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Brevi biografie - Provincia Tridentina

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Alessandro da Canezza; con questo partì da Arco per il Lago la seconda festa di Natale<br />

26 dicembre 1712. Ed arrivato in Novara rimandò alla propria (<strong>Provincia</strong>) il detto<br />

frat'Alessandro da Canezza; ed egli poi giunse alla sua Missione, in cui dimorò quasi sei<br />

anni, predicando in diversi luoghi le Quaresime, e per tre anni spiegò a tre chierici<br />

secolari la filosofia del Dupasquier. Fu presidente in s. Secondo. E certo Padre supposto<br />

da Torino credesi stato ostacolo, per cui il P. Illuminato non fosse fatto prefetto. Ebbe<br />

pure certa controversia col P. Nizza Procuratore delle Missioni in Roma, per cui gli<br />

convenne dopo la Quaresima del 1718 di tornarsene in <strong>Provincia</strong>. Partito dunque dalla<br />

Missione, si portò in Padova, ove unitosi a fra Cipriano da Trento infermiere, che<br />

anch'esso ritornava in <strong>Provincia</strong> dopo esser stato in Padova per apprendere la chirurgia,<br />

giunse in Borgo a primi di maggio, e fu poi collocato di famiglia in Fiemme. Dopo<br />

alcuni mesi, ottenuta nuova ubbidienza si partì da Fiemme per Roma, ove aiutato dal<br />

rev.mo Vice Commissario Monte Signano, ottenne dalla sagra Congregazione di<br />

Propaganda (Fide), decreto favorevole, con cui veniva rimesso nella sua Missione<br />

contro il Procuratore Nizza, e così di poter ritornare alla Missione di Val di Luserna; ma<br />

non giudicò di più ritornarvi, et ottenne dal predetto Vice Commissario (169. //) di<br />

lasciarlo andare a Napoli, ove predicò nella Quaresima del 1719 alla Croce di Palazzo, e<br />

richiesto per confessore tedesco da sua eccellenza vice re Conte Daun, dal febbraro del<br />

detto anno per alcuni mesi servì di confessore in Napoli, nell'ospitale di s. Giacomo de'<br />

Spagnoli. Di poi nel giugno del detto anno ottenne dal cappellano maggiore la patente di<br />

cappellano castrense, e servì il reggimento Roma, con cui andò in Sicilia per un anno e<br />

mezzo circa. Ritornato dalla Sicilia fu cappellano nella fortezza di Napoli, di Barletta e<br />

di Manfredonia, non avendo luogo fisso. Fu poi con reggimento fisso in Brindisi, ed<br />

ultimamente in Taranto, d'onde partito capitò di ritorno in Borgo nell'aprile del 1723.<br />

Riassunto dunque l'impegno di predicatore scorse quasi tutti li pulpiti considerabili della<br />

<strong>Provincia</strong> nostra non quotidiani, avendo anche predicato ogni giorno in Borgo ed in<br />

Arco, e fu gradito, se non altro per la sua brevità. Nel 1724 si portò, con Fra Timoteo da<br />

Lavarone, in Padova. Il dì 12 giugno 1726 partì dal Borgo per Venezia col Terziario fra<br />

Leonardo da Pergine per andar confessore tedesco in Corfù, ma non essendosi accordato<br />

col P. <strong>Provincia</strong>le Riformato di Venezia che ne avea ricercato uno, a primi di luglio fu<br />

di ritorno in Borgo. Nel 1727 fu fatto Guardiano in Pergine ed ebbe briga col P.<br />

<strong>Provincia</strong>le Sebastiano da Trento, avendo fatte fare troppo alte o sia grandi le finestre<br />

nuove sotto il coperto del convento, in occasione che quello fu alzato per diminuir il<br />

calore col far passare l'aria, e convenne poi impicciolirle. Negli anni 1730 e 1731 fu<br />

Guardiano in Cles. Nel 1739 dall'aprile fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Ilario da<br />

Besenello ex prefetto. Nel 1741 il dì 5 ottobre partì con tre mesi di ubbidienza da Arco<br />

col Terziario fra Girolamo da Volano portandosi a Modena e Parma, d'onde capitò di<br />

ritorno in Pergine il dì 23 novembre, ed il dì 25 s'istradò col detto Terziario per il suo<br />

convento di Arco. Nel 1746 partì il dì 27 agosto da Roveredo, e la mattina da Sacco per<br />

zattera, portandosi a Verona, ed accompagnando a Venezia a Padova fra Vito nostro<br />

laico, incomodato dalle moroide cieche, per farsi curare, ma andando la cura in lungo il<br />

P. Illuminato lasciò nell'infermeria di Padova il predetto fra Vito (che poi fu mandato a<br />

levare e morì in Borgo), ed esso unitosi col P. Agapito in Venezia, capitò il dì 24<br />

settembre in Borgo. Fu assai incomodato da calcoli, e ritenzione di urina, per cui si<br />

siringava da se stesso. Dal 1745 sino al 1750 fu in Roveredo di famiglia e da ivi in<br />

Borgo. Ivi dopo due o tre anni sopraffatto da un colpo leggiero d'apoplessia, restò offeso<br />

un poco nella lingua, ma sopraggiuntagli poi una gran massa di catarro con febbre acuta,<br />

su 'l quinto giorno, munito de' santissimi Sagramenti, ricevuti con mente limpidissima, e<br />

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