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Brevi biografie - Provincia Tridentina

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convento di Roveredo dalla visita fatta al suo signor padre in Cavalese, arrivati a<br />

Montagna osservarono fatta nella pianura l'inondazione dell'Adige; e però esso P.<br />

Daniello non vuolle arrischiarsi d'andar avanti, ma si fermò in Montagna. All'incontro il<br />

P. Vicario Patrizio vuolle tuttavia partire da Egna per Salorno, andando per l'acqua sino<br />

alla cintura, e né meno non ostante il consiglio del signor capitanio di Salorno Luteroti,<br />

vuolle ivi fermarsi, ma tirarono avanti, e con pericolo della vita, se non fosse stato il P.<br />

Alessio, arrivarono di notte in Roveredo della Luna. E poi su d'un carro partiti verso<br />

Mezzolombardo giunsero al convento dopo il Mattutino. E dopo tal viaggio mai più<br />

godette, l'anno che sopravvisse, perfetta salute. Nel 1758 fu posto di famiglia in Campo,<br />

e verso la fine di settembre cominciò a provar difficoltà a mangiar cibi da magro e<br />

nell'ottobre maggiormente se gli accrebbe per mangiarne di qualsiasi sorte. Il dì 29<br />

ottobre fu condotto da Campo alle Grazie, per da ivi con lettica farlo condur<br />

all'infermeria. Fu disposta la lettica, e per incomodo sopraggiunto ad un mulo fu<br />

differita la subita spedizione di quella. E perciò li 9 novembre si spedì da Trento per via<br />

(177. //) delle Sarche fra Modesto infermiere con fra Biagio Terziario, e giunto in Arco<br />

ritrovò l'infermo P. Patrizio non più in stato d'essere condotto all'infermeria, e però si<br />

fermò ad assistergli. Fu comunicato tre volte, e finalmente rassegnatissimo alla divina<br />

volontà con brevissima agonia, sempre presente a se stesso, passò piamente al Signore<br />

vicino alla mezza notte; Arco 14 novembre 1758. Il di lui male fu un increpamento del<br />

ventricolo superiore o sia della bocca dello stomaco per cui non entrava cibo o se<br />

qualcosa ne entrava tosto lo rigettava. Fu assai buon Religioso, e volontieri attendeva a<br />

se stesso, onde con gran difficoltà accettò la Guardianìa di Mezzolombardo, e durò per<br />

tre anni maestro de' novizzi. Nel 1742 predicò l'Avvento in Noriglio. La Quaresima del<br />

1743 in Terragnolo e nel 1745 l'Avvento a Pressano. Era alquanto dato alla meccanica,<br />

e specialmente a far orologi.<br />

418. P. Celestino da Lavis, Giovanni Carlo Aloisio Concini, battezzato 16 marzo<br />

1705; vestito con due altri in Arco li 5 agosto 1724, essendovi Guardiano il P. Serafico<br />

da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono diffinitore. Ebbe per tre<br />

anni in filosofia lettore il P. Ippolito da Nosellari. Nel 1728 e 1729 studiò la teologia<br />

sotto il P. lettor Girolamo da Trento, e per il terz'anno studiò nel 1730 la morale in<br />

Borgo sotto il P. lettor Corrado da Tesero. Nel 1733 predicò la Quaresima in Mechel; e<br />

nell'agosto del detto anno col P. Francesco Pangrazio dalla Nave, con tre mesi<br />

d'ubbidienza si portò a Vienna. Nel 1738 predicò la Quaresima in Terragnolo, e<br />

l'Avvento nel detto anno in Castelnuovo. La Quaresima del 1739 predicò in Torcegno.<br />

Ed il dì 15 agosto 1739 col Terziario fra Girolamo da Volano si portò da<br />

Mezzolombardo in Caldaro ed ivi unitosi per compagno al P. Giovanni Pio da Pressano<br />

collo stesso poi andò alla visita della <strong>Provincia</strong> del Tirolo, quale dal P. Giovanni Pio<br />

terminata col medesimo capitò di ritorno in Trento li 23 novembre 1739. Nel 1746<br />

predicò la Quaresima a mòcheni in Pergine. Nel 1758 trovandosi di famiglia in Arco il<br />

dì 2 novembre recitando in coro co' Religiosi l'offizio solenne de' morti, fu sorpreso da<br />

un gran deliquio, e da 4 Frati fu portato in cella, e stette più di tre settimane a rimettersi.<br />

Il dì 26 detto in domenica cominciò ad andar in comunità, e due giorni dopo la sera delli<br />

28 in martedì, fu sorpreso da febbre infiammatoria, e se gli scuoprì una doglia assai<br />

gagliarda, e la vigilia dell'Immacolata Vergine, già munito de' santissimi Sagramenti si<br />

credeva morisse, ma tuttavia si riebbe e venne a dir Messa. Scrisse e stampò:<br />

“Descrizione geneologica dell'antica e nobil famiglia Concinni: dedicata dall'autore<br />

all'illustrissimo sig. abbate Francesco Cristoforo Sebastiano cavaliere Concinni De ...<br />

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