dovuta tra giudaismo veterotestamentario e<br />

quello talmudico, anzi si ingloba l’Antico Testamento nella degenerazione rabbinicofarisaica<br />

del giudaismo post-biblico (cfr. Antico Testamento, Cristianesimo e<br />

Nazionalsocialismo, in questo stesso sito). Le due principali correnti del materialismo<br />

economico giudaico sono il bolscevismo sovietico (materialismo collettivistico) e il<br />

liberismo anglo-americano (materialismo individualistico). Siccome la Germania - scrive<br />

il libro in esame - ánon vuol soggiacere ad un ordine mondiale ebraicoà (p. 53), il<br />

giudaismo la vuol distruggere da est (Urss) e da ovest (GB-Usa). Inoltre il materialismo<br />

liberista rende piã povero spiritualmente l’uomo, mentre il materialismo collettivista lo<br />

impoverisce materialmente ed anche spiritualmente, poichâ entrambe gli tolgono la<br />

Fede, la Speranza e la CaritÄ e il comunismo anche la prosperitÄ materiale. Ora le sole<br />

ricchezze o il solo odio di classe non possono arricchire e perfezionare l’animo umano,<br />

che Å spirituale e fatto per il Vero e il Bene Supremi. Quindi togliendo la Fede e lo<br />

spirituale impoveriscono l’anima e il corpo dell’uomo. E poichâ la Germania con Spagna,<br />

Portogallo, Italia era la forza principale della rinascita europea dalla prima metÄ del XX<br />

secolo era necessario abbatterla. Un’Europa unita con le idee e la Fede della Spagna<br />

(Franco), del Portogallo (Salazar) e dell’Italia (Mussolini) assieme alla forza bellicoeconomica<br />

della Germania faceva paura al giudaismo, all’Urss, all’anglo-americanismo e<br />

alla massoneria, la setta segreta di cui essi si servivano per distruggere le ultime vestigia<br />

della CristianitÄ europea. Certo, Hitler non aveva delle idee simili a quelle<br />

mediterranee, greco-romane e cattoliche, ma il giudaismo temeva che si ricreasse una<br />

situazione simile a quella di Costantino, Clodoveo, Carlo Magno, Ottone I e che il Sacro<br />

Romano Impero Germanico (Clodoveo e Carlo Magno erano Franchi, ossia antichi<br />

Germani) avesse potuto riprendere forza. Tutto ciÑ era da stroncare prima del nascere.<br />

L’obiettivo principale era la Germania e quello secondario l’Italia.<br />

La massoneria<br />

é lo strumento del giudaismo, una áassociazione internazionale con una classe dirigente<br />

segreta [i piccoli massoncelli possono essere semi-pubblici], che all’esterno sostiene<br />

5


l’aspirazione verso altissimi valori umanitari, ma che in veritÄ Å un ordine segreto, con<br />

l’aiuto del quale il giudaismo influenza la politica mondialeà (p. 54). La massoneria<br />

tende a realizzare la áfratellanza umana universale, […] libera da qualsiasi barriera di<br />

classe, nazionalitÄ, colore e razzaà (p. 55). Il trinomio massonico di “LibertÄ, FraternitÄ<br />

e Uguaglianza” avrebbe portato al ágenerale caos razziale e, quindi, alla<br />

concretizzazione del dominio [ebraico] sul pianetaà (ivi). La massoneria serve al<br />

giudaismo per la ricostruzione del áfuturo Tempio mondiale di Salomoneà e per la<br />

creazione di áuna repubblica universaleà (p. 57). Una delle creature principali della<br />

massoneria Å il liberalismo (pp. 61-65).<br />

Il bolscevismo<br />

Vuole fondare áuno Stato internazionale proletario e mondiale […]. Esso Å la distruzione<br />

dell’ordine naturale delle razze e dei popoli ed Å lo strumento per la creazione del<br />

dominio mondiale ebraicoà (p. 67). Il marxismo ánega ogni ordine divino del mondo, […]<br />

respinge anche i valori spirituali e caratteriali. […] Afferma che tutti i corsi e ricorsi<br />

storici siano procedimenti meramente economici. […]. Nega il valore della personalitÄ<br />

[…] la proprietÄ […] e la libera agricoltura. […]. Glorifica la tecnica. […]. Insegna<br />

l’ateismoà (pp. 68-69). La maggior parte dei suoi leader sono di origine ebraica 4 .<br />

L’Inghilterra<br />

é il ánemico mortale di ogni potere forte nel continente europeo. Per via della sua fede<br />

puritana si sente il popolo chiamato da Dio a governare sugli altri popoli. […]. Per di piã<br />

l’Inghilterra Å governata dagli ebreià (p. 86). L’unificazione dell’Europa dÄ fastidio<br />

all’Inghilterra, come all’America e all’Urss. Quindi esse debbono combattere le nazioni<br />

che potrebbero realizzarla, come aveva giÄ fatto l’Inghilterra nel XVII secolo (cfr. i tre<br />

articoli apparsi su questo sito: “Giudeo-protestantesimo anglicano”; “Giudeo-calvinismo<br />

contro cattolicesimo”; “La regina Elisabetta contro Roma”) contro la Spagna e l’Olanda<br />

(p. 95). Nella guerra civile spagnola Inghilterra, America e Unione Sovietica si<br />

schierarono con i rossi, poi nel 1939 dichiararono guerra alla Germania per distruggerla e<br />

con essa impedire la eventuale rinascita di un’Europa forte, nâ sovietica, nâ<br />

americanizzata, nâ giudaizzata. áIl Puritanesimo di Cromwell e l’ebraismo sono la stessa<br />

cosaà (p. 88). Al puritanesimo il libro in esame affianca l’utilitarismo di Geremia<br />

Bentham e il liberismo britannico (pp. 91-92). Purtroppo, perÑ all’utilitarismo il libro<br />

oppone il kantismo, che non Å un rimedio ma soltanto un altro tipo di veleno (cfr. GUIDO<br />

MATTIUSSI, Il veleno kantiano, Verona, 1904). Certamente il “peccato originale” del<br />

nazionalsocialismo Å il pangermanesimo: non si puÑ combattere una rivoluzione con<br />

un’altra rivoluzione di segno diverso, ma solamente tramite il contrario della<br />

sovversione. Ora il III Reich ha preteso combattere il supernazionalismo razzista ebraico<br />

con un pangermanesimo altrettanto razzista e sciovinista.<br />

4 Cfr. Il ruolo ebraico nella rivoluzione bolscevica e nei primi anni del regime sovietico in Russia. A cura<br />

dell’INSTITUTE FOR HISTORICAL REVIEW, (30 Dicembre 2010).<br />

6


L’America<br />

La plutocrazia giudeo-americanista ási vede minacciata nel suo sistema<br />

supercapitalistico, fondato sull’economia. Inoltre anche l’americano medio, nella sua<br />

visione puritana del mondo, crede ad un’estensione del dominio degli Usa su tutti i<br />

popolià (p. 103). Un’Europa autosufficiente avrebbe ridimensionato il mercato<br />

americano non ancora uscito dalla crisi del 1929 ed Å per questo che si scatenÑ la<br />

seconda guerra mondiale (come pure la seconda guerra del Golfo Persico nel 2003).<br />

Dietro l’imperialismo atlantico-occidentale anglo-americano e quello panslavista<br />

orientale il libro in esame vede il mondialismo giudaico (ivi). A pagina 109 Å colta la<br />

sostanziale e reale unione ideale intima tra liberismo e comunismo, sotto apparenze<br />

accidentalmente diverse: “il bolscevismo Ö l’americanismo del XX secolo”. Oggi, dopo il<br />

1989, si puÑ dire: “l’americanismo Ö il neo-bolscevismo del XXI secolo”. Indubbiamente<br />

la parte piã debole del libro Å quella che va da pagina 135 a 227, poichâ il III Reich si<br />

fermava all’ordine naturale, spingendosi tutt’al piã verso una vaga spiritualitÄ<br />

immanentistica e panteistica neo-pagana, e gli mancava la sana teologia dell’unica vera<br />

Religione soprannaturale rivelata dall’Unico vero Dio. Tuttavia, dal punto di vista<br />

naturale, alcune virtã acquisite, che sono imperfette ma non intrinsecamente cattive,<br />

sono state ammirevoli nel III Reich. Esse hanno formato l’uomo, la famiglia, il popolo<br />

forte, lavoratore, combattente, patriottico, che ha resistito da solo contro i due mostri<br />

“della terra” (Urss) e “del mare” (GB-Usa), i quali infine lo hanno sopraffatto ed hanno<br />

poi distrutto le ultime vestigia della cultura europea classica, che era stata salvata dai<br />

monaci benedettini e sublimata dai Padri della Chiesa e dagli Scolastici. Il<br />

bombardamento a tappeto dell’Abbazia di Monte Cassino non Å stato un caso, ma un<br />

simbolo della nuova “civiltÄ” mondialista.<br />

***<br />

Nazionalsocialismo e “olocaustismo”: due razzismi di segno opposto<br />

Prologo<br />

Un giovane ricercatore, ANDREA GIACOBAZZI, ha scritto un libro intitolato L’Asse Roma-<br />

Berlino-Tel Aviv (Rimini, Il Cerchio, 2010, 240 pagine, 20 euro) 5 , che tratta del sionismo,<br />

della sua corrente radicale di destra chiamata “revisionista”, dei rapporti internazionali<br />

tra il sionismo, il fascismo e il nazionalsocialismo. é un libro ben documentato, che ha<br />

attirato la mia attenzione soprattutto in quanto fa luce sui rapporti tra <strong>hitlerismo</strong> e<br />

questione ebraica e mi ha dato nuove prove per quanto riguarda la non veridicitÄ della<br />

vulgata sterminazionista di 6 milioni di ebrei tramite camere a gas. Mi fermerÑ, perciÑ,<br />

solo sul III capitolo “I rapporti delle organizzazioni ebraiche con la Germania<br />

nazionalsocialista” (pp. 141-191).<br />

Il Sangue e il Suolo<br />

Non Å soltanto il motto del nazionalsocialismo, ma anche quello del sionismo. La<br />

differenza Å che per il primo il sangue Å quello germanico e il suolo Å quello tedesco,<br />

mentre per il secondo il sangue deve essere ebraico e il suolo israeliano. Come si vede si<br />

tratta di due “concezioni della vita” di segno opposto, ma entrambe basate sul razzismo<br />

biologico, sul culto della razza e della Nazione. A partire da ciÑ si formÑ una certa intesa<br />

“diplomatica” o di interessi pratici tra III Reich e ebraismo sionista, affinchâ gli ebrei<br />

5 info@ilcerchio.org<br />

7


lasciassero la Germania e giungessero nella Palestina che 2000 anni prima era stata la<br />

loro Patria. Il Reich voleva risolvere la questione ebraica perchâ vedeva nel giudaismo il<br />

nemico principale della Germania e dell’Europa. Quindi cercava una “soluzione<br />

definitiva” o “finale” del problema ebraico, la quale, perÑ, da quel che si legge nei<br />

documenti riportati nel libro di Giacobazzi, non consta che consistesse nel genocidio di<br />

tutti gli ebrei europei tramite camere a gas, ma nel voler espellere possibilmente gli<br />

ebrei che vivevano nel territorio del III Reich, per trasferirli secondo un primo piano<br />

nella colonia francese del Madagascar (dopo l’occupazione tedesca della Francia, nel<br />

1940) e poi, con la seconda guerra mondiale in atto e la conquista tedesca della parte<br />

europea dell’Urss nel 1941-42, nella Russia occidentale. Infine i gerarchi<br />

nazionalsocialisti e i dirigenti sionisti si misero d’accordo per far giungere un gran<br />

numero di ebrei in Palestina, pagando una certa cauzione.<br />

Le leggi razziali di Norimberga<br />

Furono accolte con favore da alcuni esponenti del movimento sionista, i quali vedevano<br />

nell’assimilazione degli ebrei ai costumi “pagani” o “non-ebraici” un pericolo per la<br />

sopravvivenza del giudaismo. Siccome le Leggi di Norimberga del 1935 proibivano i<br />

matrimoni misti, proibiti anche dai rabbini 6 , esse furono ben accolte dai giudei ortodossi<br />

e dai sionisti.<br />

RivalitÑ tra ostjuden, askenaziti e sefarditi<br />

I sionisti - spiega Andrea Giacobazzi - erano fortemente ostili agli “ostjuden” (ebrei<br />

asiatici), ritenuti dagli stessi ebrei nord-occidentali ácreature pietose […] di un livello<br />

quasi non-umanoà 7 . L’ebreo asiatico o dell’est (come pure il sefardita) non era<br />

paragonabile a quello askenazi o tedesco 8 . In molti casi si giunse persino ad<br />

“arianizzare” gli askenaziti e i “mischlinge” (mezzi ebrei), che combatterono nella<br />

Wehrmacht raggiungendo le 150 mila unitÄ 9 . Per essere promossi di grado essi dovevano<br />

ottenere una speciale esenzione da parte di Hitler in persona 10 . Giacobazzi, rifacendosi<br />

a fonti precise, scrive che: áNon furono rari i casi in cui Hitler concesse esenzioni e<br />

promozioni “eccellenti”à 11 . Fecero parte di queste esenzioni “eccellenti” Frank, il<br />

Governatore della Polonia occupata, Heydrich generale delle SS e capo della Gestapo, il<br />

feldmaresciallo dell’aviazione tedesca Milch, il generale Wilberg. Secondo Giacobazzi<br />

anche Rosenberg, Hess ed Eichmann erano di origine ebraica e furono promossi da<br />

Hitler, il quale manifestÑ cosç una notevole elasticitÄ mentale che mal si concilia con<br />

quel mostro o “Male assoluto” che la propaganda dei vincitori ci ha dipinto 12 . In pratica<br />

6<br />

Cfr. B. M. RIGG, I soldati ebrei di Hitler: la storia mai raccontata delle leggi razziali naziste e degli<br />

uomini di origine ebraica dell’esercito tedesco, Roma, Newton & Compton, 2004, p. 49: åAlcuni ebrei<br />

ortodossi accolsero con favore le leggi di Norimberga, poichê queste impedivano i matrimoni mistiè. Da<br />

parte nazionalsocialista si affermava: åIl popolo tedesco vuole restare unito, mantenere il proprio sangue<br />

puro, proprio come hanno fatto gli ebreiè (B. M. RIGG, ibidem, p. 128). Queste citazioni in nota sono<br />

tratte dal libro di Andrea Giacobazzi.<br />

7<br />

Cfr. P. FRAENKEL, No fixe abode: a Jewisch odyssey to Africa, I. B. Tauris, 2005, p. 23.<br />

8<br />

A. GIACOBAZZI, ibid., p. 146.<br />

9<br />

B. M. RIGG, I soldati ebrei di Hitler…, cit., p. 72.<br />

10<br />

B. M. RIGG, cit., p. 108.<br />

11<br />

A. GIACOBAZZI, ibid., p. 151.<br />

12<br />

A. GIACOBAZZI, ibid., p. 151-153. Anche Hitler come tutti i personaggi storici ha il diritto di essere<br />

studiato secondo fatti e documenti e non tramite preconcetti. Alcuni storici, ad esempio David Irving e<br />

Ernest Nolte, hanno tentato di iniziare uno studio non ideologizzato del III Reich e del suo FÄhrer, ma<br />

sono stati ostacolati e perseguitati. Quel che Renzo De Felice (che era iscritto al ‘Partito Comunista<br />

8


il motto nazionalsocialista “Juden rauss” era accettato anche dagli ebrei ortodossi e dai<br />

sionisti, che, per non assimilarsi ai “gojim”, se ne andavano volentieri 13 . Addirittura il<br />

rabbino filosionista J. Prinz nel 1937 scrisse: áNessuno ha affrontato il problema ebraico<br />

cosç seriamente come la Germania. Soluzione della questione ebraica? Era il nostro<br />

sogno sionista! Dis-assimilazione? Era il nostro appello!à 14 . áIl piã grande frutto delle<br />

relazioni della Germania nazionalsocialista con l’Organizzazione Sionista tedesca Å stato<br />

l’accordo logistico-commerciale passato poi alle cronache come “Haavara”,<br />

“trasferimento” appuntoà 15 . Trasferimento geografico, non eliminazione fisica;<br />

soluzione definitiva geografica, non fisica. Quindi se l’Ebraismo anglo-americano aveva<br />

votato una risoluzione di boicottaggio economico-finanziario contro la Germania sin dal<br />

1933 a causa dell’antisemitismo del III Reich, il sionismo tedesco e i rabbini ortodossi<br />

nord-europei, invece, vedevano di buon occhio la politica di separazione del Reich<br />

germanico (si badi bene: non il nazionalsocialismo in sê, ma la sua politica che separava<br />

nettamente gli ebrei da tedeschi).<br />

Il Piano di evacuazione degli ebrei tedeschi<br />

Prese avvio concreto nel 1937. Nel 1938 fu incoraggiato da Hitler stesso con un suo<br />

impegno specifico e pratico. Nel 1938 Goering pensava al Madagascar, ma la guerra del<br />

1939 impedç tale trasferimento, e nel 1942, dopo l’invasione dell’Urss, si pensÑ alla<br />

Russia occidentale occupata e nello stesso tempo anche alla Palestina, in cui in quel<br />

medesimo anno si recÑ Adolf Eichmann. tale trasferimento era chiamato “soluzione<br />

finale o definitiva della questione ebraica” e, come risulta dai piani, non era<br />

assolutamente una soluzione di sterminio fisico, ma di evacuazione degli ebrei dal<br />

territorio del III Reich. Questo disegno fu perseguito sino alla primavera del 1944:<br />

quando la guerra volgeva al peggio per la Germania, i nazionalsocialisti avrebbero<br />

consentito l’emigrazione in Palestina di 1 milione di ebrei in cambio di 10 mila camion,<br />

ma l’offerta fu rifiutata da parte ebraica 16 . PerciÑ proprio ciÑ che opponeva per<br />

diametrum ideologicamente nazionalsocialismo ed ebraismo, rendeva possibile un<br />

accordo pratico di separazione tramite evacuazione geografica degli ebrei dalla<br />

Germania. Dopo la primavera del 1944, quando i bombardamenti alleati sulla Germania<br />

resero ogni spostamento assai difficoltoso, gli ebrei restati in Germania furono deportati<br />

in campi di concentramento per essere utilizzati come “forza lavoro”. Sarebbe stato,<br />

infatti, controproducente e autolesionista ucciderli invece di farli lavorare, certamente<br />

in condizioni disumane e come schiavi; il resto lo fecero il tifo, la fame, le bombe<br />

alleate, il lavoro massacrante di 16 ore giornaliere e anche le percosse delle guardie dei<br />

campi di lavoro, che non erano solo tedesche perchâ numerosi kapÜ erano “mezzi-ebrei”<br />

arianizzati. Del resto non solo la Germania ha avuto i campi di concentramento.<br />

Purtroppo ogni guerra comporta morte, prigionia e lavori forzati. Asserire che gli unici<br />

ad aver sofferto la reclusione siano stati gli ebrei Å irreale. L’olocaustismo vorrebbe<br />

imporci, sotto pena di detenzione, scomunica ed emarginazione dalla societÄ civile, un<br />

Italiano’ e di lontana ascendenza israelitica) Ö riuscito a fare in Italia negli anni Settanta, pur tra mille<br />

difficoltà, riguardo al fascismo e al suo Duce, per ora Ö ancora difficile realizzarlo in Germania. Ci vuole<br />

dell’altro tempo affinchê le passioni accese dalla propaganda dei vincitori si spengano e lascino<br />

all’intelletto degli storici la serenità di giudicare oggettivamente.<br />

13<br />

I. DEUTSCHER, L’ebreo non ebreo, Milano, Mondatori, 1969, p. 82.<br />

14<br />

L. BRENNER, Zionism in the Age of the Dictators, Westport, Lawrencer Hill, 1983, p. 47.<br />

15<br />

A. GIACOBAZZI, cit., pp. 160-161.<br />

16<br />

TOM SEGEV, Il settimo milione. Come l’olocausto ha segnato la storia di Israele, Mondatori, Milano, 2001,<br />

p. 85.<br />

9


falso “dogma” che Å contro (non oltre) la ragione, un “passato che non passa”, ossia una<br />

“contradictio in terminis” 17 .<br />

***<br />

CHIESA E III REICH<br />

Proemio<br />

Padre GIOVANNI SALE, lo storico gesuita della UniversitÄ Gregoriana che ha continuato<br />

l’opera di padre Pierre Blet sui rapporti tra Chiesa, nazionalsocialismo e fascismo, su La<br />

Civiltà Cattolica del 20 novembre 2010 (quaderno 3850) ha affrontato il tema dei<br />

rapporti tra Pio XII e III Reich, facendo delle giuste e doverose distinzioni. Infatti vi Å<br />

chi, come Pierre Maximin 18 , sostiene che la Chiesa di Pio XI e XII, a partire dalla<br />

enciclica Mit brennender Sorge del 1937, tra Hitler e Stalin abbia finito per preferire<br />

Stalin. Maximin sostiene che il III Reich sia stato una sorta di neo Sacro Romano Impero<br />

Germanico allo stato perfetto e che non sia stato sostenuto dal Papa. Questa tesi pecca<br />

di univocitÄ per eccesso di giudizio positivo sul nazionalsocialismo, nel quale si vedono<br />

solo <strong>luci</strong> e nessuna ombra. Vi Å poi la quasi totalitÄ degli storici “politicamente<br />

corretti”, che presentano il III Reich come il “Male assoluto” appoggiato dalla Chiesa<br />

preconciliare, che si sarebbe aperta al mondo moderno solo a partire dal Concilio<br />

Vaticano II. Anche questa tesi, perÑ, pecca per difetto di valutazione obiettiva del III<br />

Reich, che non Å certamente il “Male assoluto”, specialmente se confrontato con i<br />

sistemi che hanno governato il mondo dal 1945 ad oggi (stalinismo; imperialismo<br />

americanista, che ha toccato il suo vertice nella seconda guerra del Golfo Persico del<br />

2003; sionismo, che, governando l’America, dirige indirettamente il mondo e lo sta<br />

portando sul baratro di una terza guerra mondiale e nucleare; le repubbliche europee<br />

americanizzate e “sessantottizzate” che hanno distrutto Stato, famiglia e individuo).<br />

Certamente, al III Reich mancava il vero rapporto col soprannaturale e la Fede infusa<br />

nell’Unico vero Dio trascendente e personale, ma promuoveva alcuni valori naturali che<br />

hanno formato dei “cives” retti, per quanto umana fragilitÄ lo permetta. L’uomo e il<br />

mondo post-moderno o attuale, invece, Å soprannaturalmente cieco e naturalmente<br />

invertito e degenerato; Å il “Regno sociale di satana”, ove il diavolo regna e il male<br />

trionfa (sino a che Dio lo permetterÄ e non un istante di piã). Allora mi sembra che,<br />

seguendo le distinzioni fatte giÄ molte volte nei suoi precedenti articoli e libri da padre<br />

Sale, si possa giungere alla tesi secondo cui nel III Reich vi furono <strong>ombre</strong> (naturalismo<br />

tendenzialmente panteista, che compromette il soprannaturale), ma anche <strong>luci</strong> (ordine,<br />

disciplina, forza, coraggio, intelligenza, fedeltÄ, che hanno rafforzato le virtã naturali e<br />

acquisite del popolo germanico). La Chiesa nella enciclica Mit brennender Sorge del 14<br />

marzo 1937 mise in guardia dalle <strong>ombre</strong>, sperando che i dirigenti del Reich germanico le<br />

correggessero. Ma non scomunicÑ come “intrinsecamente perverso” il<br />

nazionalsocialismo, cosa che invece hanno fatto con il comunismo Pio XI (Divini<br />

Redemptoris missio, 19 marzo 1937) e Pio XII (‘Decreto generale’, 1è luglio del 1949). La<br />

Chiesa sa che “gratia non tollit naturam sed supponit e perficit eam” e considerando le<br />

potenzialitÄ dell’ordine naturale restaurato dal III Reich dopo lo sfacelo della Repubblica<br />

di Weimar (1919-33), comprese che esse avrebbero potuto supportar la grazia. PerÑ cosç<br />

non fu.<br />

17 L’Unione Europea ha bocciato la richiesta dei Paesi membri vittime del Regime stalinista di equiparare<br />

il revisionismo olocaustico e la negazione dei crimini dello stalinismo (23 dicembre 2010). L’unico<br />

colpevole Ö sempre e solo Hitler? Non mi sembra.<br />

18 Une encyclique singuliÖre sous le III Reich, Berchem, 1999.<br />

10


Pio XII e Reich germanico<br />

Padre Sale scrive nell’articolo succitato che Pio XII quando fu eletto Papa, si consultÑ<br />

con i Vescovi della Germania sulla lettera per partecipare ad Hitler la sua elezione al<br />

Soglio. Hitler aveva giÄ inviato a papa Pacelli una lettera di auguri, tramite<br />

l’ambasciatore del Reich presso la S. Sede, Diego von Bergen. áIl Papa e i quattro<br />

cardinali tedeschi furono concordi nel ritenere che sarebbe stato opportuno avvalersi<br />

dell’occasione offerta dall’inizio del nuovo Pontificato per cercare di migliorare i<br />

rapporti tra le due autorità. […]. Tale gesto avrebbe dovuto apparire come una sorta di<br />

mano tesa della S. Sede verso il Governo tedesco. […]. In tale circostanza i cardinali<br />

tedeschi, preferivano distinguere […] tra i membri del Governo legittimamente incaricati<br />

del pubblico potere […] e gli “estremisti neopagani del partito nazionalsocialista”à 19 .<br />

Inoltre áin piã occasioni, soprattutto negli ultimi tempi della guerra, il Papa intervenne,<br />

anche pubblicamente, contro la tesi della colpa collettiva da addebitare indistintamente<br />

a tutto il popolo tedesco propagandata dagli Alleati – in particolar modo Gran Bretagna e<br />

Francia – per giustificare il bombardamento sui civili, che abitavano le cittÄ tedescheà 20 .<br />

Appare chiara la distinzione operata dal Papa e dai cardinali tedeschi tra l’estremismo<br />

neopagano di alcuni membri del partito nazionalsocialista e il legittimo Governo<br />

germanico, col quale si sarebbe potuto sperare di trovare un’intesa.<br />

Conclusione<br />

Per tirare le somme mi sembra che ogni manicheismo storico sia falso e non corrisponda<br />

alla realtÄ dei fatti. Un nazionalsocialismo totalmente e assolutamente buono o<br />

malvagio Å un “ente di ragione” che non Å esistito nella realtÄ. Certamente la filosofia<br />

nazionalsocialista era idealistica e naturalistica, ma nell’ordine naturale il Governo<br />

germanico assicurÑ al suo popolo l’ordine interno, il benessere socio-economico che era<br />

stato distrutto dal Patto di Versailles e dalla Repubblica di Weimar. La Germania a<br />

partire dal 1933 in un solo anno tolse dalla disoccupazione 6 milioni di lavoratori,<br />

impiegati nella costruzione di autostrade, automobili, ferrovie, treni e nell’industria<br />

bellica. Favorç la crescita demografica e sfavorç le pratiche abortistiche, tuttavia occorre<br />

anche dire che ammise la sterilizzazione dei minorati e le sperimentazioni eugenetiche.<br />

Mise al bando la massoneria, il comunismo, il liberalismo, il democraticismo<br />

rousseauiano. CercÑ di espellere l’ebraismo dal territorio germanico. SradicÑ l’usura,<br />

non lasciÑ l’economia nelle mani dell’alta finanza apolide, ma la assoggettÑ al Governo<br />

dello Stato. StilÑ un concordato con la Chiesa (1934). Ridiede dignitÄ al cittadino<br />

tedesco, facendone un “secondo antico romano” molto piã che un antico barbaro<br />

germanico, ossia l’“agricola-miles”, che lavora la sua terra per il sostentamento della<br />

sua gente ed Å pronto a difenderla con le armi se necessario, Purtroppo il luteranesimo,<br />

l’idealismo, il neopaganesimo impedirono alla natura germanica formata dal III Reich di<br />

essere vivificata dalla grazia. La Religione pagana, perÑ, non Å da confondersi con la<br />

civiltà e cultura precristiana europea o “pagana”. Si pensi alla filosofia greca e al diritto<br />

romano. S. Ambrogio da Milano ha ben distinto RomanitÄ da religiosità pagana, anzi<br />

questa religiositÄ politeistica e orgiastica secondo lui era l’unica cosa che accomunava<br />

Roma ai Barbari. Purtroppo il nazionalsocialismo si lasciÑ impigliare nelle sabbie mobili<br />

della vecchia religiositÄ pagano-germanica, in un certo luteranesimo e nell’ideologia<br />

neopagana dell’idealismo tedesco. Questo fu l’obex che gli impedç il trionfo, che invece<br />

19 G. SALE, cit., p. 329; cfr. anche G. MICCOLI, i dilemmi e i silenzi di Pio XII, Rizzoli, Milano, 2000.<br />

20 G. SALE, cit., p. 334.<br />

11


Costantino aveva conseguito a Ponte Milvio contro Massenzio sotto il vessillo della Croce<br />

di Cristo (“in hoc signo vinces”).<br />

d. CURZIO NITOGLIA<br />

13 gennaio 2011<br />

http://www.doncurzionitoglia.com/<strong>chiesa</strong>_e_<strong>hitlerismo</strong>_<strong>luci</strong>_<strong>ombre</strong>.htm<br />

12

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