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Brevi biografie - Provincia Tridentina

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e si portò a bagni di Procz, e da questi ritornando, giunto in Ora si portò a piedi in<br />

Fiemme, ove visitò li parenti, e bevette le acidole di fresco ritrovate in Panchiato 215 , e<br />

poi giunse il dì 17 agosto in s. Bernardino. Nel 1756 si fece la nostra Congregazione in<br />

Trento li 16 febraro (187. //) ma le disposizioni non si lessero che alli 28 aprile, e fu<br />

collocato in Roveredo di famiglia, quantunque non potesse andar in comunità, ma<br />

mangiasse sempre in cucina. Nel maggio fu condotto all'infermeria di Trento, ove fece<br />

una gran purga, ed il dì 21 giugno partì con comodità a bagni di Pusteria col P. Simon<br />

Pietro da Palù di Giovo, e nel ritorno, da Ora di nuovo si portò in Fiemme a bere le<br />

acidole di Panchiato, e dopo tal bibita si restituì al suo convento di Roveredo. Nel 1757,<br />

nel giugno si portò di nuovo da Roveredo in Fiemme a fare li bagni in convento<br />

coll'acqua condotta da Carano, e dopo un mese calò a Egna, e per zattera capitò a<br />

Trento, ove nell'infermeria era stato collocato di famiglia nel Capitolo, li 2 luglio 1757,<br />

celebrato in Roveredo. Si andava alquanto rimettendo, andava zoppicando alle volte per<br />

città, leggeva, scriveva, e quasi d'ordinario diceva Messa, e solo nel parlare provava<br />

qualche difficoltà, come pure nel camminare. Nel luglio poi del 1760 fu sorpreso da un<br />

gran incomodo d'asma, e però fu sagramentato credendosi che morisse, ma tuttavia<br />

alquanto si riebbe, sebbene non più si alzò da letto, né disse Messa, e reso come<br />

svogliato, bramava una cosa, e portatagli non potea mangiarla. Finalmente la mattina<br />

delli 11 ottobre 1760 in sabato, dopo aver mangiato in cella con ottimo appetito, andato<br />

alla scagna fu sorpreso da secondo colpo, per cui passò al Signore. Dopo pranzo preso<br />

nel refettorio dell'infermeria andò per visitarlo al solito il di lui cugino P. Ferdinando da<br />

Bronzollo dimorante in infermeria, e trovollo morto sopra la scagna. Fece tosto chiamar<br />

l'infermiere dal refettorio da basso, ove pranzava, e subito accorso li ritrovò anch'esso<br />

come morto, alquanto ancora caldo e quasi flessibile, onde fu tenuto per più di 40 ore<br />

sopra terra pria di dargli sepoltura. Passò dunque al Signore sotto il pranzo, Trento 11<br />

ottobre 1760. Fu veramente il P. Vittorio soggetto molto dotto e scriveva con gran<br />

eleganza per latino. In occasione della controversia "de voto sanguinario" per sostenere<br />

l'Immacolata Concezione della beatissima Vergine, scrisse alcune lettere al chiarissimo<br />

signor preposto Lodovico Muratori che lo impugnava, e poi diede fuori contro del<br />

medesimo la seguente opera: "C. Octavii Valerii de superstitiosa timiditatre vitanda cum<br />

quinque epistolis. Tridenti ex typographia Monauniana MDCCLI" dedicata al rev.mo P.<br />

Lugagnano Commissario generale. Il signor Muratori era già morto il 23 gennaro 1750;<br />

vi fu però chi rispose per esso al Padre Vittorio con due lettere anonime, credute parto<br />

del signor dottor Giovanni Battista Araldi rettore della parrocchia di s. Agata in<br />

Modena; così pure il sgnor Giovanni Francesco Soli nipote del Muratori, nella vita che<br />

del zio diede alle stampe, difese quello dalle opposizioni del P. Vittorio. Questi<br />

sorpreso, come sopra fu narrato, dal colpo apoplettico, non fu in grado di difendersi, ma<br />

in di lui vice, per ordine del P. Ministro Ferdinando da Bronzollo, rispose a difensori del<br />

signor Muratori il P. lettor Flaviano da Cembra attual segretario provinciale, stato<br />

studente del P. Vittorio, e detta risposta contiensi in dodici lettere stampate in Trento nel<br />

1757, presso il Battisti stampatore civico, e dedicate a monsignor Francesco Felice degli<br />

Alberti di Enno coadiutore e plenipotenziario della Chiesa di Trento. Fu in grande stima<br />

il P. Vittorio presso il rev.mo P. Raffaello da Lugagnano stato Ministro generale, e poi<br />

immediatamente Commissario generale di questa Cismontana Famiglia, da cui fu<br />

impiegato in quattro commissioni, o sia visite di quattro Provincie: della <strong>Provincia</strong> del<br />

Tirolo, di Venezia, di Bologna e di Baviera e dal medesimo riportò grande lode. E se<br />

215 Panchià.<br />

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