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Brevi biografie - Provincia Tridentina

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Costantinopoli collo stesso partì da Roma per la <strong>Provincia</strong>, e giunse a primi di luglio del<br />

1718 in Borgo. E visitati li propri parenti in Val di Non e Val di Sole, s'istradarono per<br />

Vienna ed indi per Ungheria colla calda raccomandazione e passaporto del principe<br />

Eugenio di Savoia ai Basà di Nissa e Vidino, ed indi felicemente giunsero in<br />

Costantinopoli. Ne' primi anni il P. Niccolò fu missionario a Scio ed a Smirne, e nel<br />

1734 fu fatto prefetto della missione in Costantinopoli, e dopo la prefettura se ne restò<br />

nella detta missione senza ritornare nella <strong>Provincia</strong>, tuttoché avesse terminato il suo<br />

duodennio. Finalmente carico d'anni sopra 70, trovandosi nell'isola di Tinne vicino a<br />

Smirne, mentre recitava il divin offizio, sopraggiunto dalla morte con colpo apoplettico,<br />

passò, come ci giova sperare per la di lui vita religiosa, piamente al Signore come ce ne<br />

diede avviso il P. Procuratore delle missioni in Roma, ed il nostro P. Raffaello di Val di<br />

Buono dimorante in Costantinopoli. Fu il Padre Niccolò buon Religioso, quieto, e di<br />

buon talento, e con gran rincrescimento di que' popoli passò al Signore, dopo 40 e più<br />

anni di missionario nell'Arcipelago, nell'isola di Tinne 25 febraro 1761 220 .<br />

1761. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento 16 aprile 1761.<br />

429. P. Cirillo da Ronzone, Giuseppe Antonio Borzaga da Ronzone nella pieve di<br />

Sarnonico in Val di Non, battezzato 18 giugno 1722, vestito con diversi altri in Arco li 3<br />

giugno 1742, essendovi Guardiano il P. Bonifazio d'Ossana, Vicario e maestro il P.<br />

Ippolito da Nosellari. Fu nipote ex parte matris del quondam rev.mo P. Antonio Maturi,<br />

morto in Scira nel 1751. Ne' tre anni di filosofia, e tre di teologia ebbe lettore il P.<br />

Giovanni Michele da Roveredo; e nel quarto il P. lettor Patrizio da Terlago. Si<br />

maneggiò per andar alle missioni, ma sottoposto ad una vena varicosa si acquietò, e si<br />

diede alla predica, e fece in diversi luoghi Avventi, annuali e Quaresime domenicali.<br />

Nel 1756 la Quaresima predicando in Telve, fece quattro sole prediche, poiché per aver<br />

assistito in Borgo ad un infermo di (191. //) malignità, la contrasse anch'esso, onde<br />

dovette supplire in Telve per esso alcune prediche il P. Liduino predicator di Torcegno.<br />

Poi rimesso predicò in alcuni altri luoghi. Nel 1759 fu fatto Vicario in Pergine del P.<br />

Guardiano Francesco Albano da Trento. Nel detto anno predicò l'Avvento in Biano 221 ,<br />

come pure la Quaresima seguente verso il fine della quale, cioè il venerdì Santo la sera<br />

dopo la processione si sentì poco bene, tuttavia continuò a predicarvi le feste. Ritornato<br />

al convento gli continuò il raffreddore e male di petto. Nel Capitolo del 1760 fu posto in<br />

Arco, e seguitavasi detto incomodo, e per le Pentecoste fu tuttavia a predicare un triduo<br />

in Cavedine con il P. Felice da Canezza confessor e compagno. Se gli scuopersero poi<br />

manifesti indizi d'idropisia, e si mise sotto la cura del medico del convento signor dottor<br />

Bertoldi d'Arco, il quale coll'infermiere fra Cosmo dal Borgo non mancò d'assistergli<br />

con premura, ma non iscorgendo miglioramento notabile, fu giudicato espediente<br />

mandarlo all'infermeria e vi s'istradò su 'l mulo, accompagnato dal Terziario fra Antonio<br />

da Nomesino il dì 23 giugno 1760. In Trento vi furono applicati molti rimedi ma senza<br />

frutto, giudicato veramente idropico. Quindi fu mandato li 19 luglio da Trento per bere<br />

le acque a Cles; ma giunto che fu in Mezzolombardo trovò cert'uomo, che si professava<br />

d'avere un segreto contro l'idropisia. Sotto la cura di quello, senza altro portarsi a bere le<br />

acidole in Cles, si mise, e parve per qualche tempo che migliorasse, ma alla fine dovette<br />

tralasciar detto rimedio, o sia segreto per non lasciarvi la vita. Il dì dunque 27 fu<br />

ricondotto all'infermeria, ove post varia remedia, pareva si rimettesse e andava alle volte<br />

220 Cfr. anche Tovazzi, Compendium diplomaticum, III, n. 498.<br />

221 Albiano.<br />

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