Brevi biografie - Provincia Tridentina
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in città. E su 'l riflesso che in Arco il freddo è più mite che in Trento, fu mandato alle Grazie, ove giunse la sera delli 31 ottobre col P. Floriano da Trento studente in Roveredo, per via di Torbole e Riva assai malconcio a cagione dell'aria cruda provata su 'l Lago. Per qualche giorno disse Messa, ma poi la tralasciò, posto sotto una nuova cura maestrale del nostro signor medico Bertoldi, soffrendo diversi tagli, stando ora bene ed ora male, e poi cominciando a rimettersi bene, ripigliò la celebrazione della Messa la festa di Pasqua li 22 marzo. E quando mai si pensava ricominciò a gonfiarsi, onde il dì 16 aprile 1761 giorno in cui celebravasi la nostra Congregazione in Trento, s'incamminò dopo Sesta e Nona su d'un asinello verso Trento accompagnato dall'infermiere fra Cosimo e dal Terziario per via di Roveredo, e la mattina delli 18 in sabato da Calliano giunse in s. Bernardino. Il lunedì 20 aprile cominciò li bagni asciutti, e prese anche la polve squilla, specifico contro l'idropisia e continuò li sette giorni seguenti. Il lunedì poi 27 aprile dopo otto giorni di tale cura, fu la mattina ritrovato morto e freddo su lo stramazzo. Credesi oppresso forse dall'asma oppur avendo qualche viscera guasta fu oppresso dall'idropisia. Fu inoltre notato il disordine di prendere insieme due così potenti rimedi: bagni asciutti, ed insieme la squilla, che come fu detto gli accelerarono la morte. Fu buon Religioso, e passò al Signore, Trento 27 aprile 1761. 430. Fra Felice da Lavis, Giuseppe Benedetto Biancar, battezzato 11 maggio 1725; vestito per laico in Roveredo li 2 giugno 1756, essendovi Guardiano il P. Carlo Bonaventura da Roveredo, Vicario e maestro il P. Giovanni Nepomuceno da Mezzotedesco. Fatta la professa fu posto nella speziaria di Trento, essendo stato accettato come speziale pratico, come cantava l'attestato falso con cui era stato, per facilitargli l'accettazione, accompagnato. Dopo due anni circa cominciò a sputar sangue, ed a sentire male di petto; fu rimosso dall'offizio d'infermiere, ma rattenuto in infermeria, come infermo d'etichesia. Attendeva alla cucina dell'infermeria, ma non avea memoria, e gli sopravvenne una grande rottura, e divenne come sordo. Egli era di ottimi costumi. Finalmente consumato dalla febbre etica, dopo due anni, passò piamente al Signore in giorno di sabato circa le ore nove. Trento 6 giugno 1761. Era stato speciale in città di Trento, ed avea anche da secolare sputato sangue, e Frate che ciò avea presaputo non volle manifestarlo, temendo che perciò non fosse accettato. Fu parimente detto che il di lui padre, o madre avesse patito, e niuno a tempo ciò manifestò. 431. (192. //) P. Giovanni Vicenzo dal Borgo, Giovanni Capra (cugino del quondam P. Vicenzo Capra dal Borgo morto nel 1733), battezzato 6 febraro 1701; vestito con tre altri in Cles li 20 agosto 1719, essendovi Guardiano il P. Daniello da Trento, Vicario e maestro il P. Zaccaria da Roveredo della Luna diffinitore. Ebbe per lettore in logica il P. Agostino da Brez. Fu levato per un anno dallo studio, e poi rimessosi studiò di nuovo la fisica ed anche animastica sotto il P. lettore Domenico Niccolò d'Ala. Di poi sotto il P. lettor Corrado da Tesero, nel di lui secondo corso studiò due anni la scolastica, ed un altro la morale, e di questa ne studiò un altro anno nel 1729 in Campo sotto il P. lettor Domenico da Besagno. Nel 1731 partì solo dal Borgo il dì 30 gennaro portandosi alla riformella di Roma, ma infermatosi in Venezia, e perciò dissuaso da tale viaggio, anche dal M.R.P. Serafino da Racconigi della Provincia di Torino, che veniva da Roma a visitare questa nostra Provincia, collo stesso P. Commissario poi capitò in Borgo li 13 di febraro 1731 e vi fu fermato e posto di famiglia. Nel 1735 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Basilio Luterini da Stenico. Nel 1744 avendo rinunciata il P. Casimiro da Calliano la Vicarìa del Borgo, fu fatto 214
Vicario il P. Giovanni Vicenzo del P. Guardiano Giacinto da Roveredo. Nel 1750 fu di nuovo Vicario in Borgo del P. Guardiano Giuseppe Ippolito Ippoliti da Pergine. Nel 1751 fu eletto Guardiano di Cavalese. Nel 1753 avendo rinunciata il P. Aloisio da Pergine la Vicarìa di Pergine, fu quella conferita al P. Giovanni Vicenzo e fu ivi Vicario del P. Guardiano Giuseppe Ippolito sopraddetto. Nel 1757 fu posto in Campo; nel 1758 vi fu confermato ed ebbe un'infermità gravissima di doglia, rottura ed altro, ma finalmente si riebbe. Negli anni 1759-1761 fu in Borgo ed in quest'ultimo godendo poca salute si portò a fare una gran purga in infermeria, tuttavia non si rimise totalmente, e però ritornò in Borgo, ove sensim cadde in un male cronico e però talvolta si metteva a letto per qualche tempo, e mangiava in cucina. Ebbe due volte dello sbocco di sangue, e per quanto fu detto, non gli fu cavato sangue secondo il bisogno. Il dì 17 ottobre in sabato fece la sua confession generale preparandosi per la morte, e mangiò la sera in cucina. La notte venente la domenica li 18 andato a riposo, fu sopraffatto dal terzo sbocco di sangue, e rese piamente l'anima a Dio, e circa le tre ore dopo Mattutino fu ritrovato morto in sentone 222 colla scudella in mano piena di sangue; così pure colla bocca piena di sangue. Fu buon Frate e confessore, e competente cantore e scrittore di Messe. Passò al Signore in Borgo 18 ottobre 1761. 432. P. Alfonso Maria da Cembra, Carlo Leonardo figlio del signor Bartolommeo Barbi, e nipote del di lui fratello P. Simon Pietro Barbi (morto in Trento li 23 agosto 1739), battezzato 22 luglio 1697; vestito in Cles con due altri li 19 maggio 1714, essendovi Guardiano il P. Romedio Torresano da Cles, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono Custode, pro-maestro il P. Giovanni Francesco da Nogaré. Ne' tre anni di filosofia e quattro di teologia ebbe sempre lettore in diversi conventi il P. Giacinto da Roveredo e nel secondo anno di teologia ebbe anche co-lettore in Trento nel 1719 il P. Pietro Antonio da Roveredo. Ebbe gran disposizione per la predica, buona voce, buona memoria, e competente gesto, e se ne mostrò genialissimo. Nell'anno quarto di studio teologico, essendo di famiglia in Campo nel 1721, cominciò a predicare facendo l'Avvento in Banale, ove poi lo fece tre altre volte. Predicò cinque Quaresime al Lomas. Fece due annuali e tre quaresime in Cles. Predicò tre Quaresime in Mezzolombardo. Fece un annuale e quattro Quaresime in Cavalese. Fece due annuali e due Quaresime nella Collegiata d'Arco. Fece due annuali e due Quaresime in Borgo. Fece in due parti l'annuale nella cattedrale di Trento. Fece un annuale e due Quaresime in Roncegno. Due annuali in Pergine ed uno in Riva. Nel 1728 fu Vicario in Campo nel secondo anno del P. Guardiano Gerardo da Cles. Nel 1730 fu Guardiano di Cavalese. A primi di maggio del 1732 partì dal Borgo con fra Cipriano da Trento infermiere alla visita de' santuari di Loreto, Assisi, e Roma; e (193. //) dopo essersi fermato appena dieci giorni in Roma, ed ottenuta la facoltà di fermarsi nel ritorno nella Provincia di s. Francesco dell'Umbria, partì da Roma e giunto in Assisi fu collocato nel convento delle Carceri sopra Assisi, e fra Cipriano fu collocato in Orvieto. La Quaresima del 1733 predicò ogni giorno in Celleno nell'Umbria con fra Cipriano compagno. Nel detto anno predicò l'Avvento in Orvieto. La Quaresima del 1734 predicò ogni giorno in Monte Castello nell'Umbria, e poi ritornò in Provincia con fra Cipriano, capitando il dì 19 maggio in Borgo. Nel 1738 fu di nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano Francesco Pangrazio dalla Nave. Nel 1746 partito il dì 20 maggio il P. Vicario di Trento Clemente Morelli di Trento per le missioni nella Servia, gli fu sostituito per Vicario di Trento il 222 Seduto. 215
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Vicario il P. Giovanni Vicenzo del P. Guardiano Giacinto da Roveredo. Nel 1750 fu di<br />
nuovo Vicario in Borgo del P. Guardiano Giuseppe Ippolito Ippoliti da Pergine. Nel<br />
1751 fu eletto Guardiano di Cavalese. Nel 1753 avendo rinunciata il P. Aloisio da<br />
Pergine la Vicarìa di Pergine, fu quella conferita al P. Giovanni Vicenzo e fu ivi Vicario<br />
del P. Guardiano Giuseppe Ippolito sopraddetto. Nel 1757 fu posto in Campo; nel 1758<br />
vi fu confermato ed ebbe un'infermità gravissima di doglia, rottura ed altro, ma<br />
finalmente si riebbe. Negli anni 1759-1761 fu in Borgo ed in quest'ultimo godendo poca<br />
salute si portò a fare una gran purga in infermeria, tuttavia non si rimise totalmente, e<br />
però ritornò in Borgo, ove sensim cadde in un male cronico e però talvolta si metteva a<br />
letto per qualche tempo, e mangiava in cucina. Ebbe due volte dello sbocco di sangue, e<br />
per quanto fu detto, non gli fu cavato sangue secondo il bisogno. Il dì 17 ottobre in<br />
sabato fece la sua confession generale preparandosi per la morte, e mangiò la sera in<br />
cucina. La notte venente la domenica li 18 andato a riposo, fu sopraffatto dal terzo<br />
sbocco di sangue, e rese piamente l'anima a Dio, e circa le tre ore dopo Mattutino fu<br />
ritrovato morto in sentone 222 colla scudella in mano piena di sangue; così pure colla<br />
bocca piena di sangue. Fu buon Frate e confessore, e competente cantore e scrittore di<br />
Messe. Passò al Signore in Borgo 18 ottobre 1761.<br />
432. P. Alfonso Maria da Cembra, Carlo Leonardo figlio del signor<br />
Bartolommeo Barbi, e nipote del di lui fratello P. Simon Pietro Barbi (morto in Trento<br />
li 23 agosto 1739), battezzato 22 luglio 1697; vestito in Cles con due altri li 19 maggio<br />
1714, essendovi Guardiano il P. Romedio Torresano da Cles, Vicario e maestro il P.<br />
Andrea da Val di Buono Custode, pro-maestro il P. Giovanni Francesco da Nogaré. Ne'<br />
tre anni di filosofia e quattro di teologia ebbe sempre lettore in diversi conventi il P.<br />
Giacinto da Roveredo e nel secondo anno di teologia ebbe anche co-lettore in Trento nel<br />
1719 il P. Pietro Antonio da Roveredo. Ebbe gran disposizione per la predica, buona<br />
voce, buona memoria, e competente gesto, e se ne mostrò genialissimo. Nell'anno<br />
quarto di studio teologico, essendo di famiglia in Campo nel 1721, cominciò a predicare<br />
facendo l'Avvento in Banale, ove poi lo fece tre altre volte. Predicò cinque Quaresime al<br />
Lomas. Fece due annuali e tre quaresime in Cles. Predicò tre Quaresime in<br />
Mezzolombardo. Fece un annuale e quattro Quaresime in Cavalese. Fece due annuali e<br />
due Quaresime nella Collegiata d'Arco. Fece due annuali e due Quaresime in Borgo.<br />
Fece in due parti l'annuale nella cattedrale di Trento. Fece un annuale e due Quaresime<br />
in Roncegno. Due annuali in Pergine ed uno in Riva. Nel 1728 fu Vicario in Campo nel<br />
secondo anno del P. Guardiano Gerardo da Cles. Nel 1730 fu Guardiano di Cavalese. A<br />
primi di maggio del 1732 partì dal Borgo con fra Cipriano da Trento infermiere alla<br />
visita de' santuari di Loreto, Assisi, e Roma; e (193. //) dopo essersi fermato appena<br />
dieci giorni in Roma, ed ottenuta la facoltà di fermarsi nel ritorno nella <strong>Provincia</strong> di s.<br />
Francesco dell'Umbria, partì da Roma e giunto in Assisi fu collocato nel convento delle<br />
Carceri sopra Assisi, e fra Cipriano fu collocato in Orvieto. La Quaresima del 1733<br />
predicò ogni giorno in Celleno nell'Umbria con fra Cipriano compagno. Nel detto anno<br />
predicò l'Avvento in Orvieto. La Quaresima del 1734 predicò ogni giorno in Monte<br />
Castello nell'Umbria, e poi ritornò in <strong>Provincia</strong> con fra Cipriano, capitando il dì 19<br />
maggio in Borgo. Nel 1738 fu di nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano Francesco<br />
Pangrazio dalla Nave. Nel 1746 partito il dì 20 maggio il P. Vicario di Trento Clemente<br />
Morelli di Trento per le missioni nella Servia, gli fu sostituito per Vicario di Trento il<br />
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