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<strong>TECHNICAL</strong><br />
AIR<br />
TRIMIX<br />
MANUAL
Pure Tech Agency<br />
Pure Tech Agency<br />
<strong>TECHNICAL</strong><br />
AIR/TRIMIX<br />
Manuale per immersioni con<br />
decompressione, Aria e miscele<br />
" Imparare senza pensare è fatica perduta<br />
Pensare senza imparare è pericoloso"<br />
— Confucio —<br />
Technical<br />
3<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
4<br />
Pure Tech Agency<br />
<strong>TECHNICAL</strong><br />
Autore: Marco Braga - Roberto Menzaghi - Lorenzo Pestelli<br />
Ideazione Marco Braga<br />
Testi: Marco Braga - Roberto Menzaghi - Lorenzo Pestelli<br />
Progetto grafico: Barbara Albrigo<br />
Collaboratori: Dr. Luca Torcello - Lorenzo Pestelli - Sebastiano Polgrossi<br />
Nicola Bacchetta - Pietro Baggiolini<br />
Fotografie: Extreme Blue Team (Maurizio Fongaro)<br />
Nepturium Team (Luciano Fiorentini)<br />
Extreme Diving Academy (Armando Testa)<br />
Progetto editoriale: Pure-Tech-Agency<br />
A cura del: PUBLISHING OFFICE CMAS-<strong>PTA</strong><br />
www.pure-tech-agency.net/IT/<strong>PTA</strong>/Publishing_Office/index.html<br />
Prima edizione aprile 2012<br />
Copyright © 2012 Pure Tech Agency<br />
Via Torino, 28 - 21013 Gallarate (VA) - www.pure-tech-agency.net<br />
Nessuna parte del presente manuale può essere copiata, riprodotta, elaborata e neppure<br />
trasmessa in alcuna forma tramite mezzo elettronico o meccanico senza previo consenso<br />
scritto dell’editore, tranne nel caso di brevi citazioni contenute in articoli di critica o<br />
recensioni.<br />
La presente pubblicazione contiene le opinioni dell’autore e ha lo scopo di fornire<br />
informazioni precise e accurate.<br />
L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare<br />
specifiche responsabilità in capo all’autore e/o all’editore per eventuali errori o<br />
inesattezze.<br />
Nomi e marchi citati nel testo sono depositati o registrati dalle rispettive aziende.<br />
Pure Tech Agency detiene i diritti per tutte le fotografie, i testi e le illustrazioni che<br />
compongono questo libro.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Introduzione<br />
Questo è il manuale che devi usare per il tuo Corso Technical CMAS-<strong>PTA</strong>; corso che, se<br />
svolto con successo, ti consentirà di utilizzare Aria oppure Trimix Normossico nelle tue<br />
immersioni Tecniche con decompressione entro i 60/66 m.<br />
Il corso su cui CMAS-<strong>PTA</strong> incentra la massima attenzione<br />
Il Corso di Immersioni Profonde Tecniche in Aria e/o Trimix è il il training su cui Pure<br />
Tech Agency mette un’attenzione speciale; perché?<br />
In questi anni, la fascia che va dai 40 ai 60/65 m rappresenta lo standard per le immersioni<br />
fuori curva, grazie all’incremento delle verie agenzie didattiche, alla maggior sicurezza<br />
delle attrezzature, l’avvento di computer multimiscela, occorre formare il subacqueo Tech<br />
già da queste quote, con un sistema che poi ritroveremo anche nei corsi successivi.<br />
Tutte le altre Agenzie Didattiche Tecniche, pur naturalmente presentandolo all’interno<br />
della loro offerta corsistica e richiedendolo come prerequisito per un iter didattico esteso e<br />
serio, considerano di importanza secondaria il Training in Aria.<br />
Ciò è dovuto a una scelta precisa di maggior orientamento verso l’insegnamento delle<br />
miscele Trimix, con le quali si risolvono i problemi di Tossicità di Ossigeno e Narcosi<br />
d’Azoto. In base a ciò un insegnamento fortemente orientato alle tecniche di gestione<br />
narcotica viene considerato superato.<br />
CMAS-<strong>PTA</strong>, che va detto e sottolineato pure insegna Trimix già da questo corso,<br />
si differenzia enormemente in questa opinione che considera, nella massima stima e<br />
rispetto delle altre Agenzie Didattiche Tecniche, profondamente sbagliata per motivi di:<br />
A) realismo<br />
B) necessità di un corso di profondismo puro di base<br />
C) problemi di apprendimento e sicurezza dei corsi estremi.<br />
Realismo<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> ritiene assolutamente non realistico pensare che miscele con Elio saranno<br />
così diffuse da rendere l’Aria "secondaria": per motivi di costo, reperibilità, semplicità<br />
logistica d’uso e tradizione, l’Aria rimarrà quindi sempre, entro certi range operativi, la<br />
miscela più utilizzata. Lo si voglia o no.<br />
Escluse le immersioni oltre i 60 m circa dove c’è un grande utilizzo delle miscele con Elio; a<br />
quote inferiori realisticamente no. Se quindi nella fascia fra i 40 e i 60 m circa restiamo con<br />
l’Aria, significa che ci rimangono addosso tutte quelle problematiche che l’Aria manifesta<br />
a determinate pressioni, che necessitano di un training davvero serio poiché sono davvero<br />
serie, molto di più di quanto si sia abituati a pensare.<br />
Necessità di un corso di profondismo puro di base<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> pensa che l’essere profondisti debba venire prima della situazione di<br />
profondità o di richieste accessorie a cui si può essere (diversamente) sottoposti (a<br />
seconda delle situazioni e degli scenari).<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> pensa che il profondismo sia una condizione di fondo, un tappeto su cui<br />
camminare successivamente nelle varie direzioni.<br />
Non una situazione che possa essere costruita a pezzi per "servire" determinate specialità<br />
o compiti.<br />
Il profondismo è una condizione prioritaria, dominante, che viene prima del resto, a<br />
sè stante, autonoma. Come l’alfabeto.<br />
Technical<br />
5<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
6<br />
Pure Tech Agency<br />
Prima di parlare o di scrivere si studia tutto l’alfabeto, non solo quello delle parole che<br />
interessano. Tutto l’alfabeto, e poi si scrive ciò che si vuole.<br />
E solo così si può scrivere anche quanto viene dettato controvoglia, da eventi imprevisti<br />
o imprevedibili.<br />
Una volta conosciuto l’alfabeto e tutte le principali regole di grammatica e sintassi, si può<br />
decidere di imparare l’inglese, di parlare in francese o di scrivere in russo. Ma solo dopo.<br />
Essere profondisti significa aver conseguito (non è intuitivo nè istintivo, anzi!) tecniche<br />
d’attenzione elevata a più soggetti contemporaneamente anche sotto forte stress (e<br />
non solo narcosi d’Azoto), conoscenza aggiornata e approfondita di tutte le innumerevoli<br />
problematiche e sofisticate tecniche del profondismo in generale, ecc. ecc..<br />
Significa anche esserci portati, avere o acquisire la giusta attitudine del tutto indipendente<br />
dalla quota in cui ci si trova e da come ci si trova (con quale attrezzatura, con quale<br />
miscela, ecc.).<br />
Ma in altre parole significa conoscere l'intero alfabeto.<br />
In questo approccio l’Aria o il trimix diventono un mezzo: si usa Aria perché si ritiene<br />
che per ottenere lo scopo anzicitato sia meglio addestrarsi in Aria: questa è la chiave di<br />
lettura finale corretta per il corso Technical Air CMAS-<strong>PTA</strong>, assai più estesa di quanto<br />
sembra di primo acchito.<br />
E perché Aria ? I motivi sono innumerevoli.<br />
Il principale risiede nella sua difficoltà di gestione, che aumenta la difficoltà su tutti i<br />
param di controllo dell’immersione profonda, evidenziando ogni più piccolo problema<br />
e permettendo quindi all’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> di impostare le correzioni sull’Allievo,<br />
rispetto al Trimix che alimina la narcosi e rende il training più "semplice".<br />
L’Aria è una carta tornasole per tutte le problematiche, spesso molto nascoste o<br />
mentali o psicologiche o attitudinali, che il subacqueo profondista deve poter al meglio<br />
evidenziare per poi analizzarle, giudicarle e poterle gestire con i sistemi più adeguati.<br />
Alla ragione dei fatti non si può mentire: tramite esercizi e richieste mirate, durante il corso di<br />
Immersioni profonde tecniche in Aria CMAS-<strong>PTA</strong> esce allo scoperto una realtà enormemente<br />
diversa da come si era assolutamente sicuri che fosse. Anche i più esperti vedono<br />
letteralmente trasfigurare la loro concezione dell’immersione e sono i primi a riconsiderare<br />
subitaneamente i limiti dell’aria (uno dei non trascurabili vantaggi di un Training così fatto è<br />
anche questo, che insegna quando usare l’Aria in sicurezza e quando no).<br />
La sorpresa è veramente notevole, anche perché normalmente chi approccia questo<br />
Corso con già esperienza sulle spalle pensa che gli serva poco o nulla.<br />
Invece è il più importante, il più formativo di tutti: non sempre chi va fondo è un<br />
profondista, o lo fa usando le tecniche più adeguate.<br />
Questo Training rende chi effettua immersioni profonde un vero profondista.<br />
Serve a chi vuole esplorare nuove profondità con la tecnica più adatta, ma anche agli<br />
esperti per approfondire, affinare e spesso stravolgere alcuni modelli comportamentali<br />
migliorabili o decisamente non adeguati.<br />
Nell’ottica sovraesposta si può quindi ben dedurre come a CMAS-<strong>PTA</strong> la necessaria<br />
codifica di "corso di Immersioni profonde tecniche in Aria" vada molto, molto, molto<br />
stretta.<br />
In realtà si tratta di un Training di profondismo puro "generico", analizzato maniacalmente<br />
in ogni suo più recondito e nascosto aspetto di Base: sarebbe forse meglio definirlo il<br />
corso tecnico di immersioni profonde - e basta.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Problemi di apprendimento e sicurezza dei corsi estremi<br />
Un altro motivo della grande attenzione che CMAS-<strong>PTA</strong> dedica al corso Technical è dato<br />
dalla scelta didattica di incentrare proprio quì la formazione del profondista puro.<br />
Anche in questo caso ci sono diverse scuole di pensiero, la maggior parte delle quali sono<br />
orientate alla formazione profondistica pura nei corsi più estremi (Nitrox Tecnico, Trimix<br />
ipossico) e "a pezzi" ovvero: "quello che serve per quel corso e per quello specifico utilizzo".<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> differisce enormemente da questa impostazione.<br />
L’insegnamento di sofisticate tecniche di autosufficienza, ridondanza, esecuzione<br />
pianificazioni tabellari complesse, affrontate con diversi cambi di miscela da fare in tempi<br />
e a quote precise, con un’enormità di equipaggiamento tecnico indosso su cui oltretutto<br />
durante il corso lo studente ha inizialmente poca o nessuna familiarità. ecc, ecc., secondo<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> deve assolutamente venire dopo la certezza che lo studente sia già un<br />
profondista e come testa e come cultura e come operatività di base.<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> pensa che se nei Training di solo ed Extended Tecnical, oltre all’insegnamento<br />
delle tecniche multimiscela e equipaggiamento, si introducono lì le sofisticate tecnichebase<br />
di profondismo puro, si corrono 2 grossi rischi:<br />
a) che l’Allievo venga investito da un’eccessiva marea di informazioni<br />
(rischio di problemi didattici di apprendimento),<br />
b) che l’allievo possa manifestare purtroppo proprio lì una sua eventuale scarsa<br />
attitudine, e manifesti sicuramente lì la sua scarsa formazione profondistica<br />
pura, con conseguenze sicuramente molto meno semplici da gestire rispetto a<br />
un’immersione in Aria/Trimix entro i 60 m e con poca attrezzatura indosso (rischio<br />
sulla sicurezza Intrinseca dei corsi).<br />
Per questo il presente Corso CMAS-<strong>PTA</strong> prepara al meglio chi desidera progredire<br />
nelle immersioni profonde a miscela: costruendo un fortissimo scheletro portante su<br />
cui modellare qualsiasi altra cosa, risolvendo le problematiche sopra esposte al punto<br />
a) e b). Alfabeto scheletro portante fondamentale …<br />
Possiamo trovare altri sinonimi. Ma siamo convinti di esserci fatti capire. Prima questi,<br />
poi tutto il resto che si vuole.<br />
Profondismo di base e profondismo avanzato<br />
Secondo l’ottica CMAS-<strong>PTA</strong> quindi vi sono 2 fasi nel profondismo, ben distinte.<br />
La prima è quella dedicata al profondismo puro.<br />
La seconda è quella dedicata alle varie sofisticate tecniche integrative (penetrazioni<br />
profonde, grotte profonde, tecniche Solo, Extended Technical, ecc.) che scelgono un’area<br />
di "avanzamento" spostando oltre - in alcuni ambienti specifici anche di molto - il limite di<br />
base precedente.<br />
Nella prima si pone il subacqueo di fronte a tutte quelle richieste che il profondista<br />
deve soddisfare in quanto tale, ovvero indipendentemente da quale sarà il suo tipo di<br />
immersione, da che attrezzatura userà, da quali miscele, ecc..<br />
Nella seconda si implementano nel subacqueo singole tecniche specifiche, didatticamente<br />
proposte come specialità.<br />
L’approccio CMAS-<strong>PTA</strong> consiste quindi in una prima fase in cui si costruisce un vero<br />
profondista finito e una seconda in cui gli si rendono disponibili tecniche migliorative,<br />
accessori di vAria portata (anche estrema) ma sempre "solo" accessori, il profondista è<br />
già stato costruito di sicuro.<br />
Technical<br />
7<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
8<br />
Pure Tech Agency<br />
Secondo CMAS-<strong>PTA</strong> ci deve quindi essere un solo "Super Corso" di profondismo<br />
generale e tutti gli altri debbono essere di specializzazione; la scuola di pensiero orientata<br />
a costruire il profondista poco a poco (Corso dopo Corso) può dare luogo agli inconvenienti<br />
poc’anzi accennati.<br />
Il corso su cui CMAS-<strong>PTA</strong> incentra la massima<br />
attenzione<br />
Il corso di immersioni profonde tecniche in Aria o Trimix è il il training su cui Pure Tech<br />
Agency mette un’attenzione speciale; infatti dopo il training fin qui svolto di avvicinamento,<br />
avremo la vera formazione di un subacqueo tecnico, che potrà scegliere se utilizzare Aria<br />
oppure Trimix per le proprie immersioni. I due gas, che vedremo in seguito, sono molto<br />
diversi tra loro, e sicuramente la formazione in Aria rappresenta un training più completo<br />
e formativo.<br />
Da che profondità inizia<br />
Normalmente il corso Inizia dal 1° Livello, ma se sei in possesso di un brevetto tecnico<br />
Deep Air rilasciato da didattiche dalla CMAS-<strong>PTA</strong> riconosciute, ti verrà chiesto di effettuare<br />
il livello CMAS-<strong>PTA</strong> di profondità corrispondente a quel brevetto, o quella che più si avvicina<br />
per difetto, come crossover di abilitazione.<br />
Ottenutolo (superato quel livello secondo gli standard CMAS-<strong>PTA</strong>) potrai proseguire con<br />
CMAS-<strong>PTA</strong>.<br />
LIVELLI DI PROFONDITÀ CONTEMPLATI NEL CORSO<br />
<strong>TECHNICAL</strong> AIR<br />
Livello I: - 47 m<br />
Livello II: - 54 m<br />
Livello III: - 60 m<br />
Technical<br />
<strong>TECHNICAL</strong> TRIMIX<br />
Livello I: - 47 m<br />
Livello II: - 54 m<br />
Livello III: - 60 m<br />
Livello IV: -66 m<br />
Struttura del corso<br />
Il corso si struttura in una parte teorica molto specifica, approfondita, aggiornata, e una<br />
pratica durante la quale allo studente, posto sotto narcosi e stress, si chiede di tenere<br />
sotto un controllo veramente costante, sistematico ed efficiente tutti i param-base<br />
dell’immersione, sempre e simultaneamente.<br />
Terminata la parte teorica nel modo accordato con l’Istruttore che terrà conto delle singole<br />
esigenze, si procederà nella parte pratica (immersioni); trattasi di veri e propri "Test in<br />
acqua", i cui esercizi verranno spiegati più avanti.<br />
Anche se è assolutamente ovvio, ti ricordiamo che il raggiungimento di un dato livello non<br />
è scontato con l’iscrizione al corso e il pagamento dello stesso.<br />
Se non effettuerai errori considerati gravi e compromissori per la sicurezza (anche questi ti<br />
verranno elencati più avanti), potrai passare al Livello successivo; in caso contrario dovrai<br />
ripetere il livello corrente sino a quando non verrà superato senza alcun compromesso<br />
con la sicurezza (che sarà poi la tua e del tuo compagno, non dimenticarlo!).<br />
Peraltro il tuo Istruttore farà tutto il possibile per aiutarti, non lo devi vedere come un nemico<br />
da superare, anzi! Se poi avrai difficoltà in alcune fasi del corso pensa che troveresti<br />
la stessa (o assai maggiore) difficoltà in situazioni di emergenza nelle tue personali<br />
immersioni.
Pure Tech Agency<br />
In quest’ottica anche se non riuscirai a conseguire tutte le tue mete prefissate, accontentati<br />
di aver comunque progredito fortemente nella cultura in materia e di conoscere ora al<br />
meglio i tuoi comportamenti in determinate condizioni e a certe profondità, e fanne tesoro<br />
nelle programmazioni di future immersioni!<br />
Goditi il tuo corso per immersioni profonde tecniche nel modo migliore: sii molto attento<br />
a tutto quanto ti viene spiegato ed estremamente aperto a correzioni e/o stravolgimenti<br />
sia nei tuoi pensieri che nel tuo andare in acqua.<br />
Sii molto concentrato in immersione, eccezionalmente preciso nei debriefing.<br />
Credi a quanto ti viene detto, non dare nulla per scontato, non essere presuntuoso, non<br />
metterti in conflitto o in competizione con il tuo Istruttore o con lo staff.<br />
Benvenuto al migliore corso di Immersioni profonde tecniche del mondo.<br />
Attitudine<br />
La qualità più importante per un subacqueo profondista è l’attitudine, ovverosia l’approccio<br />
che il subacqueo utilizza nei confronti di questo tipo di immersioni e, più in generale, verso<br />
questo tipo di subacquea.<br />
Chi non si sa limitare, è cocciuto, vuole strafare, non ammette i propri errori, ecc. denunzia<br />
gravi problemi di ego e mette a repentaglio la sicurezza sua, del compagno e dell’intero<br />
Team!!!<br />
Come in ogni attività, questa quindi non può che essere accompagnata dalla giusta<br />
filosofia d’approccio, che rappresenta la strada maestra camminando sulla quale poi si<br />
costruiscono e direzionano le preparazioni teorica e pratica.<br />
A nulla vale un’ottima cultura e un’eccellente comportamento in acqua se il subacqueo lo<br />
sta facendo per superare il corso ben sapendo che poi farà comunque di testa sua (guarda<br />
che si capisce!).<br />
Ebbene sappi che il tuo Istruttore valuterà la tua attitudine verso le immersioni profonde<br />
e, se questa non è adatta allo scopo del corso, potrà (anzi dovrà) negarti il brevetto anche<br />
se non hai mai commesso nemmeno un errore negli esami teorico/pratici.<br />
Il subacqueo, specialmente quello che si spinge molto più in là del "normale", deve<br />
conoscere e rispettare i propri e altrui limiti e le regole di questa delicata attività.<br />
Deve avere un approccio rispettosissimo delle varie problematiche che si possono<br />
presentare, non può essere superficiale nè sottovalutare particolari propri o altrui che<br />
in acqua potrebbero innescare meccanismi perversi e a spirale crescente. Deve essere<br />
ordinato, attento, dare il giusto valore all’attrezzatura e all’assistenza di superficie,<br />
alle dotazioni di sicurezza, ai piani di emergenza. Non deve annoiarsi nel pianificare<br />
ogni cosa e deve credere davvero a tutto quello poc’anzi elencato.<br />
Tieni presente poi che questo corso vuole essere fortemente preparatorio per istruzione<br />
successiva che vede entrare in gioco varie miscele (Trimix da viaggio, Trimix Ipossico) e<br />
profondità anche veramente molto elevate (100 m).<br />
Le tecniche per le immersioni di questo tipo vedono ridotti tempi di fondo e quindi ridotti<br />
spazi per porre rimedio a possibili problematiche.<br />
Inoltre prevedono un equipaggiamento notevole, vari cambi di miscele a quote prefissate<br />
anche durante la discesa e risalita, tabelle personalizzate a seconda delle miscele usate<br />
per il viaggio, fondo e decompressione, ecc..<br />
Ciò significa pianificazione totale e assoluto rispetto dei piani con grandi dotazioni standard<br />
e rigidissime norme di sicurezza.<br />
Technical<br />
9<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
10<br />
Pure Tech Agency<br />
Il Corso che stai facendo deve costruire una solida base per affrontare successivamente<br />
(ovviamente se lo vorrai) queste immersioni, quindi prima di tutto deve sviluppare in te<br />
un’attitudine ben adatta a questi scopi.<br />
Del resto non è poi così difficile.<br />
Cerca di essere te stesso, non Superman.<br />
Ascoltati con modestia e onestà, non ignorare problematiche di qualsiasi natura che<br />
potresti avvertire e riferiscile al tuo Istruttore, nei suoi compiti vi è anche quello di aiutarti<br />
a risolvere le eventuali e tu stai seguendo un training proprio per questo; con la sua<br />
esperienza e l’esperienza CMAS-<strong>PTA</strong> ti può dare una grande mano e vedrai che se fatte<br />
girare con la chiave giusta anche le serrature più resistenti si aprono, fidati.<br />
Obiettivi primari di questo corso<br />
1) Capire e valutare i limiti oggettivi dell’aria;<br />
2) Capire e valutare i limiti oggettivi del Trimix;<br />
3) Capire e valutare i limiti soggettivi propri ed altrui;<br />
4) Inserire/sviluppare comportamenti profondistici specifici che estendano i limiti propri<br />
sempre all’interno di un’ottica di realistica efficace gestione dell’immersione.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
LEGENDA<br />
Leggendo il manuale noterai delle caselle contrassegnate da simboli, esse ti<br />
forniranno preziosi consigli ed informazioni per meglio comprendere la materia di<br />
studio e quindi immergerti in sicurezza.<br />
ATTENZIONE<br />
FERMATI<br />
E RIFLETTI<br />
RICORDA<br />
IDEA<br />
ESEMPIO<br />
NOTA<br />
identifica un’informazione basilare per la tua<br />
sicurezza<br />
sottolinea e rimarca un concetto chiave<br />
focalizza la tua attenzione su un concetto<br />
esprime un consiglio dettato dall’esperienza<br />
contraddistingue un esercizio, un esempio<br />
pratico<br />
fornisce un’informazione generale o di<br />
approfondimento<br />
Technical<br />
11<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
12<br />
Pure Tech Agency<br />
AVVERTENZE<br />
Tu e il tuo Istruttore avete delle responsabilità precise durante questo corso.<br />
Durante tutte le fasi del corso l’Istruttore valuterà le tue conoscenze e la progressione<br />
del livello d’addestramento sempre e comunque in funzione della sicurezza.<br />
L’Istruttore dovrà:<br />
• Organizzare le lezioni di teoria<br />
• Sovrintendere alla pianificazione dell’immersione, anche con l’uso del software<br />
• Svolgere il briefing pre-immersione<br />
• Assicurarsi del tuo equipaggiamento<br />
• Assistere all’analisi e al controllo della pressione dei gas che userai in immersione<br />
• Supervisionare direttamente tutte le attività in acqua<br />
• Svolgere il de-briefing post immersione<br />
• Compilare i moduli richiesti per il corso<br />
L’Allievo dovrà:<br />
• Presentare e compilare la documentazione richiesta per la partecipazione allo specifico<br />
Corso CMAS-<strong>PTA</strong> ed attenersi a quanto viene dichiarato<br />
• Studiare e comprendere i sussudi didattici CMAS-<strong>PTA</strong> e le lezioni integrative svolte<br />
dall'Istruttore<br />
• Analizzare personalmente i gas da utilizzare in immersione<br />
• Pianificare l'immersione con i sistemi proposti dal corso<br />
• Attenersi a ciò che viene pianificato, salvo diverse, esplicite ed inconfutabili decisioni<br />
dell'Istruttore<br />
• Essere responsabile delle proprie azioni e della personale sicurezza<br />
• Mantenere un adeguato stato di salute fisica e mentale<br />
• Informare l’Istruttore tempestivamente di eventuali cambi di condizioni personali o<br />
sofferenze psicofisiche<br />
• Immergersi secondo il principio del sistema di coppia, non separarsi mai dall’Istruttore<br />
ne dall’eventuale gruppo d’immersione<br />
Benvenuto in Pure Tech Agency:<br />
Un altro modo di fare subacquea!<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Manuale<br />
Technical<br />
Air/Trimix<br />
Pure Tech Agency<br />
www.pure-tech-agency.net<br />
MODULI<br />
1 PROGRAMMA GENERALE <strong>TECHNICAL</strong><br />
2 IMMERSIONE TECNICA<br />
3 PROGRAMMA AIR<br />
4 PROGRAMMA TRIMIX<br />
5 IMMERSIONE DI APPRENDIMENTO<br />
6 APPENDICE<br />
Technical<br />
13<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
14<br />
Pure Tech Agency<br />
INDICE<br />
Modulo 1 - La decompressione: teoria e tecnica<br />
MODULO 1 - Programma Generale Technical 17<br />
1.1 Stress e incidenti 18<br />
1.2 Avvelenamento da Ossigeno 29<br />
1.3 Eccesso di Anidride carbonica 31<br />
1.4 Affanno 37<br />
1.5 Avvelenamento da nomossido di carbonio 38<br />
1.6 Ipotermia 39<br />
1.7 Malattia Da Decompressione 40<br />
1.8 Riflessioni 46<br />
1.9 In caso di incidenti 51<br />
MODULO 2 - L'immersione Tecnica 55<br />
2.1 Discesa rapida controllata 56<br />
2.2 Visualizzazione 58<br />
2.3 Comunicazione doppio Filo 61<br />
2.4 Sistema di coppia 64<br />
2.5 Aborto immersione 66<br />
MODULO 3 - Programma Air 69<br />
3.1 Conoscenza 70<br />
3.2 La concentrazione, come? … fine non mezzo 80<br />
MODULO 4 - Programma Trimix 83<br />
4.1 Il Trimix Normossico 84<br />
4.2 La Programmazione 91<br />
La decompressione 95<br />
Deco on fly 98<br />
MODULO 5 - L'immersione di Apprendimento 101<br />
5.1 Immersione di Technical 102<br />
5.2 Pianificazione generale 104<br />
5.3 Breafing pianificativo 105<br />
5.4 Controllo e procedure 107<br />
5.5 Controlli di superficie 108<br />
5.6 Breafing direzionale 111<br />
5.7 Discesa 117<br />
5.8 Esercizi di apprendimento 117<br />
5.9 Mantenimento della profondità massima 123<br />
5.10 Segnale dei 4 minuti 126<br />
5.11 Segnale dei 6 min e controllo pressioni 131<br />
5.12 Identificazione oggetti 135<br />
5.13 Ricavare la direzione nord di un oggetto 143<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
5.14 Segnale di 1 minuto alla risalita 145<br />
5.15 Segnale di risalita 148<br />
5.16 Fuori dall'acqua 152<br />
5.17 Il breafing valutativo 153<br />
5.18 Note generali sull'immersione 156<br />
5.19 Note generali sugli esercizi 158<br />
Appendice 163<br />
Scheda errori immersione 164<br />
Schema pianificazione 166<br />
Glossario 167<br />
Corsi <strong>PTA</strong> 169<br />
Iter didattici 170<br />
Technical<br />
15<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
16<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
MODULO 1<br />
Programma Generale Technical<br />
Panoramica<br />
• Stress e incidenti<br />
• Avvelenamento da Ossigeno<br />
• Eccesso di Anidride carbonica<br />
• Affanno<br />
• Avvelenamento da nomossido di carbonio<br />
• Ipotermia<br />
• Malattia Da Decompressione<br />
• Riflessioni<br />
• In caso di incidenti<br />
Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />
Obiettivi<br />
• Riconoscere lo stress latente e di punta<br />
• Pianificare e limitare lo stress<br />
• Riconoscere ed evitare l'avvelenamento da Ossigeno<br />
• Conoscere la problematica dell'Anidride Carbonica<br />
• Conoscere e applicare tecniche di respirazione<br />
• Limitare la produzione di Anidride Carbonica<br />
• Riconoscere e prevenire l'affanno nelle immersioni tech<br />
• Conoscere le problematiche della MDD nelle immersioni tech<br />
• Analizzare spunti e riflessioni su eventuali MDD<br />
Technical<br />
17<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
1.1 Stress e incidenti<br />
18<br />
Pure Tech Agency<br />
Quando succede un incidente in acqua, questo non è mai dovuto a una sola motivazione,<br />
come potrebbe essere un colpo di pistola alla tempia.<br />
In quest’ultimo caso (molto crudo ma serve bene come esempio) dal momento in cui il<br />
colpo esplode non vi è tempo per ragionare nè per sbattere le ciglia, non vi è via di fuga,<br />
non si può curare, non vi sono alternative e il decesso avviene per l’unica esplosione del<br />
colpo e nient’altro: non ci possono essere concause perchè la vittima non partecipa in<br />
nessun modo alla vicenda, fa solo da tragico spettatore.<br />
Esclusa la tossicità da O 2 , non esiste nessun quadro simile a questo fra tutti gli incidenti<br />
che possono succedere in acqua<br />
Evoluzione: il tempo<br />
Qual’è quell’incidente subacqueo che ci vede unicamente come spettatori completamente<br />
e assolutamente passivi? Forse l’unico sarebbe l’urto notturno contro una mina invisibile.<br />
Tutti gli altri, anche i più gravi, vedono reattivi il tuo compagno, l’attrezzatura tua e del<br />
Team e te stesso.<br />
Non c’è nessun problema che al suo insorgere, decreti immediatamente la fine del<br />
subacqueo<br />
Come minimo nel caso peggiore (senz’Aria dopo aver espirato) ci sono almeno 10 secondi<br />
di tempo per fare qualcosa. Nel malfunzionamento di un erogatore c’è quello di back-up,<br />
nello scoppio di un manometro c’è la chiusura della rubinetteria o il compagno, in un<br />
impigliamento c’è il coltello, nell’MDD c’è l’assistenza, persi in una grotta o in un relitto ci<br />
sono le tecniche di ritrovamento e così via.<br />
Tutti i problemi subacquei ci danno tempo (e in alcuni casi veramente molto tempo) per<br />
fare qualcosa e ci offrono una o più scappatoie (l’elenco delle possibili casistiche sarebbe<br />
interminabile).<br />
Dinamica: il modo<br />
Visto che sul problema si reagisce sempre, c’è la possibilità di reagire bene o male,<br />
abbiamo dunque 2 possibili scenari:<br />
PROBLEMA Time Azioni Modo RISOLUZIONE<br />
PROBLEMA Time Azioni Modo COMPLICAZIONE<br />
RISOLUZIONE Modo Azioni Time NUOVO PROBLEMA<br />
In parole povere per risolvere ogni problema ci vuole tempo e modo.<br />
Abbiamo visto che il tempo c’è sempre; e il modo?<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Se nella peggiore situazione, quella con minore autonomia (senza gas in dispnea), non<br />
troviamo o non abbiamo il 2° erogatore, non abbiamo modo per poter risolvere il problema.<br />
Tempo ce ne sarebbe stato se avessimo seguito le indicazioni di tenerlo attaccato in una<br />
zona precisa e di controllare spesso se era sempre lì.<br />
Se il compagno è distante e non può rendersi conto che sei senza gas, oppure si<br />
accorge in ritardo, oppure si accorge subito ma è troppo distante e non riesce ad<br />
arrivare in tempo utile, o lui pure non trova il 2° erogatore, o non ha il 2° erogatore, o si<br />
spaventa e non te lo porge, o … ecc., ecc. non c’è modo di porvi rimedio<br />
Questo esempio per farti capire che in realtà rimanere senza gas (probabilmente il<br />
problema più brutto che possa capitare) non è assolutamente di per sè un problema vitale,<br />
lo diventa solo se non si sa porvi rimedio: il tempo per un’azione risolutiva ci sarebbe, a<br />
volte non c’è il modo.<br />
Non esiste nessun problema subacqueo irrisolvibile, esistono solo problemi subacquei<br />
non risolti<br />
Dinamica: la reazione<br />
Lo scenario è sempre lo stesso: causa scatenante, reazione, ???<br />
I punti di domanda sono sempre posti dopo la reazione, il che significa che è la reazione<br />
a determinare ciò che succederà dopo.<br />
Non esiste mai lo schema diretto causa scatenante = incidente.<br />
Supponiamo che un sub resti senza gas e decida di risalire in superficie a velocità<br />
incontrollata<br />
Anche qui il sub ha operato dopo il problema; ha avuto un’azione che, dopo di essa,<br />
potrebbe avere diverse conseguenze.<br />
• Se avesse avuto il compagno vicino non sarebbe stato necessario risalire<br />
• Se sarà risalito a bocca chiusa, avrà avuto una sovradistensione polmonare<br />
• Se sarà risalito troppo velocemente, avrà un problema di MDD<br />
• Se avrà utilizzato gas decompressivi a quote sbagliate, avrà un problema di tossicità<br />
d’Ossigeno<br />
La causa iniziale o scatenante non è molto importante in un incidente, a volte è addirittura<br />
decisamente secondAria: l’attenzione va posta sulla reazione alla causa iniziale.<br />
I problemi iniziali più eccezionalmente banali si possono tramutare in statistiche mortali,<br />
così come gli scenari più complessi possono essere felicemente risolti in pochi secondi,<br />
poco sforzo e poca paura; gli esempi a riguardo si possono vendere all’ingrosso e non<br />
serve perderci altre righe sopra.<br />
Dove si inserisce lo stress<br />
Nella reazione: nel momento in cui scatta l’incidente e abbiamo la macchina per l’emergenza<br />
pulita ed efficiente, spetta sempre a noi inserire la chiave e girare l’avviamento.<br />
Difatti la subacquea è un’attività sostanzialmente primitiva, molto umana, nulla di davvero<br />
importante è automatizzato ed ai nostri tempi automatizzabile: l’uomo è un operaio<br />
dell’acqua, fa tutto con le sue mani.<br />
Technical<br />
19<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
20<br />
Pure Tech Agency<br />
Come si inserisce lo stress<br />
Distorcendo e deviando la reazione: se guardiamo le statistiche, il maggior numero di<br />
scenari fatali è stato a causa dell’uomo, che non ha inserito la chiave o ha fatto girare male<br />
il meccanismo. Perché?<br />
Cosa è lo stress?<br />
É quella reazione mentale che si instaura quando c’è uno sbilanciamento fra la richiesta<br />
(fisica o psicologica) e la possibilità di risposta dell’individuo.<br />
Quanto maggiormente ritieni sovradimensionato il compito rispetto alle tue capacità,<br />
tanto più ti sentirai angosciato: l’angoscia è lo stress<br />
Questo tipo di stress è chiamato anche Stress illogico.<br />
Differisce dallo stress logico poiché teoricamente questo è uno stress che non dovrebbe<br />
esserci.<br />
Infatti lo scenario contingente presuppone che la richiesta d’azione sia totalmente<br />
soddisfabile: qui il sub sa che ha tutti gli strumenti, l’allenamento, ecc. insomma non è<br />
sottodimensionato al compito a cui viene chiamato.<br />
Eppure muore di paura. Perché comunque, anche se ritiene semplicissimo e fattibilissimo<br />
quanto deve, percepisce l’importanza dell’azione<br />
È dunque uno stress causato dall’importanza del gesto, non dalla sua difficoltà<br />
nell’effettuarlo<br />
in macchina esce un camion da uno stop e sei sufficientemente lontano, i freni<br />
perfettamente funzionanti con ABS ti arresterenno sicuramente prima; ciononostante<br />
sei sotto forte stress e ti calmi solo quando esci salvo dall’auto<br />
Questo è lo stress più sibillino, strisciante, improvviso e sorprendente. Dunque più<br />
pericoloso.<br />
Molti infatti fanno il grave sbaglio di considerare lo stress solo come ovvio risultato<br />
matematico di situazioni difficili date dallo scompenso fra richiesta e possibilità di risposta<br />
(1° tipo, stress logico), e pensano che quando la risoluzione del problema sia facile o<br />
(potenzialmente) immediata, non debbano sopportare carichi di stress.<br />
Questi sub si dimenticano di essere umani, e non capiscono che esiste anche lo stress<br />
illogico, che non c’entra per niente con la difficoltà di risoluzione problemi, ma che si<br />
identifica con il problema stesso.<br />
Ebbene questi sono facile preda di crisi di panico in quanto lo stress li stupisce più degli<br />
altri: li assale quando loro pensano che non ci dovrebbe essere, giocando un devastante<br />
effetto sorpresa.<br />
Facciamo un esempio.<br />
Penetrazione all’interno di un relitto. Bibombola con separatore con comando remoto<br />
posizionato davanti agli occhi e comunque in modo accessibilissimo a entrambe le mani.<br />
Autonomia perfetta e tutto quant’altro in termini ideali. Esplosione di un manometro.<br />
Domanda: il subacqueo che farà ?<br />
Dato che tutto è in condizioni assolutamente ideali, si potrebbe affermare che chiuderà<br />
facilmente il separatore e con la restante autonomia dell’aria (nel caso avrà senza problemi<br />
cambiato erogatore, legato con l’elastico proprio sotto il mento) seguirà il filo d’arianna e<br />
uscirà dal buco.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Naturalmente è quello che ci auguriamo, ma nonostante le premesse "meccaniche"<br />
potrebbe non andare così.<br />
Infatti anche se il sub al momento del problema avrà la macchina della risposta<br />
perfettamente operativa e collaudata, ripetuta più volte nel suo stesso training, potrebbe<br />
essere che si dimentichi per esempio: di avere l’isolatore.<br />
"Di avere l’isolatore, impossibile!". Ci sembra di sentirtelo dire.<br />
Impossibile? Attenzione, stai sbagliando su un punto fondamentale e sei pericolosissimo<br />
per te stesso. Cambia.<br />
Ciò e altro è sempre possibile e anzi è invece assolutamente probabile quando si pensa<br />
che in una situazione similare non ci debba essere stress perché tutto è a posto per<br />
risolvere il problema, ma invece lo stress è presente!<br />
E se non siamo preparati a questo, lo stress ci prenderà talmente di sorpresa che ci<br />
impedirà la corretta esecuzione dei compiti che sono lì per essere eseguiti facilmente.<br />
Dobbiamo aspettarci forti stress anche su situazioni importanti facilissimamente<br />
risolvibili<br />
Fattori predisponenti e/o scatenanti dello stress<br />
Tempo<br />
L’attività subacquea è tempodipendente; il tempo di fondo, le decompressioni. Avere<br />
dei tempi precisi da seguire è causa di stress. Le deviazioni a questi tempi pianificati<br />
aumentano fortemente lo stress.<br />
Mantenere il piano d’immersione significa dunque anche mantenere lo stress ai<br />
livelli fisiologici.<br />
Technical<br />
Esercizi.<br />
Il sub ha già una moltitudine<br />
di cose da fare: tenere sotto<br />
controllo il compagno o il<br />
gruppo, le pressioni del gas,<br />
il tempo, la navigazione,<br />
l’assetto, la prevenzione di<br />
incidenti, la profondità, ecc..<br />
Anche se te ne dimentichi<br />
perchè sono diventati param<br />
base, questi sono veri e propri<br />
esercizi e causano stress.<br />
Se ne aggiungi altri (ricerca di un punto, lavoro, ecc.) innalzi sempre più la dose di<br />
stress.<br />
Durante le immersioni profonde, è bene avere pochissimi compiti oltre a quelli base; anche<br />
perchè in condizioni narcotiche verrebbero comunque dimenticati o mal eseguiti, a tutto<br />
vantaggio dell’innalzamento dello stress.<br />
21<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
22<br />
Pure Tech Agency<br />
AMBIENTALI EQUIPAGGIAMENTO FISICI<br />
Compagni<br />
d’immersione/<br />
Team<br />
Profondità<br />
Narcosi d’Azoto<br />
Visibilità<br />
Freddo<br />
Correnti<br />
Presenza di<br />
animali pericolosi<br />
Fobie personali<br />
Assenza di<br />
riferimenti<br />
Discese nel Blu<br />
Relitti d’impatto<br />
psicologico<br />
a) personale:<br />
• Insufficienza<br />
• Scarsa familiarità<br />
• Cattiva manutenzione ed<br />
efficienza<br />
• Cattiva posizione di esso sul<br />
corpo<br />
• Ingombrante non familiare.<br />
b) generico:<br />
• Piano d’emergenza<br />
• Mancanza o scarsità di<br />
allenamento e conoscenza<br />
delle procedure e tecniche di<br />
emergenza fuori dall’acqua e in<br />
acqua.<br />
• Assistenti di superficie<br />
• Materiale per le emergenze<br />
• Bombole di riserva.<br />
• Insufficienza<br />
• Scarsa familiarità con la<br />
stazione<br />
• Cattiva manutenzione ed<br />
efficienza<br />
• Cattivo posizionamento<br />
Technical<br />
Sforzo<br />
Stanchezza<br />
Debolezza<br />
Assunzione di farmaci<br />
Assunzione di eccitanti<br />
Assunzione di alcool/droghe<br />
Tutti questi fattori contribuiscono ad aumentare lo stress latente e quando intervengono<br />
oltre una certa misura o in più di uno possono scatenare anche crisi da stress di punta.<br />
Naturalmente non sono i soli; i fattori stressanti sono moltissimi e di importanza<br />
estremamente personalizzata: ogni sub dovrebbe conoscere a fondo i suoi.<br />
Quantificazione dello stress<br />
Lo stress è sempre presente nell’uomo anche nelle prove di vita di tutti i giorni come è<br />
anche presente nelle immersioni più facili; naturalmente è un compagno di viaggio con<br />
grado/importanza assai variabile.<br />
Esso, dato il carico di compiti e azioni nonché della difficoltà in cui ti trovi nell’affrontarli (per<br />
esempio: Narcosi d’Azoto), è certamente molto più presente nelle immersioni tecniche che<br />
in quelle standard; di qui la nostra grande attenzione verso questo fattore.<br />
Per chiarire al meglio i concetti più avanti esposti, supponiamo di ragionare freddamente<br />
con i numeri e di poter calcolare la quantità di stress prendendo come unità di misura dei<br />
valori percentuali compresi fra zero e 100.<br />
Se il valore zero è utopistico (rappresentando l’assoluta assenza di emozione saremmo<br />
dei computers), il valore 100 non lo è affatto e rappresenta il panico.<br />
Il panico è quella condizione nella quale l’uomo è totalmente in preda alle proprie<br />
emozioni, non è più nemmeno minimamente razionale e non ha più il minimo controllo<br />
di nulla (nè di se stesso nè di tutto ciò che lo circonda).<br />
A diversi gradi di stress avremo un diverso grado di potenziale di raziocinio e conseguente<br />
controllo delle situazioni.<br />
Detto questo, dobbiamo fare subito una precisazione meno "matematica".
Pure Tech Agency<br />
A livelli elevati di stress (supponiamo 50/60%) lo spazio/tempo che separa la perdita<br />
completa delle facoltà cerebrali (il passaggio al 100%) è molto più ridotto di quello che<br />
appare sulla carta.<br />
Ciò significa che (proseguendo in quest’empirica visualizzazione), pur essendoci un<br />
uguale differenza quantitativa del 30%, dal 20% al 50% c’è un bello spazio per lavorarci<br />
sopra, dal 70% all’arrivo del 100% c’è un filo tesissimo, un’onda, un colore, una sensazione<br />
percettiva sottilissima, un pensiero, una goccia d’acqua nella maschera, il freddo alle dita,<br />
ecc. ecc. ecc.: ovverosia niente; non siamo ancora in panico ma di fatto se succede<br />
qualsiasi cosa che peggiori anche impercettibilmente o subcoscientemente la nostra<br />
situazione saltiamo nel buio e succede ciò che in quel momento pianifica il fato.<br />
Saputo e compreso benissimo tutto quanto sopra, torniamo dunque a come lo stress entra<br />
a far parte del discorso incidenti; questa volta entriamo in dettaglio.<br />
Ricordi? Eravamo rimasti all’uomo che non inserisce la chiave o fa girare male il<br />
meccanismo, alla distorsione e deviazione della reazione.<br />
Lo stress rende difficile o impossibile la buona focalizzazione del problema e dell’azione<br />
da svolgere.<br />
Il sub sotto stress vede diminuita, in forma direttamente proporzionale alla quantità di<br />
stress a cui è sottoposto:<br />
a) la capacità percettiva fisica e mentale (non avverte impulsi fisici nè recepisce<br />
input mentali - vede e sente solo le parti più superficiali e impattanti di questi).<br />
Un sub vuole risalire pinneggiando e schiacciando il pulsante di immissione di Aria nel<br />
jacket; continua a restare fermo e lui capisce solo questo e continua a pinneggiare e<br />
schiacciare il pulsante sempre più forte (quanto più forte è lo stress).<br />
Non sente per esempio: la resistenza delle bombole impigliate in una cima (capacità<br />
percettiva fisica) nè per esempio: recepisce i gesti del compagno che davanti a lui gli<br />
spiega lo scenario e gli suggerisce cosa fare.<br />
Idea fissa unica. Capacità percettiva zero<br />
b) la capacità analitica e gestionale (non riesce a focalizzare il vero problema nè a<br />
trovare il corretto rimedio - vede e sente solo le parti più superficiali e immediate di<br />
questi).<br />
Il sub che pensa di essere rimasto senz’aria e fugge verso l’alto, ed invece non aveva<br />
aperto completamente il rubinetto (capacità analitica) e bastava aprirlo del tutto oppure<br />
cambiare erogatore (capacità gestionale).<br />
Idea fissa unica. Capacità analitica zero<br />
In alcuni casi vi può essere anche una capacità gestionale nulla nel senso proprio definitivo<br />
della parola, ovvero nemmeno quella più immediata e istintiva: la totale incapacità di<br />
agire.<br />
In questo caso il sub resta "gelato" in panico passivo, completamente spento.<br />
Lo stress chiude la mente dell’uomo e lo regredisce a livello animale.<br />
Il sub non riconosce più un manometro dalla lampada o un erogatore da una macchina<br />
fotografica; ha occhi che non vedono, corpo che non sente e mente che non lavora.<br />
Fino a quando la chiusura mentale arriva al 100 % e l’uomo in panico è totalmente in preda<br />
al proprio istinto e al fato.<br />
Technical<br />
23<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
24<br />
Pure Tech Agency<br />
Definizioni di stress globale / latente / di punta<br />
Nel momento in cui l’emergenza viene a verificarsi, lo stress che si sopporta viene definito<br />
globale.<br />
Globale poiché è una somma di diversi fattori, in cui si identificano 2 famiglie ben<br />
distinte.<br />
Lo stress nel momento del problema (che è quello che ci interessa di più prendere in<br />
considerazione) ha 2 anime sovrapposte, ma differenti fra loro, che debbono essere<br />
riconosciute e analizzate al fine di meglio gestirle singolarmente e nel loro prodotto finale<br />
totale.<br />
STRESS LATENTE<br />
+<br />
STRESS DI PUNTA<br />
=<br />
STRESS GLOBALE<br />
Technical<br />
Lo stress globale è dato dalla sommatoria<br />
dello stress Latente con lo stress di punta.<br />
Lo stress latente (o di base) è quello<br />
causato dall’immersione in se stessa, senza<br />
che nessuna complicazione di nessun tipo<br />
avvenga.<br />
Un’immersione estremamente facile avrà un<br />
carico di stress di base molto basso mentre<br />
un’immersione tecnica ad alta profondità con lunga decompressione e penetrazione<br />
all’interno di un relitto in poca visibilità avrà innegabilmente un carico di stress latente<br />
moltissimo maggiore.<br />
È quindi quello causato dalla percezione o consapevolezza dell’importanza delle<br />
complicazioni che potrebbero eventualmente venire. Lo stress di punta è quello causato<br />
dalla problematica che in quel preciso momento affronti.<br />
Quantificazioni dello stress globale / latente / di punta<br />
Ogni problema ha un suo quoziente di difficoltà.<br />
un appannamento alla maschera è oggettivamente meno importante di un’impigliamento<br />
in una rete e quest’ultimo non è tanto grave quanto una pallonata da grande profondità<br />
(stiamo considerandoli singolarmente, senza entrare in varie e composite situazioni<br />
che potrebbero anche variare l’ordine qui proposto).<br />
Continuiamo ora con una visualizzazione matematica del concetto.<br />
Se noi volessimo dare un valore diverso di pericolosità a ogni possibile emergenza,<br />
potremmo dire che l’appannamento alla maschera vale un 5%, l’impigliamento in una rete<br />
il 15% e la pallonata il 25% (sono valori casuali).<br />
15% + 5 % = 20%<br />
In realtà sarà:<br />
15% + 5 % = 40%<br />
Dato che, come abbiamo visto poco fa, lo stress<br />
dipende dalla sensazione di quanto sia importante<br />
lo sbaglio in un’azione volta a rimediare la<br />
problematica che si possa presentare o che si sta<br />
presentando, noi avremo che lo stress dipende<br />
direttamente dalla serietà del problema stesso;<br />
quindi sarà valutabile nello stesso modo:<br />
l’appannamento alla maschera ti creerà il 5% di stress, l’impigliamento in una rete il 15%<br />
e così via. Domanda. Quanto potresti valutare un impigliamento in una rete con la<br />
maschera appannata? Il 20% (15% + 5%)? Ti sfidiamo a rispondere di sì.
Pure Tech Agency<br />
L’azione molteplice di più fattori stressanti ingigantisce di molto l’azione stressante dei<br />
singoli.<br />
Quindi importante considerazione: l’azione molteplice di più fattori stressanti ingigantisce<br />
di molto l’azione stressante dei singoli.<br />
Pianificazione dello stress<br />
Abbiamo già detto che quando usiamo dei valori matematici lo facciamo per facilitare<br />
l’evidenziazione del concetto, in realtà non si può pianificare nello stesso modo il valore<br />
dello stress come il consumo dell’aria; i numeri sopracitati sono aleatori, è evidente.<br />
Però il principio è lo stesso. Non puoi fare calcoli matematici, peccato; vorrà dire che<br />
i param saranno affidati alla tua esperienza, però pur in questo modo empirico devi<br />
pensarci.<br />
La 1° considerazione da fare è che tutti noi abbiamo dei limiti.<br />
Abbiamo un margine di sicurezza entro il quale siamo in grado di fare determinate<br />
azioni e oltre il quale no o forse no, è umano; gestire lo stress significa rimanere entro<br />
i nostri param di sopportazione di esso.<br />
Ma cosa succede se varchiamo i nostri limiti ?<br />
Chiariamo il concetto sempre con freddi numeri.<br />
Supponiamo che tu sia in grado di risolvere la gran parte delle situazioni di emergenza<br />
con un grado di stress del 60% (che è già molto elevato); oltre questo livello forse sì e<br />
forse no.<br />
Ebbene tu puoi gestire le tue immersioni sino a questo livello.<br />
L’approccio è questo: come nella pianificazione dell’aria, devi supporre che ti succeda<br />
il peggior incidente, quello che ti piace meno, quello che ti fa più paura (quello che ti<br />
mette più stress), nella condizione più sfavorevole d’immersione e con complicanze<br />
anche piccole, che però assumono tutt’altra importanza se appiccicate ad un altro<br />
problema<br />
Saresti in grado di reagire nel modo corretto? Immaginatelo, visualizzalo; riusciresti a fare<br />
quello che devi? Supposto che tu abbia il limite del 60%, ci sei sopra o sotto?<br />
È come per l’Aria, se non ci stai con i consumi devi innalzare la scorta o diminuire il tempo<br />
d’immersione/decompressione o tutti e due.<br />
Nella pianificazione dello stress, se non stai dentro il tuo parametro di sicurezza devi<br />
diminuire il carico di stress latente o quello di punta o tutti e due.<br />
Diminuire lo stress Latente significa dotarti di un’attrezzatura migliore, di un Team più<br />
affiatato, moltiplicare i controlli, le dotazioni di sicurezza, avere un assistente in barca<br />
di maggiore fiducia, insomma metterti oggettivamente nelle migliori condizioni di base<br />
per l’immersione.<br />
Diminuire lo stress di punta significa modificare il tuo piano d’immersione nei punti<br />
considerati a rischio, con eccessiva richiesta di reazione<br />
Technical<br />
25<br />
Modulo 1
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26<br />
Pure Tech Agency<br />
Programmazione di un’immersione profonda su un relitto sconosciuto con penetrazione.<br />
Attrezzatura standard ricreativa e compagno casuale.<br />
Ti fai il check stress. Senti che è già molto elevato e scopri che esci dal tuo limite<br />
proprio durante la penetrazione; se succede una perdita d’Aria in quel momento non<br />
sei sicuro di essere reattivo in misura sufficiente: lo stress potrebbe arrivare a punti<br />
incontrollati.<br />
Ok, meglio saperlo prima che sperimentarlo sul campo; conoscere i tuoi limiti e rispettarli<br />
è ciò che ti fa un vero subacqueo tecnico.<br />
Soluzioni:<br />
A) Decidi di dover ricondurre i param di stress entro il tuo range operando prima sullo stress<br />
Latente.<br />
• Usi il bibombola con attacchi DIN e un isolatore intermedio, metti una valvola antiscoppio sul<br />
manometro.<br />
• Cambi la frusta del 2° stadio con una di lunghezza di 2 m per uscire dalla penetrazione<br />
respirando a 2 anche in caso di restringimenti e di forzata posizione in fila indiana.<br />
• Cambi compagno e decidi di immergerti con un sub che conosci e di cui ti fidi.<br />
Ti fai un nuovo check per vedere se stai ancora superando i tuoi limiti, o se sei in grado<br />
di dominare la situazione. Sicuramente sarai molto più tranquillo, ma se avessi ancora<br />
dubbi…<br />
B) Decidi di abbassare lo stress di punta<br />
• Modifichi il piano d’immersione cambiando la penetrazione o rimuovendola del tutto.<br />
Un nuovo check rileva che ora ti senti pronto ad affrontare tutta l’immersione: qualsiasi cosa<br />
succedesse, in nessun punto la situazione avrebbe un grado di stress tale da farti perdere il<br />
controllo della stessa<br />
Riassumendo questo brevissimo e semplice esempio, tu hai scoperto che l’immersione<br />
che stavi affrontando avrebbe potuto causarti panico (o comunque un’inaccettabile<br />
diminuzione di capacità reattiva) se si fosse verificato un problema in un punto.<br />
Volendo ricondurre l’immersione entro i canoni di sicurezza, ma anche non modificandola<br />
perchè ti piaceva così, hai giustamente operato per ridurre lo stress latente, che ti ha posto<br />
in una situazione di maggior vantaggio (maggior tranquillità mentale data dalla minore<br />
angoscia) anche nel momento pericoloso.<br />
Nonostante ciò hai visualizzato che quella era una particolare situazione che ti avrebbe<br />
ugualmente portato a uno stress di punta la cui grande apprensione ti avrebbe possibilmente<br />
fatto varcare il tuo limite.<br />
Non ti restava che abbassare lo stress di punta modificando o eliminando la sua sorgente<br />
diretta.<br />
Questo è il giusto approccio, che è anche il più logico.<br />
Errore di approccio<br />
Prima si diminuisce lo stress latente e poi, se ancora necessario, si modifica o rimuove<br />
l’operazione legata allo stress di punta.<br />
Non è logico il contrario poiché ovviamente se l’immersione ha degli obiettivi per cui la<br />
si fa, questi debbono restare tali finché possibile.<br />
Se si agisce subito sullo stress di punta si agisce subito sugli obiettivi dell’immersione,<br />
rendendola diversa da quanto voluto, e forse inutilmente<br />
Attenzione, non puoi prenderti in giro.<br />
Se fai finta di sentirti operativo in ogni momento d’immersione e sai che non è vero, ciò<br />
ti innalzerà lo stress latente, quello che dipende dallo sbilanciamento fra la richiesta di<br />
un certo tipo d’immersione e la tua possibilità di risposta<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Ricorda che se cerchi di ignorare il segnale che sonda lo stress di punta, quest’ultimo esce<br />
dalla porta ed entra dalla finestra, mettendoti in una condizione di stress di base ancor<br />
peggiore nel malaugurato caso che quell’inconveniente venisse a verificarsi: non puoi<br />
riuscire a far sparire quello che c’è, e se ci tenti è peggio.<br />
Immersione a 55 m, te ed il tuo compagno avete un mono da 15 attrezzato con octopus.<br />
Ti sono rimaste 60 atmosfere, non sai quante al tuo compagno e insisti ad andartene in<br />
giro ("ancora 1 minuto" pensi). Non hai il pallone segnasub e presumi di essere a una<br />
certa distanza dalla barca che ha le bombole di decompressione sotto di essa ("quando<br />
risalgo vedranno le bolle" pensi).<br />
Ebbene prega che non ti succeda nulla: non solo sei nelle condizioni tecniche peggiori per<br />
porvi rimedio, ma anche mentali.<br />
Infatti o sei totalmente incosciente o, se sei consapevole dei rischi a cui ti stai sottoponendo<br />
in quella situazione, avrai inevitabilmente un carico di stress spinto a livelli che se appena<br />
succede qualcosa vai in una tale "pappa" da non ricordarti più neanche come ti chiami,<br />
figurarsi il resto.<br />
Pianificazione dello stress di Team<br />
Tieni presente che il management dello stress deve essere rivolto all’intero team.<br />
Devi cercare di intuire se il tuo compagno o tutti i componenti del gruppo sono in grado<br />
di effettuare l’immersione senza carichi di stress che in alcuni punti possono creare<br />
pericolosissime zone d’ombra.<br />
Il panico non va evitato "solo" perchè spesso fatale per la vittima, ma anche perchè<br />
usualmente assai contagioso e mette a durissima prova mentale e quindi grande<br />
rischio l’intero Team<br />
Se il tuo compagno non sarà in grado di sopportare un’emergenza per esempio in<br />
penetrazione, nel caso questa dovesse verificarsi non solo non ti potrà essere d’aiuto ma<br />
anzi armerà un tale disastro che metterà in guai serissimi l’intero gruppo.<br />
Certo è molto difficile sapere questo; già non si hanno a disposizione numeri chiari ed<br />
è complicato fare l’esame a se stessi, ancora di più poi ad altri (ti potrà aiutare sapere,<br />
ricordare e ben considerare quali sono i fattori predisponenti e/o scatenanti dello stress,<br />
elencati nel capitolo apposito qualche pagina addietro).<br />
Ma lo devi comunque fare, equilibrando dunque la minore precisione con un maggiore<br />
conservativismo.<br />
Del resto la gestione dello stress è il compito più complicato per un profondista.<br />
Per questo è il fattore che provoca la maggior parte di incidenti! ovvio.<br />
Lo stress è la causa primAria nella genesi di un incidente in immersione. Molto di più di<br />
qualsiasi altro elemento di disturbo (quali narcosi, ecc.).<br />
Accertamento corretta pianificazione stress del team<br />
Dopo la pianificazione, devi fare moltissima attenzione al constatare che si sia rivelata<br />
corretta.<br />
Pianificazione corretta dello stress del Team significa che ogni sub "sopporta" bene<br />
l’immersione.<br />
Il sub non è particolarmente teso o impaurito, non è preoccupato oltre una soglia fisiologica<br />
normale.<br />
Technical<br />
27<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
28<br />
Pure Tech Agency<br />
Questo lo si può vedere in ogni fase dell’immersione, dalla preparazione a secco sino<br />
all’ultimo momento in acqua prima della risalita, mantenendo sotto strettissimo monitoraggio<br />
i segni dello stress.<br />
Segni di stress fuori e dentro l’acqua<br />
1) Esagerata lentezza nel prepararsi.<br />
2) Problemi immaginari all’attrezzatura o alle orecchie.<br />
3) Irritabilità, irragionevolezza.<br />
4) Fissazioni, pensiero/i ripetitivi.<br />
5) Rapidità di andatura, movimenti a scatti a volte scoordinati.<br />
6) Inquietudine.<br />
7) Presa forte, tensione o irrigidimento muscolare, immobilità.<br />
8) Mantenimento del contatto (con la scala di risalita, con la cima ..)<br />
9) Risate o tono di voce esagerato.<br />
10) Respiro rapido, iperventilazione.<br />
11) Occhi selvaggi o "girati all’indietro".<br />
12) Tendenza a scappare verso la superficie.<br />
13) Pensane qualcun altro tuo<br />
14) Pensane qualcun altro tuo<br />
Scrivi vicino un esempio, chiarisci il concetto.<br />
Technical<br />
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.........................<br />
.........................<br />
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.........................<br />
.........................<br />
.........................<br />
.........................<br />
.........................<br />
.........................<br />
.........................<br />
.........................<br />
Riconoscibilità dei segni di stress<br />
Nota che se i segni sopra esposti sono abbastanza chiari da identificare in un subacqueo<br />
Ricreativo, possono essere abilmente camuffati o tenuti forzatamente sotto superficiale<br />
controllo da un sub con provata esperienza.<br />
In questo caso non saranno così evidenti ma solo sfumature.<br />
E tu le sfumature devi cercare.<br />
Nota poi bene che conoscere questi segni serve anche a te per farti sempre un check<br />
personale<br />
Stress positivo<br />
Lo stress non è sempre negativo; se in misura giusta è il meccanismo che mette in<br />
moto una maggiore attenzione e concentrazione in generale e/o sui punti focali.<br />
Sotto quest’aspetto preoccupati se ti stai immergendo senza ravvisare proprio nessun<br />
segno di stress; sei sicuro di non sottovalutare l’immersione? Hai pensato bene a<br />
tutto?<br />
Training per automatismo inconscio durante forte stress o panico<br />
Vai a rivedere i fattori predisponenti/scatenanti dello stress.<br />
Questo è l’unico punto che ti può salvare quando hai superato il tuo grado di resistenza<br />
allo stress e sei incapace di gestire consciamente la situazione.<br />
L’istinto che nasce da questo scenario può portarti involontariamente automaticamente a<br />
operare nel modo imparato e ripetuto tante volte: reagisci nel modo corretto senza volerlo<br />
nè saperlo, ma questo ti permette di risolvere la situazione.<br />
Sempre ragionando con numeri supposti, se tu sei in grado di affrontare una massima<br />
situazione di stress del 60%, nello spazio che fuori dal tuo diretto controllo va dal 61% a<br />
forse il 100% puoi inserire alcuni comportamenti standard che si potrebbero rivelare utili.<br />
In altre parole ti stai programmando come se in quel momento tu dovessi agire in trance<br />
come un robot (ed è proprio così che succede).
Pure Tech Agency<br />
Questa è la tua estrema riserva; se ti sei programmato bene per l’eventualità che poi<br />
ti accade, funziona egregiamente: davvero numerosissimi sono gli esempi di subacquei<br />
tecnici o professionisti che sono usciti da bruttissime situazioni limite senza nemmeno<br />
sapere come.<br />
Sub con grande esperienza e livelli tecnici elevati hanno dovuto cercare di capire sulla<br />
barca o a posteriori le reazioni avute in momenti di forte stress.<br />
Ed ecco che si scopre, risalendo per varie deduzioni (non c’è ricordo di nulla), che tutte<br />
le procedure standard sull’attrezzatura e il compagno sono state rispettate, quando<br />
l’interessato e possibilmente anche il compagno erano assolutamente incapaci di intendere<br />
e volere.<br />
L’importanza di imparare gli esercizi base per le problematiche più importanti, insieme al<br />
rinfresco di essi a intervalli regolari di tempo, non può mai essere troppo enfatizzata.<br />
1.2 Avvelenamento da Ossigeno<br />
Poiché la maggior parte dei casi è stata registrata a profondità di oltre 70 m (in Aria), questo<br />
non rappresenta un problema per le immersioni profonde tecniche in Aria se rispettiamo<br />
il limite dei 60 m Tuttavia va detto che in particolari condizioni predisponenti/scatenanti è<br />
possibile soffrire di questa problematica anche a quote minori: il problema va dunque qui<br />
presentato. Inoltre considerando le immersioni in trimix normossico, c’è da tener presente<br />
anche le miscele decompressive (Ean 50 e Ossigeno), che concorrono all’esposizione<br />
all’O 2 complessiva dell’immersione, quindi questa problematica si potrebbe riscontrare in<br />
fase decompressiva se non pianifichiamo in modo corretto la nostra immersione.<br />
Se la respirazione dell’Azoto ad alte pressioni (oltre i 3,16 Bar, quindi oltre i 30 m in<br />
Aria) provoca narcosi, la respirazione di Ossigeno ad alte pressioni (oltre gli 1,6 bar,<br />
quindi oltre i 66 m in Aria o in fase decompressiva O 2 a 6 m) può provocare fenomeni di<br />
tossicità.<br />
1) può portare irritabilità, ansietà, depressione, confusione.<br />
6) può portare ad abbagliamenti.<br />
7) può portare a fischi e/o ronzii.<br />
8) può incorporare senso claustrofobico.<br />
12) può portare fame d’Aria, predominanza della fase inspiratoria, spasmi diaframmatici,<br />
singhiozzi.<br />
13) può localizzarsi anche in altri muscoli per esempio: mano, braccio, ecc..<br />
15) è visto sia come segno/sintomo nell’assai frequente caso che sia l'unica<br />
manifestazione dell’avvelenamento da Ossigeno, sia come risultato finale di<br />
altri segni/sintomi ignorati. La fase convulsiva è dunque il punto d’arrivo<br />
dell’avvelenamento e assai spesso anche unico punto di partenza.<br />
Technical<br />
29<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
Segni / sintomi<br />
1) Mutamenti di Umore.<br />
2) Palpitazioni.<br />
3) Brachicardia.<br />
4) Sudori.<br />
5) Pallore.<br />
6) Allucinazioni e/o Disturbi Visivi.<br />
7) Allucinazioni e/o Disturbi Acustici.<br />
8) Visione a Tunnel.<br />
9) Vertigini.<br />
30<br />
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Technical<br />
10) Nausea.<br />
11) Vomito Spasmodico.<br />
12) Cambi nella Respirazione.<br />
13) Fibrillazione e/o Contrazione<br />
delle Guance, Labbra, Palpebre,<br />
Sopracciglia.<br />
14) Sincope.<br />
15) Convulsioni.<br />
Note: I segni/sintomi che sopravvengono<br />
con maggiore frequenza sono 9, 13, 15<br />
Se di per se stessa non è assolutamente grave, in acqua porta alla morte per annegamento.<br />
La vittima è infatti incapace di reagire agli spasmi muscolari che causano la perdita<br />
dell’erogatore e l’ingestione di acqua nelle vie respiratorie.<br />
La vittima, cosciente, è incapace di avere il dominio di alcun muscolo e quindi non<br />
può pinnegggiare, premere il pulsante di immissione Aria nel jacket, ecc., ovverosia è<br />
totalmente passiva e incapace di autosoccorrersi in alcun modo.<br />
Segni / sintomi: valenza operativa zero<br />
Non devi pensare che si abbiano sempre segni o sintomi prima della crisi convulsiva,<br />
la gran maggior parte delle volte (circa l’80% dei casi) le convulsioni sopraggiungono<br />
improvvisamente senza alcuno di questi.<br />
Inoltre in un elevato numero percentuale di volte sia i segni che i sintomi, quando ci sono,<br />
precedono solo di pochissimi secondi o frazioni di secondo la crisi convulsiva e quindi non<br />
sono di fatto utili per prendere le contromisure in tempo, anche perchè alle profondità in<br />
cui questi segni/sintomi si potrebbero manifestare il sub è sotto forte narcosi che rallenta<br />
sia la presa di coscienza che la reazione.<br />
Perdipiù moltissimi di questi segni/sintomi sono identici o assai simili a quelli della narcosi<br />
d’Azoto; va da sè che, per lo stesso motivo sopracitato, il sub è già in presenza di essi<br />
per narcosi e non può sentirne/distinguerne l’insorgenza: risulta assolutamente più<br />
che evidente che praticamente l’unico modo per mettersi al sicuro dall’avvelenamento<br />
d’Ossigeno è la totale prevenzione: evitare cioè pressioni parziali del suddetto gas troppo<br />
elevate e stare ben distanti dai fattori scatenanti/predisponenti.<br />
Definiamoli meglio in ordine numerico come sopra:<br />
1) L’Aumento della Pp dell’Anidride<br />
Fattori predisponenti e scatenanti<br />
Carbonica è predisponente e<br />
1) Eccesso di Anidride Carbonica.<br />
scatenante allo stesso modo.<br />
2) Freddo.<br />
Una cattiva respirazione, pinneggiata<br />
3) Predisposizione individuale<br />
faticosa, assetto sbagliato, lavoro o<br />
4) Ripetute esposizioni nei range estremi.<br />
sforzi, ecc. (vedi apposito capitolo),<br />
creano una base di predisposizione<br />
molto forte; uno sforzo in più o il sopraggiungere di altri fattori quali quelli più sopra<br />
elencati creano la crisi.<br />
2) Il Freddo è anch’esso predisponente se medio e continuo e scatenante se rapido<br />
e intenso (violenti tagli d’acqua).<br />
3) La Predisposizione Individuale può essere causata da ipertiroidismo, deficienza di<br />
vitamina E, uso di insulina.<br />
Sono inoltre più sensibili all’avvelenamento da Ossigeno i fumatori e gli asmatici.
Pure Tech Agency<br />
4) La ripetuta esposizione a range estremi è sensibilizzante.<br />
In quest’ottica non ci può essere, come per la narcosi d’Azoto, un "allenamento":<br />
infatti non solo non avremo nessun miglioramento con ripetute esposizioni, ma<br />
al contrario otterremo una sensibilizzazione e conseguente peggioramento dello<br />
scenario possibile.<br />
Crisi convulsive (e conseguenti annegamenti) possono avvenire anche in pochi m<br />
a causa della mal gestita respirazione di miscele fortemente iperossigenate (oltre il<br />
40%) e/o Ossigeno puro durante la decompressione. Tale pratica, assai consigliabile<br />
soprattutto dopo immersioni profonde, richiede però calcoli minuziosi di profondità e<br />
tempi, da cumularsi alle pressioni parziali di Ossigeno sopportate in profondità con<br />
l’Aria, e relative scelte oculate. Non è un argomento da sottovalutare in nessun senso,<br />
nè come positività/importanza nè come rischio.<br />
Il corso Technical Air non prepara minimamente a tale opportunità.<br />
La gestione delle miscele iperossigenate è un argomento assai grande e sofisticato<br />
e richiede tempo e pratica per essere ben insegnato; a tale scopo ti consigliamo di<br />
frequentare il corso decompression.<br />
La procedura da adottare in caso di avvelenamento da Ossigeno per immersioni in<br />
Aria, prevede di salire a una profondità (pressione parziale del gas) inferiore.<br />
La procedura da adottare in caso di avvelenamento da Ossigeno per immersioni in<br />
Trimix con decompressione in Ean50 e O 2 , prevede effettuare un cambio mix, passando<br />
alla mix di fondo per diminuire il CNS.<br />
Abbiamo già detto che il sub in fase convulsiva è da considerarsi perduto a meno che<br />
non intervenga aiuto esterno, in questo caso il compagno lo farà risalire, se possibile,<br />
mantenergli il boccaglio in bocca.<br />
Si noti che il compagno si espone anch’egli in questa manovra, vista la profondità<br />
identica e lo sforzo psico-fisico, alla tossicità di Ossigeno.<br />
Se invece per somma fortuna avverti qualche sintomo (lo scriviamo per scrupolo ma è<br />
purtroppo praticamente impossibile), dato che la crisi convulsiva può tardare pochissimo,<br />
devi agire con estrema rapidità.<br />
Però non devi aggravare l’equilibrio già molto precario a cui sei sottoposto.<br />
Se, preso dalla foga di risalire, cominci a pinneggiare fortemente verso l’alto, è<br />
assai probabile che ciò scateni la crisi convulsiva.<br />
In quel momento dunque modera al massimo i tuoi movimenti mettendoti quasi a riposo<br />
e gonfia il jacket.<br />
Tieni presente che le crisi convulsive possono essere intermittenti e sopraggiungere<br />
anche in ritardo (per esempio: dopo l’immersione o dopo qualche minuto a profondità<br />
anche molto inferiori) quindi l’immersione deve essere sospesa.<br />
1.3 Eccesso di Anidride Carbonica<br />
Durante un’immersione profonda, un eccesso di Anidride Carbonica può portare<br />
anche alla perdita di coscienza se il problema è isolato e all’ingigantimento di molte<br />
altre serissime problematiche (narcosi d’Azoto, tossicità d’Ossigeno, MDD) per le quali<br />
l’eccesso di Anidride Carbonica è causa primaria predisponente/scatenante.<br />
Technical<br />
31<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
32<br />
Pure Tech Agency<br />
Segni / Sintomi<br />
1) Respiro affannoso con ventilazione rapida e profonda<br />
2) Mal di testa<br />
3) Vertigini<br />
4) Nausea<br />
5) Disorientamento.<br />
6) Stato confusionale<br />
7) Convulsioni<br />
8) Perdita di coscienza<br />
Cause principali<br />
a) Anormale Ristagno di essa nei polmoni<br />
b) Anormale Generazione (superproduzione) di essa<br />
Fattori predisponenti / Scatenanti<br />
1) Predisposizione Individuale<br />
2) Scarsa o Inefficiente Ventilazione<br />
3) Lavoro Muscolare<br />
Il fattore 1 comprende i soggetti fumatori, asmatici e con ogni altra patologia che limiti la<br />
normale ventilazione polmonare. Rispondiamo al fattore 2 con una respirazione molto<br />
lenta e ampia. Stai attento a non favorire, come potrebbe essere d’abitudine o d’istinto,<br />
il movimento inspiratorio rispetto all’espiratorio: l’Anidride Carbonica viene espulsa<br />
naturalmente nella fase espiratoria e questa deve essere il più profonda possibile. Se<br />
non fai così non hai il ricambio (quasi) totale dell’aria che nei polmoni prende direttamente<br />
parte al processo ventilatorio.Il fattore 3 verrà preso in considerazione poco più avanti<br />
La ventilazione polmonare<br />
Supponiamo che nei polmoni ci stiano 5 litri d’Aria di cui 3 che prendono parte al processo<br />
respiratorio (massima capacità ventilatoria).<br />
Il gas che respiriamo dalle bombole supponiamo (per comodità di calcolo) abbia un tasso<br />
di Anidride Carbonica dell’1%.<br />
Nei polmoni viene arricchita dell’Anidride Carbonica in uscita dal corpo, sino a presentare<br />
una concentrazione supponiamo del 10% (sono valori assolutamente irreali ma più comodi<br />
per i calcoli), cioè abbiamo un arricchimento del 9% di scorie fisiologiche.<br />
Quando tu espelli tutti i 3 litri d’Aria con questa concentrazione del 10% di Anidride<br />
Carbonica, i nuovi 3 litri che ti darà l’erogatore ricostituiranno nei polmoni un tasso iniziale<br />
sempre dell’1% e il processo si ripeterà stabile così all’infinito.<br />
Se tu espelli solo metà del massimo che puoi espellere (1,5 litri), alla successiva<br />
respirazione (che ovviamente sarà di 1,5 litri) avrai come risultato nei polmoni una<br />
miscela di 50% di gas nuovo con l’1% di Anidride Carbonica e di 50% gas vecchio con<br />
il 10% di Anidride Carbonica, in altre parole avrai 3 litri di gas nei polmoni con un tasso<br />
medio iniziale di Anidride Carbonica del 5,5%.<br />
Quando espellerai nuovamente questo gas, non avrà più un tasso del 10%, ma del<br />
14,5% (5,5% di base + 9% di scorie fisiologiche).<br />
Se come prima ne espelli solo 1,5 litri, quando i polmoni saranno riempiti dalla parte<br />
di nuovo gas all’1% la miscela che tu avrai, sarà composta dal 7,25% di Anidride<br />
Carbonica (metà gas nuovo con un tasso dell’1% e metà gas residuo che ha un tasso<br />
del 14,5%).<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Di questo passo è solo questione di tempo: il tasso di Anidride Carbonica con una cattiva<br />
respirazione aumenta sempre esponenzialmente e anche se chiaramente i valori reali<br />
sono assai inferiori a quelli più sopra considerati, il principio è lo stesso.<br />
Quindi nelle immersioni profonde una ventilazione efficiente non è un "optional" ma è<br />
obbligatoria, vitale<br />
Tecnica delle contrazioni diaframmatiche volontarie<br />
Nell’esposizione al paragrafo precedente abbiamo trascurato quei 2 litri che non prendono<br />
parte al processo ventilatorio e stanno accumulando Anidride Carbonica a tutta velocità<br />
poiché sono considerabili "statici", stagnanti, quasi fermi.<br />
Si rende dunque necessario muovere questa grossa parte di gas al fine di poterla espellere<br />
e ricambiare.<br />
A tal fine in massima dispnea (ovvero alla fine di un completo ed esaustivo atto espiratorio)<br />
si effettuano contrazioni diaframmatiche volontarie che spingono e mescolano il gas<br />
stagnante residua (delle cavità che non prendono parte al normale flusso respiratorio)<br />
nel circuito polmonare vitale; in questo modo nelle respirazioni successive avviene un<br />
lavaggio dell’intero volume.<br />
Noi consigliamo molto questa pratica, da effettuare sistematicamente ciclicamente<br />
(bastano 1 o 2 rapide contrazioni ogni circa 5/10 espirazioni) oppure più volte dopo uno<br />
sforzo (pinneggiata, lavoro, ecc.).<br />
Pratica che previene accumuli di CO 2 e "rimette a posto" situazioni sotto questo aspetto<br />
compromesse.<br />
Introducila nel tuo andare in acqua, abituati e usala sempre; non costa nulla e quando<br />
sarai abituato non ti accorgerai nemmeno di effettuarla (automatismo totale: la farai<br />
quando "sentirai" di averne bisogno).<br />
Enormi vantaggi, nessuna controindicazione!<br />
Pausa inspiratoria<br />
Gli scambi alveolari sono più ampi quando esiste più gas nei polmoni<br />
Prolungare questo momento fa sì che aumenti il tempo durante il quale gli scambi<br />
gassosi sono al massimo della loro efficienza; questo porterebbe automaticamente a una<br />
decarbonificazione più completa nell’organismo.<br />
In questo modo il gas trattenuto per qualche secondo sarebbe molto più carico di Anidride<br />
Carbonica che verrebbe poi ben espulsa con l’efficiente respirazione.<br />
Nonostante questo sia il parere autorevole di molti specialisti, moltissimi altri sono contrari;<br />
va detto che il tema è assai dibattuto e controverso.<br />
Di fatto spesso chi non è abituato a effettuare la pausa inspiratoria denuncia forti mal di<br />
testa quando la inserisce nelle proprie immersioni, e ciò confermerebbe l’ipotesi di coloro i<br />
quali sono contrari a tale pratica: essi sostengono che invece aumenta il tasso di Anidride<br />
Carbonica.<br />
Oppure il mal di testa - chiaro sintomo di eccesso di CO 2 - arriva perché il sub non sa<br />
ancora dosare bene la pausa: accumula AnidrideCarbonica non perchè il principio della<br />
pausa inspiratoria sia sbagliato, ma perchè viene eseguito scorrettamente; se la pausa<br />
è troppo lunga, oppure non viene seguita da un’espirazione efficace come più sopra<br />
descritta, evidentemente esiste un accumulo.<br />
Technical<br />
33<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
34<br />
Pure Tech Agency<br />
Viene il dubbio quindi che in questi casi il sub non abbia ancora trovato il suo personalissimo<br />
ritmo. Di fatto quando questi sub persistono e si appropriano bene della tecnica, i sintomi<br />
scompaiono completamente.<br />
Ma scompaiono perchè:<br />
1) la pausa si è fatta efficace, costruita bene sul proprio organismo, o<br />
2) il sub si è assuefatto a un tasso maggiore di Anidride Carbonica? (questa eventualità<br />
non sarebbe affatto positiva e anzi potenzialmente assai pericolosa, in quanto<br />
l’assuefazione potrebbe portare a una minore denunzia dei sintomi ma a un uguale<br />
influenza negativa nei processi fisiologici già spiegati)<br />
Non siamo in grado di dare una risposta che non sia il motto americano "whath works,<br />
works!" (ciò che funziona, va bene!); ognuno faccia come più si sente; chi scrive ritiene<br />
che la 1° ipotesi sia la più veritiera.<br />
Ma se scegli la pausa devi sapere che la dovrai provare, testare e adattare assai bene al<br />
tuo corpo prima di renderla operativa.<br />
Dovrai quindi impadronirti della sofisticata pratica in molte, molte immersioni in poca<br />
acqua. Per poi andare fondo con essa solo quando l’avrai fatta tua<br />
Lavoro muscolare: sostanziale riduzione<br />
Ci mancava di prendere in considerazione il fattore 3) delle cause predisponenti/scatenanti:<br />
l’eccesso di CO 2 .<br />
Rispondiamo al fattore 3 con un’assenza totale e assoluta di lavoro (come normalmente<br />
inteso) nelle immersioni profonde.<br />
Ti ricordiamo però che pur non impegnandoti in nessuna attività esplicitamente affaticante,<br />
potresti operare già troppi sforzi di base è questo il migliore momento per capire quale sia<br />
il tuo sforzo per muoverti o anche semplicemente per stare in acqua.<br />
Se sei negativo, dovrai sempre pinneggiare per mantenere la quota, inoltre il tuo movimento<br />
sarà molto meno efficace dato che una parte di lavoro sarà impiegato per sostenerti<br />
(classica posizione inclinata del corpo) e ciò porterà a un maggiore pinneggiamento<br />
per andare alla stessa velocità degli altri, aggravato anche dall’altro fatto che avrai una<br />
posizione meno idrodinamica.<br />
Se ti muovi a scatti, nervosamente, farai molta più fatica per le stesse azioni che invece<br />
potrebbero essere effettuate con una velocità media costante, con fluidità.<br />
Se hai una muta stretta, dovrai fare più lavoro per estendere la gabbia toracica nella<br />
respirazione e così sarà anche se hai un erogatore duro.<br />
Se non compi una respirazione efficace, dovrai fare molti più atti respiratori di quanti<br />
sarebbero necessari: ogni atto respiratorio è fatica e incremento di Anidride Carbonica.<br />
Ovviamente anche il tipo di gas respirato influenza molto lo sforzo inspiratorio, inquanto<br />
l’Aria è molto più densa rispetto al trimix e quindi più difficoltosa da respirare<br />
Se hai pinne o una tecnica di pinneggiata inefficienti, dovrai fare molti più cicli di gambe<br />
per arrivare a muoverti nello stesso modo che con pinne e tecnica giuste; se saranno<br />
troppo dure l’incremento di sforzo non sarà compensato dall’incremento del movimento.<br />
Nota che la differenza è minima, ma siccome è moltiplicata per centinaia di volte, diventa<br />
importante.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Potremmo scrivere pagine e pagine su tutte le, piccole o grandi, fonti di fatica che ci sono<br />
in acqua pur senza fare alcun lavoro "ufficiale".<br />
Una prova per capire se siamo sottoposti a un lavoro superiore al normale aspettato c’è:<br />
il consumo.<br />
La richiesta di Ossigeno è direttamente proporzionale al lavoro a cui tu sei sottoposto.<br />
E se consumi più Ossigeno, c’è maggiore produzione di Anidride Carbonica, non si<br />
scappa.<br />
É esattamente come andare in macchina. La macchina per muoversi ha bisogno di<br />
benzina. Per quanta benzina consuma, tanto gas di scarico ci sarà, è assolutamente<br />
certo.<br />
Avrai notato però che a seconda di chi guida i consumi cambiano anche di molto.<br />
A parità di macchina e di percorso, tu puoi consumare 10 e il tuo amico 7.<br />
Questo cosa significa?<br />
Che il tuo amico non ha tirato le marce viaggiando sempre in coppia, non ha frenato per<br />
poi accelerare, ecc., ecc., insomma per farla breve conosce, usa e sfrutta la macchina<br />
meglio di te.<br />
Il corpo in acqua è la macchina sulla strada<br />
Il sub che consuma molto, a meno che non sia spaventato o teso, lo fa perchè sta<br />
lavorando molto.<br />
Se lavora molto avrà anche un tasso di Anidride Carbonica elevato.<br />
Quando sali sulla barca vedi che i consumi sono assai diversi fra subacquei che hanno<br />
fatto la stessa immersione. Il motivo (oltre naturalmente alla corporatura e a eventuali altri<br />
fattori fisici di distinzione) è che alcuni sono parecchio più efficienti e acquatici di altri, non<br />
si può scappare.<br />
Se sbagli la pesata, l’assetto, l’attrezzatura, i movimenti, la stessa respirazione, la<br />
pinneggiata, l’isolamento termico, l’idrodinamicità tua e dell’equipaggiamento, ecc., viene<br />
registrato sul manometro.<br />
Tutto viene registrato sul manometro<br />
In acqua maggiore efficienza vuole dire minori consumi e di qui minore produzione<br />
di Anidride Carbonica.<br />
Ormai per il livello al quale ti stai preparando non è certo più questione di sola eleganza!<br />
Devi essere acquatico, efficiente, devi avere un ottimo assetto, eccellente attrezzatura<br />
e buona distribuzione di essa sul corpo, buona respirazione, controllo assoluto e buona<br />
tecnica nei movimenti, grande tranquillità e lentezza di esecuzione dei compiti, ecc.,<br />
ecc..<br />
Se terminata l’immersione denunci consumi elevati, per quanto tu possa pensare di stare<br />
benissimo in acqua e di non avere nessun problema, non è affatto così!!<br />
In questo caso devi rivedere ogni aspetto delle tue immersioni, dal più importante al più<br />
banale.<br />
Il tuo Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> ti aiuterà molto in questo sul campo, se necessario.<br />
Solo quando denuncerai consumi sensibilmente inferiori alla media dei subacquei ricreativi<br />
potrai dire di essere un subacqueo efficiente e quindi profondista (non possono esserci<br />
subacquei profondisti inefficienti).<br />
Technical<br />
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Modulo 1
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Pure Tech Agency<br />
Devi operare per ridurre i tuoi consumi. questo è uno degli obiettivi del profondista.<br />
Non tanto per questioni logistiche (scorte gas), ma per questioni di metodo: la riduzione<br />
dei consumi è il chiaro e indiscutibile parametro di un miglioramento di tutto lo stare in<br />
acqua, di un’evoluzione.<br />
Il manometro è il voto dell’immersione. Un profondista deve avere ottimi voti, non può<br />
accontentarsi della sufficienza. Un profondista deve avere consumi inferiori alla norma.<br />
Non tentare di ridurre i consumi, effettuando delle micro apnee;<br />
non ti prendere in giro, non serve affatto!<br />
Non confondere la causa con l’effetto!<br />
Non è solo sbagliato e pericoloso (accumulo di CO 2 e affanno), comunque non ce la faresti<br />
mai. Forse riusciresti a "stare in apnea" (ovvero a ridurre forzatamente e falsamente il<br />
consumo) per qualche minuto, ma non per tutta l’immersione. E poi saresti costretto a<br />
un recupero che durerebbe molto più a lungo (anche 10 o 15 minuti) durante il quale<br />
consumeresti assai di più di quanto hai risparmiato e di quanto avresti consumato<br />
normalmente. è inutile, non puoi fare il furbo con te stesso.<br />
Il flusso ventilatorio non è la causa del consumo, ma il risultato della tua impostazione<br />
all’immersione.<br />
L’abbassamento dei consumi deve avvenire automaticamente, da solo e senza nessuno<br />
sforzo, dopo che avrai trovato e imparato gli accorgimenti giusti, le modifiche d’attrezzatura<br />
e comportamentali adatte: l’abbassamento dei consumi verrà naturalmente, e solo così.<br />
La riduzione dei consumi avviene attraverso la riduzione del lavoro in acqua:<br />
solo così. Il controllo del tasso di Anidride Carbonica è di importanza assolutamente<br />
primAria nei profondisti.<br />
Trattamento per eccesso di Anidride Carbonica<br />
1) Blocco immediato di ogni attività e assetto neutro; respirazione lenta ed efficace.<br />
2) Risalita lenta pinneggiando il meno possibile.<br />
Una volta raggiunta la superficie il sub va tenuto all’Aria fresca e gli va amministrato, se<br />
possibile, Ossigeno puro. Sii sempre pronto ad attivare la BLS-D in caso di necessità.<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> consiglia molto vivamente a tutti i sub, specialmente coloro che praticano<br />
Immersioni profonde avanzate, di intraprendere un addestramento per la BLS-D,<br />
meglio se all’interno di un training più globale per lo scopo (corso rescue o similari).<br />
Technical
1.4 Affanno<br />
Pure Tech Agency<br />
L’affanno è una respirazione veloce e corta, inefficiente, affiancata da una grande<br />
"fame d’Aria".<br />
Questo problema può causare la perdita di coscienza in profondità, anche quando la<br />
vittima ha ancora gas nelle bombole.<br />
Cause<br />
1) Affaticamento<br />
2) Stress<br />
Trattamento<br />
1) Affanno forte: blocco immediato di ogni attività e assetto neutro o moderatamente<br />
pesante sul fondo; respirazione forzata lenta ed estremamente efficace.<br />
2) Affanno leggero o momento d’uscita dall’Affanno forte: risalita lenta pinneggiando<br />
il meno possibile; respirazione lenta ed efficace.<br />
Nota che nel caso 1) è molto più facile a dirsi che a farsi.<br />
La componente mentale che accompagna la grande "fame d’Aria" spinge in direzione<br />
totalmente opposta.<br />
Innanzi tutto viene privilegiata la fase inspiratoria rispetto a quella espiratoria, perchè si<br />
tende a rispondere al problema cercando i "polmoni pieni".<br />
La ricerca dei polmoni pieni fa poi sì che la fase espiratoria, oltre a essere più rapida che<br />
si può, è anche incompleta, corta o cortissima.<br />
Questo porta all’accumulo di Anidride Carbonica già ben spiegato.<br />
Siccome la fame d’Aria è causata proprio dal tasso di CO 2 presente, si innesta una<br />
spirale negativa che con già una brutta partenza peggiora rapidamente sempre di più<br />
Se il modo per interrompere questo circolo vizioso è quello descritto al punto 1, questo<br />
richiede non pochi sforzi per essere intrapreso.<br />
Bisogna pensare intensamente a una espirazione completa che sarà davvero<br />
"dolorosissima" nei primi momenti quando, cercando di interrompere il giro vizioso<br />
negativo, non avrai ancora instaurato un circuito positivo.<br />
Se non riesci a raggiungere subito l’espirazione totale perchè la fame d’Aria è tale che non<br />
puoi restare che pochi decimi di secondo senza inspirare, cerca di arrivare all’obiettivo<br />
poco a poco, guadagnando espirazione "centimetro dopo centimetro".<br />
Concentrati al massimo: a gravi livelli di affanno è davvero una bella lotta con se stessi;<br />
guadagna espirazione!<br />
Lo sforzo inspiratorio/espiratorio più elevato in profondità nonchè i consumi enormi che<br />
si hanno prima di normalizzare la respirazione (anch’essi drasticamente aumentati con la<br />
profondità) fanno di questo problema un fatto gravissimo nelle Immersioni profonde.<br />
Technical<br />
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Pure Tech Agency<br />
Se in un’immersione di questo tipo tu o il tuo compagno entrate in affanno e vi rimanete<br />
anche solo 1 o 2 minuti per risolvere la situazione, ciò è sufficiente per portare a zero<br />
la scorta di gas riservata per le emergenze e spesso anche molto di più, quindi questo<br />
problema deve essere prevenuto al massimo<br />
Come abbiamo detto situazioni di affanno grave sono in profondità davvero difficili da<br />
risolvere e probabilmente svuotano la bombola, però è anche vero che non esplodono<br />
mai in pochi secondi.<br />
Se il sub si trova "improvvisamente" in forte affanno che lo fa rendere conto di questa<br />
situazione solo quando "non respira più", ha denunciato una totale mancanza di attenzione<br />
alla respirazione in precedenza.<br />
Non perdere davvero mai il controllo della respirazione, non lasciarla andare mai<br />
da sola: la devi sentire parte di te, ascoltare anche con l’udito, monitorare senza<br />
interruzione.<br />
Prevenzione<br />
La tecnica più efficace per prevenire l’affanno è la pausa inspiratoria.<br />
Di essa abbiamo già scritto ma per altri motivi.<br />
Inerentemente all’argomento di cui ora, le apnee inspiratorie costringono il sub a prendere<br />
coscienza della propria respirazione e lo avvertono con anticipo di assetto mutato nella<br />
quantità di Anidride Carbonica (che, ricordiamo, è il gas stimolante all’atto respiratorio).<br />
Quando la pausa diminuisce o tende ad annullarsi il sub ravvisa un efficacissimo<br />
campanello d’allarme pre-affanno.<br />
Si noti che la pausa inspiratoria fu introdotta molti anni addietro appositamente per questo<br />
obiettivo.<br />
1.5 Avvelenamento da monossido di carbonio<br />
L’avvelenamento da Monossido di Carbonio è un problema che si presenta raramente<br />
con i sistemi di ricarica utilizzati oggi, che si avvalgono generalmente di motori elettrici,<br />
filtri aggiuntivi e centraline per gas puri.<br />
I vecchi sistemi funzionavano con dispositivi a benzina (attenzione quindi però ai<br />
compressori portatili a scoppio) e si correva quindi il rischio che del Monossido di Carbonio<br />
entrasse nelle bombole.<br />
Può essere prodotto però dalla combustione di olio di lubrificazione degli stessi<br />
compressori e-lettrici e passare attraverso filtri sporchi o malfunzionanti.<br />
Una concentrazione di CO pari a 0,002 atmosfere può essere fatale.<br />
Il CO è altamente tossico perchè si combina con l’emoglobina 200 volte più rapidamente<br />
dell’Ossigeno.<br />
Ciò porta all’ipossia perchè i globuli rossi non riescono più a fissare e trasportare<br />
Ossigeno.<br />
Segni / Sintomi<br />
1) Cerchio alla testa<br />
2) Mal di testa<br />
3) Pulsazioni alle tempie<br />
4) Nausea<br />
5) Vomito<br />
6) Pallore alle unghie e alle labbra<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
L’avvelenamento da CO può colpire il sub in profondità in un modo alquanto subdolo, in<br />
quanto si palesa solo in un secondo momento, all’inizio della risalita (quando la Pp dell’O 2<br />
si abbassa).<br />
Trattamento<br />
Portare la vittima all’Aria fresca e, ancor meglio, somministrargli Ossigeno.<br />
A volte è necessario il trattamento di Ossigenoterapia iperbarica; se la vittima non si<br />
riprende in pochi minuti e continua a essere cianotica, chiedi immediato soccorso.<br />
1.6 Ipotermia<br />
Segni / Sintomi<br />
1) Brividi Incontrollati<br />
2) Alterazioni della Parola<br />
3) Perdita di Mobilità nelle Mani<br />
4) Tatto e/o Percezioni Ambientali Attutite<br />
5) Difficoltà nell’Eseguire Procedure<br />
6) Mancanza di Coordinazione Generale<br />
7) Incapacità di Pensare Chiaramente<br />
8) Confusione Mentale<br />
Trattamento<br />
Portare il sub fuori dall’acqua e riscaldarlo tramite:<br />
1) Esercizio<br />
2) Bevande calde<br />
3) Doccia o bagno caldo<br />
Il metodo 3 è il migliore.<br />
Technical<br />
L’ipotermia è l’eccessivo raffreddamento degli<br />
organi vitali, una riduzione notevole della<br />
temperatura corporea interna. Occorre<br />
ricordare che durante le immersioni in Trimix la<br />
perdita di calore è molto più importante rispetto<br />
all’Aria, quindi occorre utilizzare un bombolino<br />
aggiuntivo caricato ad Aria o Argon per gestire<br />
la stagna.<br />
Cause<br />
1) le notevoli differenze termiche o<br />
2) le lunghe soste di decompressione che<br />
sussistono in un’Immersione Profonda;<br />
3) l’allagamento della muta stagna.<br />
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Pure Tech Agency<br />
Occorre ricordarsi di tenere gli arti fuori dall’acqua in modo che la zona interna<br />
venga riscaldata per prima; riscaldare prima gli arti è pericoloso perchè crea un<br />
deflusso sanguigno verso di essi a danno della circolazione nella zona centrale e può<br />
sopraggiungere il collasso cardiaco. Ipotermie molto spinte devono essere trattate in<br />
ospedale perchè necessitano di cure speciali.<br />
1.7 Malattia Da Decompressione<br />
La Malattia Da Decompressione risulta dalla formazione di bolle nel sangue e/o nei<br />
tessuti ed è causata da un’inadeguata decompressione dopo un’immersione<br />
Una decompressione inadeguata può aver luogo anche quando si sono rispettate tutte<br />
le precauzioni del caso<br />
Condizioni particolari del sub o condizioni alterate nell’ambiente circostante possono<br />
causare un assorbimento eccessivo di gas inerti o inibire la naturale eliminazione dei gas<br />
durante un normale procedimento di decompressione.<br />
Tempo di insorgenza<br />
Si presenta, generalmente, in un breve periodo di tempo dopo la risalita. Alcune sensazioni<br />
possono essere avvertite prima di raggiungere la superficie. La seguente statistica mostra<br />
i tempi di insorgenza dei sintomi dopo il raggiungimento della superficie:<br />
- 50% dei casi entro 30 minuti.<br />
- 85% dei casi entro 1 ora (35% fra 1/2 e 1 ora).<br />
- 95% dei casi entro 3 ore (10% fra 1 e 3 ore).<br />
- 1% dei casi dopo le 6 ore.<br />
I sintomi che insorgono dopo 24 ore o più probabilmente non sono imputabili a una Malattia<br />
Da Decompressione, a meno che non sia coinvolta l’altitudine.<br />
Segni / Sintomi e relativa frequenza<br />
1) Dolori Localizzati: 89%. ( Gamba: 30% - Braccio: 70% )<br />
2) Vertigini (Capogiri): 5.3%.<br />
3) Paralisi: 2.3%.<br />
4) Respiro Affannoso: 1.6%.<br />
5) Affaticamento Eccessivo e Dolore: 1.3%.<br />
6) Collasso con Perdita di Coscienza: 0.5%.<br />
Diagnosi<br />
Deve essere eseguita dalla persona meglio qualificata che si trova sul posto; la Valutazione<br />
primaria non deve quindi essere posticipata in attesa di una persona più qualificata.<br />
In caso di dubbio, devi considerare che il sub è affetto da una MDD e devi organizzare<br />
un trasporto immediato verso un centro medico/iperbarico mentre somministri Ossigeno<br />
puro e liquidi.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Tutti i sub devono avere, nella loro borsa per l’attrezzatura, sul libretto delle immersioni<br />
o ovunque sia facilmente identificabile e raggiungibile, le informazioni riguardanti sia<br />
le attrezzature mediche che la più vicina camera iperbarica, sia il modo come ottenere<br />
un’assistenza professionale. A tal proposito consigliamo la struttura DAN Europe.<br />
Come puoi vedere dall’ultima statistica proposta, il sintomo principale è il dolore al braccio<br />
o alla gamba.<br />
Il dolore è generalmente leggero all’inizio, ma poi peggiora progressivamente fino<br />
a diventare anche insopportabile. Può sembrare che arrivi direttamente dall’interno di un<br />
osso. Talvolta si pensa che sia dovuto a una distorsione muscolare o a un ematoma.<br />
Il dolore addominale (che può essere facilmente confuso con dolore da flatulenza) è un<br />
sintomo molto grave, poiché può essere il segnale di un’embolia alla colonna vertebrale.<br />
Incidenza di forme "silenti" e sintomatologia di esse<br />
A prescindere dalle manifestazioni evidenti come gli ultimi esempi poco sopra, CMAS-<strong>PTA</strong><br />
è dell’opinione che molti sub abbiano sofferto di embolie e che non ne siano coscienti,<br />
forse perchè non sanno cosa controllare o quali sensazioni dovrebbero provare.<br />
Questo, oltre a provocare danni nel tempo dovuti a necrosi del tessuto interessato<br />
(osseo, muscolare), rende la parte sofferente più a rischio embolico nelle immersioni a<br />
seguire, sino a quando si può manifestare (questa volta grave e ben sensibile) un’embolo<br />
in quella zona. Poiché stai partecipando a un corso d’immersione profonda tecnica e ti<br />
troverai a dover effettuare delle immersioni a rischio maggiore dell’ambiente ricreativo, ti<br />
spiegheremo in dettaglio cosa devi controllare.<br />
Pizzicori, brivido, prurito, bruciatura della pelle, localizzati in una piccola area, che si<br />
espandono e poi tornano a essere localizzati. Dolori lievi. Questo tipo di sensazioni è<br />
spesso un primo sintomo.<br />
Si deve anche controllare l’insorgenza di eruzioni cutanee o macchie.<br />
Cerca sempre e comunque un’assistenza professionale, non farti condizionare dalla<br />
piccolezza di questi segni/sintomi: l’evoluzione potrebbe essere rapida e grave<br />
Un’involuzione potrebbe comunque lasciare gli strascichi sopra descritti da qualificare e quantificare.<br />
Segni / Sintomi per incidenza al sistema nervoso (MDD tipo II):<br />
1) Capogiri, barcollii, vertigini<br />
2) Mal di testa<br />
3) Perdita progressiva di tatto in parti di pelle, indolenzimento, insensibilità,<br />
intorpidimento, irrigidimento, paralisi muscolare<br />
4) Senso inusuale di fatica<br />
5) Debolezza muscolare, presa scarsa, leggera resistenza a inibire il movimento<br />
6) Perdita di controllo degli intestini<br />
7) Incapacità di urinare<br />
8) Cerchio doloroso all’addome<br />
9) Disturbi visivi<br />
10) Ronzio nelle orecchie<br />
11) Tosse *<br />
12) Respiro corto e affannoso *<br />
13) Dolore durante un’inspirazione profonda.*<br />
14) Sincope<br />
15) Convulsioni.<br />
16) Collasso<br />
17) Perdita di coscienza<br />
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Pure Tech Agency<br />
Il n° 7 deve far seguire una sospensione nell’ingestione di liquidi.<br />
Il n° 9 può portare a temporanea cecità.<br />
Il n° 11 può essere persistente e secca, inefficace.<br />
* I n° 11 - 12 - 13 sono segni/sintomi di un interessamento della zona cardio-polmonare;<br />
questi segni/sintomi devono essere considerati gravissimi.<br />
Se viene interessato il Sistema Nervoso Centrale il problema è molto serio e richiede<br />
un intervento immediato.<br />
Se si riscontrano segni che potrebbero far pensare a un coinvolgimento del sistema nervoso,<br />
il sub deve essere ricoverato in una camera iperbarica il più velocemente possibile.<br />
Segni / Sintomi meno gravi (MDD tipo I):<br />
1) Debolezza, Fatica<br />
2) Prurito<br />
3) Pizzichio.<br />
4) Macchie blu sulla pelle<br />
5) Dolori Localizzati<br />
6) Cambi di Umore e/o di Attenzione<br />
Il n° 5 si presenta normalmente nelle giunture: gomito, ginocchio, spalla, ecc.. Può<br />
essere intermittente.<br />
Qualsiasi sintomo avvertito in acqua (per esempio: in decompressione) deve essere<br />
considerato grave. Qualsiasi sintomo di tipo I che perdura oltre l’ora o non sparisce<br />
rapidamente dopo respirazione di Ossigeno puro e ingestione di liquidi, deve essere<br />
considerato grave nota che spesso MDD spinali del tipo II iniziano con segni/sintomi<br />
striscianti e il sub viene distratto da altre manifestazioni di dolore<br />
Comportamenti umani distorsivi<br />
Considera che purtroppo sono talmente normali e diffusi da imporci di dedicare un capitolo<br />
apposito.<br />
Esiste sempre una fortissima tendenza a non accettare, minimizzare o nascondere il<br />
sospetto e perfino la consapevolezza di essere soggetto a MDD.<br />
Il Subacqueo ha grande testardaggine nello spostare il problema ad altre cause quali sforzi,<br />
strappi muscolari, dolori da urto, ematomi, mal di mare, ecc., ecc.. Questo comporta un<br />
ritardo nell’attivare la procedura d’emergenza o addirittura un rifiuto di usare la procedura<br />
immediatamente sul posto.<br />
Le cause di questo comportamento sono psicologiche e vanno dal rifiuto mentale di essere<br />
in difficoltà al ritenere che si risolverà tutto da solo, al pensiero frustrante di sentirsi stupido<br />
nei confronti degli altri, al timore di dare fastidio, di rovinare la giornata, ecc...<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Ebbene a che cosa serve conoscere tutti i segni/sintomi dell’MDD se poi non ci fai<br />
caso o li nascondi?<br />
Vale la pena di fare alcune considerazioni.<br />
Sul fatto che tutto si risolva da sè ci sono serissimi dubbi.<br />
Può succedere che un MDD di scarsa importanza regredisca, ma se non sottoposti al<br />
trattamento per questa che è una vera e propria malattia, i tessuti interessati saranno<br />
stati inevitabilmente rovinati per il resto della vita (anche se non te ne rendi conto) e ti<br />
metteranno a rischio per le immersioni future: il problema cacciato dalla porta rientra poi<br />
dalla finestra.<br />
Inoltre queste sono rare coincidenze "fortuite", nella stragrande maggioranza dei casi i<br />
segni/sintomi sono solo le prime avvisaglie di problematiche più serie che stanno per<br />
arrivare.<br />
In quest’ottica la giornata più aspetti e peggio sarà rovinata e il semplice "fastidio" che<br />
in quel momento senti di dover dare agli altri sarà poi decuplicato, sottoponendo i tuoi<br />
compagni a serie paure e forse anche a impegnativi interventi di soccorso con te non<br />
collaborante.<br />
Abbiamo inoltre ampiamente visto che naturalmente l’MDD è un rischio sempre<br />
presente, statisticamente non eliminabile in tutte le immersioni e di più nelle Immersioni<br />
Profonde e con lunghe decompressioni, anche se tutte le regole sono state seguite.<br />
Non è quindi automaticamente segno di inesperienza o di errori: se non ne hai commessi<br />
non c’è nessuna perdita di immagine.<br />
Se sai di aver commesso errori volontari e sei conscio di doverli denunciare con<br />
l’ufficializzazione dei sintomi la situazione è invece comprensibilmente imbarazzante.<br />
Ma comunque non vi è scampo, non è questo il momento per rimediare a quegli errori<br />
che ormai sono stati fatti, questo è solo il momento di non aggiungerne altri. Ragiona: stai<br />
pagando la tua avventatezza, è giusto, te lo meriti e a questo punto devi accettarlo.<br />
Abbi il coraggio di prenderti le tue responsabilità e la saggezza di evitare di pagare<br />
uno scotto ancor più caro: se sei conscio di aver commesso errori, hai validi motivi per<br />
stare certo che la situazione si aggraverà.<br />
In ogni caso l’allertamento della struttura di emergenza scelta deve essere fatto<br />
subito, anche se in dubbio: ciò sta a significare che non dovrai necessAriamente andare<br />
in camera iperbarica (seguirai procedure che la struttura ti richiederà a seconda dei casi e<br />
se si trattava di solo sospetto lo si saprà facilmente) ma la struttura di soccorso sarà stata<br />
allertata e in caso di eventuale peggioramento sarà immediatamente operativa a grande<br />
vantaggio di tutti e soprattutto tuo.<br />
Operatività<br />
Molti dei sintomi delle diverse malattie correlate all’attività subacquea sono gli stessi<br />
e potrebbero confondere persino i più esperti del campo: in caso di dubbio, attiva il<br />
trattamento relativo alla Malattia Da Decompressione; non è nemmeno necessario<br />
distinguere fra tipo I e II, visto che la divisione è puramente didattica e non inficia<br />
minimamente le procedure a intraprendersi<br />
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Molti dei sintomi di una Malattia Da Decompressione sono uguali a quelli di Embolia<br />
Traumatica e poiché il trattamento previsto per quest’ultima è in grandissima parte<br />
identico a quello per la Malattia Da Decompressione, anche in questo caso una<br />
distinzione di diagnosi non risulta essere importante.<br />
Non tutti i pazienti hanno bisogno di una ricompressione immediata; un certo ritardo può<br />
essere accettabile mentre la vittima viene trasportata in una camera iperbarica o in un<br />
centro medico.<br />
L’Ossigeno deve continuare a essere somministrato anche durante il trasporto.<br />
Quando si muove la vittima verso un centro attrezzato, occorre che venga mantenuta<br />
sdraiata.<br />
Questa posizione aiuta a mantenere lontane le bolle da zone critiche.<br />
Inoltre, la vittima deve essere mantenuta al caldo.<br />
Se il paziente viene trasportato con elicottero, la quota di volo deve essere la più bassa<br />
possibile; raggiungere altitudini elevate causa un’ulteriore diminuzione della pressione<br />
esterna e un possibile aggravarsi dei sintomi con conseguenti complicazioni.<br />
Ripetiamo che l’ingestione di liquidi in abbondanza (1/2 litri) e la respirazione di Ossigeno<br />
sono vitali.<br />
Noi qui non ci soffermeremo più specificatamente sui motivi e sulle varie forme con le quali<br />
il soccorso deve venire effettuato: non è questo il corso adatto.<br />
Consigliamo vivissimamente di frequentare un corso appropriato che ti spieghi tutto ciò<br />
che devi sapere sull’MDD e sull’uso corretto delle attrezzature consigliate e indispensabili<br />
per la migliore cura.<br />
Ricompressione in acqua<br />
Tale procedura richiede troppo tempo, una quantità extra di Aria (o miscela o Ossigeno<br />
puro) veramente ingente (e doppia: ricorda che deve essere presente almeno 1<br />
Assistente per tutta la durata), un’attenzione professionale basata sul giusto rapporto<br />
fra profondità e tempi (riportare un subacqueo sott’acqua può causare ulteriori problemi<br />
con l’assorbimento di Azoto), oltre a quelli legati a condizioni fisiche ambientali che nel<br />
mar Mediterraneo significano freddo intenso.<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> non è contro la I.W.R. (In Water Recompression) in senso assoluto,<br />
semplicemente prende atto che è molto complicata. Quindi ritiene sia da usare - per<br />
chi sa e può - solo in casi disperati o in scenari che non offrano altro tipo di assistenza<br />
(luoghi remoti, ecc.).<br />
Non è scopo di questo corso addentrarci in tecniche IWR<br />
Fattori Predisponenti / Scatenanti<br />
1) Disidratazione<br />
2) Obesità<br />
3) Esercizio fisico<br />
4) Cattiva condizione fisica<br />
5) Problemi circolatori generali<br />
6) Problemi circolatori locali<br />
7) Freddo<br />
8) Tassi elevati di Anidride Carbonica<br />
Il punto 1 è causato dalla normale "condizione del sub".<br />
Infatti il sub spesso suda nel vestirsi; respira sempre miscela secca deumidificata e cede<br />
grosse quantità di acqua a essa attraverso i polmoni; urina molto di più in acqua a causa<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
della pressione idrostatica che riduce la circolazione periferica a favore della centrale,<br />
causando un’alterata interpretazione dei ricettori (sfortunatamente posti tutti nel tronco)<br />
che interpretano ciò come un’incremento di liquidi che va normalizzato urinando (che poi<br />
si urini o no questo non c’entra, l’acqua è stata però tolta dal sangue e immagazzinata<br />
nei reni).<br />
A ciò si può aggiungere la mancata ingestione di liquidi per non peggiorare eventuali<br />
condizioni di mal di mare.<br />
Va assolutamente evitata, per non peggiorare il già triste quadro, l’ingestione di diuretici<br />
come caffè e alcoolici.<br />
La disidratazione è importante perchè diminuisce il volume del sangue e lo rende meno<br />
fluido.<br />
Questo causa un trasporto di bolle più complicato e noi sappiamo che le bolle ci danno<br />
fastidio solo e proprio quando si fermano.<br />
Inoltre occorre considerare anche eventuali diete che alterano il metabolismo, riducendo<br />
molto i liquidi che vengono eliminati già nei primi giorni di dieta.<br />
Il punto 2 è dovuto al fatto che l’Azoto si lega meglio con i lipidi.<br />
Si avrà in questo caso una desaturazione più lenta di quella normalmente calcolata nei<br />
computer o nelle tabelle: dovrai usare profili più conservativi.<br />
Si considera obeso chi è oltre il 20% sopra il proprio oggettivo peso forma.<br />
Il punto 3 comprende gli esercizi prima, durante e dopo l’immersione.<br />
L’esercizio velocizza il metabolismo causando un maggior accumulo di Azoto in saturazione<br />
e un maggior rilascio dello stesso in decompressione. Ricorda che anche in superficie ti<br />
stai decomprimendo ancora.<br />
Questi casi portano evidentemente a un maggior rischio di MDD globale e specificatamente<br />
rivolto ai tessuti interessati allo sforzo.<br />
Oltre a un senso stretto della parola esercizio, vi è anche un senso lato, cioè tutte le azioni<br />
che compiamo normalmente; esercizio dunque è un pasto, una camminata, ecc..<br />
Ogni azione che muti il nostro metabolismo oltre il normale causa rischio di MDD.<br />
Una corsa, una doccia o bagno caldo, ecc. sono fattori di rischio immediato.<br />
Un sonno può essere fattore di rischio per l’immersione ripetitiva.<br />
Infatti in questo caso il metabolismo rallenta e così anche il rilascio d’Azoto, avendo una<br />
quantità residua maggiore di quanto previsto dalla tabella o dal computer, in caso di<br />
immersione ripetitiva.<br />
Il punto 4 comprende malessere, stanchezza, sonno, malattia, ecc..<br />
Assimilabile a cattive condizioni fisiche c’è la condizione polmonare dei fumatori.<br />
Nota che il fumo da sigaretta altera sensibilmente gli scambi gassosi ed è fortemente<br />
deleterio se inalato prima o dopo l’immersione.<br />
I punti 5 e 6 causano una differente esposizione e scambio dei gas sia a livello<br />
generale che locale.<br />
Minore efficacia circolatoria e vascolare generale si riscontra con l’età o con malattie che<br />
presentano questa patologia.<br />
Localmente è riscontrabile dopo traumi muscolari, articolari o ossei (o altri).<br />
Nota che i traumi articolari e soprattutto ossei sono assai lunghi a guarire (si intende<br />
a recuperare la quasi totalità delle funzionalità circolatorie interne) e devono essere<br />
considerati fattore predisponente/scatenante anche per alcuni anni.<br />
Technical<br />
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Modulo 1
Modulo 1<br />
46<br />
Pure Tech Agency<br />
Il punto 7 è un fattore predisponente/scatenante della MDD in quanto gli scambi gassosi<br />
in soluzione sono regolati anche dal calore dei tessuti (legge di Henry). In situazioni di<br />
anormale temperatura degli stessi viene alterata la velocità saturativa/desaturativa<br />
dell’Azoto.<br />
Il punto 8 è un fattore Predisponente in quanto sintomo di cattiva respirazione e/o di<br />
lavoro fisico.<br />
1.8 Spunti di riflessione sulla MDD<br />
Normalmente tutte le procedure di soccorso prendono in considerazione il da farsi<br />
fuori dall’acqua, ma se ci si rende conto o si sospetta di essere affetti da MDD in<br />
acqua?<br />
In questo caso, come in molti altri, non può esistere un sistema preciso e assoluto,<br />
le variabili a cui si è sottoposti sono parecchie: immersione da solo o con compagno,<br />
compagno in difficoltà anch’egli o sano, tempo restante di decompressione, quota attuale<br />
di decompressione, disponibilità di mezzi in acqua e/o in superficie, disponibilità di<br />
assistenza qualificata e/o di aiuti in superficie, distanza dalla terraferma, ecc..<br />
Siamo in una situazione estremamente intricata e nelle prossime righe più che varie<br />
procedure standard trarremo numerosi spunti di riflessione che serviranno a meglio<br />
programmare le immersioni constatando l’importanza dei mezzi e dell’assistenza nonché<br />
a darti informazioni che ti possano mettere in grado di prendere autonome e personali<br />
decisioni.<br />
Ripetiamo che ciò che segue quindi non sono standard <strong>PTA</strong>, ma solo riflessioni<br />
Supponiamo che in decompressione a - 6 m tu avverta sintomi leggeri di MDD o ne<br />
abbia il dubbio<br />
Ti sarà purtroppo chiaro che avvertiti già in acqua i sintomi, anche se modesti, sono presagio<br />
di gravi disturbi, quindi sono probabili veloci peggioramenti con possibili precipitazioni di<br />
manifestazioni emboliche del tipo II ovverosia neurologiche. Che fare ?<br />
La procedura è ovviamente sempre la stessa di una sintomatologia riscontrata fuori<br />
dall’acqua: immediato trasporto in camera iperbarica e quindi altrettanto istantanea<br />
uscita dall’acqua<br />
Non vi sono dubbi che il comportamento da seguire sia questo e approfittiamo di questo<br />
specifico paragrafo per confermarlo ulteriormente e sottolinearlo.<br />
Il fatto è che il trasporto immediato, se la sintomatologia si dichiara in acqua, in realtà non<br />
si può quasi mai avere e in questi casi di attesa forzata (e solo in questi casi) bisogna<br />
cercare di impiegare al meglio il ritardo, a volte anche notevole, che si sarà accumulato<br />
prima dell’inizio del trasporto della vittima.<br />
Infatti se i sintomi si dichiarano alla fine dell’immersione non dovremo fare altro che mettere<br />
in moto e partire (se già non siamo nel viaggio di ritorno); se invece accadono in acqua ci<br />
saranno 1 o più compagni che dovranno terminare la decompressione, o vogliamo che il<br />
tuo incidente si ripercuota sull’intero Team?<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
A meno che non ci siano più barche o che una barca di passaggio si renda disponibile a<br />
portarti a terra (eventualità fortuite), dovrai quindi aspettare che tutti gli altri sub abbiano<br />
finito la decompressione<br />
Tra l’altro anche le fortuite soluzioni poc’anzi citate non sono poi certo il massimo.<br />
Potresti trovarti con uno sconosciuto che ti accompagna più velocemente in ospedale ma<br />
non sa allertare i soccorsi giusti o intervenire su di te se durante il trasporto la situazione<br />
si aggrava, nè saper intervenire con le attrezzature medicali sia per l’Ossigeno che per<br />
tutte le altre casistiche (che oltretutto probabilmente non possiede in barca): saresti in<br />
balia del fato.<br />
Oppure potrebbe succedere che il gruppo di sub venga abbandonato a se stesso senza<br />
nessuno pratico a calare o far risalire le bombole decompressive e tutti ne abbiamo viste<br />
di tutti i colori: bombole che vengono mollate, tirate sulla barca con i sub ancora attaccati<br />
al boccaglio, ecc., ecc..<br />
Inoltre nessuno di questi avrebbe più la disponibilità della borsa di soccorso e dell’Ossigeno<br />
normobarico che è chiaramente con te: sei proprio sicuro di essere il solo che starà<br />
male?<br />
Anche se ci sono più barche e l’assistente di superficie scappa con te (per darti l’eventuale<br />
soccorso necessario) prendendo quella non d’appoggio ai subacquei, l’intero Team verrà<br />
lasciato solo: stai creando i migliori presupposti per ingrandire il numero di incidentati<br />
senza che questi poi abbiano telefono, assistenza umana e attrezzatura di soccorso: non<br />
si può fare.<br />
A meno che i subacquei non abbiano ancora pochi minuti alla risalita (in questo caso<br />
puoi saltare sulla barca per primo approfittando dello spazio per sistemarti al meglio), o<br />
che lo sbarco sia a una manciata di secondi (se ti accompagna una barca passata lì per<br />
caso i minuti potrebbero essere fatali in caso di blocco respiratorio o cardiorespiratorio;<br />
naturalmente poi sul posto ci dovrà di sicuro essere già un’ambulanza, sennò se ne avessi<br />
bisogno chi te la può fare la BLS-D quando sbarchi - ricorda che sei un caso grave), dovrai<br />
dunque restare inchiodato alla barca sino a quando l’ultimo sarà uscito dall’acqua.<br />
E visto che si può trattare di Immersioni profonde tecniche, potresti aspettare anche per<br />
uno spazio di tempo intorno a 1 ora, anche se ti viene a prendere una motovedetta o<br />
un’elicottero, ci vogliono sempre almeno minimo mezz’ora/45 minuti dalla chiamata e<br />
forse di più.<br />
Tanto vale quindi in questi casi cercare di ottimizzare i tempi d’attesa stando nell’"assetto"<br />
più curativo possibile; cosa fare?<br />
Innanzi tutto avvisa immediatamente il compagno e chiedi quali sono le sue<br />
condizioni; se anch’egli accusa sintomi ed è l’unico presente in acqua non c’è dubbio,<br />
soluzione standard: saltate in barca tutti e 2 e via con le solite procedure.<br />
Se sei l’unico ad accusare sintomi di MDD, a meno che non siano possibili i 2 casi<br />
sopraelencati, dovrai quindi molto probabilmente rassegnarti ad aspettare l’uscita di tutti.<br />
Prendi decisioni rapidissime. Il quadro potrebbe peggiorare molto velocemente e peggio<br />
stai meno hai capacità e voglia di ragionare e di seguire poi ciò che hai deciso di fare.<br />
E ricorda che tutto ciò è valido se incominci la procedura all’avvertire leggeri sintomi,<br />
è chiaro che se improvvisamente ti vengono crisi di vomito, giramenti di vista, ecc. che non<br />
ti rendono più padrone della situazione, non devi nemmeno tentare di fare nulla in acqua<br />
e uscirvi quanto prima.<br />
Technical<br />
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Modulo 1
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Pure Tech Agency<br />
Dovresti già sapere quali sono le disponibilità di mezzi e uomini per un’emergenza di<br />
questo tipo.<br />
Supponiamo di avere proprio tutto il necessario: una bombola di Ossigeno puro a - 6<br />
m con liquidi succhiabili nella propria tasca o in un apposito cestino ove c’è anche la<br />
lavagnetta per comunicazioni in superficie, un’assistente qualificato sulla barca o fuori<br />
dall’acqua con liquidi, Ossigeno puro disponibile a richiesta e a flusso continuo e telefono<br />
portatile per allertare il soccorso.<br />
A questo punto non ti resta che dare un’occhiata alla quota di decompressione attuale,<br />
hai 3 possibilità:<br />
1) a - 6 m,<br />
2) a profondità inferiore a - 6 m,<br />
3) a profondità superiore a - 6 m.<br />
Caso 1) Ti trovi a - 6 m.<br />
In questo caso la decisione è certamente quella di passare a Ossigeno puro e bere liquidi<br />
stando dove sei.<br />
Il sollievo, nella stragrande maggioranza dei casi, è pressochè immediato.<br />
L’Assistente di superficie deve essere avvisato che è in corso un’emergenza: lo farà<br />
il compagno o puoi farlo tu solo dopo aver preso contatto con l’Ossigeno e ingerito liquidi:<br />
per queste procedure non puoi aspettare.<br />
Dimentica i tempi che dovresti fare, non servono più.<br />
Stando a - 6 m, respira Ossigeno per 25 minuti, fai una pausa di 5 minuti con gas di fondo,<br />
riprendi la respirazione a Ossigeno per altri 10 minuti.<br />
Passa poi ai - 3 m ed esaurisci la bombola sempre facendo una pausa di 5 minuti con gas<br />
di fondo ogni 25 minuti di respirazione di Ossigeno.<br />
Esci dall’acqua e affidati alle cure dell’assistente che avrà allertato il soccorso e ti farà<br />
respirare Ossigeno puro per tutto il trasporto, stando attento a un peggioramento delle tue<br />
condizioni e intervenendo con perizia se necessario.<br />
Quando avrai finito la bombola a Ossigeno, avrai gas di fondo rimanente nelle bombole<br />
e potresti essere tentato di rimanere ai - 3 m continuando a respirare gas di fondo. Non<br />
farlo! è enormemente più efficace respirare Ossigeno puro in superficie che non Aria<br />
o Trimix a - 3 m.<br />
Non devi inoltre nemmeno pensare di scendere a profondità maggiori con l’Aria o trimix<br />
disponibile, questo aggraverebbe fortemente le tue condizioni:<br />
Finito l’Ossigeno in acqua, respira Ossigeno fuori dall’acqua!!!<br />
Tutto ciò è valido se le tue condizioni in acqua migliorano o quantomeno rimangono<br />
invariate.<br />
Se le tue condizioni in acqua malauguratamente peggiorassero, non resta che uscirvi<br />
senza alcun indugio<br />
Caso 2) Ti trovi a - 3 m, ritorna ai 6 e fai esattamente come sopra scritto.<br />
La parziale compressione delle bolle ti darà maggior sollievo e farà in modo che la<br />
procedura curativa sia maggiormente efficace.<br />
Caso 3) Sei oltre i - 6 m.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
L’Ossigeno non si può assolutamente respirare oltre i - 6 m.<br />
Le possibilità quindi sono:<br />
A) eguire la decompressione richiesta sino al momento in cui arrivi a - 6 m e lì poi<br />
respirare Ossigeno;<br />
B) saltare subito a Ossigeno puro a 6 m senza fare la decompressione richiesta;<br />
C) uscire subito dall’acqua senza alcuna sosta.<br />
Il dubbio non c’è se sei a - 9 m e ti rimangono per esempio: 2 minuti a questo livello (in<br />
questo caso passi subito a Ossigeno sui - 6 m).<br />
Se invece sei a - 15 e hai per esempio: 35 minuti prima di toccare i - 6 il dilemma esiste.<br />
Ragionando per logica devi pensare che ora sei sotto MDD.<br />
Le tabelle (e quindi gli stop e i tempi richiesti) servono per la prevenzione dell’MDD,<br />
non per la cura; nemmeno la procedura di decompressione omessa o interrotta (che si<br />
richiama a un ingigantimento del piano tabellare di base) è efficace nella cura dell’MDD,<br />
quindi non ha senso continuare con esse e il punto a) deve venire escluso: i sintomi<br />
probabilmente si aggraverebbero molto e ben prima di poter arrivare ai - 6 m.<br />
Dato che sei embolizzato, devi procedere nella migliore cura di tale problema.<br />
La migliore cura è Ossigeno puro iperbarico e liquidi, quindi puoi decidere di fare<br />
subito il salto a - 6 m e attivare le stesse procedure viste prima., sappi però che è piuttosto<br />
rischioso.<br />
Mentre nei 2 casi precedenti eri rimasto a profondità costante o addirittura avevi<br />
incrementato la stessa, ora la stai fortemente diminuendo e ciò potrebbe aggravare le<br />
tue condizioni in modo difficilmente stimabile e possibilmente superiore alle potenzialità<br />
curative dell’Ossigeno puro/ingestione di liquidi.<br />
Vi è da dire del resto che se invece di fermarti ai - 6 salti in barca, le tue condizioni<br />
sarebbero ovviamente ancora peggiori e inoltre l’Ossigeno respirato a 1 Bar (invece di 1,6<br />
Bar a - 6 m) sarebbe una cura meno efficace.<br />
Sotto quest’ottica (uscire per uscire) e sempre se sai che dovrai aspettare in barca i<br />
Tuoi compagni senza muoverti- è meglio tentare una (attenta e pronta alla fuga) sosta<br />
in Ossigeno puro ai - 6 m, sempreché nel frattempo le condizioni non siano peggiorate o<br />
peggiorino durante la sosta stessa, che verrà programmata come negli altri casi.<br />
Considerazioni iniziali<br />
Dopo quanto esposto, desideriamo soffermarci su alcuni semplici punti-base.<br />
1) Se non c’è nessuno in superficie che fa da assistente, sarai da solo in barca mentre<br />
i tuoi compagni decomprimono (immagina per 1 ora o più), o obbligherai un tuo<br />
compagno a risalire con te per prestarti inizialmente (sul poi sarà il fato a decidere)<br />
aiuto, con possibili gravissime conseguenze in entrambi i casi.<br />
Nota che un assistente che non conosca le pratiche necessarie e/o non sappia<br />
usare l’attrezzatura nel modo corretto è come non ci fosse.<br />
2) Visto che si parla di embolia grave e già sopraggiunta da tempo quando si esce<br />
dall’acqua, è necessario avere non solo una bombola di Ossigeno che dia il gas a<br />
domanda, ma anche a flusso continuo per eventuali pratiche rianimative; non serve<br />
dunque in superficie una bombola a uso subacqueo (con erogatori).<br />
3) In tutti gli scenari considerati è di grande peso la bombola di Ossigeno puro a - 6 m,<br />
che aiuta moltissimo o può risolvere la situazione.<br />
Technical<br />
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Modulo 1
Modulo 1<br />
50<br />
Pure Tech Agency<br />
In quest’ottica va prevista una bombola aggiuntiva rispetto a quelle indossate, da<br />
lasciarla utilizzare solo per le emergenze, nessuno deve utilizzarla per la normale<br />
decompressione, altrimenti quando necessario sarà vuota o insufficiente.<br />
Questa potrebbe essere utile anche in barca se il subacqueo è cosciente; a questo<br />
proposito il sub respirerà Ossigeno puro se isolerà il naso con degli stringinaso<br />
(che devono esserci nella valigia di soccorso), con la maschera (sconsigliato perchè<br />
fastidiosa, stressante) o con le dita.<br />
l’Ossigeno deve essere puro al 100%!<br />
4) Anche in acqua deve esserci la possibilità di bere.<br />
Se non c’è un cestino apposito, ognuno deve portarsi indosso almeno 1/2 litro di<br />
bevanda; in caso di emergenza i compagni daranno la propria parte alla vittima (che<br />
deve bere circa 1,5 litri).<br />
Considerazioni finali<br />
Quanto sopra accadrebbe veramente se ti capitasse l’emergenza supposta.<br />
Se quanto sopra esposto lo consideri elucubrazioni teoriche maniacali o "pessimistiche",<br />
ti dà fastidio o tendi mentalmente ad allontanarlo sentendolo come inutile, è gravissimo:<br />
non hai ancora capito proprio nulla dell’attitudine che deve avere un subacqueo tecnico,<br />
ovvero un subacqueo che:<br />
a) Come indica la stessa parola "tecnico" è molto più riflessivo di un subacqueo<br />
Ricreativo e deve operare mentalmente in tal modo non solamente per superiore<br />
tecnicismo ma per la sua stessa sicurezza, poiché estendendo il range operativo si<br />
può mettere in situazioni di rischio sconosciute a un subacqueo ricreativo.<br />
Se sei sorpreso dalla minuzia con la quale vengono considerati i vari scenari, è normale,<br />
non sei abituato a pensare in questo modo così completo.<br />
Ma attenzione: completo, non esagerato.<br />
Ti ci devi abituare e devi usare questo sistema d’indagine in ogni sezione d’immersione al<br />
fine di poter mettere alla luce ogni possibile problematica, dargli peso e soluzione/i.<br />
Tale sistema risponde al nome di visualizzazione, porta all’ analisi del rischio e ha<br />
come obiettivo quindi la prevenzione / risoluzione dei problemi e dunque per finire la<br />
sicurezza intrinseca dell’immersione in ogni sua fase<br />
Questi importantissimi principi verranno spiegati nel capitolo seguente, intanto vediamo<br />
cosa abbiamo ottenuto con i precedenti "spunti di riflessione".<br />
1) Un test sul tuo approccio iniziale al sistema d’indagine usato.<br />
Come poc’anzi scritto, se sei fuori ottica rientra subito nei ranghi proposti o non farai<br />
mai tuo questo corso nè saranno mai sicure le tue immersioni. Rifletti parecchio su<br />
questo punto.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
2) La considerazione che tale sistema d’indagine non è applicabile solo alla problematica<br />
presentata (era solo un esempio) ma a tutte quelle che in ogni singola immersione<br />
si possono presentare.<br />
3) La codifica di tale sistema come il sistema della visualizzazione.<br />
4) Nello specifico esempio portato, la difficoltà con la quale (nelle condizioni supposte,<br />
che sono le migliori di uomini e mezzi) viene affrontato il problema di una MDD<br />
sintomatica in acqua, ti deve richiamare all’importanza della struttura globale di<br />
emergenza.<br />
Non vogliamo elencare la quantità infinita di scenari drammatici che si possono<br />
verificare a seconda della mancanza di questo o quell’elemento di sicurezza;<br />
domandati "cosa succede se …?".<br />
Domandatelo sempre. Non è pessimismo, è realismo.<br />
1.9 In caso di incidenti<br />
Registrazione / Importanza<br />
Un’accurata registrazione dei fatti in caso di incidenti ha un ruolo determinante in caso<br />
di procedure legali e inoltre è preziosissima per rivedere e migliorare le tecniche di<br />
prevenzione degli incidenti subacquei e rendere più adeguata la sicurezza durante le<br />
immersioni.<br />
è ugualmente importante registrare anche gli incidenti più piccoli che potrebbero però<br />
avere avuto conseguenze serie: studiare gli insuccessi, gli errori, le condizioni ambientali<br />
pericolose e le difficoltà legate all’attrezzatura, ecc., aiuta a migliorare la sicurezza<br />
subacquea proprio dove non è ancora al massimo.<br />
Quando hai qualche problema o ti succede un incidente, parlane con il tuo Istruttore<br />
CMAS-<strong>PTA</strong>, egli saprà identificare le cause e concause di esso e ti dirà cosa devi fare per<br />
immergerti nuovamente in maggiore sicurezza. Egli, se lo ritiene opportuno, lo comunicherà<br />
al fine di prendere le opportune contromisure a scopo didattico.<br />
Se non fai questo, rischi di incorrere nello stesso incidente o similari in futuro. Non affidarti<br />
solo alla tua personale capacità di giudizio, ricorda che un incidente o problema dipende<br />
sempre da una discreta serie di fattori alcuni insospettabili che richiedono una grande<br />
esperienza per essere identificati; chiedi aiuto e consiglio all’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong>.!<br />
Technical<br />
51<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
52<br />
Attrezzatura<br />
1) Kit di Pronto Soccorso completo e<br />
Manuale del Pronto Soccorso<br />
2) Dispositivo per la rianimazione<br />
a Ossigeno con n° 2 erogatori<br />
preferibilmente a domanda + 2<br />
sacche polmone a flusso continu.<br />
3) Acqua o liquidi<br />
4) Coperte<br />
5) Galleggianti in superficie con<br />
cimette<br />
6) Equipaggiamento subacqueo di<br />
scorta, in particolare un ulteriore<br />
dispositivo a Aria.<br />
7) Attrezzatura per comunicazioni<br />
8) Frequentazione a un corso di<br />
salvataggio (Rescue), di primo<br />
soccorso<br />
(Medic First Aid) e di soccorso<br />
con Ossigeno (Oxigen Provider)<br />
Pure Tech Agency<br />
Informazioni<br />
1) Numero di telefono e/o frequenza radio della Polizia, dei Carabinieri, dei pompieri,<br />
dell’Ospedale, della Capitaneria di Porto, del servizio assistenza bagnanti, della<br />
camera iperbarica, di un medico specializzato in incidenti subacquei, del DAN o<br />
altra assistenza specializzata<br />
2) Ubicazione, numero di telefono e metodo di trasporto alla camera iperbarica<br />
aperta e funzionante<br />
3) Per ogni partecipante all’immersione: nome, numero di telefono, persona/e da<br />
contattare in caso di emergenza<br />
Technical<br />
Metodi di<br />
Comunicazione<br />
1) Parola d’ordine per mandare a<br />
chiamare aiuto<br />
2) Segnali manuali da usare<br />
sott’acqua e in superficie<br />
3) Bandiere: di immersione e<br />
Internazionali<br />
4) Fischietti<br />
5) Segnali luminosi<br />
6) Richiamo subacqueo o sistema di<br />
comunicazione<br />
7) Radio<br />
8) Telefono<br />
9) Lavagna
Dopo un Incidente<br />
1) Tutti gli sforzi devono innanzitutto<br />
essere rivolti alla vittima<br />
2) Porta in salvo la vittima e proteggila<br />
da altri pericoli<br />
3) Non lasciare da sola la vittima<br />
4) Attiva le procedure del Pronto<br />
Soccorso previste per lo stato di<br />
shock, mancanza di respirazione,<br />
sanguinamento e per altre situazioni<br />
gravi legate all’attività subacquea,<br />
come a esempio l’embolia o la<br />
malattia da decompressione.<br />
Si raccomanda sempre l’uso di<br />
Ossigeno<br />
5) Manda a chiamare aiuto e controlla<br />
che sia stato fatto, controlla la folla,<br />
ottieni l’attrezzatura necessAria,<br />
prepara il trasporto<br />
6) Usa l’attrezzatura disponibile<br />
secondo le necessità<br />
7) Aiuta a trasportare la vittima nei<br />
modi corretti<br />
8) Ottieni un aiuto medico<br />
professionale<br />
9) Procedi velocemente e in modo<br />
semplice cercando di evitare la<br />
confusione<br />
10) Mantieniti calmo, sii utile e gentile<br />
11) Non restare in silenzio, ma non<br />
rilasciare dichiarazioni a giornalisti<br />
e non fare commenti di alcun tipo<br />
sul tuo comportamento<br />
12) Non esprimere valutazioni mediche<br />
13) Raccogli e conserva tutta<br />
l’attrezzatura della vittima. Registra<br />
i BAR restanti in presenza di<br />
un testimone. Non esaminare<br />
l’attrezzatura da solo. Consegnala<br />
all’autorità quando ti viene richiesto<br />
e fatti rilasciare una ricevuta per il<br />
materiale consegnato<br />
14) Richiedi un’autopsia e una copia<br />
del rapporto finale<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
15) Informa le autorità locali, la<br />
famiglia della vittima, il tuo legale,<br />
l’organizzazione subacquea e la<br />
compagnia di assicurazione<br />
16) Compila un modulo per incidenti<br />
17) Non ammettere alcuna tua colpa<br />
18) Non accettare nessuna<br />
responsabilità<br />
19) Non offrire soldi in cambio di una<br />
regolazione<br />
20) Non cercare di negoziare<br />
rivendicazioni<br />
21) Non arrivare a conclusioni e non<br />
esprimere opinioni<br />
22) Non trattare con nessun altro<br />
che non sia la tua compagnia di<br />
assicurazione<br />
23) Esegui tutte queste procedure<br />
senza indugio<br />
53<br />
Modulo 1
Modulo 1<br />
54<br />
Dati da registrare<br />
1) Il nome della vittima<br />
2) L’ora, la data e il luogo<br />
dell’incidente<br />
3) Dettagli riguardanti l’incidente,<br />
compreso ciò che tu hai fatto prima,<br />
durante e dopo l’incidente<br />
4) Profilo immersione della vittima<br />
5) Compila una lista di testimoni (nomi,<br />
indirizzi e numeri di telefono)<br />
6) Compila una lista indicando<br />
il nome e il tipo di ogni pezzo<br />
dell’attrezzatura usata dalla vittima<br />
7) Somministrazione di Ossigeno<br />
8) Annota le condizioni ambientali:<br />
tempo atmosferico, comprese<br />
le condizioni delle nuvole, del<br />
vento e delle precipitazioni; le<br />
condizioni dell’acqua e del fondale,<br />
comprese la profondità, le onde,<br />
la temperatura, le correnti, ecc.;<br />
l’entrata in grotte, in relitti o sotto il<br />
ghiaccio<br />
9) Condizioni mediche della vittima<br />
prima dell’incidente, uso di medicine<br />
e di alcool, eventuali malattie,<br />
ultimo pasto, condizioni di sonno<br />
della notte precedente<br />
10) Se l’incidente si è verificato durante<br />
la risalita, indica dettagliatamente il<br />
metodo di risalita utilizzato<br />
11) Azioni svolte dal compagno<br />
12) Addestramento della vittima e<br />
brevetto: indica l’organizzazione,<br />
le date, il livello, ecc.. L’incidente<br />
è capitato durante il periodo di<br />
preparazione? In caso affermativo,<br />
indica tutti i dettagli<br />
13) Metodi di comunicazione usati<br />
14) Indica in dettaglio tutta la procedura<br />
di emergenza, chi ha risposto, cosa<br />
ha fatto<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
15) Indica qualsiasi persona o<br />
organizzazione che abbia raccolto<br />
un rapporto, verbale o scritto<br />
16) Qualsiasi informazione sulla<br />
situazione di decompressione della<br />
vittima<br />
17) Assicurati che qualsiasi tua<br />
affermazione, scritta o verbale,<br />
sia il più possibile obiettiva e non<br />
esprima opinioni
Pure Tech Agency<br />
MODULO 2<br />
L'immersione Tecnica<br />
Panoramica<br />
• Discesa rapida controllata<br />
• Visualizzazione<br />
• Comunicazione doppio Filo<br />
• Sistema di coppia<br />
• Aborto immersione<br />
Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />
Obiettivi<br />
• Conoscere le tecniche per una corretta discesa rapida ma controllata<br />
• Definire e pianificare la velocità di risalita<br />
• Conoscere le tecniche di risalita in assetto<br />
• Apprendere l'importanza della visualizzazione dell'immersione<br />
• Approfondire la tecnica della comunicazione a doppio filo<br />
• Approfondire l'importanza di un corretto sistema di coppia<br />
• Apprendere le procedure per un aborto di immersione<br />
Technical<br />
55<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
56<br />
Pure Tech Agency<br />
2.1 Discesa rapida controllata<br />
La discesa rapida non deve essere adottata nelle immersioni di preparazione nè a<br />
profondità "nuove".<br />
Usala solo quando sei preparato e ti senti perfettamente a tuo agio per le profondità verso<br />
cui ti stai immergendo; al raggiungimento di quella profondità rallenterai per scendere<br />
lentamente al livello successivo.<br />
Qui ti richiamiamo a quanto scritto in precedenza sullo shock narcotico.<br />
a) la posizione stabile,<br />
b) la possibilità di arresto rapido,<br />
c) la visuale con il compagno e con i punti di riferimento principali.<br />
Technical<br />
Discesa rapida<br />
chiaramente non significa<br />
immergersi senza<br />
controllo.<br />
In questo senso è abbastanza<br />
difficile avere discese<br />
superiori ai 30 m/minuto che<br />
non siano, più che discese,<br />
cadute disordinate.<br />
Infatti per discesa, anche<br />
rapida, si intende quel<br />
movimento verso il basso<br />
che mantenga sempre:<br />
La rapidità non deve inficiare nemmeno uno di questi fattori in nessun momento.<br />
Posizione<br />
La posizione sarà sempre in assetto.<br />
Le gambe potrebbero essere leggermente aperte a stabilizzare, e così anche le mani/<br />
braccia.<br />
Potrebbe essere anche a paracadutista se si deve traslare mentre si scende, pinneggiando<br />
nella direzione desiderata, o ci si deve tenere a una cima, per contrastare una eventuale<br />
corrente, viceversa occorre evitarne il contatto.<br />
Mano pronta sul corrugato col dito già sul pulsante di immissione gas.<br />
Operatività immediata su questo punto!<br />
Tecnica<br />
è preferibile arrivare il più rapidamente possibile, dopo lo stacco dalla superficie, alla<br />
velocità che si ricerca per poi mantenerla, piuttosto che ricercarla con una lenta e continua<br />
progressione.
Pure Tech Agency<br />
Devi arrivare al punto più delicato, ovvero al punto del rallentamento o dell’eventuale<br />
più problematico stop di emergenza, a velocità stabile e non in aumento<br />
La velocità di discesa, indipendentemente dal numero di m/minuto che si vogliono usare,<br />
deve quindi essere (dopo l’accelerazione iniziale) uniforme, quindi non a scatti.<br />
L’uniformità stabilizza la posizione, diminuisce lo stress, abitua la posizione e permette<br />
una migliore analisi di quando rallentare (accelerazioni distraggono e confondono la mente<br />
sull’individuazione del momento in cui rallentare).<br />
Una discesa gestita è una discesa uniforme.<br />
Una discesa non uniforme è una discesa gestita male, disordinata, inefficiente e<br />
pericolosa<br />
Velocità di risalita<br />
In diversi paesi sono state recentemente condotte numerose ricerche sulla velocità di<br />
risalita.<br />
La velocità di 18 m al minuto, previsti dalle vecchie tabelle U.S. Navy, sono in media, una<br />
velocità troppo elevata per le immersioni non militari (e quindi senza particolari esigenze<br />
di velocità di uscita).<br />
10 M/min<br />
La velocità suggerita è di 10 m al minuto.<br />
Alcuni computer hanno sino a 3 velocità di risalita, ovviamente maggiori<br />
dalle quote più fonde sino a essere ancora più lente negli ultimi 10 m e<br />
la spiegazione di questo principio è facilmente intuibile.<br />
Teniamo ben presente però che ogni metodo va bene nello scenario in<br />
cui è stato ampiamente sperimentato e per il quale è stato studiato.<br />
Ciò significa che diverse velocità di risalita non potranno essere<br />
usate per le tabelle, nè per computer che hanno algoritmi diversi e/o<br />
sistemi di calcolo che prevedono differenti valori e che probabilmente<br />
permettono velocità superiori dalle quote più profonde per poi<br />
fermare di più il sub a quote più alte e/o in decompressione.<br />
Va quindi mantenuta la velocità prevista dall’algoritmo utilizzato<br />
per la nostra immersione.<br />
Risalita in galleggiamento<br />
Per risalire, schiaccia l’insufflatore<br />
automatico e inizia l’ascesa in<br />
galleggiamento controllato.<br />
Fare una risalita in galleggiamento significa<br />
lasciarsi riportare in superficie dal Gas che si<br />
espande nel Jacket.<br />
Non pinneggiare, se non per aggiustare<br />
leggermente il tuo assetto, in quanto<br />
sprecheresti energie e Gas.<br />
Durante la risalita in galleggiamento controllato,<br />
assicurati di avere in mano il corrugato di sgonfiaggio e lascia prontamente e sapientemente<br />
uscire il Gas dal tuo jacket per controllare la velocità.<br />
Technical<br />
57<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
58<br />
Pure Tech Agency<br />
Avvicinandoti alla superficie, il tuo Jacket tenderà a gonfiarsi rapidamente, anticipa<br />
questo problema per prevenire risalite incontrollate e pericolose.<br />
2.2 La visualizzazione<br />
La Visualizzazione è quel<br />
processo mentale di analisi atto<br />
a individuare ogni possibile<br />
problematica che possa<br />
sopravvenire in una specifica<br />
immersione.<br />
L’immersione deve essere<br />
mentalmente "vista e riconosciuta"<br />
in ogni sua parte avendo come<br />
obiettivo la precisa individuazione<br />
di tutte le problematiche che si<br />
potrebbero presentare.<br />
In tale approccio vi deve essere dal<br />
parte del sub una vera e aggressiva<br />
voglia di ispezione, da non confondere con la solita calma e annoiata rassegna dei compiti<br />
a cui siamo abituati.<br />
Questo è il momento dal quale dipende la tua sicurezza in immersione. In questo<br />
momento puoi prevedere problemi che in acqua si potrebbero tramutare in incidenti<br />
Oltre ad avere una voglia di ispezione nuova, reale e determinata, essa va diretta<br />
soprattutto ai piccoli o piccolissimi particolari: molto spesso un problema nasce da<br />
fattori quasi insignificanti.<br />
Infatti difficilmente non si sarà fatta attenzione ai fattori di sicurezza "classici", che saranno<br />
probabilmente sempre tutti a posto (gas, erogatori, ecc.) vuoi per abitudine nel controllarli<br />
vuoi per l’importanza che assumono in immersioni profonde (nessuno si permette di<br />
controllarli superficialmente, nemmeno nei check più annoiati).<br />
Spesso invece sarà quel fattore particolare, nascosto, che in un’immersione diversa dalle<br />
altre assume diversa importanza e può agire come causa scatenante di un problema o<br />
una serie di problemi che potrebbero a loro volta scaturire in incidente; obiettivo finale è<br />
modificare l’assetto di quei "pezzi" di immersione considerati a rischio.<br />
Processo<br />
Percorrendo minutamente l’immersione come stando in acqua, "vedere" ogni<br />
inadeguatezza nell’equipaggiamento, nelle risorse umane, nei sistemi usati, sforzandosi<br />
di capire come entrano in giuoco multiplo soprattutto le piccole cose, i particolari<br />
secondari, quelli abitualmente trascurati o sottovalutati o addirittura mai considerati<br />
prima d’ora<br />
Il processo viene incominciato prima dell’immersione e si esaurisce solo dopo di essa.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
La visualizzazione è dunque "anticipatoria" o "a posteriori" (debriefing).<br />
Ed è più difficile da usare di quanto si pensi.<br />
è un cocktail fra la più raziocinante logica e l’arte dell’intuizione.<br />
Anticipatoria<br />
Risponde alla domanda "Cosa Succede Se … ???"<br />
Per riuscire a utilizzarla al meglio ci vuole<br />
1) una grande predisposizione all’indagine, praticamente maniacale<br />
2) una notevole esperienza, che faccia capire nitidamente, o anche solo intuire, quali<br />
potrebbero essere i comportamenti umani, dell’attrezzatura, ecc., in determinate<br />
condizioni.<br />
Questo ultimo punto è assai sofisticato e dipende da una maturazione personale<br />
conseguibile dopo numerose interessanti immersioni che abbiano avuto come conclusione<br />
altrettanti importantissimi commenti post-immersione (debriefings).<br />
Tali commenti, comunemente chiamati debriefing, incorporano nel loro svolgersi quella<br />
che viene definita visualizzazione "A posteriori":<br />
A posteriori (debriefing)<br />
Risponde alla domanda "Cosa è successo e sosa poteva succedere se…???"<br />
L’immersione è andata come voluto?<br />
Dove sì e dove no? Perché?<br />
Si sono verificati problemi o emergenze? Contemplati nella Visualizzazione? Hanno avuto<br />
l’iter aspettato e voluto?<br />
Ti sei avveduto di situazioni o scenari (accaduti o possibili) non considerati nella<br />
Visualizzazione anticipatoria? … ecc..<br />
La visualizzazione a posteriori è perfino più importante della visualizzazione<br />
anticipatoria.<br />
Se nella visualizzazione anticipatoria si ragiona su un’immersione futura quindi<br />
supposta, nella visualizzazione a posteriori si discute su un’immersione effettuata quindi<br />
certa e reale; in quest’ottica i risultati analitici che conseguono alla visualizzazione a<br />
posteriori hanno un’assai maggiore validità oggettiva<br />
Inoltre mentre la visualizzazione anticipatoria "lavora" solo sulla prossima imminente<br />
immersione, la visualizzazione a posteriori "lavora" su tutte le future immersioni del<br />
subacqueo.<br />
Trasferisce un’esperienza avuta sull’intera carriera subacquea.<br />
Quindi risulta essere più importante anche sotto l’aspetto non solo della validità dei dati<br />
ma anche del numero di immersioni a cui si riferisce.<br />
Ottimizzazione visualizzazione anticipatoria<br />
L’assimilazione dei risultati a posteriori porta il subacqueo ad aumentare l’efficienza della<br />
successiva visualizzazione anticipatoria: la visualizzazione a posteriori quindi chiude e<br />
completa il processo analitico-informativo sull’immersione che, se non ci fosse, sarebbe<br />
rimasto fermo alla visualizzazione anticipatoria, ovvero al "cosa si pensava che succedesse",<br />
senza sapere se poi quanto si pensava è avvenuto o no, come e perché, e apre le porte<br />
a un processo di continuo affinamento di conoscenza (processo dell’esperienza) che a<br />
sua volta rende sempre più direzionale ed efficiente (e quindi più sicura) la visualizzazione<br />
anticipatoria.<br />
Technical<br />
59<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
60<br />
Pure Tech Agency<br />
La chiave per ottenere una buona visualizzazione anticipatoria è effettuare sempre una<br />
buona visualizzazione a posteriori delle proprie immersioni; col tempo la visualizzazione<br />
anticipatoria "cresce" e diventa adulta, matura, efficiente, ottimale.<br />
Certezza dei dati / distorsioni<br />
A tal proposito fai attenzione.<br />
Se sopra abbiamo scritto che la visualizzazione a posteriori, visto che si basa su<br />
un’immersione effettuata quindi certa, ha validità oggettiva superiore alla visualizzazione<br />
anticipatoria (basata su immersione supposta), vogliamo però sottolineare la parola<br />
"certa", dunque chiave d’accesso primAria a una superiore efficienza.<br />
Non solo perché l’immersione è stata realmente effettuata questa è certa, il ricordo di essa<br />
passa attraverso di noi: la "certezza" degli avvenimenti avviene dopo che il subacqueo ha<br />
"decodificato" quanto rinchiuso nella sua "scatola nera", ovverosia nella sua mente.<br />
E questo processo può subire serie distorsioni date da innumerevoli fattori quali narcosi<br />
d’Azoto, stress, ecc..<br />
Quando ciò accade, il subacqueo si trova di fronte a un’immersione con accadimenti "certi"<br />
che in realtà non lo sono affatto.<br />
L’interpretazione di dati incompleti o sbagliati dà risultati erronei, accettati però come giusti<br />
dal subacqueo, che li usa come tali nella prossima visualizzazione anticipatoria.<br />
Distorsioni comportamentali<br />
Si viene a creare dunque una pericolosa "esperienza distorta" che implementa nel sub dei<br />
comportamenti sbagliati e quindi pericolosi per sè e per gli altri.<br />
Ecco perché è assolutamente fondamentale una buona visualizzazione a posteriori,<br />
con dati davvero certi: perché viceversa non solo il sub non viene aiutato a crescere<br />
rendendo anche ogni sua nuova immersione più sicura attraverso una maggiore capacità<br />
Visualizzativa Anticipatoria, ma soprattutto perché se il sub ragiona su una realtà<br />
"virtuale" assume poi comportamenti non necessari o addirittura sbagliati a tal<br />
punto che potrebbero aggravare in futuro lo scenario, se si dovesse ripresentare.<br />
Ciò è più frequente di quanto si immagini, e soprattutto esiste nei momenti in cui servirebbe<br />
avere le idee più chiare, come per esempio dopo un serio problema o un incidente. Lo<br />
potrai riscontrare proprio in questo corso.<br />
è noto che uno dei compiti più difficili per tutti è risalire alla causa/e di un incidente, ma<br />
perché?<br />
Proprio perché la visualizzazione a posteriori, in presenza di forte stress/ecc. rende lo<br />
scenario "certo" ben poco affidabile.<br />
Assai spesso il sub "sogna", è convintissimo che gli siano capitate delle cose invece<br />
totalmente estranee allo scenario accaduto. Quindi quando sarebbe più opportuno<br />
effettuare una ottima Analisi A Posteriori (per mettersi nelle condizioni di non ripetere più<br />
la brutta esperienza), si può essere in possesso di dati scarsi, devianti, ecc., ovverosia<br />
di non essere nelle condizioni di poter chiarire veramente quanto di sbagliato c’è stato<br />
(e potrà dunque ripetersi) nell’immersione<br />
Non potremo mai spingere abbastanza sull’importanza di essere sempre concentrati in<br />
immersione, di ricordare tutti i particolari di essa (che al momento sembrano insignificanti<br />
ma che poi possano eventualmente permettere di risalire alla verità di un dato momento<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
anche per logica, come incastrando un puzzle) al fine di avere una buona Visualizzazione<br />
A Posteriori. Riparleremo di questo "Sistema Investigativo" più avanti.<br />
Non potremo mai spingere abbastanza sulla necessità di un ottimo e vero (non virtuale,<br />
falso, artefatto) Debriefing come la chiave di volta per l’incremento di conoscenza e di<br />
esperienza del sub. Un capitolo a parte su questo, intanto però apprendine il significato<br />
e il valore.<br />
Modifica il tuo comportamento! Quando esci dall’acqua, anche quando ti sembra che<br />
non ci sia niente da dire, commenta con minuzia ogni fase dell’immersione. Vedrai che<br />
invece scoprirai un mare di particolari che ti erano sfuggiti e di cui potrai fare tesoro in<br />
futuro.<br />
Poche cose nelle immersioni profonde sono importanti come un’accurata visulizzazione<br />
a posteriori! Effettuala alla fine di ogni immersione!<br />
Nessun Corso come questo te ne farà capire l’importanza e ti darà tutte le direttive per<br />
metterti in grado di effettuarla da solo in modo estremamente efficiente. Fallo! Sempre!<br />
Solo così potrai aumentare l’affidabilità delle successive visualizzazioni<br />
anticipatorie.<br />
2.3 Comunicazione a doppio filo<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> adotta un sistema di comunicazioni a "Doppio filo", che prevede una domanda<br />
e una risposta adeguata.<br />
Dovrai impararlo bene perchè è la chiave di volta di ogni comunicazione gestuale efficace<br />
in profondità.<br />
Partiamo da un importante presupposto: escluso casi veramente speciali, in acqua non<br />
si parla.<br />
Si possono usare strani suoni vocali di diversa entità per attirare l’attenzione, ma la vera e<br />
propria comunicazione si fa a gesti.<br />
Tecnica di domanda<br />
Visto quindi che quasi il 100% delle nostre comunicazioni dipendono da gesti, dobbiamo<br />
essere sicuri che:<br />
a) i gesti siano pochi: esiste sì una gamma molto vasta di segnali manuali che possono<br />
essere utilizzati, ma rimangono sempre solo sulle pagine dei manuali, si dimenticano<br />
e in acqua si finisce col non usarli mai.<br />
I segnali sottoelencati sono pochi e di base, ma possono coprire la maggior parte<br />
delle situazioni sia durante un’attività normale che in condizioni problematiche.<br />
b) I segnali siano chiari e inconfondibili.<br />
stop lo si fa con le dita completamente chiuse, n° 5 con le dita completamente aperte, 1<br />
lo si fa con l’indice e non con il pollice che invece segnala la risalita, ecc., ecc..<br />
Pochi e inconfondibili, basta?<br />
No. è un buon inizio ma, per essere veramente efficace, il sistema di comunicazione deve<br />
prevedere altre particolarità.<br />
Technical<br />
61<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
62<br />
Pure Tech Agency<br />
Alle profondità in cui ti muoverai è sempre presente lo Stress e in caso di Aria come mix<br />
di fondo anche una media/forte narcosi d’Azoto, quindi un sistema di comunicazione non<br />
può non tenere conto degli effetti psichicamente deleteri che essi comportano.<br />
Ciò significa che non possiamo assolutamente dare per scontato che il nostro compagno<br />
abbia capito, nè che tu abbia capito quello che il tuo compagno ti sta comunicando.<br />
Tecnica di risposta<br />
Sotto forte narcosi e/o stress possiamo vedere ma non capire i segnali.<br />
L’occhio vede ma il cervello confuso non lavora.<br />
I segnali devono dunque essere esposti correttamente e con un’enfasi molto<br />
maggiore<br />
Non accetteremo il classico generico segnale di OK come unica risposta.<br />
La risposta dovrà essere relativa alla domanda richiesta e non generica, quindi non ci<br />
limiteremo a rispondere, ma dovremmo far capire al nostro compagno che abbiamo capito<br />
la domanda.<br />
Quindi nella risposta bisogna:<br />
1) ripetere la comunicazione posta;<br />
2) fare seguire la risposta.<br />
Domanda<br />
Tu<br />
pinneggia<br />
fino là<br />
fermati<br />
OK<br />
Totale 5 segnali<br />
Technical<br />
Risposta:<br />
Io<br />
Pinneggio<br />
fino a là<br />
mi fermo<br />
OK<br />
Totale 5 segnali
Pure Tech Agency<br />
Questo fa capire a tutti e due che la comunicazione è stata recepita integralmente,<br />
viceversa un semplice ok potrebbe lasciare dei dubbi in merito.<br />
Nelle immersioni tecniche in Aria o Trimix non c’è tempo per i malintesi.<br />
Meglio spendere qualche secondo in più per i messaggi, piuttosto che agire dissennatamente<br />
nella confusione per poi riparlarsi e nuovamente non capirsi, soprattutto in presenza di<br />
forte stress.<br />
Inoltre questa forma di comunicazione risveglia l’attenzione di ambedue, funge da "check"<br />
personale per i riflessi mentali e da "appunto scritto" su quello che si sta facendo, a volte<br />
la narcosi e/o lo stress portano a dimenticare cosa si è stabilito pochi secondi prima; in<br />
questo modo ciò risulta meno facile perchè più "meccanizzato" e tenuto sotto controllo da<br />
tutti e due i subacquei.<br />
Segnali Manuali<br />
questo sistema di comunicazioni è l’unico veramente efficace. Se usi altri sistemi<br />
probabilmente non avrai comunicazione nelle Immersioni profonde oppure sarà<br />
confusa e deviante, quindi pericolosa.<br />
ok da solo è completamente senza significato e bandito dalle immersioni tecniche<br />
SEGNALI DI RICHIESTA<br />
1) Fermati<br />
2) Guarda<br />
3) Ricorda<br />
4) Vieni<br />
5) Rilassati.<br />
6) Stai molto vicino al tuo<br />
buddy<br />
7) Mettersi in fila indiana<br />
8) Mostrare il manometro<br />
9) Cambiare compagno,<br />
erogatore, miscela,<br />
direzione, ecc.,<br />
10) Aria o Miscela esaurita,<br />
immediata assistenza.*<br />
11) Pinneggia<br />
12) Lancia pallone di risalita<br />
13) Risalita di fine immersione<br />
14) Risalita di emergenza<br />
SEGNALI GENERICI<br />
1) OK (equivalente al sì).<br />
2) No<br />
3) Non ho capito quale?<br />
quanto?<br />
4) Giù (scendere)<br />
5) Su (salire)<br />
6) Livello<br />
7) Assetto neutro<br />
8) Questo, quello, me,<br />
te, noi, lui,<br />
9) Bolle<br />
10) Poco<br />
11) Molto<br />
12) Pericolo<br />
13) Un’altra volta<br />
14) Cima di risalita<br />
15) Barca<br />
16) Tempo<br />
Technical<br />
SEGNALI DI SENSAZIONE<br />
1) Problema specifico<br />
2) Qualcosa non va<br />
generico<br />
3) Stress<br />
4) Stanchezza<br />
5) Non capisco<br />
6) Narcosi<br />
7) Affanno<br />
8) ..........................<br />
Fai un rapidissimo check di questi segnali con il Team prima di un’immersione, si deve<br />
prevedere anche una non obbligatorietà di segnalazione, avendo subito la reazione<br />
giusta<br />
Non li abbiamo visualizzati in quanto è meglio che siano personalizzati.<br />
Del resto non ha alcuna importanza la standardizzazione omogenea quanto il<br />
riconoscimento di essi nel Team.<br />
Ti accorgerai che da alcuni possono essere meglio ricordati in forma anche<br />
sensibilmente diversa dall’usuale o dall’aspettato. Adotta la gestualità che ti pare, basta<br />
che sia ricordata e identificabile da tutti<br />
63<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
2.4 Sistema di coppia<br />
64<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
Importanza<br />
In queste configurazioni di<br />
attrezzatura e di training, come sai,<br />
non sei autosufficiente.<br />
Quindi per le problematiche più<br />
serie hai assolutamente bisogno<br />
del compagno (ed egli di te).<br />
Il compagno è parte<br />
dell’attrezzatura. Parte fra le più<br />
importanti.<br />
Tecnica<br />
è noto che il "sistema di coppia" viene insegnato anche agli Open Water, ma è altrettanto<br />
noto che esso non viene assolutamente seguito nel modo dovuto o addirittura per nulla.<br />
Per tutto il tempo di un’immersione profonda tecnica devi stare a un braccio di distanza<br />
dal tuo compagno e guardarlo bene ogni 2/3 respirazioni, mentre lo tieni sempre sotto<br />
controllo con la coda dell’occhio<br />
Efficienza<br />
Immergersi in coppia non significa immergersi in compagnia.<br />
Le 2 cose sono assai diverse.<br />
Coppia è molto di più che "compagnia".<br />
Coppia significa efficienza e reattività istantanea, diversameente non è coppia.<br />
Anche supponendo una visibilità maldiviana, come potrai capire ciò che ti dice il compagno<br />
se sei a 10 m di distanza?<br />
Quanto tempo impiegherai per arrivare a prestargli aiuto?<br />
Anche "soli" 3 m in acqua sono tanti, e ancora di più quando si dà giusto una fugace e<br />
distratta occhiata al compagno ogni tanto e senza metodo, casualmente.<br />
Tieni presente poi che in una immersione in Aria, la narcosi d’Azoto ti rende di per se<br />
stessa molto meno veloce nel capire che qualcosa non va, nel decidere di intervenire,<br />
nell’intervenire nei modi appropriati, nonché nel muoverti con velocità e coordinazione.<br />
Devi assolutamente recuperare queste inefficienze stando a contatto strettissimo con il<br />
tuo compagno.<br />
Non è assolutamente difficile ed è questione di abitudine.<br />
Realismo<br />
Ricordati che egoisticamente questo va a tuo favore: un problema al compagno è sempre<br />
anche tuo e se lo risolvi sul nascere va molto meglio anche per te: ti immagini come sarà il<br />
tuo compagno quando da 10 secondi è senz’Aria e solo allora te ne rendi conto?<br />
E se ti trovassi tu in queste condizioni? O pensi di essere sempre tu quello che presta<br />
aiuto?
Pure Tech Agency<br />
Compagno<br />
Operare con un ottimo sistema di coppia, significa avere dal tuo compagno lo stesso<br />
ottimo trattamento che tu hai con lui. Significa la consapevolezza di essere tu stesso<br />
sempre sott’occhio e il compagno a 1 o 2 m.<br />
Se ti accorgi che il tuo compagno non fa così, imponiglielo!<br />
In caso contrario cambia compagno, lui non ti potrà essere d’aiuto nel momento<br />
necessario.<br />
Se il compagno è parte dell’attrezzatura deve essere, come tutta l’attrezzatura, a<br />
portata di mano!<br />
Pochi secondi o frazioni di essi sono spesso la differenza fra una situazione sotto controllo<br />
e il panico per la coppia. Quindi anche per te.<br />
Technical<br />
65<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
2.5 Aborto immersione<br />
66<br />
Pure Tech Agency<br />
Ogni Subacqueo può decidere in ogni momento di abbandonare l’immersione in<br />
qualsiasi momento e per qualsiasi ragione!!<br />
Sistema<br />
Il subacqueo in difficoltà deve sempre segnalare la risalita di emergenza, perché:<br />
A) il compagno può prepararsi a risolvere l’eventuale problema verificatosi, una volta<br />
raggiunta una profondità più confortevole;<br />
B) il compagno può pensare che egli si stia spostando a profondità minori in modo<br />
naturale, e poi rapidamente lo perde;<br />
C) il compagno potrebbe anche seguirlo nella risalita, senza però rendersi conto (o<br />
rendendosene conto in ritardo) che è in atto un’emergenza.<br />
Il compagno deve restituire il<br />
segnale, per fargli vedere che ha<br />
capito e che è operativo, e seguire<br />
immediatamente la risalita del<br />
subacqueo in difficoltà standogli<br />
molto vicino, cercando di capire il<br />
problema e aiutando/favorendo lo<br />
svolgersi delle operazioni (eventuali<br />
cambi miscela, stop decompressivi,<br />
ecc: il sub in difficoltà potrebbe<br />
essere molto confuso e/o<br />
impossibilitato, anche da problemi<br />
tecnici, alle operazioni necessarie.<br />
Evidentemente questo rappresenta anche il termine dell’immersione per l’eventuale resto<br />
del Team, che risalirà assistendo la coppia dall’esterno, pronto ma senza interferire, sino<br />
a quando uno dei due subacquei eventualmente lo richieda.<br />
SU<br />
É molto importante rimanere abbastanza vicini da trovarsi a portata, farsi vedere,<br />
senza infastidire. Il "soccorritore" deve, in risalita, non intervenire per nulla o il meno<br />
possibile, solo ove sia assolutamente indispensabile. Qualsiasi intervento che può<br />
aspettare viene rimandato alla 1° o 2° quota decompressiva, in situazione statica e<br />
anche più mentalmente tranquilla, quindi il soccorritore in risalita deve essere "di buona<br />
compagnia" più che operativo, anche perché qualsiasi azione in risalita ne spezza il<br />
moto, la rende più confusa, meno efficace, meno sicura, e anche meno rapida.<br />
Una risalita di emergenza deve avere come obiettivo primario il raggiungimento<br />
della 1° quota decompressiva; lì lo scenario permetterà una migliore risoluzione dei<br />
problemi presenti, quindi ove sia possibile, non dobbiamo mai cercare di risolvere<br />
un'emergenza sul fondo!<br />
Ricordiamo infatti che sul fondo siamo sottoposti sempre a forte stress, e in caso di utilizzo<br />
di Aria come miscela di fondo, anche a forte Narcosi d’Azoto e questo rallenta l’azione,<br />
disturba la capacità di giudizio e operativa; dobbiamo muoverci da lì subito e trasferire il<br />
problema in una situazione più facile e confortevole.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Possibili errori sul fondo<br />
Se il subacqueo in difficoltà ha dato il segnale di aborto immersione è perchè è in difficoltà<br />
molto seria e pensa che il problema non possa essere risolto sul posto: diversamente<br />
avrebbe invece segnalato il problema e specificato l’aiuto necessario.<br />
Quindi il subacqueo sotto emergenza è in equilibrio probabilmente assai difficile, equilibrio<br />
che può ulteriormente incrinarsi sino a rompersi anche solo dopo pochi secondi; in ogni<br />
caso una sosta forzata quando la vittima chiede di risalire non può che ingigantire la<br />
problematica esistente.<br />
Quindi dobbiamo evitare assolutamente di prolungare in qualsiasi modo la permanenza in<br />
profondità, evitando di chiedere "perchè?".<br />
É ovvio che il soccorritore abbia non solo curiosità, ma anche interesse pratico di sapere<br />
che sta accadendo, ma il prezzo da pagare per tale conoscenza è troppo alto.<br />
Se il soccorritore invece di rispondere al segnale di aborto immersione e iniziare la risalita,<br />
dovesse chiedere al compagno il perchè di tale segnale, farebbe un grave errore, vediamo<br />
perché:<br />
A) Risposta Confusa:<br />
il soccorritore perde tempo e non arriva a nulla;<br />
B) Risposta Precisa che identifica il problema:<br />
il soccorritore capisce che effettivamente si deve risalire, quindi ha solo perso tempo per<br />
domandarlo e farselo ben spiegare;<br />
il soccorritore pensa che si possa anche non risalire e risolvere la cosa lì. Ma in questo<br />
caso ha sicuramente ragione?<br />
Probabilmente no, poiché è più probabile che la vittima abbia il quadro più completo del<br />
problema;<br />
Probabilmente sì (probabilmente!) ma anche in questo scenario rimanere dove si sta<br />
sarebbe un errore; se il problema non è molto preoccupante, lo è comunque l’effetto (lo<br />
stress): la vittima vuole assolutamente risalire, al punto da aver chiesto una risalita di<br />
emergenza, da voler abortire l’immersione. Questo basta e avanza, chiude la partita.<br />
Anche se la causa potesse effettivamente essere risolta sul posto, resterebbe la<br />
volontà/necessità impellente di risalire della vittima, resterebbe lo stress che viene<br />
risolto assai meglio - o solamente - risalendo rapidamente<br />
Accontentiamo dunque subito la vittima in questo desiderio, facendo in modo che lo stress<br />
diminuisca o non aumenti, e scrolliamoci di dosso prima possibile questa brutta situazione<br />
senza perdere tempo pericolosamente e inutilmente.<br />
Ricorda che, come hai visto nell’apposito capitolo, è lo stress la maggiore causa di incidenti;<br />
diminuire lo stress significa operare sul problema più grosso, o in alcuni casi l’unico.<br />
Per questo stesso motivo bisogna capire che è totalmente sbagliato tentare di calmare la<br />
vittima dicendogli di stare ferma, di non muoversi. La vittima è già abbastanza calma, non<br />
è in panico se ha avuto la volontà e forza d’animo di segnalare l’emergenza e risalire in<br />
modo più o meno controllato.<br />
Technical<br />
67<br />
Modulo 2
Modulo 2<br />
68<br />
Pure Tech Agency<br />
Andrà invece probabilmente in panico se gli si chiede di calmarsi e di stare dove si trova,<br />
ovvero se il soccorritore fa intendere alla vittima di non avere capito il suo stato d’animo o<br />
di volere imporre la sua volontà costrittiva.<br />
Il tempo per spiegare tutto ci sarà poi: ora è tempo di risalire senza alcun indugio!<br />
Errori in risalita<br />
L’errore più grande che il soccorritore più fare è intervenire quando non strettamente<br />
necessario. Nel caso di un Team bisogna intervenire solo quando richiesto dalla<br />
vittima o dal soccorritore e senza intervenire tutti insieme creando enorme confusione e<br />
peggiorando lo scenario di stress sia della vittima sia di tutti i componenti soccorritori in un<br />
delirio generale in cui di lì a poco nessuno capisce più niente.<br />
Il soccorritore se è solo e a maggiore ragione un Team numeroso, deve evitare girandole<br />
di posizione, gesti rapidi, contatti fisici, urti involontari, estrema vicinanza, mostrarsi calmi<br />
e determinati aiuta molto il subacqueo in difficoltà, che deve sentirsi protetto e seguito ma<br />
non distratto, pressato, soffocato, in altre parole disturbato.<br />
Tenere a freno la foga interventista è una delle maggiori difficoltà del compagno e del<br />
Team, ma è essenziale per portare a termine un’operazione di "trasferimento" a quote<br />
più facili pulita e indolore<br />
Tieni ben presente che la vittima, oltre a sopportare le problematiche di più sopra, osserva<br />
molto l’approccio mimico e facciale del compagno/Team e ci si "specchia", lo "sente"<br />
intimamente.<br />
Vede se stesso nel compagno che gli sta davanti, tende a trasferire la sua situazione su<br />
quella di un altro, a fuggire mentalmente dalla propria per illudersi di essere nell’immersione<br />
di chi gli sta vicino e non ha problemi.<br />
In questo senso il soccorritore ha una discreta forza "persuasiva" sul fatto che "le cose<br />
vanno bene", se lo manifesta al compagno in difficoltà.<br />
Quindi una risalita tranquilla, composta, senza sbracciamenti o altro, darà conforto alla<br />
vittima come una brezza di Aria fresca a chi è colto da colpo di calore.<br />
Technical
Panoramica<br />
Pure Tech Agency<br />
MODULO 3<br />
Programma Air<br />
• Conoscenza<br />
• Segni e sintomi<br />
• Gestione<br />
• Narcosi di medio livello<br />
• Segni e sintomi generici<br />
• Superamento del medio livello<br />
• Sistema di rientro al medio livello<br />
• Fattori predisponenti e scatenanti<br />
Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />
Obiettivi<br />
• Comprendere la fisiologia della Narcosi d'Azoto<br />
• Riconoscere i segni e sintomi della Narcosi<br />
• Approfondire, riconoscere e risolvere una Narcosi di medio livello<br />
• Riconoscere i fattori predisponenti la Narcosi d'Azoto<br />
• Utilizzare la concentrazione per gestire la Narcosi d'Azoto<br />
Technical<br />
69<br />
Modulo 3
Modulo 3<br />
70<br />
Pure Tech Agency<br />
3.1 Air-Narcosi d’Azoto: conoscenza<br />
L’Azoto è uno dei gas che sotto pressione manifesta maggiore potenziale narcotico (per<br />
questo lo si sostituisce in tutto o in parte con altri gas inerti - per esempio: Elio - nelle<br />
immersioni più profonde o con narcosi limitate).<br />
La narcosi d’Azoto, proprio per la sua caratteristica fondamentale generale che è quella<br />
di chiudere e confondere la mente perdipiù facendo poi perdere la memoria di ciò che è<br />
successo, nasconde una serie, forse molto più nutrita di quanto potevi immaginare, di<br />
sintomi oscuri e secondari che ti può far bene sapere e riconoscere.<br />
L’elenco sotto posto è fra i più completi disponibili e mette alla luce ben 37 segni/sintomi<br />
evidenti e definiti; leggi con attenzione ogni segno/sintomo e pensa alle tue immersioni; ti<br />
accorgerai di averli provati diverse volte e di essertene reso conto solo ora.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
GENERICI :<br />
1) Senso di Leggerezza Mentale.<br />
2) Senso di Leggerezza Fisica.<br />
3) Ubriacatura.<br />
4) Senso di Maggior Confidenza/Sicurezza.<br />
5) Euforia, Tendenza a Ridere.<br />
6) Stato Depressivo, Tendenza a Piangere.<br />
7) Confusione Mentale. *<br />
SEGNI / SINTOMI<br />
SPECIFICI PRIMARI :<br />
8) Sensazione di Apprensione o Ansia.<br />
9) Minore Tolleranza allo Stress.<br />
10) Vomito.<br />
11) Difficoltà o Incapacità di Leggere gli Strumenti. *<br />
12) Vertigini.<br />
13) Distorsione della Parola.<br />
14) Compromissione della Destrezza.<br />
15) Nausea.<br />
16) Deterioramento della Capacità di Esecuzione di Compiti di Precisione.<br />
17) Ritardo nell’Esecuzione di Tutti i Compiti.<br />
18) Ritardo nei Riflessi.<br />
19) Rallentamento dell’Attività Mentale Generale.<br />
20) Fobie.<br />
21) Alterazione della Coordinazione Muscolare, Perdita Parziale o Totale delle Capacità<br />
Motorie.<br />
22) Deterioramento o Annullamento della Capacità Percettiva Generale.*<br />
23) Deterioramento o Annullamento della Capacità di Giudizio*<br />
24) Diminuzione o Annullamento delle Capacità di Risolvere Problemi.*<br />
SPECIFICI SECONDARI :<br />
25) Percezione Distorta della Temperatura dell’Acqua.<br />
26) Sapore Metallico o Dolce dell’aria.<br />
27) Insensibilità e/o Formicolii sul Viso, sulle Labbra e nei Piedi.<br />
28) Esagerazione dei Movimenti Generali, Scrittura Grande, Movimenti a Scatti.<br />
29) Allucinazioni e/o Disturbi Acustici.<br />
30) Amnesia.<br />
31) Percezione Distorta del Tempo.<br />
32) Perdita o Distorsioni della Memoria a Breve Termine.<br />
33) Allucinazioni e/o Disturbi Visivi.<br />
34) Stupore.*<br />
35) Visione a Tunnel.*<br />
36) Senso di Incombente Blackout.*<br />
37) Perdita di Coscienza.*<br />
LEGENDA: Normale Grave Gravissimo<br />
Technical<br />
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Modulo 3
Modulo 3<br />
72<br />
Pure Tech Agency<br />
Note generici<br />
7) La mente è viva ma confusa globalmente, non su una specifica richiesta.<br />
Specifici primari:<br />
21) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel leggere gli strumenti.<br />
22) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel focalizzare le percezioni<br />
provate.<br />
23) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel giudicare le situazioni<br />
affrontate.<br />
24) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel risolvere i problemi posti.<br />
Specifici secondari:<br />
34) Senso di immobilità psichica (quasi "assenza" o vero e proprio blocco mentale,<br />
instupidimento) con ricezione degli stimoli esterni passiva ed esagerata. può essere<br />
accompagnata da immobilità fisica (il sub si "lascia andare", interrompe quanto stava<br />
facendo, compiti o anche semplice pinneggiamento in uno stato di "animazione<br />
sospesa"). stato quasi "allucinogeno, drogato": il sub era prima ricettivo ed attivo,<br />
poi si è stancato ed è "caduto".<br />
35) Senso di restringimento laterale del campo visivo, di una "Forzatura" verso il centro,<br />
con una leggera sfocatura in quella zona.<br />
36) In una situazione di narcosi estrema, è un momento di improvvisa e inaspettata lucidità<br />
che offre l’immediata chiara sicurezza di essere arrivati al limite massimo sopportabile<br />
e che tutto sta per crollare addosso senza successivo rimedio. stranamente viene<br />
vissuto senza pathos, senza paura nonostante la suddetta terribile conclusione a<br />
cui fa arrivare. Difficile da spiegare, è uno fra i processi più strani che possono<br />
accadere: anche se sembra assurdo e incredibile (siamo abituati a considerare<br />
l’istinto antagonista alla fredda razionalità), questo è un comportamento istintivo (non<br />
è voluto dal subacqueo che ormai ha perso quasi tutta la gestione dell’immersione<br />
e si trova alla soglia del baratro) che attiva la mente per fuoriuscire dallo stato di<br />
estrema confusione generale in cui si trova. Assomiglia ad un cambio miscela con<br />
ead 20 m, ma è anche più rapido. e di una rapidità piacevole, non scioccante.<br />
accade solo se si è buoni "animali acquatici", solo se prima di questo fenomeno si<br />
era a stress molto basso: infatti se oltre alla narcosi elevatissima esiste anche un<br />
forte stress questo processo non può avvenire. qualcosa di automatico (non voluto)<br />
forza e concentra tutti gli ultimi rimasugli di lucidità un un unico efficace momento.<br />
Dura pochi secondi e si ha subito la totale consapevolezza che non durerà di più<br />
nè che ci sarà un’altra volta; si può definire una vera e propria "illuminazione" sulla<br />
situazione in cui ci si trova; si viene repentinamente portati per un attimo a "narcosi<br />
e stress zero (o molto vicino)". Può bastare per togliersi dalla pessima situazione<br />
(tramite un’immediata fuga verso l’alto), ma si deve essere rapidissimi (nota: visto<br />
l’improvviso e totale agio in cui ci si trova si può essere portati a rimanere dove si<br />
è oppure a cincischiare per "godersela un pò" guardandosi in giro: assolutamente<br />
no! ): quando si chiude questa finestra la mente crolla per lo sforzo effettuato e<br />
se non ti trovi in una situazione di narcosi assai inferiore e decrescente (ovvero a<br />
una profondità sensibilmente inferiore e in diminuzione) sono guai serissimi (quasi<br />
certo lo chock narcotico). purtroppo accade assai raramente: non è una scappatoia<br />
che tutti abbiamo sempre quando siamo in fortissima difficoltà; qui infatti viene<br />
considerato come possibile sintomo della narcosi d’Azoto, non come una via di fuga<br />
sulla quale fare affidamento, tutt’altro!<br />
37) Simile allo svenimento. può essere anche intermittente. Può durare alcuni secondi/<br />
minuti con ripresa di coscienza autonoma o interrompersi solo sopraggiungendo<br />
uno stimolo esterno come sollecitazioni fisiche o esaurimento d’Aria.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Segni / sintomi gravi o gravissimi: (chiusi o) aperti<br />
Ora che li hai visti e conosciuti bene uno a uno, puoi aver capito o intuire il motivo per<br />
il quale alcuni segni/sintomi sono stati selezionati come gravi o gravissimi e altri no<br />
(ovviamente nella loro manifestazione "tranquilla", ovvero entro range fisiologicamente<br />
accettabili di "Medio Livello"!).<br />
I segni/sintomi Gravi/Gravissimi sono quelli che al manifestarsi possono dare luogo a<br />
complicanze assai rischiose ("aperti"); ovvero che al manifestarsi aprono direttamente e<br />
immediatamente la porta a:<br />
1) comportamenti fortemente sbagliati o al<br />
2) sopraggiungere di implicazioni fisiologiche gravi/gravissime/fatali.<br />
Esempio: un senso di "Leggerezza Fisica" (n° 2) non solo non è grave di per se stesso<br />
come implicazioni fisiologiche (svenimento, chock narcotico, ecc.), ma non porta nemmeno<br />
a comportamenti presenti o futuri sconnessi, devianti, irresponsabili e rischiosi; il sub<br />
a 50 m avverte un senso di leggerezza fisica, non gli succede niente e non è per questo<br />
portato a maggiori errori: il sintomo è "chiuso" (dove comincia finisce), non "aperto".<br />
Se invece a 50 m avverte un senso di "Maggiore Confidenza/Sicurezza" (n° 3) ciò può<br />
portarlo a scendere oltre, a risalire con meno Aria nelle bombole o qualche minuto dopo,<br />
a sottovalutare problemi, ecc.: questo dunque è un segno/sintomo "aperto" a ulteriori<br />
movimenti negativi di scenario.<br />
Rileggi nuovamente l’elenco con questo spirito critico e pensaci.<br />
Fermati il tempo necessario, non deve essere un’operazione frettolosa e puramente<br />
formale.<br />
Fallo, non andare subito oltre queste righe, è questo un momento importante nel tua<br />
comprensione e assimilazione di nozioni fondamentali assai utili nella pratica vera delle<br />
tue immersioni profonde tecniche in aria. Rileggi i segni/sintomi alla luce di quanto sopra<br />
spiegato: distingui bene fra chiusi e aperti!<br />
Narcosi d’Azoto: gestione<br />
Technical<br />
Dato tutto quanto espresso nel capitolo<br />
precedente come bene assimilato,<br />
quello che tu dovrai fare nelle immersioni<br />
profonde tecniche è:<br />
Gestire narcosi d’Azoto di medio livello - prevenire l’insorgenza di narcosi d’Azoto di<br />
livello elevato/molto elevato.<br />
73<br />
Modulo 3
Modulo 3<br />
74<br />
Pure Tech Agency<br />
È chiara l’intonazione realistica (non è possibile fare immersioni profonde con aria<br />
in assenza di narcosi) ma sempre prudenziale (non ti devi però spingere ai livelli<br />
estremi di essa) di questa filosofia d’approccio.<br />
Ma quest’approccio che termini pratici offre?<br />
In altre parole cosa significa " di medio livello" e come si quantifica una narcosi "molto<br />
elevata"?<br />
Narcosi di medio livello: qualificazione oggettiva<br />
Se vogliamo offrire termini di riscontro generali, qualificheremo come Narcosi d’Azoto di<br />
medio livello quella che un subacqueo preparato e in buone condizioni generali (proprie<br />
e di quello che lo circonda - equipaggiamento, visibilità, ecc., vedi fattori predisponenti/<br />
scatenanti) raggiunge a profondità comprese fra i 50 e i 60 m.<br />
Quando si parla di militari bisogna capire che si tratta soprattutto di uomini<br />
(caratteristiche fisiche di maggiore resistenza rispetto alle donne), di uomini scelti<br />
(i subacquei non sono i fanti), con buona propensione per il rischio e molto motivati<br />
sia perché appunto militari sia perchè in corpi di soli volontari (tutti i sub sono così),<br />
giovani e in costantemente controllato ottimo stato di salute psico-fisica.<br />
Probabilmente nemmeno il 5% di noi è nello stesso stato, ciò significa che oltre il<br />
95% di noi è aldisotto o veramente molto aldisotto il loro standard.<br />
Inoltre nelle loro operazioni hanno consapevolmente un’assistenza in superficie che<br />
migliore proprio non si può, nemmeno minimamente paragonabile con il massimo<br />
che noi sportivi possiamo permetterci.<br />
Vorremmo giustificare questa nostra affermazione con param oggettivamente pratici e<br />
diremmo indiscutibili.<br />
Aldilà dell’evidenza nota a noi tutti che un sub impreparato a queste profondità può andare<br />
totalmente fuori controllo, la Marina Militare degli Stati Uniti sconsiglia e cerca di evitare<br />
operazioni oltre i 50 m e vieta espressamente quelle superiori ai 60 (in Aria).<br />
Così fanno tutti i corpi militari e di protezione civile di tutto il mondo, anzi alcuni vietano le<br />
immersioni già oltre i 50 m.<br />
Quindi la risposta a quanto oggettivamente si possa ritenere un limite medio di narcosi<br />
d’Azoto è contenuta nelle considerazioni sopraesposte; anzi mantenendo il livello massimo<br />
di quei professionisti militari e dando la nostra qualificazione di "media", mostriamo già di<br />
fare una scelta assai coraggiosa (poi vedremo il perchè).<br />
A quanti storcono il naso pensando che livelli di 50/60 m in Aria siano una bazzecola<br />
anche se sanno che queste sono le massime quote operative mondiali di corpi militari<br />
specializzatissimi come gli incursori, diciamo che anche noi della CMAS-<strong>PTA</strong>, come visto<br />
assolutamente indipendenti e leader mondiali nelle Immersioni Tecniche in Aria, pensiamo<br />
che livelli di profondità di 50/60 m siano il massimo ragionevolmente possibile.<br />
Approfittiamo di questo momento per operare una quanto mai necessaria<br />
puntualizzazione.<br />
- CMAS-<strong>PTA</strong> non ha limiti imposti da nessuno, se non dal buon senso e dalla propria<br />
esperienza.<br />
- CMAS-<strong>PTA</strong> ha sviluppato in oltre un trentennio un addestramento specifico;<br />
- CMAS-<strong>PTA</strong> offre correntemente il suo training ad alcuni sommozzatori della Marina<br />
Militare, Protezione Civile, Vigli del Fuoco, Polizia, che vengono inviati, CMAS-<strong>PTA</strong><br />
per incrementare la loro tecnica in acqua alle alte profondità.<br />
- CMAS-<strong>PTA</strong> ha conseguito 6 record del mondo di Immersioni Profonde Tecniche in<br />
Aria di cui 2 tuttora imbattuti.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Se senti di avere un rapporto troppo confidenziale con questa profondità, modificalo, sei<br />
fuori strada: stai sottovalutando i problemi.<br />
Narcosi di medio livello: qualificazione soggettiva<br />
La quantificazione soggettiva è la più precisa, la più sicura (45 m potrebbero un giorno<br />
rivelarsi anche troppi, quindi param-standard possono non vestire sempre bene le<br />
necessità) e quella che tu quindi devi costantemente ricercare.<br />
Ognuno ha la propria sensibilità che cambia di giorno in giorno anche di molto; a questa<br />
dobbiamo dare retta per stabilire il nostro "medio livello".<br />
In quest’ottica "medio livello" significherà:<br />
Un grado di narcosi non preoccupante, in presenza del quale sei confortevole.<br />
Il sentirti confortevole non significa lo "stare bene," perchè questo è uno degli effetti<br />
della narcosi.<br />
Il sentirti confortevole va inteso come quello scenario in cui:<br />
sai perfettamente il grado narcotico a cui sei sottoposto, ne fai spessissimo e senza<br />
difficoltà il check, non sei sotto particolare stress e, pur avendo tutte le normali funzioni<br />
ritardate o distorte, queste non lo sono in modo grave da compromettere la tua<br />
operatività nel caso della peggiore emergenza ti possa capitare nel più importante<br />
momento d’immersione.<br />
Questa è certamente la definizione di narcosi di "medio livello" preferibile e più precisa e<br />
personalizzata, ma per risalire a questa definizione personale, vAriabile, devi essere in<br />
grado di riconoscerla. Ecco che l’elenco dei segni/sintomi poc’anzi studiato fra le sue utilità<br />
pratiche ha anche quella di test.<br />
Nelle Immersioni profonde avanzate dovrai fare sempre i conti con la narcosi d’Azoto e il<br />
1° calcolo da fare è quello della valutazione della grandezza di essa, per essere certo di<br />
essere costantemente entro i tuoi limiti operativi personali di "medio livello".<br />
Qualificazione soggettiva medio livello:<br />
segni/sintomi generici e specifici<br />
Per tale scopo, i segni/sintomi generici sono troppo pervasivi dell’io, troppo "grandi" e<br />
quindi troppo imprecisi per avere delle risposte definite da essi: se si assumono i segni/<br />
sintomi generici come parametro di riferimento le differenze di condizione psichica del<br />
Subacqueo non sono ben identificabili e subitaneamente avvertibili.<br />
Facciamo un esempio. Un Sub è a 50 m.<br />
Avverte leggerezza mentale e maggiore confidenza (sintomi generici).<br />
Scende ancora e a 55 m la situazione non gli risulta cambiata sotto quegli aspetti.<br />
(scendendo i sintomi non diminuiranno)<br />
Invece, particolarmente attento e introspettivo, avverte un diverso sapore dell’aria e si<br />
accorge che l’acqua gli sembra divenuta leggermente meno fredda.<br />
Questi sono segnali ben definiti, che identificano come invece la situazione narcotica sia<br />
nitidamente cambiata: la grande attenzione a particolari specifici, a cui dovrai fare estrema<br />
Technical<br />
75<br />
Modulo 3
Modulo 3<br />
Pure Tech Agency<br />
attenzione mantenendo sempre la concentrazione al massimo, ti è di grande aiuto per<br />
darti ulteriori informazioni o conferme sul tuo stato narcotico e quindi per poterlo gestire<br />
rimanendo certamente sempre addentro i param medi.<br />
I segni/sintomi più utili a tale scopo sono dunque quelli definiti come specifici, primari o<br />
secondari: l’insorgenza, l’evoluzione o la sparizione degli stessi darà informazioni precise<br />
su cambi di stadio narcotico.<br />
Quando ti rendi conto che il livello della narcosi sta superando (o ha superato) il livello<br />
medio (più sopra definito), devi prendere le dovute contromisure.<br />
Superamento del medio livello narcotico;<br />
riconoscimento e operatività<br />
Qualsiasi segno/sintomo in lista contrassegnato con grave è da considerarsi manifestazione<br />
evidente di superamento di tale soglia; in tale scenario devi immediatamente metterti in<br />
condizione di annullare tale manifestazione, di rientrare nei ranghi di "medio livello".<br />
Non perdere tempo in questo, la situazione potrebbe velocemente peggiorare in una spirale<br />
perversa e comunque, anche se rimanesse costante, non sei in grado di affrontare tutte<br />
le situazioni: si sono aperte delle "finestre di rischio" che devi chiudere, la tua immersione<br />
non è più sicura ma presenta delle zone oscure.<br />
Infatti a un livello elevato/molto elevato di narcosi d’Azoto non è detto che tu non riesca<br />
a continuare l’immersione, ma non è assolutamente questo il punto!<br />
Il fatto che come un sonnambulo tu possa continuare a farti più o meno piacevolmente il<br />
giretto che ti sei preposto non ti deve far dimenticare che, come ormai avrai abbondantemente<br />
capito, il punto più importante che deve sempre essere rispettato in ogni immersione è la<br />
sicurezza e il tuo mantenimento dei param di sicurezza si calcola sempre così:<br />
Se nel momento peggiore dell’immersione mi capita il guaio più serio, sono certamente<br />
in grado di porvi rimedio?<br />
Vogliamo dire che a livelli elevati/molto elevati di narcosi d’Azoto potresti essere anche<br />
in grado di compiere l’immersione come voluto (pur incrementando molto il rischio: vedi<br />
l’attenzione al tempo, al compagno, sfondamento della profondità, ecc.), ma se dovesse<br />
malauguratamente capitarti qualche guaio serio l’impegno mentale richiesto per risolverlo<br />
sarebbe sproporzionato alla disponibilità di lucidità e ne subiresti le (solitamente serie o<br />
serissime) conseguenze.<br />
Ripetiamo: un frequente check della situazione che dovesse riscontrare un grado<br />
narcotico oltre il medio livello deve farti immediatamente rientrare nei ranghi<br />
Naturalmente questa situazione non avviene solamente in presenza dei segni/sintomi<br />
in apertura contrassegnati con grave; anche gli altri, se presenti in forma elevata o se<br />
troppo attinenti all’obiettivo dell’immersione, devono essere seguiti dal comportamento<br />
anzidescritto.<br />
76<br />
Technical
Insomma il principio è questo:<br />
Pure Tech Agency<br />
Facciamo 2 semplici esempi, validi per tutti gli altri segni/sintomi non contrassegnati<br />
con grave<br />
Il n° 18 (ritardo nei riflessi) è accettabile sino a quando non diventa esagerato.<br />
Il n° 16 (deterioramento della capacità di esecuzione di compiti di precisione) è<br />
accettabile in dosi molto basse se in quell’immersione l’obiettivo è di compiere manovre<br />
di precisione.<br />
Escluso le manifestazioni particolarmente gravi (quelle contrassegnate con grave ), le<br />
altre sono comunemente e regolarmente aspettabili nelle immersioni profonde tecniche<br />
in Aria (impossibile eliminarle) e non sono nemmeno preoccupanti se gestite con le<br />
corrette tecniche (materia di questo corso), sino a quando anch’esse non assumono<br />
una grandezza esagerata o compromettono direttamente lo specifico obiettivo<br />
dell’immersione; in tal caso anche le manifestazioni inferiori (non contrassegnate)<br />
debbono seguire lo stesso comportamento gestionale di quelle più gravi.<br />
Sistema di rientro al medio livello narcotico<br />
In genere - non sempre, a volte rimane una certa confusione mentale - gli effetti della narcosi<br />
d’Azoto spariscono quando ti riporti a una profondità minore. sistema "geografico".<br />
A volte però questo non è possibile subito (per esempio: in un’emergenza da risolvere sul<br />
fondo) oppure non è voluto (quando si desidera restare dove si è e tentare di rientrare nei<br />
ranghi sul posto). sistema "mentale".<br />
In questo ultimo caso va detto che lo sforzo per "rientrare nei ranghi" deve essere<br />
aggressivo, massimo. A prescindere dal fatto che lo impone l’urgenza della situazione,<br />
ma è la stessa struttura della narcosi che lo richiede/permette.<br />
Ci spieghiamo meglio: la corsa per la fuoriuscita da una forte situazione narcotica è più<br />
uno scatto di un centomsta che una maratona o un mezzofondo. E la fase più importante<br />
è quella della partenza: se è decisa la mente dipana rapidamente la confusione, la corsa<br />
diventa rapida e relativamente fluida e il traguardo assai vicino; a volte bastano pochi<br />
secondi. Ma questa è la tecnica: non serve a nulla un approccio soft al "risparmio",<br />
pensando a una battaglia duratura ed estenuante.<br />
Bisogna fare appello a tutte le energie, senza temere di non poterle tenere a lungo: sarà<br />
questione di poco.<br />
Questo naturalmente se la situazione non è troppo compromessa, come per esempio: nel<br />
caso di shock narcotico.<br />
Lo shock narcotico o più generalmente, denominato "botta narcotica" è la condizione<br />
più pericolosa in assoluto in cui la velocità di caduta delle facoltà mentali (in altre parole<br />
il passaggio dal livello narcotico medio al livello elevato/molto elevato) è estremamente<br />
repentina o quasi immediata.<br />
Ciò ovviamente porta a una difficilissima gestione del problema a causa del fortissimo<br />
stordimento e disorientamento generale causato non solo dalla narcosi così aggressiva<br />
ma anche dal violento stress da ciò provocato.<br />
Un cocktail micidiale da evitare nel più assoluto dei modi!!!<br />
Qui non si scherza davvero e la prevenzione deve essere imperante anche e soprattutto<br />
conoscendo e rispettando i limiti imposti dai seguenti fattori predisponenti/scatenanti.<br />
Technical<br />
77<br />
Modulo 3
Modulo 3<br />
78<br />
Pure Tech Agency<br />
Fattori predisponenti / scatenanti della narcosi<br />
Oltre ai segni/sintomi già studiati, ai fini della gestione della Narcosi d’Azoto è strettamente<br />
necessario considerare l’impatto che sull’organismo/psiche hanno alcuni fattori aggiuntivi<br />
interni ed esterni.<br />
1) Predisposizione individuale<br />
2) Aumento della Pp dell’Anidride Carbonica.<br />
3) Freddo.<br />
4) Alcool o farmaci.<br />
5) Condizioni di malessere o stanchezza.<br />
6) Velocità di discesa.<br />
7) Scarsa visibilità.<br />
8) Assenza di punti di riferimento<br />
9) Qualsiasi tipo di stress.<br />
Vista l’importanza basilare che la narcosi assume nelle immersioni profonde tecniche,<br />
è il caso di fare opportuni ampliamenti di spiegazione sui fattori che ne predispongono<br />
l’insorgenza o che la scatenano.<br />
Innanzi tutto dobbiamo dire che, pur essendo tutti un pò l’uno e un pò l’altro, alcuni di<br />
questi fattori sono più predisponenti e altri decisamente più scatenanti; in effetti la<br />
narcosi non è vero che aumenti piano piano, in determinate condizioni esplode in pochi<br />
secondi nello shock narcotico.<br />
Questo detto, approfondiamo i punti in ordine numerico come sopra:<br />
1) La predisposizione individuale, verrà testata sul campo con le varie immersioni,<br />
vAriando di volta in volta solo la profondità, per controllare meglio l’efetto narcotico.<br />
2) L’Aumento della Pp dell’Anidride Carbonica è predisponente e scatenante allo<br />
stesso modo.<br />
Una cattiva respirazione, pinneggiata faticosa, assetto sbagliato, lavoro o sforzi,<br />
ecc. (vedi apposito capitolo), creano una base di predisposizione molto forte; uno<br />
sforzo in più o il sopraggiungere di altri fattori quali quelli più sopra elencati creano<br />
una forte e rapida crisi.<br />
Anche qui devi pensare alle varie eventualità che ti possono capitare.<br />
Immagina di dover soccorrere il compagno in preda a forte narcosi. Ti avvicini a lui e<br />
lo strattoni verso l’alto. Se sei in condizioni compromesse, ai primi accenni di fatica<br />
il mondo ti girerà intorno e non capirai più niente.<br />
Il Subacqueo Profondista cura moltissimo la propria respirazione, lenta e profonda<br />
soprattutto nell’esalazione, mentre si muove in perfetto assetto e con grande lentezza<br />
e acquaticità.<br />
In questo modo avrai un tasso di Anidride Carbonica basso.<br />
La fretta e la forza non vanno bene a grandi profondità!!! Ricorda! NO F.F. (fretta -<br />
forza)!<br />
3) Il Freddo è anch’esso predisponente se medio e continuo e scatenante se rapido<br />
e intenso (violenti tagli d’acqua).<br />
4) L’Alcool e i farmaci sono predisponenti.<br />
L’alcool ha un effetto depressivo sui centri nervosi che si assomma all’effetto<br />
narcotico dell’Azoto ad alte pressioni.<br />
I farmaci hanno effetti non ben noti che possono predisporre alla narcosi (farmaci<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
contro il mal di mare e altri che agiscono sul cervello, come naturalmente ipnotici,<br />
sedativi, ecc.).<br />
5) Scarse condizioni fisiche o assenza di riposo predispongono bene a una maggiore<br />
sensibilità.<br />
6) La Velocità di Discesa è un fattore scatenante importantissimo.<br />
La rapida velocità di discesa deve rallentare fortemente se abbiamo sintomi di veloce<br />
innalzamento narcotico. Se non rallentiamo vistosamente o stoppiamo la discesa,<br />
proprio perchè continueremo a scendere una rapida insorgenza della narcosi potrebbe<br />
trasformarsi in crisi violenta.<br />
NOTA BENE: qui bisogna ragionare d’anticipo.<br />
Una discesa rapida richiede tempo per essere stoppata.<br />
Tempo per le reazioni mentali e meccaniche.<br />
Le operazioni sono:<br />
1) rendersi conto che la narcosi sta per varcare la soglia.<br />
2) capire di rallentare o fermarsi.<br />
3) decidere come (con la stagna, con il jacket, ecc.)<br />
4) raggiungere i comandi corretti.<br />
5) operare sui comandi.<br />
6) aspettare la reazione meccanica dell’ultima operazione effettuata.<br />
Tutto ciò viene eseguito in narcosi ed è dunque assai più lento del normale.<br />
E già non ci vuole poco, anche per il solo ritardo tecnico nel gonfiaggio.<br />
Potremmo per esempio: dire che nel momento in cui si sia al punto 1 a - 50 m, si arrivi allo<br />
stop a - 60 almeno.<br />
Ecco perché bisogna lavorare d’anticipo: se sei già al limite quando decidi di fermarti, visto<br />
che la situazione peggiorerà notevolmente nei secondi successivi, corri il serio e reale<br />
rischio di fuoriuscire subito dopo dalla zona-gestione dell’immersione oltretutto nel più<br />
rapido, peggiore e traumatico dei modi: con lo shock narcotico, e quindi di non essere più<br />
in grado di operare correttamente.<br />
Normalmente una discesa con sopraggiungimento dello shock narcotico si ferma<br />
violentemente sul fondo, a volte in modo drammatico. Ottima norma prudenziale è<br />
dunque quella di effettuare discese controllate su fondali definiti e assai poco più profondi<br />
dell’obiettivo della discesa.<br />
Considera la velocità di discesa con grande attenzione, specialmente se sei nel blu o<br />
su una parete, e rallenta sempre subitissimo ai primi sintomi narcotici, non aspettare<br />
di averli molto evidenti.<br />
Quando scendi rapidamente pensa sempre a 10/15 m più avanti, non pensare a come<br />
ti stai sentendo ora, ma a come ti sentirai!!!<br />
In discesa rapida anticipa le sensazioni e la gestione narcotica!!!<br />
Nota che il momento di maggiore sensibilità alla narcosi è sempre arrivato sul fondo.<br />
In quel momento non incominciare subito l’esplorazione, concediti una pausa di 10/15<br />
secondi che ti permetterà di adattarti alla profondità; potrai approfittarne per controllare gli<br />
strumenti, l’attrezzatura, la posizione del compagno, ecc..<br />
Technical<br />
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Modulo 3
Modulo 3<br />
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Pure Tech Agency<br />
7/8) La scarsa visibilità è predisponente se costante e scatenante se improvvisa, così<br />
come l’assenza di punti di riferimento.<br />
Il fatto che a volte i 2 fattori siano concomitanti aggrava il quadro.<br />
Oltre all’impatto psicologico negativo, l’occhio cerca il nuovo fuoco e non trovandolo<br />
ciò contribuisce a far girare la vista con un veloce innalzamento narcotico perchè c’è<br />
confusione mentale e mancanza di punti d’attenzione su cui concentrarti.<br />
Quando succede questo, guarda subito il compagno, la tua mano e poi il computer<br />
(concentrazione e fuoco progressivo); in questo modo l’occhio ritornerà a fuoco,<br />
il cervello si concentrerà di nuovo su un punto d’attenzione e tu avrai tenuto sotto<br />
controllo il compagno, la profondità e il tempo.<br />
9) Già alcuni di quelli precedentemente elencati sono stress fisici e psicologici (freddo,<br />
scarsa visibilità).<br />
Altri più evidenti sono l’apprensione, l’ansia, la paura.<br />
Lo stress da piano d’immersione, da esercizi.<br />
Vai al capitolo, importantissimo, sullo stress; lì apprezzerai bene cos’è e sappi che la<br />
narcosi aumenta in forma direttamente proporzionale alla presenza di esso.<br />
Sappi che la narcosi d’Azoto può variare di giorno in giorno per cause note e non note,<br />
nonché di periodo in periodo per una progressiva assuefazione (naturalmente entro certi<br />
limiti, non è un processo infinito) alla respirazione di questo gas ad alte pressioni.<br />
Ricorda però che come c’è assuefazione, c’è anche la perdita di abitudine e devi tener<br />
conto di questo quando da tempo non fai immersioni di un certo tipo.<br />
3.2 La concentrazione, come?… fine non mezzo<br />
Il modo migliore per gestire e combattere la narcosi d’Azoto è la concentrazione.<br />
Concentrazione su tutto per capire ciò che succede e anche solo per rimanere con la<br />
mente impegnata, sveglia, è importantissimo che tu comprenda questo punto.<br />
La concentrazione non è finalizzata solamente ad avere risposte precise e check precisi<br />
come prima è stato scritto; la concentrazione è anche finalizzata a se stessa.<br />
Vedi la concentrazione come un fine (a cui quindi si deve arrivare costantemente), non un<br />
mezzo (che quindi si userebbe solo nei momenti di bisogno, "su richiesta").<br />
Ciò significa che se hai compiuto il check globale 3 secondi prima e tutto è OK, non<br />
devi comunque rilassarti su questa consapevolezza.<br />
Nel momento in cui abbassi la guardia pensando di riprenderla dopo un certo intervallo<br />
(e sotto un certo aspetto sarebbe anche un’ipotesi accettabile visto lo stato perfetto<br />
delle cose), la narcosi d’Azoto si insinua molto rapidamente e subdolamente in te, basta<br />
pochissimo.<br />
Se pensi che stiamo esagerando, sei in errore.<br />
Un esempio molto chiaro si ha quando lo studente effettua le prove in acqua di questo<br />
Corso, ti parliamo proprio di questo così approfittiamo per metterti sull’avviso.<br />
Nelle immersioni d’esame la sua concentrazione è massima e raramente la narcosi<br />
d’Azoto ha effetti grandi.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Certo può esserci qualche difficoltà, ma rimane normalmente limitata a errori anche gravi<br />
ma all’interno di un quadro di scarso o non totale controllo narcotico: rarissimamente<br />
(anche perchè lo studente va più profondo solo quando ha dimostrato di avere un buon<br />
controllo al livello inferiore) lo studente esce totalmente dai binari.<br />
Quando, normalmente all’ultimo livello chiaramente superato, l’Istruttore decide che<br />
essendo l’ultima immersione si possa continuare a "fare un giretto" di qualche minuto<br />
prima della risalita, nel momento in cui (o pochi secondi dopo) si segnala allo studente la<br />
chiusura degli esercizi, più di una volta si ha il crack down.<br />
L’effetto narcotico diventa spesso dirompente: la voglia di prendersi una pausa dall’intenso<br />
sforzo di concentrazione è tale che quegli attimi di rilassatezza sono tanto repentini ed<br />
efficaci che lo Studente piomba nel buio totale senza più riprendersi a meno che non sia<br />
fortemente sollecitato.<br />
In alcuni casi Studenti che hanno brillantemente superato la prova in acqua sono stati<br />
presi dal panico nel minuto successivo alla stessa o minore profondità, o hanno perso<br />
totalmente il controllo dei param fondamentali (tempo, profondità, consumi, direzione,<br />
ecc.) e l’Istruttore ha dovuto "accompagnarli" come degli open water alla loro prima<br />
immersione.<br />
Naturalmente poi non hanno ricordato assolutamente nulla di ciò che è successo, quando<br />
avevano invece precisa memoria dei minuti dell’immersione ancora di Corso precedenti.<br />
Se tu potessi avere la nostra esperienza capiresti quanto devastante sia una narcosi<br />
"lasciata entrare". Vedi proprio la persona trasfigurare in pochissimi secondi. Si nota<br />
l’annullamento totale delle capacità psichiche nel giro di 1 atto respiratorio.<br />
Ricordati, non devi mai abbassare la guardia, lasciarti cullare dalle certezze, farti<br />
ingannare dalle apparenze. Devi sempre rimanere sveglio!<br />
Abbi grande timore degli spazi di tempo - anche brevissimi - in cui non hai niente a cui<br />
pensare, occupa la mente sempre e comunque!!!<br />
Solo in questo modo potrai tenere sotto controllo la narcosi d’Azoto.<br />
La concentrazione, dove? … unicamente sui<br />
param dell’immersione<br />
Ancora oggi, per ottenere lo scopo di cui sopra,<br />
qualche subacqueo profondista usa il sistema dei<br />
vecchi corallari ovvero si inventa e segue esercizi vari<br />
(tabelle, alfabeto, ecc.) per testare costantemente la<br />
sua operatività mentale.<br />
Fatto salvo che l’obiettivo di fondo coincide con<br />
quanto sopra proposto e che il sistema (per esempio:<br />
di costantemente ripetere l’alfabeto) ottiene lo scopo<br />
di mantenere costantemente impegnata la mente,<br />
questa resta però impegnata nel modo più sbagliato:<br />
su qualcosa di totalmente estraneo all’immersione.<br />
Ciò significa che non solo non si sta in quel momento effettuando un check su un<br />
parametro base (si è molto attenti a qualcosa che con l’immersione non c’entra nulla), ma<br />
che addirittura un sistema di questo tipo distrae dai param base, sposta l'attenzione:<br />
Technical<br />
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Modulo 3
Modulo 3<br />
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Pure Tech Agency<br />
invece di focalizzarla su param utili, la devia su un parametro di per se stesso inutile.<br />
Si finisce con essere lucidi ma non serve, visto che non si sta più controllando<br />
l’immersione.<br />
Per sintetizzare il concetto, si resta lucidi ma molto distratti, quasi non più "in acqua",<br />
come quando guidi e pensi ad altro: sei ben sveglio, attivo, concentrato, ma su altro … e<br />
non ti rendi conto dello stop. Sei sveglio ma non attento alla guida, al tuo compito mentre<br />
conduci un veicolo.<br />
Ripetiamo quindi che la costante concentrazione deve avvenire sui param base<br />
(manometro, profondimetro, posizione, compagno, ecc.) si riempiano i momenti vuoti<br />
con esercizi sempre su di essi<br />
Qualsiasi altro parametro non attinente si scelga, avrà come effetto l’estraneazione del<br />
Subacqueo dall’immersione in corso.<br />
Inutile sottolineare quanto ciò sia grave.<br />
Come nota di fondo vorremmo cogliere l’occasione per trasmettere il messaggio generale<br />
che è il caso di cercare sistemi nuovi, di non affidarsi ancora a pratiche antichissime. Anzi<br />
spesso a diffidare da esse. E comunque a metterle sempre in discussione.<br />
I tempi sono infatti assai cambiati e ora esiste la disponibilità di sistemi e mezzi nuovi o<br />
comunque corretti e adattati al meglio.<br />
Questo è il contenuto di questo corso ma deve corrispondere anche alla tua attitudine<br />
generale.<br />
Technical
Panoramica<br />
Pure Tech Agency<br />
MODULO 4<br />
Programma Trimix<br />
• Il Trimix Normossico<br />
• La Programmazione<br />
Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />
Obiettivi<br />
• Conoscere le proprietà generali dell'Elio<br />
• Conoscere le varie tipologie di miscele ternarie<br />
• Programmare un'immersione tecnica con Trimix Normossico<br />
• Determinare la Best mix per un'immersione tecnica con Trimix normossico<br />
• Pianificare il profilo decompressivo utilizzando il software decompressivo<br />
Technical<br />
83<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
4.1 Trimix normossico<br />
84<br />
Pure Tech Agency<br />
Il corso Technical Trimix rappresenta il primo corso che abilita ad immersioni in<br />
miscela ternaria (Ossigeno - Elio - Azoto) normossico (dal 21 al 18% d’Ossigeno) con<br />
decompressione fino 66 m. Come detto nell’introduzione, la miscela respirata (aria o<br />
Trimix) non alterano lo schema del corso di profondismo puro.<br />
Air EANx Trimix normossico<br />
O 2 21% - N 79% O 2 › 21% - N ‹ 79%<br />
Technical<br />
O 2 ‹ - › 21% -<br />
N ... - He...<br />
I gas respiratori<br />
Conosciamo ormai i gas che ormai siamo abituati a respirare fin da quando siamo nati:<br />
l’Ossigeno e l’Azoto. Non facciamo più caso al fatto di respirare Aria, e solo con i primi corsi<br />
subacquei abbiamo preso consapevolezza della composizione di tale miscuglio gassoso<br />
e della fisiologia di tale gas. Inoltre fino ad oggi abbiamo utilizzato esclusivamente Aria e<br />
Eanx per le nostre immersioni, limitandoci sulle profondità. Ma è possibile respirare altri<br />
gas? Quali? Come si comportano? Ci sono controindicazioni?..... Molto probabilmente<br />
se non avessimo fatto dei corsi sub non sapremmo neanche dell’esistenza di quest’altra<br />
reale possibilità.<br />
Il gas per eccellenza nell’immersione tecnica profonda è l’Elio di cui ora ne approfondiremo<br />
la conoscenza.<br />
La storia<br />
La scoperta dell’Elio risale alla seconda metà del 1800, quando Pierre Janssen, in<br />
Francia e, indipendentemente Norman Lockyer in Inghilterra, analizzando lo spettro della<br />
luce solare durante un’eclissi, nel 1868, trovarono la linea di emissione di un elemento<br />
sconosciuto. A questo elemento fu dato il nome HElios dal greco che significa proprio sole.<br />
L’Elio fu poi isolato, molto più tardi nel 1895 da William Ramsey.<br />
L’Elio è l’elemento dell’universo, più diffuso dopo l’Idrogeno, ma (purtroppo…) si trova<br />
nell’atmosfera terrestre solo in rapporto di 5 ppm.<br />
La sua principale fonte di approvvigionamento commerciale sono alcuni giacimenti di gas<br />
naturali negli Stati Uniti.<br />
Per le sue singolari proprietà, di cui dopo accenneremo, l’Elio ha molteplici usi tra cui:<br />
• Gas di riempimento palloni sonda;<br />
• Come liquido criogenico nei sistemi a superconduttività;<br />
• In ambito ospedaliero per pazienti con difficoltà respiratorie;<br />
• Saldatura in ambiente inerte di materiali leggeri come alluminio e manganese;<br />
• Per pressurizzare i serbatoi di idrogeno liquido;<br />
• Come mezzo per il trasferimento del calore nei reattori nucleari;<br />
• Come miscela respiratoria per immersioni altofondalistiche e quindi anche per noi…..
Pure Tech Agency<br />
Le proprietà fisiche dell’Elio e il loro confronto con<br />
quelle degli altri gas<br />
Lungi da voler essere un esaustivo trattato di chimica-fisica ma al fine di comprendere a<br />
fondo la fisica e la fisiologia dell’Elio è utile conoscere e rivedere alcune proprietà dei gas,<br />
comunemente usati dai sub, e confrontarle tra loro. La comprensione di alcuni concetti,<br />
al di la di calcoli e numeri, ci aiuterà a capire molte cose su questo gas per molti aspetti<br />
sconosciuto e spesso perciò "temuto".<br />
Massa Densità Calore Conducibilità Solubilità Solubilità<br />
atomica<br />
gr/dm specifico termica nel plasma in olio<br />
3<br />
uma a 293 °k<br />
J/g °k W/cm °k m/l (37° C) m/l (37° C)<br />
Elio 4.002602 0.1787 5.193 0.00152 8.686 15.693<br />
Azoto 14.00674 1.2506 1.04 0.0002558 12.831 66.129<br />
Ossigeno 15.9994 1.429 0.92 0.0002674 23.252 110.535<br />
Argon 39.948 1.7824 0.52 0.0001772 26.66 146.065<br />
Anidride<br />
Carbonica<br />
1.98 483.565 870<br />
La massa é la quantità di materia che costituisce un corpo; da non confondersi con il<br />
peso che è, invece è la forza con cui un corpo è attratto verso il centro della terra.<br />
Le due grandezze sono direttamente proporzionali tra loro e la costante di proporzionalità<br />
è l’accelerazione di gravità, g, che, a livello del mare misura 9,8 m/s 2 perciò si può<br />
sintetizzare matematicamente con P = m x g dove P è il peso, m la massa e g l’attrazione<br />
gravitazionale. Attenzione entrambe le grandezze si misurano in kg! La massa viene<br />
anche espressa in uma: unità di massa atomica poiché esprimere grandezze infinitesimali<br />
in kg comporterebbe scrivere numeri molto lunghi. Già guardando i dati relativi alla massa<br />
dell’Elio rispetto all’Ossigeno e all’Azoto, comprendiamo facilmente perché l’Elio sia<br />
facilmente volatile e non si "ferma" nella nostra atmosfera, ma vola via…<br />
Vi ricordate il principio di Archimede? " Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta<br />
dal basso verso l’alto pari al peso del volume del fluido spostato". Applichiamolo per<br />
una volta ad un gas: i palloncini dei bimbi nelle sagre o più in grande, tanto più in<br />
grande, i vecchi dirigibili si basano su questo principio e la differenza di peso tra il gas<br />
all’interno (Elio) e quello esterno (Aria). Avete voglia di fare due conti. I vecchi zeppelin<br />
avevano una lunghezza di 240 m e un diametro di 40. Il loro volume era perciò di<br />
301440 m cubi. Quel volume d’Aria pesa circa 301440 kg ma se di Elio circa 56.370 kg:<br />
una spinta perciò di 301440 – 56370 = 245070 kg cioè 245 tonnellate!<br />
Un’altra grandezza importante è la densità. Essa è il rapporto fra massa e volume cioè<br />
la quantità di materia nell’unità di volume: r = m x v dove r è la densità, m la massa e v<br />
il volume. Confrontando i dati riguardanti la densità notiamo subito la grande differenza<br />
tra l’Elio e l’Ossigeno o l’Azoto. Dalla definizione di densità ci rendiamo conto del perché<br />
respirare Elio e molto più facile anche in profondità dove l’Aria diventa "densa": c’è, molto<br />
semplicisticamente, meno materia da spostare a parità di volume.<br />
Technical<br />
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Modulo 4
Modulo 4<br />
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Pure Tech Agency<br />
É questo uno dei vantaggi del respirare Elio in profondità che, di conseguenza determina<br />
un minor sforzo respiratorio e consumo metabolico, una miglior capacità di penetrare in<br />
tutti gli alveoli annullando in parte l’accumulo di CO 2 . Determina però anche una maggior<br />
velocità del gas respirato che può causare una respirazione a sua veloce e superficiale<br />
annullando i benefici.<br />
Un aspetto importante della dinamica dell’Elio, legato proprio alla sua piccola molecola,<br />
è la velocità di diffusione cioè la velocità con cui riesce a mescolarsi in un solvente.<br />
La velocità di diffusione è inversamente proporzionale alla radice quadrata del peso<br />
molecolare, analiticamente:<br />
Non spaventiamoci questa formula non servirà<br />
mai per i nostri scopi subacquei, ma proviamo<br />
fare un piccolo calcolo almeno una volta: se<br />
consideriamo che la molecola dell’Azoto è formata<br />
da due atomi del peso di 14 uma, il peso<br />
molecolare dell’Azoto è 28, quello dell’Elio sarà 4,<br />
avendo una molecola monoatomica, il rapporto tra i due è 7 la cui radice quadrata è 2,65.<br />
Deduciamo perciò che la velocità di diffusione dell’Elio è 2,65 volte maggiore di quella<br />
dell’Azoto. La conseguenza sembra essere catastrofica per quanto riguarda la velocità di<br />
saturazione: l’Elio entra nei nostri tessuti 2,65 volte più velocemente dell’Azoto, questo è<br />
vero ma….<br />
Analizziamo ora la solubilità dei due gas in questione. Innanzitutto per solubilità si intende<br />
la quantità di soluto che porta a saturazione una soluzione. Detto in parole povere quanta<br />
materia riesce a sciogliersi in un’altra. Fin dai primi corsi ne abbiamo sentito parlare ed<br />
ora è d’obbligo un confronto. Infatti sempre guardando la tabellina leggiamo due valori di<br />
solubilità per ogni gas: la solubilità nel plasma e la solubilità in olio, paragonabile ai nostri<br />
tessuti grassi.<br />
Se approfondiamo il discorso vediamo che il rapporto tra la solubilità dell’Azoto e quella<br />
dell’Elio vAria da 12,831/ 8,686 = 1,47 del plasma e 66,129/15,693 = 4,21 dell’olio millilitri<br />
per litro. Sebbene il discorso sia un pò più complesso si può già intuire che tutto sommato<br />
l’Elio non è quel gas che tanto ci complica la decompressione anzi! Infatti la quantità di<br />
gas che entra in soluzione é il prodotto tra la velocità di diffusione e la solubilità:<br />
l’Elio è più veloce ma meno solubile dell’Azoto.<br />
Solubilità<br />
Solubilità<br />
nel plasma<br />
in olio<br />
m/l (37 °C) m/l (37 °C)<br />
Technical<br />
Rapporto<br />
solubilità<br />
plasma-olio<br />
Potere<br />
narcotico<br />
equivalente<br />
Elio 8.686 15.693 1.81 0.24<br />
Azoto 12.831 66.129 5.15 1<br />
Argon 26.66 146.065 5.69 2.33<br />
Sempre a proposito di solubilità è da notare una correlazione con il potere narcotico: dalla<br />
tabellina, infatti, notiamo come il potere narcotico posto per l’Azoto uguale ad 1 è per l’Elio<br />
0,24 cioè ben oltre 4 (1/0,24) volte meno narcotico dell’Azoto. Di qui la conseguenza ovvia<br />
di usare l’Elio per le immersioni profonde!
Pure Tech Agency<br />
Una piccola digressione sulla forma geomca dei nostri polmoni. Ci sembra, infatti,<br />
impossibile che in così poco volume ci sia una superficie così grande. Seguiamo<br />
questo semplice esempio bidimensionale. Consideriamo un triangolo equilatero e<br />
tagliamolo lungo le linee tratteggiate, ruotiamo ora lungo l’asse "a" il trapezio ottenuto<br />
e rincolliamolo. Otteniamo così la figura 2 che ha la stessa superficie ma il perimetro<br />
più lungo di metà del lato, in questo caso. Ora applichiamo il processo al triangolino<br />
rimasto ed otterremo la figura 3. Immaginate ora di ripeter moltissime volte lo stesso<br />
procedimento e magari su tutte le punte del triangolo. Alla fine avremmo una forma<br />
geomca simile ad un fiocco di neve con la stessa superficie iniziale ma con un perimetro<br />
lunghissimo<br />
Conosciamo la famosa legge di Henry che dice: "A temperatura costante un gas che<br />
esercita una pressione sulla superficie di un liquido, vi entra in soluzione finché<br />
avrà raggiunto in quel liquido la stessa pressione che esercita sopra di esso. " , ma<br />
è da sottolineare che questa soluzione dipende non solo dalla differenza di pressione,<br />
gradiente…, dalla temperatura e dal tempo come già sappiamo dai primi corsi subacquei,<br />
ma anche dal tipo di soluto, nel nostro caso l’Elio piuttosto che l’Azoto; dal solvente, tessuti<br />
veloci paragonabili al plasma o lenti come i grassi; dalla superficie dell’interfaccia gassolvente:<br />
vi ricordate come sono fatti i polmoni? Il volume polmonare, in media sui 5 litri,<br />
ha a disposizione una superficie di circa 70 m quadri di interfaccia sangue-Aria, infatti, lo<br />
scambio gassoso alveolare è pressoché istantaneo!<br />
Technical<br />
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Modulo 4
Modulo 4<br />
88<br />
Pure Tech Agency<br />
Respirando miscele contenenti Elio ci si raffredda più velocemente. Proviamo a fare<br />
due conti. Prendiamo in considerazione i valori della capacità termica dell’Elio pAria<br />
5,193 J/g°K e dell’aria, sapendo che sarà il 21% di quella dell’Ossigeno più il 79% di<br />
quella dell’Azoto, pari a 1,015 J/g°K.<br />
Come sub, non mi interessa quante molecole o quanti grammi di gas ci sono nei miei<br />
polmoni o nella mia muta; quelle sono unità di massa o di peso. I polmoni e la muta<br />
sono comunque riempiti da certo volume di gas. Quindi la perdita di calore dev’essere<br />
calcolata in relazione alla quantità di calore necessAria a scaldare il volume del gas;<br />
100 g di Elio hanno un volume 7,16 volte maggiore di 100 g di Aria alla stessa pressione<br />
dovuta alla grande differenza di densità (Elio 0.1787 g/l, Azoto 1.251, Ossigeno 1.429,<br />
Aria 1.288). Ora vediamo quanta energia ci vuole per riscaldare un certo volume.<br />
Prendiamo 2 litri per fare i calcoli, così cerchiamo l’energia necessAria per riscaldare il<br />
gas respiratorio di 20°C, dalla temperatura dell’acqua a 17°C a quella del corpo a 37°C.<br />
Due litri di Aria hanno una massa di 2 x 1.293 g = 2.586 g, due litri di Elio hanno una<br />
massa di 2 x 0.17 g = 0.34 g. L’energia necessaria perciò per riscaldare l’Aria é 2.586 x<br />
1,015 J/g°K x 20 °K = 52,5 J, per riscaldare lo stesso volume di Elio 0.34 g x 5,193 J/g°K<br />
x 20°C = 35,5 J. Noi vediamo che la perdita di calore respirando Elio puro (meglio non<br />
farlo!!) sarebbe minore di circa il 32% che se respirassimo Aria. Questo sembrerebbe<br />
vero anche per la muta stagna, e invece no perchè entra in gioco un’altra proprietà: la<br />
conducibilità termica. La conducibilità termica dell’Elio è circa sei volte più alta di quella<br />
dell’aria a questa è la ragione per cui la perdita di calore é maggiore se insuffliamo<br />
nella muta miscele contenenti Elio. Il trasporto di calore dal corpo all’acqua circostante<br />
é alto, non il processo di riscaldamento. La conducibilità termica nei polmoni non è un<br />
problema perché il calore é trasportato da una parte all’altra dei polmoni, ed all’interno<br />
del corpo. Essa é solo responsabile per la sensazione di freddo nel respirare miscele<br />
di Elio poiché il processo di riscaldamento é più veloce all’inizio della respirazione.<br />
Per avere una miglior isolamento, l’Argon è un ottimo gas poiché la sua conducibilità<br />
termica è circa il 33% inferiore a quella dell’aria.<br />
Insufflare la muta con l’Argon e respirare miscele di Elio é, perciò, la scelta più calda.<br />
Facciamo al proposito una considerazione: prendiamo una bolla considerandola sferica,<br />
o meglio cubica solo per comodità di calcolo. Prendiamo dapprima in considerazione un<br />
cubetto-bolla di lato unitario il suo volume sarà 1 (1x1x1) e la sua superficie 6 (1x1x6<br />
facce); un secondo cubetto con lato doppio avrà un volume pari ad 8 (2x2x2) ed una<br />
superficie di 24 (2x2x6); un terzo cubetto di lato triplo, avrà volume 27 e superficie 54. Se<br />
ora analizziamo il rapporto superficie/volume notiamo che il cubetto piccolo ha il rapporto<br />
più grande: 6 a 1 contro 3 a 1 del cubetto medio e 2 a 1 del cubetto più grande. Ora se<br />
applichiamo lo stesso ragionamento ad una bolla che deve desaturarsi, capiamo perché<br />
più piccola è la bolla, prima questa desatura.<br />
Inoltre il fatto è aiutato dalla legge di Laplace che recita: "La differenza tra la pressione<br />
all’interno di una bolla e quella presente al suo esterno è inversamente proporzionale<br />
al raggio della bolla stessa". Analiticamente Pi – Pe = 2g/r. Ciò significa che tanto più<br />
piccolo è il raggio della bolla (e perciò la bolla stessa) tanto maggiore sarà la pressione<br />
del gas interna alla bolla rispetto alla pressione esterna. Da notare, che essendo il<br />
raggio al denominatore se questo è zero, 2γ/r è infinito. Ne segue che la differenza tra<br />
tensione interna e pressione esterna sarà infinita per questo necessiterebbero pressioni<br />
grandissime, infinite, per creare dal nulla una bolla…. Per questo le bolle preesistono e la<br />
decompressione le alimenta!<br />
Analizziamo ora altre due caratteristiche dell’Elio non meno interessanti nel loro confronto<br />
con gli altri gas.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
La prima sicuramente è la conducibilità termica espressa in watt per centimetro per<br />
grado: essa è "la quantità di calore trasferito in una direzione perpendicolare alla superficie<br />
di un’area unitAria, a causa di un gradiente di temperatura, nell’unità di tempo e in<br />
condizioni stabili". In parole semplici esprime la capacità di una sostanza di trasmettere<br />
il calore. Subito osserviamo la grande differenza tra l’Elio e gli altri gas: circa sei volte la<br />
conducibilità termica di Azoto e Ossigeno ed addirittura quasi nove volte quella dell’Argon!<br />
Ecco qui uno degli svantaggi dell’uso di miscele contenenti Elio: non possiamo usarle<br />
come coibente e quindi come gas per compensare la muta stagna, ne consegue che per<br />
caricare la stagna dobbiamo usare un altro gas come l’Aria o ancora meglio l’Argon.<br />
La seconda caratteristica, decisamente meno importante per i nostri fini, ma utile<br />
a carattere di cultura è il calore specifico ossia la quantità di calore necessaria per<br />
aumentare di 1 grado la temperatura di un’unità di massa di una sostanza. Qui notiamo<br />
che il calore specifico dell’Elio è circa cinque volte quello dell’Azoto e dell’Ossigeno quindi<br />
quello dell’aria. Questo ci porterebbe in un primo momento a concludere che respirare<br />
Elio comporti un fabbisogno calorico superiore a quello che se respirassimo Aria e di<br />
conseguenza un più veloce raffreddamento dell’organismo. Ma dobbiamo ricordare che<br />
l’Elio è meno denso e quindi dobbiamo riscaldarne "meno"!<br />
Il Trimix e l’Heliair<br />
La Parola Trimix identifica una miscela composta da 3 gas diversi (Ossigeno + Azoto<br />
+ Elio) in percentuali variabili senza nessun rapporto fisso tra loro, quindi è possibile<br />
realizzare una Best Mix in base al tipo di immersione che vogliamo effettuare, scegliendo<br />
il Grado Narcotico e la pO 2<br />
Le miscele Trimix si suddividono in 3 tipologie<br />
Ipossica<br />
FO 2 < 17% (per immersioni oltre i 66 m)<br />
Normossica<br />
FO 2 = da 21 a 18% (per immersioni entro i 66 m)<br />
Iperossica<br />
FO 2 > 21% (come miscela di viaggio\decompressiva)<br />
In questo corso prenderemo in esame il Trimix Normossico, che utilizzeremo per le<br />
immersioni fino a 66m<br />
Il Trimix Ipossico e Iperossico, verra’ studiato nel corso Extended Technical per<br />
immersioni oltre i 66 m<br />
Technical<br />
89<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
90<br />
Pure Tech Agency<br />
Prima di utilizzare una miscela TRIMIX<br />
é obbligatorio analizzare<br />
la bombola con un Analizzatore Ossigeno/Elio.<br />
Un’altra tipologia di miscela ternaria utilizzabile è rappresentata dall’Heliair, che è di facile<br />
produzione inquanto è un mix di Elio ed Aria, ma non consente la realizzazione della Best<br />
Mix, perché è possibile scegliere o il Grado Narcotico oppure la PO 2 .<br />
Nelle miscele Heliair : pO 2 alta > Narcosi Alta - Narcosi Bassa > pO 2 Bassa<br />
L’Aria è composta da Ossigeno e Azoto con un rapporto costante, quindi unendo una certa<br />
quantità di Elio, abbasseremo sia l’Ossigeno che l’Azoto. Per realizzare la miscela Heliair,<br />
occorre decidere il Grado Narcotico da utilizzare in immersione e determinare quanto Elio<br />
aggiungere all’Aria per ottenere la miscela desiderata.<br />
Prima di utilizzare una miscela Heliair<br />
é obbligatorio analizzare<br />
la bombola con un Analizzatore Ossigeno<br />
Il perché di una scelta<br />
Le tecniche e metodologie usate nell’immersione sportiva a miscele sono derivate da<br />
un’ampia sperimentazione in ambito militare e lavorativo. La loro pratica quindi richiederà<br />
un addestramento rigoroso e preciso.<br />
I vantaggi principali nell’utilizzo di miscele TMX contenenti Elio sono notevoli:<br />
1. Ridurre la narcosi d’Azoto - intervenendo sulle frazioni dei gas inerti della miscela<br />
si può tenere sotto controllo il livello narcotico, che in base alla quantità di Azoto che<br />
si toglie si può abbassare notevolmente fino a quasi eliminarlo completamente con<br />
l’HEliox (O 2 +He).<br />
2. Ridurre il rischio d’intossicazione da Ossigeno - respirando sempre una miscela<br />
contenente una appropriata frazione d’Ossigeno (Best Mix), è possibile estendere il<br />
range operativo che con l’Aria è limitato a 66 m (pO 2 = 1,6). Inoltre allungando i tempi<br />
di fondo è possibile tenere sotto controllo l’esposizione complessiva al CNS.<br />
3. Ridurre l’accumulo d’Anidride Carbonica - in base alla profondità e alla<br />
percentuale di Elio presente nella miscela respirata, la minor densità della miscela<br />
riduce notevolmente lo sforzo inspiratorio, facendoci risparmiare molta energia.<br />
VANTAGGI:<br />
1) Ridurre la Narcosi d’Azoto<br />
2) Ridurre il Rischio d’intossicazione<br />
da O 2<br />
3) Ridurre l’accumulo di CO 2<br />
Technical<br />
SVANTAGGI:<br />
1) Costo<br />
2) Tempi Decompressivi Lunghi<br />
3) Errori meno "perdonabili"<br />
4) Contro Diffusione Isobarica<br />
5) Freddo<br />
6) Attrezzatura Dedicata
Pure Tech Agency<br />
Ovviamente oltre ai suddetti vantaggi, occorre anche verificare qualisono gli svantaggi<br />
relativi alle miscele Trimix:<br />
1. Costo - il difetto dell’Elio è il suo costo elevato che a seconda della zona si aggira<br />
intorno ai 20,00 Euro al metro cubo.<br />
2. Tempi decompressivi più lunghi - se programmiamo una immersione in Trimix<br />
senza considerare le miscele decompressive, il Run Time si allunga in modo molto<br />
importante, rispetto alla stessa immersione in Aria. Diversamente se utiliziamo gas<br />
decompressivi tipo Ossigeno puro e/o Ean50, si possono abbassare notevolmente i<br />
tempi decompressivi.<br />
3. Errori meno perdonabili – la rapidità di diffusione dell’Elio fà si che in risalita è<br />
necessario stare molto attenti alla velocità per evitare la formazione di bolle, eventuali<br />
"pallonate" sono molto più pericolose rispetto ad immersioni in Aria. L’addestramento<br />
diventa molto importante.<br />
4. Contro Diffusione Isobarica – nelle immersioni Trimix è un problema più teorico<br />
che reale, infatti il problema si verificherebbe quando si passa da un gas con lenta<br />
diffisione ad uno che si diffonde velocemente soprattutto in fase decompressiva. Per<br />
evitare questo fenomeno occorre non fare cambi gas che portino ad un immediato<br />
parziale innalzamento della pressione parziale dell'Azoto.<br />
5. Freddo – la capacità dell’Elio di condurre il rapidamente il calore, rende il Trimix<br />
una miscela inadatta da utilizzare con la muta stagna, quindi occorre una bombola<br />
aggiuntiva di dimensioni adeguate per gestire la muta stagna caricata ad Aria o<br />
Argon. Inoltre avremo una maggiore dispersione termica derivante dalla respirazione,<br />
quindi occorre prevedere una maggior protezione termica.<br />
6. Attrezzatura dedicata – Per ottimizzare al meglio i tempi decompressivi occorre<br />
utilizzare una o due bombole di fase caricate con O 2 o/e Ean50, inoltre occorre<br />
utilizzare una piccola bombola di Argon o Aria per la gestione della muta stagna.<br />
HPNS:<br />
Anche se l’Elio ha un effetto narcotico quasi nullo, occorre tenere presente il suo effetto<br />
sul Sistema Nervoso. L’Elio può causare la sindrome nervosa da alta pressione (HPNS),<br />
caratterizzata da tremori, nausea, stanchezza, vertigini e contrazioni muscolari. Questa<br />
problematica si può presentare per immersioni oltre i 150 m, quindi trascurabile per<br />
il nostro livello di addestramento. Sindrome più probabile nelle immersioni in Eliox<br />
(argomento trattato nel corso Extended Technical)<br />
4.2 La programmazione<br />
La programmazione minuziosa delle immersioni Trimix è fondamentale per la buona<br />
riuscita delle nostre immersioni. Occorre scegliere la miscela di fondo più adatta, il piano<br />
decompressivo migliore, le scorte di gas adeguato al Team ed al sito d’immersione.<br />
Una pianificazione sbagliata può essere molto pericolosa e portare a problemi di PDD<br />
La Best Mix<br />
Nei corsi precedenti, quando dovevamo determinare la Best Mix per una immersione con<br />
Eanx abbiamo sempre utilizzato il Calcolo a T di "Dalton", determinando la pO respirabile<br />
2<br />
e la MOD della mix utilizzata. Utilizzando le miscele Trimix occorrerà determinare la<br />
percentuale dei 3 gas interessati. (O \N\He) Inoltre occorre pianificare anche le miscele<br />
2<br />
decompressive, come già imparato dal corso Decompression.<br />
Technical<br />
91<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
92<br />
Pure Tech Agency<br />
Pianifichiamo una immersione a 60 m x 25 minuti di fondo.<br />
Ossigeno - O 2<br />
La scelta della pO 2 è la parte più importante per la determinazione della Best Mix, in<br />
quanto la vAriazione di 1% modifica la nostra futura tabella decompressiva.<br />
Come già visto nel corso Decompression occorre determinare l’esposizione massima per<br />
non avere problemi di Avvelenamento da Ossigeno, sia nella fase di fondo, sia nella fase<br />
decompressiva.<br />
Partendo dalla pO 2 massima utilizzabile di 1,6 occorre stabilire la pO 2 relariva alla miscela<br />
di fondo, considerando i fattori decrementanti relativi all’esposizione all’Ossigeno.<br />
Fattori decrementanti<br />
1) Aumento della PPCO 2 .<br />
2) Freddo o scarsa visibiltà.<br />
3) Farmaci, Droghe, Alcool<br />
4) Stress o scarsa condizione Fisica.<br />
5) Immersione Speleo sub<br />
6) Penetrazioni in Relitti<br />
7) Predisposizione Individuale<br />
8) Uso O 2 in Decompressione<br />
La pO 2 utilizzabile è 1,3<br />
pg 1,3<br />
fg P fg 7<br />
fO 2 = 1,3 : 7 = 0,185 ➔ O 2 18%<br />
Technical<br />
Le immersioni con decompressione<br />
in Trimix fino a 66 m spesso sono<br />
immersioni impegnative, con molto<br />
stress, in acqua fredda<br />
- 60m › P = 7 ATA<br />
pO 2 1,6<br />
- 0,1 (Freddo)<br />
- 0,1 (Stress)<br />
- 0,1 (Uso O 2 in Deco)<br />
pO 2 1,3<br />
Azoto - N<br />
Trattandosi di miscela ternaria, oltre alla pO 2 occorre stabilire un altro parametro, cioè quale<br />
Grado Narcotico utilizzare durante la nostra immersione. Nella scelta del GN dobbiamo<br />
tenere presente alcuni fattori tipo: il nostro allenamento a forti narcosi, forma fisica, il tipo di<br />
immersione da svolgere, il tempo di fondo, ed è consigliato non superare i 40 m di END.<br />
Come sappiamo, nelle immersioni tecniche profonde occorre limitare al massimo lo stress e i<br />
compiti da svolgere perché i tempi di reazione sono molto rallentati. Come già visto anche nei<br />
corsi precedenti, per tenere sotto controllo l’effetto narcotico dell’Azoto, il nostro organismo<br />
richiede la massima concentrazione e allenamento, quindi un grande sforzo mentale, che<br />
insieme allo stress può portare a delle problematiche. Un semplice strumento da utilizzare<br />
per determinare il Grado Narcotico considerando il tempo di fondo della nostra immersione, è<br />
rappresentato da una qualsiasi tabella in Aria per immersioni ricreative. In questo modo potrò<br />
determinare a quale profondità equivalente sarà il nostro gradi di "comodità narcotica",<br />
paragonando la nostra immersione tecnica ad una immersione ricreativa.<br />
Una immersione di 10/15 minuti di fondo è molto meno impegnativa di una con<br />
25/30 minuti
Pure Tech Agency<br />
Esempio: Prendiamo la Tabella US NAVY in Aria, e andiamo a cercare a quale profondità<br />
equivale un tempo massimo di 25 minuti di fondo, entrando dai tempi massimi di esposizione,<br />
scorro fino a trovare 25 minuti, dopo di che controllo la profondità corrispondente e in<br />
questo caso è 30m Quindi la mia immersione in Trimix Normossico a 60m per 25 min.<br />
equivale (narcoticamente parlando) ad una immersione di 25 minuti a 30 m in Aria. (una<br />
semplice immersione in Aria a 30 m in curva di sicurezza fatta molte volte).<br />
NOTA:<br />
Per tempi e profondità intermedi a quelli in tabella<br />
1, 2 scegliere i valori immediatamente superiori<br />
1 - TABELLA DI IMMERSIONE (Singola)<br />
Velocità di discesa: 23 m/min (max) Velocità di risalita: 9 m/min<br />
6 9 12 15 18 21 24<br />
26<br />
43<br />
61<br />
82<br />
106<br />
133<br />
165<br />
205<br />
256<br />
330<br />
461<br />
illim.<br />
17<br />
27<br />
38<br />
50<br />
62<br />
76<br />
91<br />
107<br />
125<br />
145<br />
167<br />
193<br />
223<br />
260<br />
307<br />
371<br />
12<br />
20<br />
27<br />
36<br />
44<br />
53<br />
63<br />
73<br />
84<br />
95<br />
108<br />
121<br />
135<br />
151<br />
163<br />
180 14<br />
9<br />
15<br />
21<br />
28<br />
34<br />
41<br />
48<br />
56<br />
63<br />
71<br />
80<br />
89<br />
92<br />
7<br />
12<br />
17<br />
22<br />
28<br />
33<br />
39<br />
45<br />
51<br />
57<br />
6<br />
10<br />
14<br />
19<br />
23<br />
28<br />
32<br />
37<br />
42<br />
47<br />
ATTENZIONE! IL RISPETTO DELLE TABELLE NON ESCLUDE COMPLETAMENTE I RISCHI DELL’IMMERSIONE<br />
• Immergersi in buone condizioni psico fisiche, e nei limiti del proprio brevetto<br />
• Pianificare l’immersione in curva di NON decompressione (si consiglia di raggiungere quota 6 m entro la fine del tempo pianificato)<br />
• Raggiungere la massima profondità a inizio immersione. NON YO-YO<br />
• In presenza di fattori di rischio, (freddo, fatica, corrente, stress etc...) usare il tempo successivo nella tabella<br />
• Sosta di sicurezza (3 min a 5 m - Emersione: 3m/min da 6 m alla superficie<br />
• Sosta profonda (immersione in curva): 2,5 min a metà della max prof. (stacco dal fondo 2,5 min. prima del tempo di tabella)<br />
Technical<br />
5<br />
9<br />
12<br />
16<br />
20<br />
24<br />
28<br />
32<br />
36<br />
39<br />
45 10<br />
27<br />
4<br />
7<br />
11<br />
14<br />
17<br />
21<br />
24<br />
28<br />
30<br />
35 4<br />
30<br />
4<br />
6<br />
9<br />
12<br />
15<br />
18<br />
21<br />
33<br />
3<br />
6<br />
8<br />
11<br />
14<br />
16<br />
19<br />
ARIA<br />
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6<br />
36<br />
3<br />
5<br />
7<br />
10<br />
12<br />
15<br />
25 20 20 2<br />
25 3<br />
30 3 25 8<br />
60 48<br />
30 14<br />
70 7 55 9 40 14 35 15<br />
60 14<br />
100 4 80 14<br />
110 8<br />
Consumi elevati<br />
tempo entro la curva di sicurezza<br />
tempo limite in curva di sicurezza<br />
tempo fuori curva di sicurezza<br />
tempo di decompressione a 6 m<br />
39<br />
2<br />
4<br />
6<br />
9<br />
10<br />
15<br />
20<br />
1<br />
4<br />
Profondità<br />
Tappe<br />
A<br />
B<br />
C<br />
D<br />
E<br />
F<br />
G<br />
H<br />
I<br />
J<br />
K<br />
L<br />
M<br />
N<br />
P<br />
Z<br />
G.A.<br />
19<br />
20<br />
25 3<br />
Questo non significa che non devo decomprimere l’Azoto, ma è soltanto un metodo<br />
per determinare il Grado Narcotico della nostra immersione. Se diversamente<br />
scegliessi a priori, di fare questa immersione con un GN di 40 m, la nostra immersione<br />
non equivarrebbe più una semplice immersione in curva, ma avrebbe lo stessa difficoltà<br />
narcotica di una immersione in Aria con decompressione a 40 m per 25 minuti, e quindi<br />
molto più impegnativa.<br />
A 30 m la pN dell’aria a 30 m è 3,16 (0,79x4,0)<br />
La pN utilizzabile è 3,16<br />
Pg 3,6<br />
fg P fg 7<br />
fO 2 = 3,16 : 7 = 0,4514 ➔ N 45%<br />
Elio - He<br />
La percentuale di Elio da inserire nella nostra<br />
miscela di fondo si determinerà per differenza,<br />
avendo già calcolato quanto O 2 e Azoto sono<br />
necessari<br />
He = 100% – 18% – 45% = 37% - TMX 18/37 -<br />
pO 2 1,3 - GN 30 m<br />
Quindi la nostra best Mix per una immersione a 60 m x 25 min. sarà: TMX 18/37<br />
Pianifichiamo la miscela Heliar per la stessa immersione, per vedere che tipologia di mix<br />
potremmo utilizzare. Visto che l’Aria presenta il rapporto Ossigeno\Azoto costante (3,76),<br />
possiamo decidere se imporre la pO 2 oppure il Grado Narcotico della mix.<br />
93<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
94<br />
Pure Tech Agency<br />
Seguendo quanto impostato nel calcolo della Best Mix, faremo la pianificazione della mix<br />
Heliair con Grado Narcotico dei 30 m, e con pO 2 = 1,3 per vedere le differenze.<br />
Composizione Aria Rapporto N/O2 79% N + 21% O2 0,79 / 0,21 = 3,76<br />
Come si può vedere le 3 mix sono completamente diverse<br />
Mix1 TMX 18/37 Mix Normossica pO 2 = 1,3 GN 30 m<br />
Mix2 Heliair 18/15 Mix Normossica pO 2 = 1,3 GN 49 m<br />
Mix3 Heliair 12/43 Mix Ipossica pO 2 = 0,84 GN 30 m<br />
RANGE pO 2<br />
1,2 < pO 2 > 1,4<br />
Bassa pO 2 ➔ + Deco<br />
Alta pO 2 ➔ - Deco<br />
Ovviamente:<br />
la Mix1 rappresenta la Best Mix per l’immersione prevista<br />
a 60 m per 25 min.<br />
La Mix2 non è utilizzabile perché ha un Grado Narcotico<br />
troppo alto (superiore anche a 47 m END del Tek-In)<br />
La Mix3 è Ipossica, quindi non utilizzabile direttamente dalla<br />
superficie e non è contemplata in questo corso.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
La decompressione<br />
Una volta scelta la miscela di fondo, occorre decidere che tipo di decompressione effettuare,<br />
per poi determinare le tabelle da usare durante la nostra immersione. Possiamo utilizzare<br />
1 bombola Decompressiva (Ean50), oppure due bombole Decompressive (Ean50+O 2 ). La<br />
scelta dipende dalla profondità programmata, dal tempo di fondo e dalla scorta gas.<br />
CONFIGURAZIONE<br />
Fino a 47 m<br />
Mix di Fondo + Ean50<br />
da 50 m a 66 m<br />
Mix di Fondo + Ean50+O 2<br />
Technical<br />
Immersione: 25 min. a 60 m<br />
TMX 18/37 + Ean50+O 2<br />
Per determinare le nostre tabelle utilizzeremo il<br />
programma HL Planner, gia visto e studiato durante il<br />
corso Decompression.<br />
La prima cosa da fare, dopo aver personalizzato il software inserendo alcuni dati personali,<br />
è inserire la profondità, la Mix di fondo e il Run Time sul fondo.<br />
Visto che dobbiamo programmare una immersione<br />
a 60m per 25 min. la scelta prevede due<br />
decompressive (Ean50+O 2 ), per diminuire il Run<br />
Time e per ottimizzare al meglio la scorta gas.<br />
Pianificando con VPM avremo le prime tappe molto<br />
profonde, quindi i consumi del gas di fondo saranno<br />
elevati. Inoltre prevediamo sempre una sosta di 5<br />
min a 21 m per struttare al massimo l’Oxygen<br />
Windows con l’Ean50.<br />
95<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
96<br />
Pure Tech Agency<br />
L’ultima tappa sara’ effettuata a 6 m per sfruttare al massimo l’Ossigeno a 1,6 e per evitare<br />
eventuali "marosi" in mare aperto. Controllando il tempo previsto per la tappa dei 6 m,<br />
occorre prevedere un Break con la mix di fondo per evitare problemi di sensibilizzazione<br />
all’O 2 .<br />
6 m ------- 20 min<br />
Quindi inseriamo 5 minuti di break tra 2 cicli di Ossigeno, quindi avremo:<br />
1 ciclo di O 2 10 min.<br />
ULTIMA TAPPA 6 m<br />
1 break con mix<br />
di fondo per 5 min<br />
Technical<br />
1 ciclo di O 2 10 min.<br />
I 5 minuti in più relativi al Break saranno aggiunti al Run Time complessivo, quindi la nostra<br />
immersione avrà un R.T complessivo di 78 min. (73+5)<br />
Una volta completata la decompressione, è molto importante risalire in superficie molto<br />
lentamente (1 m/min), inquanto la pressione diminuisce molto rapidamente negli ultimi m<br />
(da 1,6 a 1,0 in 6 m).<br />
Non utilizzare questa programmazione per le tue immersioni.<br />
Occorre sempre verificare il TCS, le dimensioni delle bombole utilizzate, le scorte<br />
minime dei gas, come hai imparato nel corso decompression.<br />
Questa programmazione è puramente dimostrativa impara a programmare ogni volta<br />
la tua immersione
Pure Tech Agency<br />
Fino a qui abbiamo programmato soltanto l’immersione che dobbiamo effettuare,<br />
ma dobbiamo tenere presente anche eventuali emergenze, dovute allo sforamento<br />
della quota, al prolungamento del tempo massimo previsto, oppure ci potrebbe essere<br />
l’eventualità di uscire prima del tempo stabilito causa scarsa visibilità, oppure per un<br />
problema improvviso. Faremo una tabella di emergenza che prevede 3m in piu e 3 min.<br />
in più rispetto all’immersione normale, quindi 63m x 28min. verificando che le scorte dei<br />
gas siano sufficienti anche e soprattutto in caso di emergenza. Inoltre stampando la tabella<br />
Estesa, abbiamo la possibilità di effettuare la decompressione corretta anche in caso di<br />
risalita anticipata. Ricorda che dovrai rispettare la tua tabella principale, e non usare mai<br />
la tabella di emergenza per cambiare in corsa la tua immersione (senza emergenza)<br />
Technical<br />
97<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
98<br />
Pure Tech Agency<br />
LA TABELLA DI EMERGENZA VA UTILIZZATA SOLO<br />
IN CASO DI EMERGENZA<br />
Esistono anche altri sistemi per pianificare le immersioni Trimix (Computer Multimiscela,<br />
Ratio Deco) che andremo a vedere successivamente, ma CMAS-<strong>PTA</strong> ritiene che la<br />
programmazione migliore sia quella tabellare, come sopra indicato.<br />
VR3 - VRX<br />
LIQUIVISION X1<br />
SHAREWATER PREDATOR<br />
FURIO<br />
DR5 - OSTC2<br />
Computer Multimiscela<br />
La tecnologia ha portato ad oggi ad un’ampia gamma<br />
di Computer Subacquei Multimiscela, da utilizzare per<br />
le immersioni tecniche. Gli algoritmi utilizzati variano<br />
tra VPM, Buhlmann ZH-L16 con Gradient Factor, sia<br />
per C.A. sia per CCR, integrati e non …<br />
Ogni computer ha il proprio software per la pianificazione dell’immersione all’asciutto,<br />
in modo da verificare le tabelle generate, le scorte gas e quanto altro necessario per<br />
una corretta pianificazione. Seguendo il principio della ridondanza, occorre avere<br />
uno strumento alternativo al Computer MM per eventuale guasto dello stesso, quindi<br />
profondimetro, orologio e tabelle, oppure avere due Computer MM uguali.<br />
Deco on fly<br />
Premesso che una corretta pianificazione prevede lo sviluppo del piano decompressivo<br />
tramite un software collaudato, bisogna anche dire che esistono nel panorama subacqueo<br />
tecnico, alcuni sistemi che permettono di ricordarsi quelli che sono i tempi decompressivi<br />
totali e che in determinati frangenti possono essere utili se non altro, come riprova che i<br />
numeri che abbiamo pianificato o che il nostro computer ci sta dicendo, sono più o meno<br />
corretti.<br />
Questi sistemi, chiamati mnemonici, non devono essere confusi con gli algoritmi di<br />
calcolo della decompressione ma rappresentano solo uno strumento per ricordarsi,<br />
appunto , i tempi di deco da fare<br />
Tra questi sistemi ricordiamo la Ratio Deco che storicamente è stata introdotta da Andrew<br />
Georgitsis nell’ambito delle attività didattiche del gruppo americano impegnato nel sistema<br />
carsico di Wakulla agli inizi dell’anno 2000.<br />
Georgitsis, ha elaborato questo metodo che partendo da alcuni punti fissi, quali gas di<br />
fondo e gas decompressivi Standard, quote di immersione e range di tempo ben definiti,<br />
e pianificando le immersioni con un software decompressivo si è accorto che poteva<br />
estrapolare delle semplici regolette, utilizzabili anche in acqua, per ottenere i tempi totali<br />
di deco da fare; ha inoltre poi definito alcune regole per la distribuzione di questi tempi alle<br />
varie quote, secondo l’approccio decompressivo che contraddistingue il metodo GUE.<br />
La RD identifica alcuni Set Point, caratteristici anche per il numero di miscele decompressive<br />
da utilizzare.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Per ogni "Set Point" è indicata una miscela standard che mantiene le caratteristiche<br />
indicate e cioè: pO 2 minore di 1.4 e narcosi equivalente inferiore a 30m; questi due dati ci<br />
permettono di definire un set di miscele standard perfettamente valide per un certo range<br />
di immersioni. Inoltre per ogni Set Point è definito anche il numero di mix deco minime da<br />
usare ed il rapporto tempo di fondo/tempo di deco<br />
Set Point 1, avremo per un certo range temporale un rapporto 1 a 1 tra tempo di fondo e<br />
tempo di deco con una unica miscela decompressiva.<br />
Set Point 2, avremo per un certo range temporale un rapporto 1 a 2 tra tempo di fondo e<br />
tempo di deco con 2 miscele decompressive.<br />
Nel caso del SP1 il tempo decompressivo determinato verrà distribuito lungo tutta la<br />
colonna d’acqua a partire dalla prima tappa deco.<br />
Nel caso del SP2 il tempo decompressivo determinato verrà distribuito metà e metà tra i<br />
due gas decompressivi.<br />
Se le Deco sono 1: 25 min. di Fondo ➔ 25 min. di Deco in EAN50<br />
Se le Deco sono 2: 25 min. di Fondo ➔ 50 min. di Deco 50% del tempo in EAN50<br />
50% del tempo in O2<br />
La RD prende in considerazione anche altri fattori legati all’immersione, da tener presente<br />
nella pianificazione della decompressione e cioè:<br />
1) Come sono messo fisicamente<br />
2) Come sono andate le cose sul fondo<br />
3) Come ho staccato dal fondo<br />
4) Come sono risalito dal fondo alla prima tappa<br />
Queste considerazioni sono le più importanti da fare, come scelgo poi di "spalmare le<br />
tappe" nei vari segmenti (usando uno dei tre metodi suggeriti) è secondario.<br />
CAMBI GAS:<br />
EAN50 ➔ 21 m<br />
O2 ➔ 6 m<br />
Tappe ogni 3 m<br />
Vel. di Risalita 10 m/min.<br />
Le "Forme Decompressive" per il segmento dell’EAN50<br />
che possiamo utilizzare sono 3:<br />
Fibonacci (1,2,3,5,8,13,21......)<br />
Tappe a durata costante (velocità costante di risalita)<br />
La S-Curve<br />
Fibonacci:<br />
Occorre suddividere il tempo decompressivo per le 5 tappe, facendo una fibonacci finchè<br />
si può, esempio 1 – 2 – 3 – 5 – 8<br />
In questo caso non si sfrutta la finestra dell’Ossigeno a 21 m, privilegiando le tappe più<br />
superficiali.<br />
Tappe costanti:<br />
Questo sistema è il più semplice, inquanto il tempo relativo all’Ean50 verrà suddiviso per<br />
le 5 tappe da eseguire:<br />
Technical<br />
99<br />
Modulo 4
Modulo 4<br />
100<br />
Pure Tech Agency<br />
S-Curve:<br />
Questo sistema è un pò più complicato ed è una specie di fibonacci modificata che fa<br />
lavorare di più verso le pO 2 di 1.6.<br />
Praticamente si suddivide il tempo con una fibonacci dove la prima tappa dura almeno 5<br />
minuti e l’eccedenze viene spalmata dal basso dalla seconda tappa in poi.<br />
La tappa con l’O 2 è prevista tutta a 6 m con cicli di 12 minuti, alternati da un breck di 5 min<br />
di gas di fondo, la risalita è fatta risalendo ad 1m al minuto negli ultimi 5 m<br />
Nel tempo anche altre didattiche hanno elaborato metodi mnemonici alternativi<br />
che, a nostro avviso, rappresentano un metodo per comprendere come funziona la<br />
decompressione, ma che non sostituiscono una buona pianificazione dell’immersione,<br />
in quanto non supportato da dati scientifici<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
MODULO 5<br />
L'immersione di Apprendimento<br />
Panoramica<br />
• Immersione di apprendimento<br />
• Pianificazione generale<br />
• Breafing pianificativo<br />
• Controllo e procedure<br />
• Controlli di superficie<br />
• Breafing direzionale<br />
• Discesa<br />
• Esercizi di apprendimento<br />
• Mantenimento della max deep<br />
• Segnale dei 4 minuti<br />
Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />
Obiettivi<br />
Technical<br />
• Segnale dei 6 min e controllo<br />
pressioni<br />
• Identificazione oggetti<br />
• Ricavare la direzione nord di<br />
un oggetto<br />
• Segnale di 1 minuto alla<br />
risalita<br />
• Segnale di risalita<br />
• Fuori dall'acqua<br />
• Il breafing valutativo<br />
• Note generali sull'immersione<br />
• Note generali sugli esercizi<br />
• Conoscere ed applicare il sistema Technical da applicare nelle tue immersioni<br />
tecniche<br />
• Pianificare in modo sistematico la tua immersione tecnica<br />
• Conoscere ed applicare il breafing direzionale<br />
• Conoscere ed approfondire tutta l'immersione di corso, per assimilare al massimo il<br />
sistema technical<br />
• Riconoscere l'importanza del breafing valutativo per le immersioni future<br />
101<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
102<br />
Pure Tech Agency<br />
5.1 Immersione Technical<br />
A) Immersione di apprendimento<br />
A1) Obiettivi primari di questo corso<br />
1) Capire e valutare i limiti oggettivi dell’aria;<br />
2) Capire e valutare i limiti oggettivi del Trimix;<br />
3) Capire e valutare i limiti soggettivi propri ed altrui;<br />
4) Inserire/sviluppare comportamenti profondistici specifici che estendano i limiti propri<br />
sempre all’interno di un’ottica di realistica efficace gestione dell’immersione.<br />
La parte che in questo corso vede maggiormente soddisfare quanto sopra, è<br />
l’immersione d’apprendimento, che non è solamente un momento di valutazione,<br />
ma anche e soprattutto il momento di enorme e maggiore apprendimento.<br />
A2) Approccio<br />
Tu ora stai leggendo queste pagine come unica finalità, quella di capire come superare<br />
l’immersione di apprendimento.<br />
Ciò naturalmente non è sbagliato, ma in questo caso estremamente riduttivo.<br />
L’errore più comune e più grave che puoi commettere è di considerare questa "immersione<br />
di apprendimento" scollegata, in tutto o anche solo in parte, dalla realtà di quelle che<br />
saranno le tue immersioni extra-corso.<br />
Conoscendo questo rischio, vale per noi davvero la pena di effettuare una prefazione<br />
su tutto quanto segue, una prefazione importantissima che riguarda il tuo approccio al<br />
sistema d’immersione che ti viene richiesto di usare in questo momento assolutamente<br />
basilare.<br />
È opinione comune che la teoria non segua la pratica, o che la pratica richiesta in un certo<br />
training, di qualsiasi tipo, sia fine a se stessa. Opinioni assai diffuse perché tristemente<br />
confermate dai fatti: purtroppo si sa ed è vero che le lauree non soddisfano la preparazione<br />
richiesta nel mondo del lavoro, la patente d’auto non insegna a guidare, e così via..... Tutti<br />
noi abbiamo provato così tante volte questo distacco fra corsi e realtà quotidiana che<br />
ormai lo diamo per usuale e assunto.<br />
Ebbene abbiamo il piacere di dirti che in questo training non è così.<br />
A3) Corso comportamentale<br />
Come avrai già avuto modo di capire, questo è un corso decisamente comportamentale.<br />
Cosa significa ?<br />
Significa che è estremamente orientato al pratico, e ha come filosofia primaria quindi<br />
quella di impostare e/o consolidare comportamenti.<br />
Comportamenti che sono stati scelti come i migliori per rispondere alle reali richieste di<br />
normali e vere immersioni profonde tecniche.<br />
L’"immersione d’apprendimento" è un condensato di tutto ciò che può accadere e di quello<br />
che deve essere soddisfatto in tali condizioni, incluso le risposte a problemi.<br />
Inutile fare esempi o dare dettagli, li avrai fra poche righe.<br />
L’importante è che tu debba sempre pensare a un esercizio e alle più piccole sfumature<br />
di esso non come fine a se stesso, ma come rappresentazione reale di una precisa<br />
situazione/comportamento che si verificherà nelle tue prossime immersioni, e come tale<br />
devi impararlo e metabolizzarlo.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
A4) Teoria applicata<br />
In altre parole la parte che segue sugli esercizi è un’altra parte di teoria applicata, una<br />
seconda zona di cultura profondistica.<br />
Ogni esercizio ed errore collegato, diverrà quindi lo spunto per parlare di comportamenti<br />
comuni, di tecniche profondistiche specifiche, viste in una zona di immersione non teorica,<br />
ma viste dal lato pratico, di esercizi, di cose da fare in acqua davvero, che verranno<br />
successivamente testate.<br />
Gli esercizi diventano non il fine per superare il livello, ma il mezzo per svolgere in<br />
modo sicuro tutte le tue immersioni tecniche profonde!<br />
A5) Apprendimento più efficace<br />
Non useremo la teoria per introdurre l’esercizio ma il contrario: useremo l’esercizio per<br />
introdurre la teoria applicata.<br />
In questo modo si raggiunge il massimo possibile dell’efficacia didattica.<br />
Naturalmente questa completezza allungherà un pò la lezione, ma non si può ottenere<br />
tutto.<br />
Diversamente avremmo una zona totalmente teorica e un’altra "meccanica" dove si<br />
elencano ed effettuano gli esercizi senza capire bene perché questi vengono richiesti. La<br />
solita divisione Didattica che noi vogliamo superare.<br />
Noi desideriamo che tu senta l’Immersione d’Apprendimento come vera, densa<br />
di richieste, risposte e comportamenti Veri, ancorché certamente sintetizzati e<br />
schematizzati.<br />
In tale ottica sforzati di pensare a cosa corrisponde nella reltà quel comportamento che ti<br />
viene richiesto. Quando non lo capisci, chiedilo!<br />
Ogni più piccola sfumatura non sta lì a caso ma è pensata e ponderata e risponde a<br />
richieste che devi conoscere.<br />
Questa "Immersione d’apprendimento" ha, alle spalle, oltre 30 anni di modifiche e<br />
perfezionamenti e racchiude in se stessa moltissimo di più di quanto tu possa ora<br />
immaginare.<br />
Noi desideriamo che alla fine di queste pagine ti sia chiaro tutto ciò. Aiutaci, facci<br />
domande.<br />
Trasferisci queste righe nelle tue immersioni.<br />
Non separare l’Immersione d’apprendimento dalle tue immersioni reali che effettuerai<br />
succesivamente! In questo corso imparerai il "sistema Technical" da applicare a tutte<br />
le tue immersioni reali!<br />
Technical<br />
103<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
Aree principali<br />
1) Pianificazione generale;<br />
2) Briefing pianificativo;<br />
3) Sistemazione attrezzature;<br />
4) Controlli procedure;<br />
5) Controlli in superficie;<br />
6) Briefing direzionale;<br />
7) Immersione;<br />
8) Debriefing con valutazione.<br />
104<br />
Pure Tech Agency<br />
Questi sono gli otto settori-base di ogni immersione reale, di quelle che farai alla fine di<br />
questo corso.<br />
Sappiamo che nella norma alcuni sono eseguiti male e altri non eseguiti del tutto.<br />
Ebbene qui ti si chiede di eseguirli tutti e benissimo.<br />
Stai attento e recettivo, poiché a seguire imparerai nuovi comportamenti che ti saranno<br />
enormemente utili nelle tue Immersioni profonde tecniche.<br />
5.2 Pianificazione generale<br />
In questo caso saltiamo la parte di utilità generale, valore e obiettivi della pianificazione<br />
Generale in quanto ampiamente e minutamente già discussa nei singoli macrocapitoli<br />
precedenti sul management dello stress e dell’incidentistica, sul management della Narcosi<br />
d’Azoto, sulla visualizzazione, ecc.; passiamo quindi direttamente a diverse considerazioni<br />
strutturali della pianificazione generale di per se stessa e ad alcune specifiche richieste<br />
del corso.<br />
Obiettivi<br />
Ottenere il sistema operativo logicamente ottimale: il più "esatto" conseguibile.<br />
Una struttura di immersione come fosse dettata dal computer, asettica, esclusivamente<br />
tecnica, che funga da "modello" da utilizzare in tutte le nostre immersioni tecniche,<br />
aggiornandolo di volta in volta con le relative necessità oggettive, relative alle specifiche<br />
immersioni.<br />
Technical<br />
Svolgimento:<br />
Per ottenere quanto sopra ci si deve<br />
"allontanare il più possibile dall’acqua".<br />
Cosa significa?<br />
Significa che il Team si deve riunire<br />
in condizioni di stress zero, non deve<br />
"sentire" l’immersione, non deve<br />
ancora "viverla".<br />
Deve osservarla distaccato, come<br />
un’evento remoto, tanto distante<br />
da non preoccuparlo ora, in quel momento. Deve occuparsene come fosse esercizio<br />
accademico.<br />
Solo a emotività zero il Team potrà conseguire un risultato teoricamente perfetto, una<br />
pianificazione generale davvero efficiente.<br />
Allontanare l’acqua significa esserci distante nel luogo (per esempio: a Milano per
Pure Tech Agency<br />
un’immersione in Liguria) e nel tempo: anticipata quanto serva a tale scopo; per<br />
un’immersione poco impegnativa è possibile vada bene il giorno prima, per altre non basta<br />
una settimana. Per immersioni da record servono mesi.<br />
Non vi è un dato assoluto, il problema in questione è soggettivo: non si deve mentalmente<br />
sentire l’imminenza dell’immersione.<br />
In questo caso, per l’obiettivo che desideriamo conseguire qui, le emozioni sono un fattore<br />
indesiderato e deviante.<br />
Durante questo corso, ti viene richiesto di programmare da solo l’immersione e<br />
successivamente l’Istruttore controllerà il piano soffermandosi sulle diverse parti in<br />
modo dettagliato. In questo corso (per naturali esigenze di tempi e altre eventualità) la<br />
pianificazione generale può essere fatta la sera prima o anche poco prima dell’entrata<br />
in acqua. Assicurati di utilizzare il piano di programmazione della CMAS-<strong>PTA</strong> per le<br />
immersioni profonde tecniche<br />
Indipendentemente dalla situazione logistica circostante (immersione dalla barca, da<br />
riva) tu devi controllare che nessuna delle molteplici procedure che hai imparato per le<br />
immersioni profonde tecniche sia omessa o mal intrapresa.<br />
5.3 Breafing pianificativo<br />
Controllo-conferma finale su quanto deciso nella pianificazione generale, controlloconferma<br />
anche non dipendente da fattori puramente tecnici (per esempio: condizioni<br />
meteo, meno Aria, ecc.).<br />
Un controllo/conferma quindi a 360°, a tutte le latitudini possibili: quindi anche emozionali,<br />
psicologiche.<br />
Eventuali aggiornamenti rispetto alla pianificazione generale, tra i quali personalizzazioni<br />
dello schema precedente generate da esigenze emozionali e psicologiche.<br />
Svolgimento<br />
Viene collocato temporalmente<br />
poco prima dell’immersione;<br />
poco ma non pochissimo.<br />
Poco poiché naturalmente<br />
tanto più ci avviciniamo<br />
all’entrata in acqua e quanto<br />
più ci ricorderemo tutte le<br />
istruzioni, uno degli ovvi<br />
obiettivi di tutti i Briefings. Non<br />
pochissimo poiché questo<br />
Briefing, dati gli obiettivi<br />
sopra elencati, deve essere<br />
effettuato con una buona<br />
calma: Questo è il momento<br />
in cui, dopo aver già pianificato l’immersione, vengono riproposte tutte le scelte operative<br />
già effettuate.<br />
Technical<br />
105<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
106<br />
Pure Tech Agency<br />
Arrivati sul posto intervengono nuovi fattori, condizioni meteomarine, mancanza di un<br />
membro del Team, correnti eccessive non pianificate, che vanno valutati per eventuali<br />
cambio di alcuni param. In caso negativo, i param già decisi vanno effettivamente<br />
bene, ne siamo decisamente convinti?<br />
Vengono dunque rapidamente ma esaurientemente ripresi tutti gli aspetti pianificati<br />
dell’immersione dall’entrata in acqua all’uscita, dai piani standard alle emergenze; vengono<br />
"fissati" nella mente ma anche ragionati, messi in ultima attentissima discussione.<br />
Ogni membro del team deve operare in questo modo.<br />
Non è una semplice rielencazione mnemonica, ma un processo di re-analisi<br />
è quindi attivo, non passivo. si attua, non si subisce. Non è lo scenario del tipo uno<br />
parla e gli altri sbadigliano. Nel caso sopraggiungano nuove opinioni o richieste, il piano<br />
pregresso si può eventualmente modificare. è l’ultima possibilità che si ha di farlo!<br />
Svolgimento:<br />
In esatto contrario di quanto si era fatto in sede di pianificazione generale, ora invece<br />
si cerca il contatto mentale con l’acqua. Ci si avvicina ad essa il più possibile, anche<br />
fisicamente.<br />
L’ideale è fare tale Briefing sulla riva, in mezzo all’attrezzatura, insomma nella situazione<br />
più mentalmente coinvolgente, non al bar o al Diving, non in locali chiusi, che offrono con<br />
le loro mura separazione dall’acqua. Si ricercano le emozioni più nascoste, si verificano le<br />
richieste che l’acqua impone e le si accettano.<br />
Si cambia la pianificazione anche solo per disagio, paura, improvvisa irrequietezza,<br />
maggiore comodità mentale,volontà di maggiore rilassamento, ecc., ovvero anche<br />
"solo" per richieste non tecniche ma umame. Addirittura umane sbagliate, ovvero<br />
anche non tecnicamente necessarie o spiegabili.<br />
Strategia per pianificazione onnicomprensiva<br />
Quindi la strategia è: dotarsi della struttura d’immersione tecnicamente indubbiamente<br />
migliore, allontanando ogni distorsione emozionale nella pianificazione generale. Stendere<br />
poi questo "tappeto" sulla riva dell’acqua, "bagnarlo", al fine di vedere se si altera, dove non<br />
appoggia bene, e modificarlo senza mai perdere di vista i param fondamentali, standoci<br />
sempre seduti sopra, quindi comunque mai "navigando a vista" e sempre avendo uno<br />
schema pregresso e portante che possa fungere da riferimento oggettivo e che dunque<br />
ci possa far capire - a seconda della distanza da esso - se le scelte di modifica possono<br />
essere giuste e se siamo sotto stress.<br />
Uilizzo delle sensazioni<br />
Si viene dunque a inserire le proprie emozioni nelle parti che precedono l’immersione,<br />
spostandole dove servono e togliendole dove non servono, le si allocano dove debbono<br />
dare precise risposte, usandole come carta tornasole, come reagenti in un esperimento.<br />
Viceversa, se si pensa di ignorarle, saranno loro a gestire te stesso, e male. Gestendole<br />
e usandole come uno strumento conoscitivo esse ti offriranno gli spunti pianificativo/<br />
operativi più veri, importanti, utili ed efficaci.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Impara a considerare le tue emozioni come un dato basilare, come un attrezzo, come un aiuto.<br />
Sarebbe un grande errore escludere l’essere umano dall’immersione, come se non<br />
contasse nulla o come se l’animo umano si potesse dominare facilmente. Siamo<br />
abituati a considerare sin nei minimi particolari un erogatore, una muta, un jacket. A<br />
spaccare il capello in quattro quando scegliamo una maschera, ed al tempo stesso non<br />
solo a non prestare la minima attenzione alle nostre emozioni, al nostro cervello, ma<br />
addirittura a seppellirle, a scacciarle quando si presentano e non ci piacciono (quindi<br />
quando dovremmo prestarvi più attenzione poiché preoccupanti o pericolose).<br />
A tal proposito si consiglia di svolgere un corso di Human Factor CMAS-<strong>PTA</strong> per migliorare<br />
e considerare anche il fattore umano nelle immersioni tecniche.<br />
Nell’ambito di questo corso, l’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> discuterà con te ogni aspetto<br />
dell’immersione d’esame, con chiarezza, logica e consequenzialità. Cerca di fare<br />
tuo questo sistema, di impadronirti della sua pratica, questo Briefing non ha solo le<br />
classiche finalità sopraesposte ma anche finalità didattiche: devi imparare a fare un<br />
buon Briefing.<br />
In quest’ottica al 1° livello ti verrà richiesto di parteciparvi attivamente e non di subirlo<br />
passivamente, successivamente (dal 2° livello in poi) dovrai impostarlo tu al fine di<br />
saperlo sicuramente gestire da solo, eventualmente anche come Team Leader, nelle<br />
immersioni extra-Corso.<br />
Quindi dovrai essere attento, sveglio, concentrato, analitico e propositivo<br />
5.4 Controllo procedure<br />
Quando tutti avranno terminato la sistemazione delle proprie attrezzature personali, non<br />
che delle attrezzature secondarie di emergenza si procede al controllo delle procedure<br />
pianificate.<br />
Il processo si effettua a secco.<br />
Ottica di Team<br />
Dovremo iniziare a pensare come una squadra, lavora e funziona la squadra e non il<br />
singolo.<br />
Si noti che ciò è ancor più vero e importante con assetti e attrezzature dove il singolo non<br />
è autosufficiente, come in questo caso.<br />
A tal riguardo accertarsi se il Team nella sua interezza (dare al Team personalità<br />
propria, come se fosse un’unica persona) ha confidenza con le procedure dei singoli<br />
sub e se esistono punti di frizione, punti dove l’azione o non-azione del singolo potrebbe<br />
compromettere la risposta del gruppo.<br />
Non prendere questo controllo come noioso: non sei autosufficiente, nessuno a questi<br />
livelli di Training e attrezzatura lo è: la sicurezza nelle peggiori emergenze dunque<br />
dipende dal Team. Non puoi fare a meno di esso, non ancora.<br />
Se dovese presentarsi una seria problematica in acqua e il Team non funzionasse,<br />
questa si trasformerebbe in incidente. Per evitarlo è vitale un efficiente, vero e serio<br />
Controllo Procedure.<br />
Technical<br />
107<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
108<br />
Pure Tech Agency<br />
Occorre rivedere tutti i segnali a doppio filo utilizzati nell’immersione, le varie procedure di<br />
emergenza, perdita del compagno, perdita del gas di fondo e/o del gas decompressivo,<br />
procedure di sicurezza in caso di scarsa visibilità, in modo che ogni componente del Team<br />
sia parte integrante della squadra.<br />
5.5 Controlli di superficie<br />
Entrati in acqua, posizionata e controllata l’attrezzatura aggiuntiva di emergenza (stazione<br />
deco) e riuniti in gruppo nel posto e nel modo più comodo, va controllata l’attrezzatura<br />
personale<br />
Particolare attenzione va posta a:<br />
a) Controllare corretta calzata delle pinne<br />
b) Vestizione della zavorra<br />
c) Controllo frusta stagna e gav, tirare per vedere se è attaccata correttamente<br />
d) posizione e funzionamento dei 2 erogatori controllando il manometro<br />
e) chiusura varie clip e sottocavallo<br />
f) posizione (aperta o chiusa) di eventuale isolatore<br />
g) apertura completa delle rubinetterie (non "mezzo giro indietro", sentire il fondo corsa!)<br />
h) Controllare corretta vestizione delle bombole decompressive, verificare che il circuito<br />
sia in pressione ma chiuso (solo per corso Trimix)<br />
i) eventuali perdite d’Aria (controllo bolle con immersione della rubinetteria)<br />
i) posizione maschera (controllo anche maschera di scorta)<br />
Abbiamo più volte spiegato che ti immergi non autosufficiente e che quindi in questo tipo di<br />
immersione l’autosufficienza è di Team, non singola. è dunque il gruppo che si autotutela e<br />
difende dai pericoli, non il singolo che da solo non avrebbe la struttura di equipaggiamento<br />
né la capacità tecnica di utilizzarlo (autosufficienza è una parola molto grossa, richiede<br />
sistemi di equipaggiamento complessi e metodi di utilizzo raffinati, la si studia e mette in<br />
atto nel corso Solo).<br />
Il tuo compagno è "parte dell’attrezzatura", non puoi permetterti il lusso di fidarti di non<br />
controllare, di non andare "a vedere" personalmente.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Chiedi al tuo compagno se è ok con i gas. Egli guarda il manometro e scopre di avere<br />
non 200 ma 160 bar in bombola e con un rapido (quanto sbagliato) calcolo pensa di<br />
poterci stare in quanto 80 bar avrebbero dovuto essere di riserva (200 - 80 = 120).<br />
Non vuole rimandare o cambiare l’immersione, nè sembrare stupido, quindi ti risponde<br />
"gas ok!".<br />
Tu lo prendi per buono e ti immergi.<br />
Ora: a prescindere dal fatto che non era comunque corretto di per se, considerare gli 80<br />
bar come riducibili all’inizio dell’immersione in quanto si riduce la scorta d’emergenza,<br />
ma in effetti per lui forse poteva anche andare bene, infatti quegli 80 bar non erano<br />
suoi, ma tuo.<br />
I gas del compagno sono i tuoi. E così con tutto.<br />
Problema del compagno = problema tuo<br />
Che succede se il tuo compagno scopre in discesa che non aveva clippato bene l’attacco<br />
della stagna alla valvola d’ingresso? Che scende a piombo respirando sempre meno a<br />
causa dell’effetto schiacciamento della muta, e quindi si aggrappa a te o comunque tu lo<br />
devi soccorrere. Lo stesso per il jacket.<br />
E se a 60 m soffre di affanno perché non aveva aperto bene il rubinetto? ti chiede<br />
l’erogatore di emergenza.<br />
E se improvvisamente la cintura di zavorra si apre perché non ben chiusa e in risalita<br />
sfugge verso la superficie?<br />
Si attacca a te probabilmente facendoti pallonare.<br />
Potremmo continuare all’infinito.<br />
Un problema del compagno è un problema tuo, inevitabilmente.<br />
Attitudine versus compagno: efficienza e sistemizzazione<br />
Quando due compagni provano l’un l’altro l’attrezzatura, non stanno pensando all’altro,<br />
ma ognuno sta preoccupandosi nel miglior modo possibile di se stesso.<br />
E non stanno pensando solo al caso di un’emergenza conclamata durante la quale<br />
l’attrezzatura del compagno diventa la propria, ma anche per evitare che in generale si<br />
verifichino problemi, ovvero a scopo preventivo: per essere certi che il compagno abbia preso<br />
tutte le cautele necessarie, non abbia dimenticato nulla in mala o anche in buona fede.<br />
Technical<br />
109<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
110<br />
Pure Tech Agency<br />
É assolutamente vietato, in un’Immersione Tecnica non fare tutti i controlli necessari<br />
di persona, perchè farli sul compagno è farli a se stesso, alla propria attrezzatura<br />
di emergenza e alla propria tranquillità in acqua che si ottiene anche attraverso la<br />
tranquillità del compagno.<br />
Dobbiamo ritornare sulle righe poco più sopra e chiarire bene il concetto: non si effettuano<br />
controlli sul compagno mettendoci mani e occhi solo perché si è preoccupati della sua<br />
salute. Non si controlla minuziosamente l’equipaggiamento del fratello o del grande amico<br />
per poi non curarsi di chi non conosci, stai sbagliando con te stesso.<br />
Devi capire che il controllo dell’attrezzatura del compagno è egoistico, non serve all’altro,<br />
ma soprattutto a te.<br />
Solo quando avrai accettato quanto sopra, ovvero che il controllo dell’attrezzatura del<br />
compagno lo fai per te stesso, effettuerai un ottimo controllo sempre, sistemizzato, anche<br />
quando il compagno è casuale o ei sta antipatico.<br />
E così i tuoi compagni a Te.<br />
Controlli funzionali<br />
Vorremmo sottolineare ulteriormente quanto già chiaro quando si scrive: "premere i<br />
pulsanti", "respirarvi", "non basta l’OK". Abbiamo visto troppi problemi per stupidaggini,<br />
facilissimamente risolvibili in superficie e invece assai serie in acqua profonda.<br />
Si dice che "va bene" un equipaggiamento quando lo si è provato poco prima di scendere<br />
in acqua, ovvero in superficie. Diversamente si può solo affermare "dovrebbe andare<br />
bene".<br />
Quando la frusta del jacket è attaccata sembra bene al comando immissione Aria si può<br />
dire "dovrebbe essere OK".<br />
Quando di preme il pulsante inflow e si vede il sacco gonfiare senza fuoriuscite strane da<br />
buchi o da valvole difettose, si può dire "sono OK frusta e sacco".<br />
La differenza è sostanziale, e non vogliamo spendere altre righe su considerazioni così<br />
banali. Banali ma assai poco seguite.<br />
Ogni attrezzatura non può essere solo osservata, ma deve essere provata!!!<br />
Controlli non visivi ma operativi! controlli funzionali !!!<br />
IMPORTANTE:<br />
In presenza di correnti di superficie o onde che possono disturbare e/o impedire<br />
in corretto controllo in superficie, tutte quelle operazioni che posso essere fatte<br />
all’asciutto, si devono effettuare a bordo, guardando il nostro compagno mentre<br />
tocca la propria attrezzatura e viceversa. L’unica cosa che occorre effettuare in<br />
acqua è il controllo delle perdite gas e il controllo delle bombole decompressive.<br />
É vietato immergersi senza un accurato controllo di superficie.<br />
Technical
5.6 Breafing direzionale<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
Quando i controlli procedure e i controlli di<br />
superficie sono stati completati e tutto è<br />
perfettamente a posto, quando non manca<br />
più nulla di nessun genere alla preparazione<br />
dell’immersione, si effettua un ultimo<br />
briefing detto direzionale, enormemente<br />
diverso dagli altri nella forma e negli<br />
obiettivi.<br />
Obiettivi<br />
Detto anche briefing riassuntivo,<br />
focalizza i punti-chiave dell’immersione<br />
nel momento più vicino possibile alla discesa, e per questo anche nel momento di maggiore<br />
stress: ovvero quando è più utile e ce n’è più bisogno.<br />
Svolgimento<br />
Ognuno dei componenti del Team espone autonomamente (fra parentesi quanto verrà<br />
eseguito nel corso, esempio livello 47 m):<br />
a) Profondità massima (47 m)<br />
b) Profondità operativa (45 m)<br />
c) Tempo massimo (10 min)<br />
d) Velocità di discesa (20 m/min)<br />
e) Level Off o fermata intermedia (40 m)<br />
f) Segnale tempo intermedio (4 min)<br />
g) Segnale controllo gas (6 min)<br />
h) Segnale ultimo minuto (9 min)<br />
i) Segnale fine immersione (10 min)<br />
j) Velocità di risalita (10 m/min)<br />
k) Prima tappa Decompressiva o Deep Stop (21 m – 5 min)<br />
l) Segnale allerta gas Bar Minimi (90 Bar)<br />
m) Segnale risalita gas Bar Minimi (70 Bar)<br />
n) Gestione del compagno (distanza dal compagno 1 M)<br />
p) Affermazione di aborto immersione (in qualsiasi momento si può abortire<br />
l’immersione)<br />
q) Ok per l’Immersione (io sono ok per scendere)<br />
Quindi bisogna stare fermi sul posto in semicerchio in modo da vedersi tutti negli occhi,<br />
rispondere con i segnali corretti quando ogni membro del Team effettua il proprio breafing<br />
drezionale, visualizzando l’immersione programmata.<br />
Al termine il Team Leader, constatato l’ok di tutti, darà il segnale di ok-immersione, quindi<br />
non dovrai partire subito da solo, nè aspettare che si immergano prima gli altri.<br />
Questo è esattamente lo schema-briefing direzionale che userai in tutte le immersioni<br />
profonde tecniche; nessuna differenza con le immersioni extra-corso.<br />
Il sistema, lo schema, i punti di interesse sono identici: nè uno più nè uno meno;<br />
cambierà solo quanto è contenuto nella parentesi, che dovrà essere quanto richiesto<br />
nella specifica immersione<br />
111<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
112<br />
Pure Tech Agency<br />
Possibili errori<br />
a) Lento<br />
Non hai immediatezza nell’individuare i punti primari dell’immersione: li devi ragionare,<br />
non li "senti" tuoi, non li hai assunti nel profondo: se così, in un momento di minor capacità<br />
di ragionamento potresti "scegliere" altri punti.<br />
Deve durare un Max. di 30 secondi, viceversa diventa inefficace per lo scopo proposto.<br />
Devi visualizzare l’immersione.<br />
b) Lungo, denso di particolari, discorsivo e non sintetico.<br />
Confondi questo briefing con il briefing primario. Non sai distinguere i punti primari da<br />
quelli secondari dell’immersione, non dai più valore a ciò che più valore ha.<br />
Ti immergerai senza un chiaro filo logico portante, senza un’indicazione di via maestra da<br />
seguire.<br />
Quini in questo caso: sintesi = operatività acquea.<br />
c) Mette in discussione quanto deciso nel Briefing Pianificativo.<br />
Non serve a questo!<br />
La tua posizione mentale non sarà quella di ripensare a quanto deciso, ma di stampare<br />
con marchio di fuoco le risposte nella tua mente: usa questo momento per incidere i punti<br />
chiave dell’immersione nel tuo cervello.<br />
Se metti improvvisamente in discussione quanto già pensato 1000 volte e confermato<br />
con calma e tempo a secco, è assai improbabile che ciò sia frutto di ripensamento logico<br />
(oltretutto in un momento come questo in cui si ha pochissimo tempo a disposizione). Sarà<br />
invece sicuramente dovuto a incertezza, timore, paura, angoscia: ovvero a stress.<br />
Di come comportarti quindi abbiamo già scritto nel capitolo dello Stress, qui vogliamo solo<br />
farti capire questo di te stesso e dirti non incattivirti su problemi pretestuosi, falsi.<br />
d) Atteggiamento passivo, "molle"<br />
Sei sulla difensiva, al pensiero dei compiti che ti attendono arretri mentalmente, li conosci<br />
razionalmente, non li metti in discussione poiché sai che sono a posto, ma non sei convinto<br />
di effettuarli.<br />
Non hai l’attitudine giusta, che in questo caso è quella di moderata aggressività: queste<br />
immersioni vanno un pò assalite, non certo subite.<br />
Non intendiamo entrare qui in tale argomento che è dei corsi più avanzati, ma si sappia<br />
che progredendo nel training si richiederà un’immersione d’"attacco": si richiederà<br />
un’impostazione mentale anticipatoria, dinamica, decisamente aggressiva. Si richiederà<br />
di mettere la "5° marcia", di elevare il numero dei giri-motore.<br />
Nel corso technical Air/Trimix tale approccio deve essere introdotto e almeno abbozzato<br />
dall’Allievo.<br />
Quindi deve notarsi in te un sensibile cambio d’atteggiamento. In quest’ottica sii deciso,<br />
sicuro, grintoso nelle risposte: manifesta anche a te stesso padronanza nel controllare<br />
lo stress e una certa decisione/aggressività nell’enunciare i compiti. Ricorda che sei tu il<br />
primo che sente come effettui il briefing direzionale; fallo anche per te stesso.<br />
e) Errori o dimenticanze.<br />
Non sono ammissibili, in questo Briefing ben poco c’è da ricordare ed è tutto di primaria<br />
importanza, viceversa lo hai eseguito troppo dettagliato.<br />
L’esperienza poi dice che al 95% un’errore o dimenticanza qui viene puntualmente a<br />
ripercuotersi in acqua.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Infatti qui la compenetrazione, l’"avvicinamento all’acqua" è massimo, pressoché totale.<br />
Il sub sta vivendo l’immersione come stando in acqua, la situazione permettere di esprimere<br />
esattamente quello che farà.<br />
Il briefing direzionale dà l’immagine precisa di come il sub affronterà l’immersione in<br />
acqua, sia a livello tecnico/pratico che a livello psicologico.<br />
Ogni errore in questo momento è grave, anche perché verrà quasi sicuramente ripetuto<br />
in acqua. è tutt’altro che un banale esercizio riassuntivo: è la vera "prova d’immersione",<br />
ed è quindi anche la prova di ammissione all’immersione.<br />
Ascoltarlo ed eseguirlo perfettamente non solo identifica una situazione "tecnica" a<br />
posto, ma serve anche per rinsaldare la fiducia nel compagno e in se stessi e affrontare<br />
l’immersione nel migliore approccio psicologico possibile. Imperfezioni o errori non solo<br />
si ripercuoteranno in acqua ma causeranno anche un senso generale d’insicurezza e<br />
aumenteranno lo stress latente del singolo e del Team. Non si scende in acqua se non<br />
è perfetto<br />
Gestione di Team<br />
É consigliabile che ci sia un leader, che sarà chi ha la qualifica e l’esperienza più alta in<br />
questo settore e in questa pratica. Il Team Leader dovrà anche scegliere l’ordine di parola<br />
dei sub.<br />
Il Briefing viene eseguito prima dallo stesso Team Leader, poi dai più bravi sino a scendere<br />
a chi potrebbe avere maggiori difficoltà: in questo modo chi ha maggiori difficoltà avrà<br />
precedentemente ascoltato buoni Briefing che avranno contribuito a costruirgli lo schema<br />
mentale certamente meglio di quanto sarebbe stato se fosse stato il primo a parlare.<br />
Peraltro i più bravi, quelli con lo schema più saldo in mente, potranno meglio sopportare<br />
il tempo di latenza fra la loro enunciazione e l’immersione. Infatti se vi sono più sub i<br />
primi dovranno ovviamente aspettare l’ultimo Briefing prima di immergersi, con inevitabile<br />
caduta di concentrazione.<br />
Nell’ambito di questo Corso, l’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> in superficie fa le veci del Team<br />
Leader, non solo ovviamente per controllare e dirigere il tutto, ma anche per insegnarti<br />
a fare il Team Leader, compito che un domani potresti essere chiamato a fare te.<br />
Quindi non pensare solo al tuo ruolo, ma osserva e impara anche il ruolo dell’Istruttore,<br />
ovvero il ruolo del Team Leader!!!<br />
La gestione del briefing da parte del Team Leader è complessa, in quanto dovrà ascoltare<br />
il breafing direzionale di ogni membro, nel caso noti mancanze o errori, egli dovrà porre<br />
domande, non correggere già con la risposta, ma provocare l’autocorrezione.<br />
Una semplice correzione non viene metabolizzata e quindi è del tutto inutile, diversamente<br />
con domante mirate si porta il subacqueo alla giusta correzione con una partecipazione<br />
attiva, che servirà al nostro scopo.<br />
Gli eventuali interventi del Team Leader saranno dunque chirurgici, precisi nella formulazione<br />
delle domande, che debbono porre l’attenzione solo sull’elemento interessato e non dare<br />
al partecipante la possibilità di confonderlo con qualcun altro.<br />
Debbono mantenere alta la velocità e il dinamismo. Debbono allungare il meno possibile<br />
il briefing, debbono mantenere costantemente alto il livello di stress: il momento della<br />
correzione non deve essere un momento in cui ci si siede e si prende una pausa, in cui ci<br />
si fa coccolare dall’amico esperto.<br />
Technical<br />
113<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
114<br />
Pure Tech Agency<br />
Ripetizione<br />
Nel caso che eventuali correzioni dovessero allungarsi troppo, confondere, spezzare e<br />
fare uscire il Briefing dai binari, il Team Leader dovrà farlo ripetere da capo integralmente<br />
sino a quando non sarà come voluto e necessario.<br />
L’obiettivo è avere uno schema mentale unico, integrato e filante, non la comprensione<br />
di singoli pezzi scollegati dall’insieme. L’obiettivo è l’ordinata riprogrammazione mentale,<br />
non la correzione dei dettagli sparsi.<br />
Tieni sempre presente che il partecipante in difficoltà può non essere l’unico che partecipa<br />
all’immersione. Ciò significa che un allungamento dei tempi a lui dedicati si ripercuote<br />
sugli altri partecipanti che hanno già terminato il briefing<br />
Se un componente ha dei problemi con il breafing direzionale, rallenterà e ritarderà<br />
lo stacco dalla superficie di tutto il Team, con conseguente calo di concentrazione di<br />
coloro che hanno effettuato il briefing prima, sia perché aumenta lo stress nell’assistere<br />
a un briefing tormentato e difficile di un loro compagno<br />
Prima che la corda che unisce i partecipanti del Team si spezzi insieme al filo logico<br />
dell’immersione e alla concentrazione, il Team Leader deve decidere di sospendere<br />
momentaneamente, ovvero rilassare il Team e ritornare 1 passo indietro.<br />
Ci si porta dunque in stand by per un pò e poi appena si sono ricaricate le batterie mentali<br />
si riprende dai controlli di superficie.<br />
É molto importante riprendere dai controlli di superficie, perchè ciò dà ancora un pò di fiato<br />
a chi sente nuovamente sopraggiungere la parte sulla quale ha avuto difficoltà, mentre<br />
contemporaneamente viene rinfrancato da un nuovo accurato controllo che lo mette<br />
doppiamente al sicuro, lo conforta prima di iniziare l’immersione.<br />
In questo modo lo stress latente dovrebbe essersi sensibilmente abbassato prima di<br />
effettuare il 2° tentativo: l’esperienza dice che al 90% questo briefing andrà bene.<br />
Se il subacqueo presenta ancora difficoltà nel breafing significa che non è pronto<br />
mentalmente per l’immersione pianificata, e quindi eviteremo di farlo immergere, oppure<br />
sospenderemo l’immersione per tutto il Team.<br />
Non si scende in acqua se il briefing direzionale non è veramente a posto!<br />
Stacco dalla superficie: possibili errori<br />
Parti prima o dopo il Team Leader.<br />
Un approccio sbagliato oppure la gestione sbagliata dell’attrezzatura, può portare il<br />
subacqueo ad avere una posizione sbagliata e non pianificata, sia in discesa, che sul<br />
fondo, rimanendo sempre 2 m indietro o avanti anche durante rallentamenti o accelerazioni,<br />
anzichè al fianco (distanza dal compagno 1 braccio).<br />
La posizione anticipatoria o ritardata, specie se costante e dunque non spiegata da<br />
cause oggettive momentanee, indica una dose di stress non controllata, un rifiuto parziale<br />
all’immersione. In questo caso anche se fosse anticipatoria, non indicherebbe una maggiore<br />
aggressività o convinzione, ma un atteggiamento di "tolto il dente tolto il dolore".<br />
Una corretta pesata, accompagnata ad un controllo del gav in discesa, ci evita discese<br />
incontrollate e troppo rapide.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Diversamente lo stacco dalla superficie potrebbe risultare piuttosto "violento", con la<br />
sensazione di essere "risucchiati" dal fondo. Inoltre uno stacco differenziato ci porta anche<br />
ad una differenza sui timer o computers<br />
Quindi preparati mentalmente a questo, impostando già sin d’ora lo stacco in modo che<br />
risponda al criterio di simultaneità.<br />
Impara già da ora uno stacco dalla superficie in perfetta sintonia di tempi e di velocità<br />
di caduta, ti impedirà di commettere errori in futuro.<br />
Se senti di voler fuggire (indietro o in avanti) dallo schema dell’immersione devi<br />
riconoscere in questo un mancato dominio di stress. Riporta l’immersione entro il tuo<br />
range di stress fisiologicamente sopportabile.<br />
Analizza ogni tuo comportamento in modo apertamente critico. Non averne paura:<br />
questo ti permetterà di risolvere i problemi e di superarli, migliorandoti.<br />
Fingere a te stesso non farà invece che peggiorarli e metterti in condizione di<br />
pericolo.<br />
Il briefing direzionale va effettuato direttamente sul punto di immersione solo quando tutto<br />
è a posto.<br />
Non è possibile avere compiti da effettuare terminato il briefing direzionale. Non è ammessa<br />
confusione, perdita di tempo e concentrazione, movimenti dalle posizioni, ecc..<br />
All’ok per l’Immersione del Team Leader, o subito dopo la fine del briefing direzionale,<br />
la tua posizione non è corretta o l’attrezzatura deve essere ancora posta in stato<br />
operativo.<br />
Non è possibile farlo a riva per poi pinneggiare prima di riposizionarsi e scendere.<br />
Non è concesso fare nulla dopo il briefing direzionale se non l’immersione.<br />
mettiti nelle condizioni di poterti staccare dalla superficie entro max. 5 secondi dal<br />
termine del briefing: questo è l’obiettivo che devi avere prima di dare inizio al briefing<br />
direzionale.<br />
Technical<br />
115<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
116<br />
Pure Tech Agency<br />
Nota corso:<br />
Assistente Istruttore<br />
Gli standard CMAS-<strong>PTA</strong> obbligano l’Istruttore a non avere più di 2 allievi per ogni<br />
sessione di acque libere. Questo sempre: non vi sono casi in cui è possibile derogare.<br />
Nel farti capire quanto sia sicuro e curato questo corso, ti invitiamo a segnalarci<br />
direttamente ogni diverso comportamento dell’Istruttore. Grazie.<br />
Quando ci sarà l’aiuto Istruttore, a meno di diverse istruzioni dell’Istruttore, egli si sarà<br />
alla fine del briefing direzionale scomparso dalla tua vista: egli si posiziona appena<br />
dietro le tue spalle e lì rimarrà per tutta la durata dell’immersione discesa e risalita<br />
comprese.<br />
È questa una procedura di grande sicurezza.<br />
Sarai così sempre sotto controllo anche quando il 1° Istruttore sarà davanti a te e,<br />
indicandoti il cammino, potrà ovviamente perdere il tuo contatto visivo per qualche<br />
secondo o frazione di secondo in vari momenti d’immersione (quando gira la testa).<br />
Peraltro così sono assicurate al meglio le comunicazioni fra istruttori in quanto si<br />
avrà una linea visiva retta fra di essi, nella quale tu starai perfettamente nel mezzo;<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> ci tiene a sottolineare questo perchè vuole che tu capisca che sarai<br />
costantemente sotto diretto controllo in qualsiasi momento dell’immersione e lo staff<br />
sarà in comunicazione nei momenti necessari.<br />
Tu non dovrai più preoccuparti del 2° Istruttore o aiuto, sarà lui a preoccuparsi di te: a<br />
partire da questo momento lo devi ignorare totalmente e seguire solamente il tuo 1°<br />
Istruttore (escluso in caso di emergenza quando devi ricordare che hai un’Istruttore<br />
dietro la schiena anche se non lo vedi).<br />
Ricorda!<br />
Puoi abbandonare l’immersione in un qualsiasi momento e per qualsiasi ragione !!!<br />
Nota corso:<br />
Compagno di immersione<br />
L’Istruttore è il tuo unico compagno d’immersione.<br />
Nel caso ci sia un altro studente in acqua, questi non è da considerarsi compagno<br />
d’immersione e va ignorato in tutto e per tutto.<br />
Nessun segnale o richiesta di assistenza va diretto a lui. Non fare riferimento a lui<br />
nemmeno per gli esercizi, non dovrai imitarlo, nè aspettare "l’imbeccata" per svolgere i<br />
compiti assegnati nel test di apprendimento.<br />
Questo perché a prescindere che se "copi" si vede chiaramente, ma così facendo<br />
potresti sbagliare! ti ricordiamo infatti che anch’egli è un allievo come te e può<br />
commettere errori.<br />
Fai la tua immersione estraniandoti completamente dalle mosse dell’altro studente<br />
Nota corso:<br />
Senso di posizione<br />
Solo una cosa ti chiediamo verso un eventuale altro studente: il senso di posizione.<br />
Devi sapere sempre dov’è l’altro studente e starci affiancato a 1 braccio di distanza.<br />
Questo per 2 motivi:<br />
1) di sicurezza: se non siete vicini e affiancati l’aiuto Istruttore posteriore si troverà in<br />
posizione intermedia e distante, o dovrà fare la scelta di stare dietro a 1 solo studente.<br />
In entrambi i casi la sua velocità operativa diminuisce.<br />
2) didattici: visto che il vero e unico compagno d’immersione (l’Istruttore) sarà assai<br />
disordinato e a volte lontano (è suo compito al fine di provocare errori), è chiaro che il<br />
sistema di coppia non ci potrà essere con lui e quindi non sarà testabile con lui.<br />
In tale ottica, per vedere se hai sviluppato questo importantissimo senso, trasferiamo<br />
questo compito sull’altro allievo.<br />
Se non vi sarà un altro allievo, dovrai sforzarti di avere un sistema di coppia il più<br />
possibile efficace, senza compromettere i dati-base dell’immersione, con il tuo Istruttore<br />
(ovvero il tuo compagno), richiamandolo quando esce dalla programmazione<br />
Technical
5.7 Discesa<br />
Pure Tech Agency<br />
La miglior discesa che dovremmo riuscire a fare, sarà quella che ci permetterà di<br />
guadagnare il fondo velocemente, ma nella posizione più confortevole e fisiologicamente<br />
migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente, senza essere<br />
mai costretto a interagire fisicamente con essi, sempre in ottimo controllo proprio, e<br />
pronto a fermarsi appena necessario usando la propria attrezzatura o, in caso di effettiva<br />
necessità, sfruttando la cima/parete.<br />
Dopo lo stacco dalla superficie, scendi controllando l'assetto. É consigliata la posizione<br />
orizzontale detta anche a paracadutista, che ci permette una migliore traslazione<br />
pinneggiando.<br />
Inoltre occorre avere sempre un contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/<br />
parete, posizionati ad un braccio di distanza, mentre è da evitare il contatto fisico con essi.<br />
Impara già da ora uno stacco dalla superficie in perfetta sintonia di tempi e di velocità<br />
di caduta, ti impedirà di commettere errori in futuro.<br />
Nota corso:<br />
Non effettueremo tecniche di discesa veloce, perchè è da farsi quando si ha già una<br />
grande familiarità con la profondità di arrivo, inquanto aumenta la narcosi d’Azoto e tu<br />
questa familiarità te la stai costruendo.<br />
Deciderai la tua velocità di discesa, nel massimo comfort.<br />
Il tuo Istruttore si adatterà al tuo ritmo precedendoti di poco (sarà in fronte a te e sotto<br />
di te di circa 1 m) e se proprio è esageratamente rapido o lento te lo segnalerà e ti<br />
conformerai tranquillamente alle sue disposizioni caricando o scaricando il jacket.<br />
Non avere fretta. Controlla te stesso e l’ambiente<br />
5.8 Esercizi di apprendimento<br />
Le immersioni di corso sono strutturate seguendo uno schema sempre uguale, per ogni<br />
livello. Questo perché l’unica variabile che avremo per ogni immersione di livello diverso,<br />
sarà solo ed esclusivamente la profondità. Così potremmo verificare meglio gli effetti della<br />
narcosi d’Azoto e dello stress con il cambiare della profondità<br />
Gli Esercizi o meglio i compiti da svolgere durante l’immersione saranno i seguenti:<br />
a) Segnalazione e Fermata Intermedia (Level Off)<br />
b) Non Superare la Profondità Massima Pianificata.<br />
c) Segnalare i 4 minuti d’Immersione.<br />
d) Segnalare i 6 minuti d’Immersione, Controllare le Pressioni Propria e del<br />
Compagno.<br />
e) Con la Bussola Ricavare la Direzione Nord di un Oggetto Segnalato dall’Istruttore.<br />
f) Identificare e Relazionare all’Ambiente e all’Immersione gli Oggetti Segnalati<br />
dall’Istruttore.<br />
g) Segnalare 1 minuto alla Risalita ai 9 minuti di Immersione.<br />
h) Segnalare la Risalita ai 10 minuti d’immersione.<br />
Technical<br />
117<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
118<br />
Pure Tech Agency<br />
i) Risalire senza lasciare nessuno sul fondo alla velocità di 10 m/minuto.<br />
j) Effettuare una corretta decompressione.<br />
Come vedi, nulla di trascendentale; ma non è nemmeno semplicissimo come potresti<br />
pensare.<br />
Ora entriamo in dettaglio.<br />
a) Segnalazione e fermata intermedia<br />
Nel briefing ti verrà detto a che profondità ti dovrai fermare in assetto idrostatico<br />
effettuare un rapido ma efficace check delle condizioni dello studente per vedere se<br />
l’immersione può proseguire toccando nuovi livelli non esplorati prima.<br />
Si vuole stabilire se in quel momento sei nelle condizioni mentali e fisiche di andare oltre.<br />
Ovvero se alla stessa profondità del livello precedentemente superato hai ancora la stessa<br />
capacità di gestione, se confermi nuovamente l’efficienza già dimostrata nella tua ultima<br />
immersione.<br />
Una necessaria "prova del nove" prima di proseguire verso la maggiore profondità:<br />
potresti infatti essere più stanco dell’immersione precedente, essere in un giorno diverso,<br />
essere mentalmente meno predisposto ad andare oltre o meno concentrato; è un’altra<br />
immersione, diversa dalla precedente, ciò va saputo e ai fini della sicurezza considerato<br />
mettendo un arresto di rispetto/controllo. Non diamo nulla per scontato.<br />
La fermata intermedia verrà dunque effettuata a 40 m per il livello dei 47, a 47 m per il<br />
livello dei 54, a 54 m per il livello dei 60 e a 60 m per il livello dei 66 (Program Trimix)<br />
Qualche metro prima della profondità stabilita, segnalerai al compagno di rallentare e<br />
rallenterai tu stesso insufflando la giusta quantità di Gas nel jacket.<br />
Se il compagno dovesse essere più in basso di te e vicino alla quota di stop, segnalagli<br />
di rallentare! ricorda, i segnali non servono solo a te, ma anche al compagno.<br />
Ti fermerai alla profondità stabilita, senza andare oltre, rimanendo in assetto idrostatico<br />
neutro sino a quando l’Istruttore ti darà il segnale di possibile ulteriore discesa.<br />
Possibili errori<br />
a) segnalazione troppo anticipata o troppo ritardata, rispetto alla velocità di<br />
discesa.<br />
A prescindere dalla scarsa efficienza della segnalazione, questo evidenzia un forte stress<br />
e/o una sensazione dell’immersione falsata. Ovvero una imprecisa immagine di come<br />
si sta svolgendo l’immersione, di come ti stai muovendo in acqua in un ottica spaziotemporale.<br />
Non è un errore grave, ma devi affinare le tue capacità di analisi e giudizio della tua<br />
persona mentre si muove nell’ambiente.<br />
E soprattutto nel caso di segnalazione troppo anticipata, devi tenere sotto maggiore<br />
controllo lo stress, che ti ha preso un pò la mano (stress da esercizio).<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Level Off pianificato 54 m - >>> Effettuato a 51 m (errore)<br />
Evidentemente l’errore è frutto di un forte stress, causato dall’esercizio di sorso, ma ogni<br />
immersione è un esercizio ci sono sempre compiti da svolgere in ogni immersione.<br />
In quest’ottica non pensare che l’errore o imperfezione da "stress da esercizio" ti mettano<br />
al riparo dal commettere lo stesso passo in un’immersione fuori sorso: se effettui un errore<br />
in un corso, lo compirai anche in immersioni fuori sorso ma che contemplino la stessa<br />
condizione di stress.<br />
le immersioni "vere" hanno un maggiore contenuto di stress proprio perché sono vere<br />
e non "di corso". Se non riuscirai a gestire lo stress di corso, sarà difficile gestire uno<br />
stress in una immersione vera, soprattutto in caso di emergenza. Essere eccellenti qui<br />
per essere discreti da soli, qualcosa che può perdersi fra le righe di questo manuale<br />
ma che invece è l’affermazione principe, la linea didattica primaria, dell’intero corso che<br />
stai frequentando. Non pensare al corso, ma vivi l’immersione reale.<br />
B) mancata segnalazione.<br />
Esegui la fermata, ma senza averlo precedentemente segnalato al compagno.<br />
La segnalazione è un aiuto al compagno, e quindi anche dal compagno verso di te.<br />
Il compagno si può dimenticare del compito (qualsiasi esso sia) e ciò in alcuni casi può<br />
causare problemi gravi. In questo tipo di immersione la segnalazione precede sempre<br />
qualcosa di importante. Qualcosa che deve essere fatto. Dimenticare la segnalazione può<br />
significare dimenticare anche il compito.<br />
Qualsiasi compito importante in acqua va segnalato: non considerare la segnalazione<br />
come inutile o banale.<br />
C) mancata segnalazione e mancato stop.<br />
Ti sei totalmente dimenticato l’esercizio.<br />
Nota corso:<br />
L’Istruttore cercherà di farti andare oltre la quota di fermata, anche se di poco, dopo<br />
averti fatto notare l’errore, e solo dopo, ti segnalerà lo stop e ti farà cenno di eseguire<br />
l’esercizio. Eseguilo dove stabilito, risalendo alla quota e in assetto neutro<br />
Vediamo come la pratica della fermata intermedia ci interessa nelle immersioni extracorso.<br />
Qualche volta tale procedura viene (solo) pianificata o "addirittura" messa in atto da alcuni,<br />
ma come?<br />
"Scendiamo a 50 m, ci diamo un ok e proseguiamo".<br />
Già così la frase è impostata nel modo sbagliato.<br />
L’ok risulta essere una virgola sull’immersione, quando dovrebbe essere la nota<br />
portante.<br />
Technical<br />
119<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
120<br />
Pure Tech Agency<br />
Messo come sopra, l’ok è un segnale di importanza relativa, qualcosa che si dà per<br />
scontato ci sia.<br />
Si dovrebbe invece dire: "ci diamo un ok se siamo in grado di proseguire".<br />
La maggior parte delle volte poi i sub si dimenticano e arrivano direttamente sul fondo.<br />
Altre volte si ricorda 1 solo del team ma, non segnalandolo o non segnalandolo in tempo,<br />
gli altri proseguono e così anche quello che se ne ricordava viene malamente "risucchiato"<br />
verso il basso.<br />
Quasi sempre succede che la fermata alla pre-quota sia frettolosa, puramente formale, vista<br />
come un fastidio (fatta e via, non interessa come si sia messi, l’importante è ridiscendere<br />
velocemente): ma così a che cosa serve?<br />
Oppure viene dato un semplice ok al compagno che risponde con un ok impersonale<br />
e inconsapevole, senza la procedura di comunicazione a doppio filo che assicura una<br />
coscienza mentale sufficiente per certificare che il sub è senz’altro "sì, io sono ok per<br />
scendere" (vedi alla fine di questo esercizio). In quest’ultimo caso l’ok non vale nulla, forse<br />
il sub è già mentalmente sulla luna mentre ricomincia a scendere ancora più fondo. Tutto<br />
quindi per niente.<br />
Eppure lo stop corretto sarebbe normalmente di 5/10 secondi; se viene prolungato è solo<br />
perché sta intervenendo qualche difficoltà (narcosi, assetto pesante, stress, altro) e allora<br />
è un bene che sia prolungato per potervi rimediare, risalire un attimo o eventualmente<br />
anche (perché no) abortire l’immersione (molto meglio che mettersi, discendendo ancora,<br />
in condizioni di poter subire un’emergenza).<br />
La segnalazione in giusto anticipo, la giusta frenata, la fermata stabile al livello desiderato,<br />
il livello di attenzione e coscienza elevato, la segnalazione corretta (che potrà in quel caso<br />
essere di "cambio miscela") e il controllo dell’eseguito con richiesta di "ok per scendere",<br />
sono procedure che, già qui assimilate, renderanno semplice e sicuro il 1° cambio miscela<br />
nei futuri eventuali tuffi in Trimix ipossico.<br />
Quindi: la fermata a un certo livello è un uso assai normale nelle immersioni profonde (in<br />
Aria e non).<br />
Serve per constatare le condizioni del team prima di fare l’ultimo salto. Viene sistemizzato<br />
un comportamento che ha grande utilità nel prevenire situazioni di rischio, fermandole<br />
prima della loro apparizione.<br />
Nelle immersioni profonde tecniche è necessario dotarsi di un sistema d’immersione che<br />
preveda dei controlli standard nelle zone e nei momenti più delicati e prima di possibili<br />
problemi specifici.<br />
Uno dei controlli standard è questo: il Team decide la pre-quota (fermata intermedia)<br />
dove è possibile giudicare con un buon grado di affidabilità e sicurezza quale sarà il<br />
suo comportamento alla quota-fondo. Il principio in base al quale viene impostata la<br />
fermata intermedia è: la più vicina possibile alla profondità massima mantenendo una<br />
sicura operatività di tutti i sub.<br />
La fermata intermedia è uno dei check che deve essere inserito in un sistema di<br />
management globale delle immersioni profonde.<br />
L’importanza di tale check è assai rilevante nelle Immersioni in Aria ma anche come<br />
preparatorio alle immersioni multimiscela.<br />
L’efficacia e la validità di esso sono estremamente collegate alla precisione e completezza<br />
della sua esecuzione.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Approccio ai numeri nella subacquea tecnica.<br />
Rileggi il principio in base al quale viene impostata la fermata.<br />
Anche in questo caso, come moltissimi altri, la subacquea tecnica dà precisi standard<br />
di comportamento senza tradurli o proporli come numeri fissi preconfezionati.<br />
In altre parole le profondità (e in generale quant’altro, come i bar di scorta, ecc.)<br />
rispondono e certamente soddisfano sempre precisi standard di comportamento<br />
imposto, ma danno risultati numerici vAriabili a seconda dello scenario.<br />
Ci spieghiamo meglio: non si dice che la fermata deve essere a sempre "10 m prima"<br />
della quota massima.<br />
Non si dà questo standard numerico, sarebbe profondamente sbagliato: oggi può essere<br />
10, domani 12 e dopodomani 8. Dipende dai compagni, dalla velocità di discesa, dal<br />
luogo d’immersione, ecc., ovvero da tutti quegli elementi che in questo Corso imparerai<br />
a considerare e valutare<br />
Questo è un cambio di approccio sostanziale, rispetto alla subacquea ricreativa. Devi<br />
capirlo e farlo tuo.<br />
La didattica ricreativa tende a implementare nel sub soprattutto dei numeri<br />
La didattica tecnica invece implementa i principi e dà le informazioni e il training<br />
necessari affinché il sub possa autonomamente capire quale sia l’applicazione pratica<br />
corretta ed adeguata degli stessi (ovvero per poter dedurre i numeri).<br />
In questo modo il numero arriva dopo, non appare subito.<br />
D) Pinneggiamento forte per mantenerti in neutro<br />
Non hai il controllo dell’attrezzatura, non sei capace di stabilire quanta gas devi insufflare<br />
nel jacket.<br />
O non ti "senti" a tuo agio e stai agendo istintivamente con pinnate di cui molto probabilmente<br />
non ti rendi conto di muovere.<br />
Intendiamoci: se sono leggeri colpi di pinna per mantenere la posizione nulla da dire, ma<br />
se sono movimenti per mantenere la quota il problema è grave.<br />
Se non sai mantenere una posizione a quella profondità, peggio sarà più in basso.<br />
è una situazione di potenziale rischio grave che deve venire corretta istantaneamente.<br />
Solo quando dimostrerai di avere un assetto soddisfacente potrai proseguire.<br />
E) Yo-yo<br />
Cattiva sensibilià all’assetto e ai suoi spostamenti causa esagerate insufflazioni e<br />
altrettanto esagerati deflussi di gas dal jacket con conseguenti movimenti estesi all’insù e<br />
all’ingiù. Questo errore identifica una capacità percettiva distorta ed invece una capacità<br />
analitica-gestionale ancora relativamente buona.<br />
Avere un assetto non altalenante serve anche a non perdere punti di riferimento, a evitare<br />
eventuali contatti o urti con compagno/parete/fondo e relative conseguenze.<br />
Serve anche a non perdere tempo su una quota che non è l’obiettivo finale.<br />
F) Pulsanti sbagliati<br />
Sotto narcosi è possibile premere il pulsante di spurgo invece di quello di flusso di gas nel<br />
Jacket.<br />
Incominci a scendere rapidamente. Puoi avvertire dolore alle orecchie che aumenta lo<br />
stato di stress-confusionale.<br />
Technical<br />
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Modulo 5
Modulo 5<br />
122<br />
Pure Tech Agency<br />
Il tuo Istruttore ti segnala con una mano il pulsante di spurgo mentre l’altra mano si<br />
muove chiaramente e ampiamente in segno di no. Se non vi è da parte tua un’immediata<br />
azione, l’Istruttore ti indica di prendere contatto con la cima/parete.<br />
Se in qualsiasi momento la velocità di discesa comincia a essere preoccupante,<br />
l’Istruttore o l’aiuto Istruttore entrano in contatto fisico con te e bloccano energicamente<br />
la discesa. In questo caso non ti agitare. Non ti muovere. Non opporre resistenza.<br />
Rilassati. "spegniti". L’immersione viene naturalmente abortita.<br />
Premere un pulsante sbagliato è una cosa che può naturalmente succedere sotto stato<br />
narcotico o sotto stress.<br />
Un errore così banale può portare a conseguenze assolutamente drastiche:<br />
Immagina un sub che in profondità già pinneggia fortemente per sostenersi, quindi già<br />
estremamente negativo, in forte narcosi/stress, che per questo vuole aiutarsi col jacket<br />
e schiaccia il pulsante di spurgo.<br />
Il gas del jacket esce quasi tutto subito e il subacqueo cade a piombo in una discesa<br />
improvvisa e rapidissima durante la quale la narcosi e lo stress aumentano ancora di<br />
più e di colpo.<br />
In questa nuova e ancor peggiore condizione come pensi che operi il sub? Se ha<br />
sbagliato pulsante poco prima in condizioni psicofisiche migliori, pensi che capisca ora<br />
che deve premere l’altro? Certamente no: continuerà insulsamente a tenere premuto<br />
quello che aveva usato e a pinneggiare disperatamente ancora più forte.<br />
Lo sballottamento della posizione in caduta scoordinata permetterà lo svuotamento delle<br />
poche sacche di gas forse rimaste nel jacket, velocizzando sempre più la discesa.<br />
Conseguenza pressoché immediata sarà lo shock narcotico, l’affanno (aggravato<br />
eventualmente dall’effetto compressione toracica della muta stagna) e il panico. Il tutto<br />
mentre il sub è in caduta libera.<br />
Risultato finale: se "non c’è fondo" ci sono serissime possibilità che il sub sparisca per<br />
sempre.<br />
Non ti mettere mai in condizione di non avere possibilità di recupero. Non sottovalutare i<br />
dettagli.<br />
Non buttarti in situazioni che non permettono errori, specialmente sotto forte narcosi ed<br />
ancora peggio sotto forte stress. Stai scherzando col fuoco.<br />
Nella sopracitata situazione, come potrebbe essere anche per altre, l’errore innesta una<br />
spirale negativa da cui non riesci più a uscire. Qui sarebbe il tuo Istruttore e l’aiuto che<br />
risolverebbero la situazione, ma da solo?<br />
Resta sempre con un margine di operatività mentale che prevenga l’errore o che, nel caso<br />
si verifichi, ti dia ancora tempo e possibilità di riflettere su come rimediare. Resta sempre<br />
all’interno di narcosi di medio livello, non elevate!<br />
La narcosi/stress elevati provocano l’errore e poi non ne permettono la risoluzione.<br />
Nota corso:<br />
quando avrai raggiunto la posizione neutra stabile e l’Istruttore considererà che tutto va<br />
bene e si può procedere, ti chiederà se vuoi scendere più fondo (tu- scendere - ok).<br />
Alla tua risposta positiva (Io - scendere - ok -stai sempre fermo sul posto non partire<br />
subito ), ti segnalerà il permesso di scendere (ok - giù).<br />
Non basta essere a posto fisicamente, bisogna avere la certezza che il compagno sia<br />
ok anche psicologicamente, che si senta di farlo e lo voglia fare! non dare mai nulla per<br />
scontato: chiedere sempre conferma delle prossime azioni.<br />
Pochi secondi sono un prezzo più che ragionevole per il tutto.<br />
Anche in questo caso, come sempre, ciò è trasferibile nelle tue future immersioni extracorso;<br />
fanne tesoro<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
5.9 Mantenimento della profondità massima<br />
Nel briefing ti sarà stata detta quale sarà la profondità massima che non dovrai superare<br />
e quale sarà la profondità operativa<br />
Le immersioni che andremo a svolgere saranno tutte pianificate come immersioni quadre,<br />
con profilo decompressivo pianificato del breafing pianificativo tenendo presente la<br />
profondità massima stabilita. Ovviamente questo significa che la nostra profondità operativa<br />
dovra’ essere 2 m inferiore, in modo da non sforare la tabella programmata. Inoltre dovrai<br />
anche notare se il tuo "compagno" sta andando oltre e avvisarlo del pericolo.<br />
La massima profondità pianificata è da intendersi come limite massimo raggiungibile,<br />
non come limite da raggiungere per forza, non ti viene assolutamente chiesto di far<br />
segnare la Max. Prof. pianificata sul tuo computer!<br />
Durante le immersioni di corso, il tuo compagno (quindi l’Istruttore), guiderà l’immersione<br />
il quale supererà volutamente più volte la profondità max. pianificata (se l’Istruttore<br />
rimanesse sempre alla giusta profondità non si potrebbe mai sapere con certezza se tu<br />
hai avuto il controllo della stessa oppure no). Inoltre cercherà di farla superare anche a te<br />
(ovviamente senza alcun contatto fisico), tenterà di rompere i tuoi schemi, li metterà alla<br />
prova.<br />
Tu non dovrai seguirlo e quando l’Istruttore supererà la profondità dovrai accorgertene e<br />
richiamare la sua attenzione (con la voce, la torcia, con i gesti o altro) comunicandogli di<br />
risalire.<br />
Possibili errori<br />
a) Superi la profondità pianificata<br />
Sei un pessimo subacqueo che non controlla costantemente la profondità massima<br />
pianificata.<br />
Nota corso:<br />
vale ciò che hai sul tuo computer, non su quello dell’Istruttore che può avere delle<br />
fisiologiche diversità e che sarà comunque certamente andato oltre; se tu avessi 2<br />
computer varrà quello da te dichiarato in partenza all’Istruttore come primario (quello<br />
che segui in immersione).<br />
il tuo Istruttore non ti mette certo in pericolo facendoti superare la profondità di parecchio<br />
quando nel momento che la superi proprio per questo stai manifestando un probabile<br />
non controllo narcotico/stress o comunque non una gestione totale dell’immersione:<br />
l’errore sarà sempre assai limitato e micromco (qualche decina di centimetri, forse<br />
1 metro), perché lo contiene l’Istruttore (che non vuole aggravare il quadro già<br />
probabilmente compromesso).<br />
Ma il significato di base sarà assolutamente identico: in quel momento eri sicuramente<br />
distratto o in difficoltà e forse avresti potuto scendere ancora molto oltre. Comunque non<br />
hai rispettato la max. profondità.<br />
Va inoltre detto che seppur di pochi centimetri, sarà di 2 o 3 m in più quanto ti eri<br />
prefisso!<br />
Technical<br />
123<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
124<br />
Pure Tech Agency<br />
Infatti, per quanto scritto poc’anzi negli obiettivi, dovrai avere un limite tuo ufficioso di 2 o<br />
3 m meno della max. prof. prianificata.<br />
Quindi se vai oltre "ufficialmente" di "soli" 10 centrimetri, di fatto l’errore sarà di 2 o 3 m +<br />
10 centimetri: non sono pochi.<br />
Nessuna "italica" discussione quindi in merito! L’errore si è compiuto.<br />
Se non assumi un limite di 2 o 3 m prima della max. prof. pianificata, e naturalmente ti<br />
adoperi nel rispettarlo come fosse quello "ufficiale", ti accorgerai quanto è facile andare<br />
oltre.<br />
Basta un attimo, il braccio del computer posizionato in basso, un’espirazione più<br />
pronunciata o fatta quando si è sulla "linea di demarcazione", o altro.<br />
Come tutto il resto, questo è vero sempre, non solo nelle prove di questo corso!<br />
Ci deve essere una forte autocoercizione che tu devi volere e sentire nel farti insorgere<br />
un riflesso condizionato: stare sempre 2 o in alcuni casi anche 3 m sopra la massima<br />
profondità pianificata.<br />
Anche e soprattutto nelle immersioni fuori corso è meglio effettuare un calcolo tabellare<br />
qualche metro oltre la massima profondità pianificata reale, ai fini di non restare "scoperti"<br />
su un possibile errore di profondità.<br />
Va da sè che ciò ovviamente non significa assumere mentalmente tale maggiore profondità<br />
"di errore" come la nuova prof. max. ufficiale, sennò si ritornerebbe al punto di partenza.<br />
Nelle immersioni profonde esiste quello che si può chiamare "effetto gregge" o "effetto<br />
cagnolino": il sub si perde nel seguire una persona, qualsiasi cosa faccia.<br />
E non necessariamente è il team leader ufficiale: la maggior parte delle volte non è una<br />
scelta mirata ma casuale.<br />
In acqua alcuni soggetti "deboli" vengono "rapiti" da altri soggetti più "forti" che se li portano<br />
a spasso ovunque.<br />
La debolezza di questi soggetti passivi proviene anche (ma non solo) dalla "comodità" che<br />
essi "decidono" di avere nel momento che l’essere lucidi e razionali richiede sforzo.<br />
In altre parole arrivano sino a una profondità autonomi, poi la narcosi e lo stress richiedono<br />
loro energie che non hanno voglia (o che non sono in grado) di spendere. Quindi si<br />
rilassano mettendosi in "stand by" e spostano la responsabilità dell’immersione a un altro.<br />
Effettuano un "Transfert" cerebrale.<br />
Si vedono dunque situazioni deliranti in cui tutti hanno reattività mentale zero, nessuno sa<br />
chi veramente traina il gruppo al completo sbando, compagni che poi fuori dall’acqua si<br />
dicono vicendevolmente "seguivo te !", ... ecc..<br />
Ogni commento è inutile se non sottolineare che sono situazioni in immersioni profonde<br />
riscontrabili molte più volte di quanto si immagini. Non si pensi che siano rare, tutt’altro!<br />
In effetti durante le immersioni profonde i partecipanti sono tutti alterati (a livelli<br />
enormemente diversi a seconda dell’esperienza e soprattutto del training specifico) dalla<br />
narcosi e in forma ancora molto maggiore (anche se così non si pensa) dallo stress.<br />
E questo fa sì che si vengano a creare nuovi e strani equilibri, diversi da quelli riscontrabili<br />
e lucidamente accettabili in superficie: il Leader di superficie può non esserlo più in<br />
profondità, sino a sparire anche completamente come immagine e come forza reale.<br />
Mentre altri appaiono sfoderare inconsapevoli forze nascoste che come nere sirene<br />
condizionano fortemente il comportamento del/dei sub.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Di fatto si può aprire una nuova dimensione. Nuovi assetti di team si possono creare, che<br />
non hanno nulla a che vedere con quanto emozionalmente provato e operativamente<br />
testato fuori dall’acqua.<br />
In ogni momento dell’immersione devi poter capire/giudicare quello che fanno gli altri ed<br />
essere cosciente e padrone di quello che fai tu.<br />
Devi avere una "forza" mentale interna che riesca a mantenere la tua persona divisa dalle<br />
altre, che costruisca un "muro", una solida barriera che ti separi dalle intrusioni mentali di<br />
altri e che eviti tue fuoriuscite dai tuoi confini, contenendoti forzatamente sempre all’interno<br />
di essi, qualsiasi sollecitazione fisica o psicologica ti sia proposta.<br />
A volte inviti, richieste, ordini, da parte di subacquei "forti" riescono ad aprire brecce nel<br />
Tuo muro e imporsi in una mente resa debole dalla narcosi e dallo stress. Se succede e<br />
molli per un attimo vieni "succhiato" dagli altri di cui diventi "schiavo": esattamente come<br />
in un incantesimo.<br />
Non devi permettere questo, devi essere sempre tu che decidi quando e come abbassare<br />
il ponte levatoio delle tue mura.<br />
Non devi entrare nella immersione degli altri.<br />
Devi sempre rimanere nella tua immersione.<br />
Questa è la regola n° 1 per gestire le immersioni.<br />
b) Non ti accorgi che il compagno sta superando la profondità massima<br />
pianificata.<br />
Sei un cattivo compagno e non lo stai aiutando cercando di metterlo sull’avviso.<br />
Oltre alle possibili conseguenze di quanto sopra nei confronti del compagno, va analizzato<br />
anche cosa significa essere "un cattivo compagno" verso se stessi.<br />
Non si è cattivi compagni se si è in buona gestione dell’immersione.<br />
Una cattiva attenzione verso il compagno non è solo indice di distrazione o di leggerezza,<br />
ma può anche voler evidenziare una chiusura esterna forzata che il sub deve mettere in<br />
atto per non perdere il controllo base della sua immersione.<br />
Il sub quindi chiude l’attenzione verso il mondo esterno per rivolgerla solo verso di sè,<br />
verso il suo interno: chiama a raccolta le forze mentali distribuite in zone "periferiche" per<br />
concentrarle solo sulla sua introspezione personale. Solo su di sè: si sente, si ascolta, si<br />
isola, si "chiude".<br />
Non può concedersi altre "distrazioni": si separa dal mondo circostante per consapevole<br />
scelta forzata.<br />
In questo senso il sub che risulta essere un "cattivo compagno" denuncia una condizionelimite<br />
dell’immersione: lo stress e/o la narcosi sono ben aldifuori del medio livello, non<br />
sono più gestibili su tutte le zone dell’immersione ma unicamente su alcuni settori-base<br />
scelti, a svantaggio di altri considerati "sacrificabili".<br />
Attenzione a quando si sposta l’attenzione su se stessi: in alcuni momenti è<br />
normalissimo poiché coinvolti in compiti pratici o check personali, in altri è indice di<br />
problemi abbastanza grossi. Quando "senti" che stai facendo confluire risorse mentali<br />
sulla tua persona in modo generico, forzato e continuativo, renditi conto che ciò è<br />
indice di problemi personali e possibile causa di altri generali.<br />
Usa quindi l’attenzione che hai verso il tuo compagno, o comunque verso ogni riferimento/<br />
compito esterno, anche come check di una tua stabilità gestionale dell’immersione, e<br />
comportati di conseguenza come sai.<br />
Technical<br />
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Modulo 5
Modulo 5<br />
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Pure Tech Agency<br />
c) Ti accorgi che il compagno sta superando la profondità massima pianificata e non fai<br />
nulla.<br />
Sei un cattivo compagno e non lo stai aiutando cercando di metterlo sull’avviso.<br />
In questo specifico caso viene esclusa la possibilità di una distrazione, che poteva<br />
sussistere più sopra.<br />
Qui tu vedi perfettamente il problema e non reagisci.<br />
Lo scenario è quello di una modestissima apertura verso l’esterno, un’apertura solo<br />
formale, da spettatore, fotografica e non operativa.<br />
Un pò lo stesso di quando sei spaventosamente pesante sul letto, suona la sveglia<br />
presto la mattina e ti rendi conto che devi alzarti ma non riesci a farlo e resti come sei.<br />
In quel caso può però anche succedere che riesci ad alzarti, facendo non poco sforzo.<br />
La "sveglia" della visione di un problema deve essere usata come la sveglia della<br />
mattina.<br />
Una volta che suona, anche e soprattutto se siamo addormentati, non possiamo non<br />
usarla anche per noi stessi.<br />
è un’occasione, un’opportunità non solo per darci una mossa nell’aiutare il compagno che<br />
in quel momento sta manifestando chiaramente un problema, ma anche per uscire dal<br />
nostro stato dormiente pericoloso anche per noi stessi.<br />
Facciamo tutti gli sforzi del mondo ma non giriamoci dall’altra parte e riprendiamo il sonno,<br />
non siamo nel letto e il problema non è un sogno. Prendiamo il problema come uno schiaffo<br />
sulla faccia, come un secchio d’acqua fredda.<br />
Siamo in questo decisi, forti, aggressivi.<br />
L’ultimo livello, quello dei 60 m, nei nuovi standard di corso vede questa profondità<br />
come assolutamente invalicabile.<br />
Lo studente quindi non può essere portato oltre per nessun motivo e, dovendo<br />
comunque testare come in tutti gli altri livelli il suo granitico mantenimento della<br />
profondità attraverso la costante pressione al superamento, l’obiettivo ufficiale (quindi<br />
ovviamente dichiarato in tutte le fasi pianificative) di profondità del livello 60 viene<br />
fissato in - 58 m. Così facendo, l’Istruttore mantiene i classici 2 m di possibilità di<br />
sforamento indotto.<br />
Tale standard lo comunichiamo anche a te, studente di questo corso, per farti capire<br />
quanto é importante il controllo della profondità e per chiederti di segnalarci (attraverso<br />
il modulo di controllo sicurezza e qualità che ti arriverà successivamente, insieme al<br />
brevetto) eventuali deviazioni da tali direttive.<br />
5.10 Segnale dei 4 minuti<br />
Technical<br />
Quando il timer segnerà 4 minuti<br />
lo segnalerai al compagno.<br />
Obiettivo<br />
Costruire uno scheletro portante<br />
temporale assai solido, che non<br />
crolli con gravosi o inaspettati<br />
pesi.
Pure Tech Agency<br />
In questo e in tutti i successivi esercizi di tempo dovrai concentrare l’attenzione su questo<br />
parametro assolutamente di base, al fine di sviluppare un ottima e approfondita coscienza<br />
e sensibilità interna, di come trascorre il tempo all’interno di un’immersione anche con<br />
ampi contenuti di esercizi, stress, narcosi.<br />
Svolgimento<br />
Abbiamo già parlato su come definire efficaci le comunicazioni, quindi quando avrai<br />
qualcosa da segnalare dovrà essere chiaro ed univoco.<br />
In questo caso dunque non potrai semplicemente segnalare un 4, cosa significherebbe?<br />
4 cosa?<br />
Prima di segnalare il 4, batterai le dita sul computer o timer. In questo modo il significato<br />
è chiaro (tempo, 4).<br />
L’Istruttore risponderà al segnale ricevuto.<br />
Nota corso:<br />
Durante i 60 secondi in cui tu puoi segnalare questo tempo, l’Istruttore tenterà di<br />
distrarti. Nel caso che l’Istruttore non ti faccia caso, puoi effettuare la segnalazione<br />
all’Aiuto Istruttore che hai dietro le spalle: basterà alzare le braccia sopra la testa,<br />
battere sul computer e aprire la mano sul 4.<br />
Con molta "classe" cercherà di portare la tua attenzione su oggetti che ti chiederà di<br />
ricordare, sfilerà in basso magari oltre la profondità massima pianificata, farà finta di<br />
non prestarti attenzione o non ti guarderà davvero, ecc., tutto al fine di farti aumentare<br />
lo "stress da esercizio" (sentirai di avere sempre meno tempo per eseguirlo, per far<br />
vedere la segnalazione) e di farti dimenticare la corretta esecuzione del compito o un<br />
altro compito attiguo o contemporaneo.<br />
"dichiariamo" questo comportamento dell’Istruttore qui perché forse in questo momento<br />
sarà più evidente, ma in realtà ciò sarà la norma: l’Istruttore potrà mettere in opera<br />
strategie di distrazione in qualsiasi momento. Ti devi abituare a gestire multiple task<br />
(compiti multipli contemporanei).<br />
Semplice esercizio, basta ricordarsi di segnalare all’Istruttore il 4° minuto dell’immersione.<br />
Se non te ne ricorderai sarà perché sei sotto stress, e quindi potresti non ricordare che<br />
dietro a te c’è un aiuto anche in caso di reale emergenza!<br />
Possibili errori<br />
a) segnale dei 4 minuti non eseguito<br />
Ti sei dimenticato di effettuare l’esercizio.<br />
L’attività subaquea è legata fortemente al tempo, e questo è ancorpiù vero nella Subacquea<br />
Tecnica dove il tempo assume significati davvero vitali per le forti differenze di carichi<br />
decompressivi, di autonomia e di molti altri veri e propri sconvolgimenti di scenario causati<br />
anche solamente di pochissimi minuti di differenza sul pianificato.<br />
Già molto evidente nel settore delle immersioni profonde tecniche in Aria o con miscele<br />
Trimix Normossico, questo problema è gigantesco nelle immersioni in Trimix Ipossico.<br />
Aumentando fortemente le quote d’immersione, anche una variazione di 1 - 2 minuti su<br />
quanto pianificato, modifica fortemente il piano decompressivo, i consumi del gas di fondo<br />
e l’autonomia dei gas decompressivi.<br />
Technical<br />
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Pure Tech Agency<br />
Anche in tale ottica è basilare una perfetta assimilazione del cosiddetto "Run Time", della<br />
"corsa del tempo".<br />
Scriviamo "Assimilazione" e non semplice "Visione".<br />
La "Visione" è cosa esterna, non interna, è un’operazione che viene eseguita su<br />
comando, in modo quasi impersonale, estraneo al resto, che esce dal contesto. Un<br />
singolo punto di contatto uomo-macchina: in un determinato momento l’occhio va sul<br />
timer in modo asettico e riceve l’informazione: un click fotografico.<br />
L’"Assimilazione" è quel processo che "sente" (non "vede") il trascorrersi del tempo<br />
come qualcosa di fisiologico, come la fatica o altro, e attraverso il quale il sub è in grado<br />
di stabilire con sufficiente approssimazione a che punto si trova dell’immersione senza<br />
osservare il timer o comunque senza osservarlo continuamente<br />
Il discorso merita grandissimo approfondimento sotto diverse ottiche.<br />
Ti preghiamo di stare molto, molto attento a quanto segue e ai principi che ne<br />
scaturiscono.<br />
Data la velocità e semplicità dell’operazione di controllo del tempo (un’occhiata al polso)<br />
e quindi la possibilità di ripeterla senza fastidio anche 100 volte in immersione, il sub<br />
considera l’attenzione al tempo come cosa assunta, secondAria, questo non perché<br />
trascurabile, ma perché semplicissima.<br />
Ciò ha portato a comportamenti devianti assai comuni e ben identificabili soprattutto in<br />
questo Corso: il sub guarda il timer 50 volte su 10 minuti o guarda il timer a tratti molto e<br />
a tratti niente, senza filo logico.<br />
Il principio che regola l’operazione di controllo tempo è infatti questo: ogni volta che il sub<br />
ha spazio guarda il timer.<br />
Sembrerebbe un subacqueo molto diligente, attentissimo e scrupoloso, ma non è così.<br />
Come può essere definito davvero "attento" un sub che guarda il timer ad esempio ai 2,36<br />
minuti e poi ai 2,46 e poi ai 2,53? o non si ricorda che ha osservato il tempo 10 secondi<br />
prima o non ha il "senso" del tempo che passa. E sono tristemente vere ambedue le<br />
realtà.<br />
Ti stupiresti nel sapere quante volte guardi il timer in immersione. Una quantità<br />
inimmaginabile, credici, solo che poi rimuovi dal cervello l’azione fatta. Ammesso che sia<br />
arrivata al cervello.<br />
E quando ripensi al tempo riguardi il timer, senza ricordare se l’hai già guardato prima e<br />
quando.<br />
Ciò non solo perché è un’operazione rapidissima e non fastidiosa, ma soprattutto perché<br />
l’osservazione del timer è sempre eseguita col sistema dell’"esclusione", del "sì e del no".<br />
Segnale del 4 minuto, il sub dirige l’occhio verso il timer già alla ricerca di quella lettura<br />
o di una molto prossima d’allerta.<br />
Se il subacqueo leggesse "2" non ricorderà l’informazione perché considerata non<br />
"d’allerta", ovvero non "importante" (all’erta = importante, diversamente no).<br />
Quindi dopo pochissimo tempo si ricorda solo che probabilmente non è 5, nè 4 e<br />
nemmeno 3 , non avendo "letto" un dato di Allerta, perchè dal suo sguardo fugace e<br />
rapido al timer ha ricavato una "sensazione", non un dato.<br />
Inoltre questo sistema "a esclusione" che non offre informazioni definite, provoca<br />
un’innalzamento dello Stress Latente, in quanto fa entrare il subacqueo in uno stato di<br />
"perenne Ansia" causata dalla non totale coscienza di come si sta muovendo nello spazio/<br />
tempo dell’immersione.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Uno stadio che non è confusionale ma quasi pre-confusionale, una situazione abbastanza<br />
inconsciamente scomoda da sopportare.<br />
Il sistema del "sì o no" o del "vicino / lontano" è usato molto ampiamente anche in altri<br />
settori, per esempio la profondità, non importa a che profondità siamo, si capisce solo<br />
che non si è vicini o non si è superato la max. prof., la riserva d’Aria, non si leggono i<br />
bar, si guarda solo se il manometro è in zona rossa o no, e così via.<br />
Un sistema d’interpretazione dell’informazione, che possiamo definire "semaforico", non è<br />
certo un approccio da ritenere veramente attento.<br />
Definiamolo per quello che è: un approccio non intelligente, ove per intelligente si intende<br />
non solo rendersi conto di ciò che non è ma soprattutto di ciò che è.<br />
Il subacqueo va in acqua con dei divieti, e sta attento solo a essi.<br />
Il subacqueo va in acqua con attenzione a ciò che non deve fare, non a ciò che sta<br />
facendo.<br />
Il principio (sbagliato) è questo: è più importante ciò che non devo fare rispetto a quello<br />
che sto facendo.<br />
Questa banalizzazione dello scenario non tiene però conto che ciò che sto facendo inficia<br />
pesantemente l’immersione e quindi anche quello che non devo fare.<br />
Se io so cosa sto facendo in un determinato momento dell’immersione, come ad esempio<br />
a che profondità sono e a che velocità sto scendendo, oppure a che minuto sono e quanto<br />
veloce il tempo sta passando, ho molte minori probabilità di effettuare un successivo<br />
controllo trovandomi un dato sbagliato, ovvero ho molte meno probabilità di effettuare un<br />
controllo che improvvisamente e sorprendentemente mi dica di essere sul "no".<br />
Mentre l’approccio del "sì e no" è meccanico, automatico, in fin dei conti anche un pò<br />
casuale, chi "sente", chi "vive" i param dell’immersione gestisce intelligentemente le<br />
richieste di informazioni e quindi:<br />
A) perde meno tempo quando non è importante e b) investe più tempo quando è<br />
importante (dunque risulta meno fallace).<br />
Questa è la vera attenzione, quella che risulta da ragionamento il quale a sua volta<br />
deriva da un senso dell’immersione in tutti i suoi param<br />
Quindi controllare il tempo per 5 volte durante il 1° minuto per stare attento alla segnalazione<br />
dei 4 non è logico e normale, anzi per noi non è un segno di grande attenzione, ma è un<br />
errore, significa che non stai "vivendo" attivamente l’immersione, che non hai coscienza<br />
del punto in cui stai, che non hai sviluppato un’"orologio interno".<br />
E che quindi potresti poi anche guardare nel momento sbagliato, se distratto da altre<br />
occupazioni, proprio l’attimo dei 4 minuti in quanto anche in quella zona temporale il<br />
controllo sarà automatico, semicasuale, volto a riempire un vuoto, ma se il vuoto non<br />
c’è (occupazione in esercizi o emergenze) non avrai sentito internamente l’esigenza di<br />
intensificare l’attenzione e quindi ti scapperà.<br />
Il cambio di approccio generale che ti richiediamo è enorme, assolutamente<br />
sostanziale.<br />
Uno dei noti effetti della narcosi e/o dello stress è l’alterazione della memoria a breve<br />
termine e del senso del tempo.<br />
Technical<br />
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Modulo 5
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Pure Tech Agency<br />
Se non stai attento ai controlli ricordantoteli e non sviluppi un solido e affidabile orologio<br />
interno corri il rischio di pensare che siano passati 10 secondi e invece sono passati 4 o 5<br />
minuti. Problema assai grave come è intuibile.<br />
Per questo motivo nel corso Technical CMAS-<strong>PTA</strong> c’è un’enorme attenzione al tempo, il<br />
pressante incedere dei minuti ti obbliga a capirli, a "sentirli" anche durante altre attività a<br />
cui sarai sottoposto.<br />
Come si sviluppa un orologio interno?<br />
Ricordando ogni rilevazione precedente come dato preciso e non come sensazione,<br />
mettendola in rapporto con l’attuale, pensando dunque allo spazio intercorso sforzandosi<br />
di capirlo, di valutarlo solo ora come sensazione e di farlo tuo.<br />
Avere dunque ricordo di più rilevazioni durante l’immersione per poterne disegnare un<br />
grafico mentale che segni l’andamento del fattore.<br />
Se ogni volta che segni un punto sul foglio poi lo cancelli, avrai sempre solo 1 punto<br />
sul foglio e che durerà assai poco. Con 1 solo punto non si disegna un grafico. La tua<br />
mente è come il foglio, se ogni input che hai non lo memorizzi e immagazzini e lo metti<br />
in relazione con gli altri, non riuscirai mai a disegnare grafici, e così a crearti una tua<br />
prima direzione interna del movimento del tempo.<br />
In una seconda fase, per completare poi lo sviluppo dell’orologio interno, dovrai chiedere<br />
l’informazione allo strumento solo quando lo ritieni logicamente necessario e non a caso,<br />
al fine di avere una conferma di quanto ritieni debba segnare il timer.<br />
Quando l’errore sarà ripetutamente e in ogni situazione fisiologico, avrai raggiunto il<br />
senso del tempo.<br />
E così per il consumo, per la profondità, per la velocità di risalita, ecc.: per tutti i param<br />
base dell’immersione.<br />
Devi sviluppare un senso interno dei param base dell’immersione, che ti permetta di<br />
essere cosciente di come ti stai muovendo in acqua. Sempre, non solo sui limiti di allerta<br />
o di guardia.<br />
Devi avere un’orologio, un profondimetro, un manometro, interno, attivo durante tutta<br />
l’immersione.<br />
A tale scopo non devi usare gli strumenti con un’approccio del "sì e no" o del "vicino o<br />
lontano", ma vedere e capire da loro quale è lo stato attuale e ricordarlo.<br />
Ovvero fare dei controlli un’attività intelligente, mirata alla consapevolezza di quanto è e di<br />
come vAria, non di quanto non è e basta.<br />
Segnale dei 4 minuti in anticipo.<br />
Al 3° minuto effettui il segnale dei 4 minuti, pensando di leggere sul timer 4.<br />
Può succedere perché:<br />
1) lo stress da esercizio ti porta a voler intenzionalmente anticipare l’evento al punto da<br />
creare un’illusione ottica da autoconvincimento. Evento raro, ma non impossibile;<br />
2) la narcosi crea un’illusione ottica da aspettativa. Evento anch’esso raro ma non<br />
impossibile.<br />
Fortissimi livelli di stress e/o narcosi portano alla fuga dalla realtà vera, per rifugiare il<br />
sub in una realtà virtuale. In questo caso e in altri, ricordati bene che quanto scriviamo<br />
dopo uno specifico esercizio è sempre da riportarsi generalmente.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Essere "zombies" può significare anche questo: travisare i param di immersione, vivere<br />
una realtà virtuale scollegata dall’immersione che si vive.<br />
Quante volte può succedere? Non lo si può sapere, ma probabilmente più di quante si<br />
pensi. Del resto, quante volte hai potuto testare il tuo comportamento? Quante volte hai<br />
potuto confrontarti seriamente con qualcuno credibile e che conosce approfonditamente<br />
tutte le problematiche di cui sopra? Possiamo forse dire nessuna?<br />
Quindi attenzione a non considerare questo errore solo teorico o esagerato, forse raro,<br />
ma non poi così tanto<br />
Segnale dei 4 minuti in ritardo.<br />
Al 5° minuto effettui il segnale dei 4 minuti, pensando di leggere sul timer 4.<br />
Ti accorgi di essere al 5 minuto, ma segnali ugualmente il 4° coscientemente<br />
Può succedere perché:<br />
Sia il punto 1 che il punto 2 sono assimilabili a quanto scritto sopra.<br />
Nota corso:<br />
Se ti accorgi di avere passato il minuto, (ipotesi 2) o lasci perdere perchè comunque<br />
l’esercizio è di fatto saltato, oppure segnali quanto effettivamente vedi e quindi 5 min.<br />
Diversamente come potrà l’Istruttore sapere con certezza che tu sapevi che era 5 e<br />
non 4?<br />
L’Istruttore dovrà propendere per l’ipotesi 1) anche quando magari non è così.<br />
Per evitare equivoci o malintesi, segnala sempre ciò che vedi o non segnalare nulla.<br />
Segnale dei 4 minuti con la procedura di comunicazione sbagliata.<br />
Non batti precedentemente il dito sul timer, o ti poni con la mano nascosta, non aperta<br />
bene, ecc.. sono contenuti nell’apposito capitolo sulle comunicazioni.<br />
5.11 Segnale dei 6 minuti e controllo pressioni<br />
Technical<br />
Quando il timer segnerà 6<br />
minuti lo segnalerai al<br />
compagno e controllerai la<br />
pressione tua e del<br />
compagno.<br />
Obiettivi<br />
Segnalazione dei minuti:<br />
come per i 4 minuti; la ripetitività degli esercizi di tempo è didattica, serve a dare le<br />
distanze, a costruire il senso temporale di esse.<br />
Controllo pressioni: check sul consumo e sull’autonomia effettuato direttamente e in<br />
maniera attiva a tutti i partecipanti .<br />
Svolgimento<br />
Segnalazione dei minuti: dopo aver battuto le dita sul timer segnerai 5 con la mano aperta<br />
e dall’altra 1 con l’indice.<br />
Controllo pressioni: prima controlli la tua e memorizzala. Ricordatene!<br />
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Modulo 5
Modulo 5<br />
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Pure Tech Agency<br />
Poi chiedila al tuo compagno (l’Istruttore): indica la persona a cui è rivolta la domanda e<br />
poi prendi con una mano il manometro e con l’altra battici sopra mostrando bene il tutto<br />
(manometro e gesto).<br />
Quando il compagno te lo mostra, osservane dunque il valore, controlla se eventualmente<br />
è fuori dal pianificato (in tal caso segnala la risalita) e comunque ricordatene, fissalo bene<br />
in mente.<br />
Se il compagno non capisce ripeti la richiesta!<br />
Se il compagno non dà segni di intendere segnala la risalita!<br />
Nota corso:<br />
La stessa operazione sarà eseguita dal tuo/tuoi compagno/i d'immersione.<br />
Durante le immersioni di corso il tuo compagno sarà il tuo Istruttore.<br />
Possibili errori<br />
Dimenticanza del segnale dei 6 minuti.<br />
Segnalazione dei 6 minuti in anticipo<br />
Segnalazione dei 6 minuti in ritardo.<br />
Segnalazione dei 6 minuti con procedura di comunicazione sbagliata.<br />
la valutazione di questi errori è stata già fatta in precedenza (capitolo dei 4 minuti).<br />
Nota Corso:<br />
Nota corso:<br />
in base a esigenze particolari (per esempio: torcia impugnata da una mano) si può<br />
decidere di usare una procedura di segnalazione diversa dal 5+1 contemporaneo su 2<br />
mani. Mettiti d’accordo con l’Istruttore.<br />
In ogni caso l’errore sarà il non avere usato la procedura precedentemente pianificata<br />
Mancato controllo delle pressioni<br />
Non effettui nessun controllo dei manom, ne il tuo ne quello del compagno.<br />
Certamente è peggio se ti sei dimenticato di guardare anche il tuo manometro, ma resta<br />
un errore comunque gravissimo in un sistema di immersione non autosufficiente: può<br />
compromettere l’intera gestione dell’immersione sia in un caso che nell’altro, quando<br />
manca Gas manca alla coppia indipendentemente da chi ne abbia meno in bombola.<br />
Il consumo aumenta molto con la profondità e aumentando il consumo diminuisce<br />
contemporaneamente la scorta per le emergenze e per la decompressione in una spirale<br />
perversa che può farti uscire rapidamente dai param pianificati.<br />
Quasi nulla è peggio di avere scarsa autonomia.<br />
Riduce ogni tipo di operatività anche aumentando lo stress e aprendo a rischi<br />
decompressivi.<br />
Non sei più in curva e in poca acqua.<br />
Non puoi più avere comportamenti superficiali con questo parametro, che va ben seguito<br />
durante tutta l’immersione. Specialmente se dopo questo corso vorrai continuare verso<br />
maggiori profondità (Extended Technical, dove la lancetta del manometro scende<br />
assai velocemente) qui dovrai avere già assunto un perfetto controllo dei consumi e<br />
dell’autonomia.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Mancato ricordo delle pressioni.<br />
Hai effettuato il controllo dei manom in maniera corretta, ma non ti ricordi la pressione<br />
propria e/o del compagno.<br />
Quanto scritto per il tempo vale nello stesso modo per la pressione. E per sviluppare un<br />
"manometro interno" devi avere input, vari punti di riferimento che ti facciano capire a che<br />
velocità si sta esaurendo la scorta gas.<br />
Se non ricordi le pressioni, significa che non ci sei stato attento in acqua. O meglio che<br />
hai guardato il manometro solo per vedere se è sul livello di guardia.<br />
Ovvero hai usato il sistema del "sì e del no", dell’"esclusione", già ben visto e considerato<br />
nel capitolo precedente<br />
Sbagliata procedura di segnalazione del tempo<br />
Fra i diversi possibili casi segnaliamo il seguente esempio: se la mano del 5 sarà chiusa<br />
indicherà stop, se nell’altra segnerai 1 col pollice, indicherai la risalita.<br />
A questa comunicazione il team dovrà fermare ogni attività e risalire!<br />
Imparare i corretti segnali è fondamentale per la gestione di una corretta immersione. Il<br />
segnale di Emergenza (pollice che indica la risalita) è considerato da tutto il Team come<br />
segnale di risalita immediata, e non Discutibile.<br />
Contatti fisici<br />
A mancate risposte del compagno, prendi tu in mano il suo manometro e lo guardi.<br />
Oppure operi in modo da "svegliare" il compagno, toccandolo in vari modi.<br />
Il contatto fisico è sempre un’intrusione nella nostra sfera personale. Se nella vita di tutti<br />
i giorni può essere semplicemente fastidioso, in acqua può essere assai più deleterio e<br />
in condizioni psichiche alterate (stress, narcosi) viene avvertito come una vera e propria<br />
aggressione che può scatenare reazioni inconsulte che vedrebbero anche te coinvolto.<br />
Non si può mai sapere per certo e nemmeno intuire cosa succederà, specialmente se il<br />
sub in difficoltà è apparentemente totalmente passivo, ovvero sembra subire tutto quanto<br />
gli venga proposto senza reagire; in questo caso il "risveglio" è sempre possibile e lo<br />
sarebbe in modo probabilmente traumatico.<br />
Questo perché il sub che appare in quel modo si trova in una situazione personalmente<br />
relativamente confortevole (diversamente ne fuggirebbe); riportarlo bruscamente alla<br />
realtà potrebbe provocare risposte aggressive, da "sveglia al can che dorme".<br />
Oltretutto i contatti fisici non sono necessari: tutto ciò che dobbiamo comunicare lo<br />
possiamo fare anche senza contatto.<br />
supponiamo che con il manometro in mano e battendo su di esso tu non riesca a farti<br />
capire dal compagno nemmeno ripetendo la sequenza più volte. Se decidi di andare<br />
a guardarlo tu, cosa può succedere? Cosa penserà il compagno vedendo una mano<br />
arrivare decisa verso di lui? Che gli strappi l’erogatore? Che lo tiri più sotto?<br />
Technical<br />
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Modulo 5
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Pure Tech Agency<br />
Tieni ben presente che quando operi in questo modo (dopo che sei scocciato e senti<br />
di perdere tempo e di "odiare" un pò il tuo compagno perché non capisce) hai anche<br />
una mimica aggressiva: se ti potessi guardare in faccia allo specchio in quel momento ti<br />
potresti stupire e spaventare tu per primo. Dunque ulteriore aggravante a cui forse non<br />
pensavi.<br />
Quindi non possiamo sapere cosa pensa il compagno. Ma certamente una cosa possiamo<br />
conoscerla per certo: quello che non pensa.<br />
Sappiamo per certo che il compagno, nel vedere allungarsi il braccio, non pensa che stai<br />
prendendogli il manometro. Se così fosse te l’avrebbe porto prima.<br />
Più in generale: non pensa mai a quello che gli hai chiesto di fare un attimo prima!<br />
Il problema è che quando un subacqueo mette le mani addosso a un altro pensa che la<br />
pericolosità del gesto sia molto diminuita dalla (presunta) ovvietà dello stesso.<br />
In questo caso per esempio: quando vai a prendergli il manometro ritieni che il gesto sia<br />
evidente, perché è in basso a sinistra, perché è il tempo di farlo, perché glie lo hai fatto<br />
vedere 3 volte prima.<br />
Ma, come abbiamo già scritto, è una sensazione sbagliata.<br />
Sensazione che si deve tramutare in logicizzazione, che deve diventare ragionamento.<br />
Ragionamento che dice che non c’è nulla di ovvio, per il ricevente, in un gesto che non<br />
capisce affatto: egli, per rimanere sempre all’interno dello stesso esempio, non si ricorda<br />
più dove ha il manometro e nemmeno se ce l’ha, non sa che è quello il momento di<br />
guardarlo perché ha perso la concezione del tempo, ecc..<br />
E così via per tutti gli altri contatti, che di ovvio non possono avere nulla.<br />
Ma c’è un altro evidente motivo per cui il contatto è comunque inutile.<br />
Supponiamo che tu riuscissi a leggere il manometro senza reazioni problematiche e<br />
vedessi che ha 195 bar. Ebbene? Vista la grande scorta continueresti l’immersione? Con<br />
un compagno zombie?<br />
A quel punto il problema imminente non è la scorta d’Aria, ma la gestione dell’immersione<br />
che il compagno ha perso: si risale; il manometro si controllerà dopo, quando il compagno<br />
sarà confortevole.<br />
Tanto l’Aria che c’è non cambia e anzi risalendo rapidamente ne avrà consumata meno.<br />
I contatti fisici sono assolutamente banditi dalle immersioni profonde, sempre.<br />
Oltretutto non sono necessari: se dobbiamo dare aiuto, lo possiamo fare senza toccare.<br />
Se dobbiamo "svegliare" un dormiente anche.<br />
Si potrà comunicare, spiegare ciò che deve essere fatto o dare ordini autoritari con occhi<br />
duri e comandi chiari che il più delle volte vengono seguiti dal dormiente senza nemmeno<br />
saperlo.<br />
Nel caso di compagno passivo è consigliabile indicarlo con il braccio teso e il dito puntato<br />
"Tu!", ciò lo sveglia nella maggioranza dei casi.<br />
Oppure, sfruttando il conosciuto "effetto cagnolino", farsi seguire verso l’alto.<br />
A tale proposito è bene mettersi sulla sua linea di visuale, che spesso è persa nel vuoto.<br />
Si cercherà di avvicinarsi per "agganciarlo" mentalmente, mantenendo però una distanza<br />
di rispetto e una postura che impedisca un’aggressione con contatto, sempre prevedendo<br />
la possibilità di una fuga veloce.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Per questo motivo sottolineiamo che nemmeno la classica "mano di conforto" è ammessa:<br />
ti ravvicina troppo a un subacqueo che sta perdendo o ha già perso il controllo. Inoltre il<br />
contatto umano non sempre fa piacere e comunque non si sa se verrebbe inteso come<br />
tale nel momento in cui viene porto.<br />
Invece di confortarlo nel momento di difficoltà (stress, narcosi, affanno, ecc.) è molto<br />
meglio farlo salire di quota; lasciamo i romanticismi e le vecchie tecniche paleozoiche e<br />
operiamo con logica.<br />
L’unico momento in cui sono possibili i contatti fisici è il soccorso.<br />
In tal caso si agirà dalle spalle tirando verso l’alto la vittima dalla rubinetteria.<br />
RAGIONA. Esci dai luoghi comuni, dalle sensazioni, dalle tradizioni, cerca di capire<br />
quali sono i tuoi difetti comportamentali e modificali.<br />
PENSA. Fai dell’attività subacquea profonda qualcosa di meno romantico e più logico.<br />
Sempre, in tutte le eventualità. Non seguire istinti o comportamenti tradizionali o antichi.<br />
Questo è il momento.<br />
Nota corso:<br />
l’Istruttore stimolerà il tuo contatto fisico; userà il manometro come esca.<br />
Te lo farà vedere e no, mai a sufficienza per potere distinguerne bene i bar.<br />
Oppure prenderà in mano altri oggetti, perderà tempo. Cercherà di portarti<br />
all’esasperazione, quando vedrai solo questo compito come importante (forse<br />
dimenticandone altri quali profondità, tempo, ecc.) e sarai enormemente tentato di<br />
prendere il suo manometro in mano per chiudere "facilmente e rapidamente" l’esercizio<br />
e non pensarci più.<br />
Vogliamo che tu resista a questo forte istinto.<br />
Ricorda che l’Istruttore tenta di rompere i tuoi schemi, di vedere quanto sono forti, di<br />
vedere se resti nella tua immersione o vai nella sua. Ricorda che sei in addestramento<br />
da Multiple Tasks.<br />
Alla 3° richiesta eventualmente non evasa devi segnalare la risalita di aborto<br />
immersione; l’Istruttore ti segnalerà che si può proseguire.<br />
5.12 Identificazione oggetti<br />
Specialmente nella fase più profonda, ma in realtà in qualsiasi momento dell’immersione,<br />
il tuo Istruttore potrà indicarti vari oggetti che dovrai identificare e ricordare, collocandoli<br />
anche negli specifici contesti dell’Immersione.<br />
Obiettivi<br />
1) Sviluppare un processo di estrema attenzione sul soggetto interessato, approfondendo<br />
al massimo la rapida analisi di esso, mentre per questo non si perde di vista tutto il<br />
resto: focalizzazione del punto senza estraniazione dall’ambiente.<br />
Anzi sviluppare un sistema che proprio dall’attenzione su quel punto ottenga un<br />
richiamo generale verso l’attenzione all’immersione tutta: l’oggetto diventa un mezzo<br />
per alzare la tensione dell’attenzione e sfruttarla su tutto quanto.<br />
2) Preparare il terreno ideale per un commento all’immersione realmente efficace, utile<br />
e istruttivo.<br />
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Modulo 5
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Pure Tech Agency<br />
Svolgimento<br />
L’Istruttore indicherà (con il dito, con la lampada, ecc.) un oggetto di chiara familiarità.<br />
Identificalo e osservane ogni dettaglio sostanziale (colore, grandezza, ecc) ed eventuali<br />
segni particolari.<br />
Inserisci poi l’oggetto nello svolgimento dell’immersione: prendi nota mentale di quando<br />
questo è avvenuto (a che minuto, prima o dopo un esercizio, prima o dopo un altro oggetto,<br />
ecc.), a che profondità, e in che contesto (durante un esercizio, mentre risalivi, vicino a<br />
una parete, sopra una tana di una murena, ecc.).<br />
Ovvero congiungi l’oggetto con l’immersione nella sua globalità.<br />
Tieni bene in mente tutte queste informazioni.<br />
Possibili errori<br />
Non ricordare alcuni o tutti gli oggetti.<br />
Non relazionare gli oggetti con i param base e<br />
con i param accessori dell’immersione.<br />
Premessa sull’argomento<br />
Non basterebbero 50 pagine per scrivere tutto quello che vorremmo comunicare: siamo alla<br />
presenza del punto che globalmente dà più il senso dell’immersione. Siamo all’immersione<br />
nel suo insieme, tutta.<br />
Nel commento post-immersione ti verrà chiesto di dire cos’è successo all’interno di essa.<br />
Dove hai visto la foglia (prima o dopo i 4 minuti?), la cernia (prima o dopo la fermata<br />
intermedia?), o la lenza (prima della foglia ?).<br />
Ti verranno richiesti i minuti, le profondità, ecc., degli accadimenti.<br />
E di legarli insieme, ovvero di raccontare l’immersione, non parti di essa, spezzoni,<br />
schegge senza senso.<br />
Nel commento a secco (debriefing) si vedrà se hai sviluppato un’orologio interno, un<br />
profondimetro interno, che a una richiesta di informazione sapranno rispondere con<br />
indicazioni precise.<br />
Precise, non "assolutamente esatte" o "perfette".<br />
Non ci serve sapere se lo spuntone di roccia è stato visto a - 41,3 m: ci basta che tu<br />
riferisca 40 e non per esempio: 30.<br />
Se è passato il 4°minuto puoi rispondere "intorno al 5° minuto", ma non puoi dire 8°<br />
minuto. Certo in ogni momento puoi guardare il computer dove c’è esattamente tempo<br />
e profondità, ma non è estremamente consigliabile in futuro, va bene solo le prime volte.<br />
Arricchiresti la già nutrita serie di "note scritte "che hai preso in altri momenti al punto di non<br />
poter oggettivamente più ricordare tutto e comunque non riusciresti a fare tuo l’obiettivo<br />
di questo esercizio che è: contribuire a costruire e verificare il "senso" dell’immersione del<br />
Subacqueo.<br />
Ecco perché se l’approssimazione rientra in limiti fisiologici e accettabili, preferiamo<br />
che tu ci dica "intorno al 5° minuto" piuttosto che "al 4° minuto e 32 secondi", perché<br />
in quest’ultimo caso abbiamo una memoria di ferro, ma nel caso precedente abbiamo<br />
- accanto comunque sempre alla memoria - anche il senso interno del tempo, che è<br />
sicuramente meno preciso ma che è conquista personale vera, è salto evolutivo, non<br />
semplice lettura strumentale.<br />
Inoltre nel secondo caso non potremmo mai sapere se il sub distratto pensava per<br />
esempio: di essere all’8° minuto quando ha guardato il timer che gli ha detto 4.32, e se<br />
così fosse sarebbe grave. Perché ?<br />
Perché dobbiamo combattere contro un’immersione che troppo spesso non viene vissuta, il<br />
Subacqueo in immersione vede il proprio essere dall’alto, come stando a tavolino in superficie.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Appoggia tutte le sue richieste agli strumenti con la tecnica del "sì e del no", estraniandosi<br />
dall’ambiente circostante.<br />
Vive la sua immersione all’interno dei parametri base (e solo quelli) ma in modo automatico,<br />
meccanico, artificioso.<br />
In realtà non è quasi in acqua fonda. Potrebbe essere in piscina o sulla luna.<br />
É anche un sistema per allontanare un ambiente che sente un pò ostile, pericoloso, e<br />
rifugiarsi nei numeri che diano l’assoluta sicurezza (diamine, sono numeri !) di essere<br />
a posto, creandosi una specie di sfera impenetrabile che tenga psicologicamente<br />
separato quanto c’è aldi fuori di essi. Acqua = Rischio.<br />
Il Subacqueo in questo caso è assai poco subacqueo e molto macchina, molto<br />
"sommergibile".<br />
E non è certamente quello che desideriamo in un profondista, che in questo modo si rende<br />
poco conto di quanto lo circonda e quindi non riesce a prevenire possibili situazioni di<br />
rischio e quando queste arrivano gli piombano addosso come un macigno, svegliandolo di<br />
colpo e gettandolo improvvisamente in una condizione quasi aliena, non familiare, perfino<br />
ostile.<br />
Chi non vive realmente l’immersione, una volta fuori dall’acqua non la sa ricostruire,<br />
o la ricostruisce solo a pezzi, solo a flash anche estremamente precisi perché aveva<br />
guardato il computer e se n’è semplicemente meccanicamente ricordato accanto a<br />
vuoti totali, assoluti, nessun dato, nessuna immersione, perché lui, la sua persona, lì<br />
non c’era. C’era solo il suo computer, l’erogatore, ecc..<br />
Chi vive l’immersione così non riesce a dargli un senso logico, un iter credibile, uscirà<br />
dall’acqua senza aver forato la profondità, senza aver bucato il tempo, nei corretti range<br />
di consumo, ecc., ma non saprà dire se la ruota di camion che ha visto era a - 55 o a - 22<br />
m. Nè se si trovava al 12° o al 25° minuto d’immersione. Ammesso che si ricordi di averla<br />
vista, visto che non era un parametro fondamentale, visto che era aldifuori della sfera,<br />
visto che faceva parte dell’ambiente esterno "inutile".<br />
Abbiamo analizzato migliaia di immersioni profonde. Conosciuto centinaia di Subacquei<br />
profondisti. E pochissimi fra questi erano in grado di raccontare l’immersione, peraltro<br />
con notevoli difficoltà e in modo didatticamente definibile "stentatamente sufficiente".<br />
Tu pensi che stiamo esagerando, ma qui c’è una realtà che non ti immagini nemmeno<br />
se ti sforzi al massimo, ma non ti preoccupare, lo capirai dopo le immersioni, lo vedrai<br />
con i tuoi occhi.<br />
In queste righe non vogliamo convincerti, ma solo scrivere quanto necessario per<br />
prepararti a quel momento, al fine di comprenderlo appieno.<br />
Se chiediamo a un Subacqueo "esperto" di raccontarci la sua immersione per<br />
esempio di 30 minuti, a stento se ne ricorderà sì e no circa 4. Forse 5 minuti. E non<br />
necessariamente in questi 4 minuti la descrizione sarà puntuale e certa, anzi!<br />
Sarà piena di madornali errori e pure fantasie, veri e propri sogni, o ricordi di immersioni<br />
precedenti rimasti latenti nel subconscio e improvvisamente riapparsi con la totale,<br />
assoluta convinzione che siano di quella immersione.<br />
Se poi separatamente chiediamo al suo compagno di raccontarci l’immersione, il più<br />
delle volte sembrerà incredibile che siano andati in acqua insieme.<br />
Su alcuni rari punti di apparente accordo, un sub dirà che il canale con il corallo era a<br />
43 m e l’altro a 57. Che la spigola era stata vista all’andata e non al ritorno, al 6° minuto<br />
e non al 13°, e così via.<br />
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Modulo 5
Modulo 5<br />
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Pure Tech Agency<br />
Ad un’investigazione attenta, sotto domande logiche (che poi imparerai), si scopre che<br />
quei 4 minuti di ricordi non combaciano affatto non solo con quanto riferisce il compagno<br />
ma nemmeno se presi in considerazione per ogni singolo subacqueo.<br />
Non funzionano, sono pieni di contraddizioni, un fatto non può essere conseguente all’altro<br />
o ne smentisce altri, non si riescono a mettere insieme, non "girano".<br />
Quindi nel 99% dei casi si ha un ricordo di circa 10 forse il 20% (nel migliore dei casi)<br />
dell’immersione.<br />
Ricordo totalmente inservibile poiché, oltre a essere troppo scarso, è anche interrotto,<br />
frammentato, a pezzi, e quei pezzi sono densi di false certezze, di errori o nel migliore dei<br />
casi, di innumerevoli inesattezze.<br />
Abbiamo detto inservibile, ma a che cosa ? A tantissimo.<br />
I tre possibili errori che si possono verificare, pur essendo differenti hanno lo stesso<br />
Valore.<br />
Pratico, di sicurezza ed evolutivo.<br />
Valore Pratico<br />
Ricordarsi bene tutta l’immersione ottiene 2 obiettivi pratici:<br />
Godere di quanto visto e provato, è forse il più ovvio ma anche il primario, forse quello<br />
che sta al disopra di tutti. Un uomo, ancor prima di un subacqueo, investe tempo e denaro<br />
in un hobby per poi fare suo quello che ne deriva. Chi si occupa del fai da te alla fine del<br />
lavoro avrà l’armadio che voleva, che non butterà via. Chi passa una giornata a sciare<br />
torna a casa con i ricordi, le sensazioni, ecc., non le annulla quasi tutte quando scende<br />
dalla funivia e sale in macchina.<br />
Il subacqueo invece cancella il 90% di quanto visto, vissuto e provato appena mette la<br />
testa fuori dall’acqua. Ma allora che ci è andato a fare? Non serve scrivere oltre, è fin<br />
troppo ovvio.<br />
Specialmente quando i ricordi, ora che la caccia è vietata e così la raccolta di qualsiasi<br />
oggetto, sono l’unica cosa che possiamo accantonare. Nota poi bene che un’immersione,<br />
fra tutto, non è economica.<br />
Impostare le immersioni con efficienza, cogliendo gli obiettivi voluti, è meno ovvio<br />
ma non difficile. Consideriamo aneddoti reali.<br />
Spesso i subacquei profondisti si immergono su relitti, alcuni di essi sono mete classiche<br />
e i gommoni fanno quasi la fila. Preparandosi si ascoltano i commenti di chi esce, si<br />
chiedono informazioni.<br />
Chi dice scarsa visibilità, chi ottima. Chi dice di aver visto la prua e chi la poppa. A volte si<br />
seguono indicazioni di chi ha posto una cima fissa di discesa e quando si arriva sul fondo<br />
si scopre uno scenario completamente diverso da quanto descritto.<br />
I subacquei confondono e non ricordano quasi nulla e raccontano sciocchezze incredibili<br />
senza rendersi conto e credendoci pienamente.<br />
Ebbene ci sono parecchi subacquei che fanno l’immersione sempre sullo stesso punto e<br />
ogni volta è come fosse la prima, perchè non riconoscono gli scenari già visti molte volte.<br />
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Vedono la nassa abbandonata, per la 24° volta, e poi in superficie non se ne<br />
ricordano.<br />
Alla 25° immersione sullo stesso punto rivedranno la stessa nassa con stupore e<br />
meraviglia. Grandi ed evanescenti.<br />
Non sarebbe nemmeno tanto grave se per fare quell’immersioni si è fatto un viaggio di<br />
200 km. in macchina, 45 minuti di barca, perso molto altro tempo per altre operazioni e<br />
speso in totale molti Euro e in quest’ottica è invece drammaticamente stupido.<br />
Valore di Sicurezza<br />
Allo stesso modo succede con reti, lenze e quanto di altro potenzialmente pericoloso<br />
hanno incontrato sul cammino: cancellate dalla mente.<br />
O ricordate ma da un’altra parte, situate in un punto sbagliato.<br />
A 47 m invece che a 62. Dopo la nassa invece che prima.<br />
Peggio ancora, poichè questo offre la falsa sicurezza che in quel punto non c’è alcun<br />
rischio (la rete si pensa sia da un’altra parte) quando invece non è così.<br />
Dobbiamo renderci conto che ricordare minutamente l’immersione, i suoi punti base, farsi<br />
dei punti di riferimento precisi e prenderne nota, è una pratica che non solo rende molto<br />
più efficienti e logiche le immersioni (rivedo la nassa, so che fino a lì ho esplorato, passo<br />
all’altra fiancata che non ho mai visto), ma che anche le rende molto più sicure (so sempre<br />
dove sono, ritorno con velocità sulla cima dell’ancora, so con precisione la collocazione<br />
dei rischi quali lenze, reti, ecc.).<br />
Valore Evolutivo<br />
Un discorso meno semplice: per "evoluzione" di un Subacqueo intendiamo il miglioramento<br />
globale e particolare della sua funzionalità come tale.<br />
L’evoluzione si ha, dopo degli ovvi training specifici che lo inizino all’attività e/o gli forniscano<br />
i sistemi operativi specifici d’approccio, fondamentalmente attraverso l'esperienza.<br />
Ed è quindi proprio qui, per capire come il sub possa diventare evoluto e continuamente<br />
evolversi, che dobbiamo fermare la nostra attenzione: sull’esperienza.<br />
La parola "subacqueo esperto" è troppo spesso equivocata e usata con una leggerezza<br />
e facilità inaudita: viene a essere solamente accoppiata agli anni di attività e al numero<br />
di immersioni: alla forma e non alla sostanza.<br />
Esperienza non vuole significare abitudine. Un sub esperto non è un sub abitudinario.<br />
L’abitudine non implica l’evoluzione, anzi a volte la esclude -.<br />
Un Subacqueo ricreativo con 5 anni di attività e 500 immersioni entro i 40 m è un<br />
subacqueo ricreativo esperto, un Subacqueo profondista con 5 anni di attività e 200<br />
immersioni oltre i 40 m (per esempio: dai 40 ai 60) è un profondista esperto e diventa<br />
addirittura un profondista espertissimo se le profondità diventano 70, 80, 90 ... e oltre!<br />
Quindi il significato vero della parola esperto è quello di un Subacqueo che si è arricchito in<br />
tecniche varie, che dal suo primo momento di immersione ha operato diverse modifiche ai<br />
suoi sistemi, comportamentali e non. Un subacqueo che cresce non in età o in immersioni,<br />
ma in cultura, in prove, in giudizio, ecc.. Questo è un esperto.<br />
Per contro, il sub che con 1000 immersioni non ha cambiato nulla rispetto alla sua<br />
immersione n° 1 non può definirsi esperto: la millesima immersione è infatti uguale alla<br />
prima! Allora anche alla prima era già esperto?<br />
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Esperienza è dunque modifica comportamentale<br />
Che può scaturire anche da una conferma di un fatto o comportamento: non si impara, non<br />
si diventa "esperti" solo sugli errori. Luogo comune questo assolutamente sbagliato.<br />
Si impara molto anche sulle positività e quindi ciò che so mi è andato molto bene in<br />
immersione. lo mantengo, e questo mi evita di cambiarlo impropriamente nella prossima<br />
immersione magari andando incontro a problemi, inoltre mi offre determinate certezze che<br />
possono modificare il mio assetto in positivo su altri param .<br />
Quindi anche fatti positivi e non solo errori, portano a modifiche sul sistema<br />
d’immersione.<br />
Basta che siano accaduti, ricordati, e riconosciuti come tali.<br />
In realtà tutto sia buono che cattivo, può far guadagnare mutamenti comportamentali.<br />
Tutto è input. Tutto è analizzabile. Tutto è giudicabile. Tutto fa esperienza.<br />
Non si butta niente (un’espressione che ritroverai spesso nel commento postimmersione).<br />
Alla luce di quanto più sopra spiegato, vediamo quindi come si costruisce la vera<br />
esperienza, e quale è l’iter per ottenerla:<br />
Fatto Accaduto - Ricordo - Analisi - Giudizio - Modifica Comportamentale<br />
Esperienza<br />
Solo questo è il sistema per evolvere, e quindi solo chi segue questo sistema diventa<br />
veramente esperto.<br />
Gli altri hanno solo un logbook lungo. Torniamo ora a rivederli.<br />
Forse è vero che un sub ricreativo con 500 immersioni entro i 40 m è esperto. Egli<br />
avrà passato un tempo di fondo assai rilevante (supponiamo 30 minuti per immersione<br />
= 250 ore) e in condizioni di stress e narcosi assolutamente basse, quindi con una<br />
ragionevole buona possibilità di ricordare lucidamente la maggior parte dell’accaduto<br />
e dunque con la possibilità di analizzarlo, giudicarlo e modificarsi, migliorarsi (ovvero<br />
diventare esperto).<br />
Il sub profondista con 200 immersioni fra i 40 e i 60 m intanto ha meno immersioni, se<br />
non altro perché non ne può fare 2 o 3 al giorno, ma poi in ognuna di esse il Tempo di<br />
Fondo sarà stato enormemente più limitato sia per i consumi sul fondo sia per i tempi<br />
decompressivi lunghi (supponiamo 200 immersioni per 20 minuti di fondo = 67 ore).<br />
Siamo dunque 250 ore contro 70.<br />
Ma non solo: il profondista si sarà trovato in condizioni di stress e narcosi che, se non è<br />
predisposto e conosce tecniche specifiche, non gli permettono di ricordare lucidamente la<br />
maggior parte dell’accaduto, ovvero si ricorderà sì e no 10 di queste ore profonde.<br />
Se poi addirittura si sarà spinto più in basso (per esempio: 70, 80, 90 m e oltre) il tempo di<br />
fondo sarà stato o di alcuni minuti o di qualche manciata di secondi, naturalmente con una<br />
capacità percettiva e mnemonica praticamente azzerata.<br />
Profondista dunque "espertissimo"? Assolutamente no.<br />
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L’esperienza si basa su quanto viene, per ogni immersione, scritto sulla mente e non sul<br />
logbook.<br />
In base a queste varie considerazioni possiamo quindi affermare che:<br />
a) la pratica di un subacqueo profondista viene a essere senza ombra di dubbio molto<br />
minore nel suo settore di quanta abbia un ricreativo nel proprio.<br />
b) questa minore base pratica viene a essere drasticamente diminuita (o in alcuni casi<br />
totalmente azzerata) in efficienza dalla scarsissima o pressoché nulla conoscenza e<br />
ricordo di quanto è successo e si è fatto durante.<br />
Senza il ricordo, di quanto è successo non ci può essere analisi, non può dunque scaturire<br />
alcun giudizio che porti a una modifica comportamentale. = Esperienza zero.<br />
Addirittura se la memoria di quanto successo è imprecisa o sbagliata, questa peggiora<br />
il quadro poiché porta ad analisi imprecise o sbagliate con giudizi imprecisi o sbagliati<br />
che portano a modifiche comportamentali o d’attrezzature imprecise o sbagliate che<br />
peggiorano la sicurezza, invece di migliorarla. = Esperienza pessima.<br />
Ricostruire l’intera immersione ricordando bene e con certezza tutti i punti fondamentali,<br />
le sensazioni provate, ecc., non è solo utile dal punto di vista pratico (fai tua l’immersione,<br />
la ricordi, la usi per le successive ottimizzandole e conseguendo sempre nuovi obiettivi),<br />
ma anche dal punto di vista sicurezza (identifichi punti di rischio).<br />
Inoltre è l’unica maniera per progredire, conoscendo quanto c’è di migliorabile.<br />
Attenzione ai subacquei profondisti "esperti": quelli che non ricordano minutamente<br />
l’immersione non lo saranno mai. Saranno solo degli ascensori, che scendono e salgono<br />
come programmato ma che restano uguali dalla 1° corsa sino alla fine della loro vita<br />
meccanica.<br />
Non confondere un Subacqueo esperto con un Subacqueo ascensore con molte corse.<br />
Tu devi diventare un Subacqueo esperto vero. Questo Corso ti sta spiegando come e ti<br />
implementerà il sistema.<br />
Lo imparerai e lo farai funzionare sempre.<br />
Il sistema è quello di fare attenzione a tutto e ricordare, collegando i ricordi in un’iter logico<br />
e ordinato.<br />
Ciò ti sarà d’immenso aiuto per un debriefing che è il momento di crescita più importante<br />
del Subacqueo, quello che ogni volta effettua l’upgrade sul software/hardware e quindi<br />
reimposta al meglio le successive immersioni.<br />
DATI CERTI: la moneta con cui si compra l’esperienza.<br />
PRINCIPIO: non si butta niente.<br />
FUNZIONALITÁ: un’immersione è funzionale alle altre.<br />
Quindi fissa nella tua mente l’immagine come fosse una fotogramma, ma un fotogramma<br />
che ha uno sfondo, dove il soggetto non è ritagliato ma immerso in un contesto, metti a<br />
fuoco anche il contesto.<br />
Pensa che non stai scattando fotografie, ma riprendendo con una telecamera.<br />
Mentre vedi ragiona con la testa, non solo con gli occhi. Capisci quello che vedi.<br />
L’immagine deve essere ricordata come processo logico, non come semplice impressione<br />
sulla retina.<br />
Mancata identificazione dell’oggetto.<br />
Descrivere in grandi linee l’oggetto, senza arrivare al riconoscimento completo<br />
dell’oggetto.<br />
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L’occhio ha visto, ma il processo di giudizio, di riconoscimento, di "decodifica input" non<br />
c’è stato.<br />
Il cervello non ha "messo insieme" non ha elaborato i dati forniti. Non è stato capace<br />
di dare un nome, ovvero un senso compiuto a quella serie di dettagli, non ne ha colto<br />
l’essenza.<br />
In questo caso l’attenzione è buona ma la capacità di ragionamento no. Ovvero si vive<br />
uno status di attenzione superficiale, non globale. Attenzione fotografica, non intelligente.<br />
L’immagine si "ferma sulla retina" e non ci si sforza di farla arriva al cervello. La capacità<br />
analitica è compromessa: vedi ma non capisci.<br />
Durante un’immersione non di corso avviene il seguente fatto: appena arrivato sul<br />
fondo, a circa 50 m, un sub A passa all’erogatore di emergenza e segnala l’aborto<br />
immersione.<br />
Il compagno Z assai stranito però risponde prontamente al segnale, segue lo sfortunato<br />
ed entrambi escono dall’acqua.<br />
A secco si effettua l’opportuno debriefing.<br />
Alle domande poste in tutti i modi "cosa hai visto succedere in acqua" il compagno Z<br />
risponde con estrema completezza di dettaglio di aver notato benissimo nel sub A il cambio<br />
di erogatore con quello di emergenza, che aveva la frusta lunga che correva sul petto, ecc.<br />
ecc.. Ovvero con quello di emergenza.<br />
Il compagno Z ricorda anche tutti i dettagli sulla posizione, ecc.. Ricostruzione perfetta, ma<br />
fotografica, non dell’evento nella sua sostanza.<br />
Fu incredibile come nemmeno fuori dall’acqua da solo Z non riusciva a mettere insieme<br />
che lì era accaduta l’emergenza (aveva accettato il segnale di aborto immersione, ma non<br />
aveva capito a cosa era seguito), che quel gesto stava a significare problema.<br />
Anche fuori dall’acqua Z non aveva riportato alcuna "sensazione" che lo potesse instradare<br />
in tal senso.<br />
Quindi Z vide perfettamente il gesto, nei minimi particolari, ma - pur chiarissimo e molto<br />
importante - non ne capì il senso. Non gli diede il significato, il nome.<br />
Z non arrivò alla seguente conclusione: cambio con erogatore di emergenza = problema<br />
serio.<br />
Nota bene che questa "falsa attenzione" è più comune di quanto credi in situazioni<br />
narcotiche e soprattutto stressanti.<br />
L’occhio ti guarda instupidito, riceve i dati ma il cervello è assente; non li elabora.<br />
La vera attenzione è infatti nelle immersioni profonde un processo mentale a volte<br />
impegnativo, e che per questo si mette da parte rilassandosi, perdendo parte di<br />
concentrazione. Riposandosi.<br />
L’attenzione ai dati deve servire per arrivare a qualcosa: è un mezzo, non un fine.<br />
I dati servono solo se li ordiniamo in strutture logiche, viceversa sono inutili figurine<br />
sparse.<br />
Capire ciò che succede non è solo stare attenti ai particolari, ma elaborarli, se non<br />
recepisci la sostanza delle cose, non sei operativo, nei confronti degli altri e anche di<br />
te stesso<br />
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Non ricordarne i particolari sostanziali.<br />
Identificare subito l’oggetto indicato, senza però inserirlo nel contesto specifico<br />
dell’immersione.<br />
L’occhio ha certamente visto tutti i particolari sostanziali (viceversa il cervello non avrebbe<br />
potuto elaborarli per fornire l’identificazione), e la capacità analitica in buono stato ha<br />
subito codificato l’oggetto ( ha capito cosa significavano i particolari messi insieme).<br />
Una volta datogli un nome, è poi caduto l’interesse sui particolari i quali non sono stati<br />
considerati o rianalizzati a fondo con anche l’obiettivo di ricordarli e riportarli.<br />
Sicuramente minore dell’errore precedente.<br />
Nell’esempio precedente non avremmo saputo di che colore fosse la frusta dell’erogatore,<br />
nè la marca dell’erogatore, ecc., ma avremmo capito che era in atto un problema. Ne<br />
avremmo identificato il significato.<br />
Che è certamente l’obiettivo primario al fine della gestione dell’immersione e dell’operatività<br />
di risposta.<br />
Quindi un errore sotto alcuni aspetti anche comprensibile, i particolari sono un mezzo per<br />
riconoscere l’oggetto, non il fine, e riconosciuto l’oggetto cade l’importanza di essi, cessa<br />
la loro funzione, non interessano più, sempre che il nostro compagno non sia passato ad<br />
utilizzare l’erogatore di una bombola decomrpessiva!<br />
Ma quando non interessano più cade l’attenzione.<br />
Cerca comunque di fare attenzione anche a tutti i particolari, forzati su questo, sono<br />
"esercizio" per mantenere sempre costante e alta la concentrazione.<br />
Inoltre i particolari sostanziali servono o possono servire a 100 cose in sede di<br />
debriefing.<br />
1) Quando un comportamento non è gravemente errato, è comunque molto<br />
migliorabile.<br />
2) Non si butta niente, è un’educazione visiva e mentale che, conquistata, ti farà<br />
estremamente comodo in mille occasioni.<br />
3) Non deve cadere l’attenzione. Una volta "capito" l’oggetto non ci si deve rilassare.<br />
Non devono esserci oscillazioni di tensione di attenzione.<br />
5.13 Ricavare la direzione nord di un oggetto<br />
Specialmente nella fase più profonda, ma in realtà in qualsiasi momento dell’immersione,<br />
il tuo Istruttore ti segnalerà un oggetto di cui dovrai ricavare la direzione con la bussola e<br />
ricordarla.<br />
Obiettivi<br />
Definire con che grado di abilità e sicurezza si affronta un’operazione complessa,<br />
consequenziale e fine all’interno di un’immersione già in "multiple tasks" esterni.<br />
Definire con che velocità si effettua. Definire gli eventuali punti di frizione o stop nel<br />
processo generale.<br />
Svolgimento<br />
Osservi l’oggetto e la direzione che l’Istruttore ti indica in maniera chiarissima con il<br />
movimento del suo braccio o della lampada.<br />
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Pure Tech Agency<br />
Potrebbe essere un oggetto allungato con direzione propria (per esempio: un ramo diritto),<br />
oppure anche come quell’oggetto sia posto nei confronti di un altro oggetto o punto di<br />
riferimento (parete, masso, cima di risalita, ecc.); potrebbe essere anche una linea sulla<br />
sabbia o similare.<br />
Effettui la corretta rilevazione di direzione con la bussola senza appoggiarti a nulla. Dopo<br />
di che giri la ghiera casualmente.<br />
La tua bussola non deve essere ferma sulla rilevazione quando esci dall’acqua o in<br />
decompressione!<br />
Possibili errori<br />
Direzione non ricordata.<br />
Non ti ricordi i gradi Nord.<br />
In un’immersione reale, questa potrebbe essere la direzione del punto di ritorno, o di<br />
qualsiasi altro punto importante.<br />
Imparare a tenere a mente i punti-base dell’immersione è una pratica mai troppo messa<br />
a punto e seguita<br />
Vari gradi di incapacità o difficoltà nell’esecuzione esercizio.<br />
Sbagli la direzione, ci metti tempo eccessivo, non riesci a girare la ghiera, ecc.<br />
Questo compito richiede una buona abilità e grande agio in acqua, nonché il controllo delle<br />
funzioni mentali fini. Devi capire la direzione dell’oggetto, ricordare il funzionamento della<br />
bussola, utilizzarla in modo corretto.<br />
Su quest’ultimo punto devi stare attento che l’ago sia sempre libero e che un’inclinazione<br />
della bussola non lo fermi. è indiscutibilmente un’operazione che richiede alta<br />
concentrazione, specialmenete se eseguita senza appoggio sul fondo.<br />
Come abbiamo già scritto, in un’immersione reale questa potrebbe essere la direzione del<br />
punto di ritorno, o di qualsiasi altro punto importante. Quindi come in tutti gli altri esercizi<br />
del Corso Technical il valore è insito in se stesso. Difficoltà o impossibilità di esecuzione si<br />
traducono in problemi diretti: non riusciresti a stabilire quella direzione. Ma non finisce qui.<br />
In questo esercizio si vede bene se un processo complesso inserito in un’immersione non<br />
semplice riesce a essere evaso, come e in quanto tempo.<br />
Oppure, in caso contrario, dove è il problema: se di narcosi, di stress, "meccanico",<br />
quant’altro valutabile, per poi relazionarlo alla genericità dei casi, che seguono lo stesso<br />
schema simil-operativo.<br />
Ogni difficoltà riscontrata in questo esercizio è una difficoltà riscontrabile in ogni<br />
compito fine di qualsiasi tipo sganciare una bombola da un moschettone, sciogliere un<br />
nodo, districarti da una rete, chiudere il rubinetto di una bombola (individuando quale<br />
e operando senza appoggio), ecc.. Questo è il senso ampio dell’esercizio, che ti deve<br />
fare riflettere.<br />
Infatti le operazioni complesse e sequenziali, specie se sono "fini", hanno un’elevata<br />
possibilità di errore, di rallentamento di azione o anche di stop operativi: il sub incespica,<br />
si "incanta", e a volte si ferma.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Ed il meccanismo intero si arresta, anche completamente.<br />
Sino ad arrivare a momenti in cui si fa strada la confusione mentale, lo "stupore".<br />
Infatti quando l’azione rallenta o si arresta, al sub si eleva lo stress dato dall’ansia di<br />
arrivare alla fine e dalla rabbia e/o paura scaturite dall’impotenza/difficoltà di riuscita.<br />
E ciò non fa altro che diminuire ulteriormente le possibilità operative e di concentrazione/<br />
gestione del compito.<br />
Un processo negativo, un’involuzione delle facoltà, in cui il controllo narcotico ma - anche<br />
in questo caso - soprattutto dello stress ha un ruolo assolutamente primario. Un processo<br />
che qui stiamo testando.<br />
Devi essere pronto a questo tipo di scenario che devi poter affrontare!<br />
Dobbiamo essere certi di poter svolgere processi sequenziali e fini sotto narcosi e stress.<br />
Il tuo essere subacqueo tecnico deve avere questo come scoglio, come base di confronto<br />
e come obiettivo irrinunciabile.<br />
Questi scenari sono proprio quelli che possono creare problemi se non evasi o che<br />
sopraggiungono quando è accaduto qualcosa di serio, in altre parole proprio questi sono<br />
i processi operativi che debbono essere messi in atto quando accade un’emergenza<br />
di qualsiasi tipo!<br />
Contatto con fondo/parete/altro.<br />
Abbiamo detto che tale operazione deve essere svolta in assetto neutro, quindi se una<br />
pinna tocca il fondo ci darebbe un bell’aiuto che non è concesso.<br />
L’Istruttore interrompe la tua rilevazione e ti segnala di staccarti dal punto/i di contatto.<br />
Domandati anche se eri cosciente di essere in contatto e se sentivi la tua posizione con il<br />
mondo circostante.<br />
Nota corso:<br />
esercizio richiesto anche su relitti anche se la bussola risulta inservibile in presenza<br />
di ingenti masse ferrose. Ma anche se i dati saranno sbagliati la pratica dell’esercizio<br />
sarà la stessa.<br />
5.14 Segnale di 1 minuto alla risalita<br />
Technical<br />
Quando il timer segnerà 9 minuti<br />
segnalerai al compagno che<br />
manca 1 minuto alla risalita.<br />
Obiettivi<br />
Capire l’efficienza e la sicurezza<br />
delle comunicazioni dirette.<br />
Implementare il sistema dei<br />
pre-segnali, che serve in molti altri momenti ma specialmente in quello della risalita. Il<br />
Subacqueo si prepara alla risalita che avverrà dopo 1 minuto<br />
Svolgimento<br />
Batterai sul timer e poi indicherai 1 minuto con l’indice: sarà evidente che non è un segnale<br />
di tempo di fondo ma di tempo alla risalita.<br />
145<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
146<br />
Pure Tech Agency<br />
Possibili errori<br />
Non segnali il minuto alla risalita.<br />
Ti dimentichi l’esercizio quindi non segnali l’ultimo minuto.<br />
Il "senso del tempo" non ti sta avvisando che è estremamente prossimo il termine<br />
dell’immersione e la risalita.<br />
Oltre all’incremento del rischio di sforamento tempo, che abbiamo già definito gravissimo<br />
per i noti motivi, ciò significa che non ti stai preparando fisicamente (attrezzature, ecc.) e<br />
psicologicamente alla risalita, che ti coglierà di sorpresa.<br />
La risalita è forse il punto più importante dell’immersione; non puoi non essere conscio<br />
che sta arrivando, e ufficializzarlo al compagno. Non puoi non prepararti, affinché la<br />
risalita ti trovi nelle migliori condizioni.<br />
Segnali i 9 minuti in anticipo o segnali i 9 minuti in ritardo.<br />
Abbiamo già considerato questo errore negli altri esercizi di tempo.<br />
Segnali i 9 minuti con la procedura di comunicazione sbagliata.<br />
Esempi:<br />
a) segnali "1" con il pollice senza precedentemente aver battuto sul timer (segnale di<br />
aborto immersione).<br />
b) dopo aver battuto sul timer segnali "1" con il pollice (segnale di risalita).<br />
c) segnali i 9 minuti (5 in una mano e 4 nell’altra) invece che "1 alla risalita".<br />
Nota corso:<br />
Nell’esempio a) se non batti sul timer, l’Istruttore deve pensare a una richiesta di aborto<br />
immersione, e questo è certamente possibile anche in prossimità o - perché no - proprio<br />
alla fine immersione.<br />
Anzi, è giusto in questo momento che il fatto va considerato più seriamente a causa<br />
della estrema scarsità di tempi operativi.<br />
Quindi se l’Istruttore non ha la certezza assoluta che si tratta di un’evidente dimenticanza<br />
formale, farà immediatamente seguire una risalita controllata, senza esitazioni o ulteriori<br />
richieste. Dobbiamo limitare al massimo tutti i rischi.<br />
Va da sè che l’immersione dovrà essere ripetuta, e potrebbe essere un peccato se tutto<br />
era andato bene. Stai quindi molto, molto attento a non segnalare l’Aborto Immersione<br />
per errore!<br />
Oltretutto, allarmeresti tutto il Team per nulla<br />
Comunicazione Diretta<br />
Se in un’immersione hai 25 minuti di fondo ed è stato deciso di comunicare la pre-risalita<br />
2 minuti prima, comunicando il tempo di fondo ti troverai a dover comunicare 23.<br />
A parte l’evidente difficoltà pratica, ciò non ti offrirà la sicurezza che il compagno abbia<br />
capito quanto deve: egli potrebbe mal calcolare "25 - 23 = 4" e quindi pensare che mancano<br />
4 minuti alla risalita.<br />
Oppure potrebbe non ricordarsi del corretto tempo di fondo. Potrebbe essere che pensi<br />
che sia di 30 minuti (magari perché nell’immersione precedente era così) e quindi dedurne<br />
che mancano 7 minuti alla risalita.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
In tutti i casi tu avrai avuto una risposta positiva (i minuti sono anche per lui 23) e penserai<br />
che lui avrà capito che mancano 2 minuti e non è vero. L’equivoco si manifesterà nel<br />
momento peggiore.<br />
Questo problema si supera direzionando la comunicazione su quanto serve: l’importanza di<br />
questa comunicazione non sta nel tempo di fondo, ma nel tempo che manca alla risalita.<br />
Pre-Segnali<br />
Questo è un pre-segnale. Un pre-segnale si definisce tale perché non ha importanza<br />
propria, ma ha importanza rivolta a qualcos’altro.<br />
Ovvero non segnala nulla di primario, potrebbe non esserci, è stato "messo lì" non perché<br />
in quel punto ci sia qualcosa che vada segnalato ma perchè quel punto è vicino a un altro<br />
estremamente importante, basilare per l’immersione.<br />
Potremmo definirlo un pre-allarme, se il segnale successivo fosse di allarme. è insomma<br />
un semaforo giallo, di "allerta".<br />
Appunto allerta il subacqueo quando sta per entrare in una situazione delicata, importante,<br />
basilare, critica.<br />
Evita che gli arrivi addosso "inaspettata" o di sorpresa.<br />
Elevando l’attenzione del subacqueo, previene un ritardo o una dimenticanza dell’azione<br />
successiva.<br />
Strategia dei Pre-Segnali<br />
a) Affinché sia veramente efficace, il pre-segnale deve essere dato ragionevolmente<br />
distante per permettere l’operatività necessaria ma il più possibile vicino all’azione<br />
sulla quale deve allertare per non essere scollegato all’evento. L’incontro di queste<br />
2 esigenze genera il perfetto pre-segnale.<br />
su questo esercizio è illogico dare il pre-segnale ai 9 minuti e 50 secondi (è praticamente<br />
inutile, 10 secondi non servono a niente) come è sbagliato darlo ai 7 minuti (l’attenzione<br />
ha tempo di cadere nei 3 minuti successivi, allocazione temporale troppo distante<br />
dall’evento). Ovviamente altre esigenze di allerta seguono altri param<br />
b) Il pre-segnale va inserito sempre sulle azioni-controlli primari che vengono<br />
effettuate durante l’immersione.<br />
Esempi classici sono la profondità (check delle condizioni psico-fisiche-attrezzatura),<br />
pressione (check della riserva), risalita (check del pronti a ..), ma anche a tutte quelle<br />
situazioni accessorie e anche personali o di Team che si dovessero considerare<br />
primarie.<br />
Il pre-segnale non va inserito su altre situazioni: confonderebbe l’immersione e<br />
distrarrebbe dalle funzioni-base.<br />
1) In questo e altri segnali, evita i passaggi indiretti, le elucubrazioni, i calcoli. Comunica<br />
sempre il risultato finale, l’obiettivo della comunicazione. Usa sempre la comunicazione<br />
diretta.<br />
2) Inserisci Pre-Segnali in ogni situazione importante. Gestiscili intelligentemente,<br />
allocali in modo che non siano formali ma il più efficienti possibile.<br />
Technical<br />
147<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
5.15 Segnale di risalita<br />
148<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
Allo scoccare dei 10 minuti<br />
termina l’immersione e devi dare<br />
segnale di risalita all’intero<br />
Team.<br />
Obiettivi<br />
Assicurarsi che al termine del<br />
tempo pianificato faccia seguito<br />
l’immediato termine dell’immersione.<br />
Assicurarsi che tu gestisca questo delicatissimo momento nel modo corretto: controllando<br />
lo stress da risalita, ricordandoti di tutti i sub in acqua, dirigendo loro una comunicazione<br />
selettiva ed efficiente e assicurandoti della loro risalita.<br />
Non dovrai abbandonare nessuno sul fondo.<br />
Svolgimento<br />
Batterai il dito sul timer e darai il segnale di risalita.<br />
Qui ti devi ricordare di darlo anche all’Aiuto Istruttore che sta dietro a te.<br />
Non dovrai considerare nemmeno ora un eventuale altro Allievo.<br />
Ti assicurerai che il segnale sia stato ricevuto e compreso, nonché naturalmente condiviso,<br />
attraverso la corretta "chiusura" di comunicazione del compagno con il sistema a "Doppio<br />
Filo".<br />
Viceversa solleciterai la risalita d’emergenza dando aiuto ed eventualmente anche<br />
soccorso.<br />
Possibili errori<br />
Segnale non dato o dato in anticipo o in ritardo.<br />
Già abbiamo scritto su questi possibili errori.<br />
Nota corso:<br />
Il tempo di fondo non potrà essere superato, per ovvi motivi di sicurezza; l’Istruttore<br />
aspetterà 1 minuto per possibile differenza fisiologica di tempo sui computers.<br />
Allo scoccare del suo 12° minuto l’Istruttore darà il segnale di risalita a cui tu darai<br />
immediatamente seguito<br />
Abbiamo già scritto molto sula gravità gli errore di tempo, ma in questa particolare<br />
rilevazione di tempo, è assolutamente grave.<br />
Focalizza l’attenzione sui punti assolutamente base dell’immersione, non puoi davvero<br />
mai perderli di vista e utilizza il pre-segnale di risalita rimanendo ancorpiù fortemente<br />
allertato dopo di esso<br />
Segnale dato con le procedure di comunicazione sbagliate.
Pure Tech Agency<br />
Sono stati già considerati nelle pagine precedenti.<br />
Qui vogliamo soffermarci sull’errore che genera il segnale di "Aborto Immersione".<br />
Notevole, come intuitivo: intanto perché sei proprio al termine dell’immersione quindi lo<br />
spazio operativo in caso di reale emergenza è il più ridotto (quindi l’Istruttore tenderà a<br />
non crearsi il dubbio e a seguire immediatamente la richiesta di aborto immersione).<br />
Inoltre per questo segnale è più facile la confusione: qui i 2 segnali sono più simili<br />
rispetto al precedente esercizio dove questo errore è assai meno probabile<br />
In questo momento dell’immersione molto delicato, occorre stare ancora più attenti di<br />
quanto raccomandato nel precedente esercizio (1 minuto alla risalita) sulla maldestra<br />
produzione del segnale di "Aborto Immersione", a non confondere il segnale di<br />
"Tempo (batti sul timer) di risalire (pollice all’insù)" con "Aborto Immersione (solo<br />
subito il pollice all’insù, senza alcuna spiegazione precedente)".<br />
Segnale di ritorno non ricevuto o ricevuto sbagliato.<br />
Non aspetti che i componenti del Team rispondano al segnale oppure accetti un segnale<br />
non corretto.<br />
Non reagisci quando il compagno manifesta inefficienza operativa.<br />
Come già ben visto nel capitolo sulle comunicazioni a doppio filo, sai che tale sistema<br />
richiede una risposta appropriata, atta a certificare che chi risponde ha bene inteso la<br />
comunicazione, ne è d’accordo ed è operativo immediatamente.<br />
Ciò serve a evitare malintesi, equivoci, e/o a far capire a chi domanda il grado di<br />
percezione/attività mentale dell’interlocutore.<br />
In quest’ottica se il compagno risponde solamente "OK", o fa un cenno di capo, o quanto<br />
altro non corretto, devi intendere che non è in gestione della propria immersione. Che è<br />
sotto narcosi, stress, o entrambi o comunque che è in difficoltà<br />
Se ignori questo stato e risali, oppure prendi per buono il segnale sbagliato e ti giri per<br />
cercare l’altro sub, ecc. si deve considerare che hai o avresti potuto abbandonare il<br />
subacqueo sul fondo<br />
Invece devi incalzarlo nel modo già visto in precedenza (indicare bene "tu!", mimica imperativa,<br />
farsi seguire verso l’alto, - oppure al limite trasportare da posizione posteriore -).<br />
Se, perché sei stato impreciso, frettoloso, superficiale, stressato, ecc., abbandoni qualcuno<br />
sul fondo, in quelle condizioni la probabilità che un suo problema (che peraltro sta già<br />
presentando con il suo status compromesso) si tramuti in incidente è la più elevata di tutta<br />
l’immersione poiché il subacqueo in difficoltà avrebbe scarsa autonomia per accorgersi/<br />
risolvere e poiché quando te ne vai, non ci sarà nessuno che potrà allertarlo o aiutarlo.<br />
Se non lo è già, senza ulteriori sollecitazioni visive e/o di movimento si potrebbe<br />
addormentare dove si trova e "svegliare" quando esaurisce l’Aria, senza ricordare<br />
dov’è, da solo, con molta strada da percorrere e decompressione da effettuare<br />
Technical<br />
149<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
150<br />
Nota corso:<br />
Pure Tech Agency<br />
al 3° segnale corretto da parte dell’allievo senza relativa risposta o risposta inefficiente,<br />
o dopo che l’allievo hai operato come più sopra (escluso ovviamente il trasporto),<br />
l’Istruttore darà il segnale di "fine esercizio" e si continua la risaluta interrotta<br />
dall’Istruttore<br />
Il sistema di comunicazioni CMAS-<strong>PTA</strong> a "doppio filo" anche qui - e soprattutto qui -<br />
deve essere rispettato.<br />
L’unico modo per essere certo della risposta è quello di averla precisa e compiuta,<br />
qualità di risposta che non è in grado di dare un sub se non è nel controllo della sua<br />
immersione.<br />
Ti rammentiamo che impersonali ok, segni di sì col viso, ecc.., non significano niente.<br />
E quindi non valgono nulla.<br />
Una comunicazione inefficace viene considerata abbandono di subacqueo.<br />
Imponiti di aspettare la corretta risposta. Quando la testa vuole rapidamente girarsi<br />
dall’altra parte per guadagnare tempo ripeti mentalmente dentro di te: "aspetto...".<br />
Schema operativo: segnalo - aspetto<br />
Segnale non dato a tutto il team e/o segnale dato al sub sbagliato.<br />
Nel dare il segnale di fine immersione, ti dimentichi di un subacqueo oppure lo confondi<br />
con un altro.<br />
Consideriamo errore dare il segnale a chi non devi.<br />
Sei mentalmente presente e sai quello che stai facendo, o distribuisci segnali di risalita a<br />
tutto ciò che si muove, magari anche al pesce Napoleone che passa di lì per caso?<br />
Desideriamo constatare che durante tutta l’immersione, pur non vedendolo, non ti sei<br />
dimenticato che avevi un Istruttore dietro la testa (oggi a cui chiedere aiuto se necessario<br />
per quanto riguarda il corso, ma domani potrebbe essere chiunque: un’altra coppia del<br />
Team, ecc.).<br />
Questo perché il momento della risalita è estremamente delicato: in un attimo si può<br />
assistere al delirio del Team.<br />
Coppie che si rompono, segnali non dati, segnali dati ognuno alla sua maniera e in modo<br />
sbadato o puramente formale-meccanico (senza vera attenzione), segnali dati ma non<br />
ricevuti (non capiti), subacquei che partono verso la superficie per conto loro, ecc..<br />
L’affiatamento e i nervi saldi del Team si vedono nel momento della risalita, dove in un<br />
momento può prodursi lo sbando generale alla "ognuno per sè e Dio per tutti". Perché ?<br />
É il momento di ufficializzare qualcosa che sempre abbiamo saputo ma forse mai<br />
abbiamo capito e in nessuna sede se ne è parlato: lo stress da risalita.<br />
Infatti il momento della risalita è quello dove si ha la maggiore sensazione di rischio<br />
accompagnata dall’improvvisa assenza del motivo per cui vale la pena correrlo:<br />
l’immersione.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Supponiamo di mettere l’immersione su una vecchia stadera: a sinistra le cose brutte<br />
(la fatica, il rischio, ecc.) e a destra le cose belle (la gioia, il divertimento, la libertà, il<br />
godimento, ecc.).<br />
Ebbene il momento della risalita vede il peso delle cose brutte (è il momento di<br />
maggior fatica: decompressione, e il momento di maggior rischio: minore riserva di gas,<br />
minore tempo di reazione in caso di eventuale emergenza, ecc.) aumentare mentre<br />
il contrappeso delle cose belle sparisce completamente: di fatto da quel momento<br />
quella non è più immersione, è solo il lavoro, lo scotto che dobbiamo sopportare per<br />
averla fatta. La bilancia dunque cade a piombo verso sinistra. E così il nostro equilibrio<br />
psicologico<br />
Il momento della risalita è quello in cui ci si chiede (anche se in immersione non abbiamo<br />
avuto nemmeno il minimo problema) se le tabelle andranno bene, se avremo fatto bene i<br />
calcoli di autonomia, ecc..<br />
Inoltre è sempre possibile una MDD, il "mostro nero" del sub, che si incontra in risalita e<br />
non certo in discesa o sul fondo. Si dà quindi inizio al momento della verità, si sa che se<br />
qualcosa non è andato bene in risalita verrà fuori (hai sentito freddo, hai faticato molto, hai<br />
assorbito più inerte del normale, com’era il tuo assetto? Sta per arrivare l’esame).<br />
Tutto questo in pochi secondi: il cambio di scenario mentale fra tranquilla, piacevole<br />
situazione di fondo e situazione lavorativa-preoccupata risalita è velocissimo e, per<br />
alcuni versi, scioccante.<br />
Escluso le emergenze, nessun altro cambio di scenario in un’immersione è così<br />
violento (per esempio: la discesa permette la mente di abituarsi gradualmente al<br />
raggiungimento della massima profondità).<br />
Ecco dunque che, visto che comunque non si può più stare sul fondo perché il tempo è<br />
finito, vale la pena di levarsi da lì il più presto possibile e la risalita viene vissuta quasi<br />
come una vera e propria emergenza: non si risale, si fugge, chiudendosi in se stessi<br />
per poi aprirsi durante le prime tappe decompressive e magari solo lì accorgersi che<br />
manca qualcuno perso per strada o sul fondo. Questo è lo "stress da risalita<br />
Nota corso:<br />
L’Istruttore tenderà a tenerti sul fondo, prendendosela comoda.<br />
Risponderà male ai segnali, mentre tu sentirai la spinta a salire sempre più forte.<br />
Vogliamo vedere se gestirai la situazione, se ti ricorderai di tutti, se capirai a chi stai<br />
dando il segnale, se vedrai e analizzerai le risposte e le situazioni o se la tua mente<br />
starà pensando ad altro, se sarà già fuggita verso l’alto cercando la superficie.<br />
Del resto l’occasione è troppo ghiotta.<br />
Siamo in presenza del momento che in tutta una normale immersione assomiglia di<br />
più a un’emergenza.<br />
Dato che per motivi eccezionalmente ovvi non possiamo nè certo vogliamo provocare<br />
emergenze vere durante il corso, e che però il corso deve preparare alle emergenze<br />
vere, siamo nella necessità didattica di trovare qualcosa che all’emergenza assomigli<br />
pur non essendolo, ed educare/testare il sub su di essa<br />
Se non gestisci un’azione sì stressante ma sempre assolutamente normale, come potrai<br />
pensare di cavartela un un’emergenza seria?<br />
Se in un’immersione vera nel momento della risalita scoppiasse un "O" ring? Sapresti<br />
distinguere che rubinetto chiudere? Sapresti importi di restare a gestire la situazione o non<br />
capiresti più niente, non saresti di nessun aiuto anzi di disturbo?<br />
Technical<br />
151<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
Pure Tech Agency<br />
Forse scapperesti verso la superficie? Se non sai distinguere ora un altro allievo<br />
dall’assistente, come potrai ricordarti i particolari dell’attrezzatura che hai studiato a<br />
secco prima di entrare in acqua? Come potrai mettere in atto le procedure di emergenza<br />
pianificate?<br />
In una reale emergenza scoppierà il delirio o - pur naturalmente sotto forte stress - riuscirai<br />
a capire cosa succede e quello che ti circonda e agire assennatamente?<br />
Se succedesse a te un problema serio nel momento della risalita e il tuo compagno o<br />
l’intero Team si comportasse come sopra?<br />
Inutile scrivere che un segnale non dato viene considerato "Subacqueo abbandonato sul<br />
fondo".<br />
1) Preparati mentalmente alla situazione, sai che succederà: è umano e, come abbiamo<br />
visto, spiegabilissimo e logico, ma proprio per questo non ti spaventare, vivilo come un<br />
momento di particolare stress, ma gestiscilo. Resta calmo e operativo. Non farti prendere,<br />
non agire istintivamente. Non è un’emergenza, non viverla come tale.<br />
2) Adotta un periodo-cuscinetto.<br />
Il segnale di pre-risalita funziona bene anche a questo, dopo il segnale di pre-risalita<br />
pensa a ciò che dovrai fare, guarda dov’è il compagno, l’Aiuto Istruttore, sistemati<br />
l’attrezzatura, ecc..: quando arriverà il momento di risalire sarai preparato, non lo<br />
sentirai così imperante e aggressivo e, se ti sarai preoccupato di comunicarlo, sarà<br />
così per il tuo compagno e per l’intero Team.<br />
3) Ricordati di chi non vedi.<br />
Fai "girare" la mente a 360°, non chiuderla: è il segreto per la migliore gestione delle<br />
immersioni, specie nei momenti di stress. Quindi scegli fra un sub e un altro, chiediti chi<br />
è, riconoscilo, non dare il segnale 2 volte alla stessa persona, o alla persona sbagliata.<br />
Controlla sempre se ti manca qualcuno.<br />
Terminata la corretta segnalazione inizieremo la nostra risalita, mantenendo la giusta<br />
velocità, e rispettando il profilo decompressivo precedentemente pianificato.<br />
5.16 Fuori dall’acqua<br />
Fai tutto con estrema calma, ricorda che hai fatto un’immersione profonda e stressante, e<br />
mantieni la concentrazione, non sono ancora terminati i tuoi compiti.<br />
Fai il punto della situazione: aspetta ancora un attimo per rilassarti completamente.<br />
Mentre sei ancora freschissimo, ti stai spogliando e sentendo se le tue condizioni fisiche<br />
sono normali, non fare scomoda conversazione e invece ripensa ancora all’immersione<br />
nelle varie fasi questa volta con tutti i particolari che poi l’Istruttore ti chiederà nel<br />
debriefing.<br />
Anche se malauguratamente dovessi essere certo di non avere superato l’esame, non devi<br />
assolutamente fare l’errore di non ripensare a tutto, ti servirà moltissimo per la prossima<br />
immersione.<br />
Rivisualizza freddamente ogni tuo comportamento, la posizione del compagno e<br />
dell’Istruttore, del team rispetto a tutto il contorno, le profondità e i tempi in cui si sono<br />
succeduti gli eventi, ogni cosa.<br />
Mentre stai facendo questo non ti distrarre, non farti prendere da un’eventuale sconforto o<br />
disappunto nè da eccitazione; cerca di isolarti dal mondo circostante.<br />
Solo quando avrai rivissuto come al cinema tutta la tua immersione e avrai memorizzato<br />
anche i particolari, potrai rilassarti completamente, mentre procedi alle procedure di<br />
svestizione e sistemazioni varie, che possono comprendere il rifocillamento o quanto<br />
considerato necessario o utile.<br />
152<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
5.17 Il debreafing valutativo<br />
Quando sarai a posto con tutto e il Team si potrà riunire senza distrazioni o compiti che<br />
interrompano il colloquio, dovrai raccontare e commentare la tua immersione.<br />
Obiettivo<br />
Costruire l’Eesperienza. Come visto precedentemente la nostra esperienza si forma sia<br />
con le cose positive che con quelle negative che verranno esposte ed analizzate con la<br />
Visualizzazione a Posteriori<br />
Svolgimento<br />
Deve toccare tutte le fasi dell’immersione, anche quelle che l’hanno preceduta/pianificata,<br />
al fine di constatare dove stavano gli errori e migliorare non solo l’acqua ma tutto il<br />
processo.<br />
Però sarebbe sbagliato cominciare dall’inizio (la pianificazione).<br />
Risulta preferibile partire dalla fine (l’immersione), dalla coda e non dalla testa.<br />
Analizzando quello che è successo in immersione e identificati quindi al meglio gli errori<br />
accaduti in acqua, poi possiamo andare a testare meglio dove l’errore è stato "preparato"<br />
nelle fasi che hanno preceduto l’immersione.<br />
Al fine di andare poi a modificare più specificamente anche quelle fasi.<br />
Se iniziassimo dalla pianificazione, lavoreremmo su un’immagine dell’immersione non<br />
completa, su degli errori o imperfezioni non analizzati o nemmeno ricordati, e quindi non<br />
potremmo valutare al meglio quali cambi pianificatori (o di controlli, ecc.) impostare per le<br />
prossime volte.<br />
L’efficienza del debriefing sulle fasi precedenti l’immersione sarebbe dunque notevolmente<br />
diminuita.<br />
Quindi prima analisi dell’immersione e poi di tutte le fasi che l’hanno preceduta.<br />
Sistema investigativo a doppia copertura<br />
Analizzare l’immersione secondo per secondo con un sistema logico ed efficiente: il<br />
sistema è quello investigativo, occorre Visualizzare l’immersione appena effettuata.<br />
Hai dei punti che sono gli esercizi, le direttive eseguite, gli oggetti visti, ecc.: questi sono i<br />
punti di riferimento dell’immersione; senza dei punti di riferimento a cui appigliarsi quando<br />
nascono i dubbi sarai nella confusione più totale.<br />
Poi i tuoi ricordi si affievoliscono.<br />
Innanzi tutto cerca di distinguere fra ricordo vero e ricordo falso.<br />
Il ricordo falso non è quello del Subacqueo che sa di mentire, naturalmente.<br />
è quello del Subacqueo che mente a se stesso senza saperlo, creandosi una realtà<br />
virtuale.<br />
Che riempie momenti vuoti con veri e propri sogni, ricordi di immersioni passate,<br />
certezze create da domande o da opinioni espresse dal compagno<br />
Il tuo Istruttore, nell’insegnarti il sistema investigativo e i motivi per cui usarlo, ti farà<br />
volutamente cadere più volte in questi tranelli per farti capire l’errore e quanto è facile<br />
commetterlo.<br />
Technical<br />
153<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
154<br />
Pure Tech Agency<br />
Ti chiederà "ti ricordi quando hai visto XYZ?" e Tu gli risponderai di sì,ti sembrerà di<br />
vederlo, ne sarai certo, e invece è pura invenzione.<br />
Costruirà delle falsissime realtà anche comportamentali (manovre fatte in acqua o<br />
altro) alle quali tu non risponderai "no" oppure "non ricordo" come dovresti, ma alle<br />
quali crederai ciecamente non perché hai fiducia in quanto ti dice l’Istruttore, ma perché<br />
le starai vivendo, ci crederai davvero! ed invece sono realtà virtuali<br />
Dopo che l’Istruttore ti avrà fatto cadere nel tranello e che tu avrai l’assoluta convinzione<br />
di quanto visto e vissuto, come farai a renderti conto e credere nuovamente certamente<br />
che era falso?<br />
Perché l’Istruttore te lo dirà subito, dimostrandoti logicamente che è impossibile che<br />
quanto a cui tu credevi sia successo: questo è il sistema investigativo.<br />
L’Istruttore avrà scelto di inventarsi una realtà virtuale in un momento dell’immersione<br />
"coperto" più volte da punti di riferimento precisi: questi attesteranno l’impossibilità di tale<br />
realtà.<br />
"Coperto" significa "giustificato" da "prove".<br />
Le "prove" sono i "Paletti" che metti in immersione.<br />
Questi sono gli stessi punti-base dell’immersione, che qui sono visti come le fondamenta<br />
di un edificio solido e certo.<br />
Ma poi sono tutti quelli che, indipendentemente dalla loro importanza in immersione,<br />
possono servire dopo allo scopo.<br />
Per esempio: una semplicissima foglia sul fondo può servire enormemente nel commento<br />
post-immersione come punto di riferimento per attestare la veridicità di un fatto accaduto<br />
dopo, prima, più in alto, più in basso, ecc..<br />
Ecco che tutti i parametri fondamentali (tempo, profondità, ecc.) vengono a essere punti<br />
di un tracciato, di un grafico, che è l’immersione. I minuti, i m, la sequenza precedente e<br />
successiva degli esercizi, la posizione del Team e quant’altro attesteranno chiaramente<br />
che può o non può esistere quanto raccontato. Incanaleranno quanto pensato in un<br />
iter logico.<br />
Importantissimo dunque "mettere i paletti ", non lasciare zone temporali vuote, crearsi<br />
autonomamente dei punti di riferimento precisi e ben ricordati che servono solo a<br />
quello, che verranno buoni dopo: appigli a cui ti attaccherai quando dovrai raccontare<br />
la tua immersione.<br />
Ricorda! I "paletti" sono le fondamenta del debriefing<br />
A nulla è servito fare degli sforzi immensi in acqua per focalizzare tutto quanto è successo,<br />
per ricordare ogni cosa, la successione degli eventi, gli esercizi, l’assetto, i problemi, ecc.<br />
se poi non li si richiama e li si studia con estrema attenzione: è come avere un file pieno di<br />
input e lasciarlo nel computer senza far girare il programma di analisi.<br />
Il fatto di ricordare tutto, di avere le immagini esatte, ecc. non è fine a se stesso, non<br />
ha solo finalità di attenzione e concentrazione in acqua, ma ha come obiettivo anche la<br />
valutazione degli eventi.<br />
Valutazione degli eventi solo durante la quale il subacqueo cresce, fa esperienza, diviene<br />
esperto.<br />
In questa ottica si può quindi certamente affermare che l’immersione è un mezzo per<br />
arrivare alla valutazione di essa, che il fine dell’immersione è il commento ad essa. Come<br />
fosse un esercizio, anche dopo questo corso.<br />
Qui cresci. Qui metti a frutto tutto ciò che hai fatto in acqua, giusto o sbagliato, basta che<br />
te lo ricordi bene.<br />
Se non ricordi di avere avuto un problema, lo riporterai nelle prossime immersioni.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Una buona pianificazione fa la sicurezza dell’immersione a seguire, un buon debriefing<br />
fa la sicurezza di tutte le immersioni a seguire.<br />
La pianificazione lavora su 1 immersione sola e con il bagaglio di esperienza<br />
acquisito.<br />
Il debriefing lavora su tutto il futuro del sub e incrementando il suo bagaglio di<br />
esperienza, migliorandolo.<br />
La pianificazione è "chiusa", il debriefing è "aperto".<br />
Inoltre la pianificazione lavora su un’immersione supposta, il debriefing lavora su<br />
un’immersione certa.<br />
Non potremo mai spingere sufficientemente a un eccellente debriefing<br />
a) Facile crearsi - anche da solo - scenari fallaci e crederci religiosamente;<br />
b) Non fidarti delle tue impressioni, a non fidarti delle tue stesse certezze, a<br />
testare la loro autenticità.<br />
c) Per testare l’autenticità delle cose, il sistema è quello del collegamento degli<br />
scenari e delle "doppie coperture".<br />
Ogni scenario deve essere logicamente spiegato dall’iter degli eventi vissuti e deve essere<br />
"autenticato", "coperto", almeno da almeno due zone certe d’immersione. Il sistema<br />
non deve quindi essere "narrativo" ma "investigativo": mettere in dubbio, chiedersi se è<br />
possibile, cercare più conferme in più direzioni.<br />
E, quando te ne sarai appropriato per bene, addirittura "anticipatorio": ancor prima di<br />
esprimere un’azione supposta, deve essere stato fatto un ragionamento che ne stabilisce<br />
la possibilità d’esistenza, la collocazione corretta.<br />
A tale scopo sono imprescindibili punti fermi, certi punti di riferimento: "paletti" di<br />
segnalazione posizionati nei luoghi critici.<br />
In quest’ottica dunque riempi gli spazi vuoti con dei riferimenti.<br />
Non lasciare ampie aree senza "paletti", poi saranno vuote, piene di interrogativi, e non<br />
serviranno a niente.<br />
Vivi la tua immersione pensando al dopo. Costruisci la tua immersione con il commento<br />
alla stessa come obiettivo finale: starai costruendo la tua esperienza.<br />
svolgimento: valutazione - reimpostazione fasi precedenti l’immersione<br />
Alla luce di quanto effettivamente successo in immersione e discusso del debreafing, è<br />
possibile verificare quali sono stati gli errori nelle fasi precedenti e essa:<br />
1) Com’era la pianificazione?<br />
2) Com’è stato il briefing pianificativo?<br />
3) Le attrezzature erano sistemate in modo appropriato?<br />
4) Le procedure avevano qualche lacuna?<br />
5) Sono stati fatti tutti i controlli?<br />
6) E il briefing direzionale ha funzionato per lo scopo preposto?<br />
Ogni fase precedente l’immersione va qui analizzata e valutata non solo sotto l’aspetto<br />
funzionale (è stato fatto come doveva essere fatto, ci sono state dimenticanze, ecc.), ma<br />
deve anche rispondere a:<br />
Technical<br />
155<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
156<br />
Pure Tech Agency<br />
a) Ha tenuto effettivamente conto di tutto quello accaduto?<br />
b) Ha tenuto effettivamente conto di tutto quello che sarebbe potuto accadere<br />
(ovvero: qualcosa di imprevisto che non è fortunatamente successo, ma che<br />
durante l’immersione ci si è resi conto sarebbe potuto succedere)?<br />
Potrai così constatare se la pianificazione ha effettivamente tenuto conto di tutto quanto<br />
accaduto in immersione, se nei controlli è sfuggito qualcosa di cui ci si è fortunatamente<br />
resi conto dopo, se il briefing direzionale ha dimenticato delle direttive che poi in acqua<br />
non sono state seguite, ecc., ecc..<br />
Per quindi arrivare a concludere per ognuna delle 6 fasi precedenti l’immersione:<br />
Dove è migliorabile e cosa è opportuno includa la prossima volta.<br />
Gli errori in acqua dipendono anche da errori commessi fuori dall’acqua.<br />
Migliorare l’immersione significa migliorare, reimpostare, anche tutto quanto la precede.<br />
L’immersione non si chiude con l’uscita dall’acqua: si chiude qui.<br />
5.18 Note generali sull’immersione di apprendimento<br />
Istruzioni dell’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong><br />
L’Istruttore, oltre agli esercizi sopracitati, potrà rivolgersi a te per varie motivazioni e<br />
correzioni; segui ciò che ti dice con attenzione senza però focalizzare troppo l’attenzione<br />
solamente su di quello dimenticandoti tutto l’ambiente circostante e gli esercizi di base che<br />
rimangono; sii sempre attento a tutto ciò che comunque di base devi fare!<br />
Segnalazioni classiche riguarderanno l’assetto, importantissimo nelle immersioni profonde<br />
Tecniche.<br />
I movimenti in acqua (a volte nervosi e a scatti), la respirazione (a volte affannosa e corta)<br />
e la rilassatezza generale: se vedrà che sei nervoso ti darà un segno rassicurante di "<br />
relax, è tutto sotto controllo !"; in quest’ultimo caso l’Istruttore ravvisa una carica di stress<br />
eccessiva mentre tutto sta invece andando bene: tranquillizzati.<br />
Narcosi da Azoto<br />
Alle profondità a cui andrai, dovrai fare i conti con la narcosi d’Azoto.<br />
Questo non ti deve preoccupare, stai facendo giusto un Corso che serve a riconoscerla in<br />
tutti i suoi aspetti anche oscuri e a metterla sotto forte controllo.<br />
Ti viene però richiesto di segnalarla quando e come la provi.<br />
Il tuo Istruttore ti spiegherà il segnale.<br />
Quando durante l’immersione la proverai nonché ai cambi positivi (maggiore) di intensità<br />
della stessa, dovrai segnalarla al tuo Istruttore.<br />
Questo non necessariamente segnerà la fine dell’immersione, tutt’altro.<br />
Non pensare che se segnali una buona narcosi d’Azoto per forza si debba risalire, sarebbe<br />
andare contro i principi del corso!<br />
Non pensare peraltro nemmeno un secondo che se non la segnali nessuno lo capisca,<br />
lo staff. CMAS-<strong>PTA</strong> è in grado di definire con grande precisione il grado di narcosi che tu<br />
stai provando.<br />
Ma allora perchè ti si chiede di segnalarla?<br />
Affinché tu lo capisca.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Devi essere in grado di capire senza "addormentarti" i cambi di effetto narcotico e reagire<br />
a essi come primo passo facendo vedere che lo sai, che lo senti. Così facendo lo dichiari<br />
anche ufficialmente a te stesso, e ti dai la sveglia.<br />
Se lo sai ti comporterai diversamente adattandoti alla situazione e non sarà la situazione<br />
a piegarti silenziosamente alla sua volontà.<br />
Lo staff CMAS-<strong>PTA</strong>, data la conoscenza della problematica e l’esperienza accumulata<br />
nel training di immersioni profonde tecniche nelle più varie situazioni, capirà benissimo<br />
ogni cambio di situazione psicologica solo vedendo come ti muovi, come respiri o anche<br />
guardandoti negli occhi, ma vuole sapere se anche te sei consapevole e te ne stai subito<br />
rendendo conto.<br />
Questo ti fa capire che il tuo Istruttore non interromperà l’immersione se ci sono dei<br />
manifesti segni di narcosi, a meno che non ritenga che sia in pericolo la sicurezza dello<br />
Studente.<br />
L’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> ritiene che sia più pericolosa una situazione in cui sussista una<br />
narcosi relativamente modesta però non avvertita, che non una relativamente forte ma<br />
avvertita come tale dallo Studente dunque non incontrollata.<br />
Ricorda! Nelle immersioni profonde il problema non è di sentire narcosi o meno, ma di<br />
valutarla bene per quello che è capendo come e se puoi controllarla!<br />
Il tuo Istruttore può sapere quanto sei in narcosi, ma non quanto tu pensi di esserlo e<br />
questa valutazione è estremamente importante per la tua sicurezza e quella del team.<br />
Se quindi non gli verrà segnalato un grado di narcosi equivalente a quello che egli sa che<br />
tu provi, te lo farà poi notare nel debriefing o, in caso che la diversità sia compromissoria<br />
per la sicurezza, fermerà l’immersione.<br />
In quest’ottica cercare di tenere nascosta una situazione di narcosi per non vedere<br />
sospesa l’immersione può avere l’effetto contrario; segnalandola all’Istruttore egli<br />
invece saprà che tu sai e si sentirà più tranquillo.<br />
Ricorda: stai facendo questo corso giusto per gestire la narcosi d’Azoto, non per andare<br />
profondo immunizzandoti a essa<br />
Stress<br />
Il fatto che tu sia teso prima dell’immersione è assolutamente normale.<br />
Anzi l’immersione di apprendimento è costruita in modo che crei appositamente una certa<br />
dose di stress: se tu non fossi stressato ci sarebbe qualche problema nel training.<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> però vuole dirti alcune cose a riguardo: abbiamo già visto che lo stress è in<br />
parte utile perchè serve, se "usato" nel modo giusto, ad aumentare la concentrazione sui<br />
compiti spronandoti a una maggiore concentrazione.<br />
Se invece usato nel modo sbagliato o se presente in quantità esagerata può sortire l’effetto<br />
contrario: favorire la deconcentrazione e la confusione mentale.<br />
A questo proposito ti suggeriamo di tenere lo stress "buono" e di non considerare lo stress<br />
"cattivo".<br />
Il carico di stress di queste immersioni è dovuto anche dal timore che nascano incidenti,<br />
dalla preparazione di Istruttori che forse non conosci personalmente, ecc., ecc., ecc..<br />
Tutto normale e giusto, ma togliti dalla testa queste distorsioni.<br />
Quando ti prepari a un’immersione di corso, devi pensare solo a fare gli esercizi<br />
assegnati.<br />
Technical<br />
157<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
158<br />
Pure Tech Agency<br />
Lascia a prima o dopo tutte le possibili considerazioni generali.<br />
Oltretutto questi non sono tuoi problemi, ma dello staff CMAS-<strong>PTA</strong><br />
Il metodo è sperimentato, la struttura di assistenza in superficie/in acqua è eccellente e<br />
che hai un Istruttore solo per te, con grande esperienza.<br />
Un’altra occasione di stress "cattivo", è di vedere l’Istruttore come nemico da battere. Non<br />
è così.<br />
Non permettere che nasca conflittualità, agonismo, rivalità, astio.<br />
Libera la mente da queste problematiche, non addurre stress "sporco" allo stress "pulito"<br />
che ti deve spronare a fare tutto alla perfezione; concentrati al massimo solo su ciò che<br />
devi fare e non pensare ad altro.<br />
Questa, nel corso, è la giusta attitudine.<br />
5.19 Note sugli esercizi<br />
Per l’immersione di apprendimento<br />
Le facciamo ora che li conosci bene a fondo.<br />
Questi sono gli esercizi che ci vogliono per un training di immersioni sportive e ora<br />
spieghiamo perché.<br />
Training ricreativo: informativo, non pratico - applicativo<br />
Dato per scontato che non si debbano imparare tecniche di lavoro, rimane la domanda su<br />
come deve essere questo tipo di training.<br />
Le associazioni ricreative tradizionali hanno anch’esse, nella specialità Deep Diver (fino a<br />
40 m), un metodo di riconoscimento della narcosi d’Azoto.<br />
Normalmente all’allievo vengono fatte eseguire alcune elementari operazioni matematiche<br />
a quella quota.<br />
Ripetute dopo qualche ora a secco, lo studente può notare quale sia stata la differenza di<br />
tempo impiegata per fare lo stesso lavoro e anche se gli stessi risultati sono diversi.<br />
Nel caso di risultati identici (anche matematicamente sbagliati ma con lo stesso sbaglio)<br />
con tempi superiori l’allievo ha una narcosi sotto controllo (non causa confusione mentale)<br />
e tocca con mano quanto però è il ritardo mentale.<br />
Nel caso anche di difformità di risultato si rileva nell’allievo anche confusione: la narcosi ha<br />
il sopravvento sull’intero processo mentale e non solo sui tempi di elaborazione di esso.<br />
In questo caso si fa notare all’allievo che in caso di emergenza non solo avrebbe capito<br />
e reagito alla situazione in ritardo, ma che avrebbe anche avuto un’alta incidenza<br />
probabilistica di errore nella valutazione e/o nella risoluzione del problema.<br />
Lo Studente ha un’informazione che prima non aveva e questo è bene, anche perchè<br />
comincia a capire quali possano essere i prima insospettabili effetti della narcosi, ma<br />
terminata questa constatazione di massima molto generale e, come vedremo poi, creatasi<br />
su un esercizio sbagliato, non sperimenta o ottiene alcuna applicazione pratica.<br />
In parole povere viene didatticamente usata come prova che esiste una problematica,<br />
punto e basta.<br />
Il subacqueo sa che deve starci attento, ma non come.<br />
Questo risultato forse non è nemmeno il 10% di tutto ciò che il subacqueo deve sapere.<br />
Un test di questo tipo non risponde a una marea di altre domande assolutamente<br />
necessarie a un sub che voglia essere preparato alle Immersioni Profonde Tecniche.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Dove sta il vero problema: multiple tasks<br />
Numerosi studi sono stati fatti da tempo in USA dalle associazioni tecniche per vedere<br />
quale è il limite umano di resistenza alla narcosi d’Azoto.<br />
Parecchi fra i più noti Deep Diver si sono prestati per vari anni a test sul campo (e poi<br />
vedremo che differenza hanno con quelli in camere iperbariche, fattore anche questo a<br />
considerarsi di enorme importanza).<br />
Personaggi estremamente allenati hanno eseguito ogni tipo di test a profondità variabili<br />
sino a un massimo di 91 m.<br />
La prima considerazione da farsi è che ogni tipo di test, se eseguito singolarmente, dà dei<br />
risultati di concentrazione mentale accettabilissimi e addirittura per certi versi sorprendenti,<br />
avvicinando molto, dopo un pò di pratica, i risultati ottenuti in profondità con quelli ottenuti<br />
a secco.<br />
Esercizi solo mentali quali conti o operazioni logiche varie, oppure solo pratici, lavori<br />
che richiedessero solo coordinazione motoria, non avevano quindi differenze evidenti<br />
nemmeno tra di loro.<br />
Se c’è stata sorpresa nell’apprezzare in questi lavori singoli una performance migliore<br />
dell’aspettato, altrettanta si è avuta, ma in negativo, quando gli uomini sono stati costretti<br />
a fare più esercizi contemporaneamente.<br />
Questo ha causato, anche solo quando si trattò di fare due compiti, una caduta di<br />
performance notevolissima e in alcuni casi tre esercizi alle profondità limite hanno causato<br />
situazioni di emergenza, naturalmente risolte perfettamente grazie alle condizioni di<br />
estrema sicurezza a cui gli eccellenti subacquei venivano sottoposti.<br />
Questo ha confermato ciò che già si sapeva, ma ingigantito l’importanza del fenomeno:<br />
gli esercizi multipli aumentano moltissimo lo stress a cui è sottoposto il sub sotto<br />
narcosi, sino a farlo arrivare al punto di rottura (in cui diventa incapace di gestire la<br />
situazione globale) con rapidità drammatica.<br />
Il subacqueo in un’immersione anche normalissima è sempre sotto esercizi multipli,<br />
nell’assoluta normalità il sub deve controllare il Gas, il tempo, la profondità, il compagno,<br />
l’assetto e tutta la propria attrezzatura, ecc., ecc., ecc..<br />
Valore del test ricreativo o medico<br />
La situazione di un sub che se ne va a spasso in acqua è molto diversa da quella del sub<br />
in ginocchio sul fondo con un’esercizio matematico sulla lavagna e addirittura il controllore<br />
che gli dice quando risalire perchè si è esaurito il tempo, è alla scorta pianificata dell’aria,<br />
ecc., ecc.: in quest’ultima condizione il sub si dimentica quasi anche di essere in acqua e<br />
si concentra talmente sull’unico compito da svolgere alienando quasi tutto il resto; non è<br />
assolutamente così per il subacqueo "normale".<br />
Se poi questo test viene eseguito in camera iperbarica arriviamo ad alienare anche<br />
il freddo, il buio, un certo senso di pericolo sempre inconsciamente avvertito quando<br />
si è in acqua molto profondi, ecc., ecc.: lì proviamo quanto l’uomo resista alla narcosi<br />
d’Azoto e stress, ma non il subacqueo<br />
Dunque non è proponibile nè un test in camera iperbarica, nè un test con singolo compito;<br />
non è che siano del tutto inutili, ma sono enormemente riduttivi (tra l’altro non considerano<br />
Technical<br />
159<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
160<br />
Pure Tech Agency<br />
nemmeno la personale acquaticità dell’individuo) e danno informazioni di contorno molto<br />
teoriche e ben secondarie (se non in alcuni casi addirittura devianti) rispetto a quelle che<br />
noi necessitiamo come subacquei.<br />
Test in multiple tasks su esercizi di base<br />
La scelta oculata può quindi unicamente essere quella di effettuare test multipli e in<br />
acqua.<br />
Resta solo da definire quali.<br />
A questo punto si impone la considerazione di un principio: dato ciò che sappiamo,<br />
complicare troppo le cose ha come ovvio risultato l’impossibilità umana di eseguire gli<br />
esercizi.<br />
D’altro canto semplificarle troppo ci farebbe tornare all’inutilità pratica del test; che fare?<br />
Semplice, che il test richieda tutti gli esercizi-base già esistenti nell’attività subacquea, nè<br />
uno di più nè uno di meno.<br />
E che queste "note caratteristiche di base" siano eseguite assai bene.<br />
Un test/training di questo tipo ti dà esattamente ciò che ci vuole per un subacqueo sportivo,<br />
non scarta nulla e non è sovradimensionato.<br />
A questo punto puoi ben capire gli esercizi che CMAS-<strong>PTA</strong> ha scelto per il training: sono<br />
le fondamenta su cui costruire tutte le nostre immersioni, nulla di più e nulla di meno: se<br />
poi alcune di queste immersioni avranno altre particolarità aggiuntive (penetrazioni, cambi<br />
di miscela, ecc.) potrai seguire altri corsi specifici, ma l’impostazione correttissima della<br />
struttura portante di ogni immersione sarà rispettata appieno.<br />
La grandissima attenzione ai particolari in questi esercizi-base, ti permette di addentrarti<br />
poi fin nelle pieghe più nascoste della narcosi d’Azoto e dello Stress e di poterli ben<br />
gestire, ti permette di riconoscerli istantaneamente per ciò che sono.<br />
Esercizi identici per ogni livello<br />
Se per ogni livello ci fossero esercizi diversi, oltre a confondere e variare la "programmazione<br />
di base" che vogliamo, non si riuscirebbe mai a capire a fondo se il livello è stato superato<br />
perchè gli esercizi erano per te più facili o al contrario è stato sbagliato perchè gli esercizi<br />
erano per te più difficili di quelli del livello precedente.<br />
Gli esercizi sono quindi sempre assolutamente identici, questo sistema identifica negli<br />
eventuali nuovi errori commessi a maggiore profondità la sola responsabilità di una cattiva<br />
gestione della narcosi d’Azoto/Stress.<br />
Peraltro pur così ogni nuova immersione è diversa da quella precedente.<br />
Non è mai possibile farsi a priori uno schema mentale consequenziale fisso (per esempio:<br />
sapere che la Fermata Intermedia arriva prima dei 4 minuti, ecc.): allungandosi le<br />
profondità e diversificando notevolmente l’Istruttore, non ti sarà possibile fare leva su<br />
schemi preconfezionati.<br />
Inoltre potrà succedere che tale minuto scatti mentre stai eseguendo un altro ’esercizio<br />
(per esempio: la fermata prefissata) in modo che tu debba forzatamente operare in Multiple<br />
Tasks.<br />
L’Istruttore concentrerà apposta compiti, in modo da rompere ancor meglio e definitivamente<br />
possibili schemi fissi.<br />
Che quindi non potrai monitorare tutti i parametri insieme, ma dovrai stare sempre attento<br />
a tutto.<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Particolari pratici<br />
Per quanto riguarda i particolari pratici sulle prove in acqua, l’Istruttore ti informerà a<br />
seconda dei casi.<br />
Qui vogliamo sottolinearne uno, ricorda che il tempo è importante e a questo non sei<br />
abituato inoltre occorre considerare molto di più anche la profondità.<br />
Un altro bruttissimo vizio che i subacquei generalmente hanno è di guardare il computer<br />
solo per una informazione.<br />
C’è una soluzione a tutto questo:<br />
CMAS-<strong>PTA</strong> fa notare che c’è meno di 1 cm. di distanza fra le varie informazioni, perchè<br />
non approfittare della soddisfazione di un’informazione per fare un check a tutte le altre?<br />
Ogni volta che guardi la profondità devi guardare anche il tempo d’immersione e<br />
viceversa; stanno sullo stesso braccio a meno di 1 cm di distanza!<br />
Ricorda: profondità - tempo, tempo - profondità , sempre così: schema mentale!<br />
Per avere una chiara idea della valutazione di base che verrà fatta dopo la tua immersione,<br />
studia con attenzione la scheda errori posta fra qualche pagina.<br />
Quando è necessario ripetere l’immersione<br />
Arrivato a questo punto della lettura immaginiamo che sarai un pò preoccupato.<br />
Ti sei certamente reso conto che svolgere il compito alla perfezione è quasi impossibile,<br />
soprattutto nelle prime immersioni durante la mancanza di abitudine a questi controlli<br />
giuoca un ruolo non indifferente.<br />
Anche lo staff CMAS-<strong>PTA</strong> sa che è così e non ti devi preoccupare.<br />
Sebbene ogni esercizio richiesto abbia la sua importanza, vi sono degli errori che non<br />
pregiudicano direttamente l’accesso al livello superiore.<br />
Una mancata segnalazione della fermata programmata non è un errore grave,<br />
così come una discesa troppo lenta o lo stesso ritardo di segnalazione dei 6 minuti<br />
congiuntamente al non aver annotato la pressione a un componente del team.<br />
Non ti preoccupare di qualche mancanza che volta per volta sarà discussa e corretta (ci<br />
ricordiamo che stai imparando).<br />
Indipendentemente quindi dal numero e (se si escludono i 3 esercizi che sono elencati<br />
poco più sotto) dalla gravità delle stesse, il tuo Istruttore dovrà avere il seguente giudizio:<br />
Immersione con errori ma sufficientemente gestita.<br />
Non dovrà invece avere il senso di confusa e sconnessa gestione dell’immersione,<br />
ovverosia:<br />
Immersione non sufficientemente gestita. Senza iter, filo portante, casuale.<br />
In questo caso non potrà fare altro, anzi dovrà assolutamente, invalidare la prova.<br />
Tutto sommato dunque devi dare la sensazione globale di buon manager della tua<br />
immersione, non ti si chiede certo l’impossibile, tranquillizzati.<br />
Con la forza poi con la quale le direttive base ti saranno impartite dal tuo istruttore, avrai<br />
modo di accorgerti con quale efficacia saranno da te assimilate.<br />
Technical<br />
161<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
162<br />
Pure Tech Agency<br />
Sono però fisse 3 direttive che dovrai assolutamente rispettare:<br />
1) La profondità massima,<br />
2) Il tempo massimo,<br />
3) Il non aver dimenticato nessuno sul fondo<br />
Se anche solo una di queste 3 sarà minimamente disattesa, il livello non potrà essere<br />
superato qualsiasi sia stato il comportamento in acqua (anche perfetto).<br />
Se hai ancora qualche dubbio non esitare a rivolgerti all’Istruttore. Buon Corso!!!.<br />
Buon Corso!!!<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
Appendice<br />
Scheda errori immersione<br />
Schema pianificazione<br />
Glossario<br />
Corsi <strong>PTA</strong><br />
Iter didattici<br />
Technical<br />
163<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
164<br />
Pure Tech Agency<br />
SCHEDA ERRORI IMMERSIONE APPRENDIMENTO<br />
CORSO ..................................................<br />
Nome………………………………………................……... Cognome ……………………...........……………..…………………<br />
Livello Metri .....................; Tentativo n° .....................; Data ...........................................<br />
ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE:<br />
ERRORE COMMESSO: Scrivi “SI” all’errore commesso, riporta poi nelle “Note” i motivi dell’errore.<br />
ERRORE NON COMMESSO: non indicare nulla.<br />
NOTA: NON consultare eventuali altri Studenti, devi scrivere da solo se non indicato diversamente dall’Istruttore.<br />
STACCO DALLA SUPERFICIE<br />
a) partito prima ❏; b) partito dopo ❏; c) stacco ritardato da cause logistiche ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
DISCESA<br />
a) testa in giù ❏; b) contatto visivo non costante con compagno ❏, con il team ❏, con la cima/parete ❏;<br />
c) contatto fisico con compagno ❏, con il team ❏, con la cima/parete ❏;<br />
d) lontananza dal compagno ❏, dal team ❏, dalla cima/parete ❏; e) dispositivo di gonfiaggio jacket non in mano ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
SEGNALAZIONE E FERMATA INTERMEDIA (TEMPO? .............)<br />
a) segnale in anticipo ❏; b) segnale in ritardo ❏; c) fermata troppo sopra quota pianificata ❏; d) mancata segnalazione ❏;<br />
e) mancata fermata ❏; f) difficoltà di assetto ❏; g) pulsanti sbagliati ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
MANTENIMENTO PROFONDITÀ MASSIMA<br />
a) * profondità superata ❏; b) non ti sei accorto che il compagno ha superato la profondità ❏; c) ti sei accorto e non hai operato ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
SEGNALE DEI 4 ( ...) MINUTI (PROFONDITÀ? ..............)<br />
a) non segnalato i 4 (...) minuti ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) in ritardo ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
SEGNALE DEI 6 (...) MINUTI E CONTROLLO PRESSIONI (PROFONDITÀ? ...........)<br />
a) non segnalato i 6 (...) minuti ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) in ritardo ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏;<br />
e) non controllato le pressioni ❏; f) pressioni: Tua .........., Compagno.........., bar, non le ricordi ❏;<br />
g) richiesto pressioni con procedura scorretta ❏; h) contatti fisici ❏.<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
SEGNALE DI 1 MINUTO ALLA RISALITA (PROFONDITÀ? ...............)<br />
a) non segnalato il minuto alla risalita ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) in ritardo ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
SEGNALE DI RISALITA (PROFONDITÀ? .........)<br />
a) * non segnalato la risalita ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) * in ritardo (al tuo tempo) ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏;<br />
e) * segnale di ritorno non ricevuto ❏; f) * ricevuto con le procedure di comunicazione sbagliate ❏;<br />
g) * non dato il segnale di risalita a tutto il team ❏; h) e/o al sub sbagliato ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical
Pure Tech Agency<br />
RISALITA (PROFONDITÀ? ...............; TEMPO ALLA 1° TAPPA DECO? ...............)<br />
a) troppo lenta ❏; difficoltà di assetto ❏; b) perdita contatto con compagno e/o team ❏<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
IDENTIFICAZIONE OGGETTI (N° .................)<br />
a) non ricordi alcuni o tutti gli oggetti ❏; b) numerali in ordine di apparizione (1°,2°, ecc.) e scrivi la quota e il minuto di<br />
immersione quando furono indicati, e se è avvenuto durante a qualche evento significativo o qualche esercizio programmato<br />
c) accanto ai numeri riportane i particolari sostanziali……………………………………..…………………..........................…...<br />
.................................................................................................................................................................................................<br />
non relazioni gli oggetti con i parametri base ❏; d) accessori dell’immersione ❏; e) con i numeri di riferimento che hai dato:<br />
non ricordi i particolari sostanziali ❏.<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
DIREZIONE NORD DI UN OGGETTO (PROFONDITÀ? ................)<br />
a) direzione: .............. nord, non ricordata ❏; b) esercizio bussola: difficoltà ❏ (quali: ............................);<br />
c) Incapacità ❏ (quali: ............................); d) contatto con fondo ❏; parete ❏; altro ❏.<br />
NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />
DOMANDE<br />
qualcuno è sceso aldisotto delle pressioni pianificate? se sì, chi? ......................................................................................<br />
quali e come sono state le comunicazioni? ............................................................................................................................<br />
le direttive? ................................................................................ la decompressione? ...........................................................<br />
quando e come il tuo picco di stress? ....................................................................................................................................<br />
di Narcosi? ..............................................................................................................................................................................<br />
chiusura rubinetti? .......................................................................lancio pallone? ..................................................................<br />
Come è stata la Tua ATTITUDINE? ........................................................................................................................................<br />
INDIVIDUA ED ESPONI GLI ERRORI COMMESSI SU:<br />
1) PIANIFICAZIONE GENERALE 2) BRIEFING PIANIFICATIVO 3) SISTEMAZIONE ATTREZZATURE<br />
4) CONTROLLO PROCEDURE 5) CONTROLLI IN SUPERFICIE 6) BRIEFING DIREZIONALE<br />
Dopo ESTESA INTEGRAZIONE ORALE atta a:<br />
1 verificare tutti i punti singolarmente sopradescritti;<br />
2 chiedere una più dettagliata ricostruzione dell’immersione;<br />
3 insegnare il corretto sistema di debriefing;<br />
4 ripercorrere In dettaglio anche le 6 parti pre-immersione (secondo lo schema del manuale diver),<br />
l’Istruttore dichiara che lo studente (ha o non ha, scrivere nello spazio) ............................... SUPERATO questo livello.<br />
nome e firma (leggibile) dell’Istruttore: ....................................................................................................................................<br />
nome e firma (leggibile) dell’Assistente (ove richiesto): ..........................................................................................................<br />
ho capito i miei errori: nome e firma (leggibile) dello studente: ..............................................................................................<br />
* (questo errore invalida l’immersione)<br />
SCHEDA ERRORI IMMERSIONE APPRENDIMENTO<br />
CORSO ..................................................<br />
ps: copia di questa scheda deve essere conservata, a cura dell’Istruttore.<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
165<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
166<br />
Pure Tech Agency<br />
Data ................................................. Luogo dell’immersione .................................................................................................<br />
Leader dell’immersione ......................................................................................<br />
Qualificato a livello di profondità m .............. Compagno personale ................................. a livello di profondità m ..............<br />
Compagno nel Team a più bassa qualifica di profondità .................................................... Qualifica profondità m ..............<br />
Obiettivo dell’Immersione: ......................................................................................................................................................<br />
Profondità massima prevista m ................ Tempo di fondo previsto minuti ................ Tempo totale deco minuti ................<br />
Gas di fondo ............................................. Gas deco 1 ........................................... Gas deco 2 ...........................................<br />
❑ Atto di rinuncia firmato da tutti i partecipanti, sub e non<br />
❑ Atto di rinuncia relativo alle immersioni profonde firmato dai partecipanti all’attività<br />
❑ Regole di sicurezza richieste<br />
❑ Lista relativa all’attrezzatura richiesta controllata<br />
❑ Attrezzatura di supporto in superficie<br />
❑ Kit di Pronto Soccorso e sua posizione<br />
❑ Ossigeno<br />
❑ Liquidi<br />
* ❑ Aria o miscela di scorta<br />
* ❑ Bombola/e per emergenze e disposizione dalla/e stesse<br />
* ❑ Fune di discesa/risalita<br />
* ❑ Valutazione personale circa le condizioni fisiche e psicologiche di ogni sub ed eventuali provvedimenti<br />
* ❑ Assegna i compagni di immersione<br />
* ❑ Revisiona i segnali manuali:<br />
1) OK<br />
2) Guardami<br />
3) Bolle<br />
4) Giù<br />
5) Guarda<br />
6) Pericolo<br />
7) Assetto neutro<br />
8) Fallo tu<br />
9) Stai con il tuo compagno<br />
10) Portati a questo livello<br />
11) Mostrami il tuo manometro<br />
12) Cambia compagno<br />
SCHEMA PIANIFICAZIONI<br />
IMMERSIONI PROFONDE<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
13) Problema<br />
14) Stanco<br />
15) Non capisco<br />
16) Stop<br />
17) Narcosi (capogiro)<br />
18) Tantissimo, tanto, medio, poco, pochissimo<br />
19) Nuotare<br />
20) Guarda<br />
21) Ricorda<br />
22) Su<br />
23) Termine d’immersione e risalita
Breve Glossario Tecnico<br />
Pure Tech Agency<br />
Air break – Pausa respirando Aria durante la fase decompressiva con Ossigeno.<br />
Algoritmo – Versione matematica di un modello decompressivo. L'algoritmo è quella<br />
serie di equazioni che calcolano l'assorbimento ed il rilascio del gas inerte nei tessuti per<br />
determinare la necessaria decompressione.<br />
Anossia – Mancanza di Ossigeno nei tessuti.<br />
Azoto Residuo – eccesso di Azoto, è la quantità di gas inerte presente nel corpo dopo<br />
un’immersione.<br />
Bailout – Termine si con cui si indicano i sistemi utili a gestire eventuali casi di emergenze.<br />
Possono riferirsi ad equipaggiamenti specifici o ridondanti.<br />
Bottom time – Tempo di immersione che considera come momento iniziale quando ci si<br />
stacca dalla superficie dell’acqua e come momento finale quello dello stacco dal fondo<br />
iniziando la risalita..Tempo di fondo<br />
CCR Close Circuit Rebreather – rebreather a circuito chiuso. (sistema che prevede il<br />
riclo del gas respirato)<br />
Ceiling – (traduzione letterale: "soffitto") Indica la profondità alla quale si può risalire<br />
senza dover effettuare una decompressione obbligata.<br />
CNS % Central Nervous System – Sistema Nervoso Centrale, si riferisce al fenomeno<br />
di tossicità acuta dovuta alla respirazione di Ossigeno ad elevate pressioni parziali.<br />
CNS Clock – orologio del Sistema Nervoso Centrale.<br />
Compartimento – Generalizzazione del concetto di tessuto, più idonea nel caso di due<br />
o più gas inerti<br />
Conservatismo – Termine con cui si intende il margine di sicurezza che il programma o<br />
l'algoritmo usato utilizza.<br />
Curva di sicurezza o di non decompressione – limiti di tempo, in funzione della profondità,<br />
che consentono una risalita diretta in superficie senza effettuare soste obbligatorie; nel<br />
rispetto della velocità di risalita stabilita.<br />
Decompressione – in ambito subacqueo si intendono un insieme di procedure che<br />
governano la risalita dopo un’immersione, regolando tre variabili (profondità – tempo –<br />
miscela respiratoria) e mantenendone fisse altre (velocità, ecc).<br />
Deep-stop – (traduzione letterale: "tappa profonda"), si tratta di tappe decompressive<br />
addizionali, più profonde di quanto non richiederebbe normalmente la decompressione;<br />
hanno lo scopo di limitare la formazione di bolle nei tessuti.<br />
Doppler – rilevazione doppler. Dispositivo elettronico in grado di rilevare (es in ambito<br />
subacqueo) le bolle formate dal gas inerte.<br />
E.A.D. – (Equivalent Air Depth) Profondità Equivalente In Aria, è la profondità in cui si<br />
avrebbe la medesima pressione parziale di Azoto respirando Aria in un immersione con<br />
miscela diversa.<br />
E.A.N. – (Enriched Air Nitrox) Aria Arricchita con Ossigeno, la sigla è accompagnata dalla<br />
lettera x, la quale indica la percentuale di Ossigeno presente nella miscela.<br />
E.N.D. Equivalent Narcosis Depth – profondità di narcosi equivalente, indica la profondità<br />
alla quale avremo la stessa narcosi se respirassimo Aria anziché miscela.<br />
Frazione di un gas – parte di un gas di una miscela , misurata rispetto all’unita, che si<br />
differenzia dalla percentuale in considerazione al fatto che questa viene calcolata ponendo<br />
il totale uguale a 100 e non a 1.<br />
(es. percentuale 32% = frazione 0,32.<br />
Gradiente – in ambito subacqueo si intende la differenza tra la quantità di gas inerte<br />
disciolta in un tessuto e quella presente nella miscela respirata nei polmoni<br />
Technical<br />
167<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
168<br />
Pure Tech Agency<br />
Gas switch – cambio della miscela usata in immersione.<br />
Gradiente – in ambito subacqueo il gradiente indica la differenza tra due pressioni o tra<br />
tensione e pressione.<br />
Iperossia – eccesso di Ossigeno<br />
Iperossico (Gas) – miscela gassosa con una percentuale di O2 superiore al 21%<br />
Ipossia – carenza di Ossigeno<br />
Ipossico – miscela gassosa con una percentuale diO2 inferiore al 16%.<br />
Leggi dei gas – insieme di relazioni matematiche che permettono di prevedere il<br />
comportamento chimico-fisico dei gas<br />
M.O.D. (Maximum Operative Depth) – Massima Profondità Operativa, ovverosia la<br />
massima profondità a cui si può respirare una determinata miscela di uno o più gas.<br />
Normossico – indica una miscela la cui percentuale di O2 pesente è uguale a quella<br />
dell’aria (21%). Si indica come Trimix Normossico una miscela Trimix respirabile partendo<br />
dalla superficie dell’acqua.<br />
OTU Oxigen Tolerance Unit – Unità di tolleranza all'Ossigeno, valore riferito al fenomeno<br />
di tossicità cronica dell'Ossigeno.<br />
Percentuale gassosa – parte di un gas in una miscela misurata rispetto ad un totale<br />
di 100. Si differenzia dalla frazione in considerazione del fatto che questa è calcolata<br />
ponendo il totale uguale a 1 e non a 100<br />
(percentuale 32% = frazione 0,32).<br />
Periodo di emisaturazione – intervallo di tempo, con una durata costante,necessario<br />
ad un gas inerte in un determinato compartimento per dimezzare la differenza fra la sua<br />
quantità disciolta nel compartimento e quella presente nel gas inspirato dai polmoni.<br />
pg – la pressione parziale di un gas.<br />
pO 2 – la pressione parziale dell’Ossigeno in una miscela di gas.<br />
pN 2 – la pressione parziale dell’Azoto in una miscela di gas.<br />
RGBM Reduced Gradient Bubble Model – Modello con bolle a gradiente ridotto,<br />
algoritmo per il calcolo di immersioni ripetitive<br />
RMV Respiratory Minute Volume – Volume respiratorio al minuto, alcuni sw consentono<br />
di specificare anche questo valore per la decompressione indicandolo come deco RMV<br />
Runtime – termine con cui si indica il tempo di immersione, prevede l'indicazione<br />
progressiva dei minuti di immersione anziché il tempo da trascorrere ad ogni singola<br />
tappa.<br />
Saturazione – si considera un tessuto in condizione di saturazione quando, a determinate<br />
condizione di pressione e temperatura quando ha assorbito tutto il gas che può sciogliersi<br />
in esso.<br />
Solubilità – capacità di un elemento di disciogliersi in un altro in ambito subacqueo ci si<br />
riferisce alla legge di Henry e alla solubilità dei gas in un liquido.<br />
Template – Insieme dei param personalizzabili dei software decompressivi che possono<br />
essere salvati in un file indipendente dal profilo di immersione.<br />
Tempo di fondo – intervallo di tempo tra l’inizio della discesa e l’inizio della risalita,<br />
Trimix – miscela ternaria (cioè in cui sono presenti tre gas) generalmente si considerano<br />
Ossigeno – Elio –Azoto.<br />
Waypoint – Termine con cui si indica nei software decompressivi, un istante "notevole"<br />
dell'immersione, nel quale cambia solamente un parametro (miscela respirata, inizio<br />
risalita ecc..)<br />
Technical
Corsi <strong>PTA</strong><br />
Pure Tech Agency<br />
• NITROX DIVER: Abilita all’utilizzo di miscele iperossigenate con concentrazioni di<br />
Ossigeno dal 22% al 40%<br />
• DECOMPRESSION DIVER: Corso di approfondimento delle miscele iperossigenate,<br />
abilita all’utilizzo di miscele con concentrazioni di Ossigeno dal 22% a 100%, utilizzate<br />
entro i 45 m, in forma variabile (Best Mix) e con sosta di decompressione<br />
• TEK-IN: Corso di introduzione alla Subacquea Tecnica, abilita all’utilizzo di<br />
Aria in immersioni condotte sino a profondità di 47 m che richiedono soste di<br />
decompressione<br />
• <strong>TECHNICAL</strong> DIVER: Corso in cui si diventa Subacquei Tecnici, abilita all’utilizzo di:<br />
- Aria in immersioni condotte sino a profondità di 60 m<br />
- Trimix normossico in immersioni condotte sino a profondità di 66 m<br />
(entrambe con soste di decompressione)<br />
• SOLO DIVER: Corso in cui il Subacqueo Tecnico diventa autosufficiente, abilita<br />
alle immersioni multimiscela che richiedono soste di decompressione in completa<br />
autonomia<br />
• EXTENDED <strong>TECHNICAL</strong> DIVER: Corso che conduce il subacqueo Tecnico ai<br />
massimi livelli, abilita alle immersioni in autosufficienza con miscele Trimix e HEliox<br />
che richiedono soste di decompressione condotte fino alla profondità di 100 m<br />
• WRECK EXPLORER: Corso che abilita il subacqueo alle immersioni sui relitti<br />
• SPELEO: Corso che abilita il subacqueo alle immersioni in grotte marine, risorgenze e<br />
sifoni, ad esclusione di progressione all’asciutto e/o in grotta che richiede superamento<br />
di pozzi con corda<br />
• SURFACE TECH ASSISTANT: Corso che abilita a prestare assistenza e soccorso<br />
dalla/sulla superficie per immersioni con un massimo di 6 subacquei durante sessioni<br />
didattiche, esplorative, di ricerca, spedizioni, record, ecc<br />
• BLENDING & MIXING: Corso che abilita alla produzione di miscele binarie e ternarie<br />
ad uso subacqueo<br />
• SOFTWARE-PLANNED DECO: Corso che abilita all’uso di software per la produzione<br />
di tabelle decompressive personalizzate<br />
• SCIENTIFIC DEEP: Corso che abilita a eseguire rilievi, riprese foto-video e<br />
campionamenti in ambiente subacqueo finalizzati allo studio biologico, geologico,<br />
archeologico, oceanografico e delle scienze naturali<br />
• HUMAN FACTOR: Corso che abilita a prevenire, valutare e gestire i comportamenti<br />
propri e di chi coinvolto nell’immersione attraverso lo studio del “fattore umano”<br />
• REBREATHER: Corso che addestra il subacqueo all’immersione tecnica sia in Aria<br />
che in miscela utilizzando macchine a circuito chiuso e semichiuso<br />
Technical<br />
169<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
IIter didattici<br />
170<br />
Pure Tech Agency<br />
ITER 1 ITER 2 ITER 3 ITER 4 ITER 5 ITER 6<br />
Tek-in Tek-in Nitrox<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Technical (Air) Nitrox<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Nitrox<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Decompression<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Solo<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Extended Technical<br />
(Open Circuit<br />
- Rebreather)<br />
Tek-in<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Technical<br />
Nitrox<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Decompression<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Technical (Air) Technical (Air) Tek-in<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreater)<br />
Decompression<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Solo<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Extended Technical<br />
(Open<br />
Circuit - Rebreather)<br />
Decompression<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Solo<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Extended Technical<br />
(Open Circuit<br />
- Rebreather)<br />
Technical (Air –<br />
Trimix Open Circuit/Rebreather)<br />
Solo<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Extended Technical<br />
(Open Circuit<br />
- Rebreather)<br />
Nitrox<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Tek-in<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Decompression<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Technical (Air –<br />
Trimix Open Circuit/Rebreather)<br />
Solo<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Extended Technical<br />
(Open Circuit<br />
- Rebreather)<br />
Tek-in<br />
Nitrox<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Decompression<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Technical (Air<br />
– Trimix Open<br />
Circuit/Rebreather)<br />
Solo<br />
(Open Circuit -<br />
Rebreather)<br />
Extended Technical<br />
(Open<br />
Circuit - Rebreather)
DATA<br />
DATA<br />
Pure Tech Agency<br />
MODULO ADDESTRAMENTO DIVER<br />
COMPILARE E FIRMARE<br />
DOPO OGNI LEZIONE/ESERCITAZIONE<br />
FREQUENZA LEZIONI<br />
TEORIA<br />
ARGOMENTO<br />
IMMERSIONI<br />
LIVELLO<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical<br />
Istruttore<br />
FIRMA<br />
Allievo<br />
Istruttore Assistente Allievo<br />
171<br />
Modulo 5
Modulo 5<br />
172<br />
Pure Tech Agency<br />
Technical