Brevi biografie - Provincia Tridentina

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d'Ala, eccellente pittore a fresco, e si fondò ivi la Via Crucis, facendo il sermone e la funzione il P. Pietro Antonio Birt da Roveredo lettore in s. Bernardino. Fece far parimente la fenestra in fondo al coro verso il monte. Nel Capitolo poi fatto il Roveredo li 19 giugno 1719 fu per la seconda volta eletto diffinitore, ed insieme fu destinato confessore delle monache di s. Michele dato il confessore straordinario un prete per impegno e maneggio d'alcune di quelle, fu chiesto a monsignor vescovo Spaur un altro ordinario confessore, e che il P. Serafico fosse levato sotto pretesto che non fosse più gradito per diverse novità, che pretendevasi dalle predette monache, avesse egli introdotto. Ne parlò il vescovo al Ministro Vicenzo dal Borgo, affine che mutasse detto P. Serafico, e destinasse un altro confessore alle predette monache. Il P. Vicenzo cui premeva assai tale levata improvvisa del P. Serafico dal confessionario parlò fortemente in di lui difesa a sua altezza rev.ma ma convenne cagliare 181 e sopportare tale levata, ed all'incontro poi stette per un gran pezzo forte, a non voler deputar altro nostro Frate per confessore di dette monache, onde furono fatti diversi impegni, e maneggi da diverse e qualificate persone per indurlo. A quali finalmente, per ogni buon fine, s'arrese, e destinò, e fu tosto approvato dal rev.mo Offizio, il P. Paolo Fedrici da Nanno attual Vicario in s. Bernardino, quale poi nel giugno del detto anno 1723 diede principio a confessare le predette monache, e vi continuò tre anni al solito con aggradimento delle medesime. Il buon P. Serafico intese in Borgo la sua rimozione con religiosa disinvoltura, e per coprire la cosa fu fatto confessore straordinario delle monache del Borgo, che mostrarono qualche ritrosia udita la di lui rimozione dal confessionario di s. Michele di Trento, a riceverlo. Ritornati poi li nostri Padri vocali dal Capitolo generale fatto in Roma fu celebrata la nostra Congregazione prima intermedia in Arco il dì 15 luglio ed in essa fu eletto il P. Serafico Guardiano del noviziato in Arco, e vi continuò due anni 1723 e 1724. E nel Capitolo del 1725 fu eletto Custode, ed insieme fu in detto triennio confessore delle monache (125. //) alla santissima Trinità in Trento. Nel seguente Capitolo celebrato il dì 31 maggio 1728 in Roveredo fu eletto Ministro provinciale e per segretario ebbe nel primo anno il P. Giuseppe Antonio Zanella da Ravazzone attual diffinitore. Nel secondo il P. Giacomo Bontadi da Varignano, parimente diffinitore. Nel terz'anno il P. Giacinto da Roveredo anch'esso diffinitore, e per qualche tempo nel secondo anno supplì per il P. Giacomo segretario infermo, il P. diffinitor Anselmo da Trento. E per tutto il triennio ebbe per compagno ordinario fra Rocco Trentino da Povo. Salvo che il secondo anno cioè il 1729 per portarsi al Capitolo generale celebrato in Milano il dì 4 giugno, prese per compagno il P. Dionigio Sardagna da Trento. In detto Capitolo generale di Milano, in adempimento del decreto fatto dal nostro Capitolo provinciale l'anno antecedente 1728 presentò il P. Ministro Serafico un forte memoriale, affinché la nostra Provincia venisse dichiarata dall'Ordine ed annoverata fra le Provincie germaniche anche dal Capitolo generale (poiché nel Capitolo generale fatto in Spagna nel 1645 era stata annoverata fra quelle d'Italia), ciò che facilmente ottenne attesi gli diplomi cesarei dell'augustissimo Leopoldo primo che seco avea portati in Milano per mostrarli come fece a superiori generali. Non essendo poi riuscite con aggradimento della Provincia le dispendiose prove fatte dal P. Sebastiano Ministro di lui immediato antecessore per migliorar il vestiario, ne fece delle altre anche il P. Serafico nel suo ministrato, e circa la fabbrica del panno e circa la follatura del medesimo; ma nemmeno queste riuscirono di soddisfazione, e però terminarono col finire il di lui offizio. Nel 1732 fu fatto Vicario e maestro de' novizzi in 181 Tacere. 140

Arco; ma nell'ottobre con sua lettera rinunciò all'uno e l'altro offizio, ed a primi di novembre gli fu sostituito il P. Bonifacio da Ossana. Nel 1733 fu fermato in Arco di famiglia, e ne' primi mesi si portò e fermò in Campo per sollecitare il taglio nel bosco di Fiavé di legnami per la fabbrica della nuova infermeria decretata da farsi in Arco, e poi ritornò alle Grazie circa la Madonna di settembre. Nel 1734 fu di nuovo per la terza volta eletto Guardiano d'Arco, e diede principio alla fabbrica per la nuova infermeria. E nell'autunno si portò in Verona, partendo da Riva il dì 18 ottobre, e la sera giunse in Pazengo, ed il dì 19 in Ussolengo co' due Padri nostri e suoi nipoti ex parte sororis, cioè col P. Angelico Guardiano di Campo, ed il P. Alessandro di famiglia in Borgo, unitisi alle Grazie, e la mattina delli 20 ottobre arrivarono a pranzo in Verona, ove assisterono alle primizie di un nostro Riformato figlio del signor Giuseppe Galvagno fratello del P. Serafico e mercante domiciliato in Verona. Nel 1735 non avendo genio di proseguire ed attendere alla fabbrica della sopraddetta infermeria in Arco, fu traslocato, e fatto Guardiano in Roveredo. Nel 1736 fu ivi di famiglia. Nel Capitolo celebrato in Trento li 27 maggio 1737 fu per la terza volta eletto diffinitore, ed insieme deputato per la seconda volta confessore delle monache alla Santissima Trinità. Ma appena passato un mese, verso la festa di s. Bonaventura fu sorpreso da febbre per un tumore, o sia pannocchia o bubbone nel pettignone 182 che poi cresciutogli, fu costretto a rinunciar formalmente l'offizio di confessore di monache, e gli fu sostituito per confessor ordinario il P. Bonifacio d'Ossana, che dal principio dell'infermità del P. Serafico sino alla formale rinuncia avea servito le dette monache da confessore supplimentario. Fu molestissima e lunghissima l'infermità, alla cura della quale sopraintendeva oltre l'infermiere, un certo signor Bernardo chirurgo tedesco della città, per cui convenne al buon P. Serafico sostenere diversi tagli del detto tumore, quali esso tollerò con religiosissima pazienza. Fu creduto da alcuni che detto tumore fosse stato acquistato dal P. Serafico, allorché nel 1712 fu a visitare, come sopra fu notato, li santuari di Assisi e della Verna, essendosi portato ad loca infecta... innocentemente. Ritornato in Provincia fu curato sotto spezie dl altro male, cioè di tumore, ma quasi dopo 25 anni ripululò a parte ante; e fu detto carcoma, e sembrava avesse propriamente i segni di morbo gallico. Né deve recar meraviglia, se un tal accidente sia accaduto al religiosissimo P. Serafico, perché un simile caso rapportasi anche da monsignor Chiericato "De Sacramento Eucharistiae" decis, 61, pag. mihi 271, col. 2, n° 101 ove scrive: "Memini pium ac religiosum virum luem hanc scilicet veneream contraxisse, ex eo quod, dum ipse iter ageret, in latrina ad exonerandum sederit, in quo tali morbo correptus steterat". Così il Chiericato. Nel 1738 sembrando alquanto rimesso, partì da Trento in calesse coll'infermiere fra Cipriano da Trento, portandosi a bagni di Pusteria, (126. //) stimati ad esso proficui, d'onde ritornò li 6 agosto, ma in seguito gli furono molto nocivi. Imperoché ripululando il tumore, dovette in calesse portarsi alla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 21 aprile 1739. Da cui ritornato e crescendo il tumore, fu necessario venir a nuovi tagli, ed alla separazione della parte, ed essendosi per la lunga piaga infetto il sangue, gli convenne soccombere, e però munito de' santissimi Sagramenti, ed ottimamente disposto, dopo una cruciosissima infermità con invidiabile pazienza tollerata, passò piamente al Signore in Trento 24 luglio 1739. Fu il Padre Serafico veramente ottimo Religioso, ed a suoi giorni zelante predicatore, e ne' suoi diversi governi da Guardiano governò assai destramente e felicemente, promovendo con zelo discreto, verbo et exemplo. la regolare osservanza, ma da superior provinciale urtò 182 Pube. 141

Arco; ma nell'ottobre con sua lettera rinunciò all'uno e l'altro offizio, ed a primi di<br />

novembre gli fu sostituito il P. Bonifacio da Ossana. Nel 1733 fu fermato in Arco di<br />

famiglia, e ne' primi mesi si portò e fermò in Campo per sollecitare il taglio nel bosco di<br />

Fiavé di legnami per la fabbrica della nuova infermeria decretata da farsi in Arco, e poi<br />

ritornò alle Grazie circa la Madonna di settembre. Nel 1734 fu di nuovo per la terza<br />

volta eletto Guardiano d'Arco, e diede principio alla fabbrica per la nuova infermeria. E<br />

nell'autunno si portò in Verona, partendo da Riva il dì 18 ottobre, e la sera giunse in<br />

Pazengo, ed il dì 19 in Ussolengo co' due Padri nostri e suoi nipoti ex parte sororis, cioè<br />

col P. Angelico Guardiano di Campo, ed il P. Alessandro di famiglia in Borgo, unitisi<br />

alle Grazie, e la mattina delli 20 ottobre arrivarono a pranzo in Verona, ove assisterono<br />

alle primizie di un nostro Riformato figlio del signor Giuseppe Galvagno fratello del P.<br />

Serafico e mercante domiciliato in Verona. Nel 1735 non avendo genio di proseguire ed<br />

attendere alla fabbrica della sopraddetta infermeria in Arco, fu traslocato, e fatto<br />

Guardiano in Roveredo. Nel 1736 fu ivi di famiglia. Nel Capitolo celebrato in Trento li<br />

27 maggio 1737 fu per la terza volta eletto diffinitore, ed insieme deputato per la<br />

seconda volta confessore delle monache alla Santissima Trinità. Ma appena passato un<br />

mese, verso la festa di s. Bonaventura fu sorpreso da febbre per un tumore, o sia<br />

pannocchia o bubbone nel pettignone 182 che poi cresciutogli, fu costretto a rinunciar<br />

formalmente l'offizio di confessore di monache, e gli fu sostituito per confessor<br />

ordinario il P. Bonifacio d'Ossana, che dal principio dell'infermità del P. Serafico sino<br />

alla formale rinuncia avea servito le dette monache da confessore supplimentario. Fu<br />

molestissima e lunghissima l'infermità, alla cura della quale sopraintendeva oltre<br />

l'infermiere, un certo signor Bernardo chirurgo tedesco della città, per cui convenne al<br />

buon P. Serafico sostenere diversi tagli del detto tumore, quali esso tollerò con<br />

religiosissima pazienza. Fu creduto da alcuni che detto tumore fosse stato acquistato dal<br />

P. Serafico, allorché nel 1712 fu a visitare, come sopra fu notato, li santuari di Assisi e<br />

della Verna, essendosi portato ad loca infecta... innocentemente. Ritornato in <strong>Provincia</strong><br />

fu curato sotto spezie dl altro male, cioè di tumore, ma quasi dopo 25 anni ripululò a<br />

parte ante; e fu detto carcoma, e sembrava avesse propriamente i segni di morbo gallico.<br />

Né deve recar meraviglia, se un tal accidente sia accaduto al religiosissimo P. Serafico,<br />

perché un simile caso rapportasi anche da monsignor Chiericato "De Sacramento<br />

Eucharistiae" decis, 61, pag. mihi 271, col. 2, n° 101 ove scrive: "Memini pium ac<br />

religiosum virum luem hanc scilicet veneream contraxisse, ex eo quod, dum ipse iter<br />

ageret, in latrina ad exonerandum sederit, in quo tali morbo correptus steterat". Così il<br />

Chiericato. Nel 1738 sembrando alquanto rimesso, partì da Trento in calesse<br />

coll'infermiere fra Cipriano da Trento, portandosi a bagni di Pusteria, (126. //) stimati<br />

ad esso proficui, d'onde ritornò li 6 agosto, ma in seguito gli furono molto nocivi.<br />

Imperoché ripululando il tumore, dovette in calesse portarsi alla seconda Congregazione<br />

intermedia fatta in Roveredo li 21 aprile 1739. Da cui ritornato e crescendo il tumore, fu<br />

necessario venir a nuovi tagli, ed alla separazione della parte, ed essendosi per la lunga<br />

piaga infetto il sangue, gli convenne soccombere, e però munito de' santissimi<br />

Sagramenti, ed ottimamente disposto, dopo una cruciosissima infermità con invidiabile<br />

pazienza tollerata, passò piamente al Signore in Trento 24 luglio 1739. Fu il Padre<br />

Serafico veramente ottimo Religioso, ed a suoi giorni zelante predicatore, e ne' suoi<br />

diversi governi da Guardiano governò assai destramente e felicemente, promovendo con<br />

zelo discreto, verbo et exemplo. la regolare osservanza, ma da superior provinciale urtò<br />

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