Brevi biografie - Provincia Tridentina
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partì da Mezzolombardo il dì 25 maggio col P. Giovanni Nepomuceno da Mezzotedesco con ubbidienza in bianco del superior generale con intenzione di portarsi in Inspruch, ed in Salisburgo, ma giunto in Bolgiano, per certi accidenti non passò più oltre, ma per Merano e Caldaro, entro quindici giorni dalla sua partenza, ritornò al suo convento di Mezzolombardo. Nel 1747 insegnò ivi il terzo anno la morale a seguenti studenti: fra Simon Pietro da Palù di Giovo, fra Giustino da Bersone, fra Gottardo Antonio da Cles, fra Eleuterio da Mezzotedesco. Nel Capitolo tenutosi in Trento il dì 23 maggio 1748 fu per la seconda volta eletto Provinciale. Per segretario ebbe il primo anno il P. Giuseppe Ippolito da Pergine, e per questo ammalatosi, supplì il P. Carlo Antonio da Samoclevo e per compagno ebbe il P. Eusebio da Cavedine. Nel secondo anno per segretario ebbe il P. Giacomo Antonio da Calliano, e compagno il predetto P. Eusebio. Nel terzo anno ebbe per segretario il P. Silvestro da Trento, e compagno il P. Melchiore da Cles. Nel gennaro del 1750 ricevette da monsignor Firmian eletto nel 1748 li 29 maggio coadiutore e plenipotenziario di monsignor vescovo di Thunn che avea rinunciato il governo della Chiesa di Trento, la patente di delegato vescovile triennale per l'esame e l'approvazione de' nostri Padri confessori. Nel medesimo anno partì da Sacco per zattera a Verona portandosi col P. Marino Antonio da Mori al Capitolo generale in Roma, ed unitosi co' Padri vocali tirolesi vi capitò felicemente, ed intervenne al medesimo celebrato il dì 16 maggio 1750 coram Benedicto XIV Prospero antea Lambertini. Sotto 'l Capitolo s'infermò in s. Francesco a Ripa il di lui compagno P. Marin Antonio e però ivi lasciatolo, e raccomandato, egli fece ritorno colli sopraddetti Padri vocali tirolesi, e per via d'Ancona, Venezia, Padova capitò in Borgo li 17 giugno, essendo partito da Roma il dì 27 maggio. Terminato il secondo provincialato nel 1751 fu posto di famiglia in Trento, e vi si fermò sei anni, spurgando e riordinando l'archivio provinciale. E nel 1752 fu due volte confessore supplimentario alle monache della santissima Trinità (210. //) per la malattia e poi morte del Padre confessore Aniceto da Castellano e poi per l'indisposizione sopravvenuta al di lui successore P. Vittore dal Borgo. Nel Capitolo fatto in Trento li 30 aprile 1754 fu per la terza volta fatto diffinitore. Nel Capitolo poi celebrato in Roveredo li 2 luglio 1757 fu collocato in Roveredo e vi si fermò sino alla morte, cioè sino all'anno 1765. Nel detto tempo perfezionò la relazione della causa della nostra venerabile di Roveredo. Assiemò parimente dopo quelle migliorate le scritture e risposte da sé fatte alla censura delle opere della medesima e con altre carte spettanti alla stessa causa e legate in due libri, furono mandate in Trento per riporle nell'archivio della Provincia. Il dì 25 settembre 1757 cantò solennemente la sua seconda Messa in s. Rocco di Roveredo, giorno di domenica, differita a tal giorno di festa, essendo stato per altro il giorno di lui compleanno di sacerdote giubilare il dì 24 settembre festa della B. V. della Mercede, essendovi Guardiano in s. Rocco il P. Giovanni Nepomuceno di lui paesano che non mancò di solennizzarlo. Il dì 29 aprile 1760 celebratosi in nostro Capitolo in Arco fu per al quarta volta eletto diffinitore, quantunque non avesse vacato che un solo triennio, giusta la permissione de' statuti generali della Riforma. Nell'inverno del 1750 fu molestato da un grande reuma, che gli durò alcuni mesi, e fece molto dubitare di sua vita; ma tuttavia poi si rimise. Nella Congregazione celebrata in Pergine li 28 aprile 1762 fu eletto dal diffinitorio commissario provinciale per l'imminente partenza del P. Ministro Gasparo da Monclassico al Capitolo generale, tenutosi poi in Mantova il dì 29 maggio 1762 e dopo detto Capitolo, da Roveredo si portò il P. Lodovico alle Grazie per restituire al P. Ministro già ritornato da Mantova il sigillo di commissario, ed indi si restituì al suo convento di s. Rocco. Finalmente nel 1765 la domenica delle Palme e la mattina del lunedì Santo avendo mangiato in 234
comunità co' Religiosi, la sera del lunedì in cella fu sorpreso da un gran deliquio, stimato colpo, e però fu portato nel provincialato. Il martedì chiamato il medico, gli trovò una gran debilezza e gli furono porti de' confortativi. Il mercoledì provò della retenzione d'urina, e se gli applicò un empiastro al luogo proprio. E la sera concertò col P. Martirio suo confessore, di ricevere la mattina seguente del giovedì Santo la Pasqua, che gli verrebbe portata in cella. Partiti li Religiosi dall'infermo l'infermiere fra Martino da Lavis andò in cucina per riscaldare l'empiastro, e riapplicarlo poi al medesimo; e ritornato dalla cucina ritrovò l'infermo P. Lodovico fuori del letto, caduto sopra la scagna col vaso dell'urina in mano tutto bagnato. Onde credesi sia egli stato sopraffatto da qualche colpo, nell'atto di far acqua, e se ne sia volato alla gloria. Morì dunque il mercoledì a sera circa un'ora di notte, e fu sepolto poi solamente il venerdì Santo la sera. Fu il buon Padre Lodovico soggetto assai dotto e lasciò oltre molte prediche e discorsi un dotto trattato "se ora li nostri superiori possano benedire le sagre suppellettili delle chiese estere e difende che sì". E fu assai zelante ne' suoi governi, d'ottima osservanza, ed instancabile nelle fatiche e di gran buon esempio, e di complessione robusta, e tuttoché avesse fatti tanti viaggi, in Spagna, in Germania, e per l'Italia, essendo stato tre volte in Roma, nientedimeno arrivò agli anni ottantadue, ed ebbe nel corso di sua vita pochissime malattie di considerazione. Passò al Signore in Roveredo li 3 aprile 1765. 1765. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 28 aprile. 455. P. Corrado da Tesero, Giovanni Battista figlio unico di messer Domenico Sieff molinaro in Tesero, battezzato li 25 maggio 1691, vestito con un altro in Borgo li 26 maggio 1706, essendovi Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Nel 1707 dopo la professa fu posto col compagno fra Basilio da Stenico in Arco fuori di studio, non essendovi chierici in numero sufficiente da poterlo formare. Ebbe ne' tre anni di filosofia e primo di teologia lettore il P. ex Ministro Marcellino da Cles. Nel secondo il P. lettor Domenico da Besagno; nel terzo e quarto (tutti quattro in Trento) sotto il P. lettor Lodovico da Mezzotedesco. Alle Tempore delle Pentecoste il dì 26 maggio 1714 dopo terminati otto anni di chiericato, con dispensa di Roma per l'età (211. //) canonica fu ordinato sacerdote, e si portò col suo P. lettore Lodovico in Fiemme e cantò la sua prima Messa in Cavalese il dì 11 giugno domenica fra l'ottava del Corpus Domini. Lo stesso anno 1714 essendo studente predicò l'Avvento in Pressano, e la Quaresima seguente in Romagnano. Nella Congregazione fatta in Pergine li 12 maggio 1715 fu istituito lettore di logica in Roveredo colli 4 seguenti chierici: fra Attanasio da Madruzzo, fra Domenico Nicollò d'Ala, fra Girolamo da Trento, fra Pietro Paolo da Cles. L'anno seguente 1716 fu ivi fatto di nuovo lettore di logica e levati dallo studio fra Attanasio e fra Pietro Paolo, ve ne furono posti in luogo di quelli tre altri: fra Giacomo Antonio da Calliano, fra Ippolito da Nosellari e fra Damaso da Bruneco; ed a questi cinque poi dopo la logica insegnò la fisica ed animastica. Nel 1719 fu istituito lettore di teologia, che insegnò tre anni, uno in Arco e due in Fiemme. Nel 1722 fu destinato lettore di secondo corso a cinque seguenti chierici: fra Giovanni Pietro d'Anterivo, fra Pietro Marcellino da Tenno, fra Gasparo da Monclassico, fra Benedetto da Cavalese e fra Diodato da Pergine a quali insegnò nel 1722 in Roveredo la logica e ne' due seguenti in Borgo la fisica ed animastica. Prima del Capitolo celebrato il dì 6 giugno 1725 in Trento fu mandato dal P. Ministro Vicenzo dal Borgo col P. Anselmo Vicario di Trento in Feltre a congratularsi per parte del detto P. Ministro circa la benedizione delle puerpere che l'arciprete Ceschi del Borgo credeva 235
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comunità co' Religiosi, la sera del lunedì in cella fu sorpreso da un gran deliquio,<br />
stimato colpo, e però fu portato nel provincialato. Il martedì chiamato il medico, gli<br />
trovò una gran debilezza e gli furono porti de' confortativi. Il mercoledì provò della<br />
retenzione d'urina, e se gli applicò un empiastro al luogo proprio. E la sera concertò col<br />
P. Martirio suo confessore, di ricevere la mattina seguente del giovedì Santo la Pasqua,<br />
che gli verrebbe portata in cella. Partiti li Religiosi dall'infermo l'infermiere fra Martino<br />
da Lavis andò in cucina per riscaldare l'empiastro, e riapplicarlo poi al medesimo; e<br />
ritornato dalla cucina ritrovò l'infermo P. Lodovico fuori del letto, caduto sopra la<br />
scagna col vaso dell'urina in mano tutto bagnato. Onde credesi sia egli stato sopraffatto<br />
da qualche colpo, nell'atto di far acqua, e se ne sia volato alla gloria. Morì dunque il<br />
mercoledì a sera circa un'ora di notte, e fu sepolto poi solamente il venerdì Santo la sera.<br />
Fu il buon Padre Lodovico soggetto assai dotto e lasciò oltre molte prediche e discorsi<br />
un dotto trattato "se ora li nostri superiori possano benedire le sagre suppellettili delle<br />
chiese estere e difende che sì". E fu assai zelante ne' suoi governi, d'ottima osservanza,<br />
ed instancabile nelle fatiche e di gran buon esempio, e di complessione robusta, e<br />
tuttoché avesse fatti tanti viaggi, in Spagna, in Germania, e per l'Italia, essendo stato tre<br />
volte in Roma, nientedimeno arrivò agli anni ottantadue, ed ebbe nel corso di sua vita<br />
pochissime malattie di considerazione. Passò al Signore in Roveredo li 3 aprile 1765.<br />
1765. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 28 aprile.<br />
455. P. Corrado da Tesero, Giovanni Battista figlio unico di messer Domenico<br />
Sieff molinaro in Tesero, battezzato li 25 maggio 1691, vestito con un altro in Borgo li<br />
26 maggio 1706, essendovi Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il<br />
P. Maurizio dal Borgo. Nel 1707 dopo la professa fu posto col compagno fra Basilio da<br />
Stenico in Arco fuori di studio, non essendovi chierici in numero sufficiente da poterlo<br />
formare. Ebbe ne' tre anni di filosofia e primo di teologia lettore il P. ex Ministro<br />
Marcellino da Cles. Nel secondo il P. lettor Domenico da Besagno; nel terzo e quarto<br />
(tutti quattro in Trento) sotto il P. lettor Lodovico da Mezzotedesco. Alle Tempore delle<br />
Pentecoste il dì 26 maggio 1714 dopo terminati otto anni di chiericato, con dispensa di<br />
Roma per l'età (211. //) canonica fu ordinato sacerdote, e si portò col suo P. lettore<br />
Lodovico in Fiemme e cantò la sua prima Messa in Cavalese il dì 11 giugno domenica<br />
fra l'ottava del Corpus Domini. Lo stesso anno 1714 essendo studente predicò l'Avvento<br />
in Pressano, e la Quaresima seguente in Romagnano. Nella Congregazione fatta in<br />
Pergine li 12 maggio 1715 fu istituito lettore di logica in Roveredo colli 4 seguenti<br />
chierici: fra Attanasio da Madruzzo, fra Domenico Nicollò d'Ala, fra Girolamo da<br />
Trento, fra Pietro Paolo da Cles. L'anno seguente 1716 fu ivi fatto di nuovo lettore di<br />
logica e levati dallo studio fra Attanasio e fra Pietro Paolo, ve ne furono posti in luogo<br />
di quelli tre altri: fra Giacomo Antonio da Calliano, fra Ippolito da Nosellari e fra<br />
Damaso da Bruneco; ed a questi cinque poi dopo la logica insegnò la fisica ed<br />
animastica. Nel 1719 fu istituito lettore di teologia, che insegnò tre anni, uno in Arco e<br />
due in Fiemme. Nel 1722 fu destinato lettore di secondo corso a cinque seguenti<br />
chierici: fra Giovanni Pietro d'Anterivo, fra Pietro Marcellino da Tenno, fra Gasparo da<br />
Monclassico, fra Benedetto da Cavalese e fra Diodato da Pergine a quali insegnò nel<br />
1722 in Roveredo la logica e ne' due seguenti in Borgo la fisica ed animastica. Prima del<br />
Capitolo celebrato il dì 6 giugno 1725 in Trento fu mandato dal P. Ministro Vicenzo dal<br />
Borgo col P. Anselmo Vicario di Trento in Feltre a congratularsi per parte del detto P.<br />
Ministro circa la benedizione delle puerpere che l'arciprete Ceschi del Borgo credeva<br />
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