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Brevi biografie - Provincia Tridentina

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fece poi impicciolire. Fece venir da Toscana un tal P. Giovanni da Saravezza scrittore di<br />

Messe quale al fine del di lui provincialato se ne ritornò alla propria <strong>Provincia</strong>. Sotto del<br />

medesimo P. Sebastiano si acquietò la briga de' crocesegnati 192 , di cui si parlò folio 107<br />

nella vita del P. Ministro Vicenzo dal Borgo. Avevano questi per mezzo di fra Lodovico<br />

da Vigalzano compagno del P. Ministro fatto presentare dal diffinitorio un memoriale<br />

soscritto da molti, composto dal sopraddetto P. Giovanni da Saravezza in cui<br />

ricercavano venisse redintegrato il loro buon nome "curam habe de bono nomine" etc.,<br />

annerito coll'essere stati crocesegnati egli fu rescritto "producantur legitime preces et<br />

respondebitur". Scrisse tuttavia il P. Sebastiano al superior generale supplicandolo<br />

lacerasse il catalogo de' crocesegnati, ed in tal guisa si terminò l'affare molesto. Verso il<br />

fine di settembre 1728 si portò con fra Rocco da Por in Val di Buono, a Padova e<br />

Venezia, e capitò di ritorno in Borgo verso il fine di ottobre. Nel 1730 fu deputato<br />

confessore delle monache del Borgo, ma non accettò, e però nel detto anno fu fatto<br />

Vicario in Trento del P. Guardiano Domenico Nicollò d'Ala. Nel Capitolo del 1734 fatto<br />

in Roveredo li 24 maggio fu eletto la terza volta diffinitore. E nel 1736 fattasi in Arco la<br />

seconda Congregazione intermedia li 25 aprile cantò ivi il primo e terzo di maggio la<br />

sua seconda Messa. Nel 1734 posto di famiglia in Roveredo vi si fermò sino alla morte.<br />

Negli ultimi anni mancatagli molto la vista ottenne dalla sagra Congregazione di poter<br />

celebrare sempre o la Messa de requiem, o quella della Santissima Vergine. Come pure<br />

dopo qualche anno, in luogo del divin offizio, ottenne di recitare la corona. E sebbene<br />

poi recitava la corona, diceva nientedimeno le ore dell'offizio che sapeva a mente, ed<br />

interveniva alle volte in coro. Fu valente predicatore a suoi giorni collo stile però e<br />

concetti del Seicento, e girò pe li pulpiti della <strong>Provincia</strong>, e però dopo la di lui morte<br />

servirono poco le di lui prediche. Finalmente carico d'anni 88 circa, essendo già un anno<br />

che non diceva più Messa, andando bensì per convento mangiando ora in cucina, ed ora<br />

in refettorio a tavola appartata. S'infermò la vigilia delle sagre Stimmate, sopraffatto da<br />

febbre, mentre voleva entrare in coro, fu condotto in cella ove poi per più settimane<br />

andò peggiorando, or migliorando. Finalmente munito de' santissimi Sagramenti e ben<br />

disposto, essendo stato per più giorni senza pigliar cosa veruna, passò piamente al<br />

Signore la mattina delli 13 ottobre 1746 in Roveredo. Fu notabile il P. Sebastiano per la<br />

gran carità verso gli infermi. E per la gran ospitalità verso de' forestieri, e per il zelo<br />

della regolar osservanza in se stesso, e negli altri, e inimico del chietinismo.<br />

364. Fra Umile da Piné, Giovanni Maria dalla Casagrande da Bedol in Piné,<br />

battezzato 25 settembre 1680. Vestito per laico in Cles con un altro 25 maggio 1703,<br />

essendovi Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val<br />

di Buono. Fu sarte e per molti anni lavorò nel lanifizio. Mancandogli poi assai la vista, e<br />

però quasi impotente, fu dal Borgo condotto all'infermeria, ove dopo molti mesi<br />

d'infermità, per un polipo nell'imboccatura dello stomaco, passò piamente al Signore,<br />

munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, Trento 12 novembre 1746.<br />

365. Fra Vito da Bezzeca in Val di Leder, Antonio Capollini 193 , battezzato 7<br />

agosto 1686. Vestito, solo, in Cles per laico li 17 settembre 1714, essendovi Guardiano<br />

il P. Romedio Torresano da Cles, Vicario e maestro P. Andrea da Val di Buono<br />

Custode. Fu tagliapietra e buon Frate, quieto. Essendo cercatore nel convento di Borgo,<br />

192<br />

In un elenco di nomi di Frati, davanti al nome di qualcuno, vi era una crocetta per indicare che<br />

aveva qualche “ostacolo”...<br />

193<br />

Nel manoscritto: Capollino.<br />

159

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