Brevi biografie - Provincia Tridentina

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licenza con Breve epistolare di Innocenzo XII in data 20 luglio 1698 se desiderava di portarsi da Vienna nella contigua Provincia del Tirolo, e di scegliersi in quella un convento a sé beneviso, qual grazia gli fu confermata anche da Clemente XI con Breve epistolare in data 10 maggio 1701, ma non se ne servì, e come sopra si notò, partito da Inspruch ritornò a questa sua Provincia di Trento, e mai più se ne partì. Visse sempre, siccome umilissimo, anche poverissimo; né per sé o suoi parenti procurò robba. L'imperator Leopoldo mandò una collana d'oro alla di lui signora madre e fece cavaliere del Sagro Romano Impero il di lui nipote, ma solamente "quoad titulum et sine vitulo", né si curò il P. Ippolito di procurargli veruna carica per potersi mantenere da cavaliere. Ottenne per la chiesa parrocchiale di Pergine dei candeglieri colla croce tutto d'argento; ed un intero apparato fatto d'un abito dell'augustissima imperatrice Eleonora, come pure una bellissima particola della santissima Croce del Signore, che in detta chiesa conservasi. Quanto poi fosse benemerito il P. Ippolito della nostra Provincia, potrà facilmente didursi per quanto segue. A di lui persuasione l'augustissimo imperator Leopoldo, oltre varie lettere fatte scrivere in Roma per la fondazione del convento di Fiemme, sottopose in occorrenza di bisogno il dazio d'Egna per mantenimento de' Frati. E perché gli avvocati de' Padri cappuccini dicevano, che le lettere dell'imperatore erano emendicate, ed ordinarie, per avviso del nostro Procuratore, fu dal P. Ippolito ottenuto che Cesare vi facesse una poscritta di proprio pugno alla lettera che si mandava per tal affare all'eminentissimo cardinal Pio protettore de' Stati cesarei, e fu la seguente: "Io desidero l'effetto di questo negozio con molto desiderio, mentre lo stimo (76. //) per bene di molte anime; onde non dubito, che lei farà ogni diligenza acciocché si venga al fine bramato", e con tal mezzo, e colla sottoposizione del dazio sopraddetta si ottenne la licenza di fondar il convento di Fiemme; e sebbene fu poi spedita dalla Sagra Congregazione, nientedimeno il decreto fu formato de mandato summi Pontificis a secretario eiusdem Congregationis, ed il negozio non era stato trattato ultimamente nella predetta Congregazione (Ex Diario Procuratoris Fratrum Reformatorum, pag. 130); e così per interposizione e maneggi del P. Ippolito nonostante il decreto contrario uscito pria in favore de' PP. Cappucini, si fondò il nostro convento di Fiemme per cui dal medesimo Padre furono procurate anche varie limosine. Sotto il secondo ministrato del P. Gregorio da Trento, eletto in Arco li 14 aprile 1689 essendo per le precedute replicate innondazioni della Fersina il nostro convento vecchio di s. Bernardino assai guastato, e senza gravissima spesa non sembrava potersi rimediare, e con incertezza innoltre di longa durata, fu trattato in diffinitorio, se era espediente di ripararlo al possibile, oppure di trasportarlo altrove. Era su di ciò per metà diviso il diffinitorio; tre stavano per la riparazione e tre per la traslazione. In tal parità di sentimenti contrari fu chiamato mistro Pollonio celebre capomastro della città, perché considerasse e sinceramente dicesse, se si poteva fondatamente sperare, che riparandosi il convento fossimo per essere sufficientemente difesi dalle innonadazioni della Fersina. Oppure se fosse più espediente l'assicurarsi col trasportare altrove detto convento. Il detto capomastro portatosi sopra loco e ben considerato il tutto, portò per relazione a Padri, che non perdessero tempo a procurare la traslazione del convento in luogo opportuno, ed allora tutti li Padri convennero per la traslazione del convento. Fu poi trattato del luogo in cui fosse da trasportare il predetto convento; e furono proposti, e progettati tre siti. Primo: il Fralimano, allora di ragione de' Padri Teatini, e poi da questi venduto sotto il dì 2 ottobre 1727 alle Madri Orsoline, quali vi fondarono poi il presente loro monastero. Il secondo fu il luogo del Paradiso dirimpetto al convento di s. Francesco de' PP. Conventuali, di ragione di monsignor vescovo e principe di Trento, che allora era 86

monsignor Giuseppe Vittorio Alberti de Enno, eletto bensì, ma peranche non avea preso il possesso, e che ancora qualche anno ritardò poi a prenderlo, ed umilmente ricercato, rispose che si andasse frattanto temporeggiando. Il terzo luogo fu la Torricella, quondam di casa Madruzza, ma allora già passata in casa Ponte. Vi era il pro e il contra circa cadauno de' tre luoghi proposti, ed il P. Ippolito, per cui mezzo speravasi di procurare limosine per la conclusa traslazione, inclinava a far comprare il Frallemano, divenendo così il convento di Riformati più alla mano a quelli della città ed anche a stessi Frati per farvi le solite cerche. Prevalse tuttavia l'opinione di procurare la Torricella del signor Ponte e di lei tenuta per trasportarvi il nostro convento di s. Bernardino. Procurò pertanto il P. Ippolito la limosina di fiorini 2.500 da sua eccellenza signor Conte Enrico Stratman gran cancelliere dell'augustissimo imperator Leopoldo, come poi diede di tal limosina detto Padre avviso al P. Ministro Gregorio da Trento con una sua da Vienna, sotto il dì 17 ottobre 1689 e colla medesima fu poi procurata l'effettiva compra della predetta Torricella, e nella di lei tenuta fu poi trasportato il convento di s. Bernardino 117 . E passando dopo qualche anno per Trento verso Italia il P. Ippolito, fu pregato da Frati, a quali sembrava troppo angusta l'ideata chiesa nuova di s. Bernardino, a procurar qualche limosina, come egli fece, perché venisse aggrandita l'idea di detta chiesa e ridotta alla presente grandezza. Procurò innoltre due diplomi cesarei, uno segnato li 24 settembre 1694 e l'altro li 23 marzo 1696 co' quali venisse la nostra Provincia ricevuta e registrata fra le Provincie che godono la protezione dell'augustissima Casa d'Austria, e massimamente il nuovo convento di s. Bernardino, quali diplomi furono confermati dall'imperator Carlo VI e dall'augusta di lui figlia Teresa primo (77. //) genita maritata col serenissimo Francesco Duca di Lorena, poi Gran Duca di Toscana e finalmente imperatore Francesco primo 118 . Procurò innoltre da Cesare l'aumento del sale per la Provincia. Donò al convento di s. Bernardino una particola della Santa Croce, quale poi circa l'anno 1758 fu donata alla chiesa parrocchiale di Meano, ed in quella di s. Bernardino fu riposta altra particola della Santa Croce con altre insigni reliquie. Finalmente dopo aver dimorato al servizio della corte cesarea per dodici anni circa, per sovrana disposizione essendo ritornato il buon Padre Ippolito alla sua Provincia, per vivere e morire tra suoi Religiosi fratelli, l'augustissimo Cesare o sia l'augusta Casa per congruo suo sostentamento sino alla morte del medesimo corrispose al convento di s. Bernardino di Trento trecento fiorini annui coll'obbligo però di celebrare per l'augustissima famiglia annualmente Messe ducento. Fu il P. Ippolito religioso, che avea fatto bene a tutti, ben purgato con una vita per molti anni assai penosa e piena, oltre la cecità, di varii altri incomodi. Munito de' santissimi Sagramenti, e santamente disposto passò poi piamente al Signore nel convento di s. Bernardino in Trento li 2 gennaro 1715. Dopo la di lui morte si trovarono alcuni Brevi pontifizi, e varie lettere di rimarco, che il P. Ministro Massimigliano da Trento giudicò bene consegnarle a signori pronipoti Ippoliti del buon Padre Ippolito. Delle altre lettere e memorie ne furono fatti più ligazzetti, e riposti nell'archivio della Provincia, colle quali quando mai occorresse, si potrebbero ampliare le premesse notizie del nostro tanto benemerito P. Ippolito Ippoliti da Pergine; il di lui ritratto sta riposto nel refettorio del nostro convento di Pergine, lasciatoci dal di lui pronipote morto Beneficiato di s. Barbara in Pergine circa l'anno 1760. E la casa paterna della linea Ippoliti del P. Ippolito, discreto perpetuo dell'Ordine, fu quella che ora possiedono li signori Carli su la piazza di Pergine, assai migliorata già tempo dal signor dottor Carli di loro genitore. 117 Vedi Stenico Remo, I Frati Minori a Trento, pp. 80 e segg. 118 Questi diplomi si trovano fra i manoscritti della Biblioteca di san Bernardino a Trento. 87

monsignor Giuseppe Vittorio Alberti de Enno, eletto bensì, ma peranche non avea preso<br />

il possesso, e che ancora qualche anno ritardò poi a prenderlo, ed umilmente ricercato,<br />

rispose che si andasse frattanto temporeggiando. Il terzo luogo fu la Torricella,<br />

quondam di casa Madruzza, ma allora già passata in casa Ponte. Vi era il pro e il contra<br />

circa cadauno de' tre luoghi proposti, ed il P. Ippolito, per cui mezzo speravasi di<br />

procurare limosine per la conclusa traslazione, inclinava a far comprare il Frallemano,<br />

divenendo così il convento di Riformati più alla mano a quelli della città ed anche a<br />

stessi Frati per farvi le solite cerche. Prevalse tuttavia l'opinione di procurare la<br />

Torricella del signor Ponte e di lei tenuta per trasportarvi il nostro convento di s.<br />

Bernardino. Procurò pertanto il P. Ippolito la limosina di fiorini 2.500 da sua eccellenza<br />

signor Conte Enrico Stratman gran cancelliere dell'augustissimo imperator Leopoldo,<br />

come poi diede di tal limosina detto Padre avviso al P. Ministro Gregorio da Trento con<br />

una sua da Vienna, sotto il dì 17 ottobre 1689 e colla medesima fu poi procurata<br />

l'effettiva compra della predetta Torricella, e nella di lei tenuta fu poi trasportato il<br />

convento di s. Bernardino 117 . E passando dopo qualche anno per Trento verso Italia il P.<br />

Ippolito, fu pregato da Frati, a quali sembrava troppo angusta l'ideata chiesa nuova di s.<br />

Bernardino, a procurar qualche limosina, come egli fece, perché venisse aggrandita<br />

l'idea di detta chiesa e ridotta alla presente grandezza. Procurò innoltre due diplomi<br />

cesarei, uno segnato li 24 settembre 1694 e l'altro li 23 marzo 1696 co' quali venisse la<br />

nostra <strong>Provincia</strong> ricevuta e registrata fra le Provincie che godono la protezione<br />

dell'augustissima Casa d'Austria, e massimamente il nuovo convento di s. Bernardino,<br />

quali diplomi furono confermati dall'imperator Carlo VI e dall'augusta di lui figlia<br />

Teresa primo (77. //) genita maritata col serenissimo Francesco Duca di Lorena, poi<br />

Gran Duca di Toscana e finalmente imperatore Francesco primo 118 . Procurò innoltre da<br />

Cesare l'aumento del sale per la <strong>Provincia</strong>. Donò al convento di s. Bernardino una<br />

particola della Santa Croce, quale poi circa l'anno 1758 fu donata alla chiesa<br />

parrocchiale di Meano, ed in quella di s. Bernardino fu riposta altra particola della Santa<br />

Croce con altre insigni reliquie. Finalmente dopo aver dimorato al servizio della corte<br />

cesarea per dodici anni circa, per sovrana disposizione essendo ritornato il buon Padre<br />

Ippolito alla sua <strong>Provincia</strong>, per vivere e morire tra suoi Religiosi fratelli, l'augustissimo<br />

Cesare o sia l'augusta Casa per congruo suo sostentamento sino alla morte del<br />

medesimo corrispose al convento di s. Bernardino di Trento trecento fiorini annui<br />

coll'obbligo però di celebrare per l'augustissima famiglia annualmente Messe ducento.<br />

Fu il P. Ippolito religioso, che avea fatto bene a tutti, ben purgato con una vita per molti<br />

anni assai penosa e piena, oltre la cecità, di varii altri incomodi. Munito de' santissimi<br />

Sagramenti, e santamente disposto passò poi piamente al Signore nel convento di s.<br />

Bernardino in Trento li 2 gennaro 1715. Dopo la di lui morte si trovarono alcuni <strong>Brevi</strong><br />

pontifizi, e varie lettere di rimarco, che il P. Ministro Massimigliano da Trento giudicò<br />

bene consegnarle a signori pronipoti Ippoliti del buon Padre Ippolito. Delle altre lettere<br />

e memorie ne furono fatti più ligazzetti, e riposti nell'archivio della <strong>Provincia</strong>, colle<br />

quali quando mai occorresse, si potrebbero ampliare le premesse notizie del nostro tanto<br />

benemerito P. Ippolito Ippoliti da Pergine; il di lui ritratto sta riposto nel refettorio del<br />

nostro convento di Pergine, lasciatoci dal di lui pronipote morto Beneficiato di s.<br />

Barbara in Pergine circa l'anno 1760. E la casa paterna della linea Ippoliti del P.<br />

Ippolito, discreto perpetuo dell'Ordine, fu quella che ora possiedono li signori Carli su la<br />

piazza di Pergine, assai migliorata già tempo dal signor dottor Carli di loro genitore.<br />

117 Vedi Stenico Remo, I Frati Minori a Trento, pp. 80 e segg.<br />

118 Questi diplomi si trovano fra i manoscritti della Biblioteca di san Bernardino a Trento.<br />

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